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Autore: peluche    10/02/2015    9 recensioni
La seconda parte di Ice on Fire.
Hanna ha lasciato Bristol dopo quella notte, rifugiandosi in un'altra città.
Il destino vorrà Harry di nuovo sulla sua strada, ma lei nasconde un segreto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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HALF A HEART

(Ice on Fire) capitolo 23.

 

POV di Hanna.


La bambina con I capelli dorati continua a girare su se stessa e a ridere, ridere di cuore, ridere davvero.
Ha la sua stessa risata, ha I suoi stessi occhi, ha la sua stessa voglia di scoprire il mondo.
Mi delizio a guardarla, sentendomi forse per la prima volta nella mia vita serena.
Ma poi qualcosa cambia.. la bambina si ferma improvvisamente e mi guarda, gli occhi pieni di rabbia.

Non ho un padre” mi dice, con la serietà più angosciante possibile.
Cosa?”
Mi guardo attorno e l'atmosfera serena di qualche attimo prima scompare per lasciare spazio a una stanza buia e vuota.
Si che hai un padre..” provo a dire.
La bambina indietreggia, quasi spaventata da me.
Allungo una mano e lei indietreggia ancora.
Non ho un padre” ripete, per poi voltarsi e scappare via da me.
No!” urlo.

«No!»
«Hanna!»
Sentivo qualcuno scuotermi, ma I miei occhi cercavano ancora nell'oscurità quell'angelo di bambina che fino a qualche minuto fa stava danzando felice, per me.
«Non andare!»
«Hanna svegliati!»
Spalancai gli occhi, allarmata.
Harry era sopra di me, l'espressione terrorizzata sul volto e le mani sulle mie spalle. Io respiravo a fatica ed ero in una pozza di sudore.
«Ehi.. va tutto bene.»
Mi accarezzò una guancia con una mano e poi mi tirò tra le sue braccia, lasciandomi teneri baci tra I capelli.
«Va tutto bene piccola, sei qui con me.»
Mi lasciai cullare tra le sue braccia, il tempo giusto per scacciare via quell'incubo e riuscire ad addormentarmi di nuovo.

 

Qualcosa di caldo e umido mi tormentava la mano e mi costrinse ad aprire di malavoglia gli occhi. Alla mia destra, Chester continuava a leccarmi la mano che se ne stava a penzoloni fuori dal letto.
«Buongiorno piccolo.» sorrisi, impacciata.
Mi ci volle un attimo per rendermi conto che ero da sola nel letto e per un attimo mi prese il panico.
E' andato di nuovo via? Ti prego no, non riuscirei a sopportarlo di nuovo.
Un rumore di pentole in cucina mi rincuorò e mi presi il mio tempo per rimettere in ordine le idee. Quell'incubo era stato terribile. Quella bambina aveva gli occhi di Harry, doveva essere per forza la nostra bambina. Istintivamente portai una mano sulla pancia e sorrisi non appena sentii il piccolo rigonfiamento. Era solo un puntino e già gli volevo bene. Volevo bene a qualsiasi cosa stesse crescendo nella mia pancia. Maschio o femmina. Ma dopo aver visto quanto fosse bella quella bambina con gli occhi e il sorriso di Harry sapevo, sentivo che sarebbe stata una bambina. Mi resi conto di stare sorridendo come una perfetta idiota per qualcosa che ancora neanche c'era e tutto l'entusiasmo svanì non appena vidi l'orologio che segnava le 9 del mattino. In un attimo l'incubo, l'angoscia, tutto mi fu più chiaro. Quella mattina Harry sarebbe venuto con me dalla ginecologa.
«Ehi.»
Harry mi salutò dolcemente non appena entrai in cucina, infilandomi la mia vestaglia calda, e lo ammirai in quella canottiera bianca che faceva intravedere il suo fisico perfetto e l'inchiostro nero dei suoi tatuaggi.
«Ehi.» dissi dolcemente, poggiando I gomiti sul tavolo e tenendomi la testa tra le mani.
Si sporse per darmi un tenero bacio sulla fronte e poi tornò alla padella e a quelle che credo fossero frittelle.
«Cosa fai?» risi a vederlo.
«Preparo la colazione alla mia bellissima ragazza, frittelle Mademoiselle?»
Mi porse una frittella su un piatto, mostrando il suo pessimo accento francese e io iniziai a fissarlo, come se stesse cercando di nascondere la preoccupazione.
«Mmmh.. complimenti Styles, sono ottime.»
Sorrisi in approvazione e continuai a mangiare la mia frittella mentre Harry si sedeva sullo sgabello di fronte al mio.
«Vuoi parlare di quello che è successo stanotte?»
Bloccai la forchetta a mezz'aria, guardandolo. Non potevo raccontargli del sogno, non avrebbe capito.
«Sto bene.. il solito incubo che faccio da..»
«Lo so, - mi anticipò – anche io.»
Mi guardò per un pò e poi abbassai lo sguardo, improvvisamente non avevo più fame.
«Comunque.. dobbiamo prepararci per affrontare la Robinson.»
Ecco, non avrei avuto più fame per il resto della mattinata.
Harry mi sorrise e cercai di ricambiare. Si alzò dallo sgabello per mettere I piatti dentro il lavello e si voltò per guardarmi.
«Tutto bene?» mi chiese.
Annuii.
«Beh.. ha chiamato tuo fratello e Zayn vorrebbe sapere se siamo ancora vivi, evidentemente qualcuno gli ha detto che sono scomparso, ieri.»
Cambiò discorso e ne fui grata, per un momento non pensai all'imminente disastro.
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi.
«Mi domando chi possa essere stato.. cosa ha detto Louis?»
Sentivo troppo la mancanza di mio fratello, ci eravamo avvicinati di più da quando vivevamo insieme. Ero contenta che fosse felice con Aria, ma nonostante Harry fosse una compagnia più che piacevole, mi mancava.
«Mi ha solo chiesto come stavi e voleva farti sapere che domani nel pomeriggio sarà qui.»
Harry girò intorno al tavolo e si fermò davanti a me, aprendomi le gambe e mettendosi in mezzo.
«Stai bene vero?»
Mi prese il viso tra le mani e non so se fu per via del suo respiro sul mio collo, se per via dei suoi pollici che mi accarezzavano le guance, o per via dei suoi grandi occhi verdi, ma qualcosa nel mio basso ventre iniziò a contorcersi.
«Si.. bene..» farfugliai.
«Il tuo respiro si è fatto irregolare Hanna e, - avvicinò la bocca al mio orecchio – sento I battiti del tuo cuore accellerare.»
Sentii la gola secca, le gambe tremare.
Dopo tanto tempo mi faceva sempre lo stesso effetto.
«Vieni.»
All'improvviso mi sollevò tra le sue braccia e io urlai per il gesto inaspettato.
«Abbiamo un pò di tempo prima di uscire.»
Mi disse in tono malizioso, ottenendo la mia risatina ridicola mentre puntava la mia camera da letto.

 

La macchina di Harry era come il catorcio che ricordavo, ma faceva ridere il fatto che proprio lui, il ragazzo che si era fatto il figo guidando una moto nera metallizzata, fosse finito con questa. Aproposito di moto nere metallizzate..
«Non mi hai più detto perchè hai venduto la moto.»
Harry si fermò a un semaforo e notai la sua espressione accigliata.
«Davvero.. non è poi così importante.»
Scattò il verde e girò a destra sulla strada per lo studio della dottoressa.
«Davvero.. lo è.»
Insistii, anche se non avevo voglia di litigare. Mi sentivo un pò più serena dopo il nostro momento d'amore e non volevo che un litigio mi facesse tornare l'ansia.
«Vuoi davvero discuterne adesso? - sbottò – Siamo arrivati.»
Posteggiò la macchina qualche metro dopo il portone centrale e mi resi conto che sembrava più nervoso di me. Perchè era così agitato?
Scese dalla macchina quasi infastidito e lo inseguii, sbuffando.
«Buongiorno!»
Riconobbi Lucy dietro il bancone che sorrise prima a Harry, il quale si era fondato dentro, e poi mi rivolse un sorriso caldo. Forse si ricordava.
«Tomlinson?» chiese, rispondendo ai miei dubbi silenziosi.
Harry fece una smorfia, confuso sul fatto che la ragazza mi conoscesse.
«Si, ho un appuntamento alle 11.» spiegai a Lucy.
Lei fissò la solita agenda e non appena trovò il mio nome segnò qualcosa con una penna.
«Potete aspettare nella sala d'attesa, vi riceverà tra un attimo.»
Sentii Harry sbuffare e liquidare Lucy con un gesto della mano.
«Grazie.»
Le sorrisi, cercando di perdonare il comportamento del mio ineducato e intrattabile ragazzo, e lo seguii nella piccola saletta. Giorni fa mi trovavo qui incazzata con Louis, adesso sembrava che Harry fosse incazzato con me. Lo trovai seduto, I gomiti sulle ginocchia e il volto coperto dalle mani.
«Cosa c'è che non va?» gli chiesi, sedendomi accanto a lui.
Si scoprì la faccia e fissò I poster di piccoli bambini che sorridevano e di madri felici attaccati al muro. Non sembrava incazzato.. sembrava solo.. triste?
«Harry, dimmelo.» lo esortai.
Prima che potesse dire qualcosa Lucy spuntò sulla soglia, scusandosi con lo sguardo per aver interrotto il momento.
«Può ricevervi.»
Le faccio un gesto di consenso con la testa e riportai l'attenzione sul mio ragazzo che sembrava essersi ammutolito. Sbuffai e mi alzai riluttante, sentendolo poco dopo alle mie spalle. La dottoressa Robinson era seduta alla sua scrivania con gli occhi fissi sullo schermo non appena io e Harry varcammo la soglia.
«Hanna, - I suoi grandi occhi azzurri incontrarono I miei poco dopo – sono felice di rivederti.»
Si alzò e mi allungò una mano che strinsi.
«E lui..?» chiese.
«Harry, molto piacere.»
Harry sembrò ritrovare il senno e strinse anche lui la mano alla Robinson.
Stronzo.
Vidi che adesso c'erano abbastanza sedie per ospitare tutti e tre, così io e Harry ci sedemmo di fronte a lei che prese una cartella da un cassetto e mi guardò, incrociando le mani.
«Sono felice che tu abbia fatto questa scelta Hanna.. so che sarà difficile, ma sono sicura che tu sia circondata da persone che si prenderanno cura di te e per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi.. hai avvertito I tuoi genitori?»
«Ehm.. non ancora.»
Harry rimaneva di sasso al mio fianco, talvolta mi guardava ma poi tornava a fissare la dottoressa.
«Sono sicura che se glielo dici nel modo giusto non la prenderanno male.. sono pur sempre I tuoi genitori.» mi sorrise, rassicurandomi.
«Lo spero.»
Non conosce la mia famiglia dottoressa, avrei voluto aggiungere.
«Bene, facciamo un'ecografia?»
Si alzò dalla sedia e io mi trovai ad annuire, maledicendo Harry al mio fianco. Se aveva intenzione di starsene zitto per tutto il tempo poteva semplicemente rimanere fuori.
La Robinson armeggiò con il monitor e sistemò il lettino per me. Mi tolsi la giacca e la lasciai sulla sedia da dove mi ero alzata. Harry si alzò e mise un braccio dietro il collo, a disagio.
«Puoi sederti lì, Harry.» lo avvisò la dottoressa.
Harry annuì e venne a passo di formica verso la sedia accanto al lettino. Io mi sistemai sopra, alzando un pò la felpa e slacciando I bottoni del jeans per abbassarlo.
«Fortuna che è una donna.» mormorò Harry al mio fianco.
Mi voltai per guardarlo e con mia grande rassicurazione lo vidi sorridere. Allungò una mano per stringere la mia e mi venne da chiedermi perchè fosse stato tanto scontroso prima.
«Oggi potremo scoprire se è maschio o femmina, qualche preferenza?»
La Robinson prese posto accanto a me, dal lato opposto di Harry e mi rivolse un sorriso caldo mentre spalmava il gel sul mio ventre.
«Mi basta che stia bene.» risposi, arrossendo.
Fece pressione sulla mia pelle e vidi Harry fissare confuso lo schermo. L'ammasso di linee dell'ultima volta era diminuito e in quel momento era visibile qualcosa di più.. uniforme?
«Ecco!»
La Robinson fermò lo schermo su un immagine che questa volta non era confusa, sembrava un piccolo fagiolo. Un fagiolino dentro la mia pancia.
«E' quello..?»
Percepii un sussurro quasi strozzato, emozionato, mi ci volle un pò per capire che era la voce di Harry. Lo guardai sorridendo che fissava il piccolino sullo schermo.
«Oh si, - concordò la dottoressa – sta crescendo bene Hanna, si vede che non ti sei affaticata in questi giorni.»
Pensai al modo in cui tutti mi avevano trattato come una bambina da quando avevano saputo che fossi incinta e mi venne da ridere. Harry si voltò a guardarmi e mi sorrise, un sorriso che mi sembrò forzato.
«Vostro figlio si nasconde, non riesco a vedere se sia maschio o femmina.»
Io e Harry ci girammo all'unisono verso la Robinson che fissava accigliata lo schermo.
Vostro figlio..
Nostro figlio.
In un attimo venni sopraffatta dalle emozioni e le lacrime iniziarono a pungermi gli occhi. Harry sorrideva come un bambino mentre fissava il nostro piccolo, ma qualcosa di oscuro gli faceva ombra sul volto.
Che cosa hai Harry? Avrei voluto chiedere.
La Robinson fece un'altra foto, Harry lasciò la mia mano troppo presto e io avrei voluto dirgli di non lasciarmi, di essere felice con me in quel momento, ma rimasi in silenzio. Mi rivestii mentre la dottoressa mi raccomandava di non fare sforzi eccessivi, di non affaticarmi troppo, di seguire una corretta alimentazione e di non bere alcolici. Mi diede delle guide sulla gravidanza, salutò me ed Harry con affetto e fissammo un appuntamento per il mese prossimo. Feci un sorriso a Lucy, intenta a giocare a Ruzzle con il suo cellulare e lei divenne rossa come un peperone per averla colta sul fatto. Sorrisi alla scena e seguii Harry fuori dal palazzo. Salimmo in macchina in silenzio e per tutto il tragitto nessuno disse niente.
«Ho fatto qualcosa che non va?» chiesi in un sussurro.
Harry si voltò di scatto quando fummo fermi a un semaforo.
«No.. niente del genere..»
Mi regalò il solito sorriso forzato e mi diede una stretta con la mano al ginocchio per rassicurarmi.
«Lavori stasera?» provai ancora a fare conversazione.
«Si.»
Risposte fredde.
Cosa diavolo era successo?
Fermò la macchina davanti al portone del mio appartamento e lo vidi lasciare la macchina in moto, senza introdursi nel grande parcheggio sul retro.
«Tu non sali?»
Sentivo il mio tono di voce strozzato.
Stavo quasi per piangere e non sapevo neanche perchè.
«Devo solo passare a casa.. da Zayn.. a prendere alcune cose.» borbottò.
Lo vidi deglutire a fatica e guardò la strada di fronte a lui per non incrociare il mio sguardo.
«Ma torni? Vero?» chiesi titubante.
Harry si voltò a guardarmi, questa volta l'ombra di un sorriso sincero sul suo viso.
«Hanna, certo che torno.. ci vediamo dopo.»
Si allungò per lasciarmi un bacio sulla guancia, ma sapevo che c'era qualcosa che non andava. Scesi riluttante dalla macchina e rimasi a fissarlo mentre ripartiva e svoltava l'angolo. La vibrazione del mio telefono mi riportò alla realtà e lo presi dalla borsa e lessi il nome di mia madre sullo schermo. Risposi, cercando di soffocare un singhiozzo che minacciava di arrivare, ed entrai nel portone, appena in tempo per evitare l'inizio della pioggia.

 

POV di Harry.

Al diavolo I semafori rossi.
Al diavolo le persone che mi maledicevano.
Al diavolo la pioggia che iniziò a scendere sulla città.
Dimenticare la sua faccia emozionata era quasi impossibile. Dimenticare la stretta che sentii al cuore era impossibile. Quel bambino, quell'ammasso di linee, quel piccolo fagiolo. Il figlio di Liam. Perchè? Schiacciai di più l'accelleratore, senza sapere dove stessi esattamente andando. Avevo una guerra di sentimenti dentro. Rabbia, delusione, rammarico, felicità, emozione, tristezza.. strinsi di più le mani sul volante e frenai bruscamente non appena scorsi il palazzo del mio appartamento. Sbattei la portiera e rimasi una manciata di minuti sotto la pioggia per riprendere fiato.
Ma torni? Vero?
Avevo sentito il panico nella sua voce.
Aveva paura che scappassi ancora e onestamente, avevo voglia di farlo.
Respirai affondo e poi entrai nel palazzo. Feci le scale di corsa, con le vene che pulsavano lungo le braccia. Bussai violentemente alla porta, maledicendo Zayn.
«Che cazzo!»
Aprì la porta di scatto e mi guardò sconvolto, mentre io lo superai senza dargli spiegazioni. Chiuse la porta e io iniziai a camminare freneticamente avanti e indietro per la stanza.
«Che diavolo è successo?»
Zayn mi guardò confuso, aspettando che dicessi qualcosa. Sul pavimento gocciolava l'acqua che mi si era appiccicata sui vestiti e tra I capelli. Mi voltai per guardarlo e mi portai una mano sulla bocca, sopprimendo la voglia di rompere qualcosa. Era a petto nudo davanti ai miei occhi e aveva la voce roca quasi quanto la mia, segno che stava ancora dormendo.
«Harry!» mi richiamò.
«Cazzo! Cazzo Zayn!» sbraitai e mi tirai I capelli senza pietà.
«Che è successo? Dov'è Hanna?» chiese ancora.
«Siamo andati a fare quella cazzo di ecografia e.. l'ho visto!»
«Cosa hai visto?»
«Il bambino! O quello che si sta formando, il fatto è che..»
Continuai a camminare avanti e indietro, lanciando occhiate furiose verso una lampada. Era così allettante da scaraventare contro il muro. Zayn rimaneva in silenzio, aspettando che continuassi. Alla fine mi sedetti sul divano, le mani a coprirmi il volto.
«Io non so se ce la faccio.. quel bambino è di Liam e io.. credevo di riuscire a sopportarlo ma non ce la faccio.. ed è così piccolo, indifeso.. vorrei che fosse mio figlio io..»
«Può essere ancora tuo figlio!» sussurra Zayn.
«Tu non capisci! - sentivo le lacrime agli occhi – Mi sento un intruso, suo padre è morto per colpa mia e io non riesco a giocare alla famiglia felice con Hanna, cazzo vorr-»
«Basta!»
Zayn mi bloccò di colpo, l'espressione dispiaciuta sul suo volto.
«Mi dispiace Harry.. mi dispiace che debba dirtelo io, ma questa storia è andata avanti per troppo tempo..»
«Che cazzo stai dicendo?»
Mi alzai di scatto dal divano e lo fissai.
«Ho pregato tante volte Hanna di dirtelo, ma lei continuava a dirmi che l'avrebbe fatto quando evidentemente non è così.»
«Parla cazzo!»
Sentivo le vene del collo gonfie, il formicolio nelle dita e la sensazione che non stesse arrivando niente di buono. Zayn si avvicinò a me, una mano ferma in alto a mezz'aria.
«Okay, promettimi che non farai cazzate.» mi avvertì.
«Zayn.» dissi tra I denti.
Zayn sbuffò e poi, finalmente, parlò.
«Hanna ti ha mentito.. aveva paura che tu tornassi con lei solo per quello.. però, dopo che voi vi siete riavvicinati, aveva paura di dirtelo per rovinare tutto..»
«Che stai dicendo..?»
Lo esortai, per quella che sembrava la quarta volta nel giro di minuti.
«Il bambino Harry.. è tuo figlio, il bambino è tuo.»
In quell'istante il mondo si bloccò. La stanza sembrò ingradirsi di una centinaia di metri quadrati, Zayn sembrava un puntino piccolo e il soffito, al contrario, sembrava mi stesse venendo addosso.
Ho pregato tante volte Hanna di dirtelo...
Hanna ti ha mentito...
Il bambino Harry.. è tuo figlio, il bambino è tuo..
Il bambino era mio.
Diventerò padre.
Le gambe quasi mi cedettero, ma dopo venni sopraffatto da una valanga di emozioni.
Una, quella più forte, venne a galla più velocemente del solito: la rabbia.

 

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SORPRESAAAAA! Si, sorprendentemente sono già qui:D
Alla fine è stato Zayn a dire la verità a Harry, vediamo cosa succederà adesso!
Spero vi sia piaciuto, a presto x.

 

 
  
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