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Autore: CainxAbel    10/02/2015    1 recensioni
"Certo che il Foam e il Legno stanno bene per costruire le armi".
"Li shippiamo?"
Fu così che nacque questa storia... i materiali in una veste umana ehehhehehe
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Complimenti per la vodka, Al e ancora auguri!”
Gold rise rumorosamente, mentre colpiva il diretto interessato con una pacca sulla spalla. Al emise una specie di grugnito, seguito dalle risatine di Silver.
“Sembrava che questa festa non sarebbe arrivata e invece eccoci qui”.
Silver sorrise, mentre mandava giù un altro sorso di vodka. Si sperticò in una lunga serie di complimenti per la casa. La villa di Al era immensa, con un giardino e una pineta che si estendeva a perdita d’occhio, senza contare la piscina, che appariva molto invitante, nonostante fosse una serata di fine ottobre. Gold guardò l’acqua come incantato e Silver sgranocchiò le patatine.
“Come procede col club?” domandò Al, fingendosi disinteressato.
“Molto bene” rispose allegramente Gold “ Ci sono altri nuovi iscritti. Stagno si sta dimostrando un elemento interessante e poi ci sono Nichel, il suo fratellino Piombo e Platino. Faremo grandi cose, Al, come mostrare il nostro lustro”.
Il diretto interessato sorrise, mettendo in mostra una fila di denti bianchissimi. I suoi occhi erano così chiari che parevano essere stati prosciugati di ogni colore, ma il suo sguardo era vivace. Al osservava il complessivo andamento della sua festa. C’era un chiacchiericcio diffuso e un continuo sgranocchiare di pop corn e patatine. La coca-cola scorreva a fiumi come la vodka, ma il pezzo forte sarebbe arrivato in tarda serata, con una serie di liquori dolci. Qualcuno si sarebbe sicuramente ubriacato, avrebbe iniziato a barcollare e a mormorare frasi sconnesse, poi avrebbe vomitato tutto, anche l’anima, nella piscina e al pensiero avvertì un brivido. Brindò con Gold e Silver al lustro del club, al divertimento e al suo compleanno, ma poi una domanda si fece strada in lui.
“Perché Forex e Worbla non fanno parte del club?” chiese con spontanea curiosità.
“Loro sono solo nostri aiutanti” sghignazzò Gold “ Non hanno il lustro dei metalli, però sanno come farci divertire. A proposito, è da un po’ che non tormentiamo la principessina Foam”.
Scoppiò in una risata sguaiata, seguito da Silver. Al aveva solo sentito parlare di Foam e l’aveva visto qualche volta, qualche rara volta aggiunse mentalmente, con la solita compagnia.
“Troveremo qualcosa” aggiunse crudelmente Silver “ Ma mi dispiace non averlo ancora visto con un vestito da cameriera”.
Al ascoltò le risate di Gold e Silver, ma il suo sguardo era rivolto altrove. C’erano davvero poche ragazze alla sua festa, constatò cupamente e ancora meno erano quelle che avevano una bellezza da urlo. Lycra si era appartata con Platino e i due si erano seduti su un divanetto all’esterno e.. Al distolse lo sguardo. Si stavano davvero dando da fare. Lycra stava mordendo le labbra di lui e pareva quasi volerlo divorare. Platino la teneva stretta e le loro bocche stavano giocando a una sorta di caccia famelica. Una smorfia affiorò sul viso di Al: in fondo aveva sempre trovato Lycra molto attraente. Non sarebbe stato male trovarsi al posto di Platino, constatò, invidioso e irritato. Mandò giù l’ultimo sorso di vodka del suo bicchiere in un solo colpo e sentì la gola andare a fuoco. Leather si muoveva con la sua solita grazia lungo il bordo della piscina. Le sue gambe lunghe e affusolate erano evidenziate da una minigonna color crema molto aderente e stretta sui fianchi, collant neri e stivaletti col tacco a spillo che richiamavano il colore della minigonna. Almeno 10 cm di tacco e lei dimostrava di non avere difficoltà a muoversi e per giunta in modo sensuale. Al suo passaggio, Rame fischiò a lungo, incantato dalla sua bellezza. Bronzo gli scoccò un’occhiata seccata e lo colpì con uno scappellotto in testa.
“Che cazzo fai, Bronzo?” sbottò furioso.
“Niente, prurito alle mani”.
Bronzo borbottò quelle parole, sistemandosi gli occhiali sul naso. Rame avrebbe voluto sottrarglieli e correre lontano da lui, magari persino provarli.
“Non sei sensibile al fascino femminile” osservò, incrociando le braccia al petto “ Ma guarda quelle gambe e non solo quelle…”
Una sberla raggiunse la nuca di Rame che lanciò un gridolino e fu sul punto di tirare un pugno a Bronzo, ma si bloccò. Dall’alto del suo metro e 82 Bronzo sorrise.
“Hai ragione. Ho altro a cui pensare, come allo studio”.
“Studio, ma sei scemo? Siamo a una festa!” gridò Rame.
Bronzo parve non prestare ascolto alle sue proteste e Rame incrociò le braccia al petto, seccato. Si preannunciava una lunga serata e probabilmente non si sarebbe divertito come stavano facendo Lycra e Platino. Nichel stava squadrando entrambi da lontano, ma non era interessata minimamente a loro. Il suo sguardo era in realtà rivolto a Stagno. Era affascinata da quanto ostentasse la sua sicurezza e da come teneva alta la testa. Sembrava l’incarnazione dell’orgoglio. In passato la sua timidezza l’avrebbe fatta retrocedere di qualche passo, ma era come stregata dal ragazzo e gli si avvicinò.
“Ehi, Stagno, come va? Ti stai divertendo? Ti piace il club?”
Troppe domande, constatò turbata. Non sembrava nemmeno una conversazione, ma un interrogatorio. All’inizio Stagno non rispose. I suoi occhi tra l’arancione e il giallo somigliavano a quelli di un rapace e la stavano squadrando. Nichel avvertì un brivido.
“Sì che mi sto divertendo”.
 Stagno pronunciò quelle parole tutto d’un fiato, ma sembrava seccato. La ragazza sospirò. Non avrebbe ottenuto una gradevole conversazione, constatò cupamente.
Voi maschi siete tutti uguali, tutti stronzi.
Con quel pensiero si allontanò, ricordando tutti i suoi ex. Nessuno si salvava: si erano inventati le scuse più pietose e stomachevoli per lasciarla e per giunta in chat, senza essersi incontrati di persona. Solo qualche volta aveva avuto la soddisfazione di lasciare qualcuno allo stesso modo, solo perché aveva voluto riprovare l’ebbrezza di fidanzarsi, ma senza nemmeno essere coinvolta troppo dal ragazzo di turno. E che ebbrezza baciare qualcuno che nemmeno ti piace, pensò frustrata. Era forse la disperazione? Era solo perché le ragazze attorno a lei si beccavano le attenzioni dei più carini e lei non voleva essere da meno? Sbuffò, seccata. L’augurio migliore che poteva fare a qualcuno era di non innamorarsi e di basare tutto sull’attrazione fisica, giusto per rendere meno spaventosa e decisamente più piacevole la prima volta. L’unico ragazzo che non l’aveva tradita era suo fratello. Forse era perché amava stare spesso sulle sue? Piombo era così, non poteva negarlo. Era una sorta di lupo solitario, che aveva dovuto cambiare per poter entrare nel club. Sembrava scontento del suo nuovo taglio di capelli che ormai non gli arrivavano più alle spalle. Per lui erano insopportabilmente corti. Prima aveva un ciuffo che gli copriva l’occhio sinistro.  I suoi capelli neri come piume di corvo gli avevano spesso messo in ombra il viso, su cui spiccavano degli occhi di un grigio intenso, che nella penombra parevano neri. Dopo quel taglio voleva solo sparire e aveva dovuto rinunciare alle sue maglie a scacchi, a quelle a strisce, alle sue collane a forma di plettro, alle sue vans con i teschi. Il tutto per vestirsi “ normale”e per poter avere “ l’onore” di far parte del “ nobile” club dei metalli… Tutti si stavano complimentando con lui per il cambiamento, persino Gold e Silver con i loro viscidi sorrisi. Nichel gli sorrideva come una brava sorella maggiore, come se volesse dire “ Visto che sorella responsabile? Ho reso normale mio fratello”.
“Normale”: era l’odiosa parola che blateravano i suoi genitori oberati di lavoro e i membri del club. Anche Nichel sembrava assuefatta dalla loro definizione di normalità o forse era assuefatta a Stagno? Stava parlando con Steel, eppure il suo sguardo seguiva Stagno. Era per colpa del nuovo arrivato che aveva dovuto rinunciare a parte di sé. Aveva dovuto stringere mani, sorridere e parlare pur non avendone voglia. Nichel tentava di renderlo più simpatico, nonostante fosse consapevole di essere detestabile. Lei provava a sembrare migliore agli occhi di Stagno.  i suoi tentativi in quel campo erano disperati, ma lui le scoccava qualche occhiataccia e rispondeva a monosillabi. Piombo si rese conto che in quella festa un sacco di tentati flirt fallivano miseramente. Provò un’ondata di compassione anche per Rame.
“Leather, sai che ti vedrei come modella? Non mi stupirei se tra qualche anno comparissi su qualche rivista, magari in costum..”
Si bloccò di fronte allo sguardo glaciale della ragazza che stava sorseggiando lentamente un cocktail al bordo della piscina. Rame si sentì agghiacciare e impallidì vistosamente. Avrebbe dato qualsiasi cosa per destare il suo interesse.
Lei inclinò appena la testa, seccata. I capelli le ricaddero sul viso in un’ondata di boccoli castani. Bronzo lanciò a Rame qualche occhiata di disapprovazione.
“Lascialo perdere” disse, rivolto a Leather “ Gli capita spesso di parlare senza pensare”.
“Sono qui!” sbottò con rabbia Rame “ E ti sto sentendo”.
Bronzo scosse le spalle con una specie di sorriso. Rame si rese conto di fare una figuraccia davanti a Leather, che si allontanò da entrambi. Rame sospirò, afflitto, seguendola con lo sguardo. Sembrava disperato.
“Bronzo, sei uno stronzo”.
“Complimenti per la rima”.
Agli occhi di chiunque sarebbe sembrato che il sorriso di Bronzo fosse gentile come al solito, ma Rame lo conosceva fin troppo bene per rendersi conto che la realtà era diversa.  Si avvicinò a lui, furibondo. Bronzo si limitò a sistemarsi gli occhiali e a posargli una mano sulla schiena.
“Non toccar…”
Non fece in tempo a gridare che Bronzo lo spinse e lo fece cadere in piscina con un gran tonfo che fu udito da molti invitati alla festa. Bronzo si bagnò appena i capelli verde acqua con sfumature azzurrine, ma la manica destra della camicia bianca che indossava era inzuppata, come parte della cravatta blu royal. Rame gridò, annaspando e sputacchiando acqua.
“Fanculo, Bronzo”.
Le sue parole si mescolarono ai tentativi di restare a galla. Bronzo era sicuro che ci fossero soprattutto parolacce.
“Cerca di restare a galla, piccoletto”.
Al disse quelle parole, ridacchiando di quell’episodio. Se Rame non avesse avuto gli occhi che bruciavano per il cloro, l’avrebbe mandato a quel paese senza troppe storie. Diventò paonazzo, mentre si dibatteva.  Quando emerse la testa, urlò: “ Non so nuotare, cazzo!”.
Bronzo gli afferrò le braccia e cercò di tirarlo su. Lo sguardo di Rame era feroce. Batteva i denti, mentre farfugliava di continuo “ vaffanculo”. Si rialzò a stento, sputacchiando altra acqua, completamente inzuppato.
“Dovevi rinfrescarti le idee” disse Bronzo con un altro dei suoi sorrisetti “ Ora l’hai fatto”.
“Non ti sopporto”.
Rame si allontanò da lui, reso furioso dalla figuraccia. Sicuramente Leather l’aveva visto e in quel momento lui era impresentabile, con i capelli che ormai gli si incollavano al viso e la giacca nera che gli aderiva totalmente al corpo come una seconda pelle. Al corse subito da lui, preoccupato.
“Se vuoi, ti accompagnerò in bagno per asciugarti”.
“Grazie, Al” mormorò Rame “ Almeno tu non sei stronzo come certe persone di mia conoscenza”.
Lanciò un’ultima occhiata furente a Bronzo, imprecando sottovoce e lanciando qualche occhiataccia qua e là.
“Rame è leggermente arrabbiato” ridacchiò Silver.
Otto annuì appena.
“Stai bene senza occhiali e senza quegli strani abbinamenti di colore”.
“Grazie”.
Silver sorrise. I suoi capelli color argento erano tirati all’indietro e il suo sorriso era smagliante e perfetto come sempre. Otto lo invidiava.
“Potresti portare le patatine a Gold? Laggiù rischiano di morire di fame”.
Otto sorrise timidamente e prese il piatto. Il sorriso di Silver si allargò di più. Se l’avesse chiesto a Rame, la sua risposta sarebbe stata una parolaccia o un altrettanto gentile “Alza il culo e veditela da solo”. Otto era come un fedele cagnolino, forse solo un po’ stupido. Non aveva visto la figuraccia di Rame in piscina o quando Bronzo lo sollevò e lui, bagnato come un pulcino, aveva dato sfogo alla sua rabbia. Otto camminò vicino alla piscina, pericolosamente vicino. I suoi piedi finirono sul bagnato e nella fretta inciampò. Dopo il suo scivolone, le patatine gli volarono addosso come uno sciame di insetti e il tutto fu seguito da un suo gridolino. Dopo non molto scoppiarono le fragorose risate di Gold e Silver che si tennero la pancia. Risero a crepapelle fino a non sentire più le guance. Sempre più imbarazzato, Otto abbassò lo sguardo e tentò di dileguarsi alla velocità della luce. Bronzo guardò Gold e Silver, disapprovando silenziosamente ciò che avevano fatto, ma, constatò cupamente, in qualità di “ re dei compromessi”, come lo definiva Mercurio, non sarebbe andato apertamente contro di loro. Stagno studiò il gruppetto, fingendosi interessato, mentre Bronzo aiutava Otto a rialzarsi. Si allontanò dal suo angolino per fare compagnia a Gold e Silver.
“ Questa festa è carina” disse, enfatizzando l’ultima parola “ Peccato che le ragazze non lo siano altrettanto”.
Lanciò un’occhiata eloquente a Nichel che si sentì a disagio e d’istinto si coprì parte del viso con la sciarpa. Stagno la guardò a lungo e lei si morse le labbra. Passarono diversi minuti prima che Rame si ripresentasse, asciutto e con un’espressione feroce, rivolta soprattutto a Bronzo.
“Al, sei pronto?”
“Certo, ho una scorta di liquori dolci” affermò allegramente il diretto interessato “ Il tuo preferito?”
“Non ne ho uno preferito. A dire il vero, non me ne intendo e vorrei assaggiarli tutti”.
Rame sorrise furbescamente, lanciando un’occhiata eloquente a Bronzo, che sospirò.
Il solito idiota.
Con quel pensiero, guardò Rame allontanarsi in compagnia di Al. Brutto segno: avvertì un brivido lungo la schiena.
“Ti stai divertendo, Bronzo?”
“Certo,Steel, ma dovrebbero esserci più ragazze”.
“Lo so, ma cosa possiamo farci? Spero che in futuro una carina faccia parte del club. Leather e Lycra non sono dei nostri, ma..”
“Eh già”.
Bronzo si finse interessato. Si sistemò gli occhiali sul naso, ma la sua mente era altrove. Rame stava sistemando le bottiglie di liquore sui tavoli, mentre Al lo aiutava con i bicchieri.
“Vuoi esaurire tutte le riserve?” ridacchiò Al.
“Certo che no, un sorsetto per ciascuno,  non farò dispiacere a nessuno”.
“Questo è lo spirito”.
Rame sorrise, mentre mandava giù il primo sorso. Cos’era? Vide appena la bottiglia con scritto a caratteri cubitali “ Zabov”. Quel liquore all’uovo era dolcissimo, una vera crema deliziosa! Solo dopo qualche secondo avvertì sulla lingua il pizzicore dell’alcool. Sotto gli occhi divertiti di Al e di qualcun altro Rame provò di tutto: Bayleys, altro Zabov, liquore crema Sheridans, whiskey e azzardò pure rhum misto a coca cola. Ne mandò giù a gran sorsi, lanciando occhiatacce a Bronzo e bevendo senza ritegno, fin quando non sentì la lingua, la gola e lo stomaco bruciare. Gli sembrò che anche il petto stesse andando a fuoco.
“Bravo, Rame!”
Qualcuno lo applaudì fragorosamente. Lui improvvisò un goffo inchino e quasi inciampò tra i tavoli.
“Grazie, gente, sapete come far sentire importante un nano”.
Bronzo lo squadrò con un’espressione colma di disapprovazione.
“Guardalo!”ridacchiò Steel.
Rame stava saltellando vicino al bordo della piscina e stava cantando qualcosa di osceno, agitando le braccia.
“Grazie, Bronzo!”urlò a squarciagola “ Grazie per avermi costretto a far parte di questo club di merda”.
“Non lo conosco” borbottò il diretto interessato.
Steel si trattenne a stento dal ridere a crepapelle e Bronzo si allontanò da lui, a grandi falcate furiose. Scoccò un’occhiata di fuoco a Rame e lo afferrò per le spalle.
“E ora mi farai una lunga predica, che palle!”
Rame evitò di guardarlo e barcollò in modo pietoso, sotto gli occhi divertiti di Gold e Silver.
“E che cazzo guardate voi?” biascicò “Voi e questo club di merda…”
“Il nostro Rame si sta divertendo molto”osservò Gold “ Peccato che non sappia quello che sta dicendo”.
“Lo so benissimo! Bronzo è uno stronzo, questo club è una merda e voi siete delle teste di cazzo”.
Rame rise sguaiatamente, tenendosi l’addome e inciampò. Per poco non cadde di nuovo in piscina. Bronzo corse per afferrargli un braccio, ma Rame si rialzò a stento. Le gambe erano pesantissime.
“Gold, Silver, non sa davvero quello che sta dicendo” mormorò Bronzo.
Voleva in qualche modo riparare i danni di Rame, da bravo “ re dei compromessi”, per il bene di entrambi e del club.
“Il nostro Rame non si diverte spesso, lasciamoglielo fare” osservò malignamente Silver.
“Bronzo”.
Rame lo chiamò debolmente. Aveva gli occhi accesi che brillavano, come se fosse in preda alla febbre.
“Mi stanno guardando come un pazzo”.
Quasi si morse la lingua nel pronunciare quelle parole. Bronzo lo vide barcollare in modo pietoso, trascinando i piedi e sbuffando rumorosamente.
“Leather, ti prego, non tu”.
Guardò la ragazza che lo stava fissando con un’espressione disgustata. Sembrava volerlo schiacciare con i tacchi, come un fastidioso insetto.
“Non faccio così schifo sempre” Rame le lanciò un’occhiata supplichevole.
“Rame, tu non mi piaci…  questo vale sempre” .
Il diretto interessato non volle sentirla o non la sentì ( non avrebbe saputo dirlo con precisione) e barcollò in un’altra direzione.
“Non vi perdono, andate tutti a fanculo” sbottò.
Si sedette a terra, con le gambe che non volevano rispondere ai comandi. Erano come intorpidite, mentre il resto del corpo e del viso gli pareva  bruciare. Lo stomaco gli pesava come un macigno. Si lamentò.
“Rame, forse dovremo tornare a casa. Ti accompagnerò io”.
La voce di Bronzo parve destarlo.
“Vuoi rinfrescarmi le idee? Mi sono riscaldato e abbastanza, anche se ci hai provato”.
“Ho notato”.
Bronzo si inginocchiò vicino a lui con aria preoccupata. A Rame girò la testa: non voleva essere guardato.
“Dai, Rame, torniamo a casa”.
“Fottiti, Bronzo. Devo finire di fare figure di merda”.
Bronzo rimase in silenzio e gli afferrò le braccia con una presa saldissima. Rame si lamentò, nel vano tentativo di divincolarsi, mentre l’amico lo trascinava con sé.
“Al, mi dispiace, ma dobbiamo andare ” disse Bronzo deciso.
“Così presto?” chiese il ragazzo con un’espressione dispiaciuta.
“Rame… insomma, è in uno stato pietoso. Lo devo portare a casa”.
“Peccato”.
Al guardò Rame come se ce l’avesse con lui. Il piccoletto alzò il dito medio, bofonchiando qualcosa che lui non capì. Bronzo salutò di fretta molti invitati, trascinando Rame come un peso morto. Qualche volta il ragazzo imprecava, ma sentiva le gambe e le braccia troppo pesanti per poter opporre una vera e propria resistenza. Bronzo attese con ansia il momento di lasciare la casa di Al e rivolse un saluto frettoloso a Gold e Silver. Rame trascinò i piedi, la testa bassa.
“Bronzo, sei incazzato con me?” farfugliò.
“Sai com’è” commentò il diretto interessato “ Hai blaterato cose assurde contro il club e contro di me”.
“Uffa”.
Rame sentì le gambe che gli stavano cedendo. Per poco non cadde disteso sul marciapiede e Bronzo lo prese tra le sue braccia. Quel momento fu seguito dalle grida di proteste di Rame.
“Che cazzo fai? Non sono una ragazza, coglione!”
Rame gli colpì le spalle con i pugni, che però erano deboli e scoordinati. Bronzo si trattenne dal ridere perché pensò alla figura pietosa che il suo amico stava facendo in quello stato.
“Leather è una ragazza e la mia. Lo sarà un giorno..”
“Nel giorno di mai” borbottò Bronzo seccato.
Rame tentò di colpirlo con un altro pugno, ma sentiva le braccia troppo deboli e stava soffrendo di una nausea paurosa. Aggrapparsi a Bronzo, per quanto detestasse ammetterlo, era l’unico modo per avere un punto di riferimento. Era fin troppo umiliante!
“Lasciami o ti vomiterò addosso”.
Fece fatica a pronunciare quelle parole. Appoggiare la testa contro il petto di Bronzo significava che il mondo non stava girando vorticosamente come una trottola, ma l’amico lo lasciò andare. Le gambe di Rame erano malferme e il suo stomaco era sottosopra, torturato da ondate di nausea.
“Temo che.. dovrò vomitare davvero”.
Incespicò sul marciapiede, allontanandosi da Bronzo.
“Non fare mai più simili cazzate” lo rimproverò.
Proprio in quel momento Rame riversò il contenuto del suo stomaco a terra, mentre alzava il medio in direzione dell’amico.
 
Ormai succedeva sempre, doveva rassegnarsi. Plexi sospirò tristemente, mentre guardava Foam allontanarsi con Legno. Ormai accadeva spesso all’intervallo, doveva semplicemente farci l’abitudine. Sembrava davvero contento e forse era la prova che come amica lei poteva essere sostituita facilmente. Cercò di distogliere lo sguardo da Foam e Legno, ma nulla le impediva di sospirare e avvertire quella fitta al petto. Voleva essere al posto di Legno, a parlare con Foam, persino a ridere.
“Mi dispiace, Plexi, sarà una fase. Dopotutto guarda come è cambiato: prima faceva fatica a uscire dall’aula”.
“Sì, è merito di Legno” farfugliò lei “ Lui riesce dove noi fatichiamo”.
“So quello che provi in realtà”..
Iron tentò di incontrare i suoi occhi. Plexi si perse in quelli dell’amico: in quel momento sembravano più grigi del solito e malinconici.
“Ho fatto finta di non notarlo, ma a te piace davvero Foam, non è così?”
“No, è che..”
Plexi si guardò le mani che tremavano. Quei pensieri la avvolgevano  in un mare di inquietudine.
“Puoi anche non ammetterlo davanti a me, ma lo so” il tono di Iron era deciso.
“Non posso rovinare tutto” mormorò lei “Siamo amici da troppo tempo. Non posso far saltare tutto in aria per un mio capriccio”.
Arrossì, rendendosi conto di aver vuotato il sacco con una rapidità disarmante.
“Quello che provi non è un capriccio” Iron le sussurrò quelle parole all’orecchio e lei divenne ancora più paonazza.
La ragazza emise un lungo sospiro, vergognandosi della sua confessione, ma aveva sopportato quel peso da troppo tempo. Sorrise appena a Iron in una sorta di ringraziamento silenzioso, ma lo sguardo dell’amico appariva perso in un vuoto difficile da colmare.
 
“Alla fine ci sarai al Neko no hime per Halloween?”
Alla domanda di Legno, Foam annuì con vigore.
“Sarò un vampiro, come promesso” rispose allegramente.
“Bene”.
Legno non disse altro. Foam sapeva che quei silenzi erano normali tra loro. In fondo Legno non era un chiacchierone e non lo era mai stato, però non poteva negare che con lui stava davvero bene. Le paure di dissipavano e le giornate parevano migliori, tuttavia all’arrivo di Leather avvertì una fitta allo stomaco. Il suo primo istinto sarebbe stato di scomparire dal campo visivo della ragazza, ma Legno rimase fermo davanti a lei, con uno sguardo che pareva sfidarla.
“Hai altro di meglio da fare che tormentarmi?”
Sbottò quelle parole con rabbia, ma lei rimase impassibile, come se avesse frapposto un muro tra sé e gli altri.
“Volevo far vedere al tuo amichetto che ho una pessima abitudine” un sorrisetto increspò le labbra della giovane.
Gli si avvicinò pericolosamente, gli appoggiò una mano sulla spalla e le sue labbra si posarono sull’orecchio di Legno.
“Prendermi ciò che voglio. Lo faccio sempre” sussurrò.
Si scostò da lui per qualche attimo, poi gli sfiorò appena il viso, catturando le sue labbra in un bacio sotto gli occhi di Foam. Leather parve esitare prima di staccarsi. Avrebbe voluto indugiare un po’ per godersi la reazione del ragazzo, ma Legno l’allontanò con una spinta.
“Prendi in giro qualcun altro” sbottò.
“Fino a non molto tempo fa ti sarebbe piaciuto e molto” insinuò Leather.
“Zitta”.
Legno le scoccò un’occhiata di fuoco e lei fece spallucce. Foam evitò di guardarli. La fitta allo stomaco si intensificò e avvertì un groppo alla gola.
“Legno, devo andare. Ci vediamo dopo”.
Le labbra gli tremarono come le spalle. Era bastato qualche attimo per abbattersi. Era bastata la vista di quel bacio per farlo scappare via. Solo con i suoi amici era davvero al sicuro, era quella la verità.
 
 
Scleri post capitolo: Mi dispiace di avervi fatto attendere, ma la vita di una studentessa universitaria è durissima ( piange silenziosamente). Cosa ne pensate? Rame ubriaco mi fa troppo ridere e mi dispiace un po’ per Bronzo che deve sopportare i suoi deliri su Leather. Mi dispiace anche per Plexi e poi… povero Foam! Leather è stata una put.. una cattiva persona ù.ù al prossimo capitolo! Recensite ( potete anche dire che fa schifo, ma dite qualcosa, please);)
 
   
 
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