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Autore: Il vento tra i capelli    10/02/2015    1 recensioni
"Caro diario,
credi che l'universo combatta affinché due anime stiano insieme?
Ho urlato il suo nome nella notte più volte di quante ne possa la mia mente ricordare, ho pianto lacrime che non credevo di avere. Eppure scrivo ancora, all'ombra di quest'elmo. E ho speranza.
Ho speranza di tornare a quei giorni e di sorridere come allora.
E ho inciso questo desiderio sulla mia pelle, con due pesci rossi, chiusi in una brocca. L'uno a nuotare intorno all'altro. Senza mai toccarsi veramente, solo tenendosi con la forza delle anime. Con la tacita promessa di colmare quel vuoto che strazia la loro brocca."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quando dovettero preparare le valigie, quando dovettero andare all'aeroporto, non riuscirono a lasciarsi mai la mano. Come se sapessero che di lì a poco una parte di loro si sarebbe persa.

E giunse il momento definitivo, quello per cui quel che è fatto è fatto.
Il momento della verità, lo chiamano molti.
Il momento dell'addio, lo chiamano altri.
Per loro era straziante e appagante. Sapere di volersi così tanto e non essere comunque niente, sapere di non essere una persona, ma più neanche due.

E quando il terminal annunciò il volo di lei, Harry si sentì vuoto.
La vide per un attimo sparire, e gli prese il panico.
Come quando la desiderò la prima volta. Così l'ultima.
L'abbracciò d'istinto e la strinse più forte che poté. Consapevole che lei non se ne sarebbe andata, che lui non gliel'avrebbe permesso.
E glielo disse di getto, come tutto in loro li portava a fare, sempre:
"Vieni con me, a Holmes Chapel".
E lei annuì, seppur debolmente.
Scossa da tremiti, paura ed emozione.
Presero le loro valigie e si diressero al terminal, mano nella mano.

"Mamma non torno a casa per Natale".
Era esordita così la telefonata, ed era terminata con una tacita accusa. Presa alla leggera da entrambi i lati del telefono.
Era così che iniziò il loro viaggio, con telefonate di verità.

Partirono per Londra e tornarono per il giorno di Natale. Passarono tre giorni meravigliosi, poi Harry le mostrò il suo regalo, due biglietti aerei.
Ricordava ancora quando lei aveva detto che amava viaggiare.
Erano due biglietti per Parigi, Francia.

Passarono lì il Capodanno.
Con la neve che cadeva in fiocchi candidi, che si posava a terra e restava lì. A creare la loro piccola favola. Risero tanto e per tutto il tempo rimasero sorridenti, felici, leggeri.
E giocarono sotto la neve, fecero tante foto e camminarono tanto. Fino a vedere luoghi mai visti; persino per lui che vi era stato tante volte, ma era troppo occupato per osservare veramente.

La notte di Capodanno Harry la portò sotto la torre Eiffel, illuminata.
C'erano tante piccole stelle a coronare quella notte, a coronare quel piccolo sogno.
E loro due che si tenevano per mano; i piedi immersi nella neve, gli occhi persi a guardare il cielo.
Seppur circondati dalla gente, erano attenti solo ai loro battiti, ai loro cuori.
E quando sentirono un passante urlare che mancava poco alla mezzanotte, si guardarono.
In una tacita domanda, con una tacita risposta.
E forse per coraggio, o forse per paura, Harry rese espliciti i suoi pensieri:
"So che odi i cliché e tu sai quanto non piacciano a me; ma qui, in questa città, finalmente capisco perché viene chiamata da tutti 'città dell'amore'. E tutto quello che mi viene in mente, ora, guardandoti, è quanto sei bella. E a quanto ho bisogno che tu sia bella solo per me.
E per questo voglio dirti che ti amo."
E si baciarono; nel fondo dei loro baci le urla dell'anno nuovo.

 

Amelia
 
  
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