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Autore: misslegolas86    11/02/2015    3 recensioni
Il sole alto nel cielo sopra i picchi di Zirak Zigil splendeva oscurato dal fumo di mille roghi nella valle dei Rivi Tenebrosi. Opaco e remoto sfavillava come una lontana torcia dai contorni vaghi. Nella valle il silenzio era rotto solo dal crepitare delle fiamme e da qualche singhiozzo.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dìs, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le voci acute dei piccoli risuonavano nitide nella casa quando Thorin e Dis entrarono. Fili e Kili erano come al solito impegnati in qualche gioco confusionario nella loro stanza sotto lo sguardo attento di Mougi.
La casa era piccola ma ben costruita grazie all’opera dei migliori costruttori dei nani. DIs aveva deciso di vivere per conto suo dopo il matrimonio con Andhod, contrariamente alla tradizione dei nani e sebbene Thrain non avesse apprezzato la voglia di isolamento della figlia aveva comunque provveduto a costruirle una dimora degna di un erede dei Durin.
“Fili, Kili venite qui.” Li chiamò Dis cercando di non imprimere alla sua voce un tono affranto o diverso dal consueto. I piccoli nani giunsero come due palle di cannone seguiti dalla balia. Si fermarono un attimo confusi vedendo Thorin poi urlando in contemporanea “Zio!” gli corsero incontro tentando la scalata del povero Thorin travolto da tanto entusiasmo.
Dis, intanto, si avvicinò alla ragazza che la aiutava a dare un’occhiata a quelle due pesti quando lei aveva qualche impegno “Mougi và a casa, vai a riabbracciare tuo padre. Ci vediamo domani mattina.” Le disse congedandola.
La giovane sorrise con gratitudine e veloce si avviò alla porta ansiosa di tornare dalla sua famiglia.
Dis richiuse l’uscio alle sue spalle e fissò lo sguardo sui figli attaccati uno ad un braccio ed uno ad una gamba di Thorin che impacciato non sapeva che fare con quelle due pesti. Non era abituato ai bambini ed era stato poco presente in passato nella vita di Fili e Kili sempre lontano a rafforzare le difese dei territori dei nani o al fianco di Thrain nel suo ruolo di guida. Era totalmente impreparato per quella nuova situazione, si ritrovò a pensare, con una fitta di apprensione, Dis. Era un abile guerriero, un valoroso esempio per il suo popolo, un nano temibile e una guida sicura ma non bastava tutto questo per crescere dei piccoli nani. Eppure proprio quando ormai Dis disperava dell’aiuto che Thorin sarebbe stato in grado di darle nitido come un raggio di sole che splende in un antro scuro le tornò alla mente un ricordo di tanti anni prima.
 
“Voglio venire anche io!” le urla non erano ancora riuscite a convincere Thrain a portarla insieme ai fratelli nelle grandi fucine di Erebor perciò Dis cominciò a piangere ben sapendo, tuttavia, che anche le lacrime non sarebbero riuscite a convincere suo padre. “Le fucine sono pericolose non ti porterò.” Ribadì Thrain ferreo, chiudendo la questione.
“Baderò io a lei.” Era stato Thorin a parlare. Dis fissò lo sguardo sul fratello talmente sorpresa da dimenticare persino di continuare a piangere. Thorin non aveva mai contestato una decisione di Thrain, mai fino a quel momento. Anche Thrain guardò il figlio maggiore con meraviglia poi, col suo tono rude, aggiunse “Molto bene. Sarà una tua responsabilità, ragazzo. Ma ti avverto, non voglio guai.”
Si erano avviati così, insieme al gruppo che accompagnava Thrain, verso le fucine. La visita dei reali era tenuta in alta considerazione dal popolo perché sottolineava la loro vicinanza alla gente comune, a coloro che lavoravano con fatica tutti i giorni affinchè Erebor fosse il maestoso regno invidiato in tutta la Terra di Mezzo. Appena varcati gli enormi cancelli in ferro battuto, lavorati e ornati da mille intarsi, urla, rumore di battiti e fuoco li travolse. Quelli erano i consueti suoni degli enormi laboratori dei nani ma per la piccola Dis tutto era nuovo e terribilmente pauroso. Si ritrovò a tremare desiderando di non aver mai preteso di accompagnare i fratelli in quel luogo infernale. Poi, proprio quando stava per scoppiare a piangere, qualcuno le strinse la mano. La stretta era calda e sicura. Con gli occhi velati di lacrime Dis riuscì a vedere il volto di Thorin che le sorrideva rassicurante. Tutte le sue paure si dissiparono all’istante e avanzò con lui cominciando ad osservare ciò che la circondava senza più timori ma con la curiosità tipica dei piccoli nani.
“Dai Thorin andiamo fino a quelle fucine laggiù” disse Frerin che non era rimasto un attimo fermo vagando da una parte all’altra dell’immensa caverna “Lì ci sono dei fuochi enormi. Lasciala stare” concluse indicando Dis.
Thorin scosse la testa rifiutando l’invito del fratello. Quella era la parte più pericolosa del laboratorio dove il matallo veniva fuso in enormi vasche e i fuochi erano resi ancora più distruttivi e potenti dall’uso di sostante chimiche. Non era il posto adatto per un piccolo nano.
“Che noia!” riprese Frerin “Era meglio che non veniva. E’ piccola ed è una donna che c’entra lei qui.”
“Smettila!” lo redarguì Thorin “Lei è un erede di Durin quanto noi. Ha tutti i diritti di stare qui.”
Frerin riservando una linguaccia al fratello si allontanò da solo.
“Che cos’è quello?” chiese con la sua vocina piccola piccola Dis indicando un enorme strumento che soffiava vento sul fuoco proprio davanti a loro.
“Quello è un mantice.” Rispose Thorin “Ti va di vederlo più da vicino?” le chiese.
La piccola annuì con entusiasmo e così, lasciando il corteo che seguiva Thrain, si allontanarono mano nella mano verso la prima grande avventura di Dis.
 
“Zio, quando torna papà?” la voce di Fili riportò Dis alla realtà. I suoi dubbi su Thorin erano svaniti grazie a quel dolce ricordo. All’epoca Thorin era solo un ragazzino eppure aveva dimostrato di essere in grado di prendersi cura di lei. Era stato l’unico ad accorgersi delle sue paure ed era stato al suo fianco non lasciandola mai sola. Crescendo gli impegni e la vita li avevano allontanati ma Dis sapeva che avrebbe sempre potuto contare su Thorin, ora più che mai.
Si avvicinò ai suoi figli, era suo dovere dare quella terribile notizia “Papà non tornerà” disse con voce ferma.
Fili e Kili la fissarono sgranando gli occhi. La morte era ancora qualcosa di sconosciuto per loro.
“Perché non tornerà?” chiese alla fine il più grande dei due fratelli.
“E’ caduto in battaglia” rispose Dis sentendo venir meno tutte le sue forze. Come spiegare a due bambini la morte, il sacrificio, l’onore?
“Ma lo zio è tornato. Perché papà non lo ha seguito?” intervenne Kili con la sua vocetta stridula.
“Non ha potuto.” Disse Thorin “Voi sapete chi sono gli orchi?” continuò prendendo in mano la situazione. Non era sfuggito al suo occhio attento che Dis stava per crollare.
“Sono i cattivi” rispose con prontezza Kili.
“Esatto” acconsentì Thorin posando la sua grossa mano sulla testa del piccolo nano. “Sono i nemici giurati del nostro popolo. Sono le creature più fetide e lerce che esistano sulla faccia della terra. Contro di loro noi nani abbiamo combattuto fin dalla nostra creazione perché sempre gli orchi si sono appropriati delle nostre terre e ci hanno mosso guerra. Vostro padre è caduto combattendo contro di loro.”
Kili iniziò a piangere ma Fili cercando di apparire forte e lottando contro le lacrime chiese “Ma tu sei tornato. Allora papà non era bravo come te?”
Thorin li prese in braccio entrambi senza fatica e si sedette con loro sulla grande panca di legno accanto al fuoco “Non dovrete mai pensare una cosa del genere.” Disse serio fissandoli negli occhi “I migliori guerrieri sono caduti insieme ad Andhod sul campo di battaglia. Loro sono degli eroi che dovranno essere ricordati fino alla fine dei tempi. Quanto a noi che siamo tornati siamo solo dei sopravvissuti. Loro si sono sacrificati per noi, per la nostra sicurezza.”
Fili e Kili lo guardarono confusi, il discorso forse era un po’ troppo complicato per i piccoli ma purtroppo quei due sarebbero stati costretti a crescere in fretta, pensò con dispiacere Thorin. Erano eredi al trono di un regno inesistente eppure ancora radicato nel cuore dei nani.
“Dovrete sempre essere orgogliosi di vostro padre.” Aggiunse rendendo il messaggio più semplice. Non avrebbero avuto una vita facile Fili e Kili, presto avrebbero dovuto assumere il loro ruolo di responsabilità nel seno del grande popolo di Durin. Ma Thorin promise a se stesso che avrebbe assunto sulle sue spalle tutte le preoccupazioni e gli obblighi, negli anni a venire, lasciando che i suoi nipoti crescessero liberi.
 
SPAZIO AUTRICE
Ed ecco qui i piccoli Fili e Kili. Questo capitolo mi ha messo veramente a dura prova. La notizia che Dis ha dovuto dare ai suoi figli è stata terribile. Come far capire a due bambini la crudeltà del mondo? E’ stato complicato buttare giù questo aggiornamento ma mi solleva il fatto che dal prossimo capitolo posso spazzare via il dolore e la sofferenza per gli eredi di Durin e dedicarmi alla quotidianità di questa famiglia speciale.
Non vedo l’ora di vedere zio Thorin che ha a che dare con quelle due pesti J
Grazie per aver letto questo mio nuovo sfogo letterario e un grazie speciale a chi lascerà un commento.
Alla prossima
  
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