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Autore: kiko90    11/02/2015    3 recensioni
Corro, corro più forte che posso con in polpacci che bruciano, il fiatone ed il cuore che galoppa nel mio petto, ma non mi interessa devo raggiungere la collina, devo raggiungere il nostro posto segreto, il nostro albero.
Il terreno stride sotto i miei piedi, mentre faccio lo slalom tra gli alberi correndo sempre più veloce su questo sentiero che negli anni mi ha sempre condotto da lei.
Ma sarà ancora così? Lei sarà lì, sotto il nostro albero ad aspettarmi?
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Penguin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!
Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.
Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto di Pandaman in basso a destra!
In occasione della decima parola di mercoledì prossimo sono state estratte due parole. Con esse potrete scegliere se scrivere una ff solo con una di queste due parole o scriverne due utilizzandole entrambe . Questa occasione del doppio promt si ripeterà ogni decima settimana!

Prossime parole: sombrero e giardino

LA PROMESSA
*ebano*


Corro, corro più forte che posso con in polpacci che bruciano, il fiatone ed il cuore che galoppa nel mio petto, ma non mi interessa devo raggiungere la collina, devo raggiungere il nostro posto segreto, il nostro albero.
Il terreno stride sotto i miei piedi, mentre faccio lo slalom tra gli alberi correndo sempre più veloce su questo sentiero che negli anni mi ha sempre condotto da lei.
Ma sarà ancora così? Lei sarà lì, sotto il nostro albero ad aspettarmi?
Sono passati dieci anni dalla sua partenza dall’isola, dieci lunghissimi anni in cui ho sentito ogni giorno la sua mancanza.
Mi sono mancati i suoi occhi azzurri come il cielo estivo, i suoi capelli dello stesso colore del grano maturo, le sue labbra piene che ho sfiorato solo una volta, per gioco...un gran bel gioco però.
Lamy è entrata nella mia vita come un uragano, un uragano con il sorriso sempre stampato in volto, un sorriso che ora smanio come l'ossigeno.
Siamo cresciuti insieme io e Lamy, tutti ci definivano inseparabili, eppure la vita ci ha separato. Lei è partita con la sua famiglia, trasferendosi in un'isola dove i suoi genitori avrebbero salvato delle vite, dove lei e suo fratello Law avrebbero trovato altri amici, dimenticandosi di me.
Si, perché è questa la mia più grande paura, che lei in realtà mi abbia dimenticato.

Esco dal bosco e la luce del sole di mezzogiorno mi abbaglia.
Mi fermo per riacquistare un po' di respiro e scorgo il campo di grano che mi separa dalla nostra collina, dal nostro albero.
Sorrido ricordandomi di quella volta in cui Lamy ed io abbiamo rubato le caramelle dal negozio della vecchia Kokoro, troppo impegnata a scolarsi il suo adorato liquore per accorgersi di due bambini di sei anni che si riempivano le tasche di caramelle ridendo come due matti. Quel giorno siamo corsi qui, nel campo di grano. Lamy si è sdraiata a terra piegando le spighe che si confondevano con i suoi capelli e ridendo, ridendo sempre, con quella sua allegria contagiosa che mi ha legato a lei ogni giorno di più.
Tra una caramella e l’altra quel giorno ho saggiato le sue labbra, così morbide, così piene. È stato un attimo, ci stavamo lanciando le caramelle e poi siamo crollati a terra uno sull’altra e le nostre labbra si sono unite.
Un attimo e sono andato in paradiso.

Attraverso il campo con le braccia aperte, accarezzando le spighe pungenti e beandomi del profumo del fieno e dei fiori.
Lamy, sei tornata per me? Questa domanda mi frulla in testa da quando Shachi correndo a casa mia mi ha annunciato che la famiglia di Lamy era tornata sull’isola durante la notte.
Non so il perché di questo ritorno, ma non posso che esserne felice, ma allo stesso tempo spaventato.
Shachi mi ha detto che un membro della famiglia è rimasto sull’altra isola, ma non sa chi sia…quindi potrebbe trattarsi di Lamy…potrei non rivederla mai più…potrei rimanere da solo sotto la chioma del nostro albero, per sempre.

“Tornerò Pen, tornerò per te…”
Una promessa, sussurrata al mio orecchio proprio su quella collina il giorno in cui è partita, devo aggrapparmi a questo, è per questa promessa che sto correndo laggiù, e perché in fondo al mio cuore io so che Lamy non si potrebbe mai dimenticare di me.

Salgo lentamente la collina, tempestata di un arcobaleno di fiori ed in cima, solo, c’è lui, il nostro albero di ebano.
Mi guardo intorno e non vedo nessuno, lei non c’è.
Accarezzo il tronco duro dell’albero e ascolto lo strusciare delle sue foglie verdi mosse dal vento, proprio come facevamo sempre io e Lamy.
Lo accarezzo come se potesse percepire veramente il mio affetto e mentre lo faccio le mie dita percorrono l’intarsiatura sul tronco e rido, rido ricordandomi il giorno in cui ho inciso i nostri nomi qui sopra, per non dimenticare mai il nostro legame.

“Perché stai torturando Ebano in quel modo?” Mi chiese con la sua voce squillante, mentre leggeva un libro seduta accanto ad Ebano, così lo avevamo chiamato il nostro albero.

“ Perché così rimarremo sempre amici e questo da oggi sarà il nostro posto speciale” dissi arrossendo mentre cercavo di incidere le nostre iniziali, ma Ebano non ne voleva proprio sapere di farsi deturpare.

“Ti voglio bene, Pen” mi disse alzandosi e baciandomi sulla guancia, mentre lanciava il mio cappello sull’erba, odiava che celassi il mio viso, i miei occhi, con la visiera del cappello.

Dopo una buona mezz’ora ero finalmente riuscito nell’impresa, anche se la scritta risultava un po’ storta e Lamy continuava a ridere perché il cuore che racchiudeva le nostre iniziali sembrava, secondo lei, un incrocio tra una patata e un pomodoro, ed in effetti ora dopo dieci anni posso darle completamente ragione, ma ehi avevo solo sette anni!

Poggio la schiena al duro tronco scuro e abbasso ulteriormente la visiera del cappello sugli occhi e attendo…

Il vento si alza leggero portando con se mille profumi, e uno fra tutti mi immobilizza.
Sento dei passi leggeri alle mie spalle e una risatina mal celata.
Il cuore inizia a battere così forte nel mio petto che ho paura che esploda. Non mi muovo, non ci riesco sono immobilizzato dalla sua presenza, dal suo profumo.
Sento i passi fermarsi accanto a me e il suo respiro solleticarmi il collo, è qui, è lei. Leggera come il vento mi sfila il cappello che vola via sul prato ed ora posso finalmente vederla, Lamy.

-Perché ti ostini ha coprire i tuoi bellissimi occhi?- mi sussurra all’orecchio facendomi tremare.
È bellissima, più bella di come la ricordavo. I suoi capelli sono lunghi e racchiusi in una grande treccia castano chiaro che le ricade sulla spalla destra.
I suoi occhi ancor più azzurri di quel che ricordavo, brillano alla luce del sole e io mi perdo in essi.
-Pen!- mi chiama, ma io non riesco a risponderle sono troppo incantato dalla sua bellezza.
Dieci anni, dieci lunghi anni siamo stati separati, ma lei non si è dimenticata di me, lei è qui per me, per noi.
-Mi sei mancato così tanto…- mi dice sfiorandomi una mano con le sue fini dita ed e quel contatto che mi risveglia.
Sbatto le palpebre per essere sicuro che tutto quello non sia un sogno, che lei sia reale, ed è così.
-Lamy…- dico finalmente allargando un sorriso che subito lei imita.
-iniziavo a pensare che avessi perso la parola!- mi beffeggia ed il mio sorriso si allarga sempre di più.
-Pensavo non saresti venuta…pensavo che tu…-
-che mi fossi dimenticata di te? Mai! L’ho promesso, ricordi?- mi dice indicando la scritta sul tronco dell’albero –mantengo sempre le mie promesse!- dice scostandosi un po’ da me.
Siamo l’uno di fronte all’altra, e lei fa una giravolta su se stessa facendo sollevare a ruota il vestito giallo che indossa –allora come ti sembro?- mi chiede.
La guardo, ammiro tutto di lei e non rispondo.
-Pen!- mi riprende fulminandomi.
-Sei…- inizio a dire scostandomi dal tronco di ebano sicuro di ciò che sto per fare –bellissima!- le dico poggiandole le mani sui fianchi per avvicinarla a me.
Arrossisce, ma non distoglie lo sguardo, i nostri occhi sono incatenati, il verde e l’azzurro, le sfumature della natura di nuovo insieme.
La stringo a me, abbracciandola e lei si lascia andare poggiando la testa sul mio petto.
Mi sento in pace, forse e questo il paradiso…vorrei restare così per sempre.

-Law è rimasto ad Amazon, lì ha incontrato una ragazza, Margaret, si è innamorato- mi confessa, dal suo tono capisco che è felice per il fratello ma che le manca comunque tantissimo –sono molto belli insieme, dovresti vederli…ogni volta che li vedo insieme mi vieni in mente tu Pen…Law e Margaret si completano a vicenda ed io mi sento completa solo quando sono accanto a te, per questo sono tornata. Sono tornata per restare accanto a te, Penguin- questa sua confessione mi stupisce e mi rende così felice che vorrei urlare tutta la mia contentezza, ma ora devo fare prima un’altra cosa.
Faccio risalire lentamente una mano sul corpo di Lamy finché non arrivo al suo mento e lo alzo con una leggera pressione affinché i nostri occhi si incrocino un’altra volta.
La vedo dischiudere le labbra carnose mentre mi osserva incuriosita ed e lì che non resisto più.
Chino il viso e la bacio, la bacio con tutto l’amore che provo per lei, perché io amo Lamy, da sempre e per sempre.
Amo ogni sua più piccola sfaccettatura, l’ho aspettata per dieci anni, ma l’avrei aspettata per tutta la vita.
E così, mentre le nostre labbra danzano insieme e le mani esplorano il corpo dell’altra, Ebano, il nostro albero, diventa testimone dell’ennesima nostra promessa, una promessa di amore eterno.



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