Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: FreDrachen    14/02/2015    5 recensioni
Cosa potrebbe mai accadere se un Angelo si innamorasse di un Demone? E se il Demone ricambiasse?
Non è impossibile.
A Gabriele e Lilith è successo. E sono disposti a tutto per proteggere il loro amore proibito.
Anche a costo della vita.
Saranno messi a dura prova dagli Inferi e il Paradiso.
Il loro amore riuscirà a scalfire le avversità e perdurare in eterno? O sarà sconfitto condannandoli a un'eterna divisione?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Heaven & Hell'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
 


Capitolo 48



L'orologio rintoccó la mezzanotte, quando un tremendo boato li sveglió.
James si alzó di scatto dal letto spaventato.
Cos'era stato?
Rebecca al suo fianco si stropicció gli occhi confusa.«Jam cosa sta succedendo?»
Aprí le imposte delle finestre rimanendo shockato.
Il terremoto aveva aperto una breccia nella strada, e si allungava come una grossa ferita. La gente era per le strade che urlava di terrore. James alzó lo sguardo verso la luna, e la ritrovó rossa sangue, e dal cielo cominciarono a cadere meteore di diverse dimensioni, seminando distruzione.
Sbiancó ricordandosi delle parole della Bibbia, che per anni aveva sentito a messa.
 
"Vidi che si produsse un terremoto (...), la luna si fece di sangue, e le stelle del cielo caddero sulla terra come il fico scosso dalla tempesta scaglia i suoi frutti non ancora maturi..."*
 
«Jam...». La mano di Rebecca gli si appoggió delicatamente sulla spalla facendolo sussultare.
«É l'Apocalisse Becca. La profezia si é avverata». Alzó lo sguardo al cielo.«E credo che centrino ben poco i Maya».
«Pensi a Gabriele?»
James annuí sbrigativamente. Ormai che sapeva dell'esistenza degli Angeli e Demoni, temeva che questi ultimi abbiano inferto un attacco al Cielo, e che le conseguenza  della battaglia si siano riversate sulla Terra.
«Adesso cosa facciamo?»
La ragazza era bianca come un cencio visibilmente sconvolta.
James sospiró, illuminandosi improvvisamente, e sentendo al suo fianco una presenza. Malgrado tutto, pensó che Gabriele avesse trovato un modo per aiutarlo.
«San Pietro. Bisogna raggiungere San Pietro».
 «Jam cosa...»provó a dire Becca, ma James la interruppe.«Gabriele, deve essere stato lui, ne sono sicuro. Non ci avrei mai pensato. Mi ha riportato alla mente la Basilica. Credo perché lí, in quanto sede del papa sia un luogo fortemente influenzato dal Signore, e che sia un luogo sicuro».
Becca senza una parola si avvicinó all'attaccapanni infilandosi il cappotto e gli scarponi sul pigiama a orsacchiotti.
«Allora andiamo».
 
Roma sembrava stravolta. James riusciva a stento a riconoscere la città con quei cumuli di macerie delle facciate dei palazzi e le brecce per strada. La gente si era riversata per le strade, nel panico piú assoluto.
«Jam...tutte queste persone...facciamole venire con noi»propose Becca rabbrividendo nel suo cappotto dall'improvvisa pioggia che aveva cominciato a scendere copiosa. Alzó una mano al cielo, ritrovandosela rossa. L'odore di rame arrivó alle narici, facendogli intuire cosa fosse quel liquido. Era sangue. Solo allora le parole di Gabriele arrivarono nella sua mente, quando ancora frequentava la Wilmington Town Of.
«É successa davvero la Prima Apocalisse?»gli aveva domandato all'improvviso.
Gabe aveva smesso per un attimo di mangiare facendosi serio, e James quasi si era pentito di quella domanda.
Quando aveva sentito le sue parole si era riscosso. «Si Jam. E in Paradiso si cerca di non ricordarla. É finita con la Caduta di Lucifero e i suoi seguaci»spiegó.
«Ma se mai dovesse succedere di nuovo una cosa simile...»
«Pregherei di no»lo aveva interrotto Gabe.«La Guerra non cambió solo il Paradiso, ma ebbe anche esiti negativi sulla Terra. Il sangue che colava dalle ferite degli Arcangeli era penetrato nelle nuvole,cadendo come pioggia sulla Terra, il fragore delle armi gli tzunami, e i corpi che cadevano le onde sismiche. Quindi non é una cosa da nulla, capisci?»
Solo in quel momento James capí l'enormità di ció che stava succedendo.
«Stanno combattendo di nuovo...»mormoró, senza farsi sentire da nessuno.
«Jam. Dobbiamo trovare un modo per farci seguire da queste persone» ripeté Rebecca, la voce venata di paura.
Già, ma come?
 «Ci provo Becca, ma non ti garantisco nulla».
Con la grazia di un elefante salí sulla carrozzeria di una Mercedes in passato bianca, ora resa viscida dal sangue.
«Ascoltatemi! Conosco un luogo sicuro dove possiamo nasconderci»urló, cercando di sovrapporre la propria voce su quella delle persone visibilmente nel panico più assoluto.
Un'anziana con il bastone lo sollevò indicandolo. «E tu come sai di questo posto? Nessun luogo é piú al sicuro! Moriremo tutti»
Le donne abbracciarono i loro figli piangenti, i mariti accolsero tra le loro braccia le loro famiglie come per proteggerle.
James li osservó uno a uno. Aveva promesso a Gabriele che avrebbe mantenuto il suo segreto, ma non se la sentiva a condannare tutta quella gente alla morte.
«É stato un mio amico»si arrese. «Si chiama Gabriele, ed é un...Angelo».
Mormorii di stupore si levarono dalla gente.
«Tu menti ragazzo!»intervenne l'anziana di prima, subito zittita dall'amica, che rivolse a James un'occhiata tra il curioso e sospettoso.
 «Il tuo amico é un Angelo? Un araldo del Signore?»
James annuí.«Si».
«Se fosse davvero un Angelo perché non é qui a proteggerci dalle catastrofi?»s'intromise nuovamente l'anziana, e l'amica le rivolse uno sguardo di disapprovazione.
«Perché sta combattendo. I Demoni hanno invaso il Paradiso, e loro stanno facendo tutto per proteggerci». Si sentì come se si fosse liberato di un peso.
Le persone che prima lo vedevano con sospetto, ora con ammirazione.
L'anziana di prima non si lasciò incantare dalle sue parole. «Non mi fido di te. Preferisco chiudermi in casa mia».
L'amica provó a convincerla a rimanere, ma la donna era irremovibile. Fu l'unica che se ne andò.
James scese dalla Mercedes, e Becca si buttó tra le sue braccia.«Sei stato bravo».
Il ragazzo si sciolse dall'abbraccio portando lo sguardo sulla gente davanti a lui. «Bisogna raggiungere San Pietro. É quello il luogo che i Demoni non possono attaccare».
Un bimbo dai capelli rossicci e il visino da birbantello si staccò dalla madre e si avvicinò a Jam, aprendosi in un sorriso prendendolo per mano.
Jam gliela strinse delicatamente.«Andiamo, prima che sia troppo tardi».
 
Il gruppo che lo seguiva era piuttosto eterogeneo: donne che tenevano per mano i figli, ragazzi impauriti, uomini che cercavano di mantenere contengo, con scarso successo.
A passo svelto percorsero le vie di Roma, orribilmente sfigurate. La scossa di terremoto e la pioggia di meteore non aveva risparmiato niente, come testimoniavano le breccie aperte nelle facciate dei palazzi e le profonde voragini nelle strade.
Quando raggiunsero il Tevere, all'unisono tirarono un sospiro di sollievo. Mancava poco a Sant Pietro. Se aguzzava la vista, riusciva a scorgere il profilo della basilica.
Ce l'avevano fatta.
L'emozione scemò, quando Rebecca si aggrappò al suo braccio terrorizzata.
 «Jam»boccheggió.«Il Tevere».
James portò lo sguardo sul fiume. Poco a poco le acque si stavano tramutando in sangue, e cominciò a gorgogliare, come se sotto la sua superficie si celasse un geyser.
 «Bisogna sbrigarci!»urló per farsi sentire da tutti, allungando il passo.
Troppo tardi. Dalle acque cominciarono a fuoriuscire creature dall'aspetto racappriciante che levarono al cielo urli disumani. Come seguissero un richiamo unico si gettarono all'unisono sulle persone che si dispersero nella speranza di sfuggire dalla presa delle creature. Alcune parevano degli enormi insetti, vagamente simili a delle cavallette, con robuste tenaglie che schioccavano in attesa del pasto. Altri sembravano leoni con sette occhi, le zanne scoperte. E poi i Demoni. Sembravano diversi da Jake, constatò James con il cuore in gola. La pelle era grigiastra come quella dei cadaveri, gli occhi iniettati di sangue, le mani e i piedi muniti di artigli letali. Sulle spalle si aprivano enormi ali membranose da pipistrello nere e una cresta sulla schiena, simile a quella dei pesci.
I loro visi erano smorfie di pura follia, una follia che James non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi di fronte.
Come seguissero un istinto arcano dilaniarono chiunque si parasse loro di fronte, senza far distinzione. Un leone divorò la testa di una donna, ingoiando la intera, per poi sfigurarne l'intero corpo. Una cavalletta ghermì con le sue zampe taglienti come rasoi un uomo, che lasció all'improvviso a mezz'aria facendolo sflacellare a terra. Un Demone si gettó su un bambino, immobile come una statua,visibilmente nel panico.
Accadde tutto nella frazione di un secondo.
Il bambino che alzava il braccio nell'inutile tentativo di proteggersi, e poi una figura che si frappose tra il bimbo e gli artigli della creatura.
Rebecca.
Il cuore di James perse un battito, gridando a squarciagola il nome della fidanzata che crollava a terra, il pigiama con gli orsacchiotti già imbrattato di sangue.
Il Demone parve godere dell'agonia della ragazza, e con gli artigli continuò ad aprire nuove ferite da cui peccava sangue fresco.
James percorse disperato con lo sguardo intorno a sé, nella speranza di trovare qualcosa da usare contro il Demone. La fortuna fu dalla sua. A pochi metri scorse una spranga di ferro. Con uno scatto fulmineo e insolito per lui, si appropriò dell'arma e con un urlo si getto sul Demone per difendere la sua Rebecca. Colpi come un matto la creatura che cercò di difendersi, provocando dei profondi graffi sulle braccia di James. Ma a lui non importava, il dolore arrivó ovattato. Il suo obiettivo era proteggere Rebecca da quel mostro.
Continuò finché non fracasso il cranio del Demone, che crollò a terra in un lago nero. Come attirate dall'odore del sangue gli altri Demoni si gettarono sul corpo del loro compagno, bevendone avidamente il sangue prima che questi sparisse per ricomparire all'inferno e essere gettato nella Fossa.
 James si buttó a fianco di Rebecca, prendendo la sua mano e portandosela alla guancia. Al suo tocco sentí già il gelo della morte.
Urló al cielo la sua disperazione, maledicendo quei maledetti Demoni che avevano scatenato tutto quello, e che erano colpevoli della morte della sua ragazza. Cominció a piangere come un bambino, stringendo a sé il corpo inerte della ragazza.
Una mano sulla spalla lo fece sussultare. Era il bambino che Rebecca aveva salvato andando incontro alla morte.
«Dobbiamo andare»disse, con una sorta di maturità insolita per un bimbo di quell'età.
La madre del bambino lo aiutó a rimettersi in piedi.
Ma James sembrava caduto in una sorta di shock. Non poteva, non voleva credere che quello che era successo fosse accaduto per davvero.
Rebecca. La sua Rebecca.
Perché proprio lei? Perché i Demoni non avevano preso la sua vita? Come avrebbe fatto a vivere senza di lei?
La mente corse a quel giorno. Il primo giorno al liceo, dopo il trasloco da Washington. Il giorno dove la sua vita cambio, e il suo cuore fu catturato dai suoi occhioni grigi...
 
La Wilmington Town Of era un fermento di studenti nuovi. James se ne stava in solitudine all'ombra dell'enorme quercia secolare del cortile.
Il corpo era in subbuglio. Lì, in quella scuola, avrebbe cominciato una nuova vita. Dopo il suicidio della nonna, avvenuta solo qualche mese prima, su madre aveva deciso di lasciare alle loro spalle il passato e la caotica Washington, optando per una cittadina più tranquilla. Già orfano di padre dalla nascita, sua madre non aveva sopportato un'altra perdita. E chissà, si sarebbe fatto tanti amici e avrebbe potuto avere anche una fidanzata, aveva pensato sudi giri attraversando il cortile, sentendo la campanella.
Un ragazzo corpulento l'aveva urtato violentemente, facendolo barcollare in avanti, ma prontamente James era riuscito a mantenete l'equilibrio.
 «Scusa tanto se c'ero»aveva borbottato a mezza voce.
Quello che non si aspettava era peró, che il gigante aveva ascoltato il suo commento pungente.
«Che hai detto pulce?»aveva domandato, facendo scroccare le nocche.
«Di stare attento a dove vai»aveva detto con scarsa sicurezza. Quel ragazzo avrebbe potuto spezzarlo anche solo con un mignolo.
Il ragazzo era scoppiato in una grassa risata.«Ah, ah. Davvero divertente, devo ammetterlo. La matricola che viene a dirmi cosa devo o non devo fare».
James non aveva capito però che dietro a quel sarcasmo si celava una brutta sorpresa.
Infatti Raulf, così l'aveva chiamato un ragazzo li vicino, lo aveva preso per lil bavero, caricando il pugno grosso quanto un puldozer che avrebbe potuto benissimo flacellargli la faccia.
 «Raulf,smettila»si era intromessa una voce.
Il cuore di James aveva perso un battito. Di fronte a lui si ergeva una dea, ecco la verità. La ragazza aveva poggiato la mano sul braccio del colosso, che quasi controvoglia aveva ubbidito alle parole della ragazzina. Aveva capelli lisci ramati lunghi fino a metà schiena, grandi occhioni grigi e il viso spruzzato di lentiggini. James era rimasto imbambolato a osservarla.
«Con te non ho ancora finito, ricordatelo».
James aveva deglutito, seguendo con lo sguardo Raulf.
«Gli faró promettere di non farti niente di male». La ragazza lo aveva fissato un attimo appena, e aveva raggiunto il colosso.
Forse erano fidanzati, aveva pensato con una punta d'amarezza.
E invece poi un suo compagno, Thomas gli aveva rivelato il nome della ragazza. Rebecca. Un nome che aveva assaporato. E in piú aveva scoperto che i due ragazzi non stavano insieme e che erano fratellastri. Il padre di Raulf era il nuovo compagno della madre di Rebecca.
E allora in quel momento era tornato a sperare. Prima o poi avrebbe avuto il coraggio di dichiararsi.
 
Perso nei ricordi, neanche si accorse di aver raggiunto San Pietro. Eppure qualche ora prima l'aveva visitata con Becca.
Sentí annidiata nel suo cuore una sorta di mancanza. Era come se con Rebecca fosse morta una parte di sé.
«Guardate»esclamó una donna al suo fianco.
Distrattamente alzó lo sguardo, indietreggiando involontariamente. Un esercito di quelle bestiacce che li avevano assaliti poco prima stavano volteggiando sulle loro teste, pronti a piombare su di loro.
James chiuse gli occhi e pregò che quelle creature non mietesero altre vittime. I Demoni levarono al cielo un urlo agghiacciate e scesero in picchiata. Il loro folle volo si infranse contro una barriera intorno alla città del Vaticano. Frustrate le creature riprovarono ad attaccare inutilmente. La barriera era immune ai loro artigli, e rimaneva salda attacco dopo attacco.
James li fissó ammutolito. Era opera del Paradiso e del Loro Signore. Mai prima d'ora si era sentito cosí vicino al suo Creatore. Sentí di non essere stato abbandonato. E pregó che Gabriele e i suoi compagni riuscissero a prevalere sui Demoni, e far ritornare tutto com'era. Sarebbero tornati anche Rebecca e le persone che erano morte?
Un rumore sordo lo destó dalla preghiera. Una pioggia di fuoco stava irrompendo dal cielo con ferocia inaudita colpendo la barriera, senza anche stavolta intaccarla. Ma per quanto tempo avrebbero resistito?
Poi un lampo. Un lampo di luce bianca irruppe dalle coltri di nubi minacciose che avevano segnato il cielo fino a quel momento, spazzandole via. I Demoni alzarono lo sguardo dalla barriera e come accecati si ritirarono per tornare nel loro regno di tenebra.
La luce innondó anche San Pietro, e James si sentí attraversato da una forza benefica, che riuscí per qualche secondo, a mettergli il cuore in pace. Era quello il potere che si celava nel cuore dell'amico,lo stesso che lo aveva protetto fino a quel momento.
Quando recuperò la vista, il cielo era segnato dai raggi del sole che cominciava a far capolino dietro la città. La gente intorno a lui sembrava confusa. E come dargli torto. Un attimo prima era nel pieno di un'apocalisse, e un attimo dopo era tornato tutto come prima.
Rimase di sasso quando l'anziana che per prima l'aveva seguito gli domandò: «Giovanotto, lei sa il motivo per cui siamo qui?»
 
 
*apocalisse di giovanni 6,12\13










Angolo dell'autrice nascosta nel suo bunker:
Ok...so che ce l'avete con me per quello che ho fatto...very sorry ^^"
Rebecca è morta per mano di un Demone, e adesso è una Senz'Anima...
Ma non preoccupatevi...ho già in mente come farmi perdonare XD
Ringrazio tutti voi che seguite la storia ^^
Piccolo spoiler del capitolo 49: ritorneranno Gabe e Beth, e...vedrete :D
A presto <3
Drachen
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: FreDrachen