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Autore: _thegirlwhowasneverenough    15/02/2015    12 recensioni
Fan Fiction ispirata a Reign; ambientata nel 2014.
[...]
"E se da una parte c'è mia madre che mi terrorizza sul futuro della Scozia, dall'altra mi spinge ad abbreviare i tempi della mia unione con Francis, ma posso dirti che la sua famiglia non è l'unica a tentennare.
Vorrei che prendesse posizione, che mi facesse sapere cosa ne pensa lui e che non continuasse a dirmi “Forse, un giorno, se”, è estenuante. "
[...]
« Scommettiamo che se riesci a far innamorare quella ragazza di te, quella laggiù, capelli scuri, sguardo da cerbiatto distratto e lineamenti dolci, entro dicembre lo stage sarà tuo. Sbaglierò di proposito il compito per far in modo che tu vinca. Se, invece, quello ad innamorarsi sarai tu, la scommessa la vincerò io e tu sbaglierai di proposito il compito per far in modo che la mia vittoria sia certa. »
« Ci sto. »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary Stuart
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Would You Want This?

 

 

Capitolo 8 - Trust

 

 
« She finds it hard to trust someone,
She’s heard the words cause they’ve all been sung.
She’s the girl in the corner,
She’s the girl nobody loved.
But I can’t, I can’t, can’t stop thinking about you everyday,
And you can’t, you can’t,
you can’t listen to what people say.
They don’t know you baby,
Don’t know that you are amazing,
But I’m here to stay. »
 
— Jamie Scott, Unbreakable.
 
 
 
***
 
 
Kenna tamburellava le dita, impazientemente, sul tavolo di legno nel caffé in cui aveva deciso di incontrarsi con Bash. Doveva solamente ringraziare Mary per ciò, il ragazzo non era sembrato particolarmente contento quando lei gli aveva dato buca. Buca a un appuntamento da lei stessa fissato per sistemare il casino che aveva creato. Non era stato particolarmente carino, o cortese, da parte sua comportarsi in quel modo ma aveva avuto paura che qualcosa sarebbe potuto andare per il verso sbagliato e non voleva complicare ulteriormente le cose. Azione che in realtà non aveva che portato a una situazione ancora più complessa. La ragazza afferrò il cellulare controllando l’orario. Cinque minuti di ritardo. Sbuffò appena prendendo il telefono dalla propria borsa e iniziò a tempestare Mary di messaggi.
 
Kenna – 21.15: Non è ancora arrivato.
Mary – 21.16: Chi?
Kenna – 21. 16: Mary, svegliati! Bash, sono qui da cinque minuti e non è ancora arrivato.
Mary 21.20: Ha detto che sta arrivando, c’è un po’ di traffico. Ti prego placati e rilassati, prenditi un cocktail non lo so. Ci ho messo tanto a convincerlo a darti una seconda chance per parlare, non deluderlo anche questa volta.

 
Kenna ripose il telefono nella borsa di pelle e sbuffò prima di ordinare da bere. Una volta che la cameriera le ebbe portato tutto ciò che aveva ordinato, la ragazza dischiuse le labbra intorno alla cannuccia iniziando a bere piano pur di distrarsi dall’idea che il ragazzo potesse non presentarsi e darle buca.
Come avrebbe potuto farle una cosa del genere? Tutto ciò che Kenna voleva fare era risolvere per la discussione precedentemente avuta a causa sua, era tanto sbagliato come ragionamento?
Ammetteva, a se stessa, che non si era comportata come la migliore delle donne, ma aveva avuto paura e, come le aveva sempre detto sua madre, doveva cercare di staccare cuore e cervello e ragionare da persona fredda e distaccata. Perché il suo cuore le diceva che, forse, ciò che provava per Sebastian non si limitava a un affetto fraterno mentre la testa le diceva che Henry era l’uomo perfetto per lei. Quello che sua madre avrebbe voluto per lei. Quello per cui sua madre sarebbe stata fiera. L’uomo che sua madre avrebbe approvato per la differenza d’età e perché non teneva per nulla a lei, esattamente come suo padre.
Quando finì di bere il primo bicchiere della serata, decise che era ora di alzarsi e andarsene. Aveva aspettato anche fin troppo e, di certo, Kenna Campbell non era il tipo di ragazza da ricevere una buca. Stava chiamando la cameriera per chiederle il conto proprio nel momento esatto in cui Bash si sedette di fronte a lei.
« Hai quindici minuti del mio tempo. » esordì il ragazzo evitando il contatto visivo con lei. Kenna chiuse le labbra spalmando il lucidalabbra su di esse prima di sorridere piano sfoggiando i suoi denti bianchi.
« Ehi, come stai? »
« Non ti riguarda, cosa volevi dirmi? Mary ha insistito così tanto che pensavo dovessi annunciarmi che stai per morire o chissà cosa. »
« Non sto per morire! » esclamò Kenna sforzando una risata per poi alzare una mano al cielo con espressione ovvia. « Vuoi qualcosa da bere? Io credo prenderò un Malibu e delle patatine. »
« Quello che ti pare. Kenna, vuoi parlare? Ho passato una stressantissima giornata in ospedale, sono stanco. Non voglio giocare a fingere che vada tutto bene quando è evidente non sia così. » Kenna sforzò un sorriso ignorando l’ultima frase di Bash e ordinando gli aperitivi. Tornò a guardare Bash e allungò la mano per prendere quella del ragazzo tra le sue carezzandone piano il dorso. Il ragazzo ritrasse la mano di scatto passandola tra i capelli castani. « Parla. »
Kenna scosse la testa sconsolata cercando di trattenersi dal fare una scenata.
Era abituata a respingere ogni sentimento e rinchiuderle nella parte più segreta di se stessa. Voleva sempre tenere le cose per sé, non aveva voglia di condividere con la gente i suoi sentimenti, o peggio le sue paure.
Ma in quel momento dovette sforzarsi di aprire la più minuscola parte di se stessa per non perdere la persona che aveva davanti.
« Mi dispiace, okay? » esclamò acidamente stringendo convulsamente il bicchiere vuoto tra le dita « Mi dispiace essere stata una stronza anche con te. Io non sono quel tipo di ragazza perfetta che esprime sempre i suoi sentimenti come fa Mary, non sono quella che ti starà accanto quando avrai bisogno di essere consolato o quando qualche ragazza ti avrà spezzato il cuore. »
« L’ha già fatto. »
« Non mi interessa. Quello che intendevo dire è che per quelle cose hai Mary. Mary è perfetta per queste cose, lei tiene a tutto e a tutti più di quanto tiene a se stessa. Mette il bene degli altri davanti al proprio e bla bla bla, fidati è la mia migliore amica e non potrei volere una migliore amica migliore di lei. Tu- hai me per qualsiasi altra cosa. Io non voglio essere tua amica, Bash. Voglio essere la persona che chiami per fare uno scherzo, quella con cui ridi e ti diverti, con cui passi serate all’insegna del divertimento, quella con cui ti ubriachi e ridi fino a rimettere l’anima. Mi dispiace essere stata così stronza nei tuoi riguardi, ma non ho intenzione di smettere di vedere tuo padre, hai ragione nel volermi proteggere, ma io non ho bisogno di protezione. Sono una rag- una donna adulta e vaccinata e posso cavarmela da sola. » Kenna guardò Bash con sguardo convincente annuendo piano alle sue stesse parole per poi chiamare la cameriera senza aspettare che il ragazzo dicesse nulla « Due sex on the beach, per favore. »
 
 
 
***
 
 
« Lo so, Henry sta bene? » domandò Francis al telefono con una, particolarmente, arrabbiata Catherine dall’altra parte della cornetta.
« Sì, tuo padre si è salvato venendo questo week – end. Si è giustificato dicendo che lo scorso sabato era il tuo compleanno e non voleva perderselo. Da una parte lo posso capire, nemmeno io avrei voluto perdere il giorno del tuo compleanno ma, sai non sei venuto a cena. E quello è il giorno in cui ti ho dato alla luce, te lo ricordo ogni anno. »
« Mamma vivo a Vancounver non è proprio così facile e poi avevo un appuntamento. Inoltre il mio essay per ieri non era ancora nemmeno a metà, avevo bisogno di domenica e di tutta la settimana per finirlo alla perfezione. »
« A proposito, com’è andato? »
La voce di Catherine non cercava nemmeno di nascondere un’evidente curiosità. La donna, di fatti, non era mai stata una persona particolarmente paziente, e non riusciva a nascondere la sua voglia di sapere di più a proposito dell’appuntamento tra suo figlio e Mary.
« Sì, Francis, com’è andato l’appuntamento? »
Sghignazzò Bash appena tornato da una notte chissà dove. I capelli umidi del fratellastro ricadevano scomposti sulla sua fronte.
Francis gli tirò un cornetto addosso e si allontanò dalla cucina passandosi una mano tra i riccioli biondi scompigliati dopo una notte di sonno profondo.
Com’era andato? Fin troppo bene. Meglio di quanto sperasse e si aspettasse, e allo stesso tempo peggio di quanto volesse. Il peggio era dovuto al fatto che, in fondo – ma forse non troppo in fondo -, gli era piaciuto molto più di quanto avrebbe dovuto, o voluto.
Forse perché Mary era stata così dolce e gentile e gli aveva fatto quel regalo così naturale che, sicuramente, Francis non aveva potuto ignorare.
Ogni gesto della ragazza appariva sempre delicato, leggero, dolce e innocuo in un modo del tutto innaturale per Francis, ma al tempo stesso come se non potesse esserci una maniera più semplice al mondo.
Si era dovuto schiaffeggiare più volte quella settimana per non chiamarla, non poteva farsi vedere così. Non poteva di certo compromettere la sua reputazione per una ragazzina, per una scommessa. E, soprattutto, doveva finire quel saggio senza venir distratto ogni due minuti dall’idea di dover uscire di nuovo con quella piccola moretta.
« Bene. »
Esclamò dopo tre minuti sentendo la madre ricominciare a respirare. Poteva immaginare la faccia della donna, le labbra chiudersi e tirarsi in una linea retta, le mani stringersi intorno alla sciarpa che, sicuramente, portava intorno al collo per la povera cervicale invecchiata.
« Bene? Solo bene? Non ha visitato casa tua? »
« No. »
« Facciamo progressi, Francis. Non è che questa volta vuoi prendere le cose con calma e, soprattutto, con serietà? Non è che questa ragazza ti piace davvero? »
Francis scoppiò a ridere sbattendo una mano contro il tavolino davanti al divano senza smettere di ridere.
« Ma fammi il piacere, mamma. Non ho intenzione di prendere nulla con calma, è solo che ci sto lavorando. Mary non è facile come Olivia. È più complicata di quanto sembri, e delicata. »
« Stranamente già mi piace, tranne per la parte della delicatezza. Magari è la volta buona che ti metti con una ragazza decente, Francis. »
« Credevo che Olivia ti piacesse. »
« Fingevo per la tua felicità, Francis. Credevo ti facesse felice, ma ero certa che fosse solo una farfallina. Non vedo l’ora che ti sistemi e questa Mary sembra proprio una ragazza decente. CHARLES STAI STUDIANDO MATEMATICA? » urlò la donna alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il figlio minore. Gli diede un buffetto dietro al collo per poi tornare a parlare con il figlio maggiore. « Devo controllare tuo fratello, ci sentiamo domani Francis. Chiama questa Mary, so che non l’hai fatto. »
Francis boccheggiò contro la cornetta per poi attaccare sbuffando.
Chiamarla o non farlo? Normalmente non avrebbe mai chiamato una ragazza dopo un’uscita. Soprattutto dopo esserci stato a letto insieme ma, appunto, lui e Mary non erano arrivati a quel punto, anzi. E poi c’era la scommessa in mezzo e di certo non poteva perdere per una sciocchezza come il suo orgoglio da don Giovanni.
« Tutto bene, fratello? »
« Mh? » Francis tirò su il viso dalla foto di Mary che aveva salvata nella rubrica e bloccò lo schermo con un colpo secco « Sì, piuttosto tu dove sei stato stanotte? »
« Diciamo che Kenna era abbastanza ubriaca e quando l’ho accompagnata a casa mi ha pregato di rimanere a dormire con lei per controllarla. »
Francis scoppiò a ridere lanciandogli un cuscino addosso. « Come se ti fosse dispiaciuto. L’hai vista nuda almeno? »
« Francis! »
« E’ ovvio che ti piace, Bash. Non capisco perché tanta riluttanza, okay nostro padre ci è andato a letto ma lui va a letto con ogni ragazza del suo corso. E poi lei è sexy, ammettiamolo, e tu hai tutte le possibilità del mondo, ci hai dormito anche insieme. Insomma è davvero un peccato non farlo, Bash. »
« Non è andato a letto con Mary, però. » osservò il ragazzo portandosi la tazza di caffè alle labbra notando lo sguardo di Francis tentennare prima di continuare « Ma lei non lo farebbe mai, è una ragazza troppo educata e composta. A proposito, perché non l’hai ancora richiamata dopo il tuo compleanno? »
« Non sono affari tuoi. » rispose Francis con voce fredda distogliendo lo sguardo da quello di Sebastian « E poi come lo sai? »
« Me l’ha detto lei. Comunque, oggi va in biblioteca a studiare, le ho detto che l’avrei raggiunta alle quattro. Vedi di esserci prima che ci vada io, Francis. »
« E’ una specie di sfida? »
« No, è la semplice verità. Mi ha chiesto se voglio farle compagnia per studiare, stamattina credo si volesse sotterrare quando mi ha visto. »
« E per quale stranissima ragione? Mary? Vergognarsi di te? »
« Perché era in mutande? »
Francis per poco non si strozzò con la propria saliva mentre si alzava dal divano.
« Ci vado io in biblioteca, tu- tu non immaginare Mary in mutande mentre sei in bagno. Pervertito. E non provare ad andare in biblioteca o ti spacco il naso. »
Sebastian scoppiò a ridere senza riuscire a controllarsi mentre guardava il fratello con aria soddisfatta e un sorrisino sulle labbra: c’era cascato in pieno.
 
 
 
***
 
 
Kenna tamburellava contro il cuscino di Mary con fare annoiato.
« Mary, è l’una. Devi alzarti dal letto e mangiare qualcosa. Anche perché alle quattro hai promesso a Bash di vederlo in biblioteca. »
La mora, nascosta, o meglio seppellita, sotto al proprio cuscino, sembrava volenterosa a fare tutto tranne che alzarsi.
« E’ passata una settimana. »
Farfugliò confusa tirando la testa fuori da sotto il cuscino con gli occhioni ambrati arrossati.
« E’ un deficiente, mi spieghi cos’è successo al vostro appuntamento? Domenica eri così contenta, sembrava volessi abbracciare tutti. Sei anche andata a fare shopping con Lola, il che mi ha un po’ offesa ma poi mi sono ricordata perché non sono venuta anche io. »
Mary sbadigliò piano ricadendo contro i cuscini di piume tirandosi le lenzuola fin sopra il seno.
« Digli che non ci voglio andare in Biblioteca e- te l’ho detto mille volte che non è successo niente di quello che tu e Lola pensate. È stata una serata divertente, e piacevole, ma evidentemente non gli piaccio. Insomma mi avrebbe richiamata. Oppure è stato impegnato. Ma mi avrebbe comunque richiamata, no? »
Kenna si mordicchiò le labbra carezzando la gamba coperta dal lenzuolo di Mary.
« Forse è perché non hai aperto le gambe? Ed è stato impegnato a rifarsi con altre? »
A quelle parole Mary prese un cuscino tirandolo, poi, in faccia alla ragazza.
« Kenna! Non credo che sia uscito con me pensando che, sicuramente, ci sarei andata a letto. Mi hai vista? E non credo nemmeno sia andato con altre ragazze. Magari non ha semplicemente avuto tempo. È all’ultimo anno. O almeno il prossimo anno deve fare un’esperienza lavorativa quindi, sicuramente, sarà a Seattle a farla. »
« Sì, e chiunque vorrebbe uscire con te, Mary. Magari non è semplicemente che non gli piaci… magari ha solo paura perché tu non sei una ragazza da una botta e via mentre lui, beh lui lo è. Lola può testimoniartelo. » osservò l’altra alzandosi dal letto. Si avvicinò allo specchio e si alzò di qualche centimetro la gonna per poi sistemare il top floreale che le lasciava scoperta la pancia. « Henry non c’è questo week – end. Non che mi interessi, sia chiaro. » osservò stringendo le labbra colorate dal rossetto.
Mary alzò gli occhi arrossati al cielo passandosi una mano tra i capelli prima di alzarsi dal letto posizionandosi dietro Kenna e sistemando i capelli castani della ragazza, che quel giorno scendevano in morbidi boccoli, prima di lasciarle un bacio sulla guancia.
« Bash ha dormito qua, mh? Deduco che abbiate fatto pace. E magari anche altro. »
Kenna si girò verso la ragazza sorridendo e annuendo velocemente.
« Sì, abbiamo fatto pace. Grazie per averlo convinto a venire ieri sera. E no, nient’altro. » una vena di malinconia occupò la voce di Kenna nell’ultima parte della frase ma la cacciò via con un gesto, inconsapevole, della mano.
« Figurati, ma… lui ti piace, Kenna? Cioè ti piace più di suo padre? »
Kenna lasciò scivolare i capelli tra le dita iniziando a scuotere la testa con violenza.
« No, mai. Bash? Spero tu stia scherzando. Non mi piace, ha la faccia da pesce lesso. Siamo solo amici che si divertono insieme. Gli ho chiaramente detto che se ha bisogno di una confidente, o una ragazza con cui avere una storia romantica ci sei tu a portata di mano. »
Mary alzò gli occhi al cielo aprendo l’armadio e tirando fuori un paio di jeans e un maglione. Non che avesse voglia di vestirsi, ma di certo non poteva dirigersi in biblioteca in pigiama.
« Io esco con il fratello! Non posso uscire anche con lui e, tra l’altro, per me Bash è come un fratello maggiore. »
« Uscivi! E comunque anche per me, un fratello maggiore che non mi dispiacerebbe vedere nudo. »
Mary la guardò scioccata prima di spingerla fuori dalla stanza sbattendo la porta con violenza.
« Menomale che non ti piaceva affatto! »
« Ci vediamo a cena! » ridacchiò Kenna uscendo dalla porta di casa.
Mary si rese conto di essere rimasta completamente sola in quell’appartamento.
Lola era uscita con Colin, e Kenna era appena andata via.
Cos’avrebbe fatto fino alle quattro?
Aveva aspettato così tanto quel momento perché sì, aveva aspettato una settimana e ancora nessun segno da parte di Francis. Ma davanti alle amiche non voleva sembrare troppo disperata, non voleva sembrare come quelle adolescenti che muoiono dalla voglia di uscire nuovamente con un ragazzo perché l’aveva baciata.
Portò una mano sulle labbra come faceva da una settimana a quella parte, sfiorandole piano.
Francis l’aveva davvero baciata.
La verità era che non aveva avuto il coraggio di dirlo alle sue amiche perché dirlo a qualcuno sarebbe sembrato ancora più reale.
E la realtà era che lui, nonostante l’avesse baciata, non l’aveva ancora richiamata.
Era, quindi, stato un momento di debolezza? Un’azione di cui si era pentito subito dopo?
O… Forse non era l’unica. Forse aveva davvero ragione Kenna. Forse lui non era interessato a uscire con lei perché, sicuramente, non avrebbe potuto offrirgli ciò che si aspettava.
Mary si gettò nuovamente sul letto allungando le mani verso il suo iPhone.
« Stupido canadese. » borbottò digitando il nome di Francis su Facebook « Stupido biondo ossigenato. »
La voce le morì in bocca quando notò che non aveva risposto nemmeno a un post delle persone che gli auguravano buon compleanno e, senza nemmeno rendersene conto, sorrise pensando che, forse, Kenna si sbagliava.
Magari, per una volta, la fortuna era dalla sua parte.
D’altronde sospettava che gli esami di legge fossero davvero più duri di quanto potessero sembrare dai telefilm, e magari aveva passato la settimana a studiare come credeva lei.
Un sorriso deciso spuntò sulle sue labbra nella speranza che, quel giorno, Francis l’avrebbe chiamata.
 
 
Alle quattro precise, Mary si trovava già in Biblioteca, seduta in un tavolino isolato. Aprì gli appunti presi dall’ultima lezione a cui aveva partecipato per preparare il prossimo saggio.
Saggio su cui doveva fare almeno quindici letture prima di poter iniziare a scrivere qualcosa di sensato.
E Mary non è che fosse poi così brava nei saggi. Avrebbe preferito, decisamente, dedicarsi ad un’intervista o al saggio che doveva fare su Francis.
Non stava venendo male come aveva pensato all’inizio, aveva dato lo pseudonimo di Louis, il figlio di Fleur Delacour e Bill Weasley nei libri di Harry Potter che aveva amato tanto da piccola. Aveva letto la saga almeno cinque volte, se non di più.
Mary si mordicchiava il labbro, più che altro torturandolo, sperando che da un momento all’altro il suo telefono avrebbe mostrato un segno di vita, Francis l’avrebbe chiamata, no? Insomma era sabato e lei credeva in lui. Quando fu così, non fece nemmeno in tempo a tirarlo fuori dalla borsa che sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
« Pulce non stai studiando come dovresti. » osservò Francis poco prima di piegarsi e lasciarle un casto bacio sulle labbra. « Devo fare l’insegnante severo e controllare che leggi ogni libro che prendi dagli scaffali? Perché lo faccio. »
Mary sbatté le palpebre più volte prima di staccarsi da lui e stringere il quaderno al petto cercando di dire a se stessa che doveva studiare, non distrarsi. Studiare, non lasciare Francis entrare nella sua mente e distrarla dallo scopo per cui si trovava in biblioteca, o meglio all’università.
« Cosa ci fai tu qui? »
« Ciao anche a te. Mi sei mancata anche tu. Come stai? Spero che vada tutto bene nella tua vita. » osservò sarcasticamente il ragazzo spettinandole i lunghi capelli scuri. Le dita di Francis presero una ciocca dei capelli di Mary tra le dita accarezzandoli piano, il ragazzo si chiese come sarebbe stato pettinarli. Si accorse che profumavano di toffee, una dolcezza unica.
« Francis! »
« Non ti ho chiamata, lo so e mi dispiace. Mi dispiace davvero ma ho avuto una settimana piena, così impegnativa, mi perdoni vero? Ho dovuto consegnare diversi saggi e preparare una presentazione orale che… meglio lasciar cadere l’argomento o c’è il rischio che mi torni mal di testa. » Gli occhioni azzurri di Francis incastrarono quelli ambrati di Mary. Il ragazzo si sedette accanto a lei prendendole la mano e carezzandola piano « Ti prego, ti prego, ti prego perdonami. »
« Mh, cosa mi dai in cambio se ti perdono? » domandò Mary sorridendo sollevata da tutte quelle attenzioni.
« Ti rapisco, ti porto a casa mia e prepariamo i pancakes insieme? » domandò Francis avvicinandosi per posare le labbra sul nasino all’insù di Mary.
« Mi piace come piano, sai? »
« Ne ero certo, la tua gola è il tuo punto debole. L’ho capito subito, sai? » sorrise Francis prima di attirare Mary tra le sue braccia carezzandole la guancia « Ora fatti dare un bacio vero e proprio e non ti lamentare. »
« Mi oppongo, siamo in biblioteca! In biblioteca niente effusioni. » osservò seriamente la ragazza allontanandosi dalle braccia forti e muscolose di Francis.
« E’ una settimana che non ti vedo, ti porto fuori dalla biblioteca solo per baciarti eh, poi torniamo e studiamo due ore e poi andiamo a casa mia per cucinare. » rise Francis passandole una mano sulla schiena coperta.
« Ci sto. »
Mary sorrise piano in direzione del ragazzo, il tocco di Francis sulla sua schiena le fece venire brividi leggeri che percorrevano la colonna vertebrale fino ad arrivare alla cervicale. Mary prese una ciocca di capelli dalle dita cercando di distrarsi dalle diverse emozioni che stava provando, prima che il biondo si alzasse e radunasse le cose della ragazza sul tavolo.
« Perfetto, non me lo farò ripetere due volte. » osservò il ragazzo prendendo i libri di Mary tra le mani « Anzi, possiamo andare a studiare a casa mia, tanto lo devo fare anche io e non ho portato il materiale necessario. Ci sarà sicuramente più calma dato che Bash è uscito con Kenna. E, qui, c’è troppa gente che ti guarda, mi dà fastidio. »
Mary si alzò dal tavolo sbattendo le ciglia confusamente mentre stringeva la borsa tra le mani. Ecco dove si era recata, in tutta fretta e tutta ben vestita, Kenna quella mattina. Non provava nulla per Bash, eh? Ne era proprio sicura? Mary non avrebbe saputo dirlo, sapeva solo che in quel momento Francis, il suo Francis, era lì, che voleva baciarla e lei era persa a pensare alla vita amorosa, molto più attiva e complessa, della sua migliore amica. E di Bash. Ma Bash le aveva detto di non provare nulla, oltre a un semplice sentimento di amicizia, per Kenna, quindi perché preoccuparsi?
Seguì in fretta Francis fuori dall’edificio senza proferire verbo. Le mani del ragazzo tenevano i libri di lei e le aprì la porta per farla passare, Mary non poté che sorridere ringraziandolo piano per poi ritrovarsi tra le braccia del ragazzo.
« Quindi, ti sono mancato? » sussurrò Francis scostandole una ciocca di capelli scuri dal viso, la mano destra si posizionò sulla schiena di lei mentre il suo viso era a pochi centimetri di distanza.
Mary non poté far altro che fissare i suoi occhi azzurri annuendo piano mentre le labbra del ragazzo si avvicinavano alle sue facendole dimenticare ogni cosa che cercava di farsi spazio nella sua mente.
 
 
 
***
 
 
 
Le dita candide di Lola carezzavano la schiena bronzea e nuda di Colin, un sorriso spuntò sulle sue labbra carnose mentre andavano a posarsi sulla spalla del ragazzo dove lasciarono un bacio leggero.
« Dobbiamo parlare. »
Esordì il ragazzo, la voce fredda e distaccata mentre si tirava su dal letto, ritraendosi dal suo tocco leggero e delicato, infilò un paio di boxer e una maglietta allontanandosi dal letto portandosi le mani tra i capelli.
Lola alzò lo sguardo confusa, tirò in fretta su il lenzuolo in modo che le coprisse il seno prosperoso, le parole del ragazzo non promettevano nulla di positivo. Sapeva benissimo dove avrebbero portato. Era noto a ogni personaggio di un film, quindi perché non anche a una persona normale? Un “dobbiamo parlare” significava guai all’orizzonte. Ma perché? Non le sembrava di aver fatto nulla di male, le loro liti erano diminuite in quella settimana e Lola si stava comportando in maniera eccellente.
« Ho fatto qualcosa che non va? »
La voce di Lola risuonò più preoccupata di quanto la ragazza avrebbe voluto fargli vedere, il tremolio incerto nel “non”, la pelle d’oca e lo sguardo azzurro che correva alla ricerca di quello del ragazzo.
« Più che altro è su cos’hai detto ieri sera. »
« Cos’ho detto ieri sera? » domandò con voce debole, i riccioli scuri le pizzicavano la schiena come a volerla avvertire del pericolo vicino. Lola strinse le dita intorno al lenzuolo chiaro e alzò lo sguardo, le guance arrossate.
« Mi hai chiamato Francis, Lola. »
A quelle parole, Lola spalancò la bocca scuotendo la testa mentre le lacrime cercavano di raggiungere i suoi occhi chiari.
Non era possibile, lei era andata avanti. O almeno stava provando a farlo. Stava cercando di dimenticare cosa aveva provato poche settimane prima quando Francis l’aveva baciata. Ci stava davvero provando ma, evidentemente, non era abbastanza. Non stava provando abbastanza.
« Ero ubriaca! E anche tu, sono certa che te lo sei solamente immaginato. »
« Non l’ho immaginato, Lola. Sei venuta sotto di me chiamandomi come uno dei miei migliori amici, hai intenzione di spiegarmi o intendi continuare a prendermi in giro? »
Lola sentì le lacrime salire ai suoi occhi, si allungò a prendere una maglietta da terra infilandola per poi alzarsi dal letto.
« Non è vero, non ci credo. I sentimenti che provavo per Francis non hanno importanza, io detesto quel ragazzo. È pieno di sé e i suoi capelli biondi sono così- così secchi! E ha degli occhi azzurri bruttissimi, non ho mai visto azzurro più spento. »
« Ci sei andata a letto? »
Lola aprì gli occhi e indietreggiò di qualche passo. Il battito del cuore accelerato, gli occhi azzurri e bagnati intrappolati nella morsa scura di quelli di Colin e la bocca carnosa aperta a formare una piccola “o”. La mano della ragazza afferrò l’orlo della maglietta stringendola tra le dita. Abbassò lo sguardo verso il pavimento scuro e trattenne un singhiozzo stringendosi nella maglietta.
« Dimmelo. È per questo che ti da così fastidio il fatto che esca con la tua coinquilina? Perché sei innamorata di lui? »
Urlò il ragazzo lanciando la borsa della ragazza dalla scrivania al corpo fragile di Lola.
La ragazza saltò spaventata e indietreggiò tremando dallo spavento.
« Sì, ci sono andata a letto, ma è stato prima di te. Prima di tutto ciò che è successo tra noi, Colin. Ciò che c’è stato tra me e Francis non ha alcuna rilevanza, non era reale. Ciò che c’è tra noi lo è, credimi. »
Colin si portò entrambe le mani al viso, arrossato dall’agitazione. Era tutta la notte che ripensava a quelle piccole parole uscite dalle labbra della ragazza. Non era riuscito a chiudere occhio, le immagini di Lola e Francis che condividevano lo stesso letto, gli stessi attimi che stava condividendo lui con lei non l’avevano lasciato in pace torturandolo.
Come gli aveva potuto fare una cosa del genere? A lui? Che credeva di essere sul punto di innamorarsi di quella ragazza semplice e determinava, che credeva lei fosse innamorata di lui. Evidentemente sbagliava. Tutta quella situazione lo era. Si chiese come aveva fatto Francis a non dirglielo, perché non glie l’aveva detto? Che quella storia continuasse alle sue spalle? A sua insaputa?
« E’ uno dei miei migliori amici, perché l’hai fatto? »
Lola rabbrividì, le lacrime rigavano le sue guance paffute e la paura del tono del ragazzo le fece venire voglia di scappare via.
Non era colpa sua.
Non aveva mai tradito nessun ragazzo e, sicuramente, non aveva tradito lui.
Ciò che c’era stato tra lei e Francis era successo prima, prima di tutto quello che stava succedendo in quel periodo.
Prima di Colin, prima di Mary, addirittura prima che lei iniziasse a provare dei sentimenti puri per il biondo.
« E’ successo prima. » sussurrò prima di prendere la borsa da terra e guardare Colin con sguardo triste e spaventato.
« Cazzo, Lola ti scopi il mio migliore amico. » Colin si avvicinò alla ragazza e afferrò con forza i polsi chiari di Lola stringendoli tra le dita « E’ il mio migliore amico. »
« E’ successo prima, è tutto finito ora. Tutto. Io – io amo te. »
« Risparmiati queste scene, sei solo una puttana. » la voce di Colin rasentava il disprezzo, a pochi centimetri dal viso della ragazza lo sentì sputare e lasciarle le mani « Quanto ti devo pagare per ieri sera? »
Lola rimase ferma, l’espressione scioccata di fronte a tali parole. Il dolore che provava non era nemmeno paragonabile alla delusione che le sue parole avevano ferito il suo essere. Non disse nulla, afferrò semplicemente le sue cose e uscì da quella casa sapendo che non vi avrebbe mai più fatto ritorno.
 
 
 
***
 
 
Erano passate due ore da quando erano tornati a casa di Francis e, il ragazzo, aveva davvero provato a studiare come stava facendo Mary, ma gli risultava quasi impossibile.
Ogni volta che cercava di aprire il libro e sfogliare la pagina veniva distratto; distratto dal respiro di Mary, regolare che a volte veniva trattenuto a causa di un paragrafo difficile da scrivere. La sentiva trattenere il fiato per poi rilasciarlo quando un’idea illuminava la sua mente, e lo sapeva perché la sentiva scrivere in fretta sul computer, sentiva i suoi capelli scuri strusciare contro i tasti e la sentiva sbuffare perché avrebbe voluto smettere di fare ciò che stava facendo per legarli. Per questa ragione, a un certo punto Francis si alzò e le legò i capelli con l’elastico che Mary aveva lasciato sul tavolo.
Sfiorò le guance chiare di lei sentendola arrossire mentre tirava su i capelli scuri e li raccoglieva in una lunga coda. Si apprestò a darle un bacio sulla guancia e sorrise sfiorandole il collo scoperto.
« Pausa? » domandò iniziando a solleticarle il collo. La risata cristallina e genuina di Mary lo fece sentire bene, come se stesse facendo qualcosa di giusto nella sua vita fatta di noia e tempo libero sprecato a fare cose che non l’avrebbero mai portato da nessuna parte.
« Non posso, devo finire questa parte… tuo padre vuole che consegni il saggio il trentuno e oggi è il venticinque, non posso rischiare di non finirlo. »
« Capisco, posso fare qualcosa per aiutarti? »
Francis si abbassò iniziando a baciare il collo di una Mary – particolarmente rossa – che avrebbe voluto farlo smettere e lasciarlo continuare allo stesso tempo.
« Mi fai il solletico e mi distrai! » esclamò Mary ridacchiando, si girò verso Francis unendo le labbra alle sue. Solleticò il labbro superiore con la lingua per poi staccarsi e tornare alla scrittura lasciando Francis sbuffare « Su, un’altra ora e poi ho finito. E tu dovresti aver finito la presentazione per martedì, invece non ti ho sentito nemmeno digitare su quel computer quindi, direi proprio che devi studiare! »
Francis sbuffò e andò a mordicchiarle il collo prima di dirigersi verso la cucina trattenendo a stento una risata.
Come faceva a metterlo così di buon umore? L’idea di finire quel progetto lo stava logorando, ma allo stesso tempo l’idea di non poter fare lo stage a gennaio se la sua media non fosse rimasta alta… beh, quello era ancora più preoccupante.
In più c’era quella maledetta scommessa in mezzo, e il fatto che Olivia continuasse a chiamarlo lo stava mandando fuori di testa.
Perché quella ragazza non riusciva a farsi gli affari suoi?
Mise su l’acqua del kettle sovrappensiero e per poco non urlò sentendo la mano di Mary sulla spalla.
« Credevo dovessi finire il tuo saggio. » osservò con un sorriso furbo sulle labbra imitando il tono usato poco prima da Mary.
« Credevo che volessi farmi prendere una pausa, sapientone. » la ragazza passò la mano chiara tra i capelli di Francis scompigliandoli tutti con un sorriso dolce stampato sulle labbra.
Francis passò una mano intorno al fianco di Mary e l’attirò tra le sue braccia.
« Ehi, pulce, i capelli non si toccano. » prese una ciocca dei capelli scuri della ragazza tra le dita e la intrecciò intorno all’indice con sguardo dolce.
« E perché tu puoi toccare i miei capelli se io non posso toccare i tuoi? »
« Un punto per te. »
Mary rise nuovamente avvicinandosi al viso di Francis per stampargli un bacio leggero sulle labbra. Il ragazzo l’attirò di più a sé passando la mano sulla sua schiena mentre le labbra andavano alla ricerca di quelle carnose della ragazza.
Mary dischiuse le labbra lasciando che la lingua di Francis andasse alla ricerca della sua, passò le mani sulle spalle ampie di lui fino a intrecciare le dita ai suoi riccioli biondi.
Francis accarezzava la schiena coperta di Mary senza staccarsi di un centimetro dalle sue labbra, era come se ne fosse diventato dipendente ma non l’avrebbe mai ammesso. Mary, d’altro canto, non riusciva a credere a cosa stava davvero succedendo e, quando Francis fece per prenderla in braccio e il kettle suonò per fargli sapere che l’acqua era calda, un urlo uscì dalle sue labbra facendo spaventare entrambi. Si guardarono negli occhi per degli istanti che sembrarono infiniti, Mary si perse negli occhi azzurri di Francis e lui non distolse lo sguardo da quelli ambrati di Mary, e poi scoppiarono a ridere. Il biondo lasciò un bacio sulla fronte della ragazza e si staccò andando a tirare fuori due tazze pulite.
« Che tea vuoi? » domandò Francis tirando fuori le bustine colorate che componevano la sua collezione.
« Mh, verde. »
« Come sei noiosa! »
« E sentiamo, maestrino, tu che tea prendi di solito? »
« Earl grey, ma oggi voglio quello ai frutti di bosco. »
« E poi osi dire a me che sono noiosa? L’earl grey è il tipico tea di chi non ha idea di che tea prendere o provare! »
Francis alzò gli occhi al cielo versando l’acqua calda nelle tazze.
« Pulce, non sai far altro che lamentare? Aiutami e vai a prendere i biscotti nella seconda credenza. »
Mary trattenne una risata camuffandola con un colpo di tosse mentre si allontanava dal ragazzo che, con la coda dell’occhio, seguiva attentamente la sua figura.
 
 
 
***
 
 
Lola si era fermata a un bar per indossare i pantaloni prima di chiamare un taxi e farsi portare in un locale per prendere da bere.
Il vuoto che sentiva dentro non aveva eguali. Era come se le parole di Colin l’avessero svuotata da tutto ciò che credeva di poter essere o di poter diventare.
Lola sapeva di non essere una ragazza di facili costumi come l’aveva definita Colin, non aveva intenzione di ripensare alla parola offensiva con cui l’aveva chiamata. La sola idea che qualcuno potesse rivolgerle tale appellativo la faceva sentire male.
Come si può avere così poco rispetto per un’altra persona? Soprattutto quando si è intrattenuta una relazione amorosa con la suddetta. Lola non aveva parole, non aveva pensieri, solo lacrime calde che rischiavano di rigare le sue guance candide. Ma lei non voleva piangere, non per lui. Colin non meritava un’altra lacrima, un altro attimo del suo tempo, ma come poteva non pensare alle parole che le aveva indirizzato? Era irreale anche solo come pensiero.
Lola strinse il bicchiere di vetro tra le dita affusolate portandolo poi alle labbra carnose.
L’avventura tra Francis e lei era passata, ma perché tornava a galla ogni volta? Era come se non volesse lasciarla in pace. Come se questo suo errore non volesse lasciarla perdere.
Avrebbe voluto vedere Kenna al suo posto, cos’avrebbe fatto?
Era noto che Francis era uno dei più bei ragazzi dell’università, allora qual era il motivo di tanto stupore nella sua avventura?
Era stato un errore, ma avrebbe voluto vedere qualsiasi altra ragazza al suo posto. Chi non avrebbe approfittato di quell’occasione? Delle attenzioni che un ragazzo del genere le aveva dedicato?
Si era sentita così sicura di sé, così forte, così orgogliosa di avere le attenzioni di quel ragazzo che non si era resa conto di cosa stava accadendo. E ora Colin l’aveva fatta sentire pazza, l’aveva fatta sentire come se fosse colpa sua e tutto per una cosa così stupida. E ora era lei che stava soffrendo, non lui. Perché le parole uscite dalla bocca del ragazzo non sarebbero più potute tornare indietro e lei non le avrebbe mai dimenticate.
Credeva di conoscerlo, credeva di conoscere il suo cuore e che lui non avrebbe mai fatto nulla per farla soffrire, ma perché rivolgerle tali parole? Lei si era fidata, si era fidata così tanto di lui e ora… ora era sola.
Pagò in fretta il drink e uscì dal locale.
L’aria fredda della sera le schiaffeggiò il viso chiaro e le lacrime iniziarono piano a scendere lungo le sue guance.
Sarebbe riuscita a uscirne viva? Il suo orgoglio ferito sarebbe guarito? Sapeva di doverne parlare con qualcuno, ma con chi avrebbe potuto? Era certa che Mary fosse con Bash e Kenna… probabilmente Kenna era da qualche parte a fare qualcosa di cui non voleva nemmeno immaginare nemmeno l’origine.
Ma l’unica persona con cui avrebbe voluto parlare era anche l’unica con cui non avrebbe dovuto.
Strinse il telefono tra le dita passando la rubrica e fermando il dito sul nome di Francis.
Gli aveva fatto credere a qualcosa che non avrebbe potuto paragonare a nulla, niente di ciò che aveva provato dopo quella notte poteva essere paragonato alle sensazioni che Francis le aveva fatto provare. Più volte si era chiesta se stare con Colin fosse stata la scelta giusta, c’erano miliardi di ragioni per cui Francis era sbagliato per lei ma il suo cuore non voleva capirlo.
Un singhiozzo raggiunse le sue labbra e una mano si posò sulla sua spalla facendola saltare.
Leith la guardava spaventato, come se avesse paura di cosa le stesse accadendo. Come se fosse preoccupato per lei.
« Lola, Colin mi ha chiamato. »
Al nome del ragazzo, Lola rabbrividì e si staccò allontanandosi da lui con lo sguardo spaventato e al contempo deluso.
« Mi ha detto cosa ti ha detto e- non credo che dovresti vederlo più. Mi ha chiesto di chiederti scusa da parte sua perché non aveva nessun diritto di trattarti in quella maniera ma, se posso dirtelo, non vorrei che tu lo vedessi. Meriti di molto meglio, Lola. Anche se tu forse non lo sai. »
Un sorriso sincero spuntò sulle labbra fine del ragazzo che allungò la mano verso quella di Lola e la strinse piano tra le sue.
« E non intendo io, eh. Ma credo che dovresti prenderti del tempo per stare da sola e parlare con le tue amiche di cosa è successo. So che sei ancora un po’ stravolta, adesso… ma magari mangiare qualcosa ti farà bene, non credi? »
La voce di Leith aveva assunto un tono particolarmente dolce e Lola non poté che annuire alle sue parole e lasciarsi condurre verso l’auto.
« Magari un hamburger e delle patatine, e alcool. Sì, credo che l’alcool mi farebbe bene. »
« E alcool sia. »
 
 
***
 
 
Mary girava l’impasto della torta con forza mentre Francis imburrava la teglia con una voglia che poteva essere paragonata a quella di un bradipo.
Avevano passato il pomeriggio a studiare e, Mary, credeva di essere a un buon punto del suo saggio ma, quando il ragazzo si era proposto di leggerlo, si era sentita come se avesse tradito il biondo semplicemente scrivendo su di lui e studiandolo come persona. Aveva, quindi, rifiutato l’offerta allettante di sentirsi dire se era bello o meno e se a suo padre sarebbe potuto piacere giustificando il suo rifiuto con un semplice “non mi piace che la gente legga ciò che scrivo”. Ma Mary non era mai stata una brava bugiarda e Francis aveva capito subito che c’era qualcosa sotto, per questa ragione aveva iniziato a farle il solletico fino a quando lei non gli aveva rivelato che non aveva concluso l’opera e che, per questo, non aveva intenzione di fargliela leggere. Una bugia di minor peso non avrebbe ferito l’orgoglio del Blanchard biondo.
« Ho fatto. » borbottò il ragazzo con un broncio da bambino piccolo in volto. Mary si avvicinò con l’impasto e lo rovesciò piano nella teglia aiutandosi con la spatolina. Quando finì, però, portò la spatola sul naso di Francis sporcandolo tutto.
« Musone, sorridi un po’! » esclamò divertita iniziando a spalmargli l’impasto sul viso ignorando i suoi lamenti soffocati dal cucchiaio che gli aveva infilato in bocca.
Francis afferrò i polsi di Mary senza troppa difficoltà e scoppiò a ridere rovesciandole il pacco di farina in testa sui capelli scuri.
La ragazza iniziò a tossicchiare ridendo per poi liberarsi dalla stretta di Francis e rovesciargli il cacao sui capelli biondi.
« I miei capelli, Mary! »
Esclamò divertito Francis e, quando la ragazza gli fece la linguaccia divertita, avvicinò il viso al suo mordicchiandole la lingua con i denti bianchi.
« I tuoi capelli ora profumano di cioccolato. »
« Ah sì? E sai cos’altro sa di cioccolato? » domandò Francis con un sorrisetto furbo.
Mary scosse la testa per poi ritrovarsi il cucchiaio di cioccolato sparso sulle labbra e la bocca di Francis a poca distanza dalla sua. « Le tue labbra. »
Non disse altro unendo semplicemente le labbra a quelle carnose della ragazza.
Mary intrecciò le dita ai riccioli biondi, ora sporchi di cacao, del ragazzo e lo sentì sollevarla da terra appoggiandola poi sul bancone della cucina.
Mary non aveva mai avuto tale rapporto con nessuno, non aveva mai provato le emozioni che Francis le stava trasmettendo.
Era solita pensare sempre, non c’era una volta in cui riusciva a far tacere i pensieri che governavano il suo cervello, ma in quel momento tutto ciò a cui riusciva a pensare erano le labbra di Francis sulle sue.
Francis le mordicchiò il labbro inferiore lasciandole riprendere fiato mentre la ragazza accurava quanto delicati e semplici erano i lineamenti del biondo.
Non aveva mai notato il sorriso dolce che poteva prendere possesso delle labbra del ragazzo in momenti come quelli.
Ma forse era perché Francis, in realtà, non aveva mai davvero vissuto un momento del genere con una ragazza.
Le accarezzò piano la guancia con il dorso della mano inspirando il profumo dolce di Mary che, dal canto suo, era completamente persa nei suoi occhi azzurri.
« Allora, di cosa so? » domandò con un filo di voce la ragazza mentre passava le mani bianche sul petto coperto del ragazzo. Non avrebbe mai fatto un gesto simile in altre circostanze, ma quel giorno si sentiva completamente stravolta da Francis. Il petto duro e tosto di lui le fece pensare che facesse palestra anche se, se solo fosse stata più attenta, avrebbe potuto notare quel determinato particolare risaltare fin dalla prima volta che l’aveva visto. Ma non vi aveva dato alcun attenzione e, quindi, ora si perse ad immaginare un Francis, particolarmente concentrato, a fare palestra.
Pensare che lei odiava fare sport, l’unica cosa che le piaceva fare era yoga, e lo faceva da sola in camera sua per paura di sembrare ridicola di fronte alle altre persone.
« Di cioccolato, e buono, e- forse dovrei riprovare. »
Sussurrò subito dopo Francis coinvolgendo nuovamente le labbra di Mary in una danza più potente e meno calma della precedente.
Nei movimenti delle labbra del ragazzo, c’era la volontà di andare avanti ma anche di trattenersi per rispetto nei confronti della mora.
Mary intrecciò le gambe dietro la vita di Francis lasciando che il ragazzo si spingesse più contro il suo corpo.
Le labbra dell’una contro quelle dell’altro, le mani di Mary carezzavano il collo di Francis e si inserirono al di sotto della maglietta del ragazzo accarezzandogli con delicatezza la schiena del ragazzo. I polpastrelli di Mary sfioravano la pelle morbida di Francis quasi con paura di potergli far male.
Il ragazzo, notando la delicatezza con cui Mary lo sfiorava non poté far altro che sorridere contro le labbra della ragazza. Nessuna ragazza aveva mai trattato Francis con tanta delicatezza, nessuna aveva mai avuto cura di cosa pensasse o cosa volesse fare lui.
Anche se, normalmente, Francis non lasciava loro modo di dire o fare nulla.
Ma quella volta voleva prendere le cose con calma, doveva farlo.
E non semplicemente per la scommessa, che era uno dei principali motivi per il quale non si era ancora stancato della ragazza, ma perché Mary era diversa. Era delicata e piccola come una farfalla agli occhi del biondo.
Quando lei si staccò dalle sue labbra, però, Francis non riuscì più a contenersi. Scese con le labbra a baciarle il collo candido lasciandole una scia di baci caldi su ogni parte scoperta di pelle di esso.
Mary tirò indietro la testa aggrappandosi alle spalle di Francis per poi prendere il viso del ragazzo tra le mani unendo nuovamente le labbra alle sue.
Francis lasciò scivolare le mani sotto la maglietta della ragazza iniziando ad accarezzare la pelle chiara di Mary sentendola rabbrividire sotto il suo tocco caldo.
Stava per domandarle se voleva fermarsi quando un tonfo li fece staccare brutalmente.
Kenna e Bash fissavano entrambi con una faccia piuttosto sconvolta.
Francis notò il rossore delle guance di Mary e la fece scendere dal bancone della cucina abbassandole in fretta la maglietta macchiata dall’impasto della torta.
« Stavo pensando che potreste rimanere a cena. » borbottò Bash fulminando Mary con lo sguardo.
La ragazza, sempre più confusa dalle occhiate di Bash e Kenna, abbassò lo sguardo sui propri piedi staccando la mano da quella di Francis, il quale rimase piuttosto perplesso.
« Perché no! » esclamò Kenna senza alcun tipo di emozione nel tono della propria voce « Tu cosa ne pensi, Mary? Possiamo rimanere a cena anche io e Bash o tu e Francis volete continuare a fare ciò che stavate facendo? »
« Io sono per il continuare. » rise Francis prima di beccarsi una gomitata nello stomaco da parte della mora che gli fece trattenere il fiato « Ma potete benissimo rimanere a cena qui. »
Mary annuì in fretta senza riuscire ad incrociare lo sguardo di Kenna, o di Bash, sentendo le guance rosse non accennare a voler tornare di un colore normale.
« Mary, vuoi fare una doccia? Sei tutta sporca, ti presto una mia maglietta per dopo. »
Sussurrò Francis al suo orecchio sentendola tesa al suo fianco e, dopo aver ricevuto un senno di assenso da parte della ragazza, l’accompagnò verso la sua stanza.
« Mary, tutto bene? » domandò preoccupato carezzandole il viso con un sorriso tenero dopo averla fatta sedere sul letto.
« Hai visto come mi guardava Kenna? »
« Ehi, ehi, ehi. » sussurrò inginocchiandosi davanti a lei e prendendo le sue mani tra le proprie le accarezzò con dolcezza facendo, poi, scontrare lo sguardo chiaro con quello della ragazza « Non ha nessun diritto per giudicarti o dire nulla, capito? Non sa nulla di noi e- non credo sia nemmeno nella migliore posizione per giudicarti, ma è tua amica e non voglio assolutamente discutere con te, è chiaro? »
Mary annuì piano e si avvicinò al viso di Francis lasciando un bacio delicato sulle sue labbra.
« Grazie, posso avere un asciugamano? »
Il biondo sorrise scompigliandole i capelli scuri e si sporse per darle un bacio sulla guancia prima di posare gli asciugamani sul letto.
« Chiamami quando hai finito così me la faccio io. La maglietta puoi prenderla nella cassettiera dov’è la televisione. »
Mary sorrise grata di tali attenzioni e si chiuse in bagno senza aggiungere altro.
 
 
Francis si sedette sul divano sentendo Bash e Kenna discutere in cucina sul suo conto e sbuffò piano prendendo una birra, che si trovava sul tavolino, e la portò tra le labbra.
« Sono qui, geni del male. »
Osservò ironicamente notando le due figure avviarsi verso il divano di fronte al quale si trovava lui. Sapeva benissimo cosa pensava Kenna e, era conscio, che aveva ogni ragione per pensare tali cose su di lui. E, in fondo, avrebbe voluto che anche Mary si rendesse conto di che tipo di uomo era.
« Tu. »
« Io? »
« Tu sei uno sciupafemmine! » esclamò Kenna senza accorgersi dell’occhiata scioccata di Bash « Perché proprio Mary? »
Francis rise portandosi la birra alle labbra con un sorriso che tentò di far sembrare sincero « Perché non Mary? »
Bash alzò gli occhi al cielo e mise una mano davanti a Kenna per dirle di tacere.
« Francis, io sono tuo fratello, ti conosco e- Mary non mi sembra la ragazza adatta a te. Le spezzerai il cuore, come fai con tutte le altre ragazze con cui passi una parte della tua esistenza. »
Francis fulminò il fratello con lo sguardo. Perché nessuno riusciva mai a credere che, forse, una parte di lui stava davvero apprezzando Mary come persona? Nemmeno lui ci credeva, soprattutto perché sapeva il vero motivo per cui aveva iniziato a frequentare Mary, però doveva farlo credere agli altri. « E se fosse lei a spezzarmi il cuore? »
« Oh non citare Skins, ti prego. » osservò acidamente Kenna lanciando un pop corn in faccia a Francis.
« Skins? Non ho mai visto skins. »
Kenna si girò verso Bash con la bocca spalancata, come se ciò che il biondo avesse appena detto fosse causa di uno shock dal quale non si sarebbe mai potuta svegliare.
« Dimmi che non è vero. »
« Lo so, lo so. »
« Ora prendo Netflix e lo vediamo, poniamo fine alla tua ignoranza. »
La ragazza si alzò dal divano e si diresse in camera di Bash per prendere il suo computer « Bash! Aiutami ad accenderlo. » stabilì con poca pazienza costringendo il fratello di Francis a seguirla.
Francis rise a bassa voce guardando Bash seguire la ragazza come solo un cagnolino avrebbe fatto, era certo che il fratello stesse nascondendo qualcosa al biondo, ma forse anche a se stesso.
« Ho fatto! » La testa di Mary fece capolino dalla porta della sua stanza, i capelli avevano dei ciuffi umidi e l’asciugamano intorno al petto gli fece capire che non era ancora vestita. Si tirò su dal divano ed entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle passando una mano sul viso della ragazza con un sorriso furbo in viso. Si sfilò in fretta la maglietta rimanendo a petto nudo davanti a lei.
Mary s’impose di chiudere la bocca e non sbavare, o almeno cercare di non farlo, quando il suo sguardo si soffermò sugli addominali di Francis. Erano esattamente come li aveva immaginati poco prima, anzi forse erano anche meglio di ciò che la sua mente aveva immaginato.
« Pulce? » domandò Francis trattenendo una risata e prendendo il mento tra le dita lo tirò su stampandole un bacino sul naso.
« Puzzi di birra! »
« Ed è negativo? »
« Sì, puzza. »
« Mi laverò i denti, mamma. » 
Francis si chiuse in bagno trattenendo una risata divertita di fronte alle diverse reazioni della ragazza.
Mary, dall’altra parte della porta, non riusciva a non pensare a ciò che aveva appena visto.
Si diede uno schiaffetto in viso e si rivestì in fretta sentendo il rumore dell’acqua della doccia sotto cui Francis era andato. E, nel suono della doccia, diverse immagini iniziarono ad attraversare la sua giovane e pura mente. Francis era un bellissimo ragazzo, di ciò non vi era alcun dubbio, ma immaginarlo sotto la doccia fece venire le guance rosse a quella ragazzina timida e sempre posata che non avrebbe neppure sognato di essere coinvolta in una cosa del genere.
Ma cos’erano lei e Francis?
Stavano insieme? Non stavano insieme?
Mary non ne aveva idea. Non sapeva nemmeno se era giusto pensare a un’eventuale relazione con lui o se erano semplicemente un’avventura momentanea.
Quando Francis uscì dal bagno con un asciugamano avvolto intorno alla vita, Mary sentì le guance diventare rosse e si mosse in fretta verso la porta sentendo la risata di Francis giungerle all’orecchio e le labbra del ragazzo posarsi sulla sua guancia.
« Ci vediamo tra poco, pulce. » 
 
 
 
« Da piccolo Francis era davvero un idiota. »
« Perché ora cos’è? »
Mary scoppiò a ridere all’affermazione di Kenna e incrociò lo sguardo con un confuso Francis intento a mangiare i noodles alle verdure con un cipiglio snervato.
« Ha parlato la simpaticona. »
« Una volta, in collegio, Kenna è andata a chiedere alla suora se lei si divertiva con le dita quando era in camera sola! »
« MARY! »
Una risata generale si disseminò nella stanza mentre il cibo cinese del take away a qualche isolato veniva divorato in poco tempo.
« Ero una bambina perspicace. » osservò Kenna prendendo le bacchette tra le dita « Avevo già capito tutto dalla vita. Come fanno le suore a vivere senza sesso? »
Francis per poco non si strozzò scoppiando a ridere mentre Bash si passò una mano tra i capelli con un’espressione divertita stampata in volto.
« Sei sempre la solita, Kenna! Direi che la tua età mentale non è cambiata molto. »
« Sei sempre così dolce e simpatica, Mary. »
Mary fece una linguaccia a Kenna per poi tornare ai suoi noodles.
« Possiamo giocare a Scarabeo dopo, se vi va. Prima di riaccompagnarvi a casa, ovviamente. » osservò Bash finendo il pollo alle mandorle che aveva ordinato.
Francis stava per rispondere quando il suono del campanello lo fece alzare.
« Ci sto, io adoro scarabeo! »
La voce divertita di Francis venne, però, interrotta quando aprì la porta d’ingresso.
Leith, con una Lola tra le lacrime, lo guardava senza sapere cosa fare e, la riccia, si buttò semplicemente tra le braccia del biondo senza dire nulla.
« Va tutto bene, Lola. » sussurrò Francis carezzando i capelli della ragazza « Mary, tesoro, verresti un attimo qui? »
Mary lasciò le bacchette sul tavolo alla richiesta di Francis e si diresse con un sorriso sulle labbra all’ingresso.
Sorriso che, però, abbandonò presto il suo viso.
« Lola, tutto bene? Lola? Possiamo andare in camera tua? » domandò a Francis prendendo la ragazza tra le braccia e incamminandosi verso la stanza del biondo.
Quella serata iniziata così bene si stava per concludere in una maniera che non aveva nemmeno immaginato. 












Angolo Autrice:

Hellou a tutti, un grazie speciale a tutti coloro che leggono / preferiscono / seguono / RECENSISCONO (Siete i miei preferiti, Ily) e anche a coloro che la seguono in silenzio. La storia non sarebbe ancora qui senza di voi.

VOGLIO INIZIARE CHIEDENDOVI SCUSA. E' da ottobre che non aggiorno e - se non seguite più la Fan Fiction - vi capisco benissimo, sono pessima. Purtroppo l'università mi sta risucchiando ma EHI volevo farvi un regalo di San Valentino e- curare i vostri cuori Frary che - come il mio - stanno risentendo molto di questa stagione del telefilm.

ALLORA, cosa ne pensate? 

Vi devo confessare che la parte più difficile da scrivere per quanto mi riguarda è stata Lola, non mi piace scrivere scene del genere e Colin non è stato proprio carino, ma vedremo poi le conseguenze che queste parole avranno sulla ragazza.

Fatemi sapere se vi è piaciuto e, niente sapete benissimo dove trovarmi.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Un bacio,

Cams;


Questo è il mio account di facebook se qualcuno volesse aggiungermi: https://www.facebook.com/camilla.buzolic?ref=tn_tnmn

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