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Autore: JollyRoger04    16/02/2015    2 recensioni
Così rimasero fermi dov' erano a guardarsi, mentre i loro volti diventavano sempre più rossi, l' uno sulla soglia della porta e l' altro allo specchio.
Dopo qualche secondo però, Zoro riprese un aspetto serio e, ghignando, disse beffardo:-Beh dimmi quando hai finito di parlare-
Sanji, ormai più rosso di un pomodoro, prese la rincorsa e, dopo aver saltato, tirò un calcio dritto in faccia allo spadaccino, che venne scaraventato a terra:- Mettiti qualcosa addosso buffone! E vedi di non farmi arrabbiare, è già il secondo calcio che ti becchi! Se continua così, per la fine della giornata sarai morto!-
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Passarono alcuni minuti prima che Sanji si riscuotesse e realizzasse quello che era successo. Stava litigando con Zoro, poi la situazione è degenerata, lo spadaccino aveva iniziato a urlare, lui aveva provato a calmarlo e poi Zoro… lo aveva baciato.
No era un sogno, quella testa d’ alga non poteva averlo baciato, non aveva senso. Eppure in quel momento lui era lì, in piedi in mezzo alla stanza, mentre il palestrato senza cervello stava in giro chissà dove. E poteva ancora sentirle. Poteva ancora sentire le sue labbra che premevano sulle sue. Ed era così reale, così bello.
Forse non era un sogno.
Si avvicinò lentamente alla finestra e accese una delle sue sigarette. Al diavolo le regole della locanda. Fuori il sole stava tramontando, e tutti gli abitanti del paese facevano ritorno nelle loro case. Tutto era calmo e silenzioso, l’ unico rumore era quello delle onde del mare che s’ infrangevano sul porto.
Sanji soffiò fuori il fumo e si poggiò con i gomiti sul davanzale osservando la scena.
Sembrava tutto così irreale, come se tutto fosse dentro una bolla, tutto così leggero da sembrare un sogno.
“Dove sarà quell’ idiota?” Pensò automaticamente.
No, per favore no. Ora non voleva pensare di nuovo a tutto quello che stava succedendo. Non ce l’ avrebbe fatta a reggere un altro confronto con quella situazione che si era venuta a creare. Desiderava soltanto rilassarsi, godersi il panorama e stare tranquillo. No sapeva cosa sarebbe successo quando Zoro avrebbe fatto ritorno, ma ora preferiva lasciare da parte questi pensieri. Aveva bisogno di pace e silenzio.
“Brutta testa d’ alga” pensò fra sé e sé “Ti odio. Non dovevi baciarmi. Ora cosa dovrei fare secondo te eh?”
E rivide l’ espressione dello spadaccino quando si era staccato da lui, il suo sguardo triste.
“Chissà quanto deve essere stato difficile per te.”
 
Quando Zoro ritornò alla locanda, il sole era ormai calato da un pezzo. Entrato nella camera vide il cuoco steso sul letto, immobile come una statua, che fissava il vuoto davanti a sé.
Nessuno dei due disse nulla, non si guardarono nemmeno. Forse Sanji non si era neanche accorto che lui era entrato nella stanza.
Poi, Usopp entrò allegro nella camera:- Ehi ragazzi, stiamo andando a mangiare! Venite o no?-
Zoro si girò verso l’ amico e gli rispose con voce stanca:- No. Non  ho fame stasera. Fate pure senza di me-
Usopp lo guardò con aria interrogativa:- Ok, va bene. E… e Sanji? Che cos’ ha?-
Lo spadaccino rabbrividì quando il cecchino pronunciò quel nome:- Non lo so. Forse è stanco. Non credo voglia mangiare. Altrimenti starebbe già con voi.-
Il ragazzo dal naso lungo li squadrò per un momento. Quei due avevano una pessima cera. Ma intromettendosi avrebbe solo peggiorato le cose, in qualunque modo stessero. Quindi se ne andò senza dire altro.
 Appena si fu chiuso la porta alle spalle, lo spadaccino sospirò, appoggiò le spade sul muro e si stese anche lui, dando le spalle al cuoco.
 
Era notte fonda e non aveva ancora preso sonno. Continuava a chiedersi se avesse fatto la cosa migliore, se questo avrebbe compromesso il rapporto fra lui e Sanji o, peggio ancora, con l’ intero equipaggio. Non avrebbe dovuto baciarlo, aveva perso il controllo ed era imperdonabile. Ma la cosa che lo aveva fatto ritornare in sé era l’ espressione del cuoco. Lo guardava scioccato, non si era mosso nemmeno quando lo aveva lasciato andare. E il ricordo del biondo in quello stato lo faceva stare così male e lo agitava. Sanji non gli avrebbe più parlato. Lui per primo non avrebbe più avuto la faccia di potergli parlare. Era stato un debole, aveva ceduto alle emozioni e forse aveva perso il suo rapporto con quel torciglio. E per che cosa Zoro? Per un amore fra un cuoco ed uno spadaccino scapestrati? Entrambi membri della stessa ciurma di pirati, che rischiano costantemente la pelle! Entrambi uomini! Si sentiva così stupido.
Non poteva chiudere occhio che nuovi dubbi lo assalivano. Questa situazione lo stava facendo impazzire. Si alzò piano ed uscì dalla stanza senza fare rumore per non svegliare il cuoco.
 
Intanto, le due donne della ciurma stavano parlando nella loro stanza:
-Quindi sono andata alla biblioteca della città, ma non ho trovato niente di interessante-
- Certo Robin-
-… E poi sono stata attaccata da alcuni banditi e li ho portati con me alla locanda-
- Deve essere stato molto bello-
- Ah, e per finire ho incontrato Sanji per strada, ci siamo fermati ad un negozio di fiori e dopo che lui si è dichiarato l’ ho baciato-
- TU HAI FATTO COSA!?-
Robin sorrise divertita davanti all’ amica che si era tappata la bocca per non gridare e svegliare tutti gli ospiti in piena notte.
- Vedo che il nostro cuoco ha il potere di riportarti nel mondo dei comuni mortali-
- Cosa vuoi dire?-
- Che non hai ascoltato niente di tutto quello che ho detto fino a quando le tue orecchie  non hanno sentito il nome del bel biondo della nostra ciurma.-
Nami arrossì di colpo. In effetti si era distratta a metà racconto ripensando a  come Sanji l’ aveva trattata quella mattina in cucina.
- Devi dirglielo Nami. Non puoi tormentarti così. Da quanto va avanti questa cotta?-
La navigatrice la guardò stupita mentre diventava ancora più rossa:- Da due mesi… credo.-
-E in due mesi non gli hai detto nulla? Cosa ti preoccupa? La sua reazione, quella degli altri? Non puoi continuare a chiederti cosa accadrà, diglielo e basta. Se le cose non andranno, almeno ci avrai provato-
-Facile a dirsi, non sei tu quella che ci perde la faccia-
Robin sospirò:- Allora facciamo così:- Se tu parli con Sanji, io farò lo stesso con Franky, va bene?-
Dopo questa proposta, Nami si sentiva più tranquilla, almeno si buttavano insieme. Dopo averci pensato un po’, ancora un po’ titubante rispose:
-Va bene. Domani gli dirò tutto-
-Perché domani? Conosci il proverbio: “Mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi” – e così detto la spinse fuori dalla camera e chiuse la porta a chiave:
-Non ti farò rientrare fino a quando non l’ avrai fatto-
Nami era scandalizzata, ma vedendo che l’ archeologa era intenzionata a restare nelle sue decisioni, si diresse verso la camera dei due ragazzi, sperando che le cose andassero bene.
 
Sanji intanto stava sognando. Era in una grande taverna, piena di gente che festeggiava e con belle ragazze che si esibivano su un palco. Lui era seduto ad un tavolo con tutti i suoi compagni che stavano mangiando.  Tutto era molto allegro, luci ovunque. Poi arrivano tante ragazze, una più bella dell’ altra. Lo invitano a ballare e lui, senza fare troppi complimenti le segue godendosi la visione di tanta bellezza. Si diverte così tanto. “Sicuramente gli altri si staranno facendo due risate” pensò, così si voltò verso il tavolo dove stavano tutti i suoi amici e vide che effettivamente stavano ridendo a crepapelle.
Poi vide lo spadaccino. Non appena si incrociarono il loro sguardi, quello voltò il capo. Aveva la solita espressione indifferente e quando Sanji continuò a guardarlo gli lanciò un occhiataccia e si alzò dal tavolo, incamminandosi verso un corridoio che portava chissà dove. “Dove va?” si chiese. Lasciò le ragazze senza dire loro una parola e si mise a correre per raggiungere lo spadaccino.
Continuava a chiamarlo, ma quello non si fermava, continuava a dargli le spalle, non gli rispondeva. Quando finalmente lo raggiunse, lo prese per la spalla e lo girò a sé. Sanji rimase turbato: Zoro aveva la stessa espressione triste di quando… l’ aveva lasciato nella stanza.
-Che succede? Perché te ne stai andando? Ci stiamo divertendo tutti quanti.-
-Tu non hai bisogno di me, torna da quelle ragazze. –
- Cosa diavolo stai dicendo?-
- Lasciami in pace. Ora ti preoccupi per me? Per tutto questo tempo non mi hai mai parlato e ora ti lamenti perché mi allontano mentre balli con delle donne?-
- Ma di cosa stai parlando?-
- Ah ora ti va di scherzare maledetto torciglio?-
- Credimi non capisco davvero-
- SMETTILA DI PRENDERMI IN GIRO.-
Sanji non ci capiva più niente. Quello era un sogno, ma si stava trasformando in un incubo. Stava facendo soffrire Zoro, ma non sapeva il motivo.
- Quel’ è il problema? Dimmelo per favore-
Zoro lo afferò per il collo della camicia e lo guardò dritto negli occhi:- Il problema e che io per te non esisto più da un anno ormai. Da quando ti ho baciato in quella maledetta stanza tu non mi hai più parlato, non mi hai più nemmeno guardato, mi hai sempre e solo evitato, trattandomi come se non esistessi.-
Sanji si sentì gelare. No lui non avrebbe mai fatto una cosa simile. Anche se se la fosse presa per il bacio non avrebbe mai ignorato l’ Zoro fino  a quel punto.
-Mi dispiace Zoro-
- Mi dispiace? Non ti crederei nemmeno se mi ficcassero le mie spade in gola. Io per te non valgo niente-
-Smettila-
- E’ così io sono sempre stato lo scimmione che ti dava fastidio, lo stupido che ti faceva perdere tempo in cucina e che ti impediva di fare il filo a ogni ragazza-
- Questo non è vero-
-Invece si. Io sono solo un problema per te. Un fastidio. Se io non esistessi tu saresti molto più felice-
- Io ci tengo a te!
- Ci tieni a me! Così tanto da cancellarmi completamente dalla tua vita! Così tanto da ignorare i miei sentimenti! Così tanto da non dirmi nemmeno che non mi ami!-
Sanji non riusciva più a reggere questa conversazione, sentiva che ogni parola dello spadaccino era come una pugnalata nel petto. Voleva svegliarsi, voleva che quel dolore finisse.  Sentire Zoro dirgli quelle cose lo stava facendo impazzire.
Lo spadaccino estrasse una delle sue spade e la puntò dritta nello stomaco del cuoco.
- Ma sai che ti dico? Che uno come te non merita niente. Io ti detesto e piuttosto che passare un altro secondo con te preferisco farti fuori una volta per tutte-
“Ti prego non farlo” pensò con le lacrime agli occhi mentre lo spadaccino si preparava a colpire.
-ZORO IO TI AMO!-
Un fulmine squarciò il cielo ed il tuono esplose nella notte svegliando il cuoco all’ improvviso.  Tremava ed era completamente sudato. Fuori aveva iniziato a diluviare proprio come aveva previsto Nami.
Poi si girò di scatto verso il letto di Zoro, ricordando il sogno, ma lo vide vuoto. “Dove sarà andato a quest’ ora? Uscire con quest’ acqua è una follia!”. Si rivestì in fretta ed uscì correndo dalla camera, ma qui si scontrò con la navigatrice. La aiutò a rialzarsi:
-Scusami Nami non ti ho vista-
- Non fa niente, non preoccuparti- Era diventata rossa e non riusciva a parlare, ma al buio Sanji non poteva vederla.
-Ecco…io…-
-Sai dov’è Zoro? Mi sono svegliato poco fa e non era a letto.-
- Uh? Oh si… mi è sembrato di aver visto qualcuno salire verso la terrazza-
-Grazie mille, devo dirgli una cosa molto importante!-
- Sanji aspetta devo parlarti anch’io!- ma il cuoco stava già correndo per le scale che portavano alla terrazza.
- Scusami Nami, me lo dirai un’ altra volta!-
 
 
 
 
 
Angolo dell’ autore:
Ed eccoci con il capitolo 6! Questo è lungo ragazzi! Ci ho aggiunto molte cose e sistemato tante altre, ma mi reputo soddisfatto. Le cose finalmente si fanno serie! I nostri due maschioni forse riusciranno a uscire fuori da questo macello! E per quanto riguarda Nami…. Si mi diverto un mondo a farla soffrire! Muah ah ah ah ah!
Ci ho messo 3 ore (2 e 45 minuti se togliamo la pausa torta crepe) ma n’è valsa decisamente la pena.
Infine voglio ringraziare SupreNova013 e my_sunshine che mi seguono dall’ inizio e che mi spronano ad andare avanti. Questo capitolo è anche per voi. Spero vi sia piaciuto. Alla prossima!
   
 
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