Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: kogarashi    05/12/2008    3 recensioni
Ash diventa Campione...ma qualcuno trama alle sue spalle cercando di minare la felicità e la gloria che per tanto tempo ha cercato...qualcuno che vuole vendicarsi di torti passati subiti...(attenzione: possibili alzamenti di rating)
Genere: Drammatico, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

Per raggiungere la vera felicità si deve sempre soffrire

 

Cap. 15

 

 

 

“Ash!” disse Misty togliendo la mano da quella intrecciata di Drew e correndo dal ragazzo dai capelli corvini che rimane sorpreso dalla felicità della ragazza che gli aveva letteralmente gettato le braccia al collo non appena l’aveva visto.

 

“Stai bene?” chiese ancora titubante, mentre lo sguardo andava a Drew, il quale si avvicinò a Vera con cautela, quasi avesse il brutto presentimento che sapesse ciò che era avvenuto fra lui e Misty.

 

“Ora si!” rispose lei raggiante, sorridendo per la prima volta davvero, senza più le ombre che avevano offuscato il suo bellissimo viso per tutto quel tempo.

 

“Per fortuna, quando abbiamo visto quel video…” Dawn si morse la lingua per aver parlato troppo, Misty e Drew la guardarono confusi, non riuscendo a capire cosa volesse dire.

 

“Di che video stai parlando?” chiese Drew accigliato.

 

“Ecco…veramente…” Dawn lasciava correre lo sguardo da Drew ad Ash, il quale la guardava con un misto di severità e inconscia rabbia.

 

“Il video di te e Misty” rispose fredda Vera al posto della ragazzina.

 

Ash fu certo di aver sentito Misty pietrificarsi fra le sue braccia mentre l’amica pronunciava quelle parole, e la rossa alzò lo sguardo, ma il viso di Ash era fisso davanti a se, senza darle possibilità di poterlo guardare negli occhi.

 

Come non faceva da ormai troppo tempo.

 

“Siamo stati obbligati, vi avrebbero ucciso se non avessimo obbedito agli ordini” disse Drew cercando di trovare una qualsiasi giustificazione a quel gesto, anche se, e lui lo sapeva bene, non ce n’erano.

 

Anche se contro la loro volontà li avevano traditi.

 

“Non dovete prendervela con loro! E’ colpa di Madama Boss se sono stati costretti a fare una cosa del genere, loro non volevano!” disse Mondo, andando in aiuto dei due ragazzi.

 

“Non intrometterti” disse Vera, e solo in quel momento Drew si rese conto che la ragazza non era quella che ricordava. Aveva qualcosa di diverso da come la ricordava. Il modo di atteggiarsi, il comportamento e lo stesso viso erano diversi da prima. Ma ciò che lo preoccupò fu come gli occhi di Vera non lasciassero trasparire altro che odio.

 

Dolore

 

Rabbia cieca

 

“Vera…ascoltami”

 

“Quello che è fatto è fatto, non si può tornare indietro no? Lasciamo perdere, non ho voglia di portare rancore anche a te. Nonostante il dolore mi sei troppo caro”

 

Le parole della ragazza arrivarono come un pugno nello stomaco. L’aveva perdonato? Eppure perché non riusciva a leggere la dolcezza e l’affetto che solitamente vedeva nei suoi occhi ogni volta che lo guardava?

 

“Non vorrei interrompere questa riconciliazione ma dobbiamo andarcene da qui, siamo troppo allo scoperto, così ci vedranno!” disse Mondo.

 

“Hai ragione, dobbiamo anche trovare mia madre” disse Ash risoluto guardando il ragazzo.

 

“E’ nella mia stanza, cioè, nella stanza che mi è stata assegnata” disse Misty e un brivido le corse lungo la schiena, arrivare da Delia non solo non sarebbe stata una cosa facile, ma le parole di Giovanni le risuonavano ancora in mente.

 

“Andiamo allora!” disse Dawn e Mondo fece strada, cercando di eludere come meglio poteva la sorveglianza.

 

“Stammi vicino” disse Ash a Misty tornando a guardare Drew, come se avesse un qualche timore che il ragazzo potesse ancora fare qualcosa a Misty. Non lo riteneva colpevole di ciò che aveva visto nel video, però averli ritrovati mano nella mano aveva smosso dentro di lui un sentimento strano che non ricordava di aver mai provato neppure quando Misty viaggiava ancora con lui.

 

Era diverso dall’irritazione che provava quando Rudy o Danny le avevano fatto la corte.

 

Gelosia

 

Si scrollò dalla testa quel pensiero, ora la priorità era ritrovare sua madre ed uscire indenni da quel palazzo. Avrebbe pensato dopo a come risolvere la situazione con Misty.

 

“Dobbiamo sbrigarci! Se ci scoprono ci faranno la pelle!” disse Mondo correndo lungo numerosi corridoi e scale, mentre il resto del gruppo lo seguiva.

 

Si fermò all’improvviso, bloccandosi contro la parete ed Ash rischiò di rovinargli addosso.

 

“Ma sei impazzito?”

 

“Sssh, ci sono le guardie” disse Mondo facendo segno di fare silenzio.

 

“Guardie? Ma com’è possibile? E’ la mia stanza” disse Misty confusa. Quando era uscita dalla camera da letto per andare a liberare Drew non c’era nessuno su quel piano, ben che meno qualcuno che custodisse quella camera.

 

“Devono essersi accorti di noi” ipotizzò con rabbia Vera.

 

“Oh dio” disse Misty improvvisamente mentre il suo cuore iniziava a correre velocemente.

 

“Che hai?” le chiese Ash preoccupato, vedendo il viso della ragazza assumere un colorito ben diverso dal candore al quale era abituato. Era un bianco quasi irreale.

 

“Giovanni…sa che Ash è qui! Prima è venuto da me e dalla madre di Ash e ha detto che lui stava venendo qui!”

 

Fu il turno di Mondo di sbiancare. Fissò gli occhi della ragazza con paura, un sentimento che mai, fino a quel momento aveva neppure immaginato.

 

“Vai” disse improvvisamente mentre tutti fissavano il ragazzo con i capelli castani come se avesse appena detto di aver visto un mostro.

 

“Misty, devi andare da Delia, solo tu puoi entrare, non preoccuparti, non ti faranno del male, gli sei troppo preziosa”

 

La ragazza con i capelli rossi annuì, mentre la mano che ancora si teneva saldamente a quella di Ash si strinse appena, quasi ad avvertire la ragazza di fare attenzione, quasi a sottolineare che lui c’era, e non l’avrebbe persa.

 

“Andrà tutto bene” disse cercando di sorridergli, nonostante la paura per ciò che di li a poco sarebbe potuto accadere.

 

Misty inspirò lentamente, e si avviò verso le guardie che appena la videro corsero da lei affiancandosi e accompagnandola fino alla porta.

 

“Dove sei stata?” chiese preoccupata Delia aprendo la porta e andando incontro alla ragazza che non rispose, limitandosi ad accennare uno sguardo alle guardie dietro di lei, che ancora la controllavano.

 

La donna alzò lo sguardo verso le guardie e guardandole male appoggiò un braccio intorno alle spalle di Misty, cingendola con essa e accompagnandola verso la camera. Ma la ragazza si fermò, non lasciando che quella barriera, costituita dalla porta, la allontanasse dai suoi amici e da lui.

 

Da Ash.

 

Non si seppe mai cosa successe in quel momento, mentre Misty si fermava insieme a Delia qualcosa cadde proprio dall’angolo dal quale era apparsa la ragazza, e prima che qualcuno potesse muoversi, lei era già corsa in quella direzione, con il cuore che batteva a mille, mentre le guardie si guardavano l’un l’altra, prima di scattare anch’essi in quella direzione.

 

La ragazza si fermò di colpo, un uomo quasi calvo si trovava di fronte ai suoi amici, sghignazzando con fare divertito, mentre Dawn si trovava a pochi metri da lui, a terra e con una smorfia di dolore sul viso mentre con le mani si toccava la caviglia.

 

“Dawn!” gridò Misty prima che il suo sguardo fosse catturato da quell’uomo che riconobbe solo in un secondo momento come Giovanni.

 

“Ma che bella sorpresa, il gruppetto al gran completo” disse ridendo divertito, mentre i suoi occhi crudeli indugiavano sull’esile figura di Ash, il quale rimaneva fermo nel suo posto.

 

“Oddio! ASH!” gridò Delia, che aveva seguito le guardie e ora si ritrovava di fronte a quella scena.

 

“Tu chi sei?” chiese il ragazzo dai capelli corvini, ignorando sua madre e tutte le persone vicine a lui che con molta lentezza si allontanavano da lui per andare da Misty e Delia.

 

Giovanni rise nuovamente, mentre con una mano estraeva dalla tasca una piccola targhetta con sopra due lettere che fecero ribollire il sangue nelle vene al ragazzo.

 

“Team Rocket…”

 

“Che diavolo vuoi?” disse Drew intromettendosi e superando Ash di pochi metri.

 

“Stanne fuori ragazzo, questa è una cosa che riguarda me e mio figlio”

 

“Ash non è tuo figlio!” gridò Delia tremando dalla rabbia e al tempo stesso dalla paura. Odiava quell’uomo già da tempo, eppure in quel momento, odiava di più se stessa per aver provato un tempo per lui qualcosa di molto simile all’amore.

 

“Oh si che lo è…come ti ho già detto prima mia cara, Ash diverrà il mio degno erede un giorno. E’ stato deciso così dal giorno in cui mi dicesti di essere rimasta incinta”

 

“Preferisco smettere di allenare pokemon piuttosto che essere alla mercé di un verme”

 

Le parole gli uscirono con un tale impeto che si stupì lui stesso di averle pronunciate. Si rese conto solo un secondo più tardi che forse, quella frase era l’unica da non dire. La mano di Giovanni si alzò, pronta a scagliare un pugno al figlio, in quale, d’istinto, chiuse gli occhi aspettando di incassare il colpo.

 

Un colpo che non arrivò mai.

 

Riaprì gli occhi con lentezza e vide che ora, davanti a lui, non c’era più la sagoma di Giovanni, bensì quella esile e più piccola di Misty, la quale, si era messa in mezzo, allargando le braccia e sfidando l’uomo con lo sguardo.

 

Lo stava proteggendo.

 

“Tu, ragazzina spostati!” disse Giovanni con un sibilo, abbassando la mano e mettendola in tasca come se nulla fosse.

 

“Scordatelo! Non ti permetterò di toccare Ash!”

 

“Come osi tu non sai con…”

 

Si fermò, e non perché non avesse nulla da dire o perché Misty lo preoccupasse, ma semplicemente perché ora, al posto della ragazza si era contrapposta un’altra persona, un ricordo di tanti anni prima.

 

“Non ti permetterò di farle del male!”

 

Giovanni si scrollò dalla mente quel ricordo, mentre Misty rimaneva ferma nella sua posizione, mentre lo stesso Ash la fissava meravigliato.

 

“Misty cosa…“

 

“Uguale ai tuoi genitori” disse Giovanni improvvisamente tornato lucido e quelle parole spiazzarono la ragazza dai capelli rossi come non mai prima di allora.

 

“Che…che vuoi dire?” chiese.

 

“I tuoi genitori sono morti nello stesso identico modo, cercando di proteggersi l’un l’altro, cercando di proteggere te dalla mia furia” disse una voce femminile sopraggiungendo dal corridoio. Madama Boss stava camminando tranquilla, divertita da quella scena tanto famigliare che le si presentava di fronte.

 

“Tale madre, tale figlia” disse.

 

“Che stai dicendo?” chiese nuovamente la ragazza senza abbassare le braccia, come se fossero l’unica protezione di Ash, il quale, insieme agli altri cercava di capire qualcosa dell’intera faccenda.

 

“E’ una storia vecchia ormai, ma i tuoi genitori tempo fa avevano procurato un bel po’ di guai a me e a mio figlio, in particolare tuo padre, aveva cercato con ogni mezzo di far decadere questo impero” disse l’anziana donna.

 

“Mio padre?”

 

“Era un bell’uomo non c’è che dire, peccato che fosse bello tanto quanto la sua stoltezza e ingenuità”

 

“Non avrete…”

 

“Ucciso? No…si è ucciso da solo, è impazzito e un giorno scomparve nel nulla. Lo ritrovarono i miei uomini in fondo ad un pozzo con le ossa rotte. Che brutta fine non trovi?”

 

Tutti si resero conto che quella frase sapeva di scherno. Dopo le ultime rivelazioni nessuno dei presenti ebbe dubbi sul fatto che quell’uomo, il padre di Misty potesse essersi volutamente ucciso.

 

Era stato ammazzato

 

“Misty?” chiese Ash preoccupato per l’amica che abbassò le braccia iniziando a tremare.

 

“E…mia madre?” chiese trattenendo a stento la voce.

 

“Il giocattolino di mio figlio dopo che lui e Delia si furono lasciati. Era una gran bella donna. Peccato che non avesse mai perdonato al marito il fatto di averla lasciata da sola. Impazzì come il marito e credo che ora si trovi in qualche casa di cura per malati di mente”

 

Selvaggi

 

“Smettila…”

 

“Si dice che la pazzia sia un fattore ereditario sai?” disse la donna prima di scoppiare a ridere fragorosamente.

 

“SMETTILA!” gridò la ragazza tappandosi le orecchie con le mani, mentre nella sua testa si affollavano le voci dei suoi genitori. Era ancora molto piccola quando smise di vederli, eppure, in quel momento, i loro ricordi diventarono più nitidi di qualsiasi altra immagine.

 

“Oh, è divertente vero?”

 

“Piantala mamma” disse in un sussurro Giovanni mentre lo sguardo andava a Delia, bianca come un lenzuolo per ciò che aveva appena sentito, mentre tratteneva a stento i singhiozzi, portandosi una mano sulla bocca.

 

“E’ una cosa ormai passata figliolo. E poi a noi la famiglia Williams non è mai interessata. Ricordi? Abbiamo architettato tutto per fare in modo che Ash e Misty s’incontrassero e diventassero amici”

 

“Che vuoi dire?” disse Ash arcigno.

 

“Che non è un caso se voi due siete ciò che siete adesso…Madama ha sempre manipolato chiunque le capitasse a tiro per raggiungere i propri scopi…ed ha usato Misty…per arrivare a te” disse Delia sconvolta.

 

Vera, che si trovava vicino a Dawn ferita rimase di sasso, mentre Drew poco distante stringeva in pugni rabbioso.

 

Pedine

 

Erano stati usati solo per questo

 

Ash guardò Misty, la quale era rimasta di spalle e quando cercò di posarle una mano sulla spalla lei si allontanò, nascondendo il viso fra una parete di capelli rossi che si chiusero a sipario su di lei.

 

“Misty…”

 

“NON TOCCARMI…TU…” alzò la testa e il ragazzo potè vedere i suoi occhi riempirsi di lacrime prima di vederla scappare via, in preda alla rabbia e al dolore.

 

“Visto? La pazzia è ereditaria…” disse Madama Boss ridendo soddisfatta mentre ordinava alle proprie guardie di catturare i ragazzi e Delia.

 

L’unica persona che lasciò libera fu Ash il quale si voltò verso la madre che annuì, consapevole di ciò che sarebbe accaduto di li a poco.

 

Il ragazzo infatti si mise a correre, deciso più che mai a ritrovare la ragazza e a farla ragionare. Non voleva credere alle parole taglienti di quella donna aveva pronunciato, eppure, ora, forse iniziava a capire il perché di tutto quanto. Nonostante non si potesse definire un ragazzo per così dire sveglio.

 

 

*

 

 

“Misty! Aspetta fermati!” gridò il ragazzo continuando a rincorrere la ragazza, che ora sapeva, in quegli anni era diventata davvero veloce.

 

“Vattene! Lasciami stare!” gridò di rimando la ragazza senza smettere di correre.

 

Senza neanche pensarci Ash aumentò l’andatura, e prima che Misty potesse usare tutte le sue forze per correre più velocemente, lui l’afferrò per un braccio, strattonandola talmente forte che quasi caddero entrambi a terra.

 

“Smettila…”

 

“Di far che? Ti ho detto di lasciarmi andare Ash! Tu…noi non siamo amici hai sentito? Siamo state solo pedine nelle loro mani! E’ tutto finto!”

 

“Dannazione Misty! Quello che provo per te è di tutto ma non finzione!”

 

La ragazza rimase pietrificata dalle parole del ragazzo, che con il fiato grosso le stava rivelando di tenere a lei in un modo che forse, dall’inizio di tutta quella storia sembrava totalmente diverso.

 

“Mi hai ferita Ash! Una persona che tiene ad un’altra come dici tu non la ferisce!” disse Misty cercando un pretesto e non facendo altro che arrampicarsi sugli specchi.

 

“Io…non era mia intenzione…mi dispiace” disse abbassando il viso e lasciandosi coprire dalla visiera del berretto. Sapeva che in parte la ragazza aveva ragione, eppure non era stato in grado di fare nient’altro per lei. Aveva deciso di proteggerla allontanandola da sé. E solo adesso si rendeva conto di quanto, quella scelta, avesse logorato il loro rapporto.

 

“Ash…”

 

“Mi dispiace…maledizione…” cercò di ricacciare quel dolore e quelle lacrime per le scelte sbagliate che avevano portato solo dolore alle persone alle quali teneva. Se non fosse scappato in preda a quella rabbia sorda per essere stato incolpato di cose che non aveva fatto Brock – ne era certo – non sarebbe mai morto. Forse ferito, ma sarebbe ancora li con loro, non avrebbe permesso ai suoi amici di piangere la sua morte, non avrebbe permesso a Forrest di piangere e urlargli contro la sua rabbia.

 

Non riuscì a trattenersi oltre, quei giorni lontano da lei avevano smosso qualcosa dentro di lui che ora premeva ad uscire, e non voleva più lasciare che ciò accadesse. Non avrebbe più soppresso i suoi sentimenti per paura di non essere accettato o per pura timidezza o ingenuità.

 

“Misty…”

 

L’abbracciò, lasciando che pian piano il corpo rigido di lei si lasciasse andare e si adattasse al suo, mentre le sue mani ancora lievemente tremanti afferrassero la sua felpa e vi si aggrappassero quasi a sottolineare che una parte di lei avesse ancora bisogno di lui…del suo intero essere.

 

Era importante

 

E non voleva perderlo.

 

“Scusa Ash…mi dispiace…” disse scoppiando a piangere, e non solo per il dolore per Ash, ma per tutto ciò che era legato a lei.

 

“Andrà tutto bene…te lo prometto…”

 

Rimasero abbracciati per un lasso di tempo indefinito, lasciando che il respiro di entrambi si calmasse dopo la folle corsa. Certi che da quel momento, niente nel loro rapporto, sarebbe più stato come prima.

 

 

CONTINUA…

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: kogarashi