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Autore: Ausel    16/02/2015    5 recensioni
Avrebbe voluto piangere, ma il corpo disidrato non ne fu più capace. E sopratutto, non gli era concesso di essere debole. Non mentre fuori si svolgeva una guerra, non mentre l'ennesima perdita lacerava qualcuno. Ma non potè sentirsi in nessun altro modo mentre rivedeva il cadavere di Ron, immerso in una pozza che si confondeva con il colore dei suoi capelli, o quello di Hermione tenergli la mano. A fargli male, quando la rabbia sostituì il dolore, fu l'amara consapevolezza di non essere diverso da chi li aveva uccisi.
[Questa fanfiction partecipa ai contest "Harry Potter e le cinque W" e "Il mio titolo, la vostra storia"]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il trio protagonista, Luna Lovegood, Mangiamorte, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Un lampo di luce rossa sprizzò fuori dalla bacchetta di Harry e andò a colpire l'uomo di fronte, che cadde pesantemente al suolo. La ferita procuratagli dallo schianto contro le dure assi del pavimento si estendeva in fretta sul suo braccio destro, macchiando il Marchio. Harry non ci badò troppo e si girò di scatto, pronto a fronteggiare chiunque avesse tentato di attacarlo. Il corridoio pullulava di gente, di nemici. Un miscuglio di voci e urla si abbatteva contro i corpi senza vita di chi aveva provato a cambiare il mondo.

Il ragazzo respirò affannosamente, mentre il sudore colava dal viso come lacrime. Per un attimo si chiese cosa lo rendesse differente da un Mangiamorte, ma fu solo un istante. Schivò l'ennesima Maledizione Senza Perdono e si ributtò tra la folla, pronto a lottare finché ce ne fosse stato bisogno.

 

***


Harry poggiò la testa contro il vetro freddo, osservando le goccioline di pioggia scendere frettolosamente verso il basso. Ripensò a quando non era altro che un bambino e, approfittando delle uscite degli zii, si sedeva sul ripiano della cucina e immaginava quale goccia sarebbe arrivata per prima. Anche adesso, a distanza di anni, poggiò il palmo di un dito su di una e ne seguì il percorso. Partita dall'alto non era andata incontro che alla morte, e non sarebbe stata nè la prima nè l'ultima. Era successo lo stesso ai suoi amici, che ancora una volta avevano dato l'anima per lui, convinti che sarebbe stato in grado di porre fine a quello sterminio d'innocenti. 
Avrebbe voluto piangere, ma il corpo disidrato non ne fu più capace. E sopratutto, non gli era concesso di essere debole. Non mentre fuori si svolgeva una guerra, non mentre l'ennesima perdita lacerava qualcuno. Ma non potè sentirsi in nessun altro modo mentre rivedeva il cadavere di Ron, immerso in una pozza che si confondeva con il colore dei suoi capelli, o quello di Hermione tenergli la mano. A fargli male, quando la rabbia sostituì il dolore, fu l'amara consapevolezza di non essere diverso da chi li aveva uccisi. Anche lui aveva ferito, colpito, puntato la bacchetta verso un ideale difeso con il sangue. Non era diverso da chi aveva ammazzato per servire un padrone. Cosa rendeva giusta la loro causa? Prima di trovare una risposta, sentì qualcosa poggiarsi su una spalla.
«Ciao.»
«Ciao.» Harry deglutì la sofferenza «Hai saputo?»
«Sì, mi spiace.» Lo espresse così, semplicemente. Nente di più, niente di meno. Il giovane non potè fare altro che ridere amaramente. 
«Tutto qui? Non sai dire niente di più?» Le parole successive trasformarono il suo cuore in piombo. «Guarda che non torneranno, Luna.» 
«Lo so.» La ragazza parve rifletterci su un attimo. «Doveva andare così.»
Harry premette maggiormente il capo contro la finestra, desiderando poter sparire e lasciarsi tutto alle spalle. Non accadde.
«Ci andrai?»
«Da Voldemort?» Alzò le spalle, come se la risposta fosse ovvia. «Cos'altro dovrei fare?»
«Quello in cui credi.» Il tono di Luna si abbassò, quasi stesse per rivelare un segreto che li avrebbe salvati tutti. «È l’ignoto che temiamo, quando guardiamo la morte e il buio, nient’altro.»

 

***


La Foresta Proibita si estendeva minacciosa oltre la linea dell'orizzonte e contemporaneamente il sole si affrettava a tornare a casa. Desiderò ardentemente farlo anche Harry: tornare indietro, correndo, ammettere che quella Guerra era diventata una faccenda più grande di lui e che la sua anima di uomo aveva preso il volo insieme a quelle di Ron ed Hermione. Sì, sarebbe stato decisamente più facile. L'avrebbero guardato con pietà e compassione e... No, non avrebbe potuto sopportarlo.

Inspirò profondamente, riempiendosi i polmoni col profumo di erba bagnata, e mosse i primi passi. Stava andando incontro alla morte? Probabile. Però avrebbe dimostrato a chiunque, e a se stesso, che niente poteva impedirgli di alzarsi dopo essere caduto. Avrebbe vendicato le persone che amava.
Forse era un assassino anche lui, ma almeno sarebbe morto a testa alta. E quindi ritornò a salvare il mondo.

   
 
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