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Autore: _Giuls17_    18/02/2015    3 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The day I tried to live
 
Katniss rimase in silenzio ma non si voltò a guardare Peeta, in fondo riusciva quasi a riconoscersi in quella ragazza, c'era qualcosa che li legava, un destino fin troppo crudele aveva giocato con le loro vite ma Tris non ne era uscita vincitrice.
Si abbassò e le posò una mano sul ginocchio, le sue ferite necessitavano di cure, come anche il suo corpo, le ricordò se stessa quando aveva deciso di lasciarsi morire di fame in attesa della sua sentenza, poi tutto era cambiato, ma per Tris non c'era stato lo stesso aiuto.
Lei alzò lo sguardo e la guardò, cercando disperatamente qualcosa o meglio qualcuno a cui aggrapparsi per non crollare nuovamente in quel baratro.
 
-Forse è meglio che mangi qualcosa, puoi anche continuare domani.- Peeta parlò lentamente, senza imporre la sua presenza.
-Io... Voglio finire, ho bisogno che voi sappiate.- li guardò ed entrambi annuirono.
-Lui mi ha sparato, riesco ancora a ricordare il dolore, la sensazione del vuoto, della vita che ti scivola via, ero convinta di essere morta ma poi... Ho sentito la sua voce, quella di Tobias ed ho capito, che ero viva ma non potevo muovermi, non potevo parlare, mi ha toccato ed ha detto che ero fredda, ha detto che ero morta, capite?!
Ho provato a ribellarmi al mio corpo ma senza successo, quando ho aperto gli occhi per la prima volta, non ero più al Dipartimento, non ero più a Chicago, ero rinchiusa in una cella, piccola, fredda, le mani legate al pavimento.
Non avevo più i miei vestiti ma solo questo... Questo coso ed ho capito che qualcuno mi aveva guarito le ferite, qualcuno però che voleva qualcosa da me.
Non sono mai riuscita a vedere il volto dei miei assalitori, sequestratori, loro mi hanno torturata in tutti i modi possibili, con i coltelli, con i fili elettrici, mi hanno strozzato e hanno provato ad annegarmi, mi hanno picchiato e... Hanno abus...- sentì nuovamente le lacrime lungo il viso.
Stavolta Katniss agì senza pensare e la strinse a se, Tris si lasciò abbracciare e sprofondò nel suo collo.
 
Peeta ascoltò quelle parole, sgomentato, i metodi erano gli stessi di Capitol, gli stessi di Snow, tranne che per l'ultima parte ma stranamente non gli fecero nessun effetto, c'era passato anche lui ma era riuscito a superarlo, lentamente e nel corso degli anni, ma aveva avuto Katniss al suo fianco, quella ragazza invece era rimasta sola, per due lunghi anni.
 
-Loro hanno fatto degli esperimenti, hanno cercato informazioni che io non avevo e sono convinta che vogliano ancora creare soggetti Geneticamente Puri, parlavano di razze, di guerre, lotte e di giochi.-
Tris osservò la ragazza sbiancare davanti a lei.
-Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
-No.- sussurrò, alzandosi di colpo.
Le braccia di Peeta la strinsero forte, più forte di quanto si aspettò, ma solo in quel modo mantenne il contatto con la realtà, solo in quel modo impedì ai ricordi di fuoriuscire, al dolore di assalirla di nuovo.
-Li conoscete?-
-Abbiamo lottato per farli sparire, a caro prezzo, e tu ci stai dicendo che queste persone vogliono... Vogliono di nuovo quei maledetti giochi.- sbraitò, senza volerlo.
-Io... Non posso darvi la certezza di quello che vogliono o no fare, ma io devo tornare da Tobias, ho bisogno di lui...-
-Tris.- Katniss lasciò le braccia calde del suo ragazzo e sciolse la treccia.
-Noi non sappiamo dov'è Chicago, oltre i Distretti e Capitol City non sapevamo che esistesse altro, quindi dovremo cercare casa tua.-
-Va bene.-
-Sappiamo a chi chiedere aiuto, ma prima sei tu che hai bisogno di aiuto, okay?-
-Io... Grazie.-
-Come sei scappata?-
Tris alzò lo sguardo verso il ragazzo e chiuse gli occhi.
-Non tutti i Divergenti sono immuni ai Sieri, non tutti sono come me, ho semplicemente usato il Siero della morte sulla guardia del giorno e ho lottato contro gli altri per scappare.
Io dovevo andare via di lì.-
-Capisco.-
-Forza, adesso ci facciamo un bagno e poi medichiamo qualche ferita.-
 
Tris si lasciò trasportare da Katniss al piano di sopra, abbandonò sul pavimento il suo umile vestito e si immerse nella vasca, la ragazza l'aiutò a lavare via lo sporco dai capelli mentre lei pensava al corpo e silenziosamente si osservò.
Non era rimasto quasi più niente della ragazza Abnegante né tanto meno riuscì a riconoscere l'Intrepida, era un guscio vuoto, sentiva dentro di se cinquanta sfumature di tenebra, cinquanta sfumature di terrore, di paura, di rabbia e di solitudine.
Si guardò le gambe, troppe magre, ferite e deboli, il suo corpo era stato martoriato e maltrattato in troppi modi diversi, Katniss le passò uno specchio e sperò di rivedervi sua madre il giorno della Scelta, ma non fu così.
Lo specchio rifletteva una ragazza dai lunghi capelli biondi, adesso decisamente puliti, le ossa degli zigomi spuntavano prepotenti, era troppo magra.
 
Tobias non mi riconoscerà mai.
"Si ricorderà di te?"
 
Quel pensiero l'aveva più volte accompagnata durante le fredde notti che aveva passato rinchiusa, aveva sempre sperato che lui andasse avanti, che lui fosse capace di vivere, per questo aveva preso il posto di suo fratello ma adesso forse non ne era più così sicura.
 
E se mi ha dimenticato?
 
-Cosa significano i tuoi tatuaggi?-
Tris, distrattamente, osservò le macchie nere sul suo corpo morto.
-Gli Intrepidi erano soliti farsi tatuaggi, come per sottolineare il distacco con la fazione d'origine, questi.- disse, toccandosi la clavicola, -Sono per i membri della mia famiglia.
Sulla spalla sinistra ho il simbolo degli Intrepidi, mentre sulla destra quello della mia fazione, gli Abneganti.
Gli altri segni che vedi sono le torture che ho dovuto subire.- sussurrò, sfiorandosi la gamba rovinata da una cicatrice profonda.
-Quando abbiamo vinto... Hanno salvato alcune parti del mio corpo, il giorno che abbiamo vinto hanno fatto saltare in aria mia sorella ed io ho preso fuoco, ero la loro Ghiandaia Imitatrice, la ragazza di fuoco.
E mi sono accesa come una torcia.-
-Forse siamo più simili del previsto.-
-Già... Chi è Tobias?-
Chiese, sia per scacciare il pensiero di Prim sia perché quel ragazzo era l'unica costante della vita di quella povera ragazza.
 
-Lui... Era il mio ragazzo, io l'ho conosciuto quando sono entrata negli Intrepidi e l'ho amato molto.-
-Perché ne parli al passato, mi hai detto che stai tornando da lui, non è morto.-
-Perché lui crede che io sia morta, perché forse lui mi ha veramente dimenticato.- sussurrò piano.
L'ex Ghiandaia Imitatrice l'aiutò a farla uscire dalla doccia e le prestò un paio di vestiti, adesso aveva un aspetto notevolmente migliore e notò che alcune delle ferite stavano già guarendo.
 
-Quello che ho passato... Mi ha cambiato, io... Non sarò più quella ragazza, ho cinquanta sfumature di tenebra dentro di me e non me ne potrò mai liberare. Devo tornare da Tobias, da Quattro per dirgli che sono viva, per aiutarlo ad andare avanti ma non mi vorrà.
Non vorrà questa nuova me.-
-Tris...-
-Katniss io ti ringrazio, stai facendo molto per me e non so se riuscirò mai a ripagarti.-
-Io faccio ciò che è giusto per la pace, e abbi fiducia in te stessa. Peeta ha passato le tue stesse cose, loro me lo hanno portato via, lo hanno reso una macchina per uccidermi ed io avevo perso le speranze, solo col tempo lui è tornato: abbiamo lavorato molto sul nostro rapporto ed i suoi incubi non sono mai andati via però lui è qui.-
La bionda abbassò lo sguardo, in fondo sentì quelle parole vicino al suo cuore e capì che la ragazza di fronte a lei aveva ragione, tutte e due avevano compreso, però, troppo perfettamente la realtà dei fatti: ci sarebbe stata un'altra guerra ma avrebbe provato a lasciare Tobias in disparte.
-Tu però non hai toccato il corpo freddo di Peeta per colpa di alcuni mostri che giocano ad essere Dio.-
-No.-
-Lui sì e credo che non lo supererà mai.-
 
Katniss scosse leggermente la testa, dispiaciuta, nonostante sapesse che le situazioni non potevano di certo equipararsi, avrebbe voluto esserle d'aiuto almeno un po’.
Scesero al piano di sotto e trovarono Peeta vicino ai fornelli e il cibo già sul tavolo.
-Potete parlarmi degli Hunger Games?- chiese l'ospite.
 
-Gli... Hunger Games erano dei giochi che aveva istituito Capitol City, per ricordarci che eravamo dei sottomessi, che loro avevano il potere di distruggerci; sorteggiavano il nome di un ragazzo e di una ragazza da ogni Distretto, ci sono dodici distretti, il tredicesimo è stato distrutto molto tempo fa; ci facevano allenare, ci rendevano macchine da guerra e ci buttavano in un’arena, in attesa che ci uccidessimo, che uno solo di noi sopravvivesse.-
Katniss chiuse la bocca, rendendosi conto di aver nuovamente provato quell'odio che aveva nascosto nei meandri del suo cuore per tutto quel tempo.
-Voi avete partecipato agli Hunger Games.-
Lei stessa si accorse che Tris non le aveva fatto una domanda.
-Sì, per due volte.-
-Tutti e tre abbiamo passato le pene dell'inferno perché credo che per volerli nuovamente voi siate riusciti ad abolirli.-
-C'è stata anche qua una guerra e si anche noi abbiamo vinto.-
-Solo che da voi la pace dura.-
-Non se sabotano il Governo e ripristino gli Hunger Games, tutti i nostri sacrifici sarebbero stati inutili.-
-Come faremo allora per fermarli?-
-Hai detto che devi tornare a Chicago, so chi chiamare, ci faremo dare una mappa, un hovercraft e un pilota.-
-Spero solo che la Paylor ti conceda tutto questo.- sussurrò Peeta.
-Chi è?- domandò Tris, voltandosi verso Katniss che si era avvicinata al telefono.
-Semplicemente il Presidente di Panem.-
 
***
 
Quattro si sedette su una delle sedie libere e aspettò che anche gli altri fecero lo stesso, quello era l'unico giorno della settimana libero che passavano assieme.
Cara, nonostante l'abolizione delle fazioni aveva deciso di continuare il suo lavoro e di chiedere il trasferimento all'ospedale; Zeke che come lui era stato Intrepido fino al midollo, lavorava nella polizia e Christina come lui, aveva richiesto di lavorare ai piani più alti, molte più scartoffie che azione e Evelyn aveva accettato.
Erano tutti degli eroi di guerra per quella città che ricordava perfettamente gli orrori che aveva dovuto passare per colpa di Jeanine, e nessuno si era opposto alla loro decisione.
-Sembri più silenzioso del solito.-
Si voltò verso Christina e le sorrise, accorgendosi per la prima volta di quanto fosse cambiata negli ultimi due anni, di quanto fosse diventata bella e adulta.
 
"Forse più di Tris."
Non lo saprò mai, non la vedrò mai invecchiare.
 
Improvvisamente percepì un calore sulla sua mano e una piccola pressione, guardò la mano di Christina sulla sua, piccola e calda, gli stava sorridendo e sentì il suo cuore riscaldarsi a quel contatto, nessuno lo aveva più toccato in quel modo.
Nessuno gli aveva più ricordato che anche lui era vivo.
-Io ti starò sempre vicina.-
-Lo so.- rispose piano.
Qualcosa dentro di lui però si attivò.
 
"Stai facendo un torto a Tris."
E´davvero così? Posso considerarlo un torto il desiderio di rifarmi una vita dopo due anni di inesistenza, di dolore, di pianti e di sofferenze?
L'avrebbe voluto anche lei.
"Non così"
 
-Ti va di fare due passi?- domandò senza pensarci.
-Sì.-
Christina guardò Cara che annuì impercettibilmente e si ritrovarono in poco tempo all'aria fresca.
Quattro allungò la mano e prese nuovamente la sua, sentendo un calore irradiarsi alla base del cuore.
 
-Pensi sempre a lei, vero?-
-Non sono mai riuscito ad escluderla dai miei pensieri, ci ho provato.-
-Lo so che è difficile, ma il tempo aiuta.-
-Aiuta a dimenticare le persone che sono state importanti.-
-Sì, ma io non voglio che tu ti dimentichi di me.-
-Perché?- si fermò, facendo fermare anche lei.
-Sei l'unica persona per la quale riesco ancora a sorridere, a lottare, dopo tutto quello che c'è successo. Vorrei essere di più per te.-
-Di più?- pronunciò quelle parole quasi in un sussurro.
-Quattro abbiamo tutto il tempo di questo mondo per capire se possiamo amarci o meno.-
Improvvisamente però il calore che stava provando svanì, non aveva più pensato all'amore dalla sua morte, non credendo di esserne nuovamente capace.
-Non avere paura, io non ti lascio solo.-
Annuì e ripresero a camminare, per la prima volta sentì quelle parole così vicine a se e decise che provarci non sarebbe stato un grande sacrificio.
 



Angolo dell'autrice: Bè... GRAZIE!!! Sono così felice per troppe cose, il numero dei lettori, le recensioni, chi la mette nei preferiti, recensite o ricordate che... Non riesco a trovare le parole giuste. 
^^
OMG!!
Bè basta con questi scleri personali, adesso torno seria ** Katniss vede qualcosa in quella ragazza che le ricorda tutto il dolore che la morte di Prime le ha provocato, non riesce a lasciarla andare e vuole aiutarla.
Peeta è un pò poiù razionale ma anche lui sente una certa vicinanza con lei.
Tutto dipenderà dalla Paylor (Ma solo io non mi ricordo come si chiama di nome? Non trovo niente anche su internet, PANICO!!!)
Quattro invece sta razionalizzando molto la situazione con Christina, non sapendo ancora cosa ciò comporterà.
Ma adesso vi lascio allo spoiler, per il prossimo capitolo :)

“Era la sua migliore amica…”

Ed io il suo ragazzo, ma avrebbe voluto che io fossi felice, non lo pensi anche tu?
“Sì, ha scelto se stessa e non Caleb perché tu saresti riuscito ad andare avanti, a differenza sua, ma forse si sarebbe aspettata un’altra ragazza al tuo fianco.”
Non penso che riuscirò a trovarla.
“In realtà non vuoi, Tobias.”
Io sono Quattro, Tobias è morto quel giorno.
“Certo, me n’ero quasi dimenticato.”

 
   
 
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