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Autore: _Giuls17_    15/02/2015    3 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The return
 
 
~Due anni dopo~
 
Quattro sì alzò dal letto e quasi automaticamente si piegò per sistemarlo, preferiva farlo appena sveglio invece che rimandare a dopo.
Guardò senza soddisfazione la sua piccola opera ed andò in bagno per una doccia veloce, saltò la colazione e si diresse direttamente fuori dalla sua nuova casa.
 
Negli ultimi due anni i cittadini della nuova Chicago avevano depositato il passato in un angolo: le fazioni, il Governo centralizzato dagli Abneganti per dare vita a un nuovo stile di vita; inizialmente era stato terribilmente complicato, Johanna e sua madre si erano fatte carico di quel fardello così pesante che anche lui aveva dubitato della riuscita, ma solo dopo pochi mesi arrivarono i primi veri risultati ed adesso tutti gli abitanti si erano abituati a un altra vita.
A essere diversi, a poter fare più lavori, ad avere anche altre opportunità oltre le fazioni.
Anche lui c'era riuscito, scrollarsi di dosso la maschera di Intrepido era risultato difficile, forse troppo, ma c'era riuscita grazie a Christina, e agli altri suoi amici.
Loro erano il suo unico collegamento con la vita, perché lei lo aveva già lasciato.
Non c'era giorno che passava senza pensarla, senza ricordare i suoi tratti, il suono della sua voce, i suoi movimenti delicati e il suo modo di sorridere.
 
"Ti fai solo del male."
Lo so, perfettamente, ma è l'unico modo che conosco.
"Potresti dimenticarla e basta."
Non posso.
"Però Lei comunque ti ha spinto a farlo."
Lei non potrà mai farmi cambiare idea.
"Christina sa essere persuasiva, quando vuole."
 
Scacciò quel pensiero dalla testa, Christina era diventata la sua migliore amica, nonostante l'inizio polveroso che avevano avuto al quartiere degli Intrepidi, ma in quel periodo e nel suo stato, aveva trovato l'unica persona che comprendesse il suo dolore.
L'unica persona che fosse capace di accettarlo, in quel modo, senza chiedergli di cambiare.
Quattro alzò lo sguardo verso il sole, la stagione estiva era sempre più vicina, come il caldo, abbassò gli occhi e incrociò un paio di persone che correvano lungo la strada, altre intente a lavorare all'interno di un edificio.
Tutto era cambiato, avevano creato nuovi edifici, ristrutturato vecchi, dato una vita normale alle persone che non sapevano neanche cosa volesse dire, ma lui non aveva mai dimenticato che nonostante la loro indipendenza da qualche parte il Governo stava ancora lottando per ottenere persone Geneticamente pure, persone Divergenti.
La loro piccola vittoria era quasi insignificante in confronto al pericolo degli Esclusi, anche se negli ultimi due anni non avevano creato più problemi.
 
-Oh sei arrivato.-
Christina gli scoccò un bacio sulla guancia e lui saltò con la mano anche Zeke e Cara.
-Tutto bene Quattro?-
-Sì.- rispose automaticamente, e silenziosamente si avviò con il gruppo per una normale giornata.
 
***
 
Katniss aveva deciso che quella mattina sarebbe uscita a caccia, nonostante il dodici fosse di nuovo popolato e la decisione del nuovo Governo di trattare tutti i Distretti allo stesso modo, quella era l'unica che non era riuscita a dimenticare.
Cacciare le ricordava sua sorella, il periodo dei giochi e il rischio continuo per mantenere la sua famiglia.
Quella vita non le mancava, le mancava tornare a casa e non trovare il viso dolce di Prim che la guardava in adorazione.
Indossò la giacca di suo padre e prese l'arco con la faretra, cercando di fare meno rumore possibile.
 
-Ogni giorno mi convinco che tu non uscirai come una ladra dalla tua stessa casa, ma ogni mattina mi ricredo sempre.-
-Peeta non volevo svegliarti.-
-Lo so, ma senza di te tornano gli incubi.- sussurrò, avvicinandosi a lei, spostandole una ciocca di capelli dietro le orecchie.
-Anche i miei ieri sera sono tornati è per questo che devo uscire.-
-Lo so, non è un problema per me.-
Katniss alzò lo sguardo e gli sorrise, negli ultimi due anni avevano lavorato molto sul loro rapporto, domanda dopo domanda, erano riusciti a creare una base abbastanza solida, qualcosa che neanche la devastazione di Snow era riuscito a impedire, loro si amavano e nessuno li avrebbe separati, non di nuovo.
-Starai attenta.-
-Lo prometto.-
-Tornerai da me?-
-Tutte le volte. Io torno sempre da te, Peeta.- allungò il collo, quel poco per baciarlo e provò un brivido lungo la schiena.
Lui le faceva sempre quell'effetto.
-A dopo.- sussurrò sulle sue labbra, si voltò ed uscì di casa.
 
 
Nei due anni appena trascorsi il dodici aveva ripreso ad essere popolato, sia da vecchi abitanti, sia da altri Distretti, salutò un paio di ragazzini che stavano giocando sul prato e si diresse alla vecchia recensione, quella era stata la prima cosa che la Paylor aveva eliminato, come anche negli altri distretti e soprattutto aveva reso accessibili a tutti la possibilità di viaggiare tra i vari Distretti.
Osservò il cielo, era leggermente nuvoloso e in fondo le sarebbe stato utile per celarsi, sfiorò il vecchio tronco dove una volta nascondeva il suo arco quando andava a caccia con Gale, quel pensiero la rattristò.
Il suo migliore amico dopo che lei era stata mandata al dodici era partito per sanare gli ultimi conflitti, non si erano più visti da quel giorno, lui non era più tornato e in fondo sperava di poterlo rivedere, solo per un ultimo saluto.
Era stato la sua costante prima dei giochi e anche se era certa di amare Peeta, non aveva smesso di volergli bene.
Quel pensiero le risultava impossibile.
 
Percepì il rumore di rami rotti e prese una freccia, non aspettandosi una preda solo dopo pochi minuti di caccia.
Rilassò i muscoli e si concentrò su tutti i suoi sensi, sia i giochi che la sua esperienza l'avevano resa una cacciatrice esperta e col tempo quella era stata l'unica abilità che le era rimasta.
Mise in tiro la freccia e puntò il suo bersaglio, l'animale correva così veloce che il cuore aumentò il suo ritmo, strinse gli occhi per prendere la mira ma quando percepì che era arrivato il momento si fermò: un ragazza le si fermò davanti invece di un'animale impazzito.
La guardò velocemente, gli occhi erano spauriti, il corpo troppo esile, rendendosi chiaramente conto che era mal nutrita, i capelli erano lunghi, sfibrati e sporchi, aveva segni di colluttazione, graffi sulla faccia e anche sulle braccia, indossava una strana divisa anche se la sua mente gli suggerì che doveva essere un vestito da prigioniera.
 
-Chi sei tu?- urlò in sua direzione.
Lei si era fermata, osservandola, i suoi occhi vagavano dappertutto alla ricerca di qualcosa di familiare, ma Katniss si rese conto che non stava trovando niente.
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
Sto cercando di trovare la strada per tornare indietro, da Tobias.
Lui pensa che io sia morta.-
 
Katniss osservò nuovamente quella ragazza ed improvvisamente nei suoi occhi vi lesse lo stesso terrore di quelli di Peeta quando lo avevano depistato, quando lo avevano salvato da Snow.
Le si strinse il cuore ed annuì.
-Ti aiuterò.-
 
*
 
-Sei già tornata?-
Peeta passò davanti l'ingresso ma quando vide Katniss si bloccò, stava sostenendo una ragazza con il braccio destro e buttò a terra l'arco subito dopo aver chiuso la porta di casa.
-Chi è?-
-Prendila dall'altra parte e aiutami.-
Il ragazzo reagì in automatico ed aiutò la sua ragazza a trasportare l'ospite nel salone, la lasciarono scivolare lungo la poltrona.
Tris si portò le gambe al petto e le abbracciò, posandoci sopra la testa, per proteggersi contro di loro.
-Cos...-
-Aspetta per favore, adesso lei mi ha promesso che ci racconterà tutto, portale solo un pò d'acqua mentre io le lavo la faccia con uno straccio, poi dovremo farla mangiare.-
-Ti fidi?-
-Sì.- sussurrò, sorridendogli e solo allora Peeta si mise in azione.
Aiutò Katniss il più possibile ma notò che la ragazza si ritirò quando lui provò a passarle l'acqua, aveva deciso che si sarebbe fidata solo di Katniss e solo lei riuscì a lavarle il viso e a farla rilassare un po’.
-Vuoi qualcosa di più caldo.-
-No.- disse piano, e solo allora lasciò andare le gambe.
 
-Mi hai detto di chiamarti Tris, giusto?-
Peeta la vide annuire e lui si sedette sul divano davanti alla sedia mentre Katniss le rimaneva accanto.
-Tris cosa ci facevi nel bosco del dodici?-
-Dodici?- chiese alzando la testa, spaesata.
-Sei al Distretto dodici.-
-Cos'è il Distretto dodici?-
-Non... Da dove vieni?- chiese Katniss, cambiando domanda.
-Da Chicago.-
-Meglio iniziare dall'inizio.- sussurrò il ragazzo e anche lei annuì.
 
-Il mio vero nome è Beatrice Prior e vivevo nella fazione degli Abneganti, eravamo famosi per il nostro altruismo, ripudiavamo la bellezza... Eravamo strani o almeno io mi sentivo strana in quella fazione.
A sedici anni abbiamo l'obbligo di sottoporci al test attitudinale.-
-Chi?- domandò Peeta curioso.
-Una volta erano i Capofazioni degli Intrepidi, Abneganti, Pacifici, Eruditi e dei Candidi, ma adesso non conteranno più niente.
Il test serviva per fargli capire a quale fazione saremo stati più adatti, ma il mio è risultato inconcludente.-
-Poteva... Succedere?-
-No, mi hanno chiamato Divergente. Mi hanno detto che sarebbe stato difficile controllarmi perché io non seguo allo stesso modo le regole, ma questo... Adesso non c'entra.- chiuse un attimo gli occhi per assimilare tutti i suoi ricordi.
-Dopo il test ci permettono di scegliere, se rimanere con la nostra fazione d'origine, o se sceglierne un'altra, alla fine io ho scelto gli Intrepidi, i coraggiosi.
Tutto da quel momento in poi è peggiorato, ed io e Tobias ci siamo ritrovati a lottare per qualcosa che era al di fuori delle nostra portata.-
 
Katniss guardò Peeta, riuscendo a percepire perfettamente i suoi pensieri, lei era stata la Ghiandaia Imitatrice prima di accettare quel ruolo, anche loro si erano ritrovati a combattere contro qualcosa di troppo grande.
-Cosa succede dopo?-
-Riusciamo, dopo una serie di attacchi, di perdite, a depistare la fazione che cerca di prendere il comando: gli Eruditi.
Riusciamo a batterli e crediamo che tutto sia finito, che adesso possiamo tornare a costruire il nostro mondo ma scopriamo che il loro capo: Jeanine, stava nascondendo qualcosa.
Un filmato che mostrava che la nostra città era solo un esperimento del Governo per creare, i Geneticamente Puri, soggetti con il DNA perfetto, soggetti che dovevano contrastare i Geneticamente Danneggiati, volevano purificare la razza.-
-I Divergenti sono i Geneticamente Puri?-
-Sì.- sussurrò Tris, si riabbracciò le gambe e Katniss capì che adesso era arrivata la parte difficile.
-Anche in questo caso ci siamo trovati a combattere contro i capi del Dipartimento di Sanità Genetica, inizialmente ci siamo illusi che non fossero un problema, ma dopo una serie di attacchi dove un mio caro amico ha perso la vita, David, il capo, aveva deciso di usare il Siero della Morte sugli abitanti della città ma io l'ho fermato.-
-Aspetta, prima di continuare parlaci del Siero.- chiese Peeta, in tono gentile.
 
-Ogni fazione è famosa per la creazione di un siero, gli Intrepidi hanno il Siero per le Simulazione, per aiutarti a sconfiggere le paure; i Candidi usano un siero della verità, loro ripudiano le bugie; il siero degli Abneganti cancella la memoria, lasciando solo quella base; quello dei Pacifici ha le potenzialità di una "droga", calmando l'animo violento; l'ultimo ma non meno importante quello degli Eruditi che ti uccide.-
-Quindi David voleva uccidere tutti gli abitanti di Chicago?-
-Sì, perché non avevamo risposto prontamente all'esperimento.-
-Come lo hai fermato?- domandò Katniss lentamente.
-Posso resistere a tutti i Sieri, anche a quello della Morte, nella Camera degli Armamenti era stato attivato così da depistare qualsiasi possibilità di sopravvivenza, sono entrata io e ho inserito l'attivazione del Siero che cancella la memoria per il personale del Dipartimento, li avremo fatti dimenticare tutto, ma...-
-Ma?-
-David mi ha sparato, due colpi, ed io... Sono morta.- concluse, sentendo le lacrime scenderle lungo la guancia e finalmente, dopo due anni, riuscì a piangere tutto il suo dolore.
 



Angolo dell'autrice: Bene, a pochi giorni di distanza ho deciso di postare un nuovo capitolo, ero troppo curiosa per aspettare troppo XD Intanto voglio ringraziare tutte le persone che hanno usato il loro tempo per leggere la mia storia: vi ringrazio per la fiducia e spero di non deludervi ^^
In secondo luogo, aggiungo, che mi fa davvero piacere che molti di voi abbiano visto l'immagine che ho usato per il banner, nella pagina face, se non fosse stata per quella foto avrei avuto non poche difficoltà.
Ma detto ciò, vi lascio un piccolo spoiler e ci vediamo la prossima settimana :)


-Quello che ho passato... Mi ha cambiato, io... Non sarò più quella ragazza, ho cinquanta sfumature di tenebra dentro di me e non me ne potrò mai liberare. Devo tornare da Tobias, da Quattro per dirgli che sono viva, per aiutarlo ad andare avanti ma non mi vorrà.
Non vorrà questa nuova me.-

 
   
 
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