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Autore: Heyale    18/02/2015    7 recensioni
Teresa e Thomas non sono mai diventati più di semplici pive, non è mai cambiato nulla qui, nella Radura. I novellini continuano ad arrivare, io continuo a mappare il Labirinto e il mondo gira ugualmente per tutti. Insomma, per lo meno finché non si unisce a noi una nuova Fagiolina, e Alby decide di affidarla a me.
Punto uno: non ne so il motivo.
Punto due: devo cercare di, come dice sempre Newt, essere meno bastardo di quanto io sia in realtà.
Punto tre: non voglio essere il caspio di tutore della caspio di ragazza.
Punto quattro: rivedere il punto due.
Dal testo:
"Minho!" Thomas mi raggiunge di corsa, dandomi una pacca sulla spalla. "Mi hanno mandato a dirti che si è svegliata."
"Che gioia. L'andrò a prendere domattina, penso. Se ne avrò voglia" faccio una breve smorfia.
"Dovrai almeno far finta di essere meno bastardo di quanto tu sia, cacchio" sbotta Newt, sedendosi di fianco a me.
"Un Dolente sarebbe stato più gentile di te. Persino quando ha tentato di ammazzarmi" lo guardo male. "Newt, mi conosci, non voglio pesi sulle spalle."
"Guarda che hai solo una cintura e uno zaino" ridacchia, dandomi una spallata. Ah ah, simpaticone.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chiamami Velocista cap.7
CAPITOLO SEI


Sento una mano stretta attorno alla mia.
Sono sicuro che non sia un ricordo, perché adesso riesco a pensare quasi lucidamente. L'unica cosa che mi impedisce di parlare forse è la stanchezza opprimente che mi intorpidisce del tutto, ma del resto sento ogni sensazione sulla mia pelle. Sento di essere rincaspiato talmente tanto da pensare di sentire le voci di Teresa e Thomas nella stanza, forse stanno ridendo o forse stanno parlando. Come il solito, del resto. Nessuno è mai riuscito a capire cosa ci sia tra quei due pive, forse niente o forse qualcosa, ma purtroppo nella Radura c'è troppo da fare per pensare anche a queste smancerie da romanzo rosa.
Se potessi alzarmi e ricominciare a litigare amorevolmente con Alby lo farei, è decisamente fastidioso non poter sentire la sua soave voce impedirmi di tentare il suicidio nel Labirinto. Veramente, ne sento la mancanza.
Anche se il velo di sudore che mi ricopre interamente mi ricorda tanto ogni fine giornata, quando le porte si chiudono e noi usciamo di corsa, dato che spesso e volentieri siamo in ritardo. Oltre a ciò, non può mancare un caspio di dolore al collo, esattamente...dopo non so quanto tempo fa...sono stato punto.
Avanti, razza di pive, alzati!
No, niente da fare. Sono inchiodato qui.
Ah, giusto, sono furbo.
Ho cinghie dappertutto, è chiaro che non posso alzarmi. Minho e il cervello, prima parte. Si spera di non vedere mai la seconda.
Intanto proviamo ad aprire gli occhi, magari vedere chi è quel pive che si permette di tenermi la mano come se stessi morendo. Insomma, sono solo stato punto da un Dolente e ho solo subìto la Mutazione, gente, non è che...no, okay, c'era la possibilità di dire ciao ciao a Minho. Ma sto bene, quindi magari potrebbero evitare smancerie varie che si fanno solo tra ragazzo e ragazza. Mi sentirei leggermente in imbarazzo a scoprire un Raduraio.
"E' sveglio!" grida Thomas -forse- e sento un gran trambusto.
Mh, interessante la cosa. Non sapevo nemmeno io di essere sveglio e l'hanno capito loro.
Carino.
E uno, due, tre...occhi aperti, evvai!
Per fortuna non è un Raduraio la persona che mi sta tenendo la mano. Ma, teoricamente, se i Velocisti mi avessero prestato un attimino della loro bellissima attenzione avrebbero capito che non volevo assolutamente che Kath mi vedesse durante la Mutazione. Insomma, io ho già assistito ad un paio di questi processi, ed è estenuante sentire costantemente urlare, i lamenti di dolore e il fattore peggiore è forse vedere il corpo dell'interessato dimenarsi spasmodicamente sul letto.
E invece è seduta accanto a me con un sorrisone dipinto in volto, forse il primo che le vedo fare, e con la mano serrata attorno alla mia. Credo sia un po' che non dorme, dato che ha due profonde occhiaie sotto gli occhi enormi, addirittura rischiano di coprire le lentiggini. Mi sento leggermente in colpa.
Ma non perché lei non abbia dormito e si sia preoccupata, ma perché a me dà quasi fastidio questo attaccamento.
Caspio, ci mancherebbe solo che diventassimo pappa e ciccia e che girassimo a braccetto tutto il giorno per la Radura. Questa pive deve mettersi in testa che se vuole un compagno di giochi, beh, per quello c'è Newt. Con tutto il rispetto per il vice-capo, s'intende.
"Ehi, amico, stai bene?"
La testa bionda di Newt spunta alla mia destra, aperta in un sorriso di sollievo: "Non sai quanto ci hai fatti preoccupare, faccia di caspio."
"Da quanto sono qui?" mormoro, sentendo la voce vibrare parecchio nelle corde vocali.
"Quasi due settimane. Ci hai messo più degli altri."
"Forse hai dovuto ricordare più cose" interviene Alby, spuntando invece alla mia sinistra.
"In realtà no" rispondo, sentendo le cinghie mentre vengono sfilate dalle mani, dalla pancia e dai piedi. "Ho ricordato molto poco. Forse ho dormito."
"Ti sei dimenato parecchio" sussurra Kath, guardandomi negli occhi, preoccupata. Mi bacerei i gomiti se mi fossi limitato a dimenarmi.
"Quanto sei stata qui?" le chiedo, alzandomi piano fino a mettermi seduto. Ora la visuale è più chiara: Thomas, Teresa, Newt, Alby e Kath. Tutti attorno a me.
Questo mi sta facendo saltare i nervi. Insomma, capisco la preoccupazione per quello che può essere un amico, anche se non so se questo valga per Alby-vi-ammazzo-tutti, ma comunque ritrovarmi cinque facce che mi fissano appena mi sveglio dopo essere stato nel limbo per due settimane fa abbastanza paura. Come se cinque maniaci mi avessero fissato in stile "ti ammazzo nel sonno" per due settimane, insomma, non è di certo il massimo. Alby mi inquieta più di tutti.
"Tutto il tempo" mi risponde, abbassando lo sguardo mentre ritrae la mano.
Oh no, che adesso non si metta a fare l'imbarazzata o caspiate varie, non la potrei sopportare un secondo di più.
Forse la ragazzina non ha capito che c'è una Radura a cui star dietro e un Labirinto da percorrere ogni giorno, e di certo non c'è spazio per sentimentalismo, amicizie indissolubili e girotondo tutti insieme appassionatamente. Una volta che tornerò a pensare lucidamente sarà la prima cosa che le dirò. Si tratta solo di aspettare pochi giorni, almeno spero.
"Ti lasciamo dormire, Minho" sospira Alby, picchiettando sulla spalla di Kath. "Riprenditi. Clint verrà stasera per darti da mangiare."
"D'accordo" mormoro, chiudendo di nuovo gli occhi. Stento davvero a riconoscermi.


"Newt" chiamo il biondo davanti a me, che cerca di distrarmi dicendo caspiate su caspiate insieme a Thomas, quest'ultimo seduto di fianco a me, sul letto. "Dimmi che stasera mi lasciano andare."
E' il terzo giorno che sono costretto a giacere in questa stanza con l'unica compagnia di Thomas e Newt, ho esplicitamente chiesto di non vedere altre persone, dato che con Kath voglio parlare solo quando sono lucido e Alby-vi-uccido-tutti non è un buon compagno di chiacchierate.
"Stasera sarai libero, pive" sorride Newt, dandomi una pacca sulla spalla. "E' impressionante quanto tu, faccia di caspio, voglia rimetterti a correre dopo la Mutazione. Sei impossibile."
Faccio un sorrisetto, passandomi una mano tra i capelli: "Sempre stato. Piuttosto, Kath ha smesso di chiedere di me?"
"No" ridacchia Thomas. "Si può sapere come fai a starle simpatico?"
"Da che pulpito!" esclamo, fintamente offeso. "Mister scappo-in-una-fuga-amorosa-con-Newt per lasciare Minho a vedersela con Alby!"
"Eri così dolce anche ieri, faccia di caspio?" ricambia Thomas, dandomi un sonoro pugno sulla spalla, ridendo.
Ridi ridi, stronzo. Che poi vediamo chi ti fa uscire ancora nel Labirinto.
"Sono sempre stato dolce, non metterlo in dubbio" sghignazzo, ricambiando il pugno.
"In qualche modo, però" interviene Newt, sedendosi sul letto. "Quella tipa tiene a te. Ci è voluto Alby per dissuaderla."
"Che ne so io" me ne esco, portando la testa sul cuscino.
Meglio non avere pensieri ad incaspiarmi la testa.



Aria.
Finalmente aria.
Finalmente non puzzo più come un degenerato, non ho più i capelli sporchi, non ho più gli abiti sgualciti e non sono più costretto a stare su quel letto infernale.
Riesco a reggermi in piedi, riesco a correre come un'allegra capretta per la Radura e, soprattutto, respiro aria pulita. L'aria della mia camera stava cominciando a farmi venire la nausea, dato che ormai Thomas e Newt erano sempre -e ripeto sempre- lì con me per tenermi compagnia. Sebbene siano due emerite teste di caspio, non posso dire che non siano -forse gli unici- veri amici.
Per non parlare dei patetici siparietti fatti con le loro calze.
"Hai intenzione di entrare lì ancora, Velocista?"
Mi giro di scatto verso Kath, che mi sta guardando assai male. Spero per lei che non creda di riuscirmi a fermare con qualche bella parola sputata a caso.
"Direi di sì" rispondo, continuando ad allungare i muscoli della schiena.
"Ti hanno dimesso ieri sera, non è meglio aspettare?"
"Tre settimane sono già troppe, devo aspettare ancora?" faccio un sorrisetto, appoggiando una mano sulla sua spalla. "Mi dispiace, ma sono io ad essere il tuo tutore. Non tu il mio."
Ci mancherebbe solo questa, adesso. Prima una pive affidata a me, la puntura, la Mutazione e ora dovrei anche restarmene fermo magari a servire il pranzo ai Radurai?
Che ne sarebbe di me con la traversa da cuoco, caspio?
Sembrerei solo una casalinga in pensione circondata dai gatti.
"Mi hanno obbligata a starti distante per una settimana, sai com'è, magari mi sono anche preoccupata per te."
Ecco, lo sapevo io.
C'avrei messo la mano sul fuoco che prima o poi la ragazza avrebbe detto una cosa del genere. Forse si aspetta che io cambi idea e mi dedichi a lei raccontandole tutti i beati caspi miei, ma si sbaglia. E pure di grosso. Okay, ammetto di essere veramente insensibile, ma s'impara ad essere così dopo che si rischia la pelle ogni giorno.
"Non dovevi. Stavo bene" concludo infine, allungando i muscoli delle gambe.
"Hai intenzione di fare lo stronzo ancora a lungo?" Kath ricambia il sorrisetto, portando le mani ai fianchi.
Devo capire se questa ragazza sia come me o se sia il mio opposto. E' difficile da capire. Ma le donne, per definizione, sono difficili da capire. Specialmente per un Velocista di un caspio di Labirinto.
"In effetti no" ribatto, sistemandomi la cinghia sulle spalle. "Sfortunatamente, carissima Kath, hai davanti il vero Minho. Mi dispiace per te."
"Non dispiacerti per me, carissimo Minho" sorride lei, facendomi l'occhiolino. "Preoccupati per te stesso, e per tutte le persone che allontani."
Oh oh, la ragazzina colpisce in basso. Mira alto, colpisci in basso. Peccato che provarlo sulla mia pelle fa un effetto decisamente diverso.
"Chiederò ad Alby di affidarmi a qualcun altro, tranquillo" conclude, portando le mani dietro la schiena.
"E cosa gli dirai?"
"La verità."
"Ossia?" ho mai detto quanto odio i giri di parole? Deve esserci un girone all'inferno per quelli che fanno costantemente giri di parole.
Forse però ci finirei anche io.
"Ossia che mi stai sul -come dici tu- caspio, che io non sopporto te e tu non sopporti me. Semplice, no? Magari mi affiderà a Newt."
Si stringe nelle spalle, lasciando che alcuni ciuffi scuri ricadano sugli occhi. Semplice, sì, ma fa uno strano effetto sentirsi sbattere la realtà in faccia. Faccio davvero così schifo a fare amicizie?
"Fa' quello che ti pare" mormoro infine, correndo dentro il Labirinto.
Faccia veramente quello che vuole, quella pive del caspio.


Okay, se verrò punto di nuovo, prima di mettermi a correre per una giornata farò almeno cinque giorni di riabilitazione. Dopo solo due ore avevo il fiatone, e non potrei essere più felice di essere tornato nella Radura, anche se Alby sta urlando addosso a Thomas per non so qualche motivo, Teresa e Kath sono sedute vicine e Newt forse sta aspettando me, dato che è seduto una decina di metri più distante dalle porte che sto attraversando.
"Newt!" lo chiamo, dandogli una sonora pacca sulla spalla. "La tua ragione di vita è tornata!"
"Prima che tu diventi la mia ragione di vita, Alby deve diventare gentile" sbotta, facendo un sorriso. "Cosa intendi fare riguardo alla ragazza? Vuoi veramente lasciare che passi sotto la mia custodia?"
"Perché no?" gli domando, raggiungendo il resto dei Radurai al Casolare. "Insomma, un pensiero in meno."
"Sarebbe stata una buona occasione per avere un'amica, Minho. Sai meglio di me che non è facile starti intorno."
Newt e "consolazione" non possono assolutamente stare nella stessa frase, teniamolo a mente. Mai.
"Grazie, amico" gli metto una mano sulla spalla, guardandolo male. "Tu sì che sai come farmi star meglio."
"Quindi ammetti di essere triste?"
Triste?
Sono triste solo se la marmellata di pesche è finita ma c'è ancora del pane, ecco. Direi piuttosto di essere rassegnato, a questo punto. Nulla di più. Sono in pace con me stesso, per il momento, insomma, finché la mia stabilità mentale non mi lascerà del tutto. Il che non credo impiegherà tanto ad accadere.
"Lascia stare, Newt, per favore" gli faccio cenno con la mano di fermare la sua parlantina. "I miei problemi li risolvo da solo."
"Quindi ammetti di avere dei problemi?"
Ci risiamo.
"Non sto ammettendo niente, dico solo che ciò che mi dà pensieri non ti deve interessare."
"Quindi c'è qualcosa che ti dà pensieri?"
Vaffancaspio, Newt.





Ehilà pive, sono tornata!
Ho già iniziato a fare il sequel di questa storia, non potevo abbandonare il mio Minho e la mia Kath :')
Grazie sempre di tutto, un bacio :*

Ale xx

  
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