Ad Akami, perché è pandosa. ù.ù
Birthdays
*A panda
Story*
23
settembre 1990
Anche quell’anno, Choji non era riuscito ad essere al compleanno di
Shikamaru, ma, immancabilmente, si era presentato a quello di
Ino. Oramai era una consuetudine, per quanto il ragazzo col codino non gradisse neanche un po’; uno strano gioco del destino. Forse, di DestIno, come
diceva Shikamaru, perché quello che voleva, Ino, lo otteneva sempre, in un modo
o nell’altro. Quello che Shikamaru non
diceva, era che la ammirava enormemente (e segretamente, perché certe cose
non si possono dire) per questo. Ino del resto non era come
le altre: era molto più seccante, molto più saltellante, molto più irritante. [molto più affascinante, avrebbe aggiunto il Destino]
Perché Ino doveva fare tutto a modo
suo: doveva fare l’adolescente a dieci anni, chiudersi in casa e non voler
vedere nessuno, ma proprio nessuno, per una settimana. Che
oltretutto era la settimana del suo compleanno, e Ino Yamanaka
non aveva mai, ma proprio mai, mancato di festeggiare un compleanno in pompa
magna. Mai, perlomeno fino al litigio con Sakura.
[che una cifra in più nell’età
significasse un’illusione in meno nella vita? Domandava
pensieroso il Desino]
Non erano valsi i sassolini contro la finestra di Shikamaru,
non erano contati i bigliettini sotto la porta di Choji,
quando per Ino tutto quello che importava era quello che non c’era, ovvero Sakura.
Così, aveva deciso di mancare anche lei. Di mancare al suo
compleanno, tradizionalmente festeggiato con gli Akimichi
e i Nara, per la precisione.
Per questo, Shikaku, Inoichi e Chouza discutevano da due ore delle loro ultime missioni, comodamente
seduti sul divano di casa Yamanaka, mentre Aiko, Nami e Yoshino
fissavano preoccupate le scale.
“Ma che è successo?” domandava la
madre di Choji, in pensiero.
“Non lo so” alzò le braccia sconsolata Aiko
“è venuta a casa sconvolta qualche giorno fa, e da allora se ne sta barricata
in camera: non scende nemmeno per mangiare e comunica per bigliettini e
monosillabi”.
“E a Shikamaru che è successo?”
chiese allora Nami, rivolgendosi a Yoshino.
“È arrivato a casa così, oggi.” Rispose Yoshino
sprovveduta, scrutando l’occhio nero del figlio “E dire che è talmente
svogliato che non credo si metta ad attaccare brighe” scrollò le spalle infine “Ma chiaramente non mi dice nulla, nemmeno per
bigliettino” ironizzò.
Il bambino col codino
guardava il cielo mentre camminava, quando sentì Ami e
le sue amiche spettegolare maligne appena fuori dalla scuola: “…Si è voluta
isolare, ha voluto prendere le parti di quella Fronte Spaziosa…se lo merita!” ridacchiava
isterica Ami. “Che poi, voglio dire: non so chi la considera così tanto”
continuava biasimando se stessa, fino a qualche tempo prima
“Evidentemente ha dei problemi, non sa scegliersi gli amici” sorrise beffarda
indicando Shikamaru con lo sguardo.
Lui la ignorò
forzatamente.
“È solo una piccola
bambina viziata che non sa niente di niente, un’arrogante senza intelligenza,
un’antipatica…”
“Basta”. Shikamaru
aveva tentato di trattenersi, ma non aveva mai sopportato le ingiustizie.
“Scusa, hai detto
qualcosa?” Ami lo guardò con fare beffardo.
“Non conosci Ino,
finiscila” ribatté Shikamaru in tono calmo.
“E tu invece la
conosci, sfigato?” lo apostrofò la bambina con
disprezzo.
Lui non fecce una piega: “Molto più di te”.
Ami alzò
le spalle: “Immagino che gli emarginati debbano stare insieme. Pensa che non
l’ha voluta nemmeno l’Haruno del resto!” proclamò prima di scoppiare a ridere.
“Tu non conosci Ino,
non hai diritto di dire niente su di lei” ripeté Shikamaru,
calmo “E lei non sta con te perché tu non sei degna nemmeno di camminare sul
suo stesso terreno” affermò con convinzione.
“Tu…” si scaldò quella
“Come osi…”
“Dire la verità?”
sorrise il bambino incurante “Guarda che loro non te lo dicono solo perché
hanno paura di te” continuò indicando le sue compari
“Ma pensano tutte che Ino sia centomila volte meglio di te, anche se si
sbagliano. È almeno un milione di volte meglio”.
Quelle furono le sue
ultime parole prima di ricevere un pugno dritto in un occhio.
Da quel giorno,
Shikamaru Nara decise che non avrebbe più lasciato perdere uno scontro, anche
se era con una femmina.
“Come te lo sei procurato, quello?”
Domandò Choji indicando l’occhio nero dell’amico,
mentre cercava di evitare ostinatamente l’invito della torta che riposava sul
tavolo.
“Quella scema di Ami” rispose lui
semplicemente. “Ha offeso Ino. Anche se ora comincio a
pensare che avesse ragione. Quanto è infantile?”.
Choji tacque
accuratamente, evitando di ricordargli che in fondo, la bambina compiva quel
giorno dieci anni.
Shikamaru sbuffò sonoramente, chiudendo così la discussione.
Mezz’ora dopo, quando Choji era
riuscito a mangiare tutte le fragoline che la madre di Shikamaru lo aveva
obbligato a coltivare fuori stagione perché
a Ino piacciono tanto e il caldo di settembre si
era fatto insopportabile sciogliendo la mousse imbattibile della signora Yamanaka, finalmente,
Ino si degnò di scendere.
Indossava un vestitino bianco con piccoli fiori lilla, ovviamente, e un sorriso che era
l’accessorio migliore che potesse scegliere; quello che faceva capitolare
tutti, che faceva scordare tutto.
O quasi.
Mentre tutti i presenti tiravano un
sospiro di sollievo accogliendo la biondina con larghi sorrisi, Shikamaru
sbuffò scocciato: “Mendokuse, Ino, sempre in ritardo…Sei
perfino nata dopo”.
A quella la frase, tutti trattennero il fiato.
Il bambino non se ne curò: portò lo sguardo –disinteressato-
oltre la salsa alla fragola e la mousse alla ricotta, finché non si conficcò
direttamente negli occhi di Ino.
La bambina lo fissò scioccata, indecisa tra lo scoppiare in
lacrime e l’andarsene inviperita, poi si diede il tempo di scrutare il suo
avversario, che impunemente sfidava il suo sguardo, incitandola
tacitamente a dire qualcosa. Ci furono secondi pieni d’esitazione, d’incertezza
e di paura, perché Ino era tanto carina e dolce, ma se
si arrabbiava diventava un tornado. E Shikamaru era
uno dei pochi che con uno sguardo e qualche scelta parola riusciva a scatenare
quella piccola catastrofe naturale che era la Yamanaka
in piena crisi isterica. Nei dieci anni della loro piccola e breve vita, già
gli sguardi di sfida tra Ino e Shikamaru erano diventati una piccola leggenda
tra le famiglie, uno dei loro intrattenimenti preferiti e argomenti di
dibattito. Ma quella volta, nessuno si sentiva pronto
a riderne.
Ino scrollò teatralmente i capelli, ma invece di andarsene
come avrebbero scommesso i presenti, ribatté sfrontata: “È che ti sono davanti, Shikamaru, talmente tanto che
nemmeno mi vedi”. Poi, con fare impertinente, si parò davanti a lui, le mani
sui fianchi, la malizia incerta dei suoi dieci anni sul volto.
[c’è sempre stato, avrebbe rimarcato il
Destino]
Gli sorrise di quel suo ghigno vincente, Ino,
di chi sa di stare conducendo il gioco. E non capitava spesso, a Shikamaru, che
qualcuno lo fregasse. Quasi mai, a dire il vero.
Fu a quel punto che gli adulti ripresero a respirare:
qualunque cosa fosse successa in quello sguardo, aveva convinto Ino che era il
momento di andare avanti.
“Sì, mi sei davanti” rispose Shikamaru
annoiato, spostando la ragazza da davanti a sé e cercando di non trovare stranamente
piacevole quel contatto. Di nuovo, gli adulti si irrigidirono.
“Mi tarpi la visuale” concluse sardonico mentre
guardava ostinatamente al di là del suo corpicino perfetto,
nascondendole il suo volto.
[non è mai riuscito a vedere altri che
te, sorrise il Destino]
Ino sbuffò, sentendosi ignorata. Perché
Ino Yamanaka era invidiata, a volte amata e anche odiata;
ignorata mai.
Il volto le si arrossò a una
velocità impressionante: “Sei un baka!” esclamò
mentre Choji si ritirava in un angolino, il piattino
con la fetta di torta ben saldo tra le mani.
“E tu una seccatura.” Rispose lui
con noncuranza, mentre le sue labbra si sollevavano impercettibilmente all’insù
“Ora che abbiamo dichiarato i nostri sentimenti reciproci possiamo
mangiare la torta?”.
Ino si lasciò scappare un sorrisetto mentre il bambino
piegava leggermente la testa di lato, poi si atteggiò a diva, una mano sul
fianco e l’altra lungo il fianco,
come faceva quando fingeva di essere offesa con lui. Sembrava quasi volesse mettersi in mostra. E
chissà perché, era una posa riservata a Shikamaru: “No, ora che mi hai
dichiarato che per te sono e sono sempre
stata solo una seccatura…” cominciò
offesa.
Shikamaru roteò gli occhi verso il cielo: “Non ho detto
questo”.
“Sì invece!” Ino aveva portato entrambe le mani ai fianchi,
in una perfetta imitazione della signora Nara.
“Nooo” replicò Shikamaru,
scocciato.
“Sìììì” lo scimmiottò Ino,
coronando la sua performance con una linguaccia.
“Sì, Come ti pare” lasciò perdere l’argomento Shikamaru, d’un tratto disinteressato. Questo la fece sbottare.
“Bene!” urlò Ino isterica,
voltandosi dall’altra parte.
“Bene” rispose pacato Shikamaru,
mentre la guardava allontanarsi verso i suoi genitori. Ino si rifugiò tra le
braccia della madre, ma quando questa le porse una busta viola ricoperta da due
calligrafie infantili, Ino squittì impercettibilmente per poi lasciarsi andare a un urletto di gioia: “Shika-kun!” urlò d’istinto gettandosi tra le sue braccia.
Shikamaru non sapeva come reagire, così se ne stette immobile mentre veniva investito dall’odore di violetta di
Ino, dalle sue parole sconclusionate e dal suo calore inconfondibile.
“Grazie, Shika-kun” fu tutto
quello che il bambino intuì mentre la sentiva strusciare
involontariamente la guancia contro la sua, e lui arrossiva a una velocità
impressionante. Quando, dopo un minuto buono di abbraccio,
Shikamaru le sembrò uno stoccafisso tra le sue braccia, Ino si allontanò
interdetta, poi improvvisamente scoppiò in una risata fragorosa: “Sembri un
panda, Shika!” assorta com’era nel loro battibecco,
non aveva notato l’occhio vistosamente nero dell’amico.
“Mendokuse, Ino-chan...”
arrossì di nuovo il bambino grattandosi il capo.
“E a me non mi ringrazi?” domandò Choji timido, in un angolo.
“Naturalmente: grazie, Choji-kun!”
esclamò Ino, buttandosi tra le braccia aperte dell’amico. Gli sussurrò qualcosa
per cui il giovane Akimichi
si mise a ridere, guardando prima lei, poi l’amico dal codino, che non colse. A
quel punto passò uno degli sguardi che allacciavano di solito Shikamaru e Choji, uno di quegli sguardi di comprensione assoluta. E poi le due ore successive passarono con Ino di ginocchio
in ginocchio, mentre ogni singolo adulto le regalava un complimento diverso,
scordandosi improvvisamente delle due ore e mezzo d’attesa: se c’era una cosa
da notare, era che Ino Yamanaka era sempre stata una
piccola manipolatrice.
“Nara?”
“Mmmm?”
“Sai cos’ho
trovato nella tasca dei pantaloni di tuo figlio?”
Shikaku di botto si alzò, improvvisamente
sudato.
“Un biglietto” continuò sua moglie.
Shikaku riprese colore all’istante,
ributtandosi tra le coperte.
“Diceva: ‘Sai che ha detto oggi Ino-chan? Che il mio braccialetto con i porcellini era bellissimo, grazie
mille, ma che i suoi animali preferiti sono i Panda. C.’ Una
comunicazione interessante, non trovi?”.
“E io che
pensavo chissà cosa…” brontolò Shikaku rigirandosi
nel letto. “Yoshino, sono bambini, non hanno menti
contorte come la tua…”.
La mora controllò la rabbia: “Io
credo che siano molto più svegli di quanto tu pensi. Per lo meno uno….”.
“Buon sangue…” cominciò Shikaku ghignando.
“…Che non è
tuo figlio” terminò Yoshino come se quello chiudesse
la questione. Poi sospirò: “Certe cose sono scritte nelle stelle…”
Shikaku sbuffò: “Ti dovevano chiamare
Destino, mica Yoshino”
“E a te
cretino, così rimavamo”
“Anche io
ti amo, tesoro. Vieni a letto con me adesso?”.
Yoshino lo guardò cercando di soppesare la
malizia nelle sue parole, ma Shikaku non gliene diede
il tempo: la afferrò alla vita e in una mossa fluida la portò sotto di sé.
“Fallo un’altra volta e il panda
diventi tu” lo minacciò Yoshino ribaltando le loro
posizioni. “Ma col set completo di due occhi neri”
terminò. Se ne stette per qualche lungo istante col dito
minaccioso puntato al volto del marito, poi, dopo averlo scrutato un po’ negli
occhi, si lasciò baciare con passione.
Nei quindici anni della loro vita insieme, gli sguardi di
sfida tra Yoshino e Shikaku
erano diventati leggenda, tanto quanto i loro
battibecchi.
“Buon
sangue non mente” sospirò Inoichi abbracciando Aiko “Hai visto come si è ripresa la nostra principessa? Ha
la tua forza d’animo”
“E la tua
coda!” rise Aiko “Non se la toglie mai” sospirò
sorridendo “A volte penso che con quel caratterino avrebbe
dovuto nascere maschio”.
“Magari…”
sospirò Inoichi. “Magari fosse
stata maschio”.
“Non ho
detto questo!” si ribellò Aiko.
“Io sì: hai
visto l’occhio nero di Shikamaru?”
“Ho visto
che tu vedi complotti ovunque, povero bambino…”
“No, povero
papino” rimarcò
Inoichi.
“L’hai
notato anche tu, allora?” domandò Aiko d’un tratto eccitata, rigirandosi tra le braccia del marito.
“Che cosa?” domandò lui perplesso.
“Che Ino
non gioca più con le bambole ma non si separa mai dal suo panda.”
“Taci,
donna” replicò burbero Inoichi mentre Aiko gli si strusciava
contro divertita: “Non vuoi sentire la voce della verità? Certe cose sono
scritte nelle stelle…”
“Vedi, l’hai fatto di nuovo, te ne
freghi di me!” la donna se ne sta irta, un’espressione
corrucciata ed entrambe le mani sui fianchi, mentre la sua lunga coda
bionda le danza sulla schiena. L’uomo la scruta compiaciuto qualche
secondo prima di offrirle prontamente un regalo per placare la sua ira:
“Tieni, seccatura!”.
Lei lo guarda con un lampo negli
occhi: “Dovrei menarti per essere così scortese”.
“E io che
faccio, subisco?”
“Mi baci anche tu, baka.” Sussurra lei stringendolo in un abbraccio.
“Sono felice che la pensiamo allo stesso modo, mendokuse”.
“No!” nella
camera affianco, Ino si svegliò sudata da un sogno che non ricordava
distintamente, ma che coinvolgeva – ne era sicura
- una sua certa conoscenza dalla strana
capigliatura, il suo compleanno e uno strano regalo. Sbuffò un po’, sospirò un
infastidito “mendokuse” e, stretto il suo panda di
peluche tra le braccia, si rimise a dormire. Non seppe mai che non più di dieci
minuti più tardi, quando già era stata ripresa dal sonno, mormorava quietamente
qualche parola sbiascicata che assomigliava tanto a Baka, Shika-kun.
Eh, sì: Certe cose sono scritte nelle stelle…o in
un occhio da panda!
Pensavate che non sarei mai tornata, eh?
E invece eccomi qua,
fedele a quel plurale di “Birthdays”, il cui sottotitolo, me ne rendo conto ora leggendo la
recensione di Solarial, potrebbe essere: Le origini delle convinzioni di Shikamaru
Nara! Prima le donne scocciature, poi i combattimenti con le femmine…
Comunque, non mi perdo
ulteriormente! Spero che la shottina vi sia piaciuta, e rispondo con somma gioia alle recensioni!
V@le: Grazie mille! Spero che
tu abbia apprezzato i genitori Nara anche in questa shot,
a me piacciono tantissimo! Shika e Ino, come hai
visto, sono cresciuti di cinque anni, e cresceranno
ancora! A presto!
Touma: Guarda, la dicitura “chibi” la metterei anche, ma ho come la sensazione che da
qui in avanti le cose si faranno meno innocenti…XP Grazie comunque,
della recensione e dell’attenzione con cui hai letto la storia…e come vedi, Shikaku e Yoshino hanno chiuso
anche questo episodio! La curiosità degli anni è presto spiegata: non credo ci
sia un anno ufficiale di nascita dei due, così ho scelto una data pari in modo che
fosse più agevole fare i calcoli! Probabilmente ora ti ho sfatato un mito, ma
puoi sempre immaginare una motivazione più nobile, non ho intenzione di porre
vincoli alla fantasia! XD
eleanor89: Eleanor,
grazie mille! I tuoi complimenti sono sempre speciali…Shika
è un figo, anche da bimbo, proprio perché è un bimbo
(ha senso questa frase?! XD). E poi mi sa che un po’ Ino
si è incavolata perché l’occhio nero non gliel’ha fatto lei: ognuno dopotutto
ha il suo metodo di marchiare il territorio XD Yoshino
e Shikaku mi piacciono troppo, ecco, quindi li ho riproposti…grazie ancora, bye!
Shika: Giù grazie davvero, mi
fai sempre intenerire tantissimo! Hai ragione: Shika
e Ino sono meravigliosi a qualunque età…e bisticciano
a qualunque età! Ma alla fine, sappiamo tutti qual è
la conclusione, no? Grazie, grazie, grazie!
Solarial: Sol,
con la tua rece mi hai aperto un mondo: Shika e i
suoi detti! Grazie, davvero. Qui ho cercato di fare emergere il loro rapporto a prima vista spigoloso, sempre sul filo
del rasoio, ma in fondo così tenero…aww, mi sciolgo
da sola! XP Spero che anche questa seconda shot ti
sia piaciuta! More to
come!
jess_elric: Ecco una delle voci che
fremo sempre per sentire, Jess!!! *.* Tu sei sempre
troppo buona con me, sai benissimo come farmi sciogliere. E
ci sei riuscita, anche questa volta. Grazie.
Sakurina: Panda stories rulez! Ora di anni ne hanno dieci, e nella prossima quindici…Essì, Luly, ti adoro anche io, ma
già lo sai ù.ù E ogni tanto fa bene lasciare da parte
l’angst e darsi al lato pandoso
della vita! (pandoso è
diventato “pandoro” col correttore automatico. Che sia
un’ispirazione per una shottina natalizia? *.* Ah, il
Destino! *si porta drammaticamente una mano alla fronte*).
celiane4ever: Vale!!! Grazie, grazie
davvero! Spero che tu abbia gradito anche questa shottina, e vedrai come finirà in gloria! Mwa!!! *risata sadica*
Hipatya: Panda Power! Concordo: “i Panda” sarebbe fiQissimo
*_*…Grazie mille per la recensione, spero davvero che ti sia piaciuta anche
questa, dato che le seconde esperienze sono sempre un grosso, potenziale
fallimento…Già, Shika e Ino da bambini sono
adorabili, anche se mi sa che personalmente li troverei adorabili anche a 90
anni XD Grazie ancora della rece, sei stata carinissima!
Ryanforever: Già, Ino comanda già a
bacchetta dall’inizio, anche se in questa shot è un
po’ più giù…ma come vedi si è ripresa in pieno! Ah, ShikaIno
forever!
AtegeV: Akami
carissima *.* Grazie, grazie davvero! Spero sinceramente
che ti sia piaciuta anche questa seconda parte, nella quale già si pregusta il
seguito…e come potrebbe finire, conoscendomi? E poi hai ragione: Shika e Ino sono sempre uguali, e se tu adori questa
storia, io adoro te, è deciso ù.ù
Beh, sì, in realtà ti adoro a prescindere! XD