Calmoniglio si era stupito non poco
della convocazione di
Nord. Cosa poteva esserci di tanto importante da distoglierlo dai
preparativi
per l’imminente Natale? Non che, per quanto Nord potesse
impegnarsi, il Natale
sarebbe mai stato più importante della Pasqua; ma
ciò non escludeva che il
motivo di quella chiamata dovesse essere dannatamente serio.
Di cosa poteva trattarsi? Magari di
Pitch, di nuovo? Era già tornato?!
Rabbrividì al ricordo di
quando l’Uomo Nero si era offerto
ironicamente di fargli i grattini. Oh, no, non aveva la minima voglia
di
rivivere qualcosa di simile così presto. Sapeva che le
probabilità che un
giorno si sarebbe rifatto vivo erano piuttosto elevate…
“ma speravo che fosse tra
cinquant’anni, o un secolo, meglio
ancora due o tre!”
E lui che aveva sperato in un lungo
periodo di tranquillità!
Dopotutto l’ultimo attacco aveva fatto diversi danni alla
Conigliera, danni che
aveva da poco finito di riparare completamente, e anche Sandman -di
recente
morto e risorto- avrebbe meritato un minimo di tranquillità,
e c’era Nord che
aveva da fare, e…sì, giusto, non ci si poteva
dimenticare della relazione
neonata tra Dentolina e Jack Frost, col quale per inciso lui
battibeccava
ancora amichevolmente ogniqualvolta si trovavano assieme.
Il pensiero di quella novella storia
d’amore gli strappò un
mezzo sorriso. Jack e Dentolina! E lui che aveva pensato che alla fata
piacessero soltanto i suoi denti!
Ma non c’era invidia
nell’animo del Pooka, l’unica cosa che
provava era felicità per loro. Sarebbe piaciuto anche a lui
condividere la tana
con qualcuno ma…
“sono
uova? Carine!
Posso dipingerne qualcuna anch’io, per favore?”
“certo,
se ne hai
voglia. Intanto…questi sono per te, Laxie”.
“fiori
blu?”
“non…non
ti
piacciono?”
“vuoi
scherzare? Sono semplicemente
splendidi. Grazie mille”.
quel treno era già
passato.
«meglio piantarla,
va’» borbottò, creando un tunnel per il
Polo Nord e lasciandovisi cadere dentro.
Non capiva proprio come facessero gli
altri a preferire la
slitta ai suoi tunnel, erano forse un branco di pazzi? Viaggiare a modo
suo era
molto più sicuro che non nel trabiccolo di Nord, quantomeno
non si rischiava
mai di cadere giù da chissà quanti chilometri di
quota, e si faceva anche in
fretta. A riprova di ciò, sbucò nella Sala del
Globo dell’immensa Fabbrica di
Nord giusto un paio di istanti dopo.
«ti prego»
esordì «dimmi che stavolta hai davvero chiamato
soltanto per un mal di pancia derivato dall’abuso di latte e
biscotti! Te lo
giuro, se l’alternativa è di nuovo Pitch sarei
disposto a sopportarlo!»
Normalmente Nord avrebbe riso a quel
suo atteggiamento, o al
limite l’avrebbe bonariamente rimproverato per non aver
salutato, ma il
mastodontico Santa Claus non sembrava proprio dell’umore di
fare nessuna delle
due cose. Aveva la fronte aggrottata, segno che era preoccupato, e
negli
scintillanti occhi azzurro ghiaccio del Guardiano della Meraviglia,
Calmoniglio
scorse soltanto un leggero velo di malinconia.
«questa volta io
è quasi d’accordo con te, Calmoniglio. Solo
quasi, però».
Il Coniglio di Pasqua lo
osservò perplesso, per poi puntare
gli occhi smeraldini su Sandman, della cui presenza non si era ancora
accorto.
«ehi, Sandy» lo
salutò. Ma l’altro, assorto nei propri
pensieri, non parve sentirlo «Sandman! Dico, mi
ascolti?»
Il Guardiano dei Sogni si riscosse
bruscamente, guardando il
suo amico e collega con aria inizialmente spaesata per riaversi del
tutto solo
in seguito, ricambiando il saluto con un cenno della mano ed un sorriso
dolce
ed un po’mesto.
«si può sapere
che succede?» domandò Calmoniglio
«sembra che
sia morto a tutti il gatto! È per quegli immortali che non
si trovano da un
po’?»
Come Samuel Spring e Lorcan Fall,
tanto per fare un esempio.
La defezione del primo aveva lasciato
perplesso il Coniglio
di Pasqua; solitamente Spring, una sorta di spirito della primavera,
non
mancava mai di riscaldare l’atmosfera e dargli una gran mano
nel far
germogliare piante e fiori. Ma quell’anno non si era visto.
Aster aveva dato
un’occhiata in giro, tanto per sincerarsi
che per quel suo “collega” dai capelli color
sabbia, allegro e dall’aspetto di
un sano ragazzo umano sui venticinque anni, fosse tutto a posto; ma non
ne
aveva trovato traccia. Aveva sperato che per quell’anno si
fosse semplicemente
concesso una vacanza.
Ma forse, se Nord li aveva chiamati a
raccolta, c’era da
temere il peggio…
«eccomi-eccomi! Oh,
ragazzi, l’avete vista?» stranamente
considerando quanto la fata teneva al galateo anche Dentolina sembrava
troppo
agitata per ricordarsi di salutare, tanto da irrompere improvvisamente
nella
stanza facendo sobbalzare Calmoniglio.
«visto cosa?!»
chiese perplesso il Pooka.
«Jack. Lui
dov’è?» fu invece la domanda di Nord,
alla quale
seguì un silenzio imbarazzato da parte di Dentolina.
«è stanco e
adesso dorme. Non mi sono sentita di svegliarlo
per-»
«il fatto che voi due vi
divertiate assieme non esime il
signorino dal presentarsi quando Nord chiama tutti i Guardiani a
raccolta!» le
fece notare il Coniglio di Pasqua.
« era stanco e basta,
d’accordo?! Se devi prendertela con
qualcuno, prenditela con me perché non l’ho
svegliato. Non con lui!» ribatté
Dentolina in un modo tanto secco da farlo ammutolire. Un simile
atteggiamento
non era da lei.
“eppure sembro
l’unico sorpreso. Che mi sono perso?”
pensò
Aster vedendo Sandy accarezzare gentilmente la nuca della fata, con
l’aria di
chi…come dire? Capiva.
«qualcuno potrebbe
spiegarmi cosa succede? Avete tutti
quest’aria malinconica, Dentolina è un fascio di
nervi, Samuel Spring, Lorcan
Fall -e adesso che ci penso per fortuna anche la marmotta- non si
vedono da un
pezzo, volete dirmi-»
«tu non ha guardato Luna
stasera, Calmoniglio?» intervenne
Nord.
Aster drizzò le orecchie.
«no, in effetti no».
Sandman gli indicò la
cupola della sala, provvidenzialmente
aperta, e quando Calmoniglio alzò lo sguardo per dare
un’occhiata rimase di
sasso.
La Luna era dorata. E significava
soltanto una cosa…
«è…la
Luna è…» farfugliò
«quindi vuol dire-»
«nuovo dono. Sì.
Probabilmente per nostro Jack» disse Santa
Claus «Dentolina, credo che tu dovevi portarlo qui. Anche se
io capisco cosa
provi visto che Jack è tuo fidanzatino».
La fata guardò tutti con
aria colpevole. «perdonatemi. Ho
sbagliato, lo so, però…ho voluto lasciargli
qualche ora di pace in più».
“adesso sì che
capisco perché sembrava così nervosa”
pensò
Calmoniglio “la capisco eccome”.
«quindi è per
questo che siamo qui. Perché ne sta per
arrivare un altro, o meglio, un’altra»
osservò Aster «ma è semplicemente
folle!»
«vero. Lo è.
Pensavo che dopo quel che è successo secoli fa
con gli altri…la ribellione, il nascondersi…il
fatto che lei li abbia convinti a
lasciarci…pensavo che l’Uomo nella Luna
avesse capito che non era stata una buona idea!»
esclamò Dentolina, ottenendo
l’approvazione di Sandman che annuì vigorosamente.
«tu credi ancora che lei ha
convinto nostri compagni a
seguirla con la forza, Dentolina? In un certo senso ti
invidio» fu la triste
replica di Nord «io penso sempre che è
perché ho sbagliato qualcosa, e che Ljuba
non torna per questo, ma non è nostro passato il problema.
No. Nostri problemi
sono: uno, nuovo dono per Jack» stabilì sollevando
il pollice destro «che è
meglio troviamo noi e subito, così che è al
sicuro. Due» sollevò l’indice
«spiegare a Jack quello che va spiegato sul suo dono.
Tre» sollevò il medio
«stare in guardia, perché non si sa cosa faranno
gli altri “doni”, ma so per
certo che se hanno visto Luna non sono contenti. Magari potrebbero
anche
tornare per rapire dono di Jack e portarlo via con loro. Noi non
sappiamo cosa
faranno. Quattro» anche l’anulare scattò
verso l’alto «stare in guardia anche
su Pitch, perché se è vivo e sta vedendo Luna
come noi, anche lui ha capito. E
cinque» ed ecco che alzò il mignolo «in
effetti sparizione di altri immortali è
strana, molto strana. Anche se è secoli che ogni tanto
sparisce qualcuno,
Spring, Fall e marmotta è stati sempre presenti».
«la marmotta pure
troppo» sospirò Calmoniglio.
«quel che ha detto Nord
è tutto giusto. Quindi…cosa si fa?
Insomma, hai detto di cercare il dono di Jack…ma
significa…insomma, dovremo
farli conoscere per forza?»
Il tono di Dentolina tradiva un
“di’ di no, ti prego”.
Ma sapeva già che la
risposta era “sì”.
«Dentolina-»
«ma se poi lei se ne
andasse come hanno fatto gli altri Jack
soffrirebbe come noi, non ci pensate?! Non possiamo risparmiarglielo?
Potrebbe
trovarsi solo di nuovo, e c’è stato
abbastanza!»
Sandman si lasciò sfuggire
un sospiro. La sua collega ed
amica gli ispirava una compassione immensa, ed altrettanta
comprensione.
A parlare al momento era
l’egoismo, era evidente che
Dentolina non volesse perdere Jack, ma Sandy conosceva bene quei
fantasmi di
una sofferenza passata, e la paura che suddetti potessero fare di nuovo
capolino.
I doni del MiM però non
potevano andare sprecati, e a Jack
andava data -dopo un’adeguata preparazione-
l’opportunità di conoscere quella
che sarebbe stata la sua compagna perfetta, così come
Sandelle lo era per lui,
anche se lo aveva lasciato; non aveva, e non avrebbe mai in tutta la
propria
esistenza, smesso di considerarla tale.
Magari Jack avrebbe avuto
più fortuna di tutti loro.
Magari la sua compagna sarebbe
rimasta con lui, e non
avrebbe sofferto.
«non è detto che
debba andare così per forza» intervenne
Calmoniglio, nonostante l’aria scettica «forse lei
non lo abbandonerà, anche se
per te magari non sarebbe male, no? Jack dopo potrebbe tornare da
te».
«ma certo,
perché tu quando Laxie se n’è andata ti
sei
gettato a capofitto sulla prima immortale che passava, vero?...scusa.
Scusami»
aggiunse immediatamente la fata vedendo le orecchie del collega
afflosciarsi
«mi dispiace. Quel che volevo dire è che io mi
ricordo ancora bene di quanto mi
sembrasse inconcepibile stare senza il mio dono, o con chiunque non
fosse lui,
specialmente all’inizio. E in ogni caso…si finisce
sempre a fare confronti, no?
Penso che sia inevitabile, quando si perde il compagno perfetto. Non
fraintendetemi, io a Jack voglio un bene dell’anima, tengo a
lui, e tengo molto
a quel che è nato tra noi due» ammise con grande
schiettezza «però non è
Atticus».
L’unico commento provenne
da Sandman, che grazie alla
propria sabbia materializzò una snella e minuta figura
danzante.
«già.
Così come nessuno per te sarebbe Sandelle»
concesse
Dentolina.
«e di chi è la
colpa di tutto questo, indovinate!» la
malinconia di Calmoniglio si era trasformata in irritazione
«ovviamente di chi
è solo in grado di rovinare e distruggere tutto quello che
tocca! Tu,
Dentolina, puoi anche continuare a pensare che sia stata tutta colpa
di-» si
interruppe «…lei…»
riprese «ma io mi
ricordo bene com’era ridotta il giorno in cui è
iniziato ad andare tutto a
rotoli. Tu e Sandy non l’avete vista, ma Nord ed io
sì».
«pur dispiacendomi per
quello che le è successo non aveva
comunque il diritto di portarci via i compagni. E chiudiamo qui il
discorso»
ribatté testardamente Dentolina «Nord ha ragione,
preoccupiamoci del presente,
e di una cosa alla volta: trovare il dono di Jack. Se proprio
dobbiamo»
aggiunse in un ennesimo e futile tentativo di convincere tutti che non
era una
buona idea.
«da, Dentolina.
Dobbiamo. Io però è molto impegnato
in questi giorni, Natale è tra quattro giorni, e dopo quello
che è accaduto
mesi fa c’è bisogno che sia migliore di
sempre!» affermò Nord.
«la cercherà chi
ha un po’meno da fare. Io per esempio
adesso sono abbastanza libero» disse Calmoniglio «e
se Sandy desse un’occhiata
in giro mentre porta i sogni ai bambini…» vide
Sandman annuire in segno di
approvazione «ecco, grazie. Tu invece
Dentolina…sì…beh…se non ti
senti di
cercarla potresti prenderti il compito di preparare Jack. Lo so che
è
difficile, ma se una cosa si deve fare va fatta».
La fata smise di svolazzare,
accasciandosi su una sedia con
aria cupamente rassegnata. «lo so, ma non è meno
ingiusto…no, Sandy, grazie.
Apprezzo il pensiero, ma un bel sogno in cui va ancora tutto bene non
aiuterebbe» disse, vedendo l’Omino dei Sogni
iniziare a preparare per lei una
piccola sfera dorata.
«mentre cerchiamo magari
troveremo anche gli spiriti
mancanti. Giuro che se trovo Samuel nascosto da qualche parte a
prendere il
sole con Fall e la marmotta mi metterò ad urlare»
borbottò il Pooka.
«meglio a prendere il sole
che in covo di Pitch, in gabbia
magari» obiettò Nord.
«su questo non
c’è il minimo dubbio».
***
I timori che degli immortali
riempissero le gabbie in ferro
appese ovunque nel regno dell’Uomo Nero erano totalmente
infondati.
Nessuno era stato intrappolato, le
gabbie erano vuote così
come, ad eccezione di qualche Incubo vagante, l’intero
ambiente.
Pitch non era lì. Quel che
era successo mesi fa, la cruenta
battaglia contro le sue stesse creature, e la fatica fatta per riuscire
ad
uscire, al momento gli rendeva insopportabile l’idea di
entrare lì dentro.
Aveva scelto di vivere come un
vagabondo per un po’,
viaggiando liberamente di notte e riparandosi in luoghi ombrosi quando
spuntava
il giorno. Una decisione pericolosa considerando che non si era ancora
ripreso
dall’ultimo disastro avvenuto, e che avrebbe potuto portarlo
alla completa
distruzione nel caso qualche immortale particolarmente aggressivo
l’avesse
avvistato, ma non era riuscito a fare diversamente.
Ed era per quel motivo che aveva
notato immediatamente il
cambiamento della Luna.
Lì per lì aveva
stentato a credere ai propri occhi. Quando
la sfumatura dorata era ancora leggerissima aveva pensato ad
un’allucinazione,
visto quel che era successo ultimamente sarebbe stato plausibile che la
sua
mente fosse tornata indietro di secoli per rivivere la nascita di
quello che
sapeva i Guardiani definivano un dono, ed aveva cercato di scacciare
l’idea
dalla propria mente.
Ma la sfumatura dorata, in seguito,
si era fatta molto più
intensa ed inequivocabile.
E pur stupendosi della cosa aveva
capito che era tutto vero.
Un’altra di quelle creature
avrebbe presto iniziato a
viaggiare in quella valle di lacrime, e stabilito questo non gli ci era
voluto
molto a fare due più due per capire a chi sarebbe
appartenuta: al nuovo
Guardiano, naturalmente.
Le varie considerazioni che aveva
appena finito di fare lo
indussero ad inarcare un sopracciglio quasi invisibile.
«grande idea, vecchio mio,
quella di dare una compagna a
qualcuno che fino a poco tempo fa non sapeva neppure cosa fare di se
stesso.
Complimenti!» disse sarcasticamente, rivolto alla Luna
«che bella mossa!»
Nonostante dalla Luna non fosse
apparentemente giunta
risposta, l’Uomo Nero fece una smorfia irritata.
«non guardarmi in quel
modo. Sai benissimo che lo
considerano sbagliato. E sai benissimo che secoli fa non è
andata com’è andata
per colpa mia. O almeno non del tutto. Ed in ogni caso quello che ci ha
perso
più di tutti sono io, tanto per cambiare, e nessuno che mi
abbia dato anche
solo una misera pacca sulla spalla…»
Il modo in cui si sentiva Pitch da
dopo l’ultima sconfitta
se possibile era cambiato in peggio. Era debole, incompreso e detestato
più che
mai, arrabbiato tanto con i Guardiani quanto con se stesso per essersi
fatto
battere in quel modo stupido -una palla di neve…una maledetta palla di neve. Dopo cose
come quella si stupivano se
aveva voglia non solo di portare incubi ai lattanti, ma anche di
sterminare
qualche altra razza come aveva fatto con i Pooka?- desideroso di
vendetta e,
soprattutto, rifuggito da tutti.
Grazie ai ricordi che aveva della sua
vita precedente sapeva
aveva fatto così tanto per gli altri…! Era stato
così eroico, così
compassionevole.
Attualmente aveva un solo commento da
fare per tutto ciò:
“puah!”.
Lui era la dimostrazione vivente di
ciò che si otteneva ad
essere tanto bravi e buoni: venire seppelliti vivi da metaforiche
palate di melma
e letame fatti di oscurità.
Era dannatamente
solo,
com’era -quasi- sempre stato da quando quella lunghissima ed
oscura parte della
sua vita aveva avuto inizio.
“sì…‘quasi’
sempre” pensò.
In un certo senso la vista della Luna
dorata era molto
ironica per lui se pensava a come, proprio per fuggire dai suoi Incubi,
si era
aggrappato disperatamente ad una “parentesi” di
vita a due lunga uno stupido,
misero e fin troppo breve secolo.
«non hai capito che era un
esperimento fallimentare? Sei più
stupido di quanto pensassi» disse freddamente, sempre rivolto
alla Luna. O
meglio, all’Uomo nella Luna «vuoi davvero che anche
il caro Frost faccia le
spese della tua idiozia? Non che a me importi se quel ragazzino si
strapperà
gli occhi pur di non piangere più nel momento in cui il suo
cosiddetto dono
farà la fine degli altri!»
Come a voler sottolineare quanto
aveva appena detto, Onyx
comparve sbuffando accanto a lui. Era stato il primo Incubo di cui
aveva
ripreso il controllo, e non se l’era sentita di distruggerlo
per il suo
voltafaccia temporaneo.
Dopotutto era un demone, la natura
dei demoni era quella di
seguire il più forte ed attaccare il più debole e
spaventato, e contro la
propria natura si poteva fare ben poco…di solito.
Poi c’era anche chi
riusciva ostinatamente ad andarle contro
fin troppo bene e per troppo a lungo.
“già…mi
immagino la ‘felicità’ di quel piccolo
branco di Succubus e l’Inuus nel vedere quanto ha contato il
loro stupido baccano per
l’Uomo nella Luna!”
La cosa lo fece quasi ridere
sguaiatamente. Quando si diceva
“molto rumore per nulla”, davvero…
«…un momento. Un
momento».
Un pensiero improvviso aveva
interrotto la sua risata.
«non
apprezzeranno».
Ma certo. Ma
certo! Come
poteva non averci pensato prima?! Quella poteva essere
un’occasione d’oro
esattamente come la luce della Luna!
Non conosceva granché il
resto dei “doni”, ma era
matematicamente sicuro che ce ne fosse uno -ergo, una- che non avrebbe
incassato una simile sfida dal MiM senza colpo ferire, e che come
minimo
avrebbe tentato di portare via la nuova creatura.
“se io trovassi per primo
la suddetta, potrei usarla come
esca per attirare allo scoperto chi interessa a me. Potrei sfruttare la
cosa
tanto per vendicarmi di Jack -pur non conoscendola ancora non sarebbe
felice di
sapere in mano mia una creatura che gli appartiene- quanto per
raggiungere il
mio Obiettivo Primario numero 1.1! Sarebbe perfetto!”
Dopo mesi e mesi passati in un cupo
stato di simil
depressione finalmente si sentiva esultante.
Non avrebbe dovuto attendere decenni
per colpire i suoi
nemici, questa volta, e c’era la possibilità
concreta di rivedere il suo dono e
farle pagare cara la sua decisione di abbandonar…
«tsk…ma a chi la
voglio dare a bere?»
Era inutile pensare di fargliela
pagare cara, conoscendo le peculiarità
dei “doni” in genere; non li
aveva definiti Succubus ed Inuus per caso, nonostante tale
descrizione fosse calzante solo fino ad un certo punto.
Però poteva -e doveva-
puntare a riprendersela e a non
lasciarla scappare nuovamente, recuperando tutto il tempo perso facendo
si che
stesse dove doveva stare: con lui.
Lei era sua, esclusivamente sua.
Avevano condiviso cento
anni di vita e di esperienze, avevano condiviso domicilio, libri,
letto,
segreti ed anche speranze…quelle poche che a lui erano
rimaste, almeno.
«che dici Onyx, secondo te
in tutto questo tempo avrà o meno
imparato a dire “meraviglioso” come va detto?...no?
Pft. Anche secondo me. Che
dire, può darsi che presto lo
scopriremo…»
Rieccomi con un altro capitolo, in cui si viene a sapere qualcosina -ma proprio "ina"- in più su tutta la faccenda.
La reazione di Jack quando verrà a sapere la cosa si vedrà nel prossimo capitolo, ve lo anticipo già ora; tirate a indovinare, secondo voi come reagirà il nostro neo Guardiano notoriamente allergico alle imposizioni? :D
Alla prossima, e grazie a Mati Frost e Kunoichi_BeastKnightress per aver recensitola scorsa volta :) mi fa piacere conoscere le vostre opinioni!
_Dracarys_