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Autore: The_BlackRose    21/02/2015    2 recensioni
Danzarono, volteggiarono e fluttuarono sulle note di quella canzone per minuti, forse ore. Lui la sollevò tra le sue braccia e insieme girarono e girarono e girarono, ridendo come matti fino a che i loro polmoni parvero scoppiare e dovettero fermarsi per riprendere fiato.
Due sconosciuti che ballavano insieme come se si conoscessero da anni. Quella era la vera magia.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jace entrò dalla porta dell'enorme sala indossando una leggera camicia di lino con i primi due bottoni aperti e un paio jeans neri. Si addentrò nel vasto spazio affiancato dal suo amico Alec, che per l'occasione aveva accettato di vestirsi con capi diversi dai soliti maglioni sgualciti e pantaloni scoloriti.
Intorno a loro danzavano sulla pista da ballo almeno un centinaio di persone, mentre altrettante se ne stavano sedute ai vari tavoli a sorseggiare drink dai colori vivaci.
Jace dovette ammettere che quella volta Magnus aveva organizzato una festa come si doveva.
Si buttò in pista per cercare di rimorchiare qualche ragazza, mentre Alec si addentrò nella folla alla ricerca del suo ragazzo festaiolo.
Dopo vari minuti di movimento con le ragazze che gli capitavano a tiro, l'attenzione di Jace si concentrò su un punto della stanza. Una ragazza dai capelli rossi in un vestitino color petrolio smanicato se ne stava in un angolo ad osservare le persone che si dimenavano in pista seguendo il ritmo della musica mentre sorseggiava un drink color rosa acceso.
Jace abbandonò la ragazza con cui stava flirtando da ormai qualche minuto e si fece strada attraverso la folla per raggiungere la rossa. "Ehi, bellissima."
La ragazza puntò il suo sguardo su di lui e si staccò dal bicchiere guardandolo confusa. "Scusa, ci conosciamo?" esclamò per sovrastare il trambusto causato dalla musica e dal vociare delle persone vicine.
"No."
"E allora perché mi stai parlando?"
"Forse perché voglio ballare con te?" Jace le rivolse il suo miglior sorriso da rimorchio e le tese la mano. A quanto pare però, la sua tattica non fece presa, poiché la ragazza si allontanò un po' da lui riprendendo a bere il suo drink. "No, grazie." Con ciò, si spostò dall'altra parte della stanza.
Jace però non si lasciò scoraggiare e la seguì, afferrandola per il braccio marchiato dalle rune e facendola voltare. "Come scusa?"
"Hai sentito bene. Non voglio scendere in pista con te, ho visto qual è il tuo concetto di 'ballare'." Con uno scossone si liberò dalla sua presa e scomparì dalla sua vista.

La serata ormai si stava concludendo; la metà degli ospiti se n'era andata e le uniche creature che erano rimaste in pista erano poche decine di licantropi scoordinati, alcuni vampiri in cerca di un collo da assaggiare e gruppetti di strane creature fatate.
Jace fece per dirigersi da Alec per chiedergli di tornare a casa quando lo scorse al piano bar a ridacchiare con Magnus mentre si strofinavano i nasi l'uno contro l'altro. In quel momento sembrava così felice e sapeva per certo che se li avesse interrotti il suo amico gli avrebbe tenuto il broncio per tutta la serata. Così decise di passare oltre e si diresse nel parcheggio per starsene un po' da solo.
Si appoggiò alla parete dell'edificio e con le mani in tasca sollevò la testa per ammirare le stelle. Cominciò a vagare nei suoi pensieri, perdendosi in quella galassia di immagini che gli scorrevano libere davanti e non si accorse quasi del tonfo che provenne da poco lontano da lui.
Ritornò alla realtà e notò una figura accasciata a terra a pochi metri di distanza.
Si avvicinò incuriosito e si accorse che quell'ammasso di arti e tessuto era in realtà il corpo della ragazza rossa che aveva tentato di rimorchiare qualche ora prima.
Si inginocchiò accanto a lei. "Ehi, stai bene?"
"Sì, sono solo inciampata. Maledetti tacchi!" Sollevò lo sguardo sul ragazzo e lo riconobbe. "Ah, sei tu," realizzò con tono scontroso.
"Anche io sono felice di rivederti," replicò sarcastico Jace. La aiutò a rialzarsi e lei si spolverò il vestito.
"Attenta, hai una brutta sbucciatura."
La ragazza abbassò lo sguardo e notò l'abrasione sul ginocchio sinistro.
"Non è niente." Fece per allontanarsi ma barcollò instabile sulle sue stesse gambe e, se Jace non fosse intervenuto sostenendola, sarebbe ricaduta a terra.
Lui ridacchiò. "Sei un po' ubriaca o sbaglio?"
"Forse," La rossa si passò una mano sul viso. "A quanto pare non reggo bene l'alcool."
"Vuoi che ti riaccompagni a casa?" La teneva ancora per le spalle.
Quando se ne accorse, lei si scostò. "Non serve, ce la faccio da sola. Grazie per l'aiuto," e si allontanò.
Jace le corse dietro e la fermò bloccandole la strada. "Ehi ehi ehi, aspetta. Ricominciamo da capo." Le allungò una mano. "Io sono Jace."
Lei la guardò con diffidenza, ma poi, notando il sorriso rassicurante del ragazzo, la strinse. "Io sono Clary." Un leggero sorriso si formò sulle sue labbra.
"Wow, la rossa sa anche sorridere!" esclamò lui in tono scherzoso incrociando le braccia. "Non me lo sarei mai aspettato." Il suo sorriso si spense e la guardò più seriamente. "Ti va di fare un giro?"
La ragazza parve stupita. "Cosa? Ma se nemmeno ti conosco? Potresti essere un killer."
Jace sollevò le maniche della camicia mostrandole le rune che gli decoravano gli avambracci. "Ma io sono un killer." Le passò le dita sui marchi che risaltavano scuri sulla sua carnagione chiara e lentigginosa. "E lo sei anche tu. Se dovessi farti del male saresti benissimo in grado di difenderti e stendermi a terra. D'altronde è anche per questo che veniamo addestrati, per difenderci."
Clary fece un sorriso. "Hai ragione. Allora accetto il tuo invito."
Mentre si incamminavano, Clary diede una spinta amichevole a Jace. "E non provare ad attaccarmi. Sono capace di metterti KO. in pochi secondi usando una vasta quantità di armi."

Passeggiavano in mezzo alla strada deserta ormai da una ventina di minuti quando Jace tirò fuori una scatoletta di metallo dalla tasca dei jeans.
"Cos'è?" domandò Clary. Aguzzò la vista nel buio della notte e riconobbe l'oggetto. "Perché hai tirato fuori un iPod?"
Jace sfoderò un sorriso brillante. "Sta a vedere." Smanettò un po' con l'oggetto e qualche secondo dopo delle note fuoriuscirono dall'apparecchio riversandosi in quella calda notte estiva. Jace si rimise in tasca l'iPod e offrì una mano a Clary. "Signorina Clary Non-so-quale-sia-il-tuo-cognome, potrei avere l'onore di un ballo con lei?" chiese con tono allegro.
La rossa gli prese la mano con un gesto teatrale. "Con molto piacere, Signor Jace Il-cui-cognome-mi-è-sconosciuto."
E così, spinti dall'atmosfera magica di quella serata e forse un po' dall'alcool in circolo nel loro flusso sanguigno, cominciarono a danzare sull'asfalto volteggiando a ritmo della canzone.

You were mine for a night, I was out of my mind.
You were mine for a night, I don't know how to say goodbye.


La mano di Jace le sosteneva la schiena mente quella di Clary era allacciata alla sua spalla.
Le note malinconiche ma decise della canzone si insinuarono nelle loro menti, sospingendoli ancora di più a perdersi in quell'attimo.

I thought I had you in the palm of my hand that night.
Screaming at the top of my lungs 'til my chest felt tight.
I told myself that I'm never gonna be alright.


Danzarono, volteggiarono e fluttuarono sulle note di quella canzone per minuti, forse ore. Lui la sollevò tra le sue braccia e insieme girarono e girarono e girarono, ridendo come matti fino a che i loro polmoni parvero scoppiare e dovettero fermarsi per riprendere fiato.
Due sconosciuti che ballavano insieme come se si conoscessero da anni. Quella era la vera magia.
E ripresero a girare e a danzare e a volteggiare fino a che il sole non sorse e l'incantesimo di quella notte non scomparve insieme all'oscurità.

You had me wrapped around your finger.
I'm wrapped around your finger.


E quando Jace si risvegliò e si accorse di essere nel suo letto e non in mezzo a quella strada asfaltata provò una sensazione a lui sconosciuta: il vuoto. Si sentì vuoto poiché realizzò che tutto ciò era stato solo un sogno, una fantasia creata dalla sua mente. Realizzò che non c'era mai stato nessun ballo con nessuna ragazza dai capelli rossi e si sentì ancora più vuoto.
Ma quella sera avrebbe veramente partecipato ad una festa di Magnus e per l'occasione indossò esattamente i capi che aveva avuto nel sogno, sperando in qualche modo di poter rivivere almeno un pizzico di quella magia.
Quella sera però non ebbe la minima voglia di gettarsi in pista, così appena entrato si diresse direttamente al parcheggio. Osservò il punto preciso in cui nel sogno Clary era inciampata per via dei tacchi e dell'alcool, quando lui l'aveva sorretta e aiutata a rimettersi in piedi.
Guardò le stelle in cielo e ripensò a quella ragazza che probabilmente nemmeno esisteva e una malinconia opprimente gli schiacciò il cuore che parve scoppiare.
I suoi pensieri vennero interrotti da un sussurro che gli giunse all'orecchio sinistro.
"Salve Signor Il-cui-cognome-mi-è-sconosciuto."
Un sorriso gli aleggiò placido sulle labbra e non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire chi fosse.

 

Note dell'autore:
Per questa fic mi sono ispirata alle parole della canzone "Wrapped around your finger" dei 5 Seconds of Summer (le quali sono quelle citate nella storia).
Ho voluto lasciare così il finale in modo che ogni lettore potesse dare la propria spiegazione e interpretazione alla storia.
Dato che questa è solo la seconda fan fiction che carico, vi sarei molto grata se la recensiste dandomi il vostro parere sulla trama e anche sullo stile di scrittura (il quale è sempre in evoluzione).
Spero che vi sia piaciuta.

  
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