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Autore: wolfsanchor    23/02/2015    5 recensioni
[Sterek – Hunger Games!AU]
Può tra due persone completamente diverse, destinate ad annientarsi a vicenda, nascere qualcosa di così grande da sfidare anche la sorte? Questa volta la fortuna sarà a loro favore?
“Restò un attimo a fissare i fogliettini, poi lentamente girò la mano e ne afferrò uno. Tutti i cittadini restarono per qualche secondo col fiato sospeso, la tensione e la paura erano palpabili nell'aria. La donna aprì il bigliettino e lesse: - Stiles Stilinski!
Stiles ci mise un po' a capire quello che stava accadendo. Rimase un attimo a guardarsi intorno, sperando di aver sentito male, ma gli sguardi sconvolti delle persone che conosceva puntati su di lui gli confermavano che non c'era alcun errore: era lui il nuovo tributo maschio del Distretto 7.”
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quarto - "I've got an elastic heart"
 

- Sai Stiles, è stato un grosso errore non fare la guardia durante la notte. Non sai che ci sono i lupi, qui? - chiese con un sussurro Derek, mentre continuava a bloccare il ragazzo del 7. Aveva sempre quel tono un po' beffardo che lo rendeva odioso, ma bisognava ammetterlo, anche sexy. Se non fosse stato in pericolo di vita, probabilmente a Stiles non sarebbe dispiaciuto avere l'Hale addosso.

Stilinski però non riusciva a provare altro che terrore. Si aspettava proprio che dopo quella frase, che sapeva di una di battuta finale da psicopatico prima di un omicidio, il suo aggressore l'avrebbe finalmente ucciso e che poi magari avrebbe fatto una scenata simile anche ad Allison.

Eppure Derek non fece niente.

Si limitò a fare una risatina quasi impercettibile, e poi, quasi con gentilezza, liberò Stiles dalla sua presa, che indietreggiò di qualche passo e poi si girò per vederlo in volto.

Se ne stava in piedi ora, con le braccia conserte e uno dei suoi soliti sorrisetti da stronzo stampato in faccia. E se Stiles non fosse stato troppo sotto shock, avrebbe sicuramente pensato che fosse davvero attraente.

- Che... che ci fai qui, Derek? - chiese il tributo del Distretto 7, abbassandosi per svegliare anche la compagna.

Allison si strofinò gli occhi, poi si mise seduta per riprendersi un attimo dal sonno, ma appena vide il Favorito, balzò in piedi, afferrando l'arco ed una freccia.

- Sono venuto qui per allearmi con voi – disse l'Hale. Poteva sembrare una battuta, ma Derek era più serio che mai.

- Sicuro, e io sono il Presidente Snow – rispose la Argent, ironica.

- Ragazzina, se avessi voluto uccidervi, l'avrei già fatto. Chiedi al tuo amichetto – ribatté il tributo del 2. Poi si rivolse a Stiles. - Quante volte ho avuto l'occasione di ucciderti? E quante volte invece ti ho risparmiato?

Stilinski raccontò velocemente quello che era appena accaduto alla compagna, che però continuava a non credere a Derek. Non era mai successo nella storia degli Hunger Games che un Favorito si alleasse con un tributo qualsiasi. E poi lui era un licantropo e questa cosa la spaventava un po'.

- Andiamo Argent, lo so che avete bisogno di me. È dal Centro di allenamento che cercate alleati, vi ho sentiti. Ora che la vostra amica è morta, vi serve qualcun altro – disse il ragazzo del 2.

- Ti sbagli, noi non abbiamo bisogno di nessuno – replicò Allison, tendendo ancora di più la freccia che gli teneva puntata addosso, come una minaccia. 

- D'accordo. Allora fallo. Uccidimi! Pensi davvero che voi due riuscireste a sopravvivere da soli fino alla fine?! Erica ed Isaac si allenano da quando sono piccoli, loro sanno uccidere a sangue freddo. E non dimentichiamoci degli altri due che si aggirano da queste parti. Però va bene, se credete davvero di farcela, ammazzami e buona fortuna! - Derek aveva decisamente alzato la voce e fissava la ragazza con sguardo severo e una scintilla di sfida.

Poi i suoi occhi verdi incontrarono nuovamente quelli di Stiles. Lo guardava come per chiedere almeno a lui di avere fiducia. E quello sguardo scatenò qualcosa nel ragazzo del 7, che gli disse che era sincero, che poteva credergli.

- Allison... ha ragione. Diamogli una possibilità – disse con tono basso, quasi sussurrando.

La ragazza si voltò e lo guardò incredula. - Come puoi avere fiducia in lui?! - sbottò.

E Stilinski rimase a bocca aperta, pensandoci. Avrebbe voluto darle milioni di ragioni per fidarsi dell'Hale, eppure tutto quello che gli veniva in mente era che Derek aveva qualcosa di speciale. Qualcosa che aveva sentito già quando gli aveva detto che sua madre sarebbe stata fiera di lui, dopo lo show di Ceasar. Qualcosa di buono, per questo lo aveva risparmiato ben due volte. Sapeva che in realtà Derek Hale era una persona della quale ci si poteva fidare, ma non avrebbe potuto spiegare perché. Quindi semplicemente disse: - me lo dice l'istinto.

- Stiles, è colpa sua se Cora è morta! - urlò la ragazza del 7, furibonda.

- Io non avrei mai potuto uccidere Cora – intervenne il ragazzo del 2.

- Certo, perché tu sei Ghandi!

- No, perché io sono un Hale, e lo era anche lei.

La risposta lasciò un po' interdetti i due tributi del 7. In teoria aveva ragione, appartenevano alla stessa famiglia, ed erano legati dal fatto di essere lupi mannari, ma non si erano nemmeno mai visti quei due, i loro distretti erano in posizioni completamente opposte.

- Lei era la mia famiglia... era come me. E anche se non ci conosciamo tutti, noi Hale abbiamo un forte senso della famiglia. Siamo come lupi dello stesso branco. E non avrei mai voluto che Cora morisse, ve lo assicuro - spiegò Derek.

Dopo quel chiarimento, Allison e Stiles restarono per un po' a bisbigliare, cercando di decidere se fidarsi del ragazzo o no. Alla fine, nonostante avesse provato in ogni modo ad opporsi, la Argent si arrese e i tre divennero ufficialmente una squadra.

Vagarono per un po' per i boschi, passando all'altra sponda del fiume e continuando a girare vicino ai margini dell'arena. Il tributo del 2 era convinto che i suoi ex compagni sarebbero tornati alla Cornucopia in cerca di armi e cibo visto che stare nella foresta per loro sarebbe stato svantaggioso, per questo i tre si concessero di pescare e cacciare in tranquillità. Alla fine della giornata i ragazzi avevano accumulato quattro pesci abbastanza grandi e una lepre.

Per cena mangiarono un pesce ciascuno e salvarono il resto per il giorno dopo, per poi andare a dormire.

Derek si offrì per il primo turno di guardia, facendo insospettire Allison. Non era ancora sicura che fidarsi del Favorito fosse una mossa intelligente, ma la stanchezza ebbe la meglio, e lei fu la prima ad addormentarsi.

Stiles invece restò sveglio ancora per un po', prima di raggiungere il mondo dei sogni. Tuttavia, durante il sonno sembrava agitato, si rigirava come un pesce appena pescato e aveva un'espressione truce. Dopo una mezz'oretta si svegliò improvvisamente, la fronte impregnata di sudore e gli occhi sbarrati dalla paura e lucidi, come pronti alle lacrime. Si mise seduto un attimo, come per riprendere aria.

L'Hale notò subito lo stato dell'altro tributo e gli si avvicinò preoccupato.

- Stiles? Che hai? - chiese.

- Niente – rispose secco l'altro, mettendosi nuovamente sdraiato.

- 7, si vede che hai qualcosa. Sono tuo alleato, puoi dirmelo.

Stilinski si mise nuovamente seduto e guardò l'altro tributo con aria stanca, ma nel suo volto si poteva leggere anche dell'amarezza.

- Hai un bel modo di fare amicizia, sai? Sapevo che alcune persone manifestassero a proprio modo l'affetto, ma soffocare la gente è una cosa nuova. Originale, complimenti!

Non aveva alzato la voce, il suo tono aveva un velo di tristezza più che di rabbia, ma le sue parole erano arrivate a Derek forti come se gliele avesse urlate e fossero accompagnate da dei pugni nello stomaco.

- Sai... ho chiuso gli occhi e dopo qualche minuto ho iniziato ad avere dei flash e mi sentivo soffocare. Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, quando da piccolo avevo gli attacchi di panico - aggiunse Stiles.

Il lupo restò un attimo a guardare il ragazzo, che ora aveva lo sguardo rivolto a terra, ma fisso nel vuoto. Quando l'aveva aggredito, il suo obbiettivo era fargli imparare la lezione, fargli capire che quello poteva essere un errore fatale, non voleva fargli del male. L'Hale si maledì per la sua stupidità.

- Io... mi dispiace, Stiles... - disse.

Stiles fece una smorfia, simile ad un sorriso, ma che aveva ancora una nota di tristezza.

- Non importa, Derek... ora vai a dormire, sto io di guardia – sospirò, alzandosi.

Il tributo del 2 però lo afferrò per il braccio, fermandolo.
- No Stiles, tu hai bisogno di dormire. Ora tu ti stendi e provi a riposarti.

- Non hai capito, io ho paura che..

- Ti proteggo io – lo interruppe l'Hale. - Puoi fidarti.

Il più piccolo lo guardò stranito, ma non cercò di replicare e si rimise sdraiato.

Passarono una decina di minuti in cui riuscì ad addormentarsi e sembrava non volerne sapere di interrompere il sonno. Il licantropo per un attimo tirò un sospiro di sollievo, ma una manciata di secondi dopo, Stilinski iniziò a muoversi. Insieme ai movimenti, sempre più frenetici, iniziò a parlare nel sonno chiedendo aiuto e piangendo.

A quel punto Derek iniziò ad allarmarsi e si gettò accanto al ragazzo, dicendogli di svegliarsi e di stare calmo. Stiles sentì le parole dell'altro, ma la sua voce scatenò in lui uno strano riflesso e senza nemmeno rendersene conto, si svegliò e gli buttò le braccia intorno al collo.

L'abbraccio fece restare il lupo di sasso, indeciso se ricambiare l'abbraccio o dire al ragazzo di togliersi. Oltre che con le sue sorelle e sua madre, l'Hale non era solito fare sentimentalismi. Non gli piaceva dare abbracci o fare coccole, dire “ti voglio bene” era una cosa che non faceva quasi mai, e non era ancora arrivata nella sua vita una persona che fosse riuscita a strappargli un “ti amo”, nonostante fosse stato con diverse ragazze e ragazzi. Derek era una persona che la vita aveva reso chiusa e  fredda.

Eppure, in quel momento, qualcosa nel cuore del ragazzo lo spinse a muovere le braccia, avvolgendole intorno al corpo dell'altro, ricambiando quell'abbraccio. E quando lo fece, nonostante si chiedesse un po' cosa stesse facendo e perché, si sentì più leggero e felice. Per questo quando Stiles si staccò, preso improvvisamente dall'imbarazzo, si sentì come se fosse appena stato svuotato.

- I-io... - iniziò il più piccolo, le guance di un colorito che si avvicinava al porpora. - Scusa, non volevo... è stato... un riflesso.

- Non importa – rispose freddo il lupo. Si sentiva anche lui un po' in imbarazzo, ma cercò di non darlo a vedere.

A quel punto, Derek sentì qualcosa. All'inizio pensò solo che il vento o qualche animale avessero mosso un rametto, ma poi il suo udito intercettò il suono di foglie calpestate e si alzò in piedi di scatto.

- Sveglia Allison, dobbiamo muoverci – disse al ragazzo. Stilinski restò un attimo perplesso, ma ricordandosi dei poteri lupeschi dell'altro, obbedì senza obbiettare. Scosse l'amica con una mano, dicendole che dovevano scappare, e si mise a raccogliere le loro cose.

Preso tutto, i tre si misero a correre nella direzione opposta al suono, stando attenti ad evitare gli altri partecipanti. Ci volle una decina di minuti perché non si sentissero più seguiti, ma pensarono che sarebbe stato più saggio andare avanti nel bosco ancora per un'oretta.

Quando furono troppo stanchi per andare avanti, si fermarono. Erano arrivati in un punto un po' più alto del bosco, come se stessero salendo per una collina. Dalla loro posizione, era visibile la punta della Cornucopia in lontananza e dalla parte opposta la cascata, insieme ad un accenno del corso del fiume. Si chiesero se sarebbero potuti arrivare ancora più in alto, in modo da poter sorvegliare tutto dalla loro base, ma probabilmente gli Strateghi avrebbero escogitato qualcosa per mandarli dritti dagli altri tributi, perciò decisero di accontentarsi e sistemarono le loro cose.

Mangiarono ciascuno un pezzo di carne rimasto dallo zaino di Malia e Greenberg e divisero la lepre che avevano cacciato.

- Che si fa ora? - chiese Allison, prima di addentare la carne di lepre che teneva in mano.

- Ci riposiamo un po', poi cancelliamo le tracce e ce ne andiamo da qui. Se siamo fortunati troveremo qualcuno dei tributi che girano da soli – rispose Derek, che aveva appena buttato via un ossicino.

- Stai dicendo che dovremmo uccidere qualche tributo?! No grazie, dalle mie parti ammazzare qualcuno è sbagliato.

- D'accordo, morirai ammazzato ma almeno avrai la coscienza pulita.

- Ragazzi,non c'è tempo – li interruppe la ragazza. - Ho sentito qualcosa, dobbiamo muoverci. In fretta.

I due tributi si lanciarono a vicenda un'occhiataccia e presero a raccogliere tutti i loro oggetti, mettendoli uno dopo l'altro negli zaini. Poi cancellarono le loro tracce e si diressero con passo veloce dalla parte opposta del suono che la Argent aveva sentito.

Camminarono per un po' nei boschi.

Non sapevano precisamente dove si trovavano, ma sapevano che tra la vegetazione non erano al sicuro, qualunque minaccia poteva nascondersi tra le piante.

Ci fu un sibilo, come quello di un serpente. Derek, Stiles ed Allison si fermarono, guardandosi intorno. Sentirono un altro suono, sicuramente non umano, e poi successe tutto troppo velocemente: un ibrido, mezzo uomo e mezzo lucertola, saltò giù dall'albero dietro al lupo e gli lasciò un taglio dietro al collo, facendolo cadere a terra.

La Argent scoccò una freccia in direzione dell'animale, facendolo allontanare dall'Hale, e Stiles si scaraventò ad aiutarlo.

- Derek! Derek, stai bene?! Alzati, dobbiamo muoverci!

- Stiles, non posso... sono paralizzato.

Il più piccolo si mise le mani tra i capelli, disperato.

- E ora che si fa?!

- Niente. Ora scappate. Io sono morto.

- No, no! Non se ne parla! Non ti lasciamo come merenda per quel lucertolone!

- Ma non ce la farai mai a spostarmi, genio!

- Io...m' inventerò qualcosa. Ma non ti lascio qui, Derek. Non ti lascio a morire.

Ed evitò di ascoltare il battito del suo cuore che batteva troppo forte - un po' per la paura e un po' per altre emozioni che Stiles non aveva il tempo di spiegare a sé stesso – solo per concentrarsi sul rumore dei suoi pensieri.

Andiamo Stiles, pensa, si disse. Derek non riesce a muoversi. Come lo sposto? Una fune no, non riuscirei mai a trascinarlo. E non posso mettermi a costruire una cazzo di sedia a rotelle. Forse il veleno svanirà dopo un po' . Ok, meglio pensare al lucertolone, visto che le frecce di Allison non lo tratterranno ancora a lungo. Mi serve qualcos' altro. Dai Stiles, rifletti in fretta.

E a quel punto, ebbe l'idea che gli serviva.

- Allison, il tuo zaino! - urlò all'amica, che era occupata a tenere lontano il mostro. Lei non fece domande e glielo lanciò, per poi tornare a scagliare frecce.

Stilinski tirò fuori un paio di erbe e le mise nella borraccia, schiacciandole con un bastoncino in modo da miscelare il tutto.

- Stiles, qui le cose si mettono male! - la Argent aveva quasi finito le munizioni e l'ibrido sembrava riprendersi sempre più velocemente dagli attacchi.

Il ragazzo aspettò che la sostanza assumesse il suo colore ideale, simile a quello di quando si mischia l'acqua con la menta, poi lanciò la borraccia alla compagna, giusto in tempo, quando aveva scoccato l'ultima freccia.

- Versagliela addosso! - urlò.

Allison tolse il tappo al contenitore, poi attese che il lucertolone fosse vicino e gli spruzzò il liquido sul viso.

Il mostro iniziò a dimenarsi e produrre un verso di dolore, mentre la sua pelle squamosa si ustionava al contatto con la soluzione. Dopo qualche minuto smise e si accasciò a terra, senza vita.

- E questo cos' era?! Chiese la ragazza, sconvolta ma sollevata.

- Acido. Ho imparato a farlo da mio padre, lo usa per i topi. L'ho mostrato alla sessione di valutazione – rispose l'altro.

- Dovevano decisamente darti più di 7 allora, Stiles.

Risero entrambi per un momento, ma poi tornarono seri. Si allontanarono un pochino dal tributo del 2 per poter parlare di lui, anche se erano consapevoli che se avesse voluto ascoltare, li avrebbe sentiti con il suo superudito da lupo.

- E ora che si fa? Derek è fuori uso – chiese Allison.

- Dobbiamo trovare un riparo e aspettare, quando l'effetto del veleno sparirà andremo avanti.

- E se non svanisse?

Stiles rimase zitto. In effetti era una possibilità, ma non voleva nemmeno pensarci. Derek si sarebbe potuto muovere presto, ne era certo. Non potevano andare avanti senza di lui. Non sapeva perché, ma quel lupo scorbutico che prima era il suo inferno stava iniziando ad essere l'unica cosa che lo faceva sentire sicuro in quel posto pieno di paura e di sangue.

Stilinski prese un bastone da terra per sé e passò due coltelli ad Allison.

- Vai a cercare un posto in cui possiamo nascondere Derek, io resto con lui a proteggerlo.

- D'accordo, qual è il segnale?

Il ragazzo le fece cenno di avvicinarsi e i due si abbracciarono. E mentre erano stretti l'uno all'altra, il ragazzo le sussurrò piano all'orecchio "i lupi hanno un ottimo olfatto e un ottimo udito".

Sciolto l'abbraccio, i due si sorrisero, poi ognuno andò nella propria direzione

 

In realtà Stiles, dopo aver dato una veloce occhiata all'Hale, non aveva trovato di meglio da fare che camminare avanti e indietro per l'ansia e la paura.

Era terrorizzato dal fatto che qualcuno avrebbe potuto facilmente saltare fuori da un cespuglio e tagliargli la gola, ma anche che qualcuno uccidesse Derek, e lui non poteva permetterlo, aveva intenzione di salvarlo.

Ed ora che era solo (beh, c'era il lupo, ma già di suo non era di gran compagnia, figuriamoci mezzo stordito dal veleno), i suoi pensieri e le sue preoccupazioni iniziarono a soffocarlo.

Perché dopotutto quelli erano gli Hunger Games e sapeva benissimo che il vincitore era solo uno, quindi che senso aveva aiutare Allison e Derek? Probabilmente l'avrebbero ucciso loro, ma se non fosse stato così sarebbe toccato a lui ammazzarli, e non poteva pensarci nemmeno lontanamente. Come avrebbe potuto fare del male ad Allison, quella ragazza tanto dolce che vedeva spesso parlare con il suo migliore amico a scuola? Come avrebbe potuto uccidere quel lupo così stronzo eppure così affascinante che lo aveva fatto sentire sicuro con un solo abbraccio? Ma era davvero pronto per sacrificarsi al posto dei suoi compagni e lasciare suo padre, Scott e Melissa? No che non lo era, ma l'idea di uccidere gli altri lo faceva ancora stare male, gli dava un senso di nausea.

- Un miracolo, Stiles Stilinski che chiude la bocca!

Si voltò verso Derek, che lo guardava da terra con un sorriso divertito sulle labbra. Non aveva visto quell'uomo sorridere spesso, forse era la prima volta in assoluto, ma poteva dire con certezza che quel sorriso gli illuminava il volto. E soprattutto creava una gran confusione nella testa del ragazzo.

- Io... stavo pensando.

Non aveva detto niente su cosa pensasse, ma Derek in qualche modo sembrava aver già capito tutto, come se gli fosse entrato nella testa e avesse visto ogni suo singolo pensiero.

- Senti Stiles... lo so che è difficile, ma non abbiamo scelta. Non è giusto, lo so, ma bisogna fare quello che si può per tornare dai nostri cari. E quando saremo a casa continueremo a convivere con il ricordo di tutto questo, ma dobbiamo tenere a mente che lo stiamo facendo perché è l'unica strada che abbiamo, ok?

- Lo so... ma è difficile. Non voglio uccidere nessuno, Derek – rispose, abbassando lo sguardo con aria triste.

L'Hale sorrise ancora. Stiles era proprio una bella persona, l'aveva capito dal primo momento in cui i loro sguardi si erano incrociati, aveva un grande cuore.

- Sei così deprimente che potrei suicidarmi pur di farti smettere con questa lagna - disse ridendo.

Stilinski si sedette a terra a mani incrociate, mettendo un finto broncio.

- Guarda che sei paralizzato, potrei torturarti e tu non potresti fare niente!

- Tu non mi torturerai. Hai paura di quello che ti farei quando tornerei a muovermi.

- Ehi, non è vero! Cioè ora che ci penso sì... ma questo non ti da il diritto di insultarmi, brutto lupo puzzolente!

Derek stava per rispondere, ma si bloccò quando sentì il suono della voce di Allison.

"Derek, l'ho trovato"

- Stiles, andiamo - disse.

Servì solo uno sguardo perché si capissero, poi Stilinski fece passare il braccio dell'altro sulle sue spalle e gli avvolse il suo dietro alla schiena, in modo da sostenerlo.

Girarono nel bosco per qualche ora, tra le lamentele di Stiles per il peso di Derek e le minacce dell'Hale, poi seguendo la voce di Allison riuscirono a trovare il nascondiglio.

Si trattava si un enorme tronco cavo capovolto e ricoperto sulla parte superiore da muschio.

Le due estremità erano coperte di terra e radici e nascoste dalla vegetazione, e questo lo rendeva un nacondiglio perfetto. Allison era in piedi davanti al tronco, che fissava gli alberi di fronte a lei. Appena vide arrivare gli alleati, corse loro incontro e aiutò Stiles a portare Derek all'interno del nascondiglio.

- Ora qual è il piano? - chiese Allison.

Stiles rimase un attimo a guardare Derek sdraiato all'interno del tronco.

- Aspettiamo – rispose.

 

Arrivò la sera, ma Derek non sembrava dare segni di miglioramento.

Stiles iniziava ad essere nervoso, camminava avanti e indietro, girando tra una pianta e l'altra mentre esponeva ogni singolo pensiero che gli passava per la mente ad Allison, che ormai aveva smesso di ascoltarlo da tempo.

- … cioè capisci?! Come facciamo a-hey, tu non mi stai ascoltando! - disse Stilinski, accortosi della disattenzione della Argent nel bel mezzo del discorso.

La ragazza si risvegliò dai suoi pensieri, ma prima che potesse rispondere, un suono di trombe rimbombò in tutta l'arena, poi si sentì una voce, quella di Claudius Templesmith.

- Attenzione, tributi – iniziò. - Siete tutti invitati ad un festino alla Cornucopia all'alba. Lì troverete per ognuno uno zaino con una cosa di cui avete bisogno. Siete liberi di accettare o di rifiutare l'invito, ma pensateci bene.

Ci fu un altro suono di trombe, che segnava la fine dell'annuncio.

Stiles ed Allison si guardarono. Il ragazzo sembrava essersi illuminato sentendo della "cosa di cui avevano bisogno", era certo che quella nello zaino di Derek sarebbe stata la medicina che l'avrebbe tirato fuori dalla paralisi. Non aveva idea di quello che avrebbe potuto trovare nel proprio, ma non gli importava, voleva solo guarire Derek. Allison fece di sì con la testa: non potevano mancare per alcun motivo.

Si infilarono nel tronco per avvertire l'Hale, ma prima ancora che aprissero bocca, lui aveva già stabilito la sua sentenza.

- Voi non andrete a farvi uccidere per me – li anticipò. Allison sbuffò.

- Derek, non ti possiamo lasciare così. Siamo in due, ci copriremo a vicenda. Dobbiamo prendere quegli zaini.

- No, Allison! Sono rimasti ancora quattro tributi oltre a noi, e due sono Favoriti, non potete affrontarli, sarebbe un suicidio!

- E invece ci andremo – intervenne Stiles. - Ci serve ogni cosa che possiamo prendere, soprattutto la tua medicina. Non posso lasciarti paralizzato finché qualcuno non ci trova, non me lo perdonerei mai. E tu non puoi fermarci, Derek.

I due si fissarono negli occhi, in una lotta di sguardi che nessuno voleva assolutamente perdere. Ci fu un silenzio teso, poi uno sbuffo di Derek rimbombò all'interno del tronco.

- Sei un testardo, 7 - disse.

E Stiles sorrise.

 

La mattina seguente, i due tributi del 7 partirono un'ora prima dell'alba per arrivare alla Cornucopia. Allison teneva in una mano il suo arco e nell'altra un paio di frecce, pronte per essere scoccate alla presenza del più minimo pericolo.

Stiles invece si era portato dietro un bastone e due coltellini, nonostante la sua poca dimestichezza con questo tipo di armi. In realtà sperava di non dover spaccare crani o trafiggere gente, ma era consapevole che sarebbe stato poco probabile.

Arrivati alla fine del boschetto che dava sullo spiazzo in cui era la Cornucopia, si nascosero tra i cespugli in attesa di vedere un qualsiasi tipo di reazione.

Appena il sole arrivò ad illuminare la struttura conica, dal terreno si aprì una voragine da cui piano piano uscì un tavolo su cui c'erano sette sacchi di dimensioni diverse, ciascuno con un numero e un nome.

Rimasero un attimo fermi in silenzio ad analizzare la situazione. Nessun movimento, nessun suono. Non avrebbero potuto aspettare all'infinito, non con Derek in quelle condizioni.

Stiles si alzò, disse ad Allison di coprirlo e appena lei preparò due frecce, si misero a correre verso il primo sacchetto, che aveva il numero 2 scritto in oro e sotto scritto "Derek Hale" in nero.

L'amica teneva l'arco puntato verso gli alberi, aspettandosi un nemico sbucare dalla vegetazione da un momento all'altro. Eppure, avrebbe dovuto tenere meglio sott'occhio la

Cornucopia.

Il ragazzo allungò la mano per prendere il premio, quando all'improvviso la Argent urlò il suo nome.

Tutto ciò che Stiles vide quando si voltò fu la lancia, un attimo prima che gli trafiggesse la spalla destra.




[Angolo di quella persona schifosa che scompare per mesi]
Sì, lo so che mi odiate.
Sì, lo so che stavate per venire a cercarmi sotto casa.
Sì, lo so di essere uno schifoso.
Scusatemi davvero, è stato un periodo assurdo! Tra scuola, famiglia, amore, viaggi e ispirazione non so davvero cosa fosse peggio. 
In ogni caso, sono qui per voi con questo capitolo nuovo di zecca (finito giusto ieri!) che spero vi piaccia.
So, ci eravamo lasciati con Derek che minaccia Stiles. Bene, eccovi la spiegazione! *ta daaaaaa*
Mh, ok, devo ammettere che credevo che questo capitolo sarebbe uscito immenso, e invece ho cercato di dividere le parti in modo che non risultasse una palla da leggere ma nemmeno inferiore lla solita lunghezza dei miei capitoli. In realtà inizialmente dovevano esserci molti più avvenimenti, ma in seguito ad una consultazione con le mie meravigliose amiche ho stravolto il finale della storia e di conseguenza ho cambiato tutto questo capitolo dando spazio alle interazioni tra Derek e Stiles.
Ora vi annuncio che oltre al quinto capitolo di cui vi avevo già avvertiti, ci sarà anche un sesto e infine l'epilogo, che non vedo l'ora di scrivere perché eheh, you'll see.
E niente, ringrazio come al solito le mie love Josie (jeremyhipster) e Martina, che sopportano i miei scleri e mi picchiano se non scrivo, e poi ringrazio con tutto il cuore 
 Midnight__ che mi ha lasciato un fantastico messaggio motivandomi a riprendere a scrivere, e mi serviva davvero.
Beh, spero di aggiornare presto (anche se non ci conterei troppo fossi in voi.........), alla prossima, babies!

p.s. non ho riletto tutto per la fretta, se notate qualche errore non fateci caso, correggerò domani!


 

  
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