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Autore: EternalSunrise    23/02/2015    1 recensioni
E' buffo come una singola scelta possa cambiare il destino di una persona. Sora, questo, lo sapeva perfettamente, perché fu a causa di un semplice cambio d'idea che fu costretto a passare delle vacanze natalizie “memorabili”.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Ninth chapter: Pacman

 

Passò tutta la mattinata, ma della ragazza ancora nessuna traccia e lo stomaco di Sora iniziava a brontolare. Non sarebbe andato da Riku a reclamare cibo, piuttosto sarebbe morto di fame!

Dopo un'oretta lo stomaco iniziò a fargli male e gli fece capire che, se voleva stare in pace, doveva mettere per forza qualcosa sotto i denti. Il ragazzo si alzò dal letto e si affacciò alla finestra per vedere se Hana fosse tornata, ma di lei nemmeno l'ombra. Pensò che sarebbe potuto andare a mangiare nuovamente fuori, anche se la voglia era pari a zero. Prese la giacca, il cellulare e il portafoglio e uscì dalla stanza. Attraversò il corridoio con ansia sperando di non incontrare Riku e per fortuna così fu. Scese le scale e camminò lungo il secondo corridoio, dirigendosi verso la porta d'ingresso.

Era finalmente riuscito a posare la mano sulla maniglia, quando qualcosa -o meglio qualcuno- gli soffiò in un orecchio. Il moretto emise un gridolino per lo spavento e si portò istintivamente una mano sull'orecchio offeso, girandosi di scatto. Era Riku, ovviamente, che se la rideva tranquillamente a un passo da lui. Come avesse fatto ad avvicinarsi senza che se ne accorgesse, era un mistero.

“Mi hai fatto spaventare!” lo accusò il minore trattenendosi dall'additarlo. Non era educato farlo!

Riku aveva deciso di irritare il piccoletto per due motivi: primo, quando si infastidiva o metteva il broncio aveva una faccia buffissima; secondo, si stava annoiando e in quel momento l'unico passatempo sembrava essere quello. Non importava se poi non gli avrebbe più rivolto la parola, perché tanto il mattino successivo il ragazzo sarebbe tornato in Inghilterra, per la sua gioia.

“Già ed è stato divertente.” rispose tranquillamente l'altro “Dove vai, di bello?” domandò, poi, cercando di non apparire sospettoso.

Il più piccolo alzò un sopracciglio, ma prima che potesse aprir bocca il suo stomacò brontolò di nuovo. Arrossì dandogli mentalmente del traditore e sperando inutilmente che l'altro non l'avesse sentito.

L'aveva sentito? Ovvio che sì, vista la mezza risata dell'argenteo.

“E pensare che stavo giusto giusto venendo a chiederti cosa volessi mangiare.” gli confessò il maggiore, mettendolo ancora più in imbarazzo “Beh? Cosa vorresti mangiare?” chiese, poi.

Sora non sapeva se fidarsi o meno. E se gli avrebbe messo del veleno dentro? O qualcos'altro di strano?

Riku, vedendo che l'altro dubitava di lui, sospirò “D'accordo, me lo dirai in cucina. Vieni.” disse incominciando a percorrere il corridoio. Dopo pochi passi sentì che il moretto non si decideva a seguirlo, quindi si fermò e si girò a guardarlo con un sopracciglio alzato “Beh? Guarda che mica ti mangio.” disse.

Il ragazzino sbuffò “Secondo me, invece, ne saresti capace.” borbottò a bassa voce, iniziando a seguirlo diffidente.

Riku, sentendo quelle parole, ghignò. Gli era venuta un'idea, semplice, ma che si sarebbe potuta rivelare divertente.

***

Dovettero accendere la luce, poiché quella stanza era stranamente priva di finestre. Riku si diresse verso il frigo e lo aprì per vedere cosa avrebbe potuto preparare.

“Sai cucinare?” domandò il più piccolo.

“No, Sora, ti ho chiesto cosa volessi mangiare solo per hobby.” rispose l'altro ironico.

Sora alzò gli occhi al cielo “Bastava un semplice sì.” borbottò.

“Facciamo così: visto che non mi vuoi dire cosa ti piacerebbe mangiare...” lo prese per un braccio e lo trascinò davanti al frigo “Sarai tu a cucinare, così almeno sono sicuro che sarà qualcosa di tuo gradimento. Se ti serve qualche surgelato, carne o roba del genere lo trovi nel freezer, mentre pentole, padelle e quant'altro sono in quei mobili lassù.” indicò due paia di ante sopra la testa dell'altro “I vari condimenti sono nella mensola vicino ai fornelli.” spiegò.

“E se non sapessi cucinare?” domandò il moretto continuando a fissare il frigorifero.

Riku alzò una spalla “Puoi sempre imparare.” rispose.

Sora sospirò arrendendosi. Alla fine avrebbe cucinato lui e ciò lo metteva a disagio, visto che non era casa sua. Inoltre chi gli diceva che la sua cucina piacesse anche all'argenteo? Ispezionò ancora una volta il frigo, poi, anche se incerto e in imbarazzo, si decise a prendere ciò che gli serviva, tra ingredienti, tegami e scodelle. Poggiò tutto sul tavolo più vicino e iniziò a preparare. Aveva pensato di preparare qualche veloce pietanza italiana, come la pasta alla Carbonara e delle semplici polpette.

Riku, intanto, aveva chiuso la porta e si era poggiato lì vicino, tenendolo sott'occhio e aspettando il momento più propizio per mettere in atto il suo piano. Osservò il moretto mettere della carne tritata in una ciotola abbastanza capiente e aggiungerci altri ingredienti come sale, prezzemolo, formaggio grattugiato, uova e pepe. Lo vide impastare il tutto e iniziare a prenderne un pezzetto alla volta per plasmarlo delicatamente in piccole palline che deponeva su un piccolo vassoio. Nel frattempo, sul fuoco, l'acqua che aveva messo nella pentola si stava scaldando.

“Hana?” gli chiese dopo un po' il piccoletto senza alzare lo sguardo dalle polpette che stava impanando.

“È da Axel.” rispose “E non tornerà prima di cena.” ghignò quando lo vide irrigidirsi un istante. Al ragazzino non piaceva rimanere da solo con lui e questo, Riku, lo aveva capito all'istante.

Quando l'acqua iniziò a bollire Sora chiese dove poteva trovare la pasta e, una volta ottenuta la risposta, prese un pacco di spaghetti. Andando a occhio, ne calò la quantità per due persone e con un cucchiaio di legno fece in modo che ogni singolo spaghetto fosse immerso del tutto. Mentre aspettava che la pasta cuocesse prese una grande padella e ci versò dentro un po' di pancetta, in assenza del guanciale. La fece rosolare per un po', poi la mise da parte e iniziò a friggere le polpette in un altro tegame.

Sora si domandò come potesse, una cucina, non avere delle finestre. Ora che stava friggendo l'odore sarebbe rimasto lì, visto che anche la porta era chiusa. Effettivamente prima non l'aveva notato, Riku aveva chiuso la porta e continuava a guardarlo con una strana luce negli occhi. Che aveva in mente?

Si costrinse a concentrarsi sulle polpette quando un piccolo schizzo d'olio gli finì sul braccio facendolo sussultare. Finì di friggere che la pasta aveva cotto al punto giusto. Prese nuovamente la padella con la pancetta e la rimise sui fornelli, aggiungendoci un paio di uova, del formaggio grattugiato e la pasta scolata. Fece cucinare il tutto finché anche le uova non furono cotte, a quel punto impiattò. Prese la pentola sporca e la mise nel lavandino; stava per fare lo stesso con la padella, ma la luce si spense all'improvviso. Era saltata la corrente? Purtroppo, non essendoci nulla che potesse far passare la luce, il ragazzo non riusciva a vedere niente.

“Riku?” il più piccolo chiamò l'argenteo nella speranza di capire che stesse succedendo, ma non ottenne risposta. Poi capì. La luce non era saltata, era stato l'altro ragazzo a spegnerla per fargli qualche scherzetto stupido. Decise di raggiungere l'interruttore prima che il più grande avesse raggiunto lui, ma era più facile a dirsi che a farsi. Lungo il tragitto fino alla porta avrebbe dovuto schivare i tavoli e evitare d'incontrare il compagno. Quella situazione gli ricordò un gioco a cui giocava da piccolo, Pacman. I tavoli erano i muri, mentre Riku era uno dei fantasmini colorati che se lo avesse preso se lo sarebbe divorato.

Lui non voleva essere mangiato.

Iniziò a muoversi lentamente andando a tentoni: per quanto i suoi occhi si fossero abituati al buio, ancora non riusciva a vedere molto. Pensò che infondo avrebbe anche potuto farcela, perché -che ricordasse- la porta non era poi così lontana e al buio Riku era svantaggiato quanto lui.

Mosse un piede verso destra e andò pian piano avanti, con la paura di ritrovarsi all'improvviso l'argenteo davanti. O dietro.

Perché dovevano capitare tutte a lui? Perché Hana l'aveva abbandonato lì? Perché doveva rimanere fuori casa fino all'ora di cena? Che diamine doveva fare con Axel?! E perché doveva farsi tutte quelle domande? Certe volte odiava il suo cervello.

“Riku, sappi che se la pasta diventa colla te la farò mangiare lo stesso. A forza, se necessario.” minacciò, per poi pentirsene all'istante. Ora il maggiore avrebbe potuto localizzarlo facilmente -anche se probabilmente era sufficiente il rumore dei suoi passi. Sospirò mentalmente chiedendosi dove accidenti fossero le maledette power pills quando servivano.

La porta non era lontana, ma in quel momento gli sembrò distante chilometri.

Chi gli diceva, però, che Riku non stesse semplicemente cercando di farlo disperare un po' costringendolo a girovagare al buio per la cucina? Magari lui era beatamente fermo in un angolo, con quel suo maledettissimo ghigno in faccia, ad aspettare che riaccendesse la luce. Quasi senza accorgersene rallentò il passo fino a fermarsi. Voleva davvero dargli quella soddisfazione?

Il suo cervello non fece in tempo a elaborare una risposta che un buh! gli venne quasi urlato nell'orecchio da dietro.

Per la seconda volta nell'ultima ora, Sora emise un grido di paura. Cercò istintivamente di allontanarsi dalla fonte della voce, ma inciampò in qualcosa e cadde a terra con un tonfo sordo.

Game over.

Si sentì una risata e la luce si riaccese, accecando il piccoletto per un attimo.

“Riku!” gridò, offeso, tirandosi in piedi.

L'altro continuava a ridere vicino all'interruttore, a pochi passi da lui. Era stato talmente in sovrappensiero da non essersi accorto di essere quasi arrivato alla porta.

“Un gatto sa muoversi meglio di te, al buio.” lo derise il maggiore.

Sora s'imbronciò incrociando le braccia e girandosi dall'altra parte “La sua vista gli permette di vedere meglio al buio e in ogni caso io non sono un gatto.” affermò.

L'altro ridacchiò “Me ne sono accorto. Ora scusami, ma avrei fame e non vorrei che la pasta diventasse colla.” gli fece il verso dirigendosi verso il banco di alluminio su cui il più piccolo aveva abbandonato i piatti.

L'inglesino lo fulminò con lo sguardo ma represse l'istinto di mandarlo a quel paese, perché in fondo era una persona educata. Lo stomaco gli ricordò il fine di tutto quel casino, così si decise a seguirlo, ma ciò non voleva dire che lo avesse perdonato.

Mangiarono in cucina: alla fine la pasta era ancora mangiabile, le polpette non si erano freddate più di tanto e Riku sembrava aver apprezzato la cucina italiana.

Tutto è bene quel che finisce bene, no?


 


Ehilà, gente! Vi sono mancata? Ovvio che no u.u 
Purtroppo (o forse no) a inizio settimana scorsa il modem ha fatto i capricci impedendomi di aggiornare, quindi ho deciso di prendermi tutta la settimana per poter FinireDiScrivereQustoCapitolo *cofcof* e ora eccomi qua! :) 
Ammetto che non sapevo che scrivere in questo capitolo, quindi mi è venuto fuori un po'... strano (anche se dubito sia il termine giusto). Più che altro è un capitolo scritto per prendere tempo e preparare(?) il lettore a quello che verrà dopo, dove è quasi sicuro che si entrerà nel vivo della storia: finalmente inizierete a scoprire cosa nascondono Hana, Riku e Axel, a discapito del povero Sora che non se la passerà molto bene...
Comunque! Per chi no lo sapesse/ricordasse le power pills, nel gioco di Pacman, sono quelle palline bianche più grandi rispetto alle altre che permettono di mangiare i fantasmi. A Sora farebbero comodo, con Riku in giro xD 
Non ho molto da dire. Spero che il capitolo vi sia piaciuto :) 
Ringrazio Faith, Devilangel e Pewdiekairy per tutte le recensioni che mi hanno lasciato e che, spero, continueranno a lasciarmi. Ringrazio anche coloro che seguono la storia limitandosi a leggere
 :D (perché io lo so che voi state leggendo -anche se non so chi siate di preciso-... vi tengo d'occhio ò.O).
Ora vado, gli involtini primavera mi stanno aspettando *^* 
Buon appetito a tutti! ^^

E.S.
  
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