Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: PaleMagnolia    08/12/2008    1 recensioni
Avete presente la femme fatale degli anni Cinquanta - Marilyn, l'elegantissima Grace Kelly, Veronica Lake? Con biondi capelli sempre in ordine, classe e fascino da vendere, labbra color del corallo, e bellissimi abiti da sera?
Ecco, Evelyn Cleve non ci assomiglia neanche un po'. Ma non perché non ci provi, sia chiaro: anzi, le piacerebbe tanto, ma tanto tanto tanto, essere una di loro... Ma, ehi!, voi avete mai provato a essere impeccabili, quando un gatto vi osserva (appollaiato in cima al mobiletto del bagno come un piccolo avvoltoio peloso) mentre vi infilate le calze, la vostra migliore amica è in pieno delirio amoroso, vi sospira nelle orecchie tutto il giorno e mangia solo mele, e la vostra vecchia zia vi rimpinza di focaccine sciroppose?!
Io non so, ma Evelyn assicura che non è facile... No, non è facile neanche un po'! Seguite Eve Cleve attraverso (letteralmente) sandwiches con il tonno (e la maionese, e le cipolline), gatti mangia-calze, pasticcio di rognone e amiche logorroiche: ne vedrete delle belle, e soprattutto assaggerete un po' di tutto.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Millenovecentocinquantatré' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo molto mangereccio, molto esagerato, molto... Molto.
Lo so, lo so, questo doveva essere l'ultimo: il climax della storia, la conclusione clamorosa delle avventure di Evelyn, il mirabolante colpo di scena fra Merry e il professore, la furibonda vendetta di Vigo, il flagello della Moldavia... Ah, no, pardon, quello era Ghostbusters II.

Beh, comunque, il problema è che, mentre lo stendevo, è diventato troppo lungo. Ma troppo troppo lungo. E intendo, davvero, *davvero* troppo. Tipo 2500 parole... Ho già detto che era troppo lungo?
Quindi, per ovviare a cotanto drammatico inconveniente, ho deciso di tagliarlo in tranci e cospargerlo di panna acida, pancetta e salvia... Cioè, no, no, no, volevo dire, di tagliarlo in più parti e postarlo in due-tre sezioni successive.
Così è più scorrevole. Credo.
Il rimedio, però, come a volte succede è peggiore del male: quindi le tre parti in cui ho diviso il Capitolo Ventesimo temo risulteranno ridicolmente corte. Cercate di perdonarmi alla luce del fatto che, per lo meno, ci ho provato. E prego la gentile giuria di accordarmi un'attenuante perchè sono stupida.

Evelyn entrò nella grande sala al braccio del professore, e si guardò intorno meravigliata

Evelyn entrò nella grande sala al braccio del professore, e si guardò intorno meravigliata.

Il buffet.

Ovunque erano appesi festoni rossi e argento, vischio e agrifoglio spuntavano da ogni parte, e l’ambiente era illuminato da grandi lampadari: lo splendore era abbacinante, e si rifletteva sui grandi vetri e sui gioielli delle signore.

Un grande abete, così sovraccarico di decorazioni da pendere con aria afflitta, dominava un angolo della stanza, ma Evelyn fu affascinata da un’altra attrazione locale.

Il buffet.

Su lunghi tavoli coperti da sterminate tovaglie bianche, grossi tranci di arrosto dorato, foderati di pancetta croccante e salvia, riposavano su invitanti letti di salsa alla cipolla.

Accanto ad essi, deposte in larghi portavivande di ceramica decorata, catene montuose di patate arrosto franavano dolcemente nei piatti degli ospiti, sospinte da cucchiai dorati.

Cataste di salsicce ripiene, coperte di sugo denso e profumato, affondavano con aria sonnolenta nel purè di patate, e numerosi tortini di carne scricchiolavano sotto gli assalti dei coltelli.

Fette di salmone affumicato, accompagnate da burro e pepe rosa, scomparivano nelle bocche degli ospiti accompagnate da fette di morbido pane nero.

Larghi pezzi di porchetta e di cervo arrostito occhieggiavano fra gli anelli di cipolla fritta, e cubetti di pane fritto nel burro affondavano in ampie coppe fumanti di zuppa di zucca. <

Sugli arrosti di prosciutto, tagliati in fette spesse e deposti su guanciali di panna acida, luccicavano glasse di miele dorato.

Piatti di anguille affumicate, ostriche bollite e salsa di gamberetti, sbucavano fra le salsiere d’argento.

Pudding alti come collinette erano posati ovunque, la glassa che digradava dolcemente fino ai piatti di portata filettati in oro. Da grandi coppe di vetro luccicante, fornite di ramaiolo dorato, veniva attinto dagli invitati, con rumore di risacca, un flusso costante di punch.

Ciotoline di canditi e frutta secca, crema gialla e mostarda, riempivano gli spazi vuoti fra le ceste di arance e i budini di fichi al brandy, mentre soffici fette di torta al rabarbaro spuntavano come margherite fra i cheesecake ai mirtilli e le composte di mele cotogne.

Larghi vassoi di scones burrosi, monumentali vasi di marmellata, pasticcini di frutta secca e mele caramellate troneggiavano su un tavolo a parte, accompagnati da fette di formaggio stilton unte e luccicanti. Miele di castagno, scuro come caramello, colava su di esse in dense gocce lucenti.

Il professor Schrödinger si guardava intorno con aria ammirata: giovani in abiti pastello, vaporosi come nuvole, volteggiavano fra le braccia di eleganti cavalieri sulle note di un valzer viennese. I loro gioielli rilucevano sotto i lampadari, i tacchi delle loro scarpette da ballo risuonavano sul pavimento di legno.

Donne eleganti sedevano, con delicati bicchieri di champagne in mano, accanto ai rispettivi accompagnatori, oppure facevano provvista di biscotti su piattini di porcellana.

Anziani corpulenti, che fumavano il sigaro e bevevano brandy da bicchieri sfaccettati, seduti attorno a tavolini verdi, scoppiavano frequentemente in sonore risate, mentre le loro mogli chiacchieravano fitto fitto dietro a ventagli fuori moda. Bambini in abiti scomodi giocavano sotto i tavoli o si rincorrevano fra i ballerini, sgranocchiando frutta caramellata o fette di torta.

“Non è mag-nifico, Miss Efelyn?”, chiese, affascinato.

Evelyn non staccò gli occhi dal buffet. C’era anche la gelatina a cubetti, evviva!

“Oh, sì che lo è!”, confermò, con entusiasmo.

Il professore si guardò intorno con nonchalance, cercando Merry con gli occhi. Indovinando i suoi pensieri, anche Evelyn rivolse la sua attenzione all’entrata della sala. Dopo averla aiutata a prepararsi, infatti, lei e Cathy le avevano detto di non preoccuparsi per loro, ed avevano assicurato che si sarebbero incontrate più tardi al ballo.

Ma nessuna delle due aveva specificato con chi ci sarebbe andata.

Il professore la vide entrare poco dopo, da sola, fasciata in un tubino nero che la faceva sembrare ancora più minuta e aggraziata: seguiva la sua amica Cathy, che varcava proprio in quel momento la porta, tenuta a braccetto da…

No.

Ma quello era… Quel giovanotto era proprio…

Damian!”, esclamò Evelyn, stupita quanto lui.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: PaleMagnolia