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Autore: Weakbow    25/02/2015    1 recensioni
La morte di Rue ha portato con sè una parte di chiunque l'abbia conosciuta.
Ognuno si sente colpevole della sua morte. Anche chi non poteva niente per impedirlo, come Cherry, la sua piccola sorellina.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Rue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati 15 anni ma il dolore é insopportabile come quando l'abbiamo vista sacrificata da uno Stato che disprezza i suoi figli, indifesi, macellati per sedare le rivoluzioni che comunque sarebbero arrivate.
Rue, il piccolo fiore giallo sfiorito troppo presto.
Avevo tre anni, ma é impossibile dimenticarla. Dimenticare il suo sorriso, la sua gentilezza, la sua dolce ninna nanna che trasformava le mie lacrime in sorriso, facendomi dimenticare la fame e cullandomi nel sonno.
Mi chiamava Ciliegina, vezzeggiando il mio nome, Cherry.
Nessuno mi ha più chiamato così. Nessuno ha più asciugato le mie lacrime. Nessuno mi ha più preso in braccio per farmi danzare come una principessa, vestita in modo più povero e con la pancia sempre più spesso vuota.

Ricordo come fosse ieri il giorno della mietitura.
Il "Prima le signore!" strillato da una donna con i capelli viola. Poi il nome di mia sorella, che rimbalza nei muri della piazza. E lei che avanza verso la sua morte, senza un battito di ciglia. E il silenzio atroce.
La donna chiede se ci sono dei volontari. Una mano minuscola di alza tra la folla. Nessuno la nota. Una bambina si sarebbe sacrificata per lei, ma nessuno l'ha vista. Avrebbe dovuto urlare, piangere per farsi sentire, ma non lo ha fatto. Non lo ho fatto. Sono stata ferma a fissare mia sorella, con la mano ancora protesa verso l'alto, senza che nessuno si fosse accorto di me, in parte complice della sua condanna a morte.
Tranne lei. Rue mi ha visto. Mi ha sorriso per l'ultima volta, muovendo le labbra per dire "Ciao, Ciliegina".

Non l'ho più vista libera. A parte che imprigionata in un'arena, chiusa in un televisore. E poi imprigionata dal freddo della morte.

Avevo tre anni ma avevo bisogno di un perché. Un perché a tutto questo dolore, ai singhiozzi di mio padre durante la notte. Guardavo tutti con gli occhi di una bambina che ha visto troppe crudeltà per aver vissuto tre anni. Guardavo le persone che non mi dicevano niente, cercando in tutti uno sguardo e una parola di conforto.
Questo sguardo l'ho trovato. Lo sguardo di una ragazza che é stata amica di mia sorella solamente per vederla morire. Una ragazza che ha cullato Rue nel sonno, cantandole l'ultima ninnananna della sua vita.

Uno sguardo bagnato di lacrime e parole dolorose sussurrate a un microfono davanti a tutto il distretto, ma comunque dette per me.

   
 
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