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Autore: Aliaaara    25/02/2015    1 recensioni
Martina scrive a Valeria, cercando di capire il significato della parola 'Amicizia' tra loro due.
Genere: Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che ne so io dell'Amicizia?












Cara Valeria,

Che ne so io dell’amicizia?

Sinceramente, nulla. Non ho idea di cosa significhi, ne tantomeno il motivo per cui esista. So soltanto che quando incontrai te ho pensato “L’amicizia deve essere questa.” e ci speravo per davvero allora.

Principalmente perché sei unica, una persona che ti piomba davanti così nella tua vita ad un tratto, deve per forza essere unica. E non lo dico tanto per dire, tu sei davvero piombata ad un tratto nella mia vita. Riesci a ricordare il nostro primo incontro? Io no. Ricordo solo una serata tra amiche in cui c’eri tu, ma prima? Cosa è successo prima per arrivare a quello? Non lo ricordo. Non mi hai ispirato particolarmente, di questo me lo ricordo ancora, però ci fu qualcosa, una volta, in cui mi avvicinai e ti chiesi qualcosa.

Non so cosa fosse. Probabilmente una cosa stupida oppure semplice e inutile, ma qualcosa ci fu prima che legassimo. Il mistero sta nel capire cosa.

Che ne so io dell’amicizia?

Assolutamente niente. In passato non sono riuscita mai a farmi grandi amiche e allo stesso tempo non infondevo molta simpatia ma adesso tutto è cambiato. A quel tempo ne avrei fatto un dramma, ora invece non chiedo di più: Ho te, che altro dovrei volere?

Che ne so io dell’amicizia?

Sono certa che, qualsiasi cosa ci sia tra noi, lo sia.

Forse da come ognuna completa le parole dell’altra. Forse da come una pensa una cosa e l’altra lo dice in quel momento, togliendogli le parole di bocca. Oppure come mi basterebbe anche solo adesso, chiudere gli occhi e pensarci un attimo, per capire cosa tu stia pensando.

Mi basta poco. So cosa stai facendo e di conseguenza so cosa potrebbe passare per la tua testa.

Non mi è mai successo con nessun’altro quindi suppongo sia questa l’amicizia.

Ma ora mi sorge il dubbio, che sia solo sintonia?

Infondo le amiche si parlano, si confrontano, si dicono le cose che agli altri non si dice. Questo noi lo facciamo, anzi facevamo. Cosa è cambiato allora?

Adesso mi sembra tutto cambiato, forse pare solo a me, ma ora sento la distanza, uno stacco. Sento qualcosa tra noi, qualcosa di sottile e invisibile che si è messo in mezzo e che mi impedisce di leggere chiaramente nella tua testa. Cosa sta succedendo?

Ormai non so più come fare con te, ho la testa intorpidita, pesante, è così piena di dubbi che ormai esplode.

Io ti dico tutto, ti ho sempre detto tutto. Ho detto a te cose che di solito mi terrei dentro e farei assopire, ho raccontato i miei pensieri e i miei dubbi su certe cose, che neppure io stessa credevo di avere in testa. Questo va bene, però tu? Ormai è da tempo che va avanti così: Mi parli, io ti parlo, ci confrontiamo, discutiamo, com’è che tutto ad un tratto è tutto così… freddo?

Ho provato ad non immischiarmi, ho provato a far finta di nulla. Ho notato delle cose, e me ne sono stata zitta. Il tuo amore, le tue delusioni, la tua amarezza, mi sono detta “Non devo costringerla. Prima o poi me ne parlerà e io sarò qui ad ascoltarla.”. Però i giorni passarono, le settimane pure, i mesi anche e quel che avrei tanto voluto sentire uscire dalla tua bocca non è mai uscito. Ero convinta che me lo avresti detto, raccontato, ma nulla, più di una volta hai fatto finta di nulla nonostante avessi avuto l’occasione. Non era in sé il fatto che dovevi spiegarmi qualcosa, sapevo già tutto di mio, lo avevo già capito, ma mi aspettavo che tu venissi a confidarti con me. Poi l’ho scoperto nel peggiore dei modi: da qualcun altro. Anche quando ti feci capire che me lo avevano detto, tu non mi spiegasti nulla come se non ce ne fosse bisogno. E quella è stata la seconda delusione.

Le cose non terminarono qui. Ogni cosa che mi dicevi, quelle piccole cose che mi confidavi, credevo fossero tra noi due e che io custodivo in silenzio, cercando di mascherare la mia gioia dentro ogni volta che lo facevi. Ora non ha più senso questo, quel poco che mi confidi e che mi rende felice per un attimo, viene smorzato quando ti vedo poi andare ad raccontarlo subito dopo anche a qualcun altro.

Tutto non acquista più senso e io mi ritrovo sul serio a pensare se ti servo davvero a qualcosa come amica. Forse sono pessima?

È questo?

Allora mi dispiace, mi scuso e non ti do torto.

L’unica cosa che mi era rimasta anzi, l’unico posto in cui potevo stare sola con te, è andato a puttane.

Casa tua era un punto. Un posto in cui ci trovavamo ogni tanto, che nessun’altro varcava, in cui ci mettevamo lì ad oziare e parlare fino a dire cose senza senso. A volte ho preso su la mia roba solo per venire fino lì, anche solo per un saluto. Tutto questo ormai è inutile, casa tua è diventata un porto di mare. Gente che va e che viene senza ritegno e che mi fa sentire a disagio in un posto in cui appena una settimana prima mi sembrava un rifugio. Per questo mi venne naturale ieri volermene solo andare di lì, volevo assolutamente farlo, uscire.

Perché se tutto era crollato, che senso aveva venire lì? Adesso non ho più motivo di venire da te, forse mi da pure fastidio. Non so che mi è preso ma non lo trovo più necessario.

Quindi adesso continuo a chiedermi che valore devo dare all’amicizia. Alla nostra amicizia.

Che ne so io dell’amicizia?

Un emerito cazzo. Mai saputo e mai saprò. Con te, sto fallendo. Con altri, ho già fallito. Ma è davvero indispensabile avere qualcuno accanto?? A volte sono sicura al cento per cento che starei meglio da sola, che la solitudine è meglio che tirarsi dietro gente di cui si può fare a meno. Ma poi arrivo, ti vedo e bastano tre minuti perché i miei buon propositi vadano a fanculo.

Che ne so io dell’amicizia?

Un anno fa ricordo la nostra prima e vera litigata e il silenzio di tre giorni. Ricordo bene come durante quel tempo, quello che mi fece impazzire era il non riuscire a capire a cosa tu stessi pensando, per la prima volta da quando ti conobbi. Allora la risolvemmo in qualche modo che neppure ricordo. Rammento solo tu sotto a casa mia in bici senza avviso, spuntata dal nulla –e non è che casa mia sia dietro l’angolo- con il fiatone e la ruota bucata. Ancora oggi mi chiedo come tu ce l’abbia fatta ad arrivare così messa fin lì. Forse forza di volontà, chissà, tenacia. So solo che allora pensai che se eravamo riuscite a farcela niente sarebbe stato peggio.

Ma adesso, mentre rifletto su come siamo ora… sul se siamo amiche e se lo siamo veramente mai state… mi chiedo se questa cosa che noi due chiamiamo amicizia se ne andrà.

Come può durare un amicizia se quello che mi manca è il contatto con te… è come se… fossimo due conoscenti, che ci siamo incontrate per caso nella strada in cui le anime vanno e vengono tutti i giorni, che si sono ritrovate a stare insieme per puro caso ma che poi, nonostante la stessa cresta d’onda, non riescono a comunicare.

Lo trovo strano. Perché anche se la penso così, mi va bene. Boh, forse è così che deve essere.

Ma, in fondo… che ne so io dell’amicizia?




By Martina.
  
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