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Autore: Blue_Wander    27/02/2015    5 recensioni
"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere[...]. Però, per ANAX, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale."
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente si riunirono tutti in mensa per il pranzo e soprattutto per parlare dell’accaduto del giorno precedente: Emy aveva raccontato ai suoi amici come Sissi fosse riuscita a ritrovare i suoi vestiti perduti e subito Jeremy aveva storto il naso, pensando ai video di sorveglianza dove non avevano trovato nulla. Teo sembrava il più sospettoso tra tutti: non riusciva a capacitarsi del fatto che ANAX fosse già così tanto accurata nei suoi attacchi. Alcuni giorni prima, Jeremy aveva spiegato che quando si attivava una torre su Lyoko, automaticamente, veniva attaccato anche un oggetto meccanico o elettrico sulla terra. Ma quindi cosa aveva provocato l’attacco di ANAX? I vestiti di Emy non potevano di certo essere spariti per quel motivo, no? Effettivamente, Jeremy, chiarì che doveva per forza essere stato qualcuno a rubare gli indumenti della mora e che molto probabilmente l’oggetto sotto attacco erano proprio le telecamere di sorveglianza del Kadic. Ma era davvero così semplice?
-Io escluderei le telecamere di sorveglianza.- cominciò Ulrich, che, vista la situazione, aveva cominciato a pensarla come Teo. –Chiunque abbia commesso il furto conosce bene la scuola, quindi avrebbe evitato le telecamere a prescindere.
-Allora cosa proponi?- chiese Odd, stranamente curioso, tenendo la forchetta a mezz’aria
-Penso più che qualcuno sia stato impossessato, come ai vecchi tempi, magari Jim oppure il nuovo professore di inglese. Ho sentito dire da alcune ragazze che sia uno stronzo.- concluse l’amico, mettendosi in bocca un pezzo di carne.
All’ultima osservazione di Ulrich, Emy rischiò di mandare di traverso l’acqua, mentre Yumi riservò un’occhiataccia al ragazzo, curiosa di sapere quali fossero le ragazze di cui il moro parlava.
-L’idea di Ulrich non è totalmente sbagliata.- rispose Aelita. –Ma non capisco, per quale motivo ANAX cercherebbe i vestiti di Emy?
Odd sembrò pensarci davvero su, grattandosi la testa. –Avevi cose di valore tra i vestiti?
Emy scosse il capo. –No: le ho lasciate tutte a casa mia, non mi servono qui.
Jeremy si toccò il mento con due dita. –Anche se le avessi avute qui ANAX non darebbe mai così nell’occhio, ruberebbe ciò di cui ha bisogno e basta.
-E se non fosse stata ANAX?- chiese Teo, catturando l’attenzione e lo sguardo di tutti. –E se fosse stato qualcuno che voleva solo metterla in imbarazzo? Quel professore nuovo ad esempio: Ulrich, prima hai detto che è terribile, giusto?
-Sì.- rispose il ragazzo, annuendo. –Ma come puoi esserne sicuro?
Teo fece cenno ad Emy di farsi coraggio e di dire anche agli altri quello che sapevano solo lui e Yumi. La mora fece un bel respiro.
 
-Mi dispiace…- concluse la giovane. –Avrei dovuto dirvelo prima.
Aelita le mise una mano sulla spalla. –Non preoccuparti, l’importante è che tu l’abbia fatto.
-Questo cambia tutto.- disse Jeremy, sistemandosi meglio gli occhiali, come suo solito. –Effettivamente potrebbe essere stato posseduto, non è di certo un comportamento normale, il suo. Ma comunque non capisco come abbia evitato la sorveglianza.- aprì il suo portatile per fare qualche ricerca, spalancando gli occhi dalla sorpresa poco dopo: una torre attiva nel settore deserto, di nuovo.
-Cosa? Ma fa sul serio?!- chiese retoricamente Odd quando il leader comunicò la notizia, stravaccandosi sulla sedia.
-Non abbiamo tempo.- rispose Yumi. –Dobbiamo assolutamente andare alla fabbrica.
Teo spalancò gli occhi. –Ora? Ma abbiamo la lezione di inglese, con Werner poi: non la prenderà bene.
Jeremy ci pensò per qualche secondo, poi si alzò in piedi. –Tu e Ulrich andate a lezione, gli altri verranno con noi. Puoi dire al prof che siamo stati male con il cibo della mensa o qualcosa di simile.
-E se non se la bevesse?- chiese il ragazzo, alzando un sopracciglio.
-Sono sicuro che ve la caverete. Ora forza, andiamo.- rispose, incamminandosi, seguito da tutti gli altri.
Appena si separarono si diressero al tombino che conduceva alla fabbrica abbandonata che ospitava il supercomputer per accedere a Lyoko. Una volta scesi percorsero quelle puzzolenti gallerie, per poi accedere alla sala computer grazie all’ascensore situato all’interno dell’edificio in cui erano giunti.
-Diventa sempre più difficile utilizzare le fogne.- constatò Aelita, appoggiandosi contro la parete fredda.
-Dobbiamo trovare un modo alternativo sia a questo che alla strada diretta al ponte.- Jeremy si grattò la testa, come se fosse infastidito da qualcosa.
-Cosa pensate che possa aver scaturito l’attacco questa volta?- chiese Odd, guardando Emy.
-Forse preferisco non saperlo.
L’ascensore si aprì, lasciando i cinque ragazzi entrare nella stanza. Jeremy si sedette subito, prendendo il controllo del supercomputer.
-Hai un piano?- chiese Yumi
Il leder annuì. –Voi andate ora, ci penso io.
 
Odd schivò il raggio mortale di un Crab, mentre Aelita correva verso la torre, ancora lontana dal punto in cui Jeremy li aveva virtualizzati poco prima. Una freccia di Emy deviò l’attenzione di un Block che puntava Yumi, la quale, velocemente, eliminò le due Tarantule che seguivano l’amica rosea. Emy fece apparire un’altra freccia, ma in quell’esatto momento una mano le coprì la bocca, impedendole di urlare, mentre un’altra gettò l’arma della ragazzina abbastanza lontana da renderla irraggiungibile.
Prese a camminare trascinando la mora con se, mentre lei guardava con occhi impauriti l’orrenda maschera bianca che copriva il volto del suo rapitore. -Bene bene, ma guarda un po’ chi abbiamo qui. Una nuova eh.
La maggiore si girò di scatto, tirando fuori immediatamente uno dei suoi ventagli, pronta a difendere l’amica. -Chi sei?- chiese, mentre Odd continuava a tenere occupati i mostri rimanenti.
-Jeremy- chiamò il biondo. –Abbiamo un problema. E anche bello grosso.
-Cosa? Che succede?- esclamò il leader, preso a fare delle ricerche.
-C’è qualcuno qui, oltre noi.- chiarì la ragazza, guardando fallire il tentativo di Emy, ancora con la bocca coperta, di materializzare una freccia, nonostante stesse tremando.
-Oh, sembra quasi che io stia invadendo il vostro territorio, quando invece è evidentemente il contrario. Che dici bambolina, devo presentarmi?- chiese a Yumi, per poi spostare il viso di nuovo verso Emy che gli aveva morso il palmo della mano. –Che c’è piccola, sei gelosa? Non ci sono problemi, allora la risposta puoi darmela tu.
Yumi lanciò il ventaglio verso lo sconosciuto, che lasciò Emy, come previsto dalla maggiore, allontanandosi con uno scatto.
La minore poté guardarlo bene, finalmente. Indossava solo dei pantaloni corti alle ginocchia con, alla parte centrale del cinturino, l’occhio del famigerato XANA, vecchio nemico. La cosa più strana era che l’essere davanti a loro era un uomo a tutti gli effetti, in carne ed ossa, distinto da pesanti catene sulle spalle e persino sul collo, ma anche da una sfera in ferro legata al piede sinistro con inciso lo stesso simbolo precedente. Tutto ciò sembrava essere insopportabilmente pesante anche se lui riusciva a muoversi tranquillamente, ma la cosa più strana era quella maschera, da cui sembrava vederci estremamente bene.
-Però, abbiamo tirato fuori gli artigli, vedo.
Odd si avvicinò a lui. –Non ci interessa il tuo nome, cosa vuoi da noi?
Lui emise un sonoro sbuffo divertito, si burlava di tutta quella situazione a suo favore. –Non è semplice?- Emy sentì quelle parole strettamente familiari
-Ti ha fatto una domanda!- esclamò Yumi. –Cosa vuoi, rispondi!
-Dovrei essere io a chiederlo a voi.- questa volta Emy non ebbe dubbi. Era come il ragazzo del suo sogno di qualche giorno prima, un segno, un messaggio, qualcosa di sicuramente più grande di lei.
Lo sconosciuto si avvicinò alle ragazze, passandosi una mano tra i capelli, un po’ deluso data la sua originale idea di presentazione personale. Puntò Yumi, avvicinandosi al suo orecchio, ma prima di poter dire o fare qualsiasi cosa, un colpo laser di Odd gli sfregiò la maschera, graffiandola un poco. L’uomo rise, come se qualcuno avesse appena fatto la più sbellicante delle battute, per poi tornare immediatamente serio, passando un dito sul graffio della maschera, riuscendo a farla tornare come prima.
-Non lo farei una seconda volta se fossi in te. Sapete bene chi controlla Lyoko e tutto ciò che ci gira intorno e vorrei ricordavi che la vostra amica è sola e spaventata, che corre verso la torre inutilmente.- fece una pausa sospirando leggermente, accarezzando la testa della maggiore in modo quasi amorevole, che, schifata, si ritrasse, sfuggendo ad altri possibili contatti con quello strano individuo. –Allora, vi è piaciuta la mia entrata in scena?
-Ragazzi! Ragazzi!- Gridò Jeremy, mentre cercava di sbloccare il dispositivo, ormai quasi interamente bloccato dalla presenza di quello sconosciuto. –Ho perso la connessione, accidenti! Ragazzi! Mi sentite?
-Forte e chiaro Jer.- disse semplicemente Odd, entrando nella sala computer in compagnia delle altre tre ragazze.
-C-che è successo?- chiese, sistemandosi gli occhiali sul naso, confuso. –Il supercomputer si è come impallato, non era mai successo prima d’ora, almeno non in modo così strano. Vedevo ancora le vostre schede con i vostri punti vita e poi il nulla, tutti azzerati.
-È stato quel tipo.- rispose Emy, portandosi due dita a massaggiare una tempia. –Ha schioccato le dita e ci siamo tutti azzerati.
-È troppo forte Jeremy. E sapeva che saremmo venuti qui, era tutta una trappola per uscire dall’ombra. Immagino che sia lui ANAX.- continuò Yumi, guardando Aelita che, rapidamente scosse la testa.
-Non può essere: ANAX ha detto di essere la figlia di XANA, perché parlare al femminile se è in realtà un uomo?- chiarì, guardando poi Jeremy, il quale, lentamente, cercava di collegare tutti i pezzi e arrivare ad una conclusione effettiva.
Il leader ci pensò ancora per alcuni minuti in cui tutti rimasero in silenzio, quando ad un certo punto il cellulare di Emy squillò improvvisamente. –Scusate, devo rispondere.- disse, sorridendo leggermente e allontanandosi di poco, cominciando a parlare con un accento confuso dopo solo pochi secondi, per poi utilizzare direttamente l’italiano. –Era Teo.- disse, terminando la telefonata e guardando i suoi amici con un’espressione confusa. –Hanno degli indizi.
  
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