Sì,
lo so. Sono in un
ritardo imbarazzante… la mia vita è il caos, e
ogni tre per due mi sbuca un
impegno diverso! Tra l’altro ho dovuto trovare la giusta
ispirazione per questo
terzo capitolo, (cosa da non sottovalutare per una precisina come me),
quindi spero
di non annoiarvi e che quello che ho scritto vi piaccia.
Vi chiedo anche scusa per gli scorsi due capitoli, che
nonostante avessi
riletto un miliardo di volte, contavano alcuni
‘orrori’ soprattutto di
battitura, che ora ho corretto (spero di non essermene fatto sfuggire
nessuno,
e se ne trovate non esitate a dirmelo ultimamente sono un po’
“cotta”!)
Ci
vediamo giù!
Capitolo
3
Mentre
si dirigeva in fretta
verso il poligono, fu fermata da Zeke, che le comunicò che
Max la voleva nel suo
ufficio all’istante. Innervosita dal cambiamento di
programma, dato che era già
a metà strada, fece dietro front e si diresse verso il
decimo piano.
Tra
una cosa e l’altra
arrivò al poligono dopo più di un’ora;
estrasse il pc, inserì la chiavetta che
le aveva dato Max, e si mise a riesaminare i test che erano stati
inviati dagli
Eruditi per i Capofazione che dovevano sostenere
l’aggiornamento professionale*.
Eric
l’aveva raggiunta
mezz’ora dopo, le aveva lanciato un’occhiata delle
sue e si era piazzato con la
schiena appoggiata al muro a osservare l’allenamento dei
transfazione.
Tutto
filò tranquillo fino
all’ora di pranzo, quando gli iniziati poterono dirigersi,
tutti esaltati per
essere riusciti a utilizzare una pistola, verso la mensa.
Quando
tutti i novellini
furono usciti, fece cenno a Eric e Quattro, che si erano lanciati
occhiate in
cagnesco per tutta la mattina, di avvicinarsi.
-
Oggi pomeriggio devo fare
un salto al Centro di Controllo perché Davis ha rassettato
il computer e sono
andati persi i dati di tutto il vostro anno d’iniziazione, e
visto che te,
- disse rivolgendosi direttamente a Eric – tra qualche giorno
hai il test di
aggiornamento per i Capofazione, devo ripristinare il sistema e
reinserire i
vostri dati. Quindi, in quella mezz’ora. anche se mi rendo
conto che sarà
difficile, cercate di non comportarvi da perfetti idioti come
l’anno scorso. Ci
siamo capiti? – terminò seriamente.
Eric
e Quattro si
scambiarono un’occhiata ostile.
-
Perché hai te i nostri
dati d’iniziazione? – chiese Quattro dopo un paio
di secondi.
Kaithlyn
notando la nota di
nervosismo nella voce di Quattro gli lanciò
un’occhiata penetrante.
-
Che cosa vuol dire perché ho
io i vostri dati? Mi prendi in giro Quattro? –
domandò – Fai l’istruttore o il
panettiere qua dentro Quattro? – lo schernì
accigliata.
Quattro
s’irrigidì,
maledicendosi per non essersi morso la lingua. Era stata una domanda
stupida e
avventata, e sperava che Kaithlyn non gli desse troppo peso, o avrebbe
potuto
decidere di riguardarsi anche le simulazioni che aveva fatto sotto il
controllo
di Amar, e a quel punto sarebbe stato scoperto.
-
Era una domanda stupida.
Ho parlato senza pensare. – disse abbassando gli occhi.
Sentì Eric ridacchiare,
accanto a lui, ed ebbe l’impulso di colpirlo; impulso che
venne soffocato sul
nascere: meno dava nell’occhio, meglio sarebbe stato.
Inoltre, mettersi contro
Kaithlyn o fare un altro colpo di testa come l’anno scorso,
avrebbe solo
peggiorato la sua situazione sia nei rapporti con Max, che era riuscito
a
evitargli il licenziamento che aveva proposto Eric l’anno
prima, sia per quel
che riguardava la sua posizione all’interno della fazione.
Voleva andarsene,
certo. Ma di sua spontanea volontà.
-
Ti stai divertendo,
Turner? – chiese Kaithlyn senza spostare lo sguardo da
Quattro, che continuava
a sentirsi sotto esame. Come se lei potesse leggergli in fronte, solo
guardandolo, tutto quello che aveva pensato e architettato negli ultimi
mesi:
l’incontro con sua madre, le informazioni che le aveva
passato, il programma
che aveva installato sul computer di Max e che gli permetteva di
accedere a
tutti i suoi file e, soprattutto, la sua divergenza.
Quattro
sentì un moto di soddisfazione,
vedendo Eric far sparire il suo solito ghigno dalla faccia e zittirsi.
-
Un po’. – ammise il
Capofazione guardandola divertito.
-
Credo – iniziò lentamente -
che tra un paio di giorni ti divertirai un
po’ meno. –
Eric
aggrottò le
sopracciglia. Che intendeva dire?
-
Che significa? – chiese
non capendo a cosa facesse riferimento.
Kaithlyn
parve riaversi:
smise di studiare Quattro e lì guardò a turno
entrambi.
-
Scherzi? Dimmi un po’:
cosa devi fare tra un paio di giorni? – chiese. Ma la sua
domanda venne accolta
dal silenzio.
-
Le parole “Aggiornamento
Professionale” non ti
dicono niente, immagino. – costatò con
rassegnazione.
-
Io posso andare? – s’intromise
seccamente Quattro.
-
Sì, sparisci dalla mia
vista… Ah! Quattro? – lo richiamò.
– Aspetta qualche giorno per farli provare il
lancio dei coltelli. Non vorrei dover riattaccare una mano a qualcuno.
Ok? –
Quattro
si girò verso di lei
ed annuì, questa volta con l’ombra di un
sorrisetto sul viso, ed uscì dal
poligono.
-
Non capisco. A parte i
combattimenti per assicurarsi che sia in grado di combattere, che altro
c’è di
cui mi dovrei “preoccupare”? – chiese
mimando le virgolette con le dita.
-
Be’, la parte teorica. –
iniziò. – ho letto le domande, che ci sono state
spedite gli Eruditi, e a meno
che tu non sia una specie di genio con la conoscenza infusa, cosa di
cui dubito
fortemente, ti conviene dare almeno una lettura a… - .
- Teoria? –
chiese scettico. – Che accidenti significa? È roba
da Eruditi! Che gliene frega
della teoria? Max è Capofazione da almeno
quarant’anni e sono abbastanza sicuro
che non ci capisca un accidente di quella robaccia. Se dovevo fare test
scritti,
potevo rimanermene con gli Eruditi! – disse irritato facendo
sbuffare la
ragazza che con un salto di sedette sul bordo del tavolo dove fino a
quel
momento aveva lavorato.
-
Il primo aggiornamento
professionale prevede anche un test scritto, Eric. Sicuramente
te l’ho
detto! – considerò, come se
fosse la cosa più ovvia del mondo.
-
No. – rispose laconico.
-
Be’, ora lo sai. –
commentò con tranquillità tirandosi completamente
sul tavolo e appoggiando la
schiena al muro.
-
E sai anche chi sarà il
mio supervisore? – investigò. Tanto valeva sapere
con chi aveva a che fare e
agire di conseguenza. Alle brutte poteva sempre minacciare il
malcapitato. O la
malcapitata.
-
No, non me l’hanno detto.
– mentì disinvoltamente. Suo padre aveva ragione:
non avrebbe mai potuto essere
una Candida; riusciva a mentire con troppa facilità.
Eric
la guardò sospettoso,
ma vedendola così disinvolta lasciò correre e
andò ad appoggiarsi alla parete
accanto al punto in cui era seduta lei.
Restarono
un paio di minuti
in silenzio. Una delle cose che più gli piacevano di
Kaithlyn è che sapeva
stare in silenzio. E che, al contrario di come facevano molte ragazze
intrepide, non sentiva la necessità di riempire ogni attimo
con chiacchiere
inutili o facendo casino.
Probabilmente
il suo
comportamento era dovuto anche dalla sua fazione di provenienza: gli
Eruditi.
D’altronde nessuno, per quando diversa potesse essere la
fazione scelta, si
lasciava veramente alle spalle quella d’origine. Lui ne era
l’esempio...
Poi,
Kaithlyn buttò le gambe
giù dal tavolo, lasciandole penzolare per un paio di secondi
per poi scendere e
dirigersi verso Eric.
Nonostante
gli anfibi
avessero un rialzo di almeno cinque centimetri, Eric dovette abbassarsi
dal suo
metro e novanta per farsi mettere le braccia intorno al collo e premere
le
labbra sulla sue in un rapido bacio a stampo.
-
Ci vediamo dopo Turner. –
Sapeva
quando gli dava
fastidio essere chiamato per cognome: gli ricordava da dove veniva.
Eppure, a
Kaithlyn non interessava... probabilmente era una vecchia abitudine da
istruttrice degli iniziati.
La
ragazza era già
sull’uscio, quando il suo cercapersone suonò
rumorosamente facendola voltare.
-
Che è successo? – chiese
voltandosi verso di lui. Doveva esserle sembrato strano che lo
cercassero
proprio in quel momento. E, in effetti, essendo ancora
all’oscuro di quello che
sarebbe successo di lì a tre settimane, la sorpresa che
vedeva sul bel viso di
Kaithlyn era del tutto normale.
Un’altra
riunione
straordinaria dei Capofazione. Con Jeanine, Capofazione degli Eruditi,
che
ormai passava quasi più tempo alla Residenza che al Quartier
Generale dei
Lassi.
-
Niente. Una riunione
straordinaria... ci vediamo dopo. – rispose con tono incolore
incupendosi.
Tutta questa solerzia gli sembrava davvero eccessiva per qualche
divergente e
un paio di risultati di simulazioni che ancora, tra l’altro,
non aveva. Ma
erano ordini di Max, e in quanto Capofazione più giovane,
avrebbe dovuto
obbedire che lo volesse o meno.
-
Okay… - rispose poco
convinta mentre Eric le passava rapidamente davanti senza degnarla di
uno sguardo.
Ogni
volta che veniva fuori
il nome di Jeanine, Eric si incupiva e diventava più
scontroso e intrattabile
del solito.
Come
mai improvvisamente gli
Eruditi erano tanto interessati agli Intrepidi? Perché
Jeanine si era
intromessa nella valutazione dei Capofazione e di tutti quelli che
avrebbero
sostenuto l’esame?
E
tutte quelle domande sui
sistemi informatici da sottoporre a Eric, riguardo
all’hackeraggio dei sistemi
informatici e alla manomissione dei computer?
Eric
aveva ragione: a cosa
gli sarebbe servito sapere tutte quelle cose? Era roba da Eruditi, e la
cosa le
puzzava. Per non parlare di tutte quelle riunioni straordinarie tra i
Capofazione e la rappresentate degli eruditi, anche se Eric non
gliel’aveva
detto, sapeva che c’erano anche loro: aveva visto le auto
parcheggiate fuori e
Jason le aveva dato la riconferma. Ovviamente non erano venuti
lì di gran
carriera per fare una gira turistica tra i canali del Pozzo, quello era
abbastanza logico.
Sicuramente,
più tardi,
avrebbe chiesto spiegazioni a Eric… anche se dubitava che
gliele avrebbe date.
Nelle ultime settimane era diventato più irascibile, nervoso
e poco incline al
dialogo del solito. Gli unici momenti in cui era
“tranquillo” erano quando
stava insieme senza darsi addosso e possibilmente senza altra gente
intorno. E
lei gli lasciva tutti gli spazi di cui aveva bisogno, solo che ogni
volta che
veniva fuori il ‘discorso Jeanine’ finivano per
litigare furiosamente e
mandarsi al diavolo. Il che non avrebbe dovuto sorprenderla, dato che
entrambi avevano
un carattere piuttosto difficile.
Scosse
la testa, come a
cacciare via tutti pensieri. Era illogico che
gli Eruditi s’interessassero
agli Intrepidi solo per un fattore culturale. Poi un’idea la
colpì.
Era illogico solo
se si pensava che non ci fosse un secondo fine. E per gli Eruditi, il
fine
giustificava sempre i mezzi. Lo
sapeva perché spesso si
comportava così anche lei. Perché era proprio
così che era riuscita, con grande
sorpresa di tutti, a classificarsi al primo posto nel suo corso
d’iniziazione,
quattro anni prima; ci era riuscita perché era stata
più cattiva degli altri
iniziati; ci era riuscita perché voleva arrivare
prima,
dimostrando che nonostante fosse l’iniziata più
piccola fisicamente, era
comunque più di loro. Che
era più forte. E
l’aveva
fatta, sopportando il dolore degli incontri, rialzandosi sempre e non
avendo
mai remore a colpire un compagno. Senza mai versare neanche una
lacrima.
Nemmeno durante le simulazioni, quando riemergevano le sue paure e la
parte di
lei che era ancora fragile, la stessa parte che da piccola la spingeva
tra le
braccia di suo padre, veniva fuori e la
distruggeva. Aveva tagliato
anche quella. L’aveva tagliata fuori per essere più
forte. E
ce l’aveva fatta.
Ma
lei non era un’Erudita,
non lo era mai stata.
Le
venne in mente l’ultimo
passo del manifesto degli Eruditi:
“Vale
la pena ripetere che
l’intelligenza è un dono, non un diritto. Deve
essere esercitato non come arma,
ma come strumento per il progresso.”
Lei
invece spesso usava la
sua intelligenza come un’arma. Aveva usato la sua
intelligenza per prevedere le
mosse dei compagni durante l’iniziazione, per individuarne i
loro punti deboli
e sfruttarli per vincere. E lo faceva tuttora. Lo faceva
perché era ambiziosa.
Così com’era ambizioso Eric, anche lui proveniente
dagli Eruditi. Ambizioso,
ma, al contrario di lei, fondamentalmente insicuro: bastava vedere come
aveva
reagito dopo aver perso l’incontro con Quattro, due anni
prima. Bastava vedere
come continuasse a cercare conferme, anche se più che con le
parole con i fatti,
come facevano gli Eruditi.
Eric…
l’iniziato più
strafottente e indisciplinato che avesse avuto.
Nonostante
lo vedesse sempre
più distante e sempre meno capace di provare empatia,
riusciva comunque a
scorgere, in certi momenti, il sedicenne a cui le piaceva tanto dare il
tormento durante l’iniziazione.
Lo
stesso sedicenne
abbattuto e demoralizzato dalla sconfitta, che aveva portato al pronto
soccorso
per una frattura al naso e che non aveva fatto altro che piagnucolare
per tutto
il viaggio.
Lo
stesso sedicenne
coraggioso che per primo aveva affrontato il suo scenario della paura,
superandolo più che brillantemente.
Kaithlyn
si riscosse dal
turbine di pensieri in cui era caduta quando Quattro, appena rientrato,
la
scosse leggermente.
-
Da quanto sei qui? – gli
chiese bruscamente, colta in fallo.
-
Da un paio di minuti. Non
davi segni di vita, quindi mi sono avvicinato. –
spiegò mantenendo quel
cipiglio serio che lo contraddistingueva.
-
Davo andare... – disse
alzandosi dal pavimento. Si doveva essere seduta lì mentre
rifletteva sullo
strano comportamento di Eric e degli Eruditi. - ... Eric è
stato convocato per
una riunione, non aspettarlo. E spiega come si deve le basi del corpo a
corpo
ai novellini, o per la fine dell’iniziazione non ci
sarà bisogno della
classifica. – aggiunse prima di dirigersi verso il Centro di
Controllo.
Dopo
aver terminato quello
che doveva fare al Centro di Controllo, raggiunse Quattro e gli
iniziati in
palestra.
Di
Eric nemmeno l’ombra.
Forse la riunione si era protratta più a lungo di quanto
credesse… poteva
essere. Ma non le piaceva.
Continuò
a seguire
l’allenamento, fino a quando, finalmente, lo vide entrare in
palestra senza
farsi notare dagli iniziati che erano tutti presi a imparare le
tecniche che
Quattro gli aveva mostrato a inizio lezione.
Con
passo deciso si avvicinò
a lui, notando a ogni passe quanto fosse pallido. Era così
dopo ogni
stramaledetta riunione e andava sempre peggio.
-
Dove sei stato? – chiese
forse un po’ troppo aggressivamente.
-
Te l'ho già detto
Kaithlyn. – bisbigliò seccamente per non farsi
sentire da Quattro. – la
riunione.
Sapeva
che Kaithlyn era
sospettosa di natura e non avrebbe fatto finta di bersi le sue scuse,
per la
maggior parte inventate, ancora a lungo. Ma aveva il divieto categorico
di
parlare con chiunque degli accorti con gli Eruditi.
-
Vieni con me. –
Lui
tirò un sospiro esausto,
ma decise comunque di seguirla fino a un corridoio che portava sullo
strapiombo. Uno dei pochi punti della Residenza dove non
c’erano telecamere.
-
Non posso dirti niente,
Kaithlyn. E non mi va di litigare con te, quindi forse è
meglio se ce ne
torniamo in palestra. – ripeté appoggiandosi alla
parete del piccolo corridoio
che conduceva sullo spiazzo che dava sullo strapiombo e da dove si
sentiva il
rombo del fiume sotterraneo.
-
Eric, non mi piacciono i
rapporti che avete con gli Eruditi. – iniziò. Era
un discorso delicato, lo
sapeva bene, ma prima o poi avrebbero dovuto affrontarlo.
-
Non credo sia a far tuo. Se
ti volevi occupare della fazione e sapere tutto ciò che
succedeva, dovevi
diventare Capofazione. – le disse sforzandosi di non usare un
tono troppo
aggressivo.
In
quei momenti, quando la
rabbia e la frustrazione prendevano il sopravvento, faceva fatica a
controllarsi, e non voleva certo rovinare il suo rapporto con lei.
Kaithlyn
inarcò le
sopracciglia, squadrandolo dalla testa ai piedi.
-
Dico solo che mi sembra
strano. E smettila di parlarmi come se volessi impicciarmi solo per il
gusto di
farlo. Non me ne importa un accidente di quello che fanno gli Eruditi,
ma
gradirei che non s’intromettessero nelle prove degli
Intrepidi. Max, Taylor,
James e Robert sono d’accordo scommetto. Tu sei stato
informato? O ti limiti a
galoppare da una parte all'altra a seconda di quello che ti dicono come
al
solito? – sibilò stringendo i pugni e
assottigliando gli occhi azzurri, mentre
sentiva montare rapidamente la rabbia.
Lo
stava provocando, era
chiaro. Ma quelle parole, pronunciate da lei, lo fecero esplodere.
-
Non sono cose che ti
riguardano! – gridò con una nota isterica nella
voce e facendo un passo verso
di lei. La rabbia stava iniziando ad annebbiargli la mente,
così strinse forte
i pugni riaprendo le ferite che si era procurato e ignorando le fitte
di
dolore.
-
Certo chi mi riguardano!
Riguardano tutti! Jason mi ha det... – ma non ebbe il tempo
di finire la frase
che si ritrovò attaccata al muro, il viso di Eric a pochi
centimetri dal suo
che la guardava minaccioso, gli occhi in quel momento vuoti ridotti
a fessure.
Lei,
per tutta risposta, gli
restituì uno sguardo altrettanto arrabbiato. Quegli sguardi
minacciosi non
attaccavano con lei, e non aveva la minima intenzione di farti
intimorire da
qualcuno a cui aveva insegnato a prendere a pugni un saccone. Le mani
di Eric
erano ai lati della sua testa: aveva le nocche scorticate, come se
avesse preso
a pugni qualcosa di troppo resistente da rompersi sotto i suoi colpi.
Come un
muro.
-
Dato che sei tanto
affezionata al tuo amichetto, perché non vai a chiedere a
lui cosa succede in
giro? – sibilò minaccioso senza smettere di
fissarla. – Sicuramente sarà più
che felice di darti tutto quello che cerchi. Non chiedermi mai più
niente riguardo a... – s’interruppe quando Kaithlyn
lo spinse con forza all'indietro
e lo colpì con uno schiaffo. Dopo quel gesto parve tornare
lentamente in sé.
Aiutandosi
con le braccia si
liberò bruscamente delle mani che la inchiodavano ancora al
muro e lo guardò
inchiodò lì dov’era con uno sguardo che
non prometteva niente di buono.
-
Sei ridicolo! Non ti
provare mai più a parlarmi in questo modo, Eric. –
gli sibilando furiosamente e
puntandogli un dito contro. – Io non sono una delle tue
amichette del cazzo che
puoi trattare come ti pare. Provaci un’altra volta, e ti
giuro che tra noi è
finita. –
Con
questo se ne tornò,
furiosa, verso la palestra; ma lui non la raggiunse. Probabilmente,
conoscendolo, era andata a finire di farsi a pezzi le mani. Quello,
sicuramente, gli riusciva bene.
Si
passò una mano sulla
fronte. Non si era mai comportato così. Non con lei almeno,
e ogni giorno, come
se non bastasse, andava peggio.
Cosa
gli stavano facendo?
Ciao
a tutti! Subito dopo
aver pubblicato questo capitolo, andrò a cercare un sasso
abbastanza grande
sotto cui nascondermi.
La
puntualità, soprattutto
per gli aggiornamenti, per me è un optional!
Vi
volevo lasciare, in quest’angolino,
un po’ di spiegazioni!
Tanto
per cominciare, ho
parlato di questo benedetto “aggiornamento
professionale”, e voi giustamente vi
sarete chiesti: da dove diamine l’ha tirato fuori questa
pazza furiosa? Be’,
l’ho inventato io, mi confesso. In “Four: una
scelta può liberarlo” (SPOILERINO
per che non avesse letto il libro) Quattro parla e partecipa (solo per
pochi
giorni) a un corso preliminare che prepara i nuovi Capofazione
includendo anche
cose come la conoscenza dell’informatica; ho immaginato,
quindi, che ci fosse
una sorta di esame finale o qualcosa del genere. A questo punto, la mia
mente
bacata ha pensato: se fanno uno 'pseudo esame' per i Capofazione,
daranno anche
periodicamente dei test per vedere se chi si occupa in maniera attiva
della
fazione e deve essere pronto all’azione più degli
altri, è ancora in forma! E
da qui questa… cosa.
Ovviamente
anche Kaithlyn,
essendo la Prima Tiratrice Scelta degli Intrepidi, ogni due anni deve
sostenere
questa sorta di test, per dimostrare di non essere rimbecillita...
sapete com'è...
Il
fatto che la prima volta
che si fa il test ci sia una sorta di esame scritto, mi è
venuta in mente
pensando agli Eruditi. Dato che Eric è colui che si occupa
dell’addestramento
dei transfazione e che deve trovare i divergenti, dovrà
anche essere capace di
scovare eventuali anomalie o manomissioni del sistema! Ovviamente lui,
nonostante sia già coinvolto dell'attacco agli Abneganti (un
minimo di organizzazione
ci vuole, via!) non si rende conto della cosa, e nonostante gli sembri
strano
(come fa notare a Kaithlyn) non ci dà troppo peso.
Questo
capitolo è stato
cambiato e riscritto almeno quattro volte da cime a fondo, cambiando un
sacco
di cose. Spero quindi che la versione per cui ho optato vi piaccia e di
non
aver deluso le aspettative di nessuno!
Mi
farebbe davvero piacere
se lasciaste un commentino, sia in positivo che in negativo
eventualmente,
perché sapere cosa ne pensa chi legge fa sempre piacere.
Ovviamente i consigli
sono più che ben accetti!
In
questi primi capitoli la
storia scorrerà un po’ lenta, almeno dal punto di
vista temporale, (spero
invece che a voi scorra fluidamente) perché
c’è bisogno di spiegare un po’ di
cosa e di inquadrare bene tutti i personaggi. Spero che non annoierete,
e se
trovate che tiri la cosa troppo per le lunghe, non fate problemi a
dirmelo!
Ringrazio Ozzy99 per
aver messo la storia tra le seguite; Dauntless_noemi e ralunasiescu per
averla inserita tra i Preferiti e Kaimy_11 e
(di nuovo) Ozzy99 per
avermi lasciato una recensione!
Alla
prossima,
Kaithlyn24