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Autore: Arlie_S    27/02/2015    3 recensioni
[IN REVISIONE COMPLETA: scriverò accanto ad ogni capitolo se è stato revisionato o meno, mano a mano che ricomincerò a pubblicare]
Sei disposto a distruggere ciò che ami per i tuoi ideali, giusti o sbagliati che siano?
Esiste il “punto di non ritorno”, quando si parla di sentimenti?
Forse sì, forse no.
O magari, è solo una questione di scelte.
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[Dal testo del Cap. 7]
- Belle gambe! – le gridò dietro nel trambusto del Pozzo. Lei si immobilizzò dopo pochi passi.
- Hai per caso hai detto qualcosa, Turner? – disse gelida girando la testa verso di lui e guardandolo minacciosa.
- Ma figurati! Fai finta che non ti abbia detto niente! – le gridò lui alzando entrambe le mani.
Sul viso della ragazza di allargò un sorrisetto tra il divertito e il sadico.
- Sarà meglio, perché tra due ore hai la valutazione per l’addestramento dei Capofazione. E indovina a chi è toccato il sommo piacere di valutarti? – disse facendo trasparire la soddisfazione nella voce.
Eric si sentì sbiancare, mentre il sorrisetto arrogante che aveva messo su sparì immediatamente dal suo viso e le braccia gli ricadevano giù.
“Oh merda” pensò. “Questa volta sì, che sono fottuto.”
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 3

Sì, lo so. Sono in un ritardo imbarazzante… la mia vita è il caos, e ogni tre per due mi sbuca un impegno diverso! Tra l’altro ho dovuto trovare la giusta ispirazione per questo terzo capitolo, (cosa da non sottovalutare per una precisina come me), quindi spero di non annoiarvi e che quello che ho scritto vi piaccia. 
Vi chiedo anche scusa per gli scorsi due capitoli, che nonostante avessi riletto un miliardo di volte, contavano alcuni ‘orrori’ soprattutto di battitura, che ora ho corretto (spero di non essermene fatto sfuggire nessuno, e se ne trovate non esitate a dirmelo ultimamente sono un po’ “cotta”!)

Ci vediamo giù!

 

 

 

 

 

Capitolo 3

 

 

 

 

Mentre si dirigeva in fretta verso il poligono, fu fermata da Zeke, che le comunicò che Max la voleva nel suo ufficio all’istante. Innervosita dal cambiamento di programma, dato che era già a metà strada, fece dietro front e si diresse verso il decimo piano.

 

Tra una cosa e l’altra arrivò al poligono dopo più di un’ora; estrasse il pc, inserì la chiavetta che le aveva dato Max, e si mise a riesaminare i test che erano stati inviati dagli Eruditi per i Capofazione che dovevano sostenere l’aggiornamento professionale*.

Eric l’aveva raggiunta mezz’ora dopo, le aveva lanciato un’occhiata delle sue e si era piazzato con la schiena appoggiata al muro a osservare l’allenamento dei transfazione.

Tutto filò tranquillo fino all’ora di pranzo, quando gli iniziati poterono dirigersi, tutti esaltati per essere riusciti a utilizzare una pistola, verso la mensa.

Quando tutti i novellini furono usciti, fece cenno a Eric e Quattro, che si erano lanciati occhiate in cagnesco per tutta la mattina, di avvicinarsi.

- Oggi pomeriggio devo fare un salto al Centro di Controllo perché Davis ha rassettato il computer e sono andati persi i dati di tutto il vostro anno d’iniziazione, e visto che te, - disse rivolgendosi direttamente a Eric – tra qualche giorno hai il test di aggiornamento per i Capofazione, devo ripristinare il sistema e reinserire i vostri dati. Quindi, in quella mezz’ora. anche se mi rendo conto che sarà difficile, cercate di non comportarvi da perfetti idioti come l’anno scorso. Ci siamo capiti? – terminò seriamente.

Eric e Quattro si scambiarono un’occhiata ostile.

- Perché hai te i nostri dati d’iniziazione? – chiese Quattro dopo un paio di secondi.

Kaithlyn notando la nota di nervosismo nella voce di Quattro gli lanciò un’occhiata penetrante.

- Che cosa vuol dire perché ho io i vostri dati? Mi prendi in giro Quattro? – domandò – Fai l’istruttore o il panettiere qua dentro Quattro? – lo schernì accigliata.

Quattro s’irrigidì, maledicendosi per non essersi morso la lingua. Era stata una domanda stupida e avventata, e sperava che Kaithlyn non gli desse troppo peso, o avrebbe potuto decidere di riguardarsi anche le simulazioni che aveva fatto sotto il controllo di Amar, e a quel punto sarebbe stato scoperto.

- Era una domanda stupida. Ho parlato senza pensare. – disse abbassando gli occhi. Sentì Eric ridacchiare, accanto a lui, ed ebbe l’impulso di colpirlo; impulso che venne soffocato sul nascere: meno dava nell’occhio, meglio sarebbe stato. Inoltre, mettersi contro Kaithlyn o fare un altro colpo di testa come l’anno scorso, avrebbe solo peggiorato la sua situazione sia nei rapporti con Max, che era riuscito a evitargli il licenziamento che aveva proposto Eric l’anno prima, sia per quel che riguardava la sua posizione all’interno della fazione. Voleva andarsene, certo. Ma di sua spontanea volontà.

- Ti stai divertendo, Turner? – chiese Kaithlyn senza spostare lo sguardo da Quattro, che continuava a sentirsi sotto esame. Come se lei potesse leggergli in fronte, solo guardandolo, tutto quello che aveva pensato e architettato negli ultimi mesi: l’incontro con sua madre, le informazioni che le aveva passato, il programma che aveva installato sul computer di Max e che gli permetteva di accedere a tutti i suoi file e, soprattutto, la sua divergenza.

Quattro sentì un moto di soddisfazione, vedendo Eric far sparire il suo solito ghigno dalla faccia e zittirsi.

- Un po’. – ammise il Capofazione guardandola divertito.

- Credo – iniziò lentamente - che tra un paio di giorni ti divertirai un po’ meno. –

Eric aggrottò le sopracciglia. Che intendeva dire?

- Che significa? – chiese non capendo a cosa facesse riferimento.

Kaithlyn parve riaversi: smise di studiare Quattro e lì guardò a turno entrambi.

- Scherzi? Dimmi un po’: cosa devi fare tra un paio di giorni? – chiese. Ma la sua domanda venne accolta dal silenzio.

- Le parole “Aggiornamento Professionale” non ti dicono niente, immagino. – costatò con rassegnazione.

- Io posso andare? – s’intromise seccamente Quattro.

- Sì, sparisci dalla mia vista… Ah! Quattro? – lo richiamò. – Aspetta qualche giorno per farli provare il lancio dei coltelli. Non vorrei dover riattaccare una mano a qualcuno. Ok? –

Quattro si girò verso di lei ed annuì, questa volta con l’ombra di un sorrisetto sul viso, ed uscì dal poligono.

- Non capisco. A parte i combattimenti per assicurarsi che sia in grado di combattere, che altro c’è di cui mi dovrei “preoccupare”? – chiese mimando le virgolette con le dita.

- Be’, la parte teorica. – iniziò. – ho letto le domande, che ci sono state spedite gli Eruditi, e a meno che tu non sia una specie di genio con la conoscenza infusa, cosa di cui dubito fortemente, ti conviene dare almeno una lettura a… - .

Teoria? – chiese scettico. – Che accidenti significa? È roba da Eruditi! Che gliene frega della teoria? Max è Capofazione da almeno quarant’anni e sono abbastanza sicuro che non ci capisca un accidente di quella robaccia. Se dovevo fare test scritti, potevo rimanermene con gli Eruditi! – disse irritato facendo sbuffare la ragazza che con un salto di sedette sul bordo del tavolo dove fino a quel momento aveva lavorato.

- Il primo aggiornamento professionale prevede anche un test scritto, Eric. Sicuramente te l’ho detto! – considerò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- No. – rispose laconico.

- Be’, ora lo sai. – commentò con tranquillità tirandosi completamente sul tavolo e appoggiando la schiena al muro.

- E sai anche chi sarà il mio supervisore? – investigò. Tanto valeva sapere con chi aveva a che fare e agire di conseguenza. Alle brutte poteva sempre minacciare il malcapitato. O la malcapitata.

- No, non me l’hanno detto. – mentì disinvoltamente. Suo padre aveva ragione: non avrebbe mai potuto essere una Candida; riusciva a mentire con troppa facilità.

Eric la guardò sospettoso, ma vedendola così disinvolta lasciò correre e andò ad appoggiarsi alla parete accanto al punto in cui era seduta lei.

Restarono un paio di minuti in silenzio. Una delle cose che più gli piacevano di Kaithlyn è che sapeva stare in silenzio. E che, al contrario di come facevano molte ragazze intrepide, non sentiva la necessità di riempire ogni attimo con chiacchiere inutili o facendo casino.

 

Probabilmente il suo comportamento era dovuto anche dalla sua fazione di provenienza: gli Eruditi. D’altronde nessuno, per quando diversa potesse essere la fazione scelta, si lasciava veramente alle spalle quella d’origine. Lui ne era l’esempio...

 

Poi, Kaithlyn buttò le gambe giù dal tavolo, lasciandole penzolare per un paio di secondi per poi scendere e dirigersi verso Eric.

Nonostante gli anfibi avessero un rialzo di almeno cinque centimetri, Eric dovette abbassarsi dal suo metro e novanta per farsi mettere le braccia intorno al collo e premere le labbra sulla sue in un rapido bacio a stampo.

- Ci vediamo dopo Turner. –

Sapeva quando gli dava fastidio essere chiamato per cognome: gli ricordava da dove veniva. Eppure, a Kaithlyn non interessava... probabilmente era una vecchia abitudine da istruttrice degli iniziati.

La ragazza era già sull’uscio, quando il suo cercapersone suonò rumorosamente facendola voltare.

- Che è successo? – chiese voltandosi verso di lui. Doveva esserle sembrato strano che lo cercassero proprio in quel momento. E, in effetti, essendo ancora all’oscuro di quello che sarebbe successo di lì a tre settimane, la sorpresa che vedeva sul bel viso di Kaithlyn era del tutto normale.

Un’altra riunione straordinaria dei Capofazione. Con Jeanine, Capofazione degli Eruditi, che ormai passava quasi più tempo alla Residenza che al Quartier Generale dei Lassi.

- Niente. Una riunione straordinaria... ci vediamo dopo. – rispose con tono incolore incupendosi. Tutta questa solerzia gli sembrava davvero eccessiva per qualche divergente e un paio di risultati di simulazioni che ancora, tra l’altro, non aveva. Ma erano ordini di Max, e in quanto Capofazione più giovane, avrebbe dovuto obbedire che lo volesse o meno.

- Okay… - rispose poco convinta mentre Eric le passava rapidamente davanti senza degnarla di uno sguardo.

Ogni volta che veniva fuori il nome di Jeanine, Eric si incupiva e diventava più scontroso e intrattabile del solito.

Come mai improvvisamente gli Eruditi erano tanto interessati agli Intrepidi? Perché Jeanine si era intromessa nella valutazione dei Capofazione e di tutti quelli che avrebbero sostenuto l’esame?

E tutte quelle domande sui sistemi informatici da sottoporre a Eric, riguardo all’hackeraggio dei sistemi informatici e alla manomissione dei computer?

Eric aveva ragione: a cosa gli sarebbe servito sapere tutte quelle cose? Era roba da Eruditi, e la cosa le puzzava. Per non parlare di tutte quelle riunioni straordinarie tra i Capofazione e la rappresentate degli eruditi, anche se Eric non gliel’aveva detto, sapeva che c’erano anche loro: aveva visto le auto parcheggiate fuori e Jason le aveva dato la riconferma. Ovviamente non erano venuti lì di gran carriera per fare una gira turistica tra i canali del Pozzo, quello era abbastanza logico.

Sicuramente, più tardi, avrebbe chiesto spiegazioni a Eric… anche se dubitava che gliele avrebbe date. Nelle ultime settimane era diventato più irascibile, nervoso e poco incline al dialogo del solito. Gli unici momenti in cui era “tranquillo” erano quando stava insieme senza darsi addosso e possibilmente senza altra gente intorno. E lei gli lasciva tutti gli spazi di cui aveva bisogno, solo che ogni volta che veniva fuori il ‘discorso Jeanine’ finivano per litigare furiosamente e mandarsi al diavolo. Il che non avrebbe dovuto sorprenderla, dato che entrambi avevano un carattere piuttosto difficile.

Scosse la testa, come a cacciare via tutti pensieri. Era illogico che gli Eruditi s’interessassero agli Intrepidi solo per un fattore culturale. Poi un’idea la colpì.

Era illogico solo se si pensava che non ci fosse un secondo fine. E per gli Eruditi, il fine giustificava sempre i mezzi. Lo sapeva perché spesso si comportava così anche lei. Perché era proprio così che era riuscita, con grande sorpresa di tutti, a classificarsi al primo posto nel suo corso d’iniziazione, quattro anni prima; ci era riuscita perché era stata più cattiva degli altri iniziati; ci era riuscita perché voleva arrivare prima, dimostrando che nonostante fosse l’iniziata più piccola fisicamente, era comunque più di loro. Che era più forte. E l’aveva fatta, sopportando il dolore degli incontri, rialzandosi sempre e non avendo mai remore a colpire un compagno. Senza mai versare neanche una lacrima. Nemmeno durante le simulazioni, quando riemergevano le sue paure e la parte di lei che era ancora fragile, la stessa parte che da piccola la spingeva tra le braccia di suo padre, veniva fuori e la distruggeva.  Aveva tagliato anche quella. L’aveva tagliata fuori per essere più forte. E ce l’aveva fatta.

Ma lei non era un’Erudita, non lo era mai stata.

Le venne in mente l’ultimo passo del manifesto degli Eruditi:

“Vale la pena ripetere che l’intelligenza è un dono, non un diritto. Deve essere esercitato non come arma, ma come strumento per il progresso.”

Lei invece spesso usava la sua intelligenza come un’arma. Aveva usato la sua intelligenza per prevedere le mosse dei compagni durante l’iniziazione, per individuarne i loro punti deboli e sfruttarli per vincere. E lo faceva tuttora. Lo faceva perché era ambiziosa. Così com’era ambizioso Eric, anche lui proveniente dagli Eruditi. Ambizioso, ma, al contrario di lei, fondamentalmente insicuro: bastava vedere come aveva reagito dopo aver perso l’incontro con Quattro, due anni prima. Bastava vedere come continuasse a cercare conferme, anche se più che con le parole con i fatti, come facevano gli Eruditi.

Eric… l’iniziato più strafottente e indisciplinato che avesse avuto.

Nonostante lo vedesse sempre più distante e sempre meno capace di provare empatia, riusciva comunque a scorgere, in certi momenti, il sedicenne a cui le piaceva tanto dare il tormento durante l’iniziazione.

Lo stesso sedicenne abbattuto e demoralizzato dalla sconfitta, che aveva portato al pronto soccorso per una frattura al naso e che non aveva fatto altro che piagnucolare per tutto il viaggio.

Lo stesso sedicenne coraggioso che per primo aveva affrontato il suo scenario della paura, superandolo più che brillantemente.

Kaithlyn si riscosse dal turbine di pensieri in cui era caduta quando Quattro, appena rientrato, la scosse leggermente.

- Da quanto sei qui? – gli chiese bruscamente, colta in fallo.

- Da un paio di minuti. Non davi segni di vita, quindi mi sono avvicinato. – spiegò mantenendo quel cipiglio serio che lo contraddistingueva.

- Davo andare... – disse alzandosi dal pavimento. Si doveva essere seduta lì mentre rifletteva sullo strano comportamento di Eric e degli Eruditi. - ... Eric è stato convocato per una riunione, non aspettarlo. E spiega come si deve le basi del corpo a corpo ai novellini, o per la fine dell’iniziazione non ci sarà bisogno della classifica. – aggiunse prima di dirigersi verso il Centro di Controllo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver terminato quello che doveva fare al Centro di Controllo, raggiunse Quattro e gli iniziati in palestra.

Di Eric nemmeno l’ombra. Forse la riunione si era protratta più a lungo di quanto credesse… poteva essere. Ma non le piaceva.

Continuò a seguire l’allenamento, fino a quando, finalmente, lo vide entrare in palestra senza farsi notare dagli iniziati che erano tutti presi a imparare le tecniche che Quattro gli aveva mostrato a inizio lezione.

Con passo deciso si avvicinò a lui, notando a ogni passe quanto fosse pallido. Era così dopo ogni stramaledetta riunione e andava sempre peggio.

- Dove sei stato? – chiese forse un po’ troppo aggressivamente.

- Te l'ho già detto Kaithlyn. – bisbigliò seccamente per non farsi sentire da Quattro. – la riunione.

Sapeva che Kaithlyn era sospettosa di natura e non avrebbe fatto finta di bersi le sue scuse, per la maggior parte inventate, ancora a lungo. Ma aveva il divieto categorico di parlare con chiunque degli accorti con gli Eruditi.

- Vieni con me. –

Lui tirò un sospiro esausto, ma decise comunque di seguirla fino a un corridoio che portava sullo strapiombo. Uno dei pochi punti della Residenza dove non c’erano telecamere.

- Non posso dirti niente, Kaithlyn. E non mi va di litigare con te, quindi forse è meglio se ce ne torniamo in palestra. – ripeté appoggiandosi alla parete del piccolo corridoio che conduceva sullo spiazzo che dava sullo strapiombo e da dove si sentiva il rombo del fiume sotterraneo.

- Eric, non mi piacciono i rapporti che avete con gli Eruditi. – iniziò. Era un discorso delicato, lo sapeva bene, ma prima o poi avrebbero dovuto affrontarlo.

- Non credo sia a far tuo. Se ti volevi occupare della fazione e sapere tutto ciò che succedeva, dovevi diventare Capofazione. – le disse sforzandosi di non usare un tono troppo aggressivo.

In quei momenti, quando la rabbia e la frustrazione prendevano il sopravvento, faceva fatica a controllarsi, e non voleva certo rovinare il suo rapporto con lei.

Kaithlyn inarcò le sopracciglia, squadrandolo dalla testa ai piedi.

- Dico solo che mi sembra strano. E smettila di parlarmi come se volessi impicciarmi solo per il gusto di farlo. Non me ne importa un accidente di quello che fanno gli Eruditi, ma gradirei che non s’intromettessero nelle prove degli Intrepidi. Max, Taylor, James e Robert sono d’accordo scommetto. Tu sei stato informato? O ti limiti a galoppare da una parte all'altra a seconda di quello che ti dicono come al solito? – sibilò stringendo i pugni e assottigliando gli occhi azzurri, mentre sentiva montare rapidamente la rabbia.

Lo stava provocando, era chiaro. Ma quelle parole, pronunciate da lei, lo fecero esplodere.

- Non sono cose che ti riguardano! – gridò con una nota isterica nella voce e facendo un passo verso di lei. La rabbia stava iniziando ad annebbiargli la mente, così strinse forte i pugni riaprendo le ferite che si era procurato e ignorando le fitte di dolore.

- Certo chi mi riguardano! Riguardano tutti! Jason mi ha det... – ma non ebbe il tempo di finire la frase che si ritrovò attaccata al muro, il viso di Eric a pochi centimetri dal suo che la guardava minaccioso, gli occhi in quel momento vuoti ridotti a fessure.

Lei, per tutta risposta, gli restituì uno sguardo altrettanto arrabbiato. Quegli sguardi minacciosi non attaccavano con lei, e non aveva la minima intenzione di farti intimorire da qualcuno a cui aveva insegnato a prendere a pugni un saccone. Le mani di Eric erano ai lati della sua testa: aveva le nocche scorticate, come se avesse preso a pugni qualcosa di troppo resistente da rompersi sotto i suoi colpi. Come un muro.

- Dato che sei tanto affezionata al tuo amichetto, perché non vai a chiedere a lui cosa succede in giro? – sibilò minaccioso senza smettere di fissarla. – Sicuramente sarà più che felice di darti tutto quello che cerchi. Non chiedermi mai più niente riguardo a... – s’interruppe quando Kaithlyn lo spinse con forza all'indietro e lo colpì con uno schiaffo. Dopo quel gesto parve tornare lentamente in sé.

Aiutandosi con le braccia si liberò bruscamente delle mani che la inchiodavano ancora al muro e lo guardò inchiodò lì dov’era con uno sguardo che non prometteva niente di buono.

- Sei ridicolo! Non ti provare mai più a parlarmi in questo modo, Eric. – gli sibilando furiosamente e puntandogli un dito contro. – Io non sono una delle tue amichette del cazzo che puoi trattare come ti pare. Provaci un’altra volta, e ti giuro che tra noi è finita. –

Con questo se ne tornò, furiosa, verso la palestra; ma lui non la raggiunse. Probabilmente, conoscendolo, era andata a finire di farsi a pezzi le mani. Quello, sicuramente, gli riusciva bene.

Si passò una mano sulla fronte. Non si era mai comportato così. Non con lei almeno, e ogni giorno, come se non bastasse, andava peggio.

Cosa gli stavano facendo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Subito dopo aver pubblicato questo capitolo, andrò a cercare un sasso abbastanza grande sotto cui nascondermi.

La puntualità, soprattutto per gli aggiornamenti, per me è un optional!

Vi volevo lasciare, in quest’angolino, un po’ di spiegazioni!

Tanto per cominciare, ho parlato di questo benedetto “aggiornamento professionale”, e voi giustamente vi sarete chiesti: da dove diamine l’ha tirato fuori questa pazza furiosa? Be’, l’ho inventato io, mi confesso. In “Four: una scelta può liberarlo” (SPOILERINO per che non avesse letto il libro) Quattro parla e partecipa (solo per pochi giorni) a un corso preliminare che prepara i nuovi Capofazione includendo anche cose come la conoscenza dell’informatica; ho immaginato, quindi, che ci fosse una sorta di esame finale o qualcosa del genere. A questo punto, la mia mente bacata ha pensato: se fanno uno 'pseudo esame' per i Capofazione, daranno anche periodicamente dei test per vedere se chi si occupa in maniera attiva della fazione e deve essere pronto all’azione più degli altri, è ancora in forma! E da qui questa… cosa.

Ovviamente anche Kaithlyn, essendo la Prima Tiratrice Scelta degli Intrepidi, ogni due anni deve sostenere questa sorta di test, per dimostrare di non essere rimbecillita... sapete com'è...

Il fatto che la prima volta che si fa il test ci sia una sorta di esame scritto, mi è venuta in mente pensando agli Eruditi. Dato che Eric è colui che si occupa dell’addestramento dei transfazione e che deve trovare i divergenti, dovrà anche essere capace di scovare eventuali anomalie o manomissioni del sistema! Ovviamente lui, nonostante sia già coinvolto dell'attacco agli Abneganti (un minimo di organizzazione ci vuole, via!) non si rende conto della cosa, e nonostante gli sembri strano (come fa notare a Kaithlyn) non ci dà troppo peso.

Questo capitolo è stato cambiato e riscritto almeno quattro volte da cime a fondo, cambiando un sacco di cose. Spero quindi che la versione per cui ho optato vi piaccia e di non aver deluso le aspettative di nessuno!

Mi farebbe davvero piacere se lasciaste un commentino, sia in positivo che in negativo eventualmente, perché sapere cosa ne pensa chi legge fa sempre piacere. Ovviamente i consigli sono più che ben accetti!

In questi primi capitoli la storia scorrerà un po’ lenta, almeno dal punto di vista temporale, (spero invece che a voi scorra fluidamente) perché c’è bisogno di spiegare un po’ di cosa e di inquadrare bene tutti i personaggi. Spero che non annoierete, e se trovate che tiri la cosa troppo per le lunghe, non fate problemi a dirmelo!

Ringrazio Ozzy99 per aver messo la storia tra le seguite; Dauntless_noemi e ralunasiescu per averla inserita tra i Preferiti e Kaimy_11 e (di nuovo) Ozzy99 per avermi lasciato una recensione!

Alla prossima,

Kaithlyn24

  
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