Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: Tikal    28/02/2015    1 recensioni
| Parodia | Drammatico | Azione | Comico | Pseudo-romantico |
Hope è una ragazzina di quindici anni, abbandonata dalla madre prima di nascere e cresciuta da un branco di lupi, intelligentissima, purissima e levissima, con l’unico potere in grado di annientare l’universo o salv-
ASSOLUTAMENTE NO!
Togliete di mezzo le solite Mary Sue e Gary Stu incalliti, che altrimenti non andiamo da nessuna parte e ci annoiano soltanto. Prendete piuttosto un’autrice esasperata, aggiungeteci un’avventura ai confini della realtà (e che sfiora la follia), personaggi assurdi e grotteschi e tanta, tanta, ironia, et voilà!
Il regno di Exandia è in pericolo, e sarà compito di Steve, un giovane scrittore in erba che ancora fatica a decollare, di una dea eccentrica e di un giovane ladro accompagnato dalla sua fedele scimmia da compagnia, scoprire e fermare i piani della terribile setta dedita all’Hopeismo, che trama nell’ombra per far cadere la pace. Riusciranno i nostri eroi nel loro intento, o le Mary Sue conquisteranno il mondo?
Genere: Avventura, Drammatico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo
 
 
«Interrompiamo la trasmissione per una notizia dell’ultima ora: si è appena perpetuata l’ennesima violenza ai danni della grammatica e del buon senso; pare che anche stavolta la fantasia sia stata anch’essa vittima del sopruso ad opera di una delle affiliate alla setta che da mesi terrorizza le nostre città. Invitiamo gli abitanti di St. Chain e dintorni a non uscire di casa per le prossime ore se non per il minimo necessario e accompagnati da qualcuno, poiché gli inquirenti sospettano che alcuni membri della setta potrebbero ancora trovarsi dalle parti del luogo dove è avvenuta la violenza» la giornalista, una donna dal volto serio e marcato dalle prime rughe dell’età, si interruppe un attimo. «Ed ora,» disse, prendendo un profondo respiro. «mi appello a voi, cari telespettatori, che ci seguite da anni con costanza, così come a chi si è appena sintonizzato su questo canale: se c’è qualcuno, chiunque, lì fuori, in mezzo a voi, che possa fare qualcosa, che possegga qualche informazione o pensa anche solamente di poter aiutare qualcuno in questa storia, vi prego, si faccia avanti».
Era notte fonda, ma nonostante l’orario le televisioni esposte nella polverosa vetrina del negozio continuavano a mandare in onda un vecchio servizio risalente a settimane prima, quando ancora l’Hopeismo non rappresentava una vera e propria minaccia per Exandia. Certo, anche allora, quando la Setta – come si facevano chiamare gli affiliati al culto di Hope – aveva appena iniziato a muovere i primi passi per la realizzazione del suo piano, il cui scopo, quello di impadronirsi del regno, era ormai noto a tutti, gli episodi come quello di St. Chain avevano fatto scalpore, soprattutto perché nessuno aveva mai osato tanto, ma ormai cose del genere erano all’ordine del giorno, e la gente non ci faceva nemmeno più caso, preoccupandosi piuttosto di sopravvivere e di cercare un rifugio sicuro, nel caso in cui i fanatici dell’Hopeismo di presentassero nella propria città.
Aveva preso a nevicare. Le strade erano già imbiancate, come se un pittore si fosse divertito a passare il colore bianco su un disegno ormai finito, cancellando qualunque cosa ci fosse stata sotto un tempo.
Davanti alla vetrina, stava ferma una figura avvolta in un impermeabile giallo; osservava con lo sguardo perso gli schermi davanti a lei, quasi senza vedere realmente il servizio registrato e il volto nervoso della giornalista, fregandosene della neve che aveva cominciato a posarsi placida sulle sue spalle.
Sul marciapiede, l’unico lampione rimasto in funzione illuminava uno scorcio di un paesaggio desolato, fatto di palazzi abbandonati e carcasse di auto arrugginite; da quando la Setta aveva toccato West Garden, la città non era più stata la stessa. Erano stati giorni terribili, nei quali la città era stata messa a fuoco e fiamme da quei demoni, che non avevano risparmiato nulla e nessuno; i sopravvissuti erano stati pochi, e la maggior parte erano scappati non appena se ne era presentata la possibilità.
La figura dall’impermeabile giallo si voltò allontanandosi dalla vetrina e entrando nel cono di luce di quell’ultimo lampione rimasto acceso, come un faro nel bel mezzo della tempesta.
La figura volse lo sguardo al cielo, lasciando che il cappuccio giallo le scivolasse sulle spalle, rivelando i capelli neri come la notte, e che i fiocchi di neve si posassero leggeri sul suo viso pallido.
Se c’è qualcuno, lì fuori, che possa fare qualcosa, vi prego, si faccia avanti, aveva detto la giornalista, guardando fisso in camera e con lo sguardo fermo; e lei sapeva benissimo chi avrebbe potuto aiutarli.
 
*
 
Steve Newell sapeva benissimo di non essere perfettamente a posto con la testa. D’altronde anche lui era andato al liceo, e anche lui in quegli anni aveva finito per fumarsi qualsiasi cosa potessero proporgli, quindi era abbastanza certo che il suo cervello non si sarebbe mai disintossicato del tutto, ma era ancora più certo di aver messo una pietra sopra quel periodo anni prima, quando si era diplomato e aveva deciso che non avrebbe mai più toccato nemmeno una sigaretta in vita sua. Ed ecco perché non riusciva assolutamente a spiegarsi la scena che gli si parò di fronte quando entrò in casa, quella mattina dove inizia la nostra storia.
Devo aver lasciato la porta di casa aperta, ieri sera, fu il primo pensiero che gli passò per la testa quando cercò di dare una spiegazione razionale a ciò che vedeva nel salotto del suo appartamento.
Impossibile, hai aperto con le chiavi tu stesso, due secondi fa, gli fece eco una vocina nella sua testa.
Sta’ un po’ zitta, si rispose. È colpa di Jake, sapevo che non dovevo accettare di fare un altro giro, stanotte al pub. Ora sono ubriaco fradicio e sto avendo le allucinazioni, fu la seconda ipotesi. Steve non ebbe nemmeno bisogno che intervenisse quella vocina irritante: sapeva benissimo di saper reggere alla grande una serata di bevute, inoltre era rimasto piuttosto sobrio fino alle due del mattino e in quel momento non aveva altro che un lieve giramento di capo.
«Be’, che fai? Resti tutto il giorno sulla porta o entri? Mi sto annoiando di aspettarti qui». Davanti a lui, seduta sulla vecchia poltrona sfondata che Jake gli aveva regalato quando si era trasferito, una donna lo osservava impaziente, un’espressione scocciata dipinta sul volto pallido.
«T-t-tu chi sei? Che ci fai qui?», domandò il ragazzo, accostando la porta dell’appartamento. Un sorriso, simile a quello di un lupo davanti alla sua preda, si aprì sul volto della sua interlocutrice.
«Io? Io sono Calliope, ma dovresti saperlo, mi hai chiamato tu, in fondo».      
 
 
Angolo autrice
Perchè io, in occasione del mio primo anniversario di iscrizione a EFP, mi metto a pubblicare storie di questo tipo u.u
Allora, prima di tutto, mi sento in dovere di fare una piccola precisazione: questa è una parodia, creata appunto per prendere in giro le Mary Sue – che ormai spuntano più velocemente delle lumache dopo la pioggia -, nonché le migliaia di storie scritte male e sgrammaticate, ma, soprattutto, per ridere, non per offendere. Non mi reputo una ‘Maga della scrittura’, e io stessa ho creato tante di quelle Mary Sue che ho perso il conto – ma è bello riderci sopra, quando si rileggono i vecchi scritti XD –, semplicemente con questa storia intendo scherzare su questa categoria di personaggi sempre più frequente e, perché no, sperimentare un nuovo genere (sperando di riuscire a far ridere, o almeno strappare un sorriso lol).
Chiusa la premessa, questa storia si ambienterà a cavallo di due mondi, il nostro e, appunto, Exandia, un regno leggermente particolare che in questo periodo sta attraversando un periodo di crisi.
Anyway, ecco a voi due dei nostri protagonisti, ovvero Steve (che io già adoro :3) e Calliope (non so voi, ma è in assoluto la mia Musa preferita, e avevo intenzione di scrivere qualcosa su di lei da secoli. E per l’aspetto fisico non sapevo dove andare a parare, quindi sono andata molto sui gusti personali ^^), che dal prossimo capitolo conoscerete meglio.
Non ho idea di quando aggiornerò, perché sono in un periodo in cui ci sono almeno due verifiche a settimana più interrogazioni varie – le mie altre storie ne sono testimoni – ma cercherò di portare avanti questa storia il più possibile, visto che mi ci sto veramente affezionando. 
E niente, spero che questo prologo molto mini vi sia piaciuto, nel caso il cesto di pomodori marci è da quella parte.
Al prossimo capitolo!
Tikal
Spam: passate dalla pagina Facebook gestita da me e il mio socio Gearfried! La brigata delle Mille e una Storia
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Tikal