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Autore: _Giuls17_    01/03/2015    4 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I’ll remember
 
-Abbassate le armi.- urlò Evelyn e tutta la polizia di Chicago eseguì i suoi ordini.
Tris fece lo stesso e guardò Katniss, Peeta e Gale per dirgli di fare la stessa cosa, aveva evitato Haymitch volontariamente perché l’uomo non aveva impugnato nessun’arma.
-Devo parlare con te, Evelyn, è una questione della massima importanza.-
-Credo che però tu prima debba darmi delle spiegazioni su queste persone, dovremo…-
-Non farai niente del genere, loro vengono con me.-
 
“Non sei mai riuscita ad alzare i toni con lei, cosa ti succede? Dove hai preso il coraggio?”
Lo sai che non è coraggio.
“Già, spero di dimenticare sempre quello che c’è successo, ma è impossibile.”
Non riesco neanche a guardarlo.
 
-Se loro vengono con noi, non ti dispiacerà allora la presenza di Quattro, Christina, Cara e Zeke?- domandò con la sua splendida voce.
Solo allora Tris provò a guardarlo, a guardarlo veramente con il cuore: vide il ragazzo che aveva conosciuto quel giorno lontano, un Quattro lontano dal mondo, distaccato e freddo, i suoi occhi però, in quel momento, stavano vibrando.
Avrebbe voluto provare la stessa cosa ma il dolore degli ultimi due anni aveva annullato tutto, l’aveva annullata del tutto.
-Va bene.-
-Seguitemi, Zeke lascia andare i tuoi uomini e raggiungici.-
 
-Tris?-
La ragazza percepì la voce di Katniss ma non si voltò, stava ancora guardando Tobias, quello che era stato il suo ragazzo una volta, e lui stava ancora guardando lei, improvvisante però vide la mano di Christina intrecciarsi a quella di lui, in modo possessivo.
Indietreggiò senza volerlo, e si voltò.
-Andiamo.- sussurrò a Katniss, s’incamminò passando accanto a loro e seguendo la donna per le strade della sua città.
Avrebbe voluto piangere, avrebbe voluto smuovere mari e monti per riprendersi ciò che era suo, avrebbe voluto lottare per riavere Tobias con se ma il suo cuore come la sua mente non avevano reagito.
 
“Ci hanno tolto la capacità di amare.”
Sì.
 
Tris osservò con sguardo attento le strade di quella nuova Chicago, tutto era diverso, tutti erano felici, avevano costruito nuovi edifici, come nuovi negozi di vario genere, i Livelli Superiori avevano un’aria meno terrificante e avevano ristrutturato lo Spietato Generale e si accorse, senza troppe sorprese, che si stavano dirigendo proprio là, ricordò vagamente la sala degli interrogatori e comprese che certe cose non sarebbero mai cambiate.
 
*
 
Evelyn li aveva condotti al vecchio salone degli interrogatori, adesso era stato modernizzato in una sottospecie di sala conferenze, soprattutto perché negli ultimi anni non avevano più avuto necessità di adottare i vecchi metodi, di applicare le vecchie leggi.
Si accomodò su una delle sedie del tavolo e aspettò che tutti fecero lo stesso, guardò suo figlio e si rammaricò di non poter fare niente per lui.
Il ritorno di Tris lo aveva turbato, soprattutto perché aveva deciso di farsi una vita con Christina.
Chiuse brevemente gli occhi per cercare di mantenere i nervi sotto controllo e si concesse di osservare quella ragazza strana solo per un momento, rendendosi conto che sicuramente le avevano fatto qualcosa, che quegli occhi erano il risultato di torture, di anni di torture.
 
-Beatrice quando vuoi tu.-
-Sono Tris.-
 
Questa ragazza è uguale a Tobias, la stoffa di Intrepido non si perde neanche negli anni.
 
Tris era rimasta in piedi, i nervi tesi e le budella contorte, non avrebbe voluto che gli altri sentissero la sua storia, avrebbe preferito parlare in privato ma Evelyn aveva un carattere troppo forte per farsi sottomettere da lei.
Cercò di scordare il gesto di Christina, cercò di dimenticare Tobias e i suoi amici.
 
-Quel giorno, sono riuscita a sopravvivere al Siero della Morte ma questo lo immaginavate, sapete che David mi ha sparato, due volte.- si voltò ed indicò con la mano i punti sulla sua schiena, -Ma quello che non sapete è che prima di essere portata in quella stanza del Dipartimento qualcuno mi ha trovata, ero viva, in realtà ero quasi morta ma quel qualcuno mi ha tolto i proiettili, mi ha curato le ferite e mi ha drogata.-
Evelyn raddrizzò la schiena e si fece attenta.
-Quando siete venuti a trovarmi al Dipartimento io potevo sentire tutte le vostre parole, potevo percepire il vostro contatto ma io non potevo muovermi.
Non so chi mi abbia curato ma sono più che sicura che chiunque sia stato mi abbia anche rapito, nessuno ha mai cremato il mio corpo, quelle non erano le mie ceneri.- sussurrò, voltandosi verso i suoi amici, ma senza soffermarsi su Tobias, le tremò la voce ma cercò di farsi forza.
-Mi sono svegliata con le mani legate ad una catena attaccata al pavimento, dentro una cella.- allungò i polsi per far vedere il solco dovuto alle catene.
-Sai dove si trovasse questo posto?-
-Ero a Panem, nelle Territori Perduti.- disse, indicando Katniss e gli altri, -Però… Mi hanno tenuta in quella cella per due lunghi anni, durante i quali hanno fatto esperimenti su di me, come Jeanine, molto tempo fa, mi hanno torturata in modi diversi e sempre più dolorosi… Hanno giocato con me, ma ho cercato di recuperare qualche informazione.-
 
Appoggiò le mani sul tavolo, non per dimostrare qualcosa, semplicemente perché percepì le forze venire meno.
-Queste perone hanno usato il metodo del depistaggio, anche con Peeta hanno fatto la stessa cosa, ma usano anche le tecniche degli Eruditi e progettano di purificare la razza ripristinando gli Hunger Games.-
-Cosa sono gli Hunger Games?- chiese Cara.
-Katniss.-
-Questi Hunger Games erano il modo usato dall’ex Presidente Snow di tenere i Distretti sotto il suo controllo; Dodici Distretti rifornivano Panem di tutto il necessario, ed in cambio lui prelevava una volta all’anno un ragazzo e una ragazza da ogni Distretto, siamo stati chiamati Tributi, ci allenavamo e ci buttavano in un arena, ed attendeva che ci uccidessimo gli uni con gli altri, fino ad ottenere un unico vincitore.
Quel vincitore sarebbe stato la prova della misericordia di Panem verso il suo popolo, ma non è mai stato così; i vincitori non erano liberi, nessuno lo è mai stato.
Ed abbiamo combattuto duramente affinché Panem fosse liberato, abbiamo perso delle persone care ma, adesso, sono un mero ricordo, ma se queste persone provano a fare quello che Tris ha sentito allora siamo nei guai, tutti.-
-Tris come sei evasa?- domandò Evelyn.
-Ho usato il Siero della morte.-
-Hanno il Siero?-
-Hanno tutti i Sieri.- specificò la ragazza.
-I tuoi rapitori ti hanno portato nelle “Territori Perdute”, posti di cui ignoravamo l’esistenza, forse solo quelli del Dipartimento potevano saperlo, ma tu hai cancellato loro la memoria.-
-Ne siamo sicuri?-
Calò improvvisamente il silenzio in tutta la sala e tutti continuarono a guardare la ragazza sopravvissuta alla morte.
-Collaboriamo con loro da due anni, non ricordano niente delle razze, dei Geneticamente Puri e tutto il resto.-
-Forse qualcuno sta mentendo e ha trovato il modo di collaborare con gli Altri.-
-Hai sempre avuto delle teorie interessanti, ma prima di puntare il dito contro qualcuno vorrei parlare con la vostra autorità.- chiese Evelyn, guardando Katniss.
-Il nostro hovercraft potrà aiutarla per le comunicazioni, il Presidente Paylor sarà felice di aiutare e ci tiene a farvi sapere che se lo riterrete necessario manderà delle flotte, sanno che siamo qui.-
-Molto premuroso, ma anche la nostra polizia svolge un ruolo più che sufficiente.- la donna venne interrotta da un piccolo rumore e tutti si voltarono verso la porta centrale, che lentamente si stava aprendo.
Tris sbarrò gli occhi e vide suo fratello, il suo cuore iniziò a battere veloce, quella era l’unica cosa che le faceva male.
 
“Noi per lui non proviamo amore, questa è la vecchia Tris.”
In fondo lo odiamo per il destino al quale ci ha condannato.
 
-Tris.-
-No.- balbettò, indietreggiando veloce, -No, no, no.-
-Sei viva.-
Al suono di quelle parole associò una delle frustate che aveva ricevuto, la punivano per essere viva, la punivano per tutto.
-Non posso, no, no.- sentì le lacrime scorrerle lungo la guancia, le toccò meravigliate, non piangeva da due anni, credeva che le avessero tolto anche la capacità di farlo.
-Beatrice.-
-NO!- urlò ancora più forte, si voltò e uscì velocemente usando l’altra porta, non fece caso alle parole di Katniss e ai rumori, corse fuori il più velocemente possibile.
Quando si ritrovò in strada si accasciò a terra, il peso di quegli anni di prigionia le oppresse il cuore e non riuscì quasi a respirare.
Si abbracciò le gambe e posò la testa in mezzo ad esse, non sarebbe dovuta tornare, avrebbe dovuto troncare i legami col passato e vivere da relitta ma il senso del dovere era sempre stato la sua più grande disgrazia, il voler ripagare i suoi genitori per il loro sacrificio l’aveva cambiata.
-Tris.- Katniss si abbassò al suo livello e le sfiorò una mano.
-Non posso essere quello che loro vogliono.- sussurrò piano, -Io non sono quella ragazza, non potrò più esserlo.
Sono un mostro.-
-No, tutte queste persone ti vogliono bene.-
-No.-
-Io sì.-
Caleb cadde sulle ginocchia e guardò la sorella.
-Mi hai salvato la vita Tris e ti sei sacrificata per me, mi sono sempre sentito una merda per quello che ti avevo fatto, ma avevo sperato che almeno la morte ti avesse dato la pace ma adesso.
Adesso mi rendo conto che se fossi andato io al tuo posto ti avrei evitato le torture, i maltrattamenti, non cercavano me, cercavano i Divergenti, volevano te fin dall’inizio, perché anche tra le persone speciali tu lo sei sempre stata di più.
Io mi odio per quello che ti ho fatto, mi odio e non potrò mai perdonarmi, però tu adesso sei qua, davanti ai miei occhi e non posso non esserne felice.- provò a sfiorarla ma lei si ritrasse.
-Non.Toccarmi.-
-Non lo farò, non ti toccherò ma adesso mi prenderò cura di te.-
-Caleb.- alzò lo sguardo e si rese conto che anche Tobias la stava guardando, i suoi occhi erano una tormenta, le urlavano mille sentimenti ma la sua bocca invece no.
 
Perché non mi parli?
 
-Io sventerò questa guerra, farò in modo di evitare che quei bastardi distruggano quello che col sangue abbiamo conquistato e poi me ne andrò con loro.
Andrò a Panem e voi vi dimenticherete di me, perché io sono nessuno, io non sono Tris.-
 
*
 
Tobias non staccò gli occhi da lei neanche un secondo, tutto quello che lei aveva raccontato lo aveva spaventato e lo aveva fatto sentire un idiota, credeva che lei volesse il suo bene, ma lei ancora una volta aveva bisogno di lui, e lui non aveva risposto a quella sua chiamata.
Ancora una volta l’aveva lasciata sola con i suoi demoni.
Ed adesso davanti a se aveva una Tris stravolta, fragile, così diversa che non aveva ancora trovato le parole per esprimere tutti i suoi sentimenti.
 
Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, ricordo il giorno cui tu hai fatto breccia nel mio cuore, ricordo quando ti ho baciato la prima volta nella residenza degli Intrepidi e ricordo com’è stato fare l’amore con te quella volta.
Mi hai fatto sentire vivo.
E ricordo altrettanto bene tutte le volte che mi hai mentito per il mio bene, ricordo tutto così perfettamente che questi due anni sembrano inconsistenti, e tu Tris, tu ricordi tutte queste cose?
Io non ho dimenticato.
 
*
 
Tris guardò Quattro e improvvisamente seppe perfettamente quale fosse il flusso dei suoi pensieri, per lei era sempre stato così facile capirlo che neanche quella volta aveva fatto la differenza.
 
Anch’io ricordo tutto.





∞Angolo dell'autrice: Buona domenica a tutti e ancora una volta non posso smettere di ringraziarvi per le bellissime parole che ogni volta mi lasciate!
Sono così felice che questa storia sta prendendo il sopravvento su di me, ormai i personaggi hanno vita propria e tutto questo lo devo a voi e al vostro incoraggiamento <4
Come promesso, ho spiegato un pò meglio gli Hunger Games, non mi sono dilungata molto perchè Katniss non sente proprio il bisogno di spiegare a tutti il suo dolore; Tris invece cerca di essere forte, Tobias non è riuscito a farla crollare, è come se riuscisse a tenergli ancora testa ma non è stato lo stesso per Caleb: con lui ha avuto il rapporto più devastante del mondo e ancora non riesce a perdonarlo, per tutto quello che ha fatto.
Ed ecco perchè si sente così vulnerabile, così debole.
Bene, ancora Grazie per tutto quello che fate ed adesso vi lascio allo spoiler:




-Devo andare.- sussurrò alzandosi.
-Stai andando da lei, vero? Quattro non lo fare, ti prego! Ci sono io qui per te.-
Il ragazzo la guardò e provò a sorridere.
-Christina lasciami andare, devo almeno parlare, devo provare a capire cosa le sia successo.-

 
   
 
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