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Autore: Usagi Kou    10/12/2008    21 recensioni
“E dai, piantala! Da quello che hai detto ieri solamente tu, lui e forse Carlisle non si sono realmente resi conto dei tuoi sentimenti” sbuffò lei “Tu perché eri in piena crisi mistica, Ed perché è un coglione e Carlisle, beh, per il semplice fatto che tu sei la sua preziosa bambina”. […] “E comunque sia, Bellina, non aspettarti vita facile con Eddy. Ti sei scelto uno tanto bello quanto pieno di psicologiche turbe”
“Non hai visto che hai fatto a Carlisle, all’arrivo di Eleazar? L’hai pugnalato, Isabella: hai preferito credere subito che fosse lui il bugiardo, il cattivo, piuttosto che fidarti del suo affetto!”
“Abbi il fegato di dirlo, Isabella. Abbi il fegato, per una volta in vita tua, di esprimere il tuo cazzo di punto di vista!” mi urlò contro Rose, acquattandosi leggermente.
“… Una parte di me prova gusto, nell’uccidere. Gode della sofferenza altrui. Ama essere vampira. E io l’ho rifiutato per paura! E allora vi ho osservato, e lì ho capito cosa vedesse Aro di minaccioso in voi! Ma… ma… Ma io non tollero di essere un mostro come tutti voi, siate Volturi, Denali o Cullen!”
“Sono una codarda, Rose”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Bella vampire 15 Ben ritrovate, piccole gioie mie! Bella settima? Beate voi! Io con tutti i miei compiti in classe nn mi sento al top, ma tralasciamo i miei problemi che tanto non frega niente a nessuno. Allora, piccolo avviso, questo e il prossimo capitolo non mi convincono molto; non ne sono proprio del tutto sicura, non avverto la passione... ma sembra che anche quando mi fanno schifo i capitoli la mia fortuna mi assista, perchè vi piacciono!
Sono felicissima, grazzissime!
Ok, prima parte, questa, il Risveglio, è dal punto di vista di Bella, e narrerà appunto del suo risveglio e di... si, avete capito bene, fan dell'unico Santo, di un altro momento toccante tra lei e Carlisle! Vi garba il pensero? XD
Il prossimo, invece, di cui ho scritto l'inizio e la fina ma che il mezzo, beh..., ed è narrato da Sunsilk Brillantezza Seducente, altresì noto come Edward Cullen (Vi chiederrete il perchè di questo nome. Beh, chi ha visto il film e chi soprattutto usa qst shampoo ha potuto notare come Edward - perdonami, angelo mio adorato! - quando si espone alla luce del sole, assuma il colore, la lucentezza e si, forse anche la morbidezza di questo shampoo. Incredibile, eh? Misteri di Hoollywood! Ecco perchè ora il nostro eroe viene conosciuto come Edward "Sunsilk" Cullen. Chiaro?^^)
La cosa più bella è la fine! Finalmente un momento davvero puccioso tra i due complessati - nel prossimo capitolo, ora c'è il Papy!
Ma se comunque non vi aggradano questi capitoli, spero che almeno leggerete qll dopo - Una leggera serata in famiglia - che, sinceramente, credo che mi sia venuto molto, molto bene! Troppo divertente, a detta dei miei due critici!
Ok, e ora si ringrazia:

Princesseelisil: Felicissima che hai nuovamente il pc, Fede! E ancor più felice che nonostante tutto mi hai continuato a seguire! XD Finalmente Eddy, ops, scusa Sunsilk si sta svegliando, e inizia a rendersi conto di... BHUAUAUAUAUA! TI PREGO, NON PRENDERMI IN PAROLA! Sai che sono sadica! E si, ora capisco xkè sei contro Bella. Edward Cullen! Come puoi anche solo guardare un altro uomo quando hai LUI al fianco, e inoltre PERDUTAMENTE INNAMORATO DI TE? O sei idiota, o sei idiota. U__U
Wind: Innanzitutto grazie per i comlpimenti. In secondo luogo, ti assicuro che la Bella pazza, scatenata e sadica l'ho immaginata anche io, e parecchie volte. MI sta vendendo un'insana voglia di farla vedere, questa Bella cattiva... magari scatenata contro i Volturi... Per Jasper non è facile vivere con lei, è vero, ma il mio Jasper non avrà una parte marginale nella storia. Parlerà molto di più, e soprattutto sarà molto più socivole. Il suo rapporto con Bella sarà molto aperto, l'aiuterà perchè soprattutto c'è passato. E chissà, forse scriverò un capitoletto dal suo punto di vista.
Fin Fish: Che intuito, ragazza mia, che intuito! Ma soprattutto che filosofia! Sei la mia nuova guru, amica mia, anzi, Maestra mia. Davvero lieta di averti entusiasmato, spero che la stima che hai di me non scemi dopo questo capitolo.
Tokiotwilighters: Grazie, sei troppo buona con me. Cmq, se non trovi il cristallo, ti ripeto che due bottoni andranno più che bene.
Picci151: Welcome in our big crazy family! Tranquilla, non ammazzarti per leggere la mia ff, non scappa! :P Contenta che ti piaccia, soprattutto i miei rivoluzionari Cullen e la mia diversa Bella. Al prossimo commy.
miki18: Grazie, tesoro mio. Mi segui sempre, sei una grande. Spero che non ti distrugga con questi capitoli!
Helen Cullen: Ciao, Elly! Visto, eh? Mi ci sono messa d'impegno per tirar fuori una cosa decente,  sembra ce ci sia riuscita abbasttanza bene! Si, comunque, a data da definirsi l'altra Bella tornerà, l'h deciso or ora. Ma... beh, lasciamo perdere. Non perderci il sonno per questo perchè sarà verso la fine. Jasper l'ho un po' massacrato, ve? Ma lui sa cosa si prova, l'ha passato. E Edward Sunsilk... eh, che uomo!
 Ah, contenta che qui ci sta il Papy? XD

Shnusschen: Grazie. Troppo intenso? Non te lo aspettavi, eh? A volte anche io ho un momento in cui ne faccio una buona
fofficina: Ciao! Felice che ti abbia sconvolta in maniera positiva - spero- questo capitolo! Ma mi dispiace infrangerti il sogno, perchè Manca ancora un pochettino prima che Edward si dichiari. L'Onnipotente non è ancora arrivato!
mistica88: Welcome in our big crazy family! Grazie, il tuo commento è incoraggiantissimo! Lo so, anche my sister mi ha detto che sono idioa perchè la parte di Edward è bellissima, ma sai, dopo essermi concentrata per esprimere al meglio le emozioni di Bella e crarne un piccolo capolavoro, mi sentivo prosciugata di ogni fantasia...
Finleyna 4 Ever: Triste, vero Fede? Ma una volta tanto ci serve... anche perchè il vero umorismo arriverà tra un altro capitolo! Aspetta, ti ricompenserà - Almeno l'intenzione è quella!
MimiMiaotwilight4e: Altro che psicopatica! Questa è MALATA! MALATA, TI DICO! Fa paura se la vedi, Jane al confronto di sembrrà un angioletto!
Railen: Visto? Sarà che Bella in tre anni ha avuto molto tempo per pensare... no, dai,poverina, questa era brutta. Grazie perchè hai risposto al sondaggio, ma no, non è tra quelle persone che si trova il Salvatore... così l'ha chiamato mia sorella. Ritenta! Per ora, ti diamo come premio di consolazione una confezzione di Sunsilk Bellezza Seducente in vendita nei migliori negozi!
RockAngelz: Grazie, stella! Davvero ti è sembbrato di vivere la storia? Allora sono riuscita nella mia impresa! Un milione d baci!
mylifeabeautifullie: Grazie! Ma no, mi dispiace, non sono nè Emmy nè Jake (L'ho detto che avrà una parte anche lui?). Anche a te, come premio di consolazione Sunsilk Bellezza Seducente!
Lavinne: Allora, piano piano. Prima di tutto, grazie per i complimenti, sono davvero onorata. Poi, rispondiamo alla tua arguta ma purtroppo errata supposizione. Prima chiariamo una cosa: Alice non ha potuto vedere cosa ha vissuto Bella, perchè lei non può assistere ai duelli interiori, neanche a quelli di Jasper (ecco perchè non lo perde di vista un istante, teme che possa scappare se si lasciasse convincere di essere un mostro), quindi lei non è. Neanche Rosalie sveglierà Edward, perchè lei non crede sia giusto intromettersi "IN QUESTO MODO ESAGERATO" nelle questioni di cuore. Vuole che se ne accorgano spontaneamente. Lei è una tipa molto rimantica, crede nell'amore vero. Che dolce! Guarda, Jazz non sarà, purtroppo. Però anche se manterrà il segreto sui loro reciproci sentimenti perchè è un tipo discreto, darà manforte alla sua compagna per farli svegliare! Ehi, emglio un Edward arrabbiato che un'Alice furiosa!  Non ti preoccupare, il raggionamento non era molto contorto. Speri di aver chiarito la cosa!
Silver_Alchemist: Grazie, e mi scuso per essere stata anche un po' spvntosa! MA sono entrata nel personaggio
Kaida Seleny: Welcome in our big crazy family! MA no che non sei ripetitiva, piccola, non c'è niente da pardonare! Grazie, grazie, grazie per il meravigliosa complimento! Eccoti accontentata, un nuovo capitolo! Provvederò a non tardare così tanto!
















Drin! Drin!
“Uhm…”
rantolai.
Mi girai dall’altra parte e misi la testa sotto il cuscino.
Maledetto aggeggio! Erano più di due minuti che i suoi dannatissimi squilli mi trapanavano il cervello come un miliardo di schegge. Se non rispondo significa che ho da fare, no?
DRIN! DRIN!
“… fatelo smettere, per favore…” brontolai, la voce impastata dal sonno
Ma il malefico rumore non accennava a diminuire, anzi, aumentava di intensità.
Le soluzioni erano due: o lo prendevo e lo scagliavo con tutta la forza che avevo in corpo contro la parete, fracassandolo e ponendo fine alle mie sofferenze per tornare poi a dormire felicemente, o rispondevo.
Benché la soluzione A avesse un che di intrigante, scelsi la B perché:

  1.   Il telefono non era mio – il mio era andato distrutto;
  2.  Ormai ero sveglia e quindi tanto valeva rispondere senza fare del suddetto cellulare una povera vittima;
  3.   Poteva trattarsi di una chiamata importate o di emergenza, benché dubitassi che qualcosa di pericoloso per un vampiro potesse trovarsi ADESSO nella cittadina sperduta di Forks.

Così, con dei sonori sbuffi e molta, molta fatica, mi districai dalle coperte e scoccai un’occhiataccia al telefono, allungando poi il praccio per rispondere.
“Pronto…?” sbadiglia nella cornetta.
Bella? Bella, sei tu?
“Alice?” tentai non del tutto sicura che fosse lei, passandomi una mano tra i capelli. Come mai mi chiamava al cellulare? Non era a casa? E poi, perché era così agitata?
Si, certo che sono io!” esclamò, palesemente sollevata.
Strano. Va bene che appena sveglia impiegavo circa cinque, dieci minuti per tornare alla normalità, ma tutto quel sollievo nella sua voce mi lasciava perplessa. Avevo fatto forse qualcosa di male?
Come stai? Dove sei? Che…” proseguì Alice parlando talmente in fretta che si mangiava le parole
“Perché mai mi stai chiamando a casa, Alice?” le chiesi, confusa “Non spendere soldi, dai, vieni su. Non mi scandalizzo mica. Anzi, sei tu che rischi: appena sveglia sono uno spettacolo poco gradevole…”
Alice rimase un attimo in silenzio. “Bella, ma sai che giorno è oggi?” ora cercava di trattenere una risata, operazione riuscita solo a metà.
Strizzai gli occhi nel vano tentativo di ricordare una cosa che fosse una. Avevo una gran confusione in testa….
 

Freddo…
“Sei sola…”
Bruciore…
“Ti hanno abbandonato…”
“Resta qui, Bella, resta con me…”
“Vattene, e non tornare…”

 

“Uhm…” dissi, mentre una fitta mi trapanava il cervello “Domenica?”
È lunedì, Bella” mi informò gentilmente Alice “Siamo tutti a scuola
“E con questo? Vuol dire che invece di metterci tre nanosecondi a salire le scale ce ne metterai dieci” risposi, non connettendo.
Alice scoppiò a ridere. Ci misi esattamente venti secondi per comprendere il motivo della sua ilarità, durante i quali lei continuò a sfondarmi l’orecchio con la sua risata scampanellante.
Bella, ma cosa dici!” rise ancora
“Scusami” replicai, rossa, mentre cercavo di soffocarmi con il cuscino “Mi sono appena svegliata, non connetto molto”
Ehi, Ali!
Ok, ora, se non mi sbaglio, questa è la voce gentile di Jasper… forse.
Che fai?
Invece questa era quella di Rosalie; era talmente seducente che non avrei dubitato un attimo sulla sua appartenenza.
Bella si è svegliata” rispose loro Alice
“Cia…awwww!” tentai di dire, ma ciò che ne uscì fu un lungo sbadiglio.
Ehi, Bella, come stai, sorellina?” mi chiese Rose, appropriandosi della cornetta “Sei a casa, vero?”
Perché mai tutti volevano sapere se fossi a casa? E soprattutto perché erano così preoccupati?
Che cosa era successo?
Scusaci se non siamo rimasti lì con te, Bella” aggiunse Jasper, addolorato “Non dovevamo lasciarti sola. Abbiamo sbagliato, perdonaci, ma non fare pazzie
Pazzie? Ma che diavolo… 

“Il giochetto non era più divertente!”
“Vedi? Ti hanno lasciato sola… non ti puoi fidare di loro…”

“Ti staremo vicini, ma non possiamo aiutarti…”
“Solo di te stessa ti puoi fidare…”
“Come puoi aver pensato che ti potessimo abbandonare?”
“Sarebbe stato il primo. Edward Cullen sarebbe stato il primo a pagare per il male che ci ha fatto…”
 

Sgranai gli occhi.
Ricordavo tutto. Avevo appena ricordato tutto di quel incubo terrificante.
La cornetta mi cadde dalle mani, mentre fissavo la parete, allibita.
L’avevo affrontata. L’avevo affrontata sul serio.
E l’avevo sconfitta. 

Non puoi sconfiggermi! Chiedi a Carlisle, lui lo sa! Vivrò per sempre in te, pronta ad approfittare di ogni tua debolezza!

Tremai.
Inutile. Era stato tutto inutile. Sarebbe tornata, ed io… non sarei riuscita ad affrontarla di nuovo.
Mi presi il capo tra le mani, mentre una lacrima silenziosa solcava le mie guance.
Bella? Bella, ci sei? Rispondi!
Ehi, come mai questa riunione di condominio?
Mi voltai verso il telefono accanto a me; la solare voce di Emmett mi aveva riscosso.
Che sta succedendo?
Eccola. La voce di colui che più di tutti bramavo di ascoltare.
Possibile che mi facesse un tale effetto anche attraverso il telefono?
Non sono con te, a quanto vedo…
Oh, no. Non di nuovo. Basta, non ne posso più… non può aver ragione un’altra volta…
… però…
Anche se non erano lì con me, mi stavano chiamando. Anche se non erano in casa, si stavano preoccupando per me. Mi stavano chiamando per sapere se ero ancora lì, ad aspettare il loro ritorno.
Ed io chi ero per pretendere che sconquassassero i loro piani perché dovevano restare al mio fianco? Non li avrei certo obbligati, se fossi stata cosciente.
Ma la loro chiamata… dimostrava che lei si sbagliava.
Ci tenevano a me.
Mi volevano bene.
Sentii una fiamma improvvisa scaldarmi all’altezza del petto.
Mi asciugai le lacrime con un sorriso e mi affettai a riprendere il cellulare per rispondere.
Alice ha chiamato Bella a casa. La sta convincendo a non andarsene” spiegò angustiata Rosalie.
Come come come? Andarmene?!
Beh… si, un pensierino l’avevo fatto, ma ora…
COSA?” urlò Edward preoccupato “NO!
Non puoi partire, Bella!” esclamò Emmett appropriandosi della cornetta “Non hai ancora scoperto nessun segreto scandaloso et aberrante di Eddy!
“Beh…” provai a dire
Già, e poi, non abbiamo ancora scoperto praticamente nulla su di te!” rimarcò Rosalie
“Veramente…”
Devi girare Forks, venire a scuola, fare un sacco di altre cose! Non puoi perdertele!” aggiunse Jasper
“Ma io non…”
Non abbiamo mai fatto un pigiama party insieme, Bella!” piagnucolò Alice, addolorata
“Guarda che…”
Bella, non puoi andartene ora. Non puoi lasciarci
La voce dolente di Edward fu il colpo di grazia. Non gli avrei permesso di essere infelice a causa di un mio errore.
Bella, noi…” iniziarono tutti insieme
“BASTA! PER FAVORE, FATELA FINITA!” gridai, esasperata
Finalmente ottenni uno stupito silenzio dall’altra parte del telefono.
Arrossendo per il mio scoppio di ira incontrollata mi affrettai a scusarmi.
“Scusatemi” mormorai “Non volevo urlarvi contro. Sono felice che vi preoccupiate per me, davvero, ma non voglio assolutamente che vi facciate troppi problemi. Non dovete occuparvi di me ventiquattro ore al giorno, avrete anche altre cose a cui badare”
Sbuffarono contemporaneamente, ma non replicarono.
“Mi dispiace per… ieri” continuai, una nota di dolore nella voce “Non meritavate di assistere… essere cacciati da casa vostra, poi…”
Un’altra lacrima scese sulla mia guancia. No. Non dovevo pensarci. Basta, era ora di voltare pagina.
Bella…”
“Per quanto riguarda la mia, ehm… “decisione” di partire” continuai, ritrovando la voce
Trattennero il respiro, anzi, smisero proprio di respirare.
Percepii la loro ansia. Avevano davvero paura che me ne andassi per mai più ritornare.
Che realmente ci tenessero già così tanto a me? Non era solo un bellissimo sogno?
Decisi di rischiare. Decisi di cambiare.
Decisi finalmente di affidarmi hai Cullen.
“… ho deciso di restare” annuncia, aspettando con ansia la loro reazione.
DAVVERO?!” urlarono, trapanandomi il timpano. Dire che erano entusiasti equivaleva a un insulto.
Erano raggianti, euforici, assolutamente eccitati.
Sorrisi.
“Si” gli assicurai “Inoltre, mi senti in debito con voi. Soprattutto con voi due, Alice e Rose. Vi ho private della gioia di una serata in discoteca, no?”
Beh, se tanto dava tanto, perché non esagerare? Almeno sarei riuscita a calmarle un po’.
AH, TI ADORO, BELLS!” urlarono “Vedrai, ne organizzeremo una questo fine settimana. Sarà meraviglioso!
“Felice di esservi d’aiuto” sorrisi “Ma dove siete ora, precisamente?”
A scuola” rispose Jasper “Siamo in pausa pranzo
“Pausa…?” ripetei, confusa “Ma che… che ore sono?”
L’una e un quarto” disse Emmett
“COSA?!” stavolta fu il mio turno di urlare allibita “MA NON È POSSIBILE! NON POSSO AVER DORMITO TUTTO QUESTO TEMPO!”
Loro risero.
Che c’era da ridere? Avevo sprecato una giornata!
Eri distrutta, Bella” disse gentilmente Edward “Ti meritavi un bel sonno… tranquillo 

“Non te ne andare, Bella… rimani con me…”

 Oh. Mio. Dio.
Quelle parole… quello dolci, meravigliose parole…
Non erano solo frutto della mia fantasia?
Che Edward mi fosse rimasto vicino per tutta la durate del mio…?
Mi aveva tenuto accanto a sé, donandomi speranza. Ma mi aveva anche visto in quelle condizioni.
Non se lo meritava.
Non avrebbe dovuto farlo.
Ma gli ero grata per essermi rimasto affianco.
Ti dovevi vedere con qualcuno, che sei così agitata?” ghignò Alice, per distrarmi
Arrossii. “No, certo che no!” risposi “Ma è indecente passare tutta la mattinata al letto”
Bella, sei totalmente assurda!” esclamò Emmett
Dormi, tu che ne hai la possibilità” disse Jasper
Ehi, Bells, una buona notizia” disse all’improvviso Rose “Lo sai che sei diventata il pettegolezzo più succulento di tutta la Forks High School?
Trattenei a stento una smorfia. Buona notizia? Ma era matta?
“Come?” chiesi, sperando che mi stesse prendendo in giro
Si, si, eccome!” disse Alice. Sembrava addirittura felice di questa cosa. Che ci vedeva di tanto positivo? “La tua amica Jessica non ha esitato un attimo a spiattellare ai quattro venti che la nuova arrivata del club Cullen verrà qui tra una settima esatta. Contenta, eh?
“Eh!… non sai quanto” borbottai, sarcastica
Odiavo essere al centro dell’attenzione. Per mia grande fortuna, però, quando ero umana ero più o meno un tutt’uno con la carta da parati, e spuntavo fuori solamente quando mi dovevano interrogare o riportavano i compiti; molto spesso alcuni miei compagni, sentendo il mio nome, esclamavano “Isabella chi?”
Qui, a Forks, piccola cittadina dispersa nel nulla, dove l’evento più importante era il ballo scolastico, avrei di certo assunto il ruolo di principale attrazione per mesi.
Già ero la notizia in una scuola in cui forse, e dico forse, sarei dovuta andare, figuriamoci quando avrei fatto il mio debutto in società e quando avrebbero capito che frequentavo il gruppo più in probabilmente di tutto il mondo.
Splendido! La fortuna non smetteva mai di sorridermi!
Qui i signori Cullen: ci potrebbero mettere in contatto con il cervello di Bella, cortesemente?” mi chiamò Emmett tossicchiando
“Oh, scusate, non seguivo!” mi scusai, arrossendo
Stavano solo dicendo che torneremo a casa verso le quattro, più o meno” rispiegò Jasper gentilmente
O anche prima” disse Alice “Sai che a Edward piace correre
Si, diciamo meglio che è un pirata della strada senza il minimo rispetto della segnaletica” precisò Emmett
Sorrisi. “Va bene. Vi aspetto qui”
Ci vediamo dopo, va bene?” disse Edward; la sua voce era ancora insicura.
“Sarò qui” gli promisi. Tutto, pur di vederlo felice.
A dopo, Bells
“Vi aspetto”
Agganciai con un sorriso timido sul viso, continuando a fissare lo schermo.
Era… incredibile.
Incredibile la sensazione di calore, di felicità che mi scatenava il sentire le loro voci. La sua voce…
Ero contenta.
Mi alzai e mi diressi verso la finestra, camminando leggera sul pavimento.
Le nuvole ricoprivano il cielo di Forks. Giornata ideale per i vampiri.
Sospirai, continuando a fissare il placido spostamento delle nuvole grigie.
La quiete prima dopo la tempesta… o forse prima, mi dissi, triste.
Chi lo sa cosa mi avrebbe riservato il futuro.

  “È finita….”
Per ora è finita….”

 Rabbrividii. Temporaneo. Era una pace temporanea. Non sarebbe durata, lo sapevo bene. E la prossima volta che sarebbe ricomparsa non si sarebbe trattenuta.
O io o lei.
Fine dei giochi, fine dei tentennamenti. L’avevo provocata troppe volte, riuscendo sempre a farla franca. L’avrei pagata. Carissima.
Mi portai una mano alla bocca, iniziando a piangere.
Era inutile. Tutto, tutto ciò che facevo era sempre e costantemente un fallimento. Non ero in grado di fare nulla se non c‘era qualcuno al mio fianco pronto a correggere i miei errori. Neanche le mie battaglie riuscivo a combattere da sola. Sempre, sempre, sempre, qualcuno doveva rischiare al posto mio.
Perché?
Perché non ero in grado di rialzarmi da sola? Perché non potevo essere forte?
Perché io non sono lei, mi risposi, Forse sarebbe stato meglio se le avessi lasciato il mio posto. A quest’ora…
Sarei già qualcuno. Sarei in grado di combattere, di reagire. Sarei forte.

 

"Sarebbe stato il primo. Appena avessi preso il suo corpo, Edward Cullen sarebbe stato il primo a pagare per il male che ci  ha fatto!

 
Sgranai gli occhi, terrorizzata.
No. No, tutto ma questo no.
Non sarei riuscita a sopportare la vista, anzi, il pensiero che Edward potesse soffrire a causa mia. Per mano mia.
Scivolai lentamente sul pavimento, ritrovandomi a singhiozzare raggomitolata su me stessa.
Ero… un’ipocrita. Una schifosa ipocrita.
Dicevo di non voler fare del male ad Edward. Mai. Di volere la sua felicità, di volere sempre e solo il suo bene.
Eppure, lei glie la voleva far pagare.
Per il male che ci aveva fatto.
“No…” singhiozzai, impotente
Non poteva averlo detto sul serio. Non poteva, e non doveva.
Perché se ciò che aveva detto corrispondeva al vero, allora ero io stessa che volevo fare del male al mio angelo.
Come si poteva anche solo concepire un’idea tanto malsana e abominevole?
Chi avrebbe mai potuto far del male a un simile angelo? 

….il male che ci ha fatto…

 No, lui non ci aveva fatto del male. Lui non ci aveva ferito.
Se l’aveva fatto, doveva avere per forza un motivo. Ne ero certa.
Altrimenti non sarebbe mai accorso in nostro aiuto, la scorsa notte. Non poteva avermi trattenuta accanto a sé se voleva farmi del male. Lui… aveva fatto ciò che aveva fatto per un motivo ben preciso.
Doveva essere così. Dovevo crederci.
Perché se davvero voleva allontanarmi, io…
I singhiozzi aumentarono, lentamente. Rivissi per intero l’incubo di quella notte, ricordando ogni istante, ogni parola, ogni singolo attimo di dolore…
Ma sapevo che non dovevo cedere. Sapevo che dovevo resistere. Stavolta dovevo farcela da sola.
E poi, alla fine, quel momento l’avevo già vissuto, giusto?
Si trattava solo di scegliere.
Avrei avuto la forza per confermare le mie scelte, o mi sarei arresa e avrei reso vano il sacrificio dei Cullen?
No.
Tutto, ma questo no. Non glie l’avrei data vinta ancora una volta.
Stavolta avrei combattuto. Stavolta avrei vinto.
Per la mia felicità.
Per coloro che mi volevano bene.
Era ora di cambiare pagina una volta per tutte.
“Stavolta… vinco… io…” sillabai, tirandomi su.
Mi asciugai con decisione le lacrime, un sorriso feroce sul volto.
“Stavolta vinco io” ripetei.
I volti di coloro che amavo mi passarono davanti, dandomi forza.
“Stavolta vinco IO!” l’ultima parte la gridai, convinta.
E sparì.
Così come era arrivata, quell’inquietante ricordo svanì, lasciandomi per un attimo in preda a un’enorme sensazione di vuoto.
Mi osservai attorno, tentando di riconoscere la stanza.
Una volta accurato che le pareti erano ferme al loro posto e non si muovevano come le onde del mare e che era alquanto impossibile che il pavimento mi avesse appena fatto l’occhiolino, feci un profondo sospiro per calmarmi.
Ragionai un attimo, facendo il punto della situazione.
Ogni singola volta che il mio cervello ricordava gli istanti di quella terribile esperienza, iniziavo a riviverla dall’inizio, ritrovandomi in balìa di quelle devastanti emozioni e a completa disposizione della mia metà malvagia.
Soluzione, non pensare.
Bel piano. Solo… come facevo a non pensare?!
Pensa, Bella, pensa… no, un momento, era proprio quello che dovevo evitare di fare!
Accidenti! Devo trovare qualcosa da fare, altrimenti…
Idea!
Fare qualcosa e occupare la mente solo con quella farà al caso mio!
Così, iniziando a recitare mentalmente la tabellina del tredici, cercai con una parte del mio cervello di trovare qualcosa da fare….
Già, ma cosa?
In una casa praticamente perfetta cosa potevo inventarmi?
Buona occupazione, rifare il letto. Scelta che comportava poco impegno, ma che comunque avrei dovuto fare. Mi ero proposta di tenere in ordine quella casa (anche se tutti i membri di quella famiglia me lo avessero vietato esplicitamente), no?
Così, tirai su le lenzuola passando dalla tabellina del 14 al recitare mentalmente un passo di “Cime Tempestose”, il mio romanzo preferito.
Quanto mi mancava la mia vecchia copia sbrindellata…
Decisi di andarmi a fare una doccia. Lo scorre dell’acqua calda sulla mia pelle aveva il prodigioso effetto di calmarmi e donarmi una tranquillità innaturale.
Così mi avviai a prendere la biancheria nell’armadio. O meglio, nella parete.
Quel armadio non poteva esistere davvero! Era largo quanto la parete, e profondo… oddio? Quanto era profondo?!
Titubante, temendo ciò che poteva uscirne fuori, mi avvicinai all’armadio e diedi un leggero colpetto, per vedere se era presente l’eco.
Un cupo rimbombo risuonò per tre secondi dentro l’altro capo del muro.
Deglutii. Accidenti. Ma le mezze misure erano sconosciute a questa famiglia?
Aprii uno spiraglio, sbirciando dentro.
Mi allontanai barcollando.
“Ma… ma… ma… quanto accidenti hanno speso?!” boccheggiai, sedendomi sul letto e portandomi una mano sulla fronte.
Prendendo coraggio ritornai all’armadio e l’aprii.
File e file di vestiti, divisi in colori, tessuti, modelli e occasioni si stagliavano per parecchi (troppi) metri davanti a me. Dentro a quella stanza – perché ormai ne ero certa, era una camera adibita ad armadio! – c’erano persino due file di lampade al soffitto, che si erano accese appena avevo aperto le ante.
Se volevo distrarmi c’ero riuscita benissimo!
Come diavolo avrei fatto a ripagarli di tutti i soldi che avevano speso?!
E soprattutto, quando mi avevano comprato tutta quella roba?!
Mi appoggiai alla parete per non cadere.
L’impresa di farsi una doccia si stava rivelando più complessa di quanto mi fossi aspettata. Come potevo trovare degli indumenti normali in mezzo a quel mare di vestiti?
Tremando, e non di freddo, iniziai ad avanzare lentamente in mezzo a quei vestiti, guardandomi intorno atterrita. Decisi di farmi guidare l’olfatto, e mi buttai sul reparto jeans.
Ne afferrai il primo paio che mi capitò a tiro e mi precipitai verso le magliette, compiendo la stessa identica azione. Poi mi catapultai fuori, richiudendomi alle spalle quel inferno di stoffa.
Con il fiatone, strinsi tra le mani i miei premi con l’abbozzo di un sorriso.
Mi voltai e mi diressi verso l’enorme… cassettiera?
E da quando era lì? E quello specchio?
Mi avvicinai circospetta e posai i panni sul mobile, per essere libera di aprire i cassetti.
Il primo era pieno di pigiami e vestaglie, nulla di così grave come immaginavo. Che care, le ragazze dovevano aver chiesto ad Esme di poter usare il mobile per i miei indumenti… una volta ritornate le avrei ringraziate, ovviamente dopo averle uccise per tutta quella marea di roba che mi avevano comprato!
Lo richiusi e aprii quello di sotto; calzini, calze e scaldamuscoli. Normale.
Aprii il seguente, trovando i miei completi intimi sistemati per colore.
Ne presi uno bianco, semplicissimo, e richiusi il cassetto, facendo per andare verso  il bagno.
Però… se nei primi tre c’era quello che c’era, nell’ultimo cosa c’era?
Vinta dalla curiosità, mi riavvicinai al cassetto e lo aprii.
Divenni bordeaux, facendo un balzo all’indietro.
CHE. MI. AVEVANO. COMPRATO?!?!?!?!
Quelle cose non potevano essere… mie. Non dovevano esserlo assolutamente.
Mi riavvicinai e le guardai sempre più allibita.
Merletti, pizzi, trasparenze… corpetti, baby-doll, lingerie di marca… ma a cosa mi sarebbero dovute servire, di preciso?!
Che cosa dovevo farci con tutta quella roba?!
Richiusi il cassetto alla svelta, agitata, e mi infilai in bagno.
“Mai” giurai alla me stessa dello specchio, dopo essermi sciacquata la faccia “Mai, Isabella, mai più dovrai aprire quel cassetto. Mai, mai più!”
Ma a che accidenti pensavano Rosalie e Alice quando mi avevano comprato quella roba? Dovevo volevano che andassi?
Io non avevo mai neanche dato un bacio in vita mia!
Tentando di normalizzare il respiro, mi avviai verso la vasca e la riempii d’acqua calda, aggiungendoci il bagnoschiuma. Quando fu piena, mi spogliai e mi immersi nell’acqua, che da bollente passò a temperatura normale, grazie al mio corpo gelato.
Sospirai, immergendomi fino al mento nella schiuma morbida, chiudendo gli occhi.
 

Visto, che avevo ragione? Visto che sei sola? Nessuno ti ama veramente. Nessuno vuole stare con te. Ma io non ti lascerò. Io starò con te, te lo giuro. Prenderò il tuo posto, e insieme diverremo la creatura più potente del creato. Sconfiggeremo chiunque oserà sbarrarci la strada, e la faremo pagare, a chi ci ha ferito
Ti vendicherò io, Bella. Nessuno si opporrà più a noi

 Certo! Razza di stupida, da sola non mi avresti mai fatto vincere. Ti ho dovuto mostrare come andranno le cose perché ti decidessi a donarmi la tua vita. La vita che mi spetta di diritto. La vita che tu stai sprecando! 

Isabella, io vivrò finché tu vivrai. Ficcati bene in testa che in un modo o nell’altro mi avrai sempre con te
“MENTI!”
No. Chiedi a Carlisle, lui lo sa. Vivrò per sempre in te, approfittando di ogni attimo di debolezza per tornare a colpirti. Più forte. Più crudelmente 

 

Aprii gli occhi.
Inutile, più tentavo di scacciarlo via, più quel pensiero faceva capolino prepotentemente nei miei pensieri.
Come si dice, se non puoi aggirare i problemi, affrontali di petto.
Dovevo parlarne assolutamente con qualcuno. Ne andava della mia fragile pace interiore, e della tranquillità dei Cullen; non potevo metterli in agitazione per ogni mio singolo incubo.
Mi sciacquai e uscii dalla vasca, coprendomi con un asciugamano. Mi asciugai per bene e mi vestii in fretta, mettendomi i jeans e la maglietta azzurra che avevo preso.
Ripulii per bene il bagno e aprii la finestra per far cambiare aria, poi uscii.
Scesi le scale assaporando il silenzio denso che pervadeva le mura di casa Cullen, interrotto solamente dal canto degli uccelli nel bosco. Entrai in salone guardandomi attorno. La poca luce che lasciava intravedere il cielo coperto si espandeva per tutto la stanza, rendendola calda e accogliente. Sicura.
Era uno spettacolo.
Mi riscossi, tornando seria.
Dovevo assolutamente parlare con qualcuno.
Forse avrei potuto raggiungere i ragazzi a scuola. Non era poi tanto male come idea. ...No. Se mi fossi recata lì avrei dovuto subire Jessica, e sicuramente non avrei avuto modo di parlare con loro. E poi, sinceramente, gli avevo fatto subire abbastanza.
No, quello con cui desideravo parlare era un… genitore.
Sospirai, prendendo la mia decisione. Sarei andata a disturbare Carlisle per l’ultima volta.
Uscii di casa e sostai un attimo sull’uscio, incerta.
Poi feci un bel respiro e iniziai a correre.
Percorsi a velocità vampira tutta la strada che separava Villa Cullen da Forks, trattenendo il respiro; il ricordo dell’ultima volta che mie ero lasciata andare era ancora troppo nitido.
Non volevo rischiare di ripetere quell’errore.
Mi godetti la corsa, però, come la prima volta. La sensazione di libertà e di potenza che provavo mentre correvo mi riempiva di un’estasi immensa. Era bellissima quella sensazione.
Scorsi i primi edifici della città dieci secondi prima di arrivarci, ma non smisi di rallentare. Mi intrufolai stando ben attenta a non essere vista fino a che non raggiunsi il centro, per poi rallentare e riprendere a respirare. I profumi del mondo umano mi colpirono il naso facendomi bruciare le narici; erano tutti molto forti e intensi.
Restai nascosta nell’ombra di un vicolo per un po’, tentando di controllarmi e ricacciare indietro l’istinto.
Ce la puoi fare, Bella, non devi pensare a loro come cibo. Sono esseri umani. Sono creature viventi. Hanno una storia, mi ripetevo.
Contai lentamente fino a millecentocinquantasei, per essere totalmente sicura di potermi dominare. Feci poi due respiri profondi, e vendendo che il profumi non mi tentavano più, mi diressi verso le vie con un sorriso sulle labbra.
Ce l’avevo fatta. Stavo imparando a controllarmi.
Mentre mi avviavo verso l’ospedale, con la coda dell’occhio notai che molte, anzi, tutte le persone che mi incrociavano si voltavano a fissarmi con un’espressione sbalordita. Arrossi, imbarazzata da tutte quelle attenzioni, e continuai la mia marcia a passo veloce, tenendo lo sguardo basso.
Raggiunsi l’ospedale ed entra, dirigendomi verso la reception.
Attesi pazientemente che la fila scorresse, evitando gli sguardi dei curiosi – ovvero tutti in sala – e concentrandomi sui suoni provenienti dall’ospedale.
Quando fu il mio turno mi ritrovai davanti un infermiere piuttosto giovane, dai capelli castani e dagli occhi marroni, intento a leggere una cartella.
“Ehm… buon pomeriggio…” tossicchiai per farmi notare
“Dica pure, si…gnorina” mi rispose, alzando lo sguardo e restando a fissarmi a bocca aperta, squadrandomi con un’occhiata davvero indiscreta.
Arrossii, perdendo il filo del discorso.
“Ehm… ecco…. Si… io sono qui…. Vorrei vedere il Dottor Cullen, se non è occupato” balbettai, a disagio. Perché non la smetteva di fissarmi?
“Il dottor Cullen? Oh, il Dottor Cullen!” si riprese “Si, è ancora qui. Vada in fondo al corridoio, giri a destra e poi sempre dritto. La quinta porta a destra è il suo studio”
“Grazie” dissi, facendo per andarsene
“Però si sbrighi” aggiunse “Il signor Cullen ha finito il suo turno, stava per uscire”
“Certo, grazie ancora”
Mi allontanai sentendo il suo sguardo trafiggermi la schiena. O meglio, un po’ più in basso. Morendo di vergogna mi affrettai ad accelerare, terminando il corridoio quasi di corsa e arrivando davanti alla porta indicatami, di legno chiaro, su cui erano incise a lettere d’oro “Dott. Carlisle Cullen
Bussai piano.
“Si?”
La voce di Carlisle mi giunse cortese, eppure, per un osservatore esperto, si poteva benissimo percepire una nota di stanchezza nella voce musicale. Trasalii; che anche lui avesse passato la notte al mio fianco?
Girai la maniglia e misi la testa dentro, tentando di sorridere.
“Mi scusi, so che sta andando via e non ho un appuntamento, ma ho bisogno di un consulto” dissi
“Bella!” esclamò, piuttosto sorpreso.
“Ciao, Carlisle” lo salutai, entrando e chiudendo la porta
Lui mi sorrise rassicurante e mi venne incontro, abbracciandomi. La cosa mi sorprese molto, ma mi fece anche tanto piacere. Gli posai timidamente le braccia introno alle spalle, posando il viso sotto il suo collo.
La sua stretta era tranquillizzante. Come quella di un padre che consola la figlia.
“Come stai?” mi domandò, baciandomi i capelli
“Sto… bene” dissi, con voce insicura “Almeno, il peggio è passato”
Si separò da me e mi fissò a lungo con quei suoi meravigliosi occhi d’oro, preoccupato; non riuscii a sostenere il suo sguardo e chinai il capo.
Era così bello avere una persona che si preoccupasse in quel modo per me… era una sensazione che avevo dimenticato.
Carlisle mi prese per mano e mi fece sedere sul lettino.
“Davvero, sto bene” tentai di convincerlo
“Un controllo non fa mai male” replicò lui con un sorriso, le mani premute gentilmente sotto la mia gola.
Sbuffai; cosa poteva mai fare visitandomi? Accidenti, ero un vampiro, e quindi tecnicamente un cadavere, come poteva visitarmi per trovare qualcosa che non andava? Io ero morta, in teoria! Più anormale di così!
“Che c’è?” mi chiese con un sorriso, accorgendosi della mia espressione contrariata
“Non si è mai sentito di un vampiro bisognoso di cure mediche!” spiegai contrariata “Questa è già la seconda visita che mi visiti!”
Rise. “Vorrà dire che sarai la prima vampira della storia anche in questo campo!”
Mi controllò vista, riflessi, memoria… ancora un po’ e mi avrebbe sottoposto a una TAC, tanto per stare tranquilli.
“Tutto a posto” disse infine, tornando alla scrivania “Sei sana come un pesce”
“No, davvero?” chiesi, fingendomi stupita
Sghignazzò, andando a recuperare la sua ventiquattrore.
“Vogliamo tornare a casa?” propose “Sai che Esme si agita se non ti trova… Per non parlare dei ragazzi! Scommetto che si allarmeranno molto più di lei… i soliti esagerati…”
Si voltò verso di me con un sorriso, ma gli morì subito sul volto.
Io non lo ascoltavo. Tenevo lo sguardo fisso sulle mie mani, intrecciate in grembo, chiedendomi come potevo affrontare il discorso.
Le sue mani si strinsero delicatamente intorno alle mie. Le osservai sorpresa, non riuscendo ad alzare lo sguardo. Non avrei saputo sostenere il suo.
“Isabella, va tutto bene?” mi domandò dolcemente
Annuii senza convinzione.
“Cosa ti turba?” chiese ancora lui
“È… stato difficile” mormorai “Molto più di quanto ricordassi. Anzi, la prima volta non è neanche lontanamente paragonabile a questa. E ha fatto male”
Tacqui, sentendo le lacrime salirmi agli occhi. Non volevo dirgli la verità. Non volevo dirgli più nulla. Non avrei sopportato di vedere il suo sguardo spaventato. Preferivo tenermi tutto dentro.
Ma avevo un disperato bisogno di parlare….
Mi accarezzò gentilmente una guancia, portando poi la mano sotto al mio mento, facendomelo alzare.
“È difficile per tutti” disse, delicato “Affrontare il proprio io contrario non è mai una bella esperienza. Si deve fare i conti con la parte di sé stessi che più si odia”
“Ma per me è stato inutile” singhiozzai “Ho lottato, Carlisle, ce l’ho messa tutta per vincere, ma… tornerà. Me l’ha assicurato. Io non posso fermarla. Non sono così forte”
“Bella, nessuno di noi lo è”
Alzai il capo e lo fissai sconvolta, e lui mi restituì uno sguardo sereno, saggio. I suoi occhi color topazio dimostrarono allora la sua vera età, riempiendosi di una saggezza e di un calma che non avevano mai pienamente rivelato prima. Capii finalmente che cosa spingesse Edward a parlare di Carlisle con… venerazione, quasi, oltre che profondo affetto.
Lui era un Sapiente.
“Nessuno di noi è così forte e così folle da poter pensare di sconfiggere definitivamente l’altra parte di sé stessi, piccola” spiegò Carlisle dolcemente “Fa parte di noi, del nostro essere, ed è impossibile eliminarla. Sarebbe come amputarsi un braccio, o una mano. Una follia”
“E allora come si fa?” chiesi, ansiosa “Come si vince?”
“Si vince” rispose lui “Coesistendo
Lo fissai sconvolta. Coesistere? Con lei?
Ma era matto?
Non poteva dire sul serio, sicuramente mi stava prendendo in giro….
Ma i suoi occhi d’oro non lasciavano spazio all’umorismo. Era maledettamente serio.
Ebbi paura.
Avvertendo il mio timore, il suo sguardo si fece più caldo
“Isabella, la Bella che vive dentro di te e contro cui lotti è ciò che ti permettere di essere te stessa. Di essere una Bella diversa, migliore” continuò Carlisle gentilmente “Rappresenta il tuo istinto primario, l’essere a cui molti vampiri si arrendono diventando schiavi della propria sete. Riesci a seguirmi, più o meno? Lei è la tua essenza vampiresca, se vogliamo, il vero vampiro. Nasce quando tu vieni creata, e vive con te per tutta la durata della tua eternità. Tutti noi dobbiamo affrontarla e poi conviverci, o perire e restare sotto il suo controllo. Capisci che significa? La Bella contro cui devi lottare è ciò che ti permette di fare scelte differenti, forse migliori o forse peggiori, ma principalmente scelte libere. Sei libera, Bella, se combatti contro di lei, perché andrai contro al tuo istinto, e non sarai sua schiava. Se l’assecondassi, invece, il tuo bisogno primario sarebbe sempre e solo la sete, la continua ricerca di cibo”
“E quindi… che si fa?” mormorai “La si ignora? Si fa finta che non esista?”
“No” rispose Carlisle “Ti sarai resa conta anche tu che è impossibile ignorarla. Questi nostri altereghi cattivi hanno la brutta abitudine di rispuntare proprio nei momenti in cui noi pensiamo di non poterli affrontare. È proprio per questo che sfruttano questi nostri momenti di debolezza. Quando permettiamo ai nostri dubbi di sopraffarci, loro si rafforzano e ci attaccano... credo che anche tu te ne sia resa conto, vero?”
Annuii, piangendo. “Ma è forte, Carlisle” dissi “Non sono... sicura, di riuscire a farcela di nuovo”
“Beh, un modo per vincerla ci sarebbe”
Alzai gli occhi di scatto, fissando il suo volto eterno.
“E qual è?” domandai, implorante
Sorrise. “È semplicissimo, Bella: bisogna pensare alle persone care”
Sorrise davanti alla mia espressione sorpresa, annuendo. “Devi pensare alle persone per cui combatti, per cui non puoi cedere la tua vita al vampiro che è in te, a quelli per cui devi e vuoi restare fedele a te stessa e alle tue scelte. Lo so che in quei momenti ti potrebbe sembrare difficile o impossibile, ma se penserai ai tuoi cari, ti assicuro che scoprirai una forza immensa a te sconosciuta. Credimi, so di che parlo. Io lo faccio sempre quando l’altro Carlisle viene a trovarmi”
Lo fissai sconvolta. “Tu... ancora oggi... lo affronti?” chiesi, meravigliata
Come aveva fatto a resistere per tutti quei secoli?
Rise. “Viene di rado, soprattutto quando sono stanco o attraverso un periodo difficile. Ma la mia famiglia mi sostiene sempre” mi spiegò con calma “Questo è il nostro secondo punto di forza. Non devi mai, mai e poi mai pensare di poterla affrontare da sola, soprattutto se hai qualcuno a cui tieni e che ti ricambia al fianco. Devi sempre parlarne con qualcuno, farti consolare, sfogarti. È così che riesci a vincerla. Più sei sola, più lei è forte. Più ti circondi di persone care, di una famiglia, più aumentano le probabilità della tua vittoria”
Arrossii, chinando il capo. “A... anch’io” inizia, spostando lo sguardo sulle mie ginocchia
“Cosa?” mi incoraggiò lui, serafico
“Anch’io ho... ho pensato a voi, stanotte” ammisi, deglutendo “Mi sono detta che non potevo rinunciare e... deludervi, dopo appena due giorni. Ho pensato che... non sarebbe stato quello che  voi avreste voluto. E inoltre...”
Mi nascosi il volto tra le mani, scuotendo il capo. Questo non potevo dirglielo.
“Bella, sei bordeaux!” rise lui, prendendomi per i polsi “Avanti, adesso me lo dici! Mi hai incuriosito!”
“Ecco... insomma... ho avuto la... sensazione che voi... foste tutti accanto a me” rivelai, aprendo uno spiraglio
Il sorriso di Carlisle si fece dolcissimo, mentre mi abbracciava dolcemente
“Infatti è così, Bella” mormorò “Ti siamo stati tutti vicini. Non penserai che uno qualsiasi di noi ti avrebbe abbandonata, vero?”
“Ma...”
“Ssh” mi zittì “Se vuoi rimproverarci per esserti rimasti al fianco, mi dispiace ma non te lo consento. Come accidenti ti devo dire che fai parte della nostra famiglia, eh?”
“Ma avete sofferto inutilmente...”
“Ehi, in una famiglia se uno soffre soffrono tutti. Se uno è felice di conseguenza tutti sono felici”
Mi scompigliò i capelli, ridacchiando. “Mi dici cosa devo fare con te? Come posso industriarmi per farti entrare in quella testolina che sei una Cullen?”
“Con la pazienza?”
“Per fortuna che ne ho tanta!”
Si separò da me e mi guardò con un sorriso. “Allora, che ne dici se ora torniamo a casa, testona?”
“La nostra casa, intendi?” chiesi, saltando giù dal lettino
“Allora hai deciso di rinunciare a quella tua assurda follia di scappare?”
“Più che altro ho fatto due conti. Siete sette contro uno, anche se tentassi mi riacciuffereste. E poi, avete dalla vostra parte una meravigliosa piccola veggente, no?”
“Bene, vedo che inizi a ragionare” rise
“E inoltre...”
“C’è un’altra ragione? Accidenti, devi aver proprio deciso di cambiare, eh?”
Era contento, non c’erano dubbi. Era davvero felice che avessi abbandonato il mio folle progetto suicida.
Come potevo separarmi da quella meravigliosa, insolita, pazza famiglia?
“Ovviamente” dissi “Ho deciso che... ci proverò. Proverò a combattere. Proverò a essere forte”
Mi fissò sorpreso, poi annuì.
“La scelta migliore che tu potessi fare, Bella” si congratulò “Sono davvero fiero di te”
“Il merito è vostro. Sono io a dovervi ringraziare”
“Ma non dirlo neanche!”
Prese la valigetta e mi affiancò, prendendomi per mano. La sua presa era gentile, dolce.
La strinsi senza esitare.
“Beh, sono quasi le quattro” disse “Che ne dici se passiamo a prendere Esme, prima di tornare a casa?”
“Che lavoro fa Esme?”
“È una maestra nella scuola elementare”
“Oh, si, mi piacerebbe andare a vederla!”
“Allora, muoviamoci! Ho paura di quello che mi potrebbero fare i tuoi fratelli se al loro ritorno non fossi a casa...”










Angolino - ino - ino:
Bene, e il primo dei due capitolo non proprio stupendi è andato. Ora, spero che un pochino possa essere piaciuto, ma spero davvero davvero che non vi abbia fatto prendere la decisione di mollare questa ff. NE MORIREI!!!!!!!!!!!!!
Cmq, tanto per non tradirmi, il prossimo capitolo dal pov di Edward (ecco, forse qst vi convincerà a leggerlo) è:
You're not alone. I'm with you.
Un kiss dalla dolce Usagi






  
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