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Autore: GabrielleWinchester    04/03/2015    2 recensioni
Dopo la battaglia contro Semeyraza, tutto sembra ritornare alla normalità nella famiglia Winchester...ma è una normalità che ha il sapore di mistero, un mistero legato al regno più misconosciuto di tutti, il Purgatorio e che darà modo ai fratelli Winchester e alle loro compagne di conoscere nuovi personaggi e scoprire verità nascoste. Buona lettura :-) Crossover Supernatural/Alphas/Guild Hunter di Nalini Singh :-)
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi il quarantacinquentesimo capitolo di "Stairway to Purgatory"...Nel precedente capitolo abbiamo visto alcuni flashback sulla vita precedente di Sheeira e Christine e si sono spiegate alcune piccole incomprensioni riguardo allo specchio di lapislazzuli...In questo capitolo ritorniamo da Lucifero e Michele, ormai diventati i custodi del Purgatorio dopo la morte di Persephone e intenzionati a suonare la BiaThanatie, e con Atropo che porterà una novità che...Ma non vi anticipo nulla :-)  Mi auguro solo che vi possa emozionare e che vi possa piacere :-) Ringrazio di vero cuore tutti coloro che leggono e leggeranno, che recensiscono e recensiranno le mie storie, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie nelle seguite/ricordate/preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :)


Tempo imprecisato- Inferno

Nel frattempo che Christine e gli altri ritornavano a casa ad abbracciare i loro figli e prepararsi per la missione dell’essenza del Paradiso, mentre  Balthazar, Cass e Gabe davano la caccia a tre Vigilanti per poter attivare le catene di Semeyraza e poter cercare di salvare la loro amica dall’essere un angelo vegetale, all’interno dell’Inferno Michele e Lucifero stavano suonando la musica della BiaThanatie, per creare il portale dimensionale per il Purgatorio. Davanti a loro si creò una spaccatura spazio-temporale di colore grigio-indaco, dove si poteva intravedere la spiaggia molto particolare del Purgatorio. Una spiaggia dove si racchiudevano le nuvole del Paradiso, le fiamme dell’Inferno e la fierezza del Purgatorio. Era qui  che i prescelti dovevano riparare lo specchio di lapislazzuli di Eve, riparare l’errore di Crowley e cercare di sconfiggere la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse.
Ad un certo punto Lucifero urlò con tutto il fiato che aveva in gola “Non ce la faccio più”
Il creatore dell’Inferno scagliò la tromba di Raziel contro una parete di spine roventi, dove i bugiardi e i traditori venivano scorticati vivi e fatti annegare nel loro stesso sangue, sperando così di poterla distruggere, ma quest’ultima ritornava sempre tra le sue mani, quasi come fosse un estensione dell’arto. Suonare quella tromba gli faceva ritornare alla mente il suo passato, quel passato che voleva dimenticare per poter ricominciare daccapo. Con l’ultima nota si era ricordato di quella volta che, in un villaggio sperduto in Africa, aveva scatenato un’epidemia di Ebola così grave da compromettere metà del continente, tanto che quell’anno fu classificato come anno della “possibile estinzione del genere umano”
Quella volta aveva goduto e alimentato la sofferenza,  era stato sulle ambulanze  a tenere le  mani ai moribondi, a fomentare rivoluzioni contro le case farmaceutiche che non stavano prendendo provvedimenti e intanto diffondeva il  virus,  aveva partecipato ai funerali delle vittime e riso fino alle lacrime della rabbia e della frustrazione che prendeva i medici che si occupavano delle guarigioni, increduli del fatto che nessun rimedio li stava salvando, nemmeno il metodo sperimentale del plasma delle uniche persone che si erano salvate
Aveva alimentato la sofferenza e ci aveva goduto.
Adesso voleva affogare in essa e lasciarsi annegare dalle lacrime
 Se prima avrebbe scorticato vivo colui che si fosse azzardato a piangere per le cattiverie commesse, adesso non lo sapeva neanche lui.
“Traditore”
“Non meriti di stare qui. Non sei degno di stare qui”
Una Succube si avvicinò a lui, intenzionata a sfregiarlo con le unghie retrattili. Il mostro riuscì a sferrare un lungo graffio lungo fino alla guancia destra, arrivando fino all’osso.
“Se ti fossi davvero colui che mi ha creato, adesso affogherei nel mio stesso sangue e la mia anima verrebbe utilizzata per strozzarmi”
Il Creatore dell’Inferno la guardò  severo e stava per estendere un braccio per accontentarla, quando di ricordò di Hesediel e desistette.
“Non ne vale la pena”
“Già, non ne vale la pena” lo schernì la Succube “Non ne vale la pena essere torturata da un pappamolle come te”
“Attenta!”
“A cosa?” ridacchiò lei maligna “Sei un traditore! Ci hai detto che non saresti ritornato tra le fila degli angeli e non appena ne hai avuto l’occasione…”
Non ebbe il tempo di continuare che un fascio di luce azzurrina la investì in pieno, lasciando solo un corpo carbonizzato. Lucifero ebbe solo il tempo di vedere Michele con la sua spada d’argento in una mano e il violino di Zoe nell’altra.
“Così non avremo altre distrazioni. Il Portale non si apre da solo”
Lucifero sbuffò, pensando che il secondo nome di Michele dovesse Dovere Imprescindibile.  Altri insulti molto più pesanti della Succube arrivarono, il Creatore dell’Inferno cercò di ignorarli ma, in cuor suo, non poteva biasimarli per il loro risentimento. Li aveva educati nel più totale disprezzo del bene e dei valori, a torturare, a mutilare e a squartare se mai ne avessero avuto l’occasione, e adesso vedere lui che si comportava così…lui si sarebbe comportato peggio.
Si girò a guardare la gabbia fatta di ossa e spirito di demone, laddove aveva imprigionato Hesediel in uno dei suoi tanti pernottamenti all’Inferno. Fu la prima volta. Quando aveva scoperto che Hesediel aveva aiutato Michele a cacciarlo dal Paradiso, dopo il peccato originale a danno di Adamo e Eva. Fino a pochi decenni prima non aveva avuto modo di conoscere l’identità  di chi aveva aiutato Michele, poiché il misterioso aiutante indossava una maschera di ametista e acquamarina, a prova di Angelisione, cosicché era impossibile per Lucifero stabilire a quale gerarchia appartenesse. L’identità dell’aiutante dell’arcangelo della giustizia era rimasta nascosta, almeno fino a quando un angelo, stufo di essere denigrato e  in cerca di gloria e di un po’ di potere, era scappato a rivelargli la verità.
E la sua vendetta era stata tremenda.
“Io mi fidavo di te” le aveva urlato contro, mentre Hesediel si reggeva a malapena “E tu mi hai cacciato insieme a Michele. Come hai potuto?”
“Finiscila di fare la vittima. Non ti si addice” aveva replicato Hesediel stizzita, mentre un filamento di anima le strozzava il respiro “Te lo sei meritato, hai rovinato il genere umano per uno stupido orgoglio personale”
“Sono aborti  gli esseri umani, non meritano neanche di vivere”
“Sono speciali e tu ti sei meritato la caduta”
Lucifero si era avvicinato a lei e improvvisamente aveva materializzato una spada di ombre e sangue demoniaco. Hesediel aveva tentato di produrre una labile difesa, ma poi alla fine aveva deciso di farsi colpire dalla spada, colpi che corrodevano l’anima e sfregiavano la grazia angelica.
“Tu non sai amare Lucifero”
A quelle parole il Serafino Caduto aveva ringhiato, affondando la lama in uno dei muscoli dell’ala sinistra, facendo fuoriuscire un po’ di grazia  “Tu non mi conosci”.
“Io ti conosco meglio di chiunque altro” ansimò Hesediel, cercando di riparare il danno procurato all’ala e in altri parti del corpo  “Sei sempre stato incline a essere egoista…”.
“Stai zitta!”
E con quell’urlo diede un altro fendente, affondando la lama fino all’elsa, penetrando muscoli e spezzando tendini ed estraendola altrettanto rapidamente, strappando un urlo a Hesediel.  Poi l’arcangelo della giustizia e della misericordia decise di non dire nulla e Lucifero le martoriò l’ala sinistra.
“Puoi distruggere le mie ali, bruciare la mia grazia angelica, ma tu sai che ho ragione” affermò Hesediel determinata, nonostante non si potesse reggere in piedi “Immagina un giorno in cui riavrai la grazia angelica…”.
“Non succederà mai!” urlò Lucifero convinto “Non ritornerò più tra le vostre fila”.
“Mai sfidare il destino” concluse Hesediel e dopo crollò in un angolino della gabbia.
Mai sfidare il destino. Quelle parole era state come lame nella sua mente e alla fine era successo quello che lui non si augurava nemmeno nei suoi incubi più reconditi. Cioè che Michele gli ritornasse la grazia per sconfiggere Semeyraza, colui che aveva contribuito a farlo cadere dal Paradiso. All’inizio era stato riluttante a ritornare il Serafino di un tempo, non voleva ritornare a servire un Dio che non sentiva come Padre, ma dopo quello che aveva passato, tornare indietro non se ne parlava.
“Che fai batti la fiacca?”
“Io non ce la faccio più Michele”
Il Creatore dell’Inferno si sedette sopra uno spuntone di roccia appuntito e spiegò “Non ce la faccio più a suonare questo strumento”
Michele suonò ancora una volta il suo violino e con sguardo severo si rivolse al suo gemello “Che cosa ti aspettavi?”
“Grazie per il conforto” ribatté Lucifero in tono irritato “Davvero so a chi rivolgermi quando sono triste”.
“Tutto questo non sarebbe successo” urlò Michele al limite della pazienza, spalancando le ali “ Se tu…”
“Se io avessi dato la mia grazia prima del tempo” ringhiò Lucifero esasperato “Nessuno te lo ha mai detto, ma sei un disco rotto. Io non ho nessuna intenzione di ritornare il solito bastardo, voglio essere una persona nuova”
“E a Hesediel non ci pensi?”
“Per lei che lo faccio” ululò Lucifero, spalancando le ali e distruggendo gran parte delle colonne di marmo nero, laddove venivano fustigati i dannati “Lo faccio per Astrea e per lei…” si fermò e guardò negli occhi quello che una volta era il suo modello d’ispirazione “C’è mai stata una persona per la quale hai lottato con tutte le tue forze?”
L’arcangelo della giustizia divina annuì bruscamente, ma non volle rispondere al gemello.  Sì, c’era stata una persona per la quale avrebbe lottato con tutte le sue forze, ma ripensare di nuovo a lei riapriva ferite difficili da supportare e da sopportare. Difficile da dimenticare, in quanto era stato l’artefice della sua morte.
“Allora batte un cuore dietro quello sterno di ferro” sghignazzò Lucifero contento “Pensavo che fossi solo un uomo d’azione e basta”.
“Ha parlato il dispensatore di cuoricini” ribatté l’arcangelo ironico “L’unica cosa buona della mia vita me l’hai rovinata”.
“Vyave?” domandò Lucifero, ritornando a mettersi in posizione per suonare la musica della BiaThanatie “Lei?”
Michele stava per rispondere, quando a un certo punto dal nulla comparve una colonna di luce viola. I due gemelli videro una giovane donna dai capelli castano scuro e gli occhi azzurri fare capolino e ridacchiare.
Atropo.
“Mi raccomando non esultate” li salutò acida “ Altrimenti potrete crepare. Non avete il permesso di riposarvi. L’equilibro ultraterreno ha bisogno del vostro aiuto, non abbiamo bisogno di disertori della patria”
“ Perché non crepi tu?” la salutò Lucifero seccato  “ Tutto questo si può catalogare come mobbing. Cosa ci fai qui, Atropo? E soprattutto hai deciso di cambiare look?”
La Moira della Morte mosse i capelli in maniera molto teatrale e si pavoneggiò un bel po’  “Oh sì il look di prima non mi andava più a genio, ogni tanto bisogna cambiare. Del resto tu con i capelli scuri hai molto più fascino. E poi se continui a insultarmi, potrei andare a chiedere il permesso di sposarti”
“Sei venuta ad esibirti?”
“No, simpaticone” disse Atropo ironica, strizzando l’occhio a Lucifero “Sono venuta a dirvi le ultime novità riguardo allo specchio di lapislazzuli”
L’arcangelo della giustizia e il Serafino Caduto rimasero ad ascoltare Atropo, mentre li metteva al corrente delle ultime novità.
“Castiel ha vissuto troppo tempo tra gli umani..” Michele scosse la testa, seguendo il filo dei suoi pensieri. “La prima regola di esseri angeli è quello di non essere coinvolti emotivamente”
“E in questo ti riesce perfettamente” constatò Lucifero divertito, attirandosi un’occhiataccia da Michele “Ma sono sicuro che non è tutto”
“Perché vuoi sapere tutto subito?”
“Perché c’è gente che sta morendo, soprattutto la mia Hesediel sta morendo…”
“Veramente è di Camael…”
Ad un certo punto Lucifero non ce la fece più. Materializzò la spada di sangue demoniaco e ombre nere e la puntò contro il collo della Moira della Morte “Vuoi davvero uccidere la Morte? Ammirevole”
“Dicci quello che sai”
“La Grazia ti sta cambiando profondamente” esclamò lei tergiversando e Lucifero rafforzò la stretta intorno all’impugnatura della spada, facendo scendere un filo di sangue intorno al collo “In casa Winchester è comparso Semeyraza”
“Ma non è stato sconfitto?” domandò Lucifero confuso “Non è stato sconfitto grazie al potere della Fenice?”
Atropo si liberò della stretta mortale e spiegò, contrariata e un po’ divertita dalla faccia di Lucifero “La musica che state suonando è la perfetta unione tra la maestosità della vita e il terrore della morte e ha portato alla distruzione della cella di Semeyraza. L’ex Vigilante ha dato importanti novità sulla sorte di Hesediel”
“Cosa?” esclamarono insieme Michele e Lucifero.
“Dovrebbero fare una targa commemorativa a Hesediel” rise Atropo, ma si interruppe di fronte agli sguardi corrucciati del Serafino e dell’Arcangelo “Semeyraza ha detto che quando Hesediel è stata pugnalata a morte da Sandalphon, la sua grazia è stata compromessa e quindi…”
“Quindi se le viene rimesso il filo di Persephone, potrebbe diventare un arcangelo vegetale” concluse Michele tristemente “E causare un vuoto nell’equilibro ultraterreno…”
Per un po’ nessuno dei due parlò, terrorizzati dall’idea di vedere Hesediel incapace di fare alcunché, di essere prigioniera del suo corpo, di non potere esercitare i suoi poteri. Lucifero non vedeva l’ora di mettere le mani su Crowley, di stritolare le ossa del suo collo, spezzargli le vertebre, vederlo annegare nel suo stesso sangue, perché se non fosse stato per lui, tutto non sarebbe accaduto.  Se non avesse utilizzato l’Aletheia Gladia per incontrare sua figlia…
“Non si può fare nulla?”
“L’unico modo per salvare la vita a Hesediel è la riattivazione delle catene di Semeyraza, l’unico modo per salvare una grazia compromessa”.
“Sono andate distrutte”
“Questo è quello che abbiamo diffuso in giro” disse Atropo ammirando la sua Aletheia Gladia “Balthazar ha avuto sempre un debole per i manufatti divini e le ha conservate. Insieme a Cass e Gabe, sono andati a trovare Dio in Paradiso”
“Il vecchio era sveglio, per caso?”
“Lucifero!” lo rimproverò Michele “Quello è pur tuo padre”.
“Un Padre che non ha esitato a buttarmi a calci nel sedere, non appena ne ha avuta l’occasione”.
“Potete risolvere le vostre controversie familiari prossimamente” interruppe Atropo seria “Dio ha detto che, per attivare le catene di Semeyraza, bisogna uccidere tre Vigilanti”.
“Come li uccideranno?”
“Il Destino non può svelare le sue Carte” ridacchiò Atropo e poi divenne seria nei confronti di Michele “Continuate pure a suonare la musica, tra un po’ verrà presa l’essenza del Paradiso e ci sarà la battaglia contro la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
“Dio ha parlato di me?” domandò Michele speranzoso.
Atropo titubò un po’ e scosse la testa.
“Stai mentendo!” esclamò Lucifero perspicace “Una Moira che mente? Il mondo va alla rovescia”
“Il Destino non può svelare le sue Carte” ripeté Atropo sorniona e poi tutto d’un tratto venne scaraventata contro una parete di spine roventi e Lucifero ebbe il tempo di vedere Michele aggredire Atropo.
“Dimmi se Dio ha parlato di me” urlò Michele arrabbiato “Ha parlato di me?”
Atropo tentò di togliere le mani di Michele dal suo collo, lottò per alcuni minuti e dopo cedette “ Dio ha detto che, se non strapperai la grazia angelica a Lucifero, tu diventerai il nuovo Lucifero”
“Tu menti!”
“Noi Moire sappiamo quale è la differenza tra l’Aletheia e Psèma, tra la Verità e la Bugia. Pensavi davvero che non avrebbe avuto conseguenze il fatto di avere dato la grazia angelica a Lucifero?”
“Non può fare una cosa del genere!”
“Non battete la fiacca”
E nello stesso modo in cui era comparsa, la Moira della Morte era scomparsa. Dalla rabbia Michele uccise due demoni degli incroci. Tutto per la salvezza di un regno.
Tutto per risolvere l’azione folle di un demone.
Tutto per vedere Hesediel sana e salva.



 
  
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