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Autore: potterfanlalla17    04/03/2015    4 recensioni
La storia parte sei mesi dopo la 5x24. Ovviamente si conosceranno le sorti di Rick e Kate e soprattutto la risposta di quest'ultima alla domanda dello scrittore. Avrà accettato o no? E come sono cambiate le loro vite dopo quel pomeriggio al parco? C'è una sola certezza: nulla è mai semplice, soprattutto quando si parla di sentimenti. Spero leggerete.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Goodbye, my lover!

 

-Castle! Castle!

Kate rincorse lo scrittore sino all’ingresso del 12th distretto incurante degli sguardi incuriositi ed imbarazzati degli agenti di turno.

-Castle, fermati, ti prego!- implorò nuovamente la detective. L’uomo si fermò ma gli ci volle un istante prima di decidersi a voltarsi verso la donna.

-Beckett, che cosa vuoi?- lo sguardo spento e la voce piatta erano un chiaro segnale che Rick non aveva gradito essere bloccato lì da lei.

-Volevo solo dirti che mi dispiace per come si è comportata la Gates poco fa. È stata dura, ma non pensa che sia stato tu- il sorriso accennato da Kate non trovò risposta nello scrittore.

-Ok, grazie- rispose l’uomo e riprese la sua marcia.

-No, aspetta!

-Che vuoi ancora? Non ti è bastato tutto questo?

-Ho fatto solo il mio lavoro!- protestò la donna sinceramente stupita per la reazione dell’uomo.

-Certo, il tuo lavoro! Come sempre al primo posto nella tua vita! Il resto…sono futilità per te!

-Smettila!

-Di fare cosa? Di dire la verità? Avresti potuto venire da me, chiedere a me tutte queste spiegazioni, senza farmi trascinare qui da due agenti sconosciuti come un qualsiasi volgare delinquente!

-Beh, avresti anche potuto dirmi che avevi incontrato Greg da vivo, per esempio! E nulla di tutto questo sarebbe accaduto!- Kate abbassò il tono della voce quando si rese conto che un paio di agenti si erano attardati vicino alla porta di ingresso per origliare la conversazione. -E comunque l’ho fatto per proteggere te! Se ti avessi interrogato io….

-Ma per favore, Beckett! Hai protetto il distretto, la tua indagine, i tuoi colleghi e te stessa ma non di certo me! Volevi mettere al sicuro il caso!

-Sei ingiusto!

-Davvero? Dimmi la verità, Kate. Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai trovato gli indizi che portavano a me? Quanto tempo ci hai messo per ritenermi un possibile colpevole?

-Cosa avrei dovuto pensare, Castle? Mi hai mentito! Ero da te per parlare con Kyra dell’omicidio di Greg e tu non hai detto nulla- protestò la detective anche se dentro di sé doveva ammettere che per una frazione di secondo, seppur piccola, aveva ritenuto Rick capace di un atto così violento.

-E cosa sarebbe cambiato? Avresti evitato di convocarmi qui? No! E lo sai perché? Perché tu sei così. Tu sei per prima cosa una detective e solo una detective. Non riesci ad andare oltre a questo…io ci ho provato. Ho tentato di tirare fuori Kate, ma Beckett deve averla compressa e nascosta a tal punto per anni che ora non sai più come fare a ripristinare un equilibrio tra le due parti- Castle trasse un profondo respiro e sembrò calmarsi. –Ricordi quando siamo rimasti per ore in quella sorta di tenda protettiva dopo la contaminazione da radiazioni?

Kate annuì spiazzata da quell’improvviso cambiamento di argomento non riuscendo a capire dove voleva andare a parare Castle.

-In quel momento hai detto una cosa su te e Josh che non avevo capito fino in fondo. Avevi detto che è strano come le cose che più ci attirano in una persona all’inizio, finiscano poi con l’essere le cose che più odiamo dell’altro.

Rick fece una pausa per lasciare alla detective il tempo di assorbire le sue parole.

-Mi ricordo, sì.

-Ora l’ho capito. Ti ho scelta come musa per la passione e l’energia che mettevi nel tuo lavoro, perché davi tutta te stessa per dare risposte ai parenti delle vittime e per dare voce a queste ultime. È questo quello che mi ha fatto innamorare di te. Ed è questo che ora mi porta a scappare lontano da te. Per te tutto ciò che non è lavoro è un problema, un ostacolo. Non concepisci che puoi avere tutto: carriera e amore. Vivi l’amore come un limite alle tue possibilità professionali.

-Non è così, Castle. Ero pronta a lasciar perdere Washington per te. Possibile che non conti nulla questo?

Castle scosse il capo con un sorriso rassegnato dipinto sul volto.

-Continui a non capire. Cosa sarebbe successo se tu avessi rinunciato a Washington? Con il tempo me lo avresti rinfacciato e mi avresti odiato!

-Allora ho fatto bene ad andarmene…eppure ti ho perso!

-E’ qui il tuo errore, Kate. Sei tu che hai considerato le due opzioni (carriera e matrimonio) come alternative. Non io. Non ti ho mai detto: lascia perdere il lavoro e sposami. Ti ho chiesto di diventare mia moglie qualunque fosse la tua decisione lavorativa. Non ricordi? Ero disposto a trasferirmi con te a Washington o a fare il pendolare da week-end se fosse stato necessario, ma tu non l’hai nemmeno preso in considerazione. Mi hai solo chiuso fuori dalla tua vita, perché è questo quello che volevi sin dall’inizio. Una scusa per sfilarti dal nostro rapporto senza che fosse colpa tua.   

Rick afferrò il volto di Kate con entrambe le mani e asciugò con i pollici due lacrime furtive che attraversavano le sue guance arrossate per l’emozione di sentire di nuovo dopo tanto tempo Rick così vicino.

-Avresti potuto avere tutto, Kate. Ma non eri pronta. Probabilmente ho sbagliato non accorgendomi che non eri preparata per un futuro insieme; o forse, non sono la persona giusta con cui tu possa capire tutto questo. Spero che prima o poi avrai la fortuna di incontrare questa persona e ti auguro di riuscire a lasciarti andare completamente all’amore.

Nonostante la dolcezza del momento Kate sentì il freddo stringerle le viscere in una morsa dolorosa. Rick stava davvero rinunciando a lei, a lottare per lei, e questo in cinque anni non era mai accaduto, nemmeno una volta.

Castle le posò un leggero bacio sulla fronte prima di voltarsene ed andarsene dall’edificio, lasciando che quella sensazione di gelo interiore paralizzasse totalmente la detective.

 

***

 

La serratura della porta d’ingresso del loft di Castle scattò e la giovane donna all’interno, percependo il rumore, si alzò dal bracciolo del divano sul quale era appoggiata da qualche minuto in attesa del proprietario dell’appartamento.

-Ehi! Kyra!- esclamò l’uomo felice di vederla ancora lì. Gli occhi della donna, però, si abbassarono velocemente fino a puntare sul pavimento. –Tutto bene?

-Dovrei essere io a chiederlo a te, non credi?

Rick sorrise e nel poggiare le chiavi in una ciotola vicino all’ingresso si rese conto di un paio di valigie pronte che stazionavano non distanti da lui.

-Che sta succedendo, Kyra?

-Senti, Rick…

-Te ne stai andando?- chiese l’uomo senza lasciare a Kyra la possibilità di spiegare.

-Credo sia la cosa migliore, Rick. Per te- Kyra accompagnò le sue parole con una carezza leggera sul volto dello scrittore. –Sono rientrata nella tua vita da quanto? Un paio di mesi? E già abbiamo dei problemi…non dureremmo a lungo.

-Di che cosa stai parlando?

L’uomo le afferrò la mano e stringendola nella sua la tolse dal suo viso.

-So che cosa pensi, Rick. Non hai mai saputo nascondermi nulla. Ma io non posso né voglio sostituire Kate nella tua vita!- la donna accennò ad un lieve sorriso davanti allo sguardo prima smarrito e poi colpevole di Rick.

-Non era questa la mia intenzione!

-Lo so. Hai pensato di poterti buttare il passato alle spalle…ma, beh, Rick, anche io sono il passato. E per quanto io ti voglia ancora bene, siamo cresciuti: non siamo più due ragazzini del college che trascorrevano i pomeriggi sopra un tetto di New York.

-Però devi ammettere che erano dei gran bei pomeriggi!

Il sorriso di Rick si trasmise in pochi istanti anche sul volto di Kyra.

-I migliori della mia vita, Rick! Ma non sono io la donna che dovresti portare su uno di quei tetti oggi.

L’allusione di Kyra alla misteriosa donna di Rick non aveva bisogno di esplicitazioni.

-Con Kate è finita, sul serio. Ci abbiamo provato, ma…non vogliamo le stesse cose. Tutto qui.

-Forse hai ragione, Rick. O forse semplicemente non avete gli stessi tempi. Forse lei ha bisogno di più tempo per metabolizzare ogni scelta e magari tutto questo è troppo nuovo per lei. Non sa come si fa.

-Non è una bambina di cinque anni.

-No, è vero. Ma non è nemmeno te, Rick! Tu sei un impulsivo per tua natura, mentre Kate no. Lei ha bisogno di ponderare ogni scelta.

-Kyra, ne abbiamo già parlato altre volte: le ho chiesto di sposarmi, d’accordo, ma non pretendevo lo facesse il giorno dopo o che rinunciasse al suo lavoro!

-A volte, Rick, sei così ottuso! Per essere uno scrittore dimentichi troppo spesso quale abisso ci sia tra ciò che tu dici e ciò che gli altri percepiscono! Tu avevi tutte le buone intenzioni di questo mondo, ma forse la tua Kate non l’ha capito. E tu non ti sei dato la pena di spiegarglielo.

Castle si allontanò da Kyra contrariato.

-Perché? Perché mi fai questo? Io non vi capisco…tu e mia madre. Sembra quasi che la vittima in tutto questo sia Beckett. E i miei sentimenti? Il dolore che lei mi ha provocato rifiutandomi? Questo non conta nulla?

-Certo che conta, Rick. Ma in questo rapporto sei tu quello forte e devi prendere lei per mano e condurla con te. Da sola non ce la farà mai.

-Può darsi che io non abbia voglia di sostenere un rapporto da solo anche per lei- il tono duro di Castle non scoraggiò Kyra che conosceva la forza ma anche la debolezza di Rick nelle questioni di cuore.

-E’ possibile. Non ti sto dicendo che sei obbligato a farlo, solo che potresti. Senti, io ti conosco e ho visto come vi siete guardati quando lei è stata qui. E ti vedo anche ora, dopo che sei tornato dal distretto dove c’era lei. Non puoi mentire con me. Sei ancora innamorato di lei e questo non cambierà con il tempo, perché a differenza mia, di Meredith e di Gina, lei è quella giusta. E per quanto tu possa convincerti del contrario, la amerai sempre.

La mano di Rick attraversò frenetica il ciuffo sempre così ordinato e ben pettinato dell’uomo.

-Non ce la faccio. Ogni volta che penso a lei, che la vedo, io…riesco solo a pensare a quel no, a lei che scappa dal quel parco. Ho paura, Kyra.

La donna con un sorriso gli afferrò il volto con entrambe le mani: -Adesso sei pronto. Provi esattamente quello che prova Kate. Adesso la puoi capire, finalmente. E forse sarai più clemente con lei.

Castle aprì la bocca più volte come incerto su quanto doveva dire: -E se ora lei non volesse più avermi tra i piedi?

Kyra per tutta risposta alzò un sopracciglio scettica.

-Credi davvero che quella donna non stia aspettando un tuo passo per poter ricominciare da dove vi siete interrotti? Sei sul serio così stupido?

-Posso non rispondere a quest’ultima domanda?- chiede Rick con un timido sorriso sulle labbra. Forse sapeva già tutte queste cose su Kate, su di lui e sul loro rapporto: aveva solo bisogno che qualcuno di realmente esterno a tutto quello gli aprisse davvero gli occhi.

-Rick…puoi essere enormemente felice con lei: datevi una seconda possibilità.

-Ci proverò. Tu cosa farai ora?

-Ho chiamato mia madre, mi raggiungerà a breve.

-Se hai bisogno di qualunque cosa…

-Lo so, tu ci sarai sempre. È questa la tua qualità migliore, Rick.

Kyra si sollevò sulle punte dei piedi e stampò un bacio leggero sulla guancia di Rick, che si strinse a lei affondando il viso nella sua chioma castana.

-Buona fortuna, Rick.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

ebbene sì, sono tornata anche qui. E fa quasi rima =)

A parte gli scherzi, avevo perso gli appunti sul caso e non avevo più voglia di rimettermi a ricostruire tutto. Poi l’ho fatto, anche invogliata da Federica P. che su FB tempo fa me lo aveva chiesto.

Comunque, la storia riprende. Spero di riuscire a essere costante nell’aggiornamento. Ho già scritto un bel po’ di capitoli e spero di non perdere l’ispirazione proprio ora che l’ho ritrovata.

Spero vi piaccia e al prossimo capitolo

Un bacio a tutte

Laura

   
 
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