Goodbye,
my lover!
-Castle! Castle!
Kate
rincorse lo scrittore sino all’ingresso del 12th distretto incurante degli
sguardi incuriositi ed imbarazzati degli agenti di turno.
-Castle, fermati, ti prego!- implorò nuovamente la
detective. L’uomo si fermò ma gli ci volle un istante prima di decidersi a
voltarsi verso la donna.
-Beckett,
che cosa vuoi?- lo sguardo spento e la voce piatta erano un chiaro segnale che
Rick non aveva gradito essere bloccato lì da lei.
-Volevo
solo dirti che mi dispiace per come si è comportata la Gates poco fa. È stata
dura, ma non pensa che sia stato tu- il sorriso accennato da Kate non trovò
risposta nello scrittore.
-Ok,
grazie- rispose l’uomo e riprese la sua marcia.
-No,
aspetta!
-Che
vuoi ancora? Non ti è bastato tutto questo?
-Ho
fatto solo il mio lavoro!- protestò la donna sinceramente stupita per la
reazione dell’uomo.
-Certo,
il tuo lavoro! Come sempre al primo posto nella tua vita! Il resto…sono
futilità per te!
-Smettila!
-Di
fare cosa? Di dire la verità? Avresti potuto venire da me, chiedere a me tutte
queste spiegazioni, senza farmi trascinare qui da due agenti sconosciuti come
un qualsiasi volgare delinquente!
-Beh,
avresti anche potuto dirmi che avevi incontrato Greg da vivo, per esempio! E
nulla di tutto questo sarebbe accaduto!- Kate abbassò il tono della voce quando
si rese conto che un paio di agenti si erano attardati vicino alla porta di
ingresso per origliare la conversazione. -E comunque l’ho fatto per proteggere
te! Se ti avessi interrogato io….
-Ma
per favore, Beckett! Hai protetto il distretto, la tua indagine, i tuoi
colleghi e te stessa ma non di certo me! Volevi mettere al sicuro il caso!
-Sei
ingiusto!
-Davvero?
Dimmi la verità, Kate. Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai trovato
gli indizi che portavano a me? Quanto tempo ci hai messo per ritenermi un
possibile colpevole?
-Cosa
avrei dovuto pensare, Castle? Mi hai mentito! Ero da
te per parlare con Kyra dell’omicidio di Greg e tu
non hai detto nulla- protestò la detective anche se dentro di sé doveva
ammettere che per una frazione di secondo, seppur piccola, aveva ritenuto Rick
capace di un atto così violento.
-E
cosa sarebbe cambiato? Avresti evitato di convocarmi qui? No! E lo sai perché?
Perché tu sei così. Tu sei per prima cosa una detective e solo una detective.
Non riesci ad andare oltre a questo…io ci ho provato. Ho tentato di tirare
fuori Kate, ma Beckett deve averla compressa e nascosta a tal punto per anni
che ora non sai più come fare a ripristinare un equilibrio tra le due parti- Castle trasse un profondo respiro e sembrò calmarsi.
–Ricordi quando siamo rimasti per ore in quella sorta di tenda protettiva dopo
la contaminazione da radiazioni?
Kate
annuì spiazzata da quell’improvviso cambiamento di argomento non riuscendo a
capire dove voleva andare a parare Castle.
-In
quel momento hai detto una cosa su te e Josh che non
avevo capito fino in fondo. Avevi detto che è strano come le cose che più ci
attirano in una persona all’inizio, finiscano poi con l’essere le cose che più
odiamo dell’altro.
Rick
fece una pausa per lasciare alla detective il tempo di assorbire le sue parole.
-Mi
ricordo, sì.
-Ora
l’ho capito. Ti ho scelta come musa per la passione e l’energia che mettevi nel
tuo lavoro, perché davi tutta te stessa per dare risposte ai parenti delle
vittime e per dare voce a queste ultime. È questo quello che mi ha fatto
innamorare di te. Ed è questo che ora mi porta a scappare lontano da te. Per te
tutto ciò che non è lavoro è un problema, un ostacolo. Non concepisci che puoi avere
tutto: carriera e amore. Vivi l’amore come un limite alle tue possibilità
professionali.
-Non
è così, Castle. Ero pronta a lasciar perdere
Washington per te. Possibile che non conti nulla questo?
Castle scosse il capo con
un sorriso rassegnato dipinto sul volto.
-Continui
a non capire. Cosa sarebbe successo se tu avessi rinunciato a Washington? Con
il tempo me lo avresti rinfacciato e mi avresti odiato!
-Allora
ho fatto bene ad andarmene…eppure ti ho perso!
-E’
qui il tuo errore, Kate. Sei tu che hai considerato le due opzioni (carriera e
matrimonio) come alternative. Non io. Non ti ho mai detto: lascia perdere il
lavoro e sposami. Ti ho chiesto di diventare mia moglie qualunque fosse la tua
decisione lavorativa. Non ricordi? Ero disposto a trasferirmi con te a
Washington o a fare il pendolare da week-end se fosse stato necessario, ma tu
non l’hai nemmeno preso in considerazione. Mi hai solo chiuso fuori dalla tua
vita, perché è questo quello che volevi sin dall’inizio. Una scusa per sfilarti
dal nostro rapporto senza che fosse colpa tua.
Rick
afferrò il volto di Kate con entrambe le mani e asciugò con i pollici due
lacrime furtive che attraversavano le sue guance arrossate per l’emozione di
sentire di nuovo dopo tanto tempo Rick così vicino.
-Avresti
potuto avere tutto, Kate. Ma non eri pronta. Probabilmente ho sbagliato non
accorgendomi che non eri preparata per un futuro insieme; o forse, non sono la
persona giusta con cui tu possa capire tutto questo. Spero che prima o poi
avrai la fortuna di incontrare questa persona e ti auguro di riuscire a
lasciarti andare completamente all’amore.
Nonostante
la dolcezza del momento Kate sentì il freddo stringerle le viscere in una morsa
dolorosa. Rick stava davvero rinunciando a lei, a lottare per lei, e questo in
cinque anni non era mai accaduto, nemmeno una volta.
Castle le posò un leggero
bacio sulla fronte prima di voltarsene ed andarsene dall’edificio, lasciando
che quella sensazione di gelo interiore paralizzasse totalmente la detective.
***
La
serratura della porta d’ingresso del loft di Castle
scattò e la giovane donna all’interno, percependo il rumore, si alzò dal
bracciolo del divano sul quale era appoggiata da qualche minuto in attesa del
proprietario dell’appartamento.
-Ehi!
Kyra!- esclamò l’uomo felice di vederla ancora lì.
Gli occhi della donna, però, si abbassarono velocemente fino a puntare sul
pavimento. –Tutto bene?
-Dovrei
essere io a chiederlo a te, non credi?
Rick
sorrise e nel poggiare le chiavi in una ciotola vicino all’ingresso si rese conto
di un paio di valigie pronte che stazionavano non distanti da lui.
-Che
sta succedendo, Kyra?
-Senti,
Rick…
-Te
ne stai andando?- chiese l’uomo senza lasciare a Kyra
la possibilità di spiegare.
-Credo
sia la cosa migliore, Rick. Per te- Kyra accompagnò
le sue parole con una carezza leggera sul volto dello scrittore. –Sono
rientrata nella tua vita da quanto? Un paio di mesi? E già abbiamo dei
problemi…non dureremmo a lungo.
-Di
che cosa stai parlando?
L’uomo
le afferrò la mano e stringendola nella sua la tolse dal suo viso.
-So
che cosa pensi, Rick. Non hai mai saputo nascondermi nulla. Ma io non posso né
voglio sostituire Kate nella tua vita!- la donna accennò ad un lieve sorriso
davanti allo sguardo prima smarrito e poi colpevole di Rick.
-Non
era questa la mia intenzione!
-Lo
so. Hai pensato di poterti buttare il passato alle spalle…ma, beh, Rick, anche
io sono il passato. E per quanto io ti voglia ancora bene, siamo cresciuti: non
siamo più due ragazzini del college che trascorrevano i pomeriggi sopra un
tetto di New York.
-Però
devi ammettere che erano dei gran bei pomeriggi!
Il
sorriso di Rick si trasmise in pochi istanti anche sul volto di Kyra.
-I
migliori della mia vita, Rick! Ma non sono io la donna che dovresti portare su
uno di quei tetti oggi.
L’allusione
di Kyra alla misteriosa donna di Rick non aveva
bisogno di esplicitazioni.
-Con
Kate è finita, sul serio. Ci abbiamo provato, ma…non vogliamo le stesse cose.
Tutto qui.
-Forse
hai ragione, Rick. O forse semplicemente non avete gli stessi tempi. Forse lei
ha bisogno di più tempo per metabolizzare ogni scelta e magari tutto questo è
troppo nuovo per lei. Non sa come si fa.
-Non
è una bambina di cinque anni.
-No,
è vero. Ma non è nemmeno te, Rick! Tu sei un impulsivo per tua natura, mentre
Kate no. Lei ha bisogno di ponderare ogni scelta.
-Kyra, ne abbiamo
già parlato altre volte: le ho chiesto di sposarmi, d’accordo, ma non
pretendevo lo facesse il giorno dopo o che rinunciasse al suo lavoro!
-A volte, Rick, sei così ottuso! Per essere
uno scrittore dimentichi troppo spesso quale abisso ci sia tra ciò che tu dici
e ciò che gli altri percepiscono! Tu avevi tutte le buone intenzioni di questo
mondo, ma forse la tua Kate non l’ha capito. E tu non ti sei dato la pena di
spiegarglielo.
Castle
si allontanò da Kyra contrariato.
-Perché? Perché mi fai questo? Io non vi
capisco…tu e mia madre. Sembra quasi che la vittima in tutto questo sia
Beckett. E i miei sentimenti? Il dolore che lei mi ha provocato rifiutandomi?
Questo non conta nulla?
-Certo che conta, Rick. Ma in questo
rapporto sei tu quello forte e devi prendere lei per mano e condurla con te. Da
sola non ce la farà mai.
-Può darsi che io non abbia voglia di
sostenere un rapporto da solo anche per lei- il tono duro di Castle non scoraggiò Kyra che
conosceva la forza ma anche la debolezza di Rick nelle questioni di cuore.
-E’ possibile. Non ti sto dicendo che sei
obbligato a farlo, solo che potresti. Senti, io ti conosco e ho visto come vi
siete guardati quando lei è stata qui. E ti vedo anche ora, dopo che sei
tornato dal distretto dove c’era lei. Non puoi mentire con me. Sei ancora
innamorato di lei e questo non cambierà con il tempo, perché a differenza mia,
di Meredith e di Gina, lei è quella giusta. E per quanto tu possa convincerti
del contrario, la amerai sempre.
La mano di Rick attraversò frenetica il
ciuffo sempre così ordinato e ben pettinato dell’uomo.
-Non ce la faccio. Ogni volta che penso a
lei, che la vedo, io…riesco solo a pensare a quel no, a lei che scappa dal quel
parco. Ho paura, Kyra.
La donna con un sorriso gli afferrò il
volto con entrambe le mani: -Adesso sei pronto. Provi esattamente quello che
prova Kate. Adesso la puoi capire, finalmente. E forse sarai più clemente con
lei.
Castle
aprì la bocca più volte come incerto su quanto doveva dire: -E se ora lei non
volesse più avermi tra i piedi?
Kyra
per tutta risposta alzò un sopracciglio scettica.
-Credi davvero che quella donna non stia
aspettando un tuo passo per poter ricominciare da dove vi siete interrotti? Sei
sul serio così stupido?
-Posso non rispondere a quest’ultima
domanda?- chiede Rick con un timido sorriso sulle labbra. Forse sapeva già
tutte queste cose su Kate, su di lui e sul loro rapporto: aveva solo bisogno
che qualcuno di realmente esterno a tutto quello gli aprisse davvero gli occhi.
-Rick…puoi essere enormemente felice con
lei: datevi una seconda possibilità.
-Ci proverò. Tu cosa farai ora?
-Ho chiamato mia madre, mi raggiungerà a
breve.
-Se hai bisogno di qualunque cosa…
-Lo so, tu ci sarai sempre. È questa la tua
qualità migliore, Rick.
Kyra
si sollevò sulle punte dei piedi e stampò un bacio leggero sulla guancia di
Rick, che si strinse a lei affondando il viso nella sua chioma castana.
-Buona fortuna, Rick.
Angolo dell’autrice:
ebbene sì, sono tornata anche qui. E fa quasi rima =)
A parte gli scherzi, avevo perso gli appunti sul caso e non avevo più voglia di rimettermi a ricostruire tutto. Poi l’ho fatto, anche invogliata da Federica P. che su FB tempo fa me lo aveva chiesto.
Comunque, la storia riprende. Spero di riuscire a essere costante nell’aggiornamento. Ho già scritto un bel po’ di capitoli e spero di non perdere l’ispirazione proprio ora che l’ho ritrovata.
Spero vi piaccia e al prossimo capitolo
Un bacio a tutte
Laura