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Autore: ___Lils___    05/03/2015    3 recensioni
Avverto tutti che seguirò i film, semplicemente perchè necessito di Azog e perchè nel sogno da cui deriva questa storia c'era anche Tauriel.
Spero comunque che vi piaccia, si parla di una presunta figlia di Thorin che non è proprio una Nana, a voi la lettura per scoprirlo.
Grazie mille a chi lo farà.
Baci
_Lils_
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve, scusate ancora per i ritardi, spero davvero di riuscire ad aggiornare al più presto.
Un bacio
_Lils_


Sambril sentì bussare alla porta e sbuffò contrariata: “Cosa c’è ora?”
Nessuno rispose, ma la porta si aprì rivelando il Re dei Pugniferro, la giovane si alzò in piedi di scatto mentre Balin riservò un'occhiata minacciosa all’ospite.
“Lomli, cosa ci fate qui?”
Il Nano guardò la stanza della giovane senza rispondere: “Dove sono i vostri bagagli?”
La giovane chiuse gli occhi colpevole, non aveva minimamente pensato ai bagagli da preparare per la partenza: “Non sono ancora pronti, ma lo saranno per stasera”
Lomli Pugniferro ghignò e dei brividi percorsero la schiena di Sambril: “Balin, Thorin ha chiesto a lei di accompagnarci per il passaggio che porta verso Est, partiamo subito”
“Cosa?”
La voce di Sambril risuonò potente per tutta la sala, non voleva partire. Non aveva salutato nessuno: i suoi cugini, gli altri Nani, era infuriata con suo padre, ma voleva almeno ricordarsi un ultimo abbraccio con lui. Per non parlare dello Hobbit: come avrebbe fatto a non dirgli addio? Oramai aveva capito che Bilbo non avrebbe mai potuta accompagnarla, ma voleva almeno far incontrare un’ultima volta le loro labbra per suggellare quell’amore impossibile.
“Non c’è tempo”
“Permettetemi un ultimo saluto”
“NO!”
Pugniferro prese il braccio di Sambril e lo iniziò a strattonare, la Nana ci mise qualche minuto prima di comprendere cosa stesse succedendo, ma vide Balin posizionarsi di fronte alla porta: “Tratterai bene la principessa, altrimenti il passaggio lo trovi da solo”
La Nana si rese conto della rabbia impressa sul volto del suo fidato maestro, Pugniferro rise di gusto: “Spostati vecchio, lei sarà mia e farò quello che vorrò su di lei”
Sambril rabbrividì solo all’idea di dover trascorrere il resto della sua vita con la bestia che le tratteneva il braccio, ma, prima che potesse dire qualcosa, Pugniferro scansò di forza Balin facendolo cadere rovinosamente a terra. La rabbia iniziò a ribollire nel sangue della giovane, con uno strattone si liberò della presa e si avvicinò all’amico a terra: “Stai bene?”
Questo annuì mentre la risata di Pugniferro si sparse per tutta la stanza: “Che cosa credi di fare, bambina?”
Sambril aiutò Balin ad alzarsi mentre il Nano continuava a fissarli con astio: “Muovetevi!”
“Tu non puoi trattare così la mia gente”
Pugniferro si avvicinò e si posizionò a pochi centimetri dal volto di Sambril: “Io posso tutto, sono il Re. Devo ricordartelo, bambina mia?”
Lomli fece per baciare Sambril, ma questa si voltò prontamente e rifilò al Nano un pugno al centro della faccia. Il Nano gemette per il dolore mentre osservò il sangue uscirgli dal naso: “Coma hai potuto?”
“Non sei tu il Re qui ed io non sono la tua bambina! Io sono Sambril, Principessa di Erebor!”
Pugniferro iniziò a ridere, facendo aumentare la rabbia in Sambril: “Irritante ragazzina! Ti farò vedere io come ci si comporta!”
Il Nano si avvicinò furioso verso Sambril, ma questa lo schivò dandogli un’altra botta assestata sul deretano. Lomli era furioso dalla rabbia e tirò fuori la sua ascia: “Sei una bambina viziata!”
Sambril sorrise: “Per quale motivo vorreste sposarmi?”
“Non mi interessa nulla di te, voglio questa montagna e le sue ricchezze!”
La Nana sorrise nuovamente, i suoi sospetti erano più che veri, sentì qualcosa di duro toccarle la schiena e si voltò: Balin le stava porgendo l’ascia.
“Fagli vedere chi è il viziato”
Sambril sorrise brandendo la sua arma, il tutto fece scaturire una risata in Pugniferro: “Ora combatti anche?”
“Se pensi che io sia scarsa perché non mi affronti?”
Lomli non rispose, si buttò subito contro la giovane, ma non c’era partita. Sambril era stata addestrata da Thorin per essere la migliore con l’ascia e, senza dubbio, in quel combattimento fece vedere che una Nana poteva essere migliore di un Nano.
Disarmò Pugniferro in pochi minuti, questo la guardò con il terrore negli occhi: “Come…?”
Sambril sorrise soddisfatta: “Sono una ragazzina viziata”
Non diede il tempo al Nano di rispondere perché impugnò l’ascia e diede l’elsa sulla testa di quest’ultimo che cadde a terra senza sensi.
Balin si avvicinò alla giovane e guardò lo spettacolo: “Stavamo per darti in mano ad un codardo”
La principessa sorrise: “Non è successo. Dammi una mano ad infilarlo nell’armadio, dovremmo fermarlo per un po’”
Balin rise nel sentire il piano della giovane, ma l’aiutò senza pensarci ulteriormente e, una volta fatto, abbracciò la giovane.
“Ora andiamo a vedere per quale motivo mio padre voleva sbarazzarsi di me così facilmente”
Sambril uscì di corsa dalla sua stanza e corse sulla balconata, quando vide lo spettacolo che l’attendeva sentì le sue viscere contorcersi: branchi di orchi stavano combattendo contro gli Elfi e quelli che sembravano Nani, ma non erano i suoi compagni.
“Piediferro”
La giovane si voltò verso Balin: “Dimmi che non è un pazzo come Pugniferro e non è qui per la mia mano”
Balin si lasciò sfuggire una risata: “No, è il cugino di tuo padre… dov’è lui?”
Sambril notò dei movimenti sotto di loro, il resto della compagnia era lì e, immediatamente, capì.
“Vai dagli altri, io torno subito”
Iniziò a correre verso la Sala del Trono, non riusciva a concepire il comportamento di suo padre e, se non fosse sceso lui in battaglia, sarebbe stata lei a convincere suo cugino a portare i loro compagni sul campo di battaglia. Entrò in essa e trovò suo padre seduto sul trono, questo sorrise divertito: “Dovresti essere partita”
Sambril si inchinò, avrebbe dovuto cercare di lavorarselo per bene: “Dovrei”
Thorin la guardò per un po’ poi gli fece cenno di avvicinarsi, la figlia lo fece e si fermò a pochi passi da lui: “C’è una guerra lì fuori”
“Non è affar mio”
La Nana annuì: “Vero, ma potrebbe esserlo se io mi trovassi nel bel mezzo di essa”
Il Re Sotto la Montagna squadrò la figlia: “Non accadrà, stai per andartene con il tuo futuro marito”
Fu in quell’istante che Sambril si avvicinò fino ad arrivare a pochi centimetri dal trono, si mise in ginocchio di fronte ad esso sotto lo sguardo di suo padre: “Non posso andare con lui, padre”
“Non…”
La Nana prese la mano del padre: “Lasciatemi spiegare, ha cercato di uccidere Balin ed è un codardo, volete davvero dare la vostra unica figlia in sposa ad un tale essere?”
“Cosa?”
Sambril vide delle emozione e dello sdegno passare sul volto di suo padre e si trattenne dal sorridere: stava funzionando.
“E’ la verità, l’ho rinchiuso nell’armadio per ora, ma non posso andare con lui. Come potrei passare da un padre con i tuoi valori ad un marito così codardo? Come potrei passare da un padre che è sempre sceso in battaglia per aiutare gli altri ad un marito che vuole affrontare un anziano disarmato?”
Thorin sbarrò gli occhi e Sambril sorrise accarezzando il volto di suo padre: “Io continuo a credere in te, Re Sotto la Montagna. So che c’è ancora il coraggio di prendere i tuoi uomini e di tornare vittoriosi, padre”
Sambril avvicinò il suo volto a quello del padre e, quando questo la strinse in un lungo abbraccio, sorrise di gioia. Thorin si alzò dal trono fissando gli occhi di sua figlia, quegli occhi così uguali ai suoi, prese la corona e la posò sul trono: “Nessun Re Sotto la Montagna, solo Thorin Scudodiquercia”
Il volto della giovane fu solcato da alcune lacrime di commozione, si fiondò tra le braccia di suo padre: “Siete tornato”
Thorin aveva gli occhi lucidi: “Mi dispiace, io non…”
Sambril lo costrinse a tacere, sapeva che voleva scusarsi per come la aveva trattata, ma a lei non importava, l’importante era riaverlo con lei: “Dobbiamo andare ad aiutare tuo cugino”
“Dain è qui?”
Sambril annuì e Thorin sorrise: “Non perderemo la nostra casa di nuovo, te lo prometto. Aiutami a liberarmi da questa armatura”
***
Sambril si fece avanti tra le macerie, suo padre era di fronte a lei e procedeva a passo svelto, improvvisamente sentì la voce di suo cugino: “Non mi nasconderò dietro un muro di pietre mentre altri combattono le nostre battaglie! Non è nel mio sangue, Thorin”
La giovane fece capolino da dietro l’imponente corpo di suo padre e , quando Kili la vide, sembrò rimanere incredulo, Thorin sorrise ai suoi compagni e Sambril andò a raggiungere Balin, questo le si avvicinò: “Ben fatto”
Il Nano le fece l’occhiolino poi tornò a guardare Thorin, quest’ultimo si erse sul gruppo: “Mi seguirete un’ultima volta in battaglia?”
Una semplice domanda che conteneva tutte le scuse, Fili si alzò e guardò gli altri membri della Compagnia: “Seguirò il mio Re fino alla morte”
***
Sambril guardò Bombur annunciare il loro arrivo suonando il corno, suo padre era d’avanti a lei, i suoi cugini ai suoi lati.
“Se non dovessi tornare…”
La Nana rise: “La finiamo di fare i tragici? Sappiamo entrambi che tornerai e governerai Erebor, pensa semplicemente a staccare teste di orchi”
Thorin scosse la testa mentre si unì alle risate dei tre piccoli Durin: “La governeremo insieme”
Kili alzò un sopracciglio: “Quindi non ti sposi più?”
Sambril sbuffò: “Kili, ti sembra il momento?”
I tre ricominciarono a ridere, ma furono interrotti dalla voce di Thorin: “Si sposerà, ma con chi deciderà lei”
Il Nano si voltò verso la figlia e sorrise, Sambril aveva le lacrime agli occhi, ma non le fece uscire, chinò il capo senza dire nulla. Qualche secondo dopo un’enorme campana buttò giù il muro di pietra, Sambril vide la luce entrare e suo padre irrigidirsi di fronte a lei, strinse le sue mani attorno le sue asce e respirò profondamente chiudendo gli occhi. Li aprì l’istante dopo e seguì la corsa di suo padre, questo iniziò ad urlare e Sambril sorrise: sarebbero tornati vincitori. Corse come mai aveva fatto e, quando vide la schiera di orchi di fronte a lei, sentì l’adrenalina crescerle in corpo. Le urla di Dain riempivano le sue orecchie: “Per il Re! Per il Re!”
“Du Bekâr!”
La voce di suo padre ruppe l’aria e Sambril scontrò la sua ascia con l’arma di un orco, alzò lo sguardo e notò il ghigno sul volto di questo, ghigno che morì subito dopo quando l’ascia di Sambril gli staccò di netto la testa.
La battaglia continuò per molto in quel modo, la Compagnia di Thorin Scudodiquercia stava dando il suo meglio, ma improvvisamente sentì qualcuno toccarle il braccio, si voltò di scatto e per poco non mozzò la testa di Fili: “Cretino! Avrei potuto ucciderti!”
Il principe rise: “Il Re vuole che i principi lo accompagnino nella sua missione”
Sambril sorrise ed annuì, ma per l’ennesima volta si guardava intorno: dov’era l’orco dagli occhi grigi?
“Sambril, andiamo!”
La giovane annuì e si avvicinò a Thorin, questo l’aiutò a salire su un caprone, Kili si lamentò per il mezzo di trasporto, ma Thorin lo ammutolì con un’occhiata fulminea: “Andiamo ad uccidere quel bastardo”
  
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