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Autore: _ Arya _    06/03/2015    9 recensioni
Emma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un paziente, ma le regole sono fatte per essere infrante...
"-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu." [dal 1° capitolo]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Let the truth come to light

 

Rilessi l'sms gli occhi incredula, cosa avevano combinato quelle due ora?
-S... scusi dottor Hopper. Io... devo proprio andare- mi tirai su in piedi asciugandomi le lacrime con una manica. Avrei pensato dopo al resto, sempre che fossi uscita viva dal probabile casino in cui stavo per imbattermi.
-Ok. Torna più tardi se hai bisogno.
-No. Non ho bisogno che lei mi convinca a lasciare l'uomo che amo, non sono così fuori di testa!- esclamai e corsi fuori da quella stramaledetta stanza.
Gli ascensori erano occupati come al solito, quindi non mi restò che correre giù per le scale: un bel giorno avrei fatto un bel volo e mi sarei rotta l'osso del collo, me lo sentivo.
Quando raggiunsi il primo piano notai subito la porta di August aperta, e mi precipitai a vedere cosa stesse succedendo.
Regina e Anna erano in piedi e guardavano Jefferson con aria di sfida, mentre Elsa stava in disparte ad assistere nervosamente alla scena.
-Che è successo?- domandai perplessa, squadrandoli tutti. E dov'era August?
-Dottoressa Swan, succede che sua sorella e la dottoressa Mills hanno fatto in modo che Booth debba essere operato nuovamente per la frattura.- rispose l'ortopedico.
-Cosa?! Ma voi siete pazze!- esclamai incredula, parandomi davanti alle due donne, che incrociarono le braccia.
-Se l'è meritato Emma!- fece Anna -Sono venuta a controllarlo, ero costretta, e lui ha osato chiedermi come stavi. Gli ho detto che non lo riguardava ma mi ha risposto che gli dispiaceva e che non voleva farti niente... e che nemmeno se lo ricordava per colpa dell'alcol... ah! Che faccia tosta! Così gli ho mollato un pugno. Ok forse due. O tre.
-Non è così che si fa! Credevo avessi un po' di buon senso! Dovevi ignorarlo!
-Dopo quel che ti ha fatto osi pure difenderlo?!- si intromise Regina -Per una volta che la piccoletta fa qualcosa di buono non urlarle contro! Io ho sentito il casino e sono entrata a controllare. Stava per colpirla ok?! Così l'ho steso. E gliel'abbiamo fatta pagare per tutto quello che ha fatto.
Ero senza parole. Sapevo che mi volevano bene, sapevo che erano arrabbiate per quel che mi avevo fatto, ma mai e poi mai avrei voluto che rischiassero il posto per me.
Invece avevano finito per ridurre l'uomo chissà in che stato, e nonostante non mi dispiacesse per lui non volevo ci rimettessero.
-Io ero con Will e il dottor Jefferson e siamo entrati... Will l'ha portato fuori.- mi spiegò quindi Elsa, ancora nervosa.
-Ok. Ragazze. Io apprezzo che abbiate voluto... farlo per me, ma vi pare il modo?! Volete essere licenziate e finire in strada a vendere borse di Louis Vuitton false?
-Swan, corri troppo con la fantasia. Nessuno finirà a vendere borse false. Risparmiati la predica e lascia che ce la faccia Whale quando dovremo andare nel suo ufficio. Se ci butta fuori pazienza, io non sono pentita di ciò che ho fatto. Lo rifarei.
-Anch'io!- esclamò decisa la più piccola, e le due si sorrisero.
La situazione era alquanto strana: Regina e Anna andavano d'accordo, ma non erano mai state amiche, o complici, o qualunque cosa fossero adesso. Era davvero assurdo che un rissa le avesse unite, se me l'avessero raccontato senza che lo vedessi io stessa non ci avrei mai creduto.
-Regina. Sei una donna adulta...
-Già, e non sopporto gli uomini che trattano le donne in questo modo. Soprattutto chi tratta così una mia amica.
Alla fine non riuscii a resistere e la abbracciai. Nessuna di noi era il tipo da baci e abbracci, ma non potei evitarlo. Per quanto fosse stata una mossa stupida, era dolce che avesse sentito il bisogno di fargliela pagare.
Dopo qualche attimo di esitazione mi strinse anche lei, nonostante di solito fosse meno incline di me a mostrare i propri sentimenti.
-Ma quanto siete carine!- esclamarono all'unisono le altre due, facendoci sciogliere l'abbraccio imbarazzate.
-Provate solo a chiamarmi “carina” ancora una volta, e vi strappo le lingue. Sapete che posso farlo davvero- le minacciò la donna, strappandomi una risata. Non avrebbe mai permesso a nessuno di mettere in dubbio la sua durezza.
Anche se dovetti ammettere anch'io che era stata dolce, ma preferii tenermi il pensiero per me in modo che non mi incenerisse.
-Anna, grazie anche a te- abbracciai quindi anche la mia sorellina -ma non farlo mai più!
-Avresti fatto lo stesso per me...
-Lo so- ammisi, dandole un bacio sulla fronte.
Nonostante tutto, se qualcuno avesse fatto male a lei, Regina, o qualsiasi altra persona a cui tenessi, l'avrei fatto a pezzi anch'io. Non sarei riuscita a pensare lucidamente, proprio come loro.

Alla fine ero riuscita a parlare anch'io con Whale, alleviando la punizione di Regina e Anna. Non sarebbero state licenziate, e neanche avrebbero avuto una sospensione troppo lunga... solo fino alla fine di questa settimana, con il monito però, che se l'avessero rifatto non gli sarebbe andata così bene.
-Regina, ehi- mi avvicinai a lei mentre si cambiava in spogliatoio per lasciare l'ospedale -Hai visto Robin poi?
-Sì... mi hai fatto prendere un colpo Swan, però grazie.- sorrise indossando la giacca -A quanto pare andremo al mare nel week end.
-Sono contentissima per te! Ti si illuminano gli occhi quando parli di lui...
-Davvero vuoi mettertici pure tu?! Per favore. Non voglio doverti odiare.
-Ok, ok! Scusa. Posso venire da te stasera? Ho delle cose da raccontarti e...
-Certo- disse, facendosi preoccupata -Stai bene? Cioé, non è successo altro vero?
-No, per ora... ma ci sono un paio di cosette... alle 21?
-Alle 21. Cerca di star bene Emma...
-Ci proverò. E tu cerca di non finire in altri guai... mi dispiace, alla fine è colpa mia se...
-Non osare nemmeno- mi interruppe -non mi hai detto tu di picchiarlo. Ora va' a lavorare prima di beccarti anche tu una strigliata! A stasera!
-A stasera!- la salutai e uscii da lì, per andare a cercare Aurora.

***

Alla fine trovai la ragazza al bar con Ariel, mentre consegnava delle cartelle a Scarlet.
-Will, scusami ma ti devo rubarti la dottoressa Rose, posso?
-Fa' pure, noi abbiamo finito. È tutta tua! Stai bene Emma? Prima ero con Elsa...
-Sì, sì, grazie Will. Ci vediamo... Rose, una mossa!- la ragazza sussultò e mi seguì in ascensore.
Lanciai un'occhiata alla ragazza, stranamente silenziosa. Di solito aveva sempre qualcosa da dire, non era da lei.
Magari invece mi compativa come la maggior parte delle persone dell'ospedale, e aveva paura di dire qualcosa di sbagliato. Mi infastidiva parecchio, ma non volevo farle una scenata, sarei sembrata ancora più instabile.
-Ti hanno mangiato la lingua?- mi limitai a domandarle.
-N... no. Sto... sto bene. Solo non... non so che dire.
-Guarda che non c'è bisogno di... compatirmi, o cose del genere, dottoressa Rose. Non sono in stato di shock e niente del genere.
-No! Non è questo, io...
-Va bene, va bene, basta ciance. Dobbiamo visitare l'ispettore Humbert- tagliai corto aprendo la porta ed entrando seguita da lei.
-Ciao Emma... ciao dottoressa- ci salutò l'uomo con un sorriso, che io ricambiai avvicinandomi a lui.
-Come ti senti? Un po' meglio?
-Dolori che vanno e vengono, ma tutto sommato... mi hai decisamente salvato la vita.
-Ora lasciami controllare che tu sia effettivamente in salvo...
-Tutto quello che vuoi- sorrise facendomi l'occhiolino, lasciandomi con una sensazione di disagio a cui però decisi di non dare peso. Ero un medico dopotutto, non potevo farmi mettere in soggezione dai pazienti in questa maniera.
-Avanti dottoressa Rose, mi esponga il caso.
-Uomo di 33 anni, bianco, con ferita da arma da fuoco rustica. Ferita al torace, con perforazione del polmone sinistro, milza asportata. Frattura di più coste, con possibile trauma... trauma alla colonna. Momentaneamente stabile.- mi guardò con espressione sorpresa, ma per non spaventarlo mi limitai a farle un cenno e presi le cuffie.
Abbassai il lenzuolo il necessario per scoprirgli il torace; nonostante il bendaggio si poteva ben vedere lo spessore della lacerazione, tanto che la specializzanda più giovane sussultò.
-Dottoressa Rose! È in grado di essere professionale o devo mandarla via?- la rimproverai, possibile che stesse diventando stupida quanto gli altri del suo anno?!
-S... scusi dottoressa Swan, non si ripeterà.
-Avanti Emma, non essere troppo dura con lei...
-Non sono dura. Ora respira così posso fare il mio lavoro, ok?
Finalmente rimase in silenzio e potei controllare i suoi battiti. Erano regolari.
La pressione invece era un po' più bassa del normale, ma nulla di cui preoccuparsi, era più che comprensibile considerato il suo stato.
L'unica cosa che mi preoccupava era la lesione spinale, nonostante l'avessimo operato con successo non eravamo certi che avrebbe recuperato completamente le capacità motorie.
Da ciò che avevo letto nella sua cartella, fino ad ora era riuscito a muovere solo la testa e le braccia, mentre sotto il livello del bacino risultava ancora paralizzato.
-Ok. Graham... puoi provare a muovere le dita dei piedi? O una gamba.
L'uomo annuì e sia io che Aurora restammo in attesa a guardare: l'unica cosa che contrasse fu il viso.
-Ok. Potrebbe essere ancora presto- decretai infine, mantenendo la calma nonostante stessi male per lui. Non meritava davvero una paralisi.
-Ehi, so a cosa vado incontro facendo questo lavoro... è già tanto se sono vivo- mi sorrise e mi afferrò il polso, per avvicinarmi a sé.
Mi irrigidii, e sentii il mio cuore battere all'impazzata, come se stesse per saltare fuori dal petto.
August mi aveva afferrata per i polsi, per riuscire a immobilizzarmi in modo che non potessi tirargli altri pugni. E poi...
-Ehi. Hai un occhio nero? E che hai fatto al sopracciglio...
-Nulla- mi riscossi, sciogliendomi dalla sua presa cercando di sembrare disinvolta -ho fatto a pugni. Beh ora... ora la dottoressa Rose ti cambierà la fasciatura, io devo andare.
Avrei fatto tutto io, ma quel gesto mi aveva fatto di nuovo perdere la lucidità. Avevo bisogno di aria, di far sparire quell'ennesimo senso di soffocamento.
-Io? Ma dottoressa Swan...- replicò la ragazza, guardandomi preoccupata.
-Sì. Non ne è in grado dottoressa Rose? Non sa cambiare una fasciatura?
-Sì, ma...
-E allora lo faccia. Pulisca anche la ferita, e poi mi faccia sapere.
-Ma...
-Basta coi “ma”!- esclamai -Ciao Graham, ci vediamo.
Non appena fui fuori dalla stanza quasi corsi fino al piano terra, per uscire velocemente dall'edificio.
Grazie al cielo l'aria fredda di inizio Febbraio mi investì in pieno, riempiendomi d'aria i polmoni.
Quando svoltai l'angolo, dov'era tutto tranquillo, mi piegai portando le mani sulle ginocchia per reggermi, e continuai a respirare a fondo.
Non potevo essere diventata così debole, com'era possibile che non riuscissi più a controllarmi?!
Quella non ero io, era un fantasma che si era appropriato del mio corpo e mi stava controllando.
Quando tentai di tirarmi su, la testa mi girò tanto da farmi perdere l'equilibrio.
Sentii solo il dolore dell'impatto col cemento prima di essere inghiottita dal nero.

***

-Emma? Mi senti?
Sbattei le palpebre dolorante, sentivo la testa pulsare. Cosa diavolo era successo? Dov'ero finita?
Alzai lo sguardo e incrociai gli occhi di Aurora, e accanto a lei quelli di Will. Mi guardavano preoccupati, eppure non eravamo in ospedale. Quel che vedevo in alto era il cielo, e a meno che non avessi battuto la testa troppo forte ero certa di non avere le allucinazioni.
-Sento sì. Cosa diavolo è successo?- feci per alzarmi ma il ragazzo non me lo permise e mi tenne giù, con la testa sulle ginocchia di Aurora.
-Sono venuta a cercarti poco dopo che sei corsa via... mi hanno detto di averti vista uscire, e ti ho trovata svenuta. Mi sono spaventata!
-Io ero per caso nelle vicinanze, stavo passando qui dietro per mangiarmi un toast in pace e...- aggiunse Will, continuando a scrutarmi -E ho pensato non fosse il caso di portarti dentro se non strettamente necessario, so che stai cercando di farti affidare la bambina.
-Grazie, sì, hai pensato bene...- borbottai, portandomi una mano alla fronte -Aurora, tu perché sei venuta a cercarmi invece di fare quel che ti ho detto?
-I... io...- balbettò la ragazza, mentre mi tiravo su nonostante le proteste dell'altro.
Avevo preso una gran bella botta alla spalla, ma la testa era a posto nonostante mi girasse ancora un po'.
-Ti hanno rimangiato la lingua?
-Swan, ti vuoi dare una calmata? Stai bene?
-Sto bene, Scarlet. Ho avuto un calo di zuccheri, non ho mangiato molto ultimamente. Allora, dottoressa Rose?- ripetei, tornando a rivolgermi a lei che aveva un'espressione strana, come se fosse sull'orlo delle lacrime. Eppure non mi sembrava di essere stata addirittura così rude da far piangere qualcuno. A meno che non ci fosse dell'altro...
-Will, puoi lasciarci sole?- gli domandai, probabilmente così sarei riuscita a farla parlare. Percepivo che ci fosse qualcosa che voleva dirmi, ma non ne aveva il coraggio.
-Ok... Rose, controlla tu la Swan. Se vedi che continua a non stare bene portala dentro a farle fare un controllo, a costo di trascinarla per il camice.
-Scarlet!- riuscii a tirargli un pugno sulla gamba prima che se la filasse e ci lasciasse finalmente sole su quella panchina.
Tornai quindi a rivolgermi alla ragazza, che mi guardò negli occhi e infine scoppiò a piangere, in preda alla disperazione più totale.
Nonostante non sapessi cosa avesse la abbracciai, cercando di farla calmare un po'.
-Ehi... Aurora, che hai? Scusa se prima sono stata stronza è che... è un periodaccio.
-Non ce l'ho con te Emma- singhiozzò -E prima in ascensore non stavo zitta perché ti stavo compatendo. In realtà ti ammiravo... ti ammiro- continuò a piangere lasciando che la stringessi e le accarezzassi i capelli, sembrava quasi una bambina. Mi fece tanta tenerezza, cosa era potuto succederle di tanto grave? E cosa c'entrava il fatto che mi ammirasse?
-Insomma, tu sei... lui ti ha... e tu sei così forte. Continui a essere te stessa, continui a stare col tuo uomo, continui a ridere e scherzare... a lavorare tranquillamente. A parlarne...
-Come vedi non sono stata poi così forte. Ma perché...?- ebbi un sospetto, e la guardai negli occhi quasi avendo paura che lo confermasse.
-A... anch'io. Cioé, il dottor Booth. Due settimane fa... poco dopo essere stato licenziato, è venuto a ritirare delle carte credo e... mi ha salutata... e... sono stata una stupida, mi ha offerto da bere una soda portandomi nella stanza del medico di guardia per due chiacchiere. E mi ha... io non sono riuscita a reagire, non ce l'ho fatta, e... lui è riuscito a...- non riuscì a concludere la frase che si strinse di nuovo nel mio abbraccio.
Non riuscii a crederci, mi venne il voltastomaco.
Come aveva potuto approfittarsi di una ragazza dolce e indifesa come lei. Un conto era provarci con me, che ero stata la sua ex fidanzata e... e in un certo senso non ero debole, avrei potuto difendermi con un po' più di fortuna.
Ma lei... lei cosa gli aveva fatto? Era stata solo una vittima innocente del suo essere una bestia orribile.
La strinsi più forte, lasciando che sfogasse tutte le sue lacrime e la sua frustrazione, doveva essere stato orribile.
Lo era stato e continuava a esserlo per me, quindi non osavo immaginare cosa stesse passando lei.
-Non l'hai detto a nessuno? Non l'hai denunciato?- le domandai, quando il suo pianto sembrò essersi placato un po'.
-No... mi vergognavo, e avevo paura. Magari è stata colpa mia, forse in qualche modo gli ho dato il consenso. E poi magari non mi avrebbe creduto nessuno... lui è un medico di fama internazionale e io solo... solo una matricola...- singhiozzò, affondando il viso nella mia spalla.
-Tesoro, tu non hai alcuna colpa. Ora andiamo insieme dal primario, ok? Così gli racconti la verità.
-Ho... ho paura...
-No, ci sarò io con te. Non ti lascio da sola, te lo prometto. Scusami ancora per prima, se solo avessi avuto idea...
-Non è colpa tua... io... grazie Emma.
-Non devi ringraziarmi di nulla... ti aiuterò anche dopo. Posso darti qualche consiglio, qualcosa che a me è stato utile e... ma ci penseremo dopo, ok? Ora andiamo.

Uscii dallo studio di Whale frastornata, alla fine col mio aiuto Aurora era riuscita a tirare fuori le parole di bocca.
Il dottore ci aveva offerto del caffè nell'attesa che arrivasse la polizia che aveva chiamato perché la ragazza potesse denunciare l'uomo. Era stato utile per il mio malessere fisico, ma quello psicologico non era migliorato. L'orrore che provavo per il mio ex non era sparito, e dubitavo sarebbe mai potuto succedere. Come aveva potuto...
-Ok.. grazie ancora Emma- mi riportò alla realtà la ragazza, che era appena stata raggiunta da Philip, il suo ragazzo del mio anno. Le avevo proposto di accompagnarla a casa e rimanere con lei, ma aveva voluto semplicemente che lo chiamassi perché potesse parlarne anche con lui.
Non avevo insistito, perché sapevo sarebbe stato inutile, come per me; inoltre non trovavo sbagliato che condividesse il problema con l'uomo che amava.
-Figurati, davvero. Per qualsiasi cosa io ci sono ok? Non farti problemi a cercarmi.
Dopo averli salutati rimasi a guardarli camminare mano nella mano, e mi resi conto di avere bisogno anch'io del mio di uomo.
Avevo bisogno di lui, di vederlo, di abbracciarlo, di baciarlo.
Avevo bisogno non solo della sua presenza, ma anche del suo contatto fisico. Forse ce l'avrei fatta... a discapito di tutto quello che aveva detto Hopper.
Magari i suoi consigli potevano essere utili per qualsiasi altra donna, ma non per me. Io non volevo lasciare Killian, non sarei mai stata meglio se l'avessi fatto. Non mi importava un accidente del fatto che secondo lui sarebbe stata la soluzione migliore.
Così, senza pensarci due volte decisi subito di raggiungerlo.

Non gli diedi il tempo di dire “a”, che mi avvicinai a lui con sicurezza e lo baciai cingendogli il collo con le braccia.
-Emma...- borbottò quello confuso, staccandosi leggermente dalle mie labbra.
-Potresti semplicemente stare zitto e baciarmi?- di nuovo non lo lasciai rispondere, e mi avventai nuovamente sulle sue labbra, e stavolta ricambiò il bacio.
Non me ne pentii.
Non aveva nulla a che fare coi baci rudi di August, era invece un bacio dolce e carico di passione, le labbra erano quelle calde e morbide che tanto amavo.
-Ok...- sussurrai infine senza rompere il contatto -adesso sì che sto meglio.
-Wow... cioé. Volevo dire. Sul serio?
Alla sua espressione sconvolta scoppiai a ridere, e mi sedetti accanto a lui guardandolo divertita. L'avevo davvero shockato a quanto pareva, e la cosa mi divertì parecchio.
-Sul serio- sorrisi, accarezzandogli la fronte.
Mi era bastato vederlo per stare meglio, baciarlo per essere di nuovo felice.
Era difficile se non impossibile credere alle parole di Hopper riguardo al fatto che rialzarmi per lui fosse un male per me. Stavo così bene...
-Non hai idea di come sia felice di vederti così Swan. Quando sorridi sei ancora più bella...
-Oh dai, basta con queste moine...- mi sentii avvampare, ma lo trovai comunque dolce. Nessuno mi aveva mai fatto complimenti in continuazione come lui, e la sensazione era più che piacevole.
-Non sono moine, è la verità dolcezza... anche il rossore ti dona, tra parentesi.
-Vuoi stare zitto?!- lo schiaffeggiai scherzosamente lasciandomi cadere quasi addosso a lui, ma fu un po' troppo azzardato.
Mi tirai su all'istante, non ero ancora pronta a quanto pareva. Il mio corpo e la mia mente non erano pronti come lo era il mio cuore.
Il contatto era stato troppo forte, troppo diretto... troppi ricordi dolorosi.
-Tesoro, un po' di pazienza. Stai già facendo dei passi enormi...- mi rassicurò, prendendomi la mano.
Non era arrabbiato, né infastidito... riuscii a leggere solo un velo di tristezza ben nascosto, e per cancellare anche quello mi chinai a baciarlo ancora una volta, scoprendo piacevolmente di non essere tornata sui miei passi. Le sue labbra erano ufficialmente di nuovo la mia droga.
-Hai mangiato i dolci?- gli domandai, mettendomi comoda a sedere sul letto, anche se non troppo vicina.
-Oh sì, una vera delizia! Sia quello alla Nutella che l'altro alla marmellata... vi siete proprio date da fare, eh? Devo dirlo a Robin, l'immagine delle dottoresse più sexy del mondo all'opera ai fornelli è piuttosto... erotica.
-Tu sei... sei malato.- sentenziai, guardandolo incredula. Riusciva a trovare dell'erotismo perfino in un paio di dolci fatti in casa. Era tremendo. Il solito ragazzaccio tremendo.
-Non ti ho... uhm... dato fastidio con quel che ho detto, vero?- mi domandò improvvisamente preoccupato, scrutandomi in volto.
-Frena il tuo ego mio caro... Non mi puoi scombussolare solo a parole- lo rassicurai con un sorriso ironico, che fortunatamente lo calmò.
Non l'avrei mai ammesso davanti a lui, ma le sue battutine mi divertivano. Avevano un certo non so che di... sensuale.
-Prima è passato il dottor non-ricordo-come-si-chiama a propormi di mettere una mano artificiale.- buttò lì l'uomo, abbassando lo sguardo. Sembrava imbarazzato, sapevo che non gli piaceva stare al centro dell'attenzione quando si trattava delle sue condizioni, preferiva essere l'uomo forte che prendeva tutto sul ridere.
-E... tu?
-Non lo so. Sinceramente? Non sono sicuro di volere una cosa finta attaccata al braccio. Non credo che potrei mai sentirla mia.- alzò le spalle continuando a tenere lo sguardo basso, mi fece molta tenerezza vederlo così.
-Ok- dissi -non sei obbligato, solo pensaci bene. Sai, ultimamente ci sono protesi molto vicine alla realtà...
-Grazie tesoro, ma credo di non volere comunque. A meno che tu non mi preferisca con due mani...- sorrise incerto. Possibile avesse ancora dubbi sul fatto che io lo volessi così com'era?
In risposta gli presi il braccio con l'arto mancante, e tirai su la manica per accarezzargli il moncone. Era ancora possibile vedere i punti, ma ormai era piuttosto messo bene, e la ferita era guarita in un'unica cicatrice neanche troppo evidente.
-A me piaci così come sei, Killian. Se ti farai mettere o meno una protesi dipende solo da te...
-Non lo so. Cioè, io avevo un lavoro. Arto finto o no poco cambia ormai. Amavo stare in mare. Ogni tanto, quando la Jolly Roger non era occupata, il capitano mi permetteva di navigare a patto che entro il tramonto la riportassi sana e salva. Hai mai provato la brezza marina dell'alba?
-No... io ho sempre viaggiato in macchina... o in aereo.
-Beh, devi proprio provare prima o poi.
-Mi ci porterai tu magari. So che pensi che ora è finita ma... io so che tu puoi farcela se è quello che ami.- gli assicurai, posandogli un bacio sulla cicatrice, e facendolo finalmente sorridere.
La sensazione era reciproca, come lui amava vedere sorridere me, io amavo veder sorridere lui. Era ancora più bello e affascinante.
-Grazie tesoro. Preferirei farlo senza una mano di gomma o quel che è, però. Forse ci metterò un uncino, sai... credo sia più sexy- mi fece l'occhiolino baciandomi la mano che gli teneva il polso.
-Sei serio? Un uncino?
-Oh sì. Penso che una volta fattaci l'abitudine potrebbe risultare anche abbastanza pratico...
Non faticai troppo a immaginarlo vestito tutto in pelle nera con un uncino al posto della mano mancante... e dovetti ammettere di trovare l'idea davvero sensuale. Forse era folle, ma su di lui sarebbe calzato a pennello. E io sarei stata la ragazza di Capitan Uncino... segretamente mi esaltai parecchio.
Mi avvicinai un po' e lo baciai ancora, lasciando che mi accarezzasse il viso dandomi nuovamente un senso di assoluto benessere.
-E pensare che lo strizzacervelli diceva che avremmo dovuto lasciarci...- sussurrai, cercando di rimanere rilassata nonostante la vicinanza a cui mi ero lasciata andare.
-E perché? Lasciarci? Non me l'hai detto.- si voltò allarmato su un lato per guardarmi meglio, interrogativo.
-Perché secondo lui io mi sto tirando su solo per te e non mi fa bene, e bla bla bla...
-E lo stai facendo? Solo per me?
-Ti sembra che io ti abbia appena baciato solo per farti contento?- alzai un sopracciglio, sfiorandogli le labbra con un dito.
-No...
Gli stampai un altro leggero bacio invece di rispondere, poi lo guardai dritto negli occhi;
-Ha detto che sarebbe stato meglio per entrambi. Tu hai parlato con lui. Lo so. Cosa gli hai detto?
-Io? Io non ho... non ho parlato con Hopper.
-HA!- saltai su a sedere, stringendo gli occhi -Tu non ti ricordi mai i nomi dei dottori. Il suo sì. Vuol dire che ci hai parlato.
L'uomo rimase in silenzio, guardandomi con un sorriso incerto e imbarazzato. Ormai ero sicura che mi stesse nascondendo qualcosa, e l'avrei scoperto a tutti i costi.
Rimasi a fissarlo e incrociai le braccia al petto, in attesa. Non mi sarei mossa di lì finché non si fosse deciso a parlare.
-Swan avanti, se uno parla con lo psicologo vuol dire che è qualcosa di... privato.
-Ma io ti ho detto di cosa abbiamo parlato! Tu invece mi nascondi le cose! E poi da quando in qua sei un tipo da psicologo?!
-E tu da quando in qua fai la parte della mogliettina isterica?
-Parla e basta, Jones. E non faccio la mogliettina isterica.- lo minacciai puntandogli un dito contro il petto: più non voleva parlare, più io mi incuriosivo.
-No Swan, se te lo dico rischio che tu mi lasci seriamente.- disse ora serio.
-Qualunque cosa sia la possiamo affrontare insieme!
-No... non in questo caso.

 

 

La verità è dolorosa e nessuno vuole conoscerla, soprattutto quando ci tocca troppo da vicino.
A volte diciamo la verità perché è l'unica cosa che abbiamo da offrire.
Alcune volte diciamo la verità perché abbiamo bisogno di dirla ad un'altra persona per poterla sentire noi stessi
. Altre volte la diciamo perché è più forte di noi e qualche volta la diciamo
perché è l'unica cosa che resta da fare. (cit. Grey's Anatomy 4x03)

























 





Angolo dell'autrice;
Ciao a tutti! Non mi sembra vero di essere arrivata al 25esimo capitolo quando inizialmente pensavo sarebbero stati una decina proprio al massimo... e non credevo sarebbe piaciuta, sinceramente xD Quindi grazie mille a chi recensisce, a chi inserisce la FF nelle varie categorie, e a chi legge in silenzio!
Non manca molto alla fine, circa 4-5 capitoli... però ho qualche dubbio, e sono aperta a suggerimenti: mi era venuta un'altra idea da inserire prime di concludere (e allungherebbe la FF di ulteriori 3-4 capitoli credo), ma non so proprio se inserirla.
Lascio perdere e do' a questi poveracci un po' di pace (forse)? 
Oppure ce la metto?
O faccio un piccolo sequel di massimo una decina di capitoli una volta finita questa?
Non so proprio decidermi xD
Comunque grazie ancora a tutti, spero non mi maledirete troppo per non aver svelato ancora l' "arcano"! ahahahah
Buonanotte!

   
 
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