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Autore: Goran Zukic    06/03/2015    1 recensioni
Qualcosa sta cambiando…si sente nell’aria, si respira nella vita di tutti i giorni, ma nessuno se ne rende conto. La vita va avanti come sempre, ma sta per arrivare qualcosa, qualcosa che cambierà tutto, che renderà ogni cosa diversa e che porterà Equestria in una dimensione quasi dimenticata, sepolta da tempo nei peggiori ricordi della storia. L’armonia che regna su Equestria sta per essere disintegrata, preparatevi ad un viaggio nel mondo di Twilight e le sue amiche, nella più grande e pericolosa avventura della loro vita e che segnerà l’alba o la fine di tutto ciò che noi conosciamo.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Discord, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Princess Celestia, Twilight Sparkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Misterioso Alicorno

Twilight osservò la statua più e più volte, ma non trovava niente di diverso dall’ultima volta che l’aveva vista, niente che facesse pensare ad una fuga, niente era cambiato.
“Hai visto Twilight? E’ sempre lì, come lo abbiamo lasciato” disse Celestia.
Twilight si girò, guardò Celestia con occhi sconsolati e leggermente irritati.
“Quello che ho sognato non era un semplice sogno principessa” esclamò lei.
Celestia la guardò con sguardo comprensivo, le si avvicinò e le disse: “A ognuno di noi capita di avere degli incubi, non vuol dire che siano reali. E poi Discord è cambiato, non è più quello di una volta”
Twilight alzò lo sguardo verso la statua.
Gli occhi di Discord erano fissi e immobili, ma le sembrò che la guardassero e cercassero di dirle qualcosa.
Rimase per qualche secondo con gli occhi sulla statua e poi sentì una voce nella sua testa che le diceva: “E’ l’ora, sta arrivando. La resistenza è inutile”
Era la voce di Discord, le stava parlando, ma non riusciva a capire a cosa il draconequus stesse alludendo.
All’improvviso però si sentì bussare al portone e Twilight tornò in sé togliendo gli occhi dalla statua.
“Chi è?” chiese Celestia con il suo solito tono solenne.
“Principessa sono Mr.Rho” rispose una voce grave da dietro la porta.
“Signor primo ministro, entri pure” disse Celestia e le porte si spalancarono magicamente.
Il primo ministro di Equestria entrò nella grande sala con passo deciso e rapido.
Aveva una criniera marrone, un po’ stempiata sulla fronte, due grandi orecchie, un muso allungato, un fisico possente, ma un po’ appesantito da qualche chilo di troppo e sulla coscia, come cutiemark, una valigia verde.
“Buongiorno principessa. Sono qui per informarla di un fatto curioso accaduto oggi a Ponyville” disse lui.
A queste parole Twilight drizzò le orecchie, aggrottò la fronte e si mise in ascolto.
“Che è successo Rho?” chiese Celestia.
“Un basilisco ha attaccato la città” rispose lui.
Gli occhi di Celestia si spalancarono e arricciò il naso, Twilight lo notò e divenne più nervosa.
“Un basilisco ad Equestria? Ne sei sicuro?” Rho annuì e continuò: “Stia tranquilla principessa, l’essere è stato abbattuto”
“E da chi?” chiese allora Celestia.
“Justhought” rispose con qualche esitazione Rho, come se avesse timore a pronunciare quel nome.
Celestia rimase immobile, come colpita a morte da quel nome, un nome che non sentiva da tanti, troppi anni e che ormai non si aspettava più di sentire.
“E’ tornato?” chiese lei.
“Sembrerebbe, principessa” rispose Rho.
Celestia, inizialmente sembrò pronta a scoppiare di rabbia, ma poi sorrise e delle lacrime le scesero sulle guance e caddero sul pavimento liscio.
Twilight intanto osservava la scena da dietro, non sapeva quello di cui i due stavano parlando, non sapeva il motivo dello stato d’animo di princess Celestia e soprattutto era scossa dalla notizia dell’attacco di un basilisco a Ponyville, un mostro raro e quasi invincibile.
Princess Celestia si voltò verso Twilight, gli occhi ancora rigati di lacrime e le disse: “Torneremo insieme a Ponyville, devo vedere una persona”
“Principessa, se posso chiedere, ci sono stati dei feriti durante l’attacco?”
“Non devi chiedere a me” rispose lei e le fece segno di chiedere a mr. Rho.
I due si guardarono e Rho prese la parola per primo: “Una pegasus pony di nome Rainbow Dash, è stata pietrificata dal mostro”
Fu Twilight questa volta ad avere un colpo al cuore.
Si sentì irrigidire, le sue gambe tremavano, i denti sbattevano e le lacrime già le rigavano le guance. “Perché non ero lì? Perché non ero con le mie amiche?” pensò lei “Se ci fossi stata io non sarebbe successo e tutto perché credo ai miei stupidi sogni!”
Twilight singhiozzò e Celestia le si avvicinò, abbracciandola con le ali.
“Si sistemerà tutto, stai tranquilla” disse Celestia.
“E’ colpa mia” singhiozzò Twilight “E’ mio compito proteggere Ponyville”
Celestia la guardò e le asciugò le lacrime.
“Dobbiamo andare ora. Non è colpa tua, non è colpa di nessuno. Tu sei una brava allieva, la migliore che abbia mai avuto, non permettere a nessuno di dirti il contrario, nemmeno nei tuoi sogni” le disse Celestia.
Twilight la guardò, i loro occhi viola si specchiavano l’un l’altra e poi si sorrisero.
“Il carro è pronto principessa” esclamò Rho.
Celestia mollò la presa e annuì.
Le due si incamminarono alle spalle del primo ministro e si chiusero il portone alle spalle, uscendo dalla sala e lasciando al buio la statua di Discord.
La carrozza alata era sulla grande terrazza ad aspettarle, trainata dai due pegasi personali della principessa che indossavano le loro armature d’oro massiccio e i loro elmi. Celestia e Twilight salirono sulla carrozza.
“Faccia buon viaggio mia principessa” disse Rho.
Celestia ringraziò e subito dopo ordinò ai pegasi di partire alla volta di Ponyville.
Twilight stava pensando ancora alla discussione tra princess Celestia e mr. Rho, riguardo un certo Justhought, che lei non conosceva e che aveva salvato Ponyville.
Era confusa, mai aveva visto Celestia piangere e mai l’aveva vista nello stesso tempo così felice.
“Principessa, se posso chiedere, chi è Justhought?” chiese Twilight timidamente.
Celestia ebbe un attimo di esitazione, in cui non diede il minimo sguardo a Twilight, ma poi le rispose: “Era mio fratello”
A queste parole Twilight strabuzzò gli occhi con sorpresa e incredulità, come poteva essere vera una cosa simile, su nessun libro che aveva letto si alludeva ad un altro fratello oltre a Luna e Celestia.
“Comprendo la tua confusione, Twilight, ma è vero. Justhought è mio fratello, terzogenito della mia famiglia” le disse la principessa.
“Mio padre affidò a lui la giustizia di Equestria, ma per lui non era abbastanza e pretese di più, tanto che quando mio padre non glielo concesse lasciò Equestria e non tornò mai più”
Twilight notò in Celestia un tono di grande tristezza.
“Non pensavo potesse ritornare, l’ho cercato in tutti i territori conosciuti, ma non sono mai riuscita a trovarlo e ora che è tornato, sento di non essere mai stata più felice”
La carrozza scendeva sempre più e dopo aver superato una nuvola, videro Ponyville, nella pianura verde sotto di loro, con le sue case e i suoi alberi.
La carrozza scese sempre più, tanto che Twilight poteva toccare i comignoli delle case e le fronde più alte degli alberi.
Alcuni pegasi si affiancarono a loro e li accompagnarono nella discesa.
Quando la carrozza atterrò nella piazza della città, i pony si avvicinarono e applaudirono con inchini e riverenze questa inaspettata visita della loro principessa.
La principessa scese dalla carrozza e salutò la folla che applaudiva e incitava il suo nome: “Viva Celestia!” “Lunga vita all’impero del sole!” intonavano loro.
Twilight scese dietro Celestia e cercò tra la folla gli occhi delle sue amiche, che però non trovò.
Si girò, si rigirò, ma non vide ne sentì nessuna di loro.
Abbassò lo sguardo, amareggiata, dov’erano le sue amiche? Perché non le erano venute incontro?
Alzò gli occhi verso la folla in festa e poi vide Derpy Hooves, che applaudiva e rideva in prima fila.
Twilight le si avvicinò, Derpy era sempre la stessa, manto grigiastro, criniera e coda bionda, cutie mark a forma di bolle di sapone, occhi giallognoli e asimmetrici.
“Twilight! Non ti avevo vista!” esclamò lei sorridendo.
“Ciao Derpy. Come sta Rainbow Dash?” le chiese Twilight.
Derpy arricciò il naso e abbassò lo sguardo.
“Non bene. E’ sempre immobile” rispose lei con espressione triste e sconsolata.
Twilight sospirò di amarezza e rabbia, si sentiva colpevole della fine di Rainbow Dash e capiva perché le sue amiche non volevano vederla.
“Sai dove posso trovarla?” chiese allora Twilight.
“Ah ah. Sì. A casa di Rarity” rispose Derpy, ma era anche lei visibilmente provata per lo stato di salute dell’amica.
“Grazie Derpy” disse allora Twilight cercando di sembrare il più serena possibile, ma poi lasciò andare le emozioni e abbracciò Derpy.
Dopo averla abbracciata si voltò verso Celestia che si faceva strada tra la folla a fatica e poi si incamminò verso la casa di Rarity.
Tutti quelli che la incrociavano abbassavano lo sguardo o si voltavano per non guardarla, continuando poi a camminare dalla parte opposta.
Twilight abbassava lo sguardo a sua volta, si vergognava per non aver protetto Ponyville e si rattristava dal fatto che i suoi amici la giudicavano così male.
Arrivò alla porta della casa bianca e rosa di Rarity e timidamente bussò alla porta.
“Vado io” sentì Twilight dall’interno della casa e subito dopo la porta si aprì e si trovò AppleJack davanti agli occhi.
I suoi occhi verdi incontrarono i suoi e le sue sopracciglia si aggrottarono in uno sguardo severo.
“Ciao” disse con voce bassa e nervosa Twilight.
“Ciao, che fine avevi fatto?” chiese AppleJack con tono inquisitorio.
“Ero da Celestia” rispose Twilight.
“Le lettere non esistono più?”
Twilight abbassò lo sguardo e sospirò piangendo: “Mi dispiace”
Sentì però delle braccia che si avvolgevano attorno al suo corpo e aprì gli occhi.
AppleJack la stava abbracciando.
“Non è colpa tua” le disse AppleJack e detto questo la fece entrare.
La condusse nella sala dove vide, Raimbow Dash sdraiata sul divano e Fluttershy che vegliava su di lei.
“Vuoi un altro cuscino per stare più comoda?” chiese Fluttershy a Rainbow Dash, senza ottenere risposta.
“Sì, te lo porto subito”
Si girò e vide davanti ai suoi occhi le due amiche.
“Twilight” esclamò e corse ad abbracciarla piangendo.
“Hai visto quello che è successo?” le chiese Fluttershy con voce malinconica.
Twilight annuì e le rispose: “Mi dispiace molto”
“Non è colpa tua” la rassicurò Fluttershy e tornò ad assistere Rainbow Dash.
Era fredda come il ghiaccio, rigida come il ferro e non dava segni di vita.
“E’ morta?” chiese Twilight rassegnata e disperata.
“No, il suo cuore batte è solo diventata come la pietra, come la statua di Discord” rispose AppleJack e Twilight sospirò sollevata, nonostante ebbe un certo risentimento quando sentì pronunciare quel nome, che ancora le balenava dentro la testa.
“Justhought ha detto che starà bene e io mi fido di lui” esclamò Fluttershy.
Quel nome le rimbalzò come eco nella testa, non lo conosceva ancora, non sapeva che aspetto avesse, ma sapeva chi era ed era il fratello di Princess Celestia.
Applejack notò lo sguardo pensoso di Twilight e le chiese: “Qualcosa non va?”
“Stanno succedendo cose strane, prima il sogno poi il basilisco” rispose Twilight.
“Che sogno?” chiese confusa e interessata Applejack.
“Niente. Un incubo che ho fatto la notte scorsa, sono andata a parlarne con Princess Celestia” rispose Twilight.
Applejack la guardò preoccupata.
“Cosa aveva quel sogno di così strano?” chiese Applejack.
“Niente. Era solo un sogno” rispose Twilight, ripensando anche alle parole che le aveva detto Celestia a Canterlot.
“E tu solo per un sogno hai lasciato la città in balia di un mostro che fa diventare delle statuine i pony?” esclamò Applejack ora con un tono decisamente arrabbiato.
Twilight si sentì in colpa, quello che aveva detto Applejack era vero, abbassò timidamente lo sguardo.
“A volte Twilight sei proprio una testona egoista” disse Applejack con rabbia e andò in cucina per evitare di arrabbiarsi troppo con l’amica.
Intanto Fluttershy continuava a vegliare sull’amica pietrificata a volte le raccontava delle storie, altre volte le faceva vedere dei vecchi album di foto, altre volte ancora cercava di pettinarle la criniera, senza riuscirci.
Twilight le si avvicinò e Fluttershy dopo averla osservata un po’ le disse: “Non hai una bella cera, che cosa è successo?”
Fu allora che la pony gialla notò il cerotto sulla fronte, nascosto ora sotto la frangetta nero-violacea.
“Oh per tutti i conigli! Che hai fatto alla fronte? Ti hanno picchiata?” esclamò Fluttershy spaventata, abbracciando di paura Rainbow Dash.
“No tranquilla…ho solo picchiato la testa” rispose Twilight.
“Ma qualcosa è successo. Te lo leggo negli occhi. E poi sei anche stanca, hai le occhiaia e sei pallida” le disse Fluttershy.
Twilight abbassò lo sguardo vergognandosi, ma poi cedette e capì che doveva dire a qualcuno quello che aveva sognato.
“Ho fatto un sogno strano” le disse Twilight. Fluttershy ebbe un tremito di paura e invitò l’amica a continuare.
“Ho sognato Discord, che mi parlava e mi diceva delle cose strane” ripensandoci Twilight ebbe una fitta alla testa “E poi…io…ho avuto molta paura”
Fluttershy alzò un sopracciglio, confusa e nervosa, ma poi dopo una piccola pausa di riflessione disse all’amica: “Hai bisogno di dormire Twilight. Sei molto stanca, devi fare una pausa”
Twilight annuì, forse Fluttershy aveva ragione, non aveva dormito l’ultima notte, era stanca, le girava la testa e cominciava a sentirsi addormentare.
Fluttershy si alzò, camminò verso un armadio e prese una coperta, con cui coprì Rainbow Dash, poi accompagnò Twilight a casa sua, lasciando ad Applejack il compito di vegliare su Rainbow Dash.
Non appena entrarono in casa vennero subito abbracciate da Spike.
“Oh! Per fortuna! Twilight! Mi hai fatto spaventare, dove eri finita? E’ ora di pranzo” esclamò lui spaventato, ma felice che Twilight stesse bene. “Non hai una bella cera però”
“Sono andata da Celestia Spike” gli disse Twilight.
“Adesso deve riposare Spike, starai tu con lei?” chiese allora Fluttershy e Spike annuì mettendosi divertito sull’attenti.
Fluttershy sorrise, sembrava diventata più coraggiosa del solito nelle ultime ore: si prendeva cura di Rainbow Dash, parlava abbastanza disinvolta, Twilight quasi non la riconosceva.
“Ci vediamo stasera Twilight” esclamò Fluttershy avvicinandosi alla porta.
“Stasera? Cosa c’è?” chiese Twilight confusa.
“Una festa in onore di Justhought, nella sala del municipio” rispose l’amica.
Twilight ripensò ancora a Justhought, quel nome cominciava a irritarla, tutti che parlavano di lui, tutti che lo esaltavano e lei che era stata messa in disparte manco avesse fatto scoppiare una bomba.
“Verrò se starò meglio” disse allora Twilight con un certo tono di irritazione.
Fluttershy sorrise timidamente, salutò Spike e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
“L’hai già incontrato Justhought, Twilight?” chiese Spike con tono estasiato.
“No” rispose secca Twilight incamminandosi verso il suo letto.
Spike si guardò intorno nervoso e poi le disse: “No…perché è venuto qui”
Twilight si bloccò su due piedi, si girò, confusa e nervosa dalle parole di Spike.
“E perché è venuto?” chiese allora lei.
“Voleva parlarti, non c’eri ed è andato via subito” rispose lui.
“Beh. Io non ho voglia di parlare con lui, sono stanca” replicò allora lei, voltandosi e lasciando Spike da solo nel salotto.
“Chissà cosa le passa per la testa? Ho sempre detto che lo studio le fa male” esclamò Spike preoccupato e sconsolato.
Twilight si sdraiò sul letto, mise la faccia nel cuscino e ringhiò di rabbia, bagnando il cuscino di lacrime.
“Le mie amiche mi odiano, tutti mi odiano” pensò lei guardando il soffitto. “Ed è tutta colpa di quel pomposo e stupido alicorno. Non mi importa se è fratello di Celestia, è chiaro che è qui per irritarmi e rubarmi il lavoro. Mi vuole rubare l’amicizia, ma non glielo permetterò”
Ma detto questo, sbadigliò e le palpebre si chiusero sui suoi occhi viola, facendola addormentare.
La rabbia che provava per il nuovo arrivato le aveva fatto dimenticare il sogno, Discord e tutto il resto, ora l’unica cosa a cui pensava era l’odio che provava per Justhought.
   
 
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