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Autore: Saja    06/03/2015    3 recensioni
100 prompts tutte categoricamente Rumbelle!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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72. Insensibilità

Storia a più capitoli (98. Scelta libera –Incontro-; 02. Pomeriggio; 74. Timidezza; 52. Anarchia; 72. Insensibilità; 11. Vista; 77. Collera; 95. Scelte)

Malefica guardò gli occhi da rettile del suo interlocutore. Sospirò mentre faceva apparire una piccola sfera di cristallo nelle mani del folletto.

“Alla buon ora, daerei” ghignò lui, rigirandosela tra le mani. Un altro gingillo, un altro accordo andato a buon fine.

La strega gli diede le spalle, iniziando a salire le scale per sedersi sul trono alla fine della grande sala, ad ogni passo il bastone picchiettava contro la dura pietra. “Penso che la mia vendetta dovrà aspettare ancora” disse più a se stessa che all’altro. “Oh io non me la prenderei così tanto!” le rispose però lui “ricordatevi: la vendetta è un piatto che va servito freddo”. L’altra non rispose. A dirla tutta avrebbe voluto avere Stefano tra le mani proprio in quel momento, avrebbe voluto vedere il terrore nei suoi occhi, avrebbe voluto sentirlo chiedere pietà, scusarsi con lei, per il male che le aveva inferto e lei… lei non lo avrebbe perdonato, ovvio.

“Oramai siete giunta a questo punto, cosa volete che sia aspettare qualche giorno in più o in meno, mentre il vostro ‘uomo’ si gode una meritata vacanza per i reami della Foresta Incantata?” chiese gesticolando con le mani, come era solito fare, accompagnando il tutto con una strana risata.

“Non si deve godere niente!” tuonò lei picchiando con il bastone violentemente a terra. “e comunque Stefano si è recato ad Avonlea per partecipare al fidanzamento di qualche pagliaccio con qualche principessa” lo disse con una nota di disprezzo, non riusciva a capire come i reali potessero perdere tempo con stupide pagliacciate. “Re Maurice dovrà essere entusiasta di aver trovato finalmente un successore”.

“Si si daerei” ghignò il Signore Oscuro non ascoltandola più, troppo concentrato a ‘provare’ il suo nuovo gingillo, non si faceva fregare da nessuno, lui.
“Mi chiedo cosa gli uomini trovino in quelle principesse così viziate”, continuò anche se sapeva che il suo interlocutore non la stava affatto ascoltando. Rise amaramente ripensando che anche Stefano aveva ceduto al fascino di una principessa “questa Belle di Avonlea non sarà di certo più bella delle altre. Eppure la decantano così tanto”.

Il Signore Oscuro voltò di scatto la testa, oltre la spalla, per guardare la sua interlocutrice, staccando l’attenzione per un attimo dalla sfera.

“Come avete detto?” l’Oscuro pensava di aver capito male, certamente. Qual’era l’ultimo nome che la strega aveva appena pronunciato? Malefica si stupì di aver risvegliato l’attenzione del folletto per un fatto di così poca importanza. Ma si fece attenta e soppesò ogni singola parola. Mise il gomito sul bracciolo del trono e posò la testa sulla mano, fingendosi annoiata.  “Che la mia vendetta deve aspettare un’inutile fidanzamento tra un pagliaccio di cavaliere ed una principessa viziata. Quella ragazzina, Belle” rimarcò il nome e fu trionfante quando vide per un secondo gli occhi dell’Oscuro farsi, se possibile, ancora più grandi “ha aspettato così tanto per sposarsi. Proprio ora che i tempi della mia vendetta sono maturi…”

“E’ stato un piacere fare affari con voi, Malefica” tagliò corto il folletto “ma ho altro da fare, quindi…” e con un gesto teatrale si dileguò in una nube viola lasciando l’altra a sogghignare. Quella giornata aveva portato i suoi frutti. Prima aveva stretto un accordo con l’Oscuro andato a buon fine per entrambi, poi, casualmente, aveva scoperto una falla nel passato del mostro che, quasi tutti, consideravano invincibile. La cosa poteva rivoltarsi a  suo vantaggio, certo…

L’Oscuro si trasportò nel suo castello, nella grande sala dell’arcolaio. Dal momento che aveva sentito da Malefica quel nome, non si dava pace. Mille e mille emozioni si susseguirono in lui. Aveva pensato più volte di tornare, di presentarsi a lei, di materializzarsi nella sua stanza, o vicino all’albero, là dove tutto era cominciato. Ma anche se l’aspetto esteriore era cambiato, all’interno lui, rimaneva sempre quel ‘codardo’ che i ragazzi del villaggio deridevano. E poi cosa avrebbe fatto una volta tornato da lei? Le avrebbe detto ‘Daerei sono io, tuo marito?’ no, lei sicuramente avrebbe urlato vedendo la sua trasformazione. Lo avrebbe cacciato. E il disgusto negli occhi di Belle lo avrebbe ferito più di mille pugnali conficcati nel cuore. Ripensò a Zoso ed al giorno in cui si erano incontrati. Ripensò al pugnale così freddo tra le sue mani e come aveva tentennato quando l’altro li aveva offerto un grande potere, forse il più grande, su un piatto d’argento. Ma lo aveva anche avvertito. La magia ha sempre un prezzo. La sua intera esistenza sarebbe diventata un fardello insopportabile. E lui aveva scelto la sua strada. Sospirò a quel ricordo e posò la sfera sulla lunga tavola al centro del salone e si sedette. Unì le dita tra loro, allontanando i palmi e si mise a pensare. Ora aveva tutto, tutto quello che lui aveva sempre sognato per lei. Un castello, lusso, benessere e lui poteva esaudire ogni suo più piccolo desiderio con uno scrocchio di dita. Aveva solo paura di avvicinarsi a lei. Aveva fatto passare quasi dieci anni per questo. Tutto quel tempo senza di lei. Tempo, che gli era servito certo, per imporsi sulla Foresta Incantata, per dimostrare che lui era la bestia più temuta della Foresta Incantata. Chissà, chissà se anche lei avrebbe avuto paura di lui. Certo, logico. Si disse. Chi avrebbe mai più potuto amarlo? Ma qualcosa dentro, forse il vecchio Rumple, urlava per emergere. La sua parte umana non si dava pace. Doveva fermare  a tutti i costi quel matrimonio.
Dopo l’assalto alla sua virtù di quella notte e la conseguente perdita dell’anello di nozze, Gaston non aveva più fatto passi falsi verso di lei. Certo notava che la teneva d’occhio più del necessario e quando rimaneva solo con lei la trattava con una gentilezza mai avuta prima, ma Belle non si faceva illusioni. Presto sarebbe tornato all’attacco. Così prese una decisione, la stessa decisione che avrebbe dovuto prendere quasi dieci anni prima. Si diresse alla sala del consiglio dove suo padre era rinchiuso da un paio d’ore, da solo e bussò. Sulle prime non accadde niente, ma alla seconda bussata sentì una voce stanca rispondere, così aprì la porta.
Re Maurice era in piedi davanti al tavolo ricoperto del telo ricostruente il reame di Avonlea, delle miniature erano posizionate nelle zone dove sorgevano i villaggi, altri invece erano segnati con una x di colore rosso. Sembrava molto più vecchio dell’età che in realtà aveva e questo spaventò un po’ Belle. Le cose con quei mostri non potevano andare così male.

“Papà ti vorrei parlare” disse riprendendosi dopo un minuto di silenzio in cui lei aveva studiato l’ambiente e lui, sua figlia.

“Non ora Belle, sono un poco impegnato” rispose sempre con la stessa aria stanca.

“Papà è importante!” gemette. L’altro fece un gesto verso di lei. Conosceva il suo temperamento era lo stesso di sua madre e sapeva che non lo avrebbe mai fermato. Lei rassicurata dal gesto continuò. “Si tratta del mio matrimonio”.

“Non temere” cercò di rassicurarla lui, a parole, mentre un sorriso si apriva sul suo volto, il primo da quando avevano iniziato quella conversazione. “Non temere. Quello si farà! Fosse l’ultima cosa che faccio da vivo!” tuonò.

“No ecco vedi…” cercò le parole “Io non posso sposare, Gaston!”. L’altro la fulminò con lo sguardo e si addirò. Belle lo aveva visto così solo poche volte. “Ascoltami bene, signorina!” tuonò infine continuando ad avere il tono burbero che aveva assunto prima quando lei aveva iniziato a parlare di matrimonio, forse perché lui sapeva dove lei volesse andare a parare.

“Papà!” urlò disperata lei “io non posso sposarlo…”

“Ah eccovi qui padre!” sorrise Gaston entrando nella sala “che piacere avere anche la mia dolce sposa”. Belle si accigliò ‘padre’? Maurice gli permetteva di chiamarlo già così. E comunque non le era sfuggito la sfumatura strafottente che aveva usato quando aveva detto ‘la mia dolce sposa’. Re Maurice sorrise “Ah ragazzo mio, finalmente sei arrivato! Arrivi proprio al momento giusto. Belle mi stava parlando del vostro matrimonio…” e così dicendo fulminò la figlia, ancora con lo sguardo.
“Bene” si riprese lei per nulla intimorita dal padre o da Gaston. “Ti dicevo che io non posso sposarlo…”.

“Ah si!” si intromise Gaston abbracciandola con fare teatrale “Ora ricordo! Belle si lamenta che non possiamo sposarci senza dozzine e dozzine di bellissime rose. Le ho già spiegato che avremo risolto la cosa a tempo debito, ma sai… le donne…” fece un gesto con la mano e Maurice sorrise come dire che lui la sapeva lunga. “Ma non vi preoccupate” continuò il moro stringendo più a se Belle. “Ora l’accompagno dal giardiniere e ci metteremo d’accordo direttamente con lui, con permesso” continuò facendo il saluto militare. L’altro sorrise scuotendo la testa. Eh! Le donne, si ricordava come era isterica Colette durante i preparativi delle loro nozze e non poté che dispiacersi per Gaston.

Il ragazzo la trascinò fuori senza troppi complimenti. “Cosa pensavatei di fare, eh?” chiese studiandola stringendo gli occhi.

“Pensavo di raccontare tutta quanta la verità. E farla finita una volta per tutte” rispose lei spazientita. Gaston continuava a studiarla. Nei giorni che seguirono la visita notturna alla sua stanza, si era aspettato di vedere arrivare l’alterato marito con una spada brandita a reclamare giustizia, per l’offesa subita, da un momento all’altro, ma questo non era avvenuto. Perché il pezzente si nascondeva e non si era mai fatto vedere a corte? Infondo era da qualche mese che lui e Belle erano fidanzati. Sull’anello non aveva avuto dubbi, era andato dal fabbro della città per farlo fondere, ma l’altro gli aveva detto che era solo comune metallo. Il marito pezzente era anche povero. A questa conclusione era arrivato lui. Ma perché farsi soffiare la moglie da sotto il naso, questo non riusciva a capirlo. Belle era più ricca di lui. Aveva un regno a cui Gaston mirava, mentre Gaston stesso aveva solo un nome che il padre ed il nonno si erano faticosamente fatti sul campo di battaglia. Allora perché lasciare ad un altro uomo tutto quello? Donna e reame in toto? In quell’attimo gli si accese la famosa lampadina. O lui non era ad Avonlea o lui era semplicemente morto. Entrambi le cose però, giocavano a suo favore. Ghignò divertito da questa nuova scoperta, su cui avrebbe sicuramente indagato, ma per ora gli bastava. La prese per il polso e lei si divincolò, così cercò di afferrarla con tutta la sua forza quando qualcuno attirò la loro attenzione.

Una guardia era entrata spedita nel palazzo e si stava dirigendo verso la sala del consiglio. “Sire, sire!” urlava “Gli orchi, gli orchi stanno avanzando”. Entrambi ritornarono nella sala del consiglio dove era entrato l’uomo, che animatamente stava raccontando come gli orchi avessero annientato la sua squadra di soldati come semplici mosche. Belle deglutì sentendo quei racconti e si strinse alla madre che nel frattempo era sopraggiunta. “Ci vorrebbe una magia per allontanarli definitivamente” la sentì sussurrare. Sgranò gli occhi a quell’affermazione. Conosceva una creatura magica sola, talmente tanto potente da fare ciò. L’aveva letto in un libro. Avrebbe solo dovuto invocarla. Anche se questo le faceva male. Uscì correndo dalla sala. Doveva trovare quel libro. Doveva invocare il Signore Oscuro, nonostante il suo cuore, al ricordo di quel nome, veniva straziato nel petto.

 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti ^^!

Ok, ammetto che mi sono innamorata di Crudelia de Mon, quando l’ho vista domenica *___*, avevo già il sentore di questo amore con gli spoiler, ma quando ho visto la puntata, l’amore è esploso a più non posso!!!! Ma in questa fanfic mi serviva Malefica, quindi  a lei un po’ di spazio ^^!

Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo ancora la raccolta ed in special modo questa fanfic ^^, grazie mille, siete magnifici, non smetterò mai di dirlo!

Spero solo, che la fanfic continui a piacervi! Vi informo anche che la storia durerà ancora due o tre capitoli.

A presto!
Saja
  
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