Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: ciparampa    06/03/2015    0 recensioni
Gadriel è un adolescente con una vita normale con i soliti alti e bassi. O meglio: crede di essere un normale adolescente...fino a quando incontra Eliel.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gadriel non era affatto entusiasta di andare a scuola quel giorno, a dire il vero era da una settimana circa che non ne poteva più di alzarsi la mattina presto, prendere il bus, ascoltare per sei ore un’insegnante che parlava di cose incomprensibili, tornare a casa, studiare, andare a letto e ricominciare il giorno dopo per l’ennesima volta.
Come il solito aveva preso il pullman per attraversare quel tragitto lungo cinquanta minuti che separava la sua casa da scuola. A metà strada, guardando fuori dal finestrino la campagna annebbiata che lo circondava, si mise a ripensare all’anno scolastico appena iniziato e all’esame di maturità che lo attendeva.
Gadriel infatti frequentava il quinto anno di liceo classico. La scuola non era molto grande, ma gli insegnanti erano competenti e i compagni simpatici e cortesi. Forse non proprio tutti; tra loro c’era un certo Daniel che continuava ad infastidirlo ed insultarlo. Per Daniel Gadriel si era macchiato del “peccato” di essere gay e di non incarnare lo stereotipo di virilità e questo per lui era sufficiente per considerarlo un abominio. Per fortuna che Gadriel aveva Adele al suo fianco.
Adele era la sua migliore amica dall’inizio del liceo, si capivano al volo e condividevano ogni cosa; con lei andava a fare shopping, faceva un giro in città, studiava, condivideva gioie e dolori di un normale adolescente, ma ciò che li aveva uniti era la loro passione per il telefilm Paranormal.
Gadriel fu interrotto dai suoi pensieri dal rumore delle porte del pullman che si aprivano, quella era la sua fermata ed era ora di scendere per compiere l’ultimo tratto di strada che lo separava dalla scuola.
“Hey ciao Gad, come stai?” disse Adele con la sua solita voce di un’ottava più alta del dovuto
“Insomma, anche stanotte ho fatto un sogno strano”
“Dai…racconta!”
“Un angelo è sceso dal cielo in una colonna di fuoco dicendomi che  mi ha cercato ovunque prima di trovarmi, mi ha abbracciato e mi ha sussurrato all’orecchio che dovevo dischiudere le ali e volare in Paradiso perché quella è casa mia”
“Eʽ da un bel pezzo che sei fissato con gli angeli: prima li vedi ovunque, poi senti i cori angelici durante le lezioni ed ora questo” disse Adele preoccupata.
“Sono solo stressato, tutto qui.” Rispose Gadriel abbassando gli occhi.
“So io cosa ti serve: maratona di Paranormal! Finita la scuola ti fermi a pranzare da me, studiamo qualcosa e poi via con la maratona!”
Quando Gadriel tornò a casa era ora di cena; dopo un veloce pasto Gad si fiondò subito a letto e si addormentò appena appoggiò la testa sul cuscino.
Gadriel si trovò improvvisamente nella radura di un bosco, gli alberi erano fitti e la notte avvolgeva con il suo oscuro manto ogni cosa. L’unica fonte di luce erano le miriadi di stelle che si potevano vedere nel cielo totalmente libero dalle nuvole. Improvvisamente una colonna di fuoco scese dal cielo a due metri da Gadriel, quando il fuoco si fu dissolto apparve il serafino della notte prima. Le sue ali erano bianchissime e sembravano splendere di luce propria, il suo corpo era asciutto con muscoli ben definiti, la pelle non era candida come solitamente viene rappresentata nelle iconografie, ma abbronzata, i capelli erano corti e neri, come i suoi gradi occhi ammalianti e penetranti. Gadriel si sentiva in imbarazzo eppure attratto da quella affascinante creatura alta poco più di lui.
“Gadriel, sono così contento di rivederti, ma non abbiamo tempo per i convenevoli, Essi mi hanno concesso poco tempo per parlarti” disse l’angelo con la sua voce così cristallina e melodica che trasmetteva pace all’udirla
“Chi sei tu? Cosa vuoi da me?” rispose Gadriel spaventato. Quel sogno era molto particolare poichè sembrava così reale, Gadriel era consapevole di ciò che diceva e l’atmosfera non era circondata dal velo di confusione proprio dei sogni. Sembrava che Gadriel fosse realmente in quella radura nel bosco di chissà quale parte del globo, e questo lo spaventava parecchio.
“Io sono Eliel, un angelo, come te”
“Cosa stai farneticando?” rispose Gadriel sempre più impaurito “io sono umano e questo è solo un sogno, il mio sogno, quindi vattene”
“No Gadriel, questo non è un sogno e tu lo sai. Come sai che la vita che stai conducendo non è la tua”
“Non è la mia? Tu sei un folle, vattene!”
“Hai sempre saputo che questo non è il tuo mondo. Non è da poco che senti delle presenze accanto a te, come hai detto ad Adele, ma da quando sei nato; hai sempre amato il soprannaturale e la magia perché in cuor tuo sentivi che ti appartengono, sei stato preso in giro, considerato strano e sfigato per questo,ma tu sai che non sei malato come ti dicono, nel tuo cuore sai ciò che sei”
Gadriel non potè non pensare alla sua infanzia, quando diceva di vedere gli spiriti e per questo fu mandato da uno psicologo, non potè non pensare al periodo delle medie quando veniva emarginato perché strano, gli altri non potevano capirlo, non potevano percepire ciò che percepiva lui, non accettavano il diverso. Lui stesso si chiudeva nel suo mondo di magia e soprannaturale per trovare conforto, credendo però di sbagliare. Gadriel sentiva che l’angelo non stava mentendo, lui era veramente diverso.
“Cosa vuoi?” chiese a bassa voce
“Voglio che torni alla tua vera vita. Devi solo sdraiarti a letto, invocarmi, tutto finirà e tornerai da noi”
“In che senso tutto finirà?”
“In Paradiso non si entra con quel corpo, dovrai mutare e tornare te stesso, in altre parole morire”
“Cosa? Io non voglio morire!!”
“Tutto ha un prezzo, ma la morte è solo un passaggio da una vita ad un’altra, non devi temere, non sentirai dolore, ti sentirai vivo ed in pace”
“Io…”
 
Gadriel si svegliò sudato nel suo letto, l’orologio segnava la mezzanotte. Aveva dormito solo tre ore, ma Gadriel sapeva che quello non era un sogno.
 
La mattina seguente Adele non era a scuola. L’insegnate della prima ora disse che era caduta dalle scale il giorno prima, poco dopo che Gadriel se ne era andato da casa sua, che era in coma e che per lei non c’era più nulla da fare.
Quando tornò a casa Gadriel, senza mangiare e salutare alcuno, si precipitò in camera sul suo letto a piangere come non pianse mai in vita sua. La sua migliore amica, colei che lo aveva aiutato nei momenti di difficoltà, colei con la quale trascorreva i più bei momenti, colei che era sempre pronta a dargli una mano in caso di bisogno, la sua ancora di salvezza, la persona più cara della sua vita, l’unica persona della quale si fidava realmente era in coma, per sempre.
La più profonda disperazione invase il ragazzo. Un senso di amaro e dolore cominciò a salirgli dallo stomaco fino alla testa che ora sentiva scoppiare, per diffondersi in tutto il corpo, gli occhi erano gonfi dal pianto, le lacrime scendevano copiose e senza sosta sul suo viso stravolto dalla sofferenza. Un senso di solitudine lo avvolse come non mai. Ora per lui nulla aveva più senso. La sua vita è crollata, la sua colonna portante  stata distrutta con la caduta della ragazza per la quale avrebbe dato la vita. Ripensò a ciò che gli aveva detto l’angelo, ora la morte non gli faceva più paura. Si coricò bene sul letto ed invocò l’angelo. Nel giro di pochi istanti esso apparve in tutto il suo splendore.
“Così hai deciso di tornare a casa?” disse soave
“Sì, ti prego portami con te”.
Gadriel chiuse gli occhi,mai più Paranormal accompagnerà le sue giornate, pensò a sua madre che lo ha cresciuto e tanto amato, a sua sorella con la quale litigava ogni giorno, ma in fondo si volevano un gran bene, ripensò ai suoi compagni d’infanzia, ai pochi amici del liceo con i quali aveva comunque trascorso dei momenti splendidamente indimenticabili, pensò al futuro che mai avrà e all’amore che non ha mai trovato, per l’ultima volta immaginò di trovarsi tra le braccia del suo uomo, per l’ultima volta penso all’amica Adele e alla sofferenza che proveranno i suoi cari che lascia tra i vivi.
Le lacrime continuarono a rigargli il viso.
Per l’ultima volta Gadriel provò dolore mentale e fisico, mentre l’angelo gli trafisse il cuore con la sua lama.
   
 
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