Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: ciparampa    21/03/2015    0 recensioni
Gadriel è un adolescente con una vita normale con i soliti alti e bassi. O meglio: crede di essere un normale adolescente...fino a quando incontra Eliel.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sensazione di essere catapultato verso l’alto colse Gadriel alla sprovvista. Il suo corpo, ora leggerissimo, entrò in un tunnel luminoso alla fine del quale una luce calda ed abbagliante lo avvolse facendolo sentire completamene rilassato e felice. La luce che ora lo circondava cominciò a ruotare trasformandosi in un vortice di colori e Gadriel si sentì un tutt’uno con questa giostra arcobaleno. Poi il suo corpo si sciolse dal legame che lo univa al turbine di luce colorata ed il sopra e il sotto smisero di esistere, diventando una cosa unica; anche destra e sinistra persero significato, i colori tornarono a formare una spirale di luce bianca, la quale divenne nera come la morte. Tutto fu silenzio e tenebra, il corpo divenne pesante e si sentì cadere verso il basso, poi, una voce attirò la sua attenzione: “Bentornato”. Il suono sembrò non provenire da un punto definito, ma da ogni parte dello spazio che lo circondava; il timbro era glorioso ed imponente, ma trasmetteva un enorme senso di amore e comprensione, era così materno e…divino. Gadriel aprì gli occhi che prima aveva chiuso per lo spavento, prima la luce offuscò la sua vista, poi il bagliore si attenuò mostrando il volto sorridente di Eliel.

“Bentornato angelo” disse Eliel contento di vedere il ragazzo.
Gadriel ancora frastornato guardò prima l’angelo e poi osservò l’ambiente che lo circondava. Presto capì perché tutto gli sembrava estremamente familiare: quella era la sua camera. Si voltò verso il letto e rimase impietrito nel vedere il suo stesso corpo freddo giacere senza vita sulle candide lenzuola.
Eliel intuì la sua confusione, vedendo il senso di smarrimento nei suoi occhi: “Quando ti ho trafitto il cuore il tuo corpo è morto, ma la tua anima è uscita da esso e ha ripreso le sembianze che aveva un tempo”
Gadriel si girò verso lo specchio appeso alla parete alla destra del letto e si guardò per la prima volta da quando era risorto. Il suo corpo era molto più leggero, i difetti fisici che poco prima aveva erano svaniti, i sensi erano notevolmente più sviluppati e sentiva il suo corpo molto più forte. Gli occhi prima di un verde smorto erano ora brillanti e vispi, la pelle era candida come quando si trovava nel corpo mortale, ma ora appariva più…pura. Restò abbastanza stupito dalle orecchie a punta che spuntavano dai lunghi capelli castani, Non aveva mai preso in considerazione la possibilità che gli angeli avessero le orecchie a punta. Ciò che soprattutto lo colpì furono le sue due splendide e nivee ali che teneva chiuse incrociate una sull’altra dietro la schiena; con una mano toccò un’ala: le piume bianche erano fitte e leggere, così morbide da sembrare fatte del cotone più pregiato.
Gadriel sorrise e guardò la splendida creatura che aveva al suo fianco: “Ora ricordo chi sono!”
Eliel lo guardò contento “Raccontami ciò che ricordi”
“In Paradiso un tempo vigeva la democrazia, ogni angelo aveva un compito ed ognuno era necessario per portare avanti il progetto divino. Un gruppo di angeli costituiva l’apparato amministrativo e politico del popolo angelico: gli arcangeli. Un giorno però alcuni arcangeli, forti della loro influenza sugli altri e della loro autorità, presero il potere. Questi arcangeli formarono un gruppo oligarchico che sottomise le altre creature celesti come in una dittatura. Gli angeli oppressi insorsero e sferrarono una battaglia contro gli arcangeli. Alcuni morirono, altri caddero. Ricordo che noi due combattemmo insieme in un combattimento contro gli arcangeli. Nella battaglia però fui colpito e…caddi”
“Cosa ricordi della caduta?”
“I nostri avversari lanciarono un incantesimo per farci cadere. Fu lanciato contro di te e ti avrebbe colpito se…non mi fossi messo in mezzo…”
“Continua”
“Sentii le forze mancarmi e le ali farsi più pesanti e mi sentii cadere. Percepii l’immenso vuoto sotto i miei piedi e fui attratto da una potente forza verso la Terra. Tutto vorticava velocemente attorno a me, disorientato provai a volare,ma mi era impossibile aprire le ali che sentivo pesanti e ardenti per l’attrito dell’aria. Ero troppo debole per subire gli effetti della caduta, se avessi toccato il suolo sarei morto. Mentre stavo precipitando vidi che sotto di me, in un giardino, c’era una donna che stava prendendo il sole. Percepii che non era sola, dentro di se portava il germe della vita, quel corpo che albergava nel suo ventre era ancora agli inizi della sua formazione, non percepivo in esso una vita, dunque decisi di usurpare quel corpo destinato ad un altro. Mi spinsi verso di lei deviando leggermente la traiettoria della mia caduta, trasmutai il mio corpo ed entrai in quel feto. Poi improvvisamente il buio. La natura angelica e quella umana si mescolarono e dimenticai chi fossi e da dove venissi. Almeno fino ad ora.”
“Ricordi perché noi combattemmo insieme?”
Gadriel lo guardò pensieroso, ma poi il suo volto si dipinse di gioia “Sì, me lo ricordo! Noi non eravamo solo compagni d’arme, né una semplice squadra. Noi  non eravamo solamente amici; noi eravamo amanti!”

La porta della camera si spalancò mostrando sulla soglia la madre di Gadriel.
   
 
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