Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    11/12/2008    5 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: Merry Christmas a tutti!!! Lo so, manca ancora un pò, ma non ho proprio resistito. Qui, nella mia città, il Natale si comincia veramente a sentire: addobbi, concerti (a cui io prendo parte, come cantante e pianista), dolcetti di ogni sorta.

Ah, che bel periodo il Natale.

Lasciando perdere questi sentimentalismi, direi di passare alla storia, ma prima…

 

ANGOLO DELLE RECENSIONI (Finalmente posso allungarlo un po’):

 

X GIULYCHAN: Non so perché qualcuno non dovrebbe leggere, ma, come vedi, sono pochi a recensire. Grazie mille per essere una di quelli. Non ti preoccupare, non sei l’unica ad essere considerata scema, Guarda io a 16 anni suonati cosa mi trovo a scrivere. Sarà pazzia o passione? Mah.

Comunque ecco qua il nuovo capitolo, spero che ti piaccia e che continui a recensirmi. Grazie per avermi messo tra i preferiti.

 

 

X TENSI:  Grazie per i complimenti. Mi fa molto piacere che tu, pur di recensirmi, mi abbia mandato una mail, mi sento onorata. Spero di non averti fatto aspettare troppo il nuovo capitolo, ma ho talmente tanti di quegli impegni che mi sono ridotta a scrivere le fanfiction durante le interrogazioni in classe.

Spero che questo ti piaccia.

Grazie ancora.

 

X YUM: Grazie per la recensione. Due parole che mi hanno resa felicissima. Spero che continuerai a recensirmi.

Bye

 

E ora, finalmente, cominciamo a scrivere.

Buona lettura

 

Capitolo 6

Il mattino seguente, il temporale si era placato, lasciando dietro di sé una leggera coltre di nubi grigie, che il sole  si azzardava a perforare ogni tanto. Basil aprì gli occhi, ritrovandosi nella familiare camera da letto. Aggrottò la fronte, confuso: c’era qualcosa di diverso nell’aria quella mattina.

Si mise a sedere e si guardò lentamente intorno: tutto sembrava a posto.

Gli alambicchi, le provette e gli aggeggi vari erano stati rimessi in funzione la sera prima, dopo quasi dieci anni di inattività, e ticchettavano e sbuffavano debolmente, ma insistentemente.

Le foto e gli articoli di giornale, raccolti in tutti quegli anni di lavoro, erano stati attaccati ad una bacheca, appesa ad una parete della stanza, in quello che era stato uno dei pomeriggi più frustranti che il detective ricordasse (per farla breve lui, Topson e Mrs Judson avevano raccolto tutto il cartaceo sparso per la casa e avevano passato un’ora abbondante a discutere sulla sua disposizione. Erano arrivati poi alla decisione di mettere tutto in ordine cronologico, lasciando in primo piano la foto che ritraeva lui, il dottore e la dolcissima Olivia Flaversham, appena scampati alla trappola mortale di Rattigan).

Sulla sua scrivania c’era il consueto disordine e, sul comodino, il libro che aveva letto la sera precedente prima di addormentarsi.

 

Allora cosa c’era di strano?

 

Il suo istinto da investigatopo lo portò ad alzarsi. Dopo essersi vestito in fretta, ma con cura e attenzione, uscì dalla camera e si diresse verso la sala da pranzo dove, almeno secondo il suo orologio, in pochi minuti sarebbe stata servita la colazione. Appena entrato fu accolto da un gaio “buongiorno” da parte del suo amico dottore, che era tutto preso dalla lettura del suo quotidiano.

 

“Buongiorno a te Topson, mattiniero come al solito eh?” ricambiò Basil sedendosi ad un lato del tavolo.

 

“Già, del resto, il Times va a ruba e non potevo rischiare di…”

 

“Buongiorno signor Basil, ha dormito bene?” disse la signora Placidia (*) con un grande sorriso sulle labbra, mentre entrava nella stanza, con un vassoio carico di ogni ben di Dio.

Il detective la guardò allibito per qualche secondo, osservando i suoi movimenti mentre si affrettava a servire la colazione. Poi, con una certa esitazione, si decise a rispondere:

 

“Buongiorno a lei signora, a cosa devo tutta questa gentilezza? Forse ho le allucinazioni perché la morfina, finalmente per lei, sta facendo effetto?”

 

“Farò finta di non aver sentito questo assurdo commento” lo rimbeccò lei, un po’ rossa in viso “Comunque, se per morfina intende Ms Blackwood allora le posso dare ragione”. Aggiunse poi con un ghigno, vedendo che l’odiato datore di lavoro era arrossito. “Che c’è, si trova in imbarazzo ad avere più di una donna in casa?”

 

Basil non rispose, cercando di trattenere un sospiro di sollievo: fortuna che né la domestica, né il dottore conoscevano la vera ragione del suo rossore.

La signora Placidia sorrise compiaciuta: per una volta era lei la vincitrice di uno dei loro piccoli litigi quotidiani. Ad un certo punto, un pensiero le attraversò la mente:

 

“Signor Basil, ora che ci penso: ieri non ho comunicato alla signorina l’ora della colazione. Potrebbe andare di sopra a svegliarla, se non lo è già?”

Nonostante la coscienza gli dicesse che non era decoroso che un uomo andasse nella camera di una donna per svegliarla, l’investigatopo, lieto di avere un motivo per andarsene dalla sala, si alzò senza replicare e si avviò ai piani superiori. (**)

Cornelia. Ora capiva cosa c’era di strano e, con il pensiero di lei, tornò anche il ricordo della sera prima.

 

Mentre saliva le scale la sua mente rimuginava:

 

‘Perché mi ha baciato? Per zittirmi? Per ringraziarmi di averla salvata? O per qualcos’altro? Del resto, prima che Topson ci interrompesse stavamo per…. Ah, perché sono così confuso? Perché la ragione mi abbandona? Perché lei mi fa quest’effetto? Ammetto che non mi è mai stata indifferente, neanche ai tempi della scuola e che, quando la relazione con Rattigan sembrò incrinare i nostri rapporti, il mio cuore andò in pezzi. Possibile che un’amicizia sia così profonda? Oppure..’

 

Il flusso di quei pensieri si interruppe brevemente, quando Basil arrivò di fronte alla camera della ragazza.

 

‘E ora, come mi comporto? Per lei sarà stato importante quel bacio? Beh, lei è un’attrice e, nel suo lavoro, deve baciare spesso altri attori. E se avesse avuto una storia con qualcun altro? Accidenti, avrò tanta esperienza di menti criminali, ma in amore faccio proprio pena. Cosa devo fare? (***)Va bene, farò finta che non sia successo nulla, mi comporterò normalmente e serenamente ed è la mia ultima parola!’ (per coloro che hanno avuto la fortuna di vedere il cartone: ricordate queste parole e cos’è successo dopo? Nda)

 

Poi, dopo aver assunto un’aria quanto mai indifferente, bussò. Dall’interno non provenne alcuna risposta. Basil bussò un’altra volta, dichiarando anche la sua identità, ma, dopo non aver nuovamente ottenuto nessuna risposta, si decise ad entrare.

La sua preoccupazione, già salitagli per la mancanza di risposte, aumentò quando vide che il letto, dove avrebbe dovuto trovarsi Cornelia, era vuoto e già rifatto.

 

“Cornelia?” provò a chiamare

 

“Sì?” rispose finalmente lei dal bagno. Il detective riprese a respirare che, però, ricordandosi il suo proposito, riprese il cipiglio serio ed inespressivo con cui era entrato e disse:

“Sono solo venuto a dirti che stiamo aspettando te per cominciare la colazione.”

 

“Oh, arrivo subito, aspetta un secondo.” Dopo pochi istanti la porta del bagno si aprì e la ragazza uscì dal bagno, con un abito indaco, ricamato a motivi a roselline viola lungo i bordi, le maniche e lo scollo. Basil fece uno sforzo immane per non mostrare alcuna reazione alla vista della ragazza che, come lui ben ricordava, riusciva ad apparire bellissima anche con i vestiti più semplici e senza un minimo di trucco sul viso.

“Ben, finalmente sei uscita” disse freddamente. Lei parve un po’ spiazzata davanti a questo comportamento, ma si riprese optando per un normalissimo:

 

“Buongiorno anche a te Basil, ci siamo alzati con la luna storta vedo”

 

“Ti sbagli, il mio umore non è cambiato di una virgola da ieri sera”

 

“Sì, e io sono la regina d’Inghilterra. Andiamo, siamo amici da anni, mi vuoi dire cosa ti prende?”

 

“Nulla che ti debba interessare. Ora andiamo a fare colazione”. Tagliò corto lui.

Con un borbottio che suonava vagamente come ‘uomini’, Cornelia uscì dalla stanza, seguita a ruota da un Basil che cominciava a vacillare nella sua apparente freddezza. Si era immaginato, anzi, aveva sperato che la ragazza gli facesse capire cosa avevano significato per lei gli eventi della sera prima, ma si era fatto prendere dal nervosismo ed era partito con il piede sbagliato.

Una parte di lui gli gridava di chiedere immediatamente scusa alla ragazza, ma lo stupido orgoglio, tipico di tutti gli uomini, lo fece rimanere, vacillante, nella sua posizione.

Quando i due entrarono nella sala, Cornelia, dopo un caloroso “buongiorno” rivolto a Topson, prese posto accanto a lui, ossia dalla parte opposta di Basil.  Durante la colazione, i tre discussero del più e del meno, ma con una certa cautela da parte del detective e dell’attrice.

Ad un certo punto il dottore disse:

 

“Allora, come ci organizziamo per stasera?”

Calò immediatamente il silenzio mentre gli altri due riflettevano.

 

“Beh” cominciò nuovamente Topson per smuovere la situazione “intanto ci dovremo procurare i biglietti.”

 

“A questo ho già pensato io” lo interruppe Cornelia

 

“Come già vi ho detto, la regina sarebbe più che felice di avermi a corte per una sera. Stamattina, dunque, mi sono alzata presto per incontrare il garzone del latte. Per la modica cifra di cinque penny, e di una fotografia con autografo, gli ho dato una lettera da consegnare a palazzo con la massima urgenza”.

 

“Ah, bene, ma…. Come facevi a sapere che noi..”

 

“Che voi ricevete il latte fresco ogni mattina? Elementare mio caro Topson” disse lei con un’espressione che fece sorridere il dottore e sbuffare il detective.

 

“Ieri sera, quando siamo andati a cena, ho visto la signora Placidia portare fuori una cassa di bottiglie di vetro vuote e ho fatto due più due.”

 

“Ah… beh, penso che dovrei cominciare a notare qualcosa di più anch’io” fece il dottore rassegnato.

 

“Lasciando perdere le stupidaggini, quali maschere ci darai?” chiese Basil, brusco

 

“Prego?” Cornelia lo guardò confusa.

 

“A meno che non mi stia sbagliando di grosso, Rattigan ha parlato di una festa in maschera, quindi si suppone che tutti e tre andiamo mascherati” rispose Basil sempre più tagliente.

 

“Allora, punto primo  io ho solo maschere femminili perché, se non l’hai notato, sono una donna, punto secondo   non hai bisogno di una maschera, sei a posto così, credimi e punto terzo….

Il campanello suonò ed il terzetto si acquietò immediatamente. La signora Placidia corse ad aprire la porta e, dopo due minuti che parvero un’eternità ai tre amici, tornò indietro con una busta recante il sigillo reale, indirizzata a Cornelia.

La ragazza la aprì e la scorse in fretta. Man mano che i suoi occhi scorrevano sulla carta, un ghigno divertito le si formava sul volto.

 

“Punto terzo”, riprese ad un certo punto ”io non mi dovrò assolutamente mascherare” concluse ridendo.

 

“COSA??!” gridò Basil “PERCHE’?”

 

“La regina mi chiede di cantare e sottolinea che non avrò bisogno di maschere, tanto mi conoscono tutti.”

 

“Ah”, Basil non sapeva più cosa rispondere. La ragazza l’aveva totalmente azzittito.

Trionfante, lei si rilassò sulla sedia di velluto verde, guardando il detective rimasto senza parole.

 

“Scusate” fece ad un certo punto Topson “come agiremo? Voglio dire, sappiamo che Rattigan sarà alla festa e che ruberà qualcosa, ma cosa intendeva per stella di Inghilterra?”

 

“Potrebbero essere svariate cose” gli rispose Basil che sembrava essersi ripreso.

“Potrebbero essere i gioielli della corona, che il Times ha definito ‘più brillanti delle stelle’, potrebbe essere uno dei numerosi diademi della regina, potrebbero essere mille cose diverse.”

 

“Lo sapremo comunque stasera” fece Cornelia “ora è il caso di andare a fare un po’ di spese per vedere di procurarvi dei costumi. Coraggio andiamo!”

 

Ciò detto, la ragazza uscì quasi a passo di danza dalla sala, per andare a recuperare un soprabito che si intonasse con il suo vestito.

Gli altri due, un po’ riluttanti, si alzarono per andare a prendere i propri cappotti.

 

“Lo sai vero Topson, che ci aspetta un lungo, lunghissimo pomeriggio?”

 

“Eh, del resto è una donna ed è logico che le piaccia questo genere di cose. Tu piuttosto, perché la trattavi così? C’è qualcosa di cui mi vuoi parlare?”

 

“Ah, caro amico, non sai di quante cose di vorrei parlare, ma non ora e non qui. Anche i muri hanno orecchie in questa casa e Cornelia sta per arrivare:”

 

“Va bene, se hai bisogno sono qui”

 

“Grazie”

Dopo pochi secondi, come previsto da Basil, la ragazza scese dalle scale con un soprabito color prugna, che si intonava con una discordante dolcezza all’abito.

I tre uscirono.

Ci misero quasi tutta la giornata a trovare delle maschere e dei vestiti adatti, dato che né Topson, né tanto meno Basil, erano mai stati ad una festa in maschera.

Alla fine trovarono per Basil una sottile maschera dorata, che gli copriva la parte superiore del volto, abbinata ad un completo blu notte, stile principe medioevale.

Per Topson invece, scelsero un abito bordeaux, completo di casacca nera bordata d’oro e cappello, stile Galileo Galilei, il tutto completato da una maschera nera, che copriva anch’essa mezzo volto.

La signora Placidia, quando vide il suo padrone conciato a quel modo, rimase un po’ allibita (l’abito gli stava proprio bene), un po’ divertita (Basil non si sarebbe mai messo una cosa del genere, se non costretto da Cornelia). Riuscì comunque a trattenersi dal commentare, riservando i suoi commenti per le amiche del circolo del bridge.

Cornelia invece scelse un ampio abito bianco, senza maniche, con una rossa anch’essa bianca al centro dello scollo.

I capelli erano raccolti in una complessa e alta acconciatura, tenuta ferma da un fermaglio con motivi floreali, con una ciocca che le cadeva sulla spalla destra.

Sulla carrozza, che quella sera li portò a Buckingham Palace, il silenzio regnava sovrano.

Tutti e tre rimuginavano sugli eventi che avevano sconvolto le loro vite in nemmeno 24 ore, su cosa sarebbe potuto accadere, su come fare pace, su cosa potesse nascondere il detective.

Quando la carrozza arrivò, i tre scesero, Basil e Topson con le rispettive maschere, e si avviarono all’interno.

Un lacché si fece incontro al terzetto, richiese gli inviti e annunciò agli altri invitati l’arrivo dei nuovi ospiti.

Mentre Basil, Topson e Cornelia scendevano le scale, un pensiero comune attraversò le loro menti

 

“Ecco, ci siamo” 

 

FINE DEL CAPITOLO

 

Allora, che ne dite? Lo so, come capitolo è un po’ lungo, ma è di allacciamento con il prossimo. Spero comunque che vi abbia soddisfatto. Una cosa importante: mi scuso per i vari errori di ortografia che ho riscontrato nel rileggere la storia. Il fatto è che riesco a controllarli meglio scrivendo a mano. Scusatemi.

Ecco a voi

  

Note:

 

(*) Grazie a mio fratello, che l’altra sera ha voluto rivedere Basil, ho scoperto che il nome italiano della governante è Signora Placidia. Ora vi chiedo: volete che prosegua a scrivere usando questo nome o Mrs Judson? Fatemi sapere.

 

(**) Per chi non accetta che la vincitrice sia la signora Placidia, ecco una possibile risposta di Basil:

“Comunque” disse Basil fermandosi un attimo sulla porta “la mia emozione potrebbe essere dovuta al fatto che, per la prima volta in dieci anni, c’è una vera donna in casa” poi uscì con un sorrisetto sulle labbra, lasciando la governante a sfogarsi con il povero Topson.

Mi sembrava un po’ esagerata come risposta, quindi ho preferito non postarla.

 

(***)Allo psicologo hai pensato?

 

Se c’è qualcuno che adora l’inglese, come me, gli consiglio di andare su www.fanfiction.net, perché ci sono ben 26 fiction su Basil in inglese e ce ne sono un paio veramente carine.

 

Via spero che ve lo siate goduto.

A presto

Ciao ciao

Bebbe5

 

 

 

  
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