Note dell’autrice: Merry Christmas a tutti!!! Lo
so, manca ancora un pò, ma non ho proprio resistito. Qui, nella mia città, il
Natale si comincia veramente a sentire: addobbi, concerti (a cui io prendo
parte, come cantante e pianista), dolcetti di ogni sorta.
Ah,
che bel periodo il Natale.
Lasciando
perdere questi sentimentalismi, direi di passare alla storia, ma
prima…
ANGOLO
DELLE RECENSIONI (Finalmente posso allungarlo un po’):
X
GIULYCHAN: Non so perché qualcuno non dovrebbe leggere, ma, come vedi, sono
pochi a recensire. Grazie mille per essere una di quelli. Non ti preoccupare,
non sei l’unica ad essere considerata scema, Guarda io a 16 anni suonati cosa mi
trovo a scrivere. Sarà pazzia o passione? Mah.
Comunque
ecco qua il nuovo capitolo, spero che ti piaccia e che continui a recensirmi.
Grazie per avermi messo tra i preferiti.
X
TENSI: Grazie per i complimenti. Mi
fa molto piacere che tu, pur di recensirmi, mi abbia mandato una mail, mi sento
onorata. Spero di non averti fatto aspettare troppo il nuovo capitolo, ma ho
talmente tanti di quegli impegni che mi sono ridotta a scrivere le fanfiction
durante le interrogazioni in classe.
Spero
che questo ti piaccia.
Grazie
ancora.
X
YUM: Grazie per la recensione. Due parole che mi hanno resa felicissima. Spero
che continuerai a recensirmi.
Bye
E
ora, finalmente, cominciamo a scrivere.
Buona
lettura
Capitolo
6
Il
mattino seguente, il temporale si era placato, lasciando dietro di sé una
leggera coltre di nubi grigie, che il sole
si azzardava a perforare ogni tanto. Basil aprì gli occhi, ritrovandosi
nella familiare camera da letto. Aggrottò la fronte, confuso: c’era qualcosa di
diverso nell’aria quella mattina.
Si
mise a sedere e si guardò lentamente intorno: tutto sembrava a
posto.
Gli
alambicchi, le provette e gli aggeggi vari erano stati rimessi in funzione la
sera prima, dopo quasi dieci anni di inattività, e ticchettavano e sbuffavano
debolmente, ma insistentemente.
Le
foto e gli articoli di giornale, raccolti in tutti quegli anni di lavoro, erano
stati attaccati ad una bacheca, appesa ad una parete della stanza, in quello che
era stato uno dei pomeriggi più frustranti che il detective ricordasse (per
farla breve lui, Topson e Mrs Judson avevano raccolto tutto il cartaceo sparso
per la casa e avevano passato un’ora abbondante a discutere sulla sua
disposizione. Erano arrivati poi alla decisione di mettere tutto in ordine
cronologico, lasciando in primo piano la foto che ritraeva lui, il dottore e la
dolcissima Olivia Flaversham, appena scampati alla trappola mortale di
Rattigan).
Sulla
sua scrivania c’era il consueto disordine e, sul comodino, il libro che aveva
letto la sera precedente prima di addormentarsi.
Allora
cosa c’era di strano?
Il
suo istinto da investigatopo lo portò ad alzarsi. Dopo essersi vestito in
fretta, ma con cura e attenzione, uscì dalla camera e si diresse verso la sala
da pranzo dove, almeno secondo il suo orologio, in pochi minuti sarebbe stata
servita la colazione. Appena entrato fu accolto da un gaio “buongiorno” da parte
del suo amico dottore, che era tutto preso dalla lettura del suo
quotidiano.
“Buongiorno
a te Topson, mattiniero come al solito eh?” ricambiò Basil sedendosi ad un lato
del tavolo.
“Già,
del resto, il Times va a ruba e non potevo rischiare di…”
“Buongiorno
signor Basil, ha dormito bene?” disse la signora Placidia (*) con un grande
sorriso sulle labbra, mentre entrava nella stanza, con un vassoio carico di ogni
ben di Dio.
Il
detective la guardò allibito per qualche secondo, osservando i suoi movimenti
mentre si affrettava a servire la colazione. Poi, con una certa esitazione, si
decise a rispondere:
“Buongiorno
a lei signora, a cosa devo tutta questa gentilezza? Forse ho le allucinazioni
perché la morfina, finalmente per lei, sta facendo
effetto?”
“Farò
finta di non aver sentito questo assurdo commento” lo rimbeccò lei, un po’ rossa
in viso “Comunque, se per morfina intende Ms Blackwood allora le posso dare
ragione”. Aggiunse poi con un ghigno, vedendo che l’odiato datore di lavoro era
arrossito. “Che c’è, si trova in imbarazzo ad avere più di una donna in
casa?”
Basil
non rispose, cercando di trattenere un sospiro di sollievo: fortuna che né la
domestica, né il dottore conoscevano la vera ragione del suo
rossore.
La
signora Placidia sorrise compiaciuta: per una volta era lei la vincitrice di uno
dei loro piccoli litigi quotidiani. Ad un certo punto, un pensiero le attraversò
la mente:
“Signor
Basil, ora che ci penso: ieri non ho comunicato alla signorina l’ora della
colazione. Potrebbe andare di sopra a svegliarla, se non lo è
già?”
Nonostante
la coscienza gli dicesse che non era decoroso che un uomo andasse nella camera
di una donna per svegliarla, l’investigatopo, lieto di avere un motivo per
andarsene dalla sala, si alzò senza replicare e si avviò ai piani superiori.
(**)
Cornelia.
Ora capiva cosa c’era di strano e, con il pensiero di lei, tornò anche il
ricordo della sera prima.
Mentre
saliva le scale la sua mente rimuginava:
‘Perché
mi ha baciato? Per zittirmi? Per ringraziarmi di averla salvata? O per
qualcos’altro? Del resto, prima che Topson ci interrompesse stavamo per…. Ah,
perché sono così confuso? Perché la ragione mi abbandona? Perché lei mi fa
quest’effetto? Ammetto che non mi è mai stata indifferente, neanche ai tempi
della scuola e che, quando la relazione con Rattigan sembrò incrinare i nostri
rapporti, il mio cuore andò in pezzi. Possibile che un’amicizia sia così
profonda? Oppure..’
Il
flusso di quei pensieri si interruppe brevemente, quando Basil arrivò di fronte
alla camera della ragazza.
‘E
ora, come mi comporto? Per lei sarà stato importante quel bacio? Beh, lei è
un’attrice e, nel suo lavoro, deve baciare spesso altri attori. E se avesse
avuto una storia con qualcun altro? Accidenti, avrò tanta esperienza di menti
criminali, ma in amore faccio proprio pena. Cosa devo fare? (***)Va bene, farò
finta che non sia successo nulla, mi comporterò normalmente e serenamente ed è
la mia ultima parola!’ (per coloro che hanno avuto la fortuna di vedere il
cartone: ricordate queste parole e cos’è successo dopo?
Nda)
Poi,
dopo aver assunto un’aria quanto mai indifferente, bussò. Dall’interno non
provenne alcuna risposta. Basil bussò un’altra volta, dichiarando anche la sua
identità, ma, dopo non aver nuovamente ottenuto nessuna risposta, si decise ad
entrare.
La
sua preoccupazione, già salitagli per la mancanza di risposte, aumentò quando
vide che il letto, dove avrebbe dovuto trovarsi Cornelia, era vuoto e già
rifatto.
“Cornelia?”
provò a chiamare
“Sì?”
rispose finalmente lei dal bagno. Il detective riprese a respirare che, però,
ricordandosi il suo proposito, riprese il cipiglio serio ed inespressivo con cui
era entrato e disse:
“Sono
solo venuto a dirti che stiamo aspettando te per cominciare la
colazione.”
“Oh,
arrivo subito, aspetta un secondo.” Dopo pochi istanti la porta del bagno si
aprì e la ragazza uscì dal bagno, con un abito indaco, ricamato a motivi a
roselline viola lungo i bordi, le maniche e lo scollo. Basil fece uno sforzo
immane per non mostrare alcuna reazione alla vista della ragazza che, come lui
ben ricordava, riusciva ad apparire bellissima anche con i vestiti più semplici
e senza un minimo di trucco sul viso.
“Ben,
finalmente sei uscita” disse freddamente. Lei parve un po’ spiazzata davanti a
questo comportamento, ma si riprese optando per un
normalissimo:
“Buongiorno
anche a te Basil, ci siamo alzati con la luna storta vedo”
“Ti
sbagli, il mio umore non è cambiato di una virgola da ieri
sera”
“Sì,
e io sono la regina d’Inghilterra. Andiamo, siamo amici da anni, mi vuoi dire
cosa ti prende?”
“Nulla
che ti debba interessare. Ora andiamo a fare colazione”. Tagliò corto
lui.
Con
un borbottio che suonava vagamente come ‘uomini’, Cornelia uscì dalla stanza,
seguita a ruota da un Basil che cominciava a vacillare nella sua apparente
freddezza. Si era immaginato, anzi, aveva sperato che la ragazza gli facesse
capire cosa avevano significato per lei gli eventi della sera prima, ma si era
fatto prendere dal nervosismo ed era partito con il piede
sbagliato.
Una
parte di lui gli gridava di chiedere immediatamente scusa alla ragazza, ma lo
stupido orgoglio, tipico di tutti gli uomini, lo fece rimanere, vacillante,
nella sua posizione.
Quando
i due entrarono nella sala, Cornelia, dopo un caloroso “buongiorno” rivolto a
Topson, prese posto accanto a lui, ossia dalla parte opposta di Basil. Durante la colazione, i tre discussero
del più e del meno, ma con una certa cautela da parte del detective e
dell’attrice.
Ad
un certo punto il dottore disse:
“Allora,
come ci organizziamo per stasera?”
Calò
immediatamente il silenzio mentre gli altri due
riflettevano.
“Beh”
cominciò nuovamente Topson per smuovere la situazione “intanto ci dovremo
procurare i biglietti.”
“A
questo ho già pensato io” lo interruppe Cornelia
“Come
già vi ho detto, la regina sarebbe più che felice di avermi a corte per una
sera. Stamattina, dunque, mi sono alzata presto per incontrare il garzone del
latte. Per la modica cifra di cinque penny, e di una fotografia con autografo,
gli ho dato una lettera da consegnare a palazzo con la massima
urgenza”.
“Ah,
bene, ma…. Come facevi a sapere che noi..”
“Che
voi ricevete il latte fresco ogni mattina? Elementare mio caro Topson” disse lei
con un’espressione che fece sorridere il dottore e sbuffare il
detective.
“Ieri
sera, quando siamo andati a cena, ho visto la signora Placidia portare fuori una
cassa di bottiglie di vetro vuote e ho fatto due più due.”
“Ah…
beh, penso che dovrei cominciare a notare qualcosa di più anch’io” fece il
dottore rassegnato.
“Lasciando
perdere le stupidaggini, quali maschere ci darai?” chiese Basil,
brusco
“Prego?”
Cornelia lo guardò confusa.
“A
meno che non mi stia sbagliando di grosso, Rattigan ha parlato di una festa in
maschera, quindi si suppone che tutti e tre andiamo mascherati” rispose Basil
sempre più tagliente.
“Allora,
punto primo
io
ho solo maschere femminili perché, se non l’hai notato, sono una donna, punto
secondo
non
hai bisogno di una maschera, sei a posto così, credimi e punto
terzo….
Il
campanello suonò ed il terzetto si acquietò immediatamente. La signora Placidia
corse ad aprire la porta e, dopo due minuti che parvero un’eternità ai tre
amici, tornò indietro con una busta recante il sigillo reale, indirizzata a
Cornelia.
La
ragazza la aprì e la scorse in fretta. Man mano che i suoi occhi scorrevano
sulla carta, un ghigno divertito le si formava sul volto.
“Punto
terzo”, riprese ad un certo punto ”io non mi dovrò assolutamente mascherare”
concluse ridendo.
“COSA??!”
gridò Basil “PERCHE’?”
“La
regina mi chiede di cantare e sottolinea che non avrò bisogno di maschere, tanto
mi conoscono tutti.”
“Ah”,
Basil non sapeva più cosa rispondere. La ragazza l’aveva totalmente azzittito.
Trionfante,
lei si rilassò sulla sedia di velluto verde, guardando il detective rimasto
senza parole.
“Scusate”
fece ad un certo punto Topson “come agiremo? Voglio dire, sappiamo che Rattigan
sarà alla festa e che ruberà qualcosa, ma cosa intendeva per stella di
Inghilterra?”
“Potrebbero
essere svariate cose” gli rispose Basil che sembrava essersi
ripreso.
“Potrebbero
essere i gioielli della corona, che il Times ha definito ‘più brillanti delle
stelle’, potrebbe essere uno dei numerosi diademi della regina, potrebbero
essere mille cose diverse.”
“Lo
sapremo comunque stasera” fece Cornelia “ora è il caso di andare a fare un po’
di spese per vedere di procurarvi dei costumi. Coraggio
andiamo!”
Ciò
detto, la ragazza uscì quasi a passo di danza dalla sala, per andare a
recuperare un soprabito che si intonasse con il suo
vestito.
Gli
altri due, un po’ riluttanti, si alzarono per andare a prendere i propri
cappotti.
“Lo
sai vero Topson, che ci aspetta un lungo, lunghissimo
pomeriggio?”
“Eh,
del resto è una donna ed è logico che le piaccia questo genere di cose. Tu
piuttosto, perché la trattavi così? C’è qualcosa di cui mi vuoi
parlare?”
“Ah,
caro amico, non sai di quante cose di vorrei parlare, ma non ora e non qui.
Anche i muri hanno orecchie in questa casa e Cornelia sta per
arrivare:”
“Va
bene, se hai bisogno sono qui”
“Grazie”
Dopo
pochi secondi, come previsto da Basil, la ragazza scese dalle scale con un
soprabito color prugna, che si intonava con una discordante dolcezza
all’abito.
I
tre uscirono.
Ci
misero quasi tutta la giornata a trovare delle maschere e dei vestiti adatti,
dato che né Topson, né tanto meno Basil, erano mai stati ad una festa in
maschera.
Alla
fine trovarono per Basil una sottile maschera dorata, che gli copriva la parte
superiore del volto, abbinata ad un completo blu notte, stile principe
medioevale.
Per
Topson invece, scelsero un abito bordeaux, completo di casacca nera bordata
d’oro e cappello, stile Galileo Galilei, il tutto completato da una maschera
nera, che copriva anch’essa mezzo volto.
La
signora Placidia, quando vide il suo padrone conciato a quel modo, rimase un po’
allibita (l’abito gli stava proprio bene), un po’ divertita (Basil non si
sarebbe mai messo una cosa del genere, se non costretto da Cornelia). Riuscì
comunque a trattenersi dal commentare, riservando i suoi commenti per le amiche
del circolo del bridge.
Cornelia
invece scelse un ampio abito bianco, senza maniche, con una rossa anch’essa
bianca al centro dello scollo.
I
capelli erano raccolti in una complessa e alta acconciatura, tenuta ferma da un
fermaglio con motivi floreali, con una ciocca che le cadeva sulla spalla
destra.
Sulla
carrozza, che quella sera li portò a Buckingham Palace, il silenzio regnava
sovrano.
Tutti
e tre rimuginavano sugli eventi che avevano sconvolto le loro vite in nemmeno 24
ore, su cosa sarebbe potuto accadere, su come fare pace, su cosa potesse
nascondere il detective.
Quando
la carrozza arrivò, i tre scesero, Basil e Topson con le rispettive maschere, e
si avviarono all’interno.
Un
lacché si fece incontro al terzetto, richiese gli inviti e annunciò agli altri
invitati l’arrivo dei nuovi ospiti.
Mentre
Basil, Topson e Cornelia scendevano le scale, un pensiero comune attraversò le
loro menti
“Ecco,
ci siamo”
FINE
DEL CAPITOLO
Allora,
che ne dite? Lo so, come capitolo è un po’ lungo, ma è di allacciamento con il
prossimo. Spero comunque che vi abbia soddisfatto. Una cosa importante: mi scuso
per i vari errori di ortografia che ho riscontrato nel rileggere la storia. Il
fatto è che riesco a controllarli meglio scrivendo a mano.
Scusatemi.
Ecco
a voi
Note:
(*)
Grazie a mio fratello, che l’altra sera ha voluto rivedere Basil, ho scoperto
che il nome italiano della governante è Signora Placidia. Ora vi chiedo: volete
che prosegua a scrivere usando questo nome o Mrs Judson? Fatemi sapere.
(**)
Per chi non accetta che la vincitrice sia la signora Placidia, ecco una
possibile risposta di Basil:
“Comunque”
disse Basil fermandosi un attimo sulla porta “la mia emozione potrebbe essere
dovuta al fatto che, per la prima volta in dieci anni, c’è una vera donna in
casa” poi uscì con un sorrisetto sulle labbra, lasciando la governante a
sfogarsi con il povero Topson.
Mi
sembrava un po’ esagerata come risposta, quindi ho preferito non
postarla.
(***)Allo
psicologo hai pensato?
Se
c’è qualcuno che adora l’inglese, come me, gli consiglio di andare su www.fanfiction.net,
perché ci sono ben 26 fiction su Basil in inglese e ce ne sono un paio veramente
carine.
Via
spero che ve lo siate goduto.
A
presto
Ciao
ciao
Bebbe5