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Autore: Beatris Humble    07/03/2015    4 recensioni
QUESTA È LA REVISIONE DELLA MIA PRECEDENTE STORIA "SOLO IO E TE".
In questa storia troviamo una Lily potter distrutta, senza altro che vuoto. Una Lily fatta delle macerie di quella che era prima.
Una Lily che nessuno vede e che nessuno ha il coraggio di aiutare.
Una Lily che lotta per quelli che ama ma che mai l'hanno amata.
Non fino a quando capiscono che l'hanno irrimediabilmente persa.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 7

POV Malfoy

Erano giorni che non riuscivo a smettere di pensare al fatto che dovevo assolutamente ridare il diario a Lily. Pardon, ma che mi prende, alla Potter. 

Non potevo continuare a nascondere quel segreto, mi pesava troppo e mi sentivo un essere assolutamente schifoso sia per averla aiutata nel suo imperituro processo di autodistruzione sia per aver letto il suo diario. 

Era necessario per la mia sopravvivenza psicologica che io mi disfarsi quanto prima del piccolo quaderno nero, perché anche solo saperlo nella mia stanza mi causava un notevole stato di angoscia, che risolvevo chiudendomi in un ostinato mutismo o essendo comunque più intrattabile del solito. 

Decisi che l’avrei fatto quel Mercoledì, mi sembrava la giornata giusta e la sera precedente misi dunque il libretto nella mia borsa per poterlo restituire alla proprietaria. 

Al mattino, mi svegliai e seguii la mia solita routine, per poi approdare in Sala Grande, dove bevvi un lungo caffè nero, rimuginando sulla solita questione e dandomi dello stupido di conseguenza: sapevo che non mi giovava continuare a pensarci, ma l’immagine di una Lily Potter che pensa e attua un suicidio appariva di continuo nella mia mente, come un incubo in cui non c’è la possibilità di svegliarsi. 

-Scorpius?- disse Lucas, che mi guardava interrogativo per il mio viso corrucciato e il mutismo -Va tutto bene?- 

-Alla grande.- non sono mai riuscito a non essere sarcastico, non sapevo in che altro modo confrontarmi con gli altri. 

-Il principino si è alzato dalla parte sbagliata del real letto?- disse con un ghigno; alzai gli occhi al cielo come per dire “oh fantastico, ci risiamo”. 

-Zabini, oggi non è proprio giornata.- dissi e bevvi altro caffè: ne stavo decisamente diventando dipendente. 

-Come se non si fosse capito.- e apparve Lucille Flint in tutta la sua leggiadria, snobbando un quantomai irascibile Malfoy e sorridendo a Zabini -Scorpius è in un ciclo mestruale perenne, Lucas.- 

-Lucille, ma qual buon vento.- quel provolone del mio amico le sorrise con malizia -Dove hai messo  la dolce Helena?- 

-Onestamente non so dove si sia nascosta, ho intravisto lei e Mattew ieri sera, ma nulla di più.- disse e si alzò, non prima di aver lanciato un’occhiata a Zabini chiedendogli di smettere con stupidi giochetti nei miei e nei suoi confronti, che erano causa di irritazione generale.

-Ahh le donne, non trovi che non vi sia nulla di più semplice e complicato?- disse trasognante. 

Feci un primo sospiro. 

-Lucas ti spiacerebbe darci un taglio?- 

-Ma mio imperioso amico, perché mai? Quest’aria corrucciata non ti giova per nulla!- disse voltandosi verso di me, per poi toccarmi la fronte -Anzi, sarai addirittura rugoso prima del tempo!- 

Secondo sospiro. 

Mi alzai, scocciato dalla sua demenza senile, progredita negli anni in un modo galoppante, e mi diressi fuori dalla Sala Grande, non prima però di aver sentito un -Scorpius tu sottovaluti la serietà della questione! Non capisci che grande problema ti stai creando!-

Ovviamente quel deficiente si riferiva alle rughe, vanesio com’era. 

Scampato ad un trattamento botulinico che di li a poco mi avrebbe sicuramente proposto, mi diressi ad erbologia, sperando di vedere la più piccola dei Potter da qualche parte per poterle ridare il suo dannato diario. 

Mi sentivo soffocare con quello addosso, quasi come fosse un horcrux, era davvero un pensiero insostenibile. 

Ma nulla, lei e la sua chioma rossa non si vedevano da nessuna parte, era come volatilizzata e, se devo ammetterlo francamente, non mi sentivo molto tranquillo dopo quello che avevo letto, anche se tentavo disperatamente di convincermi che solo per il fatto che non l’avessi ancora vista non voleva dire che fosse morta o altro.

Solamente non l’avevo vista, quindi decisi di cercarla subito dopo pranzo nel giardino, dove era solita rifugiarsi quando si sentiva oppressa. 

Ovviamente si vorrà sapere perché lo so, quindi vi accontento: a volte ci andavo anche io, mi nascondevo dal mondo e mi era capitato non di rado di vederla produrre farfalle o fiori con la trasfigurazione. 

Dunque, dicevo, avevo deciso che sarei andato li per cercarla e ridarle quel maledetto affare che mi stava facendo letteralmente impazzire. 

Passai tutte le lezioni, cercando di concentrarmi quanto più mi era possibile anche se a fatica, e mi diressi a pranzo, sperando di vederla con Mattew o Helena, o quantomeno al tavolo Serpeverde mentre tentava di scomparire dalla vista del mondo, finendo inevitabilmente inghiottita dalla realtà. 

Nemmeno a pranzo o al giardino riuscii a trovarla; nessuno sapeva dove fosse (lo dico perché fermai qualche altro studente chiedendo di lei, ricevendo prima un’occhiata sconcertata e poi il nulla più totale). 

Forse era riuscita davvero a scomparire. 

Dopo questa considerazione fui preso da una forte angoscia, forse più forte di quella che avevo provato leggendo il diario. Corsi dunque al dormitorio facendomi strada a spintoni nei corridoi e mi diressi in camera sua, trovandola sorprendentemente aperta: sembrava quasi che non fosse stata usata, come sempre. 

Non vi erano però i segni che mi immaginavo fossero di un suicidio, perciò tirai un sospiro di sollievo e uscii da quel luogo un po’ più tranquillo e rilassato, sebbene sempre con un peso sul petto dettato dalla preoccupazione. 

Mi fermai un secondo a riflettere: ero preoccupato per Lily Potter? E perché mai? 

Forse perché hai paura che si uccida e perché ti senti in parte responsabile delle sue sofferenze?

Come sempre, la mia saggia coscienza aveva portato alla luce quello che provavo: un enorme senso di colpa, che però non potevo giustificare in alcun modo. 


In fin dei conti non mi aveva mai fatto nulla; solo allora comprendevo la mia immaturità e il mio egoismo e ne provavo infinita vergogna. 

La cercai letteralmente ovunque, in ogni antro di Hogwarts che conoscessi ma la piccola Potter era decisamente sparita dai miei occhi e da quelli di tutti. 

Non che il resto dei nostri compagni o dei suoi familiari se ne fosse accorto, comunque. 

Arrivai al tavolo dei Sempreverde scuro in volto e non fui l’unico. 

-Nott, Zabini.- dissi indifferente. 

-Malfoy- dissero questi.

Passarono alcuni minuti in cui, rispettivamente, Mattew non toccava cibo e Lucas aveva lo sguardo azzurro perso nel vuoto. Mi decisi a rompere il silenzio. 

-Volete spiegarmi che sta succedendo?- 

-Diglielo tu, Lucas.- disse Mattew, che teneva e accarezzava la mano alla sorella minore, anch’essa preoccupata. 

-Dirmi cosa esattamente?- dissi lievemente alterato e preoccupato, ma questo non riusciva a trasparire dalla mia solita indifferenza e strafottenza.

-Oggi ho saputo che Lily Potter- e qui Helena fece come un lungo sospiro. Temetti il peggio. - è stata ricoverata da Madama Chips.- si fermò per riprendere fiato, era come in preda di un attacco d’asma -Sono andato da lei per vedere come stesse, era addormentata, ma sembrava morta. Aveva un enorme cerotto sul retro della testa e non aveva più i capelli. La Chips ha detto che ha sbattuto molto forte la testa e che hanno dovuto drenare l’ematoma, ma dovrebbe stare bene.- 

Helena iniziò a piangere e Mattew la strinse a sé: nessuno ci aveva mai visti piangere, nemmeno durante i periodi più duri; eravamo stati educati affinché le nostre emozioni fossero contenute, trattenute dentro una corazza. 

I purosangue fanno così, ignorano cosa sia essere umani. Bisogna solo essere perfetti al di fuori, quello che poi è il contenuto non è rilevante. 

Avrei voluto piangere anche io, ma non ci riuscivo, non ero abituato a piangere. 

Ma poi perché avrei dovuto? Non eravamo amici, piangerla sarebbe stato ipocrita. 

-Presumo che non sia finita qui, non è vero Lucas?- avrei voluto essere più convincente nel mio solito tono, però non riuscivo a fingere che non mi importasse nulla di lei da quando avevo letto il diario. 

-Già.- prese un altro respiro: adesso potevo capire perché lo facesse, si sentiva soffocare esattamente come me. -Sono stata nella sua stanza per un po’, oggi pomeriggio, e lei ad un certo punto si è svegliata.- si bloccò -Le ho dovuto spiegare che non aveva più i capelli. Non è stato semplice.-

In quel momento non era il solito vanesio, era realmente provato da ciò che le era successo: si era preoccupato esattamente come stavo facendo io. 

-Almeno stava bene?- mi guardarono in tralice -Intendevo dire, non ha riportato danni permanenti?- 

-A quanto pare, no.- disse Helena -Ma queste cose sono imprevedibili.-

Ci alzammo tutti insieme, dopo poco, lasciando integro ciò che ci eravamo serviti nei piatti, e ci dirigemmo verso la sala comune in silenzio. 

Non riuscivo a far smettere di vorticare i miei pensieri, ma una cosa mi era chiara: sarei andato dalla Potter e le avrei ridato il suo quaderno quella notte stessa, non riuscivo più ad avere anche quel macigno sulle spalle. 

Attesi che tutti se ne fossero andati a letto, presi il diario maledetto e mi diressi in silenzio verso l’infermeria, sperando che nessuno fosse in giro per sbarrarmi la strada. Vi arrivai senza impacci, ma quel momento mi procurava sia un grosso senso di sollievo che una grande inquietudine e non riuscivo a capire che sentimento provare per primo. 

Entrai, tentando di tenere a bada il vortice di pensieri che mi confondeva e mi avvicinai al letto della Potter. 

La carezzai con lo sguardo, soffermandomi sulla sua testa rasa, e sulle guance intravidi i fantasmi delle lacrime che aveva speso. 

Decisamente angoscia, mi dissi. 

-Lilian.- sussurrai e le accarezzai la spalla lievemente, per svegliarla. Questa si mosse e prima fu colta dal terrore, poi mi riconobbe e disse un sussurrato -Scorpius, che cosa ci fai qui?- 

-Sono venuto a riportarti questo.- le mostrai il diario e questa fu sul punto di piangere di nuovo. Non volevo che accadesse. -Non preoccuparti non l’ho letto.- mentii sapendo di mentire e la tranquillizzai - L’ho solo tenuto io per non far si che cadesse nelle mani sbagliate dopo averlo trovato in Sala Grande.- 

-Ti ringrazio. Non sei così male come sembri, allora.- accennò un sorriso dolce, che stonava con il contesto, e tentò di mettersi a sedere. 

-Direi che non devi essere stupida come tuo padre e fare l’eroina, non è necessario che tu ti sieda. Anzi, sarebbe meglio se rimanessi distesa.- 

La versione “mamma chioccia” non fa assolutamente per me, che schifo.

-Non sto morendo, eh Malfoy.- e rise piano -Comunque grazie per l’interessamento, è gentile da parte tua.- 

-Sai chi ti ha ridotta beh così?- sono un tipo curioso, insomma. 

-Mi hanno colpita alle spalle, Scorpius, davvero non ne ho idea. Però è stato un colpo potente, non ho fatto in tempo a schivarlo. Comunque a parte il fatto che sono pelata e ho un mal di testa atroce, va tutto come sempre.- 

Mi alzai, una voce dentro di me mi disse che la stavo disturbando e che doveva riposare. Odiavo sentirmi d’intralcio, anche se non l’avrei mai confessato a nessuno. 

-Bene, allora sono contento che tu stia bene. Adesso vado.- e mi voltai. Ma non andai abbastanza lontano, il mio polso infatti fu stretto dalla morsa calda della sua mano. 

Mi gelai sul posto a sentire il suo calore: come poteva un cuore così lacerato essere tanto caldo? Come poteva proprio lei tra tutte fargli provare un calore così immenso?

-Resta, ti prego.- Mi voltai e la guardai -Resta almeno fino a quando non mi sarò addormentata.- 

Aveva solamente bisogno di me per dieci minuti. Potevo farlo, potevo essere altruista una volta tanto.  

Che poi comunque avrei avuto bisogno di tempo per capire perché avevo accettato di rimanere e perché non avevo ancora spostato la sua mano dal mio polso. 

Mi sedetti lentamente, senza perdere di vista la nostra unione e quel calore, quel calore che mi scaldava dentro come un fuoco. 

Non era passione, mi leniva invece l’anima. Mi sentivo sereno, per la prima volta dopo molto tempo. 

-Grazie.- disse e mi guardò. La guardai fino a che il suo respiro divenne regolare, facendomi capire che mi era assopita, poi distolsi lo sguardo.

Sembrava bella e vulnerabile distesa in mezzo a tutto quel bianco. Non c’erano i suoi capelli di fuoco a combattere quell’asetticità, eppure lei sembrava più calda che mai. 

Più vera che mai. 

Sembrava anche forte, forte pure con un enorme cerotto che testimoniava la sua condizione di essere umano; non riuscivo a capire come facesse ad essere così, distrutta ma ancora saldamente in piedi. 

Sapevo solo che io non sarei mai riuscito ad essere come lei, ero troppo debole, anche se non l’avrei ammesso nemmeno sotto cruciatus. 

Mi alzai di botto e la sua mano giacque abbandonata in mezzo a quel bianco, senza forza, non potevo farmi vincere così da stupidi sentimenti, provati in una stupida notte di uno stupido mercoledì. 

Non aveva senso, o almeno così sembrava. 

 

 

NOTE DI QUELLA PAZZA DELL’AUTRICE

non voglio commentare questo capitolo a dire il vero, spero sul serio che vi piaccia quanto piace a me, ovvero moltissimo, porta scorpius e lily ad un altro livello, è tutto molto diverso e mi auguro di aver reso giustizia al biondino e ai suoi pensieri. 

per il resto mi farebbe piacere sapere voi che ne pensate, magari anche nello spazio recensioni ehehe

ringrazio di cuore tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano la storia, siete degli amori, e le mie mitiche tre recensitrici LudovicaCipolla (la mia unica e assoluta musa ispiratrice), Roxy_HP (che era super in ansia per lily dopo lo scorso capitolo -dolcina lei-) e la ladra di libri (a cui presenterò prossimamente Nott, o quanto meno quando lo conoscerò anche io ahahaha) che adoro con tutto il mio cuore. 

vi amo tutti, 

Cami <3

  
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