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Autore: callistas    11/12/2008    2 recensioni
Ciao a tutti! Sono tornata con un'altra storiaccia malefica! E' la classica favola del brutto anatroccolo rivisitata da me. Ovviamente, credo la si conosca e non servono ulteriori dettagli. Ma per chi non la conoscesse è la storia di un anatroccolo che quando è nato è bruttissimo, ma alla fine diventa un bellissimo cigno. In questa storia non ci sono animali ma persone. So che è un obrobrio di presentazione, ma spero di avervi dato l'idea. Commentate!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incontro e svenimento AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!!

Teribbile ritardo! Me si prostra a terra strisciando come un viscido serpente chiedendo perdono e venia. La chiavetta della Vodafone mi ha lasciata a piedi e solo ora posso aggiornare.
E per farmi perdonare, posterò due capitoli e domani sera aggiungerò il consueto.
Spero di aver fatto cosa gradita.

Come sempre, vedere i vostri nomi tra i recensori mi rende la persona più inutilmente felice sulla faccia di questo granellino che nella vastità dell’immenso cosmo chiamano Terra…
Scusate…non pensavo che sniffare borotalco facesse così male…
Comunque…IO VI RINGRAZIO!!!! COME FAREI SENZA DI VOI?!?! Sono così commossa che mi si è fatto un groppino in gola…
Adesso siamo nella fase centrale della storia. Kagome è arrivata a scuola e ovviamente i suoi compagni di classe l’hanno vista. Come hanno reagito? L’hanno notata? Non l’hanno notata? Secondo me da adesso in poi, Kagome si metterà a diete, mangiando aria e vendetta (il pane no perché fa ingrassare, ma dio solo sa quanto è buono…).
Mi prostro umilmente ai vostri piedi e bacio la terra sulla quale camminate e prima di aggiornare vi ringrazio pro-capite.

_Dana_: una nuova commentatrice! Oh gaudio! Oh jubilo! Piacere di vederti qui su questo schermo, ragazza! Mi fa piacere che la reazione di Kagome ti sia piaciuta (oh quante ripetizioni…) e ti dirò anche che in origine avevo deciso di usare termini molto più forti, ma rileggendola in un secondo tempo mi sono detta “no, no…se seguo lo stile della storia, non è proprio da Kagome usare un linguaggio così volgare” e allora mi sono ridimensionata alla potenza. Ho fatto molta fatica visto che Kikyo mi sta proprio sul groppone. Eccoti l’aggiornamento e spero che sia di tuo gradimento. E si, vedrai che combinerà la piccola, innocente Kagome. Più che vendetta con la “V” maiuscola, io scriverei tutta la parola a caratteri cubitali. Besitos!

Cri_91: ciao bellissima! Sono contenta di vedere che commenti costantemente la mia storia. Non sai quanto mi rendi felice! Eh si…adesso Kagome ha imparato una cosa molto importante: la vendetta è un piatto delizioso, ma bisogna stare attenti a non esagerare…adesso che Kikyo è andata fuori dai marroni speriamo che l’allegra famiglia abbia un po’ di meritato riposo e che possano vivere tutti “felici e contenti”…decisamente il mio prototipo di finale preferito.
Eccoti l’aggiornamento con il primo giorno di scuola!

Mikamey: ciao bella! Sono contenta di rivederti! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e spero valga lo stesso per il prossimo. Ti è piaciuto come ho vestito Kagome? Chissà perché ma io me la immagino così, tutta vestita di rosa (come la sfera dei quattro spiriti…dio che vergogna…) o forse perché a me il rosa è un colore che piace molto. Beh, dai…fa lo stesso. Comunque Kikyo si è fatta rivedere ma l’ho anche “spuntata”, o meglio, Kagome ha fatto il lavoro sporco. Io mi limitavo a scrivere quello che vorrei dire io di persona a lei (spero di essermi spiegata, altrimenti vige sempre il 4½…hehe…) E sono perfettamente d’accordo con te. Se non ci fossero i periodi bui, come si potrebbero apprezzare gli sprazzi di luce? (Scusa…effetto borotalco…). Grazie mille per i complimenti, sono sempre i bene accetti (mi raccomando aggiorna pure tu…).
Besitos!

Laretta: perfetto. Adesso vedrai che combinerà Kagome e la sua neo-bellezza. Le farò o non le farò fare una strage di cuori? Essere o non essere…questo è il problema…adesso ti lascio con l’aggiornamento, e ti aspetto a fine capitolo.

Kagome19: meno male…temevo reazioni spropositate, fischi e pomodori marci, ma mi compiaccio nel vedere che la lezione che ho dato alla mummiaccia è piaciuta. E adesso? Che farà Kagome adesso? Anch’io propendo per l’atroce vendetta, ma cercherò di non farmi prendere la mano.
E scusa…come dovrebbe finire? (me sdegnata O.O) :-p

Kaggy95: kiss kiss anche a te! Grazie per aver lasciato un commento anche se eri di fretta. Mi ha fatto molto piacere! Spero di rivederti al prossimo capitolo!

Mary_loveloveManga: figurati, per così poco? La storia mi ha veramente intrigato fin dal primo capitolo e non vedo l’ora di sapere come va a finire (se mi vuoi dare qualche anticipo mica mi offendo, sai? :p) Comunque l’importante è che tu faccia quello che ti senti. Sono contenta che Kagome abbia fatto un buon lavoro. Chissà che sfinimento correre da un negozio all’altro anche solo per raccogliere cataloghi, campioni…mi viene la pelle d’oca solo a pensarci. Ovviamente, non potevo non sottolineare il mio disappunto (o odio, vedi tu come definirlo…) verso quella donna rinsecchita! Vaso canopo? Questa me la devo proprio scrivere perché non l’ho mai sentita. Simpatica però…mi ha fatto ridere. Si, si…concordo con te. L’ho fatta veramente grossa con la balla della malattia, eh? Io penso che devo aver avuto un’infanzia terribile per inventare robe simili, eppure…i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla…boh?
Sai, mi piaceva l’idea di rendere Kagura un po’ più umana e farla chiamare “mamma” da Kagome secondo me ha aiutato tantissimo, che ne dici? Troppo smelenso? E anche qui, concordo, vendetta e nutella, è un binomio azzeccatissimo.
Ma figurati, mi piacciono i commenti kilometrici e spero che il prossimo lo sia altrettanto (hehehe…)

Kirarachan: perché la fuga dello sposo? Credi che il tuo lui non approverebbe? Non preoccuparti…tutt’al più investilo con la carrozza, almeno sei sicura che non scappa. Comunque è meglio passare al capitolo, va…
Adesso che mi ci fai pensare non avevo inserito un dialogo/monologo sul padre che inveisce contro la figlia per rimproverarla di non avergli detto niente della sua infanzia…ammazza la pupazza…diciamo che lo avevo dato per scontato e ti ringrazio per avermelo fatto notare. Sappi che quando leggerai la sfuriata di Naraku, quella parte sarà dedicata a te! (Minchia totò…mi hai salvato la storia…).
Beh…porta pazienza…ma non sono così contorta…altrimenti il pairing Inu/Kag mi va in malora. : p
Besitones!

Ryanforever: guarda che se lo vuoi veramente, un vestito simile lo puoi mettere quando vuoi…ad esempio se devi vendicarti su qualcuno come ha fatto una certa ragazza di nostra conoscenza…dai? Da cosa l’avresti capito che Kikyo si sarebbe rifatta viva? Forse ho sottovalutato la tua intelligenza e lo hai capito subito…mannaggia a me…
Sono contenta che la risposta di Kagome ti sia piaciuta. Mi sono sentita riempire l’orgoglio di soddisfazione mentre buttavo giù quelle righe.
Sono contenta che condividi il mio pensiero su come far felice una persona e credo che Kikyo lo abbia inteso.

A voi tutte ecco l’aggiornamento!


Anche se ora aveva la madre che le faceva tutto, non aveva perso l’abitudine di alzarsi presto, in quanto adesso doveva anche truccarsi un po’. Mise del phard, un po’ di ombretto rosa sugli occhi e del lucida labbra. Lasciò liberi i capelli di ondeggiare seguendo i suoi movimenti e poi uscì.
Il tragitto da casa a scuola non le era mai sembrato così emozionante. Il cuore le batteva velocemente, soprattutto perché non vedeva l’ora di vedere la faccia del suo affezionatissimo compagno di banco. Doveva mordersi la lingua per non scoppiare a ridere dall’emozione e, tra un pensiero di vendetta e l’altro, arrivò davanti all’ingresso della scuola. E lo vide, come se lo avesse visto per la prima volta in vita sua. Sorrise e tirò un sospiro per incoraggiarsi e con passo deciso si avviò verso il quadro generale che indicava i nomi degli alunni, le rispettive classi e i piani di dove esse si trovavano.
Entrò nella classe destinata ad ospitare gli allievi della quarta della sua sezione e come al solito attese l’arrivo dei suoi compagni, ma di uno in particolare. Non conoscendo il programma del primo giorno di scuola, i ragazzi erano tutti senza lo zaino. Kagome si era affacciata alla finestra quando sentì i suoi compagni entrare.
Partirono immediatamente dei brusii, segno che stavano parlando di come fosse cambiata in quell’estate. Entrò anche l’ultimo ritardatario che si sedette vicino a Kagome, come al solito.
“Ciao.” – disse lui, non sapendo come comportarsi. Kagome si girò verso di lui e sorrise vittoriosa.
“Buon giorno…” – salutò lei.
Inuyasha era ammutolito del tutto. Quella che si trovava davanti era si Kagome, ma la Kagome che l’aveva smaccato l’ultimo giorno di scuola. Inuyasha, avendo l’occhio clinico, aveva immediatamente notato la gonna che era un po’ più corta e la camicia un po’ più aderente. Il viso era finemente truccato, niente di esagerato e si stupì nel pensare a quanto fosse…carina Kagome. Si trattenne nel pensare ad aggettivi un po’ più forti.
In quel momento entrò il professore e fece il solito discorso di inizio anno. Nessuno lo stava a sentire, nemmeno Kagome che ormai lo aveva imparato a memoria. Si trovò da fare qualcosa, finchè non guardò in faccia Inuyasha che la guardava a sua volta come uno stoccafisso.
“Puoi smetterla di fissarmi?” – chiese con un sorriso sulle labbra. Inuyasha arrossì e si ricompose immediatamente e Kagome dovette ammettere che la vendetta era un piatto molto gustoso…

Arrivò l’intervallo e Kagome lo passò in terrazza da sola.
O almeno questo era quello che lei pensava.
Si aggrappò alla rete e guardò di sotto. I suoi compagni ridevano e scherzavano, altri giocavano a pallone, altri erano seduti all’ombra degli alberi per riposarsi un po’. Non si accorse di una presenza alle sue spalle.
“Ciao.” – Kagome si girò di scatto e si sorprese di trovarselo di fronte. Comunque sorrise per gentilezza.
“Ciao.”
“Come mai tutta sola?” – chiese lui. Kagome alzò le spalle.
“Così…non mi andava di stare in mezzo al casino…”
“Come ti chiami?”
“Kagome, Kagome Higurashi.” – il ragazzo sgranò gli occhi per la sorpresa.
“Quella Kagome Higurashi?” – ora quella sorpresa era Kagome.
“Perché? Ne conosci altre?” – il ragazzo la squadrò da capo a piedi, indugiando spesso e volentieri sulle sue gambe.
“E’ che tu…cioè…no…wow…” – il ragazzo era sempre più imbarazzato ed eccitato. Kagome rise.
“Hai notato il mio cambiamento, vero?” – chiese Kagome divertita.
“S-si…”
“Posso sapere il tuo nome?” – il ragazzo si svegliò e porse la sua mano a Kagome, che la strinse.
“Koga, Koga Yoro. Piacere.”
“Piacere mio, Koga.”
I due passarono l’intero intervallo a parlare, scoprendo di avere molti interessi in comune.
I due passarono l’intero intervallo a parlare, non sapendo però che una terza persona stava ascoltando tutto quello che si dicevano.

“Ora devo rientrare in classe…ma mi ha fatto piacere conoscerti, Koga.” – disse lei con un bel sorriso.
“Il piacere è stato mio, Kagome.”
I due si salutarono e Kagome tornò in classe. Era incredibile come il primo giorno di scuola le avesse relalato la conoscenza di uno di quinta, tra l’altro uno dei più corteggiati dell’istituto. Rientrò in classe con un bel sorriso, sempre ripensando al fatto che la bellezza esteriore stava guadagnando a vista d’occhio punti su punti e Inuyasha se ne accorse. Girò la testa dall’altra parte e non la salutò a differenza di lei.
“Ciao…” – disse lei, non ottenendo risposta. Kagome fece una faccia come per dire “w l’educazione…” – non disse altro e riprese ad ascoltare le ammonizioni dei professori.

La scuola finì quel giorno e Kagome aveva ritirato dalla scrivania del professore gli orari e l’elenco dei libri di testo. Quel pomeriggio lo avrebbe speso ad acquistarli, facendosi accompagnare dalla madre. Di solito era un lavoro che faceva da sola, che Kikyo vi fosse o meno. Però in fondo le sembrava una buona idea andare con Kagura. Così avrebbero cominciato a conoscersi anche sulle piccole cose.
Entrò in casa e salutò tutti calorosamente.
“Ciao! Sono tornata!”
“Ciao tesoro! Com’è andato il primo giorno di scuola?”
“Fatto niente come al solito! Senti, oggi mi accompagneresti in carto-libreria a prendere i libri di testo?”
“Ma certo, volentieri!”
Naraku quel pomeriggio aveva dovuto rimanere in ufficio per finire alcuni lavori lasciati in sospeso. Verso le quattro del pomeriggio Kagura e Kagome uscirono insieme con dei sacchetti molto resistenti e andarono in carto-libreria.
Appena entrate, consegnarono subito l’elenco dei testi necessari, mentre loro andavano ad acquistare il resto. Finirono che la commessa aveva portato su tutto il malloppo di cultura.
“Ecco a voi…grazie e arrivederci!”
“Arrivederci!” – salutarono le due.
“Andiamo a prenderci qualcosa, gioia?” – chiese Kagura.
“Si, dai…”
Presero posto allo stesso bar di quando Kagura aveva avuto modo di conoscere il famigerato Inuyasha e, senza farlo apposta, la prima occasione della chilometrica lista di vendetta le fu servita su un piatto d’argento. Inuyasha era entrato al bar ed era sempre assieme ad alcuni suoi amici, che con un gesto interessato del mento, indicarono al ragazzo la presenza di due sventole. Quando Inuyasha si girò, sgranò gli occhi quando vide Kagome assieme alla donna dell’altra volta, che fu presentata come sua madre e non come migliore amica.
“Ciao Kagome…” – disse lui senza tanti atteggiamente da divo. Lei lo salutò con un bel sorriso.
“Ciao Inuyasha…scusami se ti ho risposto male l’altra volta…” – disse lei, fintamente dispiaciuta. Dio se se l’era meritata quella risposta quel giorno! Ma ora era venuto il momento di ripagarlo con la sua stessa moneta e quando vide la sua faccia, pensò di aver centrato appieno il bersaglio. – “Ti presento mia madre, comunque…” – Inuyasha sgranò gli occhi e guardò alternativamente Kagome e sua madre, incredulo. Inghiottì pesantemente e con un sorriso imbarazzato strinse la mano della donna. Kagome lo guardava con la faccia di chi aveva tante cose da dire, ma che una era più evidente delle altre: fa male messo in quel posto, vero?
“Pi-piacere signora…Inuyasha NoTaisho…” – Kagura gli strinse la mano cordialmente.
“Piacere mio, Inuyasha…non sentirti in imbarazzo per l’altra volta…mi fa piacere non essere scambiata per una vecchia zitellona.” – Inuyasha si rilassò palesemente e osservò Kagome guardare la madre con un bel sorriso. Sentì qualcosa all’altezza dello stomaco. – “Prendi qualcosa con noi?”
“Se non disturbo…” – affermò il ragazzo, prendendo posto.
“Ma figurati…almeno mi racconti un po’ di Kagome…sai, so praticamente poco dei suoi anni precedenti…” – Inuyasha era confuso. Come faceva sua madre a non sapere niente di come andava la figlia a scuola? Si ma…cosa poteva dirle?

=Seee, bravo deficiente…= pensò il ragazzo che non sapeva come cavarsi da quell’intoppo.
“Beh…che posso dire? Le piace studiare, mai un’assenza…la tipica alunna modello.” – disse mentre si allargava il colletto della camicia con fare agitato. Kagome lo osservava da dietro la frangetta. Sapeva benissimo che non avrebbe mai detto a sua madre l’intera verità. Dopotutto…cosa ci avrebbe guadagnato?
“Si, ma…cosa fa durante l’intervallo? State insieme? State con i vostri amici?” – Inuyasha era sempre più perplesso per via di tutte quelle domande.
“Signora…posso chiederle una cosa? Non…non si arrabbi, però…”
“Dimmi…”
“Kagome non le racconta mai niente durante la giornata?”
“Beh si…ma come ti ho già detto, so ben poco dei suoi anni precedenti.”
“Perché?” – azzardò lui.
“Mamma…” – intervenne Kagome che aveva finito la sua aranciata. – “Andiamo? Devo ancora finire di mettermi a posto la camera e sistemarmi i libri. ” – Inuyasha osservò Kagome e la sua prontezza del fermare il discorso. Come mai si era innervosita?
=Sta nascondendo qualcosa…= pensò Inuyasha, sentendosi sempre più incuriosito da quella ragazza.
Kagura era sorpresa. Kagome non usciva mai di casa se non prima di aver sistemato la sua camera e averla pulita peggio di una sala operatoria. Il dubbio che forse era imbarazzata di averla come madre la prese a tradimento, ma si alzò senza dire niente, se non per salutare Inuyasha. Allora perché le aveva chiesto di chiamarla mamma?
“Hai ragione, tesoro…si è fatto tardi. Ciao Inuyasha…è stato un piacere conoscerti.”
“Piacere mio signora…ciao Kagome. Ci vediamo domani.” – la ragazza si girò e lo salutò, stavolta con aria meno baldanzosa.
“Ciao…”
Le due si avviarono silenziose verso casa.
La decisione di Kagome di troncare sul nascere quella conversazione non era dovuta al fatto che lei si vergognasse della madre, anzi…era più che felice di avere Kagura come seconda mamma, ma più che altro perché non le andava di dover spiegare a Inuyasha la sua vita privata. Non aveva voglia di ricordare i momenti brutti passati con Kikyo. E siccome Inuyasha era conosciuto per la sua irrefrenabile curiosità nel voler sapere tutto di tutti, se avesse solamente intuito che c’era qualcosa di strano sotto, l’avrebbe sottoposta ad un terzo grado da paura. E poi…chi si poteva credere lui per farle domande così personali?
Le due entrarono in casa silenziose. Kagome appoggiò sul tavolo della cucina i libri e andò da Kagura.
“Mamma…posso parlarti un secondo?” – Kagome vide che sua madre era strana, ma li per li non ci diede molto peso.
“Certo…dimmi…” – disse la donna, passandosi le mani sulle ginocchia, nervosamente.
“Ecco…per prima io…” – ma Kagura la bloccò, accennando un sorriso tirato.
“Non ti preoccupare…forse non ti sei ancora abituata ad avermi come seconda madre, ma non ti preoccupare…” – Kagome scosse la testa.
“Guarda che è l’esatto opposto!” – Kagura si sorprese molto. – “Ho voluto evitare l’argomento perché conosco Inuyasha. So che è un curioso cronico e se gli avessi detto anche mezza parola sul discorso mi avrebbe tampinato fino alla morte. Credimi, è meglio che non sappia niente, anche perché questi sono affari miei e non suoi.”
“Quindi…non ti vergogni di me?” – chiese timidamente Kagura. Kagome corse ad abbracciarla.
“Per l’amor di Dio…non dire mai più sciocchezze simili!” – Kagura sorrise, ma poi svenne tra le braccia della figlia, mandandola nel panico più totale.
“MAMMA! MAMMA! CHE TI PRENDE?” – Kagome fece sdraiare la donna sul divano e corse immediatamente a chiamare un’ambulanza che arrivò dopo cinque minuti.
“Che è successo?” – chiese un soccorritore.
“Non lo so…stavamo parlando e lei è svenuta!” – spiegò terrorizzata Kagome.
“Lei è la figlia?”
“Si…”
“Vuole venire con noi?” – Kagome lo guardò seccata. Domanda più stupida non poteva farla.








Chissà cos’avrà Kagura? Avrà anche lei una malattia incurabile come Kikyo? Come la prenderanno Kagome e Naraku? Se continuate a leggere lo scoprirete.









Scherzetto!










Erano in ospedale, quando ad un certo punto entrò di botto un uomo preoccupato a morte per la salute di sua moglie. Kagome era seduta su una sedia accanto a Kagura e le raccontava la sua giornata, cercando di distrarla, anche se la notizia ricevuta le aveva sconvolte.
E parecchio, anche.
Kagome era appena uscita dalla stanza dove avevano sistemato la madre per vedere se c’era traccia del suo papà. Quando l’aveva chiamato i medici non le avevano detto ancora niente e quando suo padre aveva risposto al telefono erano più i singhiozzi che non le parole che la ragazza riusciva a spiaccicare. Ovviamente, quando Naraku sentì sua figlia piangere e invocare il nome di Kagura, era sbiancato e con enorme fatica era riuscito a farsi dare il nome dell’ospedale dalla ragazza.
Ed ora era li, angosciato come mai lo era stato in vita sua.
“Kagome!” – esclamò Naraku.
“Papà!” – e gli corse incontro abbracciandolo, felice che fosse arrivato. Naraku la ispezionò da cima a fondo, constatando con sommo sollievo che la figlia non aveva tagli o abrasioni. Accertatosi che la figlia stesse bene, chiese di sua moglie.
“Dov’è? Come sta?”
“Ohi! Respira! Sta bene! E’ di la che ti aspetta…” – disse Kagome indicandogli la stanza corretta. Naraku si fiondò di corsa davanti alla porta della stanza indicatagli da Kagome. Entrò titubante e vide Kagura distesa sul letto con il volto girato verso la finestra con una flebo il cui ago andava a conficcarsi nel suo braccio.
Un leggero bussare la distrasse dalla contemplazione del cielo.
“Ehi…ciao!” – Naraku le si avvicinò e la baciò.
“Sono corso appena ho saputo…ma che è successo! Kagome era disperata!” – Kagura rise. – “Kagura…non mi sembrano cose sulle quali ridere. Che ti hanno detto?”
“Oh beh…” – Kagura si mise a sedere e Naraku l’aiutò immediatamente. – “…Kagome entra! Non rimanere li sulla porta…” – Kagome entrò imbarazzata.
“Oh beh…pensavo voleste rimanere soli…”
“Vuoi dirglielo tu?” – disse la madre.
“Io? No, no…stavolta tocca a te…” – disse indicando la donna con l’indice.
“Qualcuno si degna di dirmi qualcosa o devo chiedere direttamente ai medici?”
“Naraku…sono incinta.” – il viso corrucciato e preoccupato di Naraku mutò immediatamente espressione, le rughe formatesi agli occhi per la preoccupazione si distesero per lasciare il posto ad un sorriso luminoso. Si lanciò senza tanti preamboli sulla moglie e la abbracciò. Kagome sorrise e uscì dalla stanza per dar loro un po’ di intimità. Anche se era a causa della troppa intimità che Kagura ora era su quel lettino. Arrossì in maniera scandalosa, immaginando i suoi genitori che…scosse la testa, ancora sconvolta da quei pensieri e andò alle macchinette per prendersi un the caldo e riflettere.
=Spero mi vorranno ancora bene…= teneva in mano il suo the mentre, senza nemmeno accorgersene, piccole lacrime iniziarono a scendere sulle guance. Sussultò quando sentì un paio di braccia avvolgerle le spalle, riconoscendo quel tocco tra mille.
“Sarai sempre il mio cucciolotto, lo sai vero?” – Kagome sorrise.

Naraku e Kagura erano ancora abbracciati e non si erano ancora accorti dell’assenza di Kagome.
“Kagome vieni anc…dov’è Kagome?” – chiese Kagura. Naraku si girò di scatto e, dopo i primi istanti di smarrimento, decise di andare a cercare la figlia.
“Accidenti…” – esclamò il padre. – “…non vorrei si fosse sentita esclusa…” – disse lui, rimproverandosi per averla lasciata da parte.
“E allora muoviti e vai da lei! Dille che non cambierà assolutamente niente.” – Naraku uscì dalla stanza e si diresse a passo sicuro verso le macchinette del caffè e la trovò ferma in piedi, immobile, con un bicchiere in mano. La vide piangere e il suo cuore divenne piccolo piccolo per il dolore. Le si avvicinò e l’avvolse in un caldo abbraccio.

“Sarai sempre il mio cucciolotto, lo sai vero?” – Kagome sorrise e si girò un po’ verso di lui. Non aveva la forza di parlare, così annuì. – “Kagome, guardami…” – la figlia si girò, ma era evidente lo sforzo che stava facendo per trattenersi dal non piangere a dirotto. – “Tra poco ti arriverà un fratellino o una sorellina…” – Kagome abbassò gli occhi. – “…e tu ci dovrai aiutare. È molto importante, sarai per lui o lei un punto di riferimento, ma qualunque cosa accada, ricordati che noi ti vorremo sempre bene.” – Naraku l’abbracciò e Kagome rispose all’abbraccio. Si staccarono e lei si asciugò le lacrime. Adesso doveva andare da sua madre e farle le congratulazioni.







Adesso il capitolo è veramente finito.
Bella la malattia di Kagura, eh? Secondo me non c’è niente di meglio che vedere un dottore entrare nella tua stanza, reggere in mano un’anonima cartelletta sulla quale vi è scritto l’esito.
Ti interroghi su quale malattia ti possa aver colpito e quando lo senti, quando ti senti dire “congratulazioni…lei è incinta.” ti si apre il cuore e inizi già a pensare all’università per tuo figlio.
Ci tengo a precisare che non sono incinta, ma me lo ha raccontato un’amica di famiglia, molto sensibile su questo punto. Mi sono messa a piangere per lei.
Detto ciò, vi aspetto fiduciosa al prossimo aggiornamento.
Besitos!
  
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