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Autore: _Giuls17_    08/03/2015    5 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cinquanta sfumature di Tris
 
Quattro rimase immobile, come se le parole pronunciate da quella ragazza gli avessero dato un’altra prospettiva della situazione.
 
Depistata.
 
Quella parola aveva iniziato a rimbombargli nella mente, subito dopo averla sentita, sapeva il suo significato e proprio perché lo sapeva, capiva che quella sarebbe stata la sua quinta paura.
L’aveva data per scontata così tante volte che meritava quella punizione.
 
-Hai paura?- Peeta si avvicinò all’apertura e lo guardò.
-Cosa?-
-Ti ho chiesto se hai paura ma essendo un Intrepido questa parola non dovrebbe farti nessun effetto, eppure la vedo, nei tuoi occhi.
Se sei venuto qui solo per una soddisfazione personale, solo per fare il dispetto alla tua ragazza, vattene.
La ragazza che sta nell’altra stanza è stanca di essere sempre messa da parte, stanca di dover prendere tutte le decisioni e di farsi carico di tutti i problemi del mondo.-
-Non…-
-Perché se credi che correrà da te ad abbracciarti ti sbagli di grosso, quindi se superi questa soglia, sappi che ti dovrai assumere la responsabilità delle tue azioni, i depistati sono le peggiori creature di questo mondo. La loro testa è divisa in due, e nessuna delle due parti ti porta alla ragione.
Hanno il vuoto dentro e la rabbia che circola nelle vene.-
-Ne parli come se ne conoscessi qualcuno.- asserì calmo.
-Lo sono stato anche io, e se sono qua è solo per Katniss. Quindi te lo dico nuovamente, se entri ti assumerai una parte della responsabilità di Tris, se te ne vai, ci penseremo noi e faremo finta di niente.-
 
Quattro non indietreggiò, guardò Peeta negli occhi e fece un passo avanti.
-Non sono pronto a lasciarla andare, non lo avrei fatto neanche due anni fa.-
-Gira a destra, sulla prima porta.-
-Grazie.-
 
Espirò lentamente, neanche si era reso conto di aver trattenuto il fiato e s’incamminò vero la direzione e in pochissimo tempo si ritrovò davanti la porta indicata.
Avvicinò l’orecchio ma non sentì alcun rumore, così decise di bussare e aprì di poco la porta.
L’unica luce che illuminava la stanza dell’Hovercraft era quella della luna, semplice con il letto al centro, un armadio e probabilmente il bagno, vide Tris rannicchiata sul letto, le gambe strette al petto.
Non aveva più i vestiti con la quale si era presentata quel pomeriggio, ma indossava una maglietta troppo grande che la copriva quasi del tutto, lasciando scoperte solo i polpacci e metà gamba.
Percepì il suo cuore pompare sangue, aumentando il suo ritmo, e senza volerlo ricordò il giorno che avevano fatto l’amore, quando nonostante la guerra loro erano assieme e potevamo amarsi, ancora.
Adesso però quella visione gli provocò anche dolore, l’aveva persa.
Si avvicinò lentamente e solo allora iniziò a notare alcuni dettagli: sulla gamba sinistra, per metà nascosta, vi era una brutta cicatrice; il braccio destro era coperto da una garza fresca ma macchiata di sangue; il braccio sinistro era ricoperto di lividi e i capelli sani e lucenti adesso erano morti.
 
-Cosa sei venuto a fare?-
Quel suono gli gelò il sangue e gli diede modo di pensare razionalmente.
-Sono qua per te.-
 
Tris si voltò e lo guardò, lesse tutto attraverso i suoi occhi ma non provò niente dentro di sé, adesso capiva le sue cinquanta sfumature.
-Hai sprecato il tuo tempo e avrai sicuramente fatto incazzare Christina.-
-Non mi interessa.-
-Davvero Tobias? O dovrei chiamarti Quattro, adesso? Lo spietato Quattro degli Intrepidi?-
-Non è come pensi.- avanzò e si ritrovò molto vicino al letto, la guardò negli occhi ma fu difficile leggervi dentro.
-Forse capisco troppo bene.-
-Quando mi hanno detto che eri morta, Tobias è morto con te, quella era l’unica parte della mia vecchia vita che io ho condiviso con te e senza di te non valeva la pena essere ancora quel ragazzo.-
-Se la metti così allora, neanche io sono Tris, io sono nessuno.- sussurrò, guardando fuori dalla finestra.
-Cosa ti hanno fatto?- avvicinò una mano al suo viso ma lei si allontanò, scendendo dalla parte opposta del letto.
-Credevo di essere stata abbastanza chiara su quello.-
-C’è qualcosa mi nascondi e io so leggere dentro di te, ti ho amata così tanto che vederti così mi spezza il cuore.-
-Questo mi aiuta a farmi capire che ormai il mio posto è stato occupato da Christina.- continuò, sorridendo.
-Perché sorridi? E no, il tuo posto è ancora dentro il mio cuore, nessuno, neanche lei, è mai riuscito a prenderlo.-
-Quattro non mentirmi.-
-Allora non lo fare neanche tu.-
 
Tris chiuse gli occhi, lui voleva la verità e l’avrebbe avuta, per quanto cruda e orribile essa fosse.
 
Non sento niente.
 
-Vuoi sapere? Vuoi davvero sapere?-
-Sì.-
-Mi hanno maltrattato dal primo giorno che sono arrivata, hanno usato qualsiasi tipo d oggetto contundente potesse farmi male per avere informazioni: coltelli di tutte le dimensioni, lame e pugnali; quando hanno visto che il dolore potevo gestirlo, che potevo resistere, hanno iniziato con i sieri, ogni giorno un siero diverso associato a una tortura diversa.
Solo dopo hanno sperimentato l’elettro shock e il veleno degli aghi inseguitori, ti lascia in preda a delle terribili allucinazioni se non viene curato per te ma più di tutto amavano frustarmi, sentivo il loro sadico piacere nel vedermi contorcere alle loro percorse, ma io sono stata più brava.- gli diede le spalle e alzò la maglietta per lasciare intravedere la schiena.
Non si preoccupò di farsi vedere le mutande né di essere mezza nuda, ma gli lasciò vedere i segni che neanche il tempo era riuscito a sbiadire, sentì il verso provenire dalla sua bocca e abbassò la maglia.
-Io non ho mai pianto, non ho mai urlato, sono rimasta in silenzio per due anni, Quattro. Così dopo le frustate hanno provato a soffocarmi con l’acqua, hanno usato tutti i metodi più brutali per provare ad uccidermi, mi hanno rotto il braccio un paio di volte, solo per il piacere di rimettermelo a posto e di rompere l’altro un paio di giorni dopo.
Sono stata torturata, maltratta e sono stata violentata da quelle persone, ma ho resistito due anni, due anni persi a sperare di riuscire a scappare prima o poi.-
Si fermò per guardare il suo viso, vi lesse paura, dolore, disperazione, tutti sentimenti che lei conosceva fin troppo bene e che le avevano rimosso.
-Hanno giocato con me, Quattro, mi hanno tolto la capacità di amare. Io ho cinquanta sfumature di tenebra dentro di me, Tris non esiste più.-
-E il polso?-
-Sono stata io perché io non sento più niente. Qua dentro il mio cuore non batte più, è un organo informe, rovinato, lacerato, e mi fa provare solo odio, odio e rabbia.-
-Tu non sei così.- disse asciugandosi le lacrime.
-Adesso io sono così.-
-No.- avanzò deciso verso di lei e per la prima volta ebbe paura.
-Non toccarmi.-
-Tris.-
-Ti ho detto di non toccarmi.- disse con più decisione, -Non lo posso sopportare.-
-Da lei ti sei fatta toccare, dammi anche a me questa possibilità, cazzo Tris, ancora una volta non riusciamo a essere sulla stessa onda, ancora una volta combatti una battaglia di cui non mi hai reso partecipe.-
-Sì perché tu hai Christina e devi dimenticarti di me!- sbottò, facendo un paso verso di lui.
-Io amo te! Ti amo Tris, non ho smesso di pensarti in questi due anni, non ho mai smesso di pensare a come avrei potuto evitarti la morte, il dolore, la scelta più grande di te.-
-Non potevi. Non potevi fare niente per me, il mio destino era già scritto: io sono la vittima da sacrificare.-
-No.-
Allungò un braccio e prese la sua mano e la trascinò contro il suo petto, la sentì contorcersi a quel contatto, ma non la lasciò andare, non diede peso alle sue parole, ai suoi insulti o alle sue grida.
Aveva sognato per due lunghi anni il suo corpo, il suo odore e la sua voce, aveva sognato di poterla abbracciare ancora una volta, di poter recuperare il tempo che aveva buttato ed adesso che poteva farlo, le avrebbe impedito di crearsi un muro attorno al cuore.
-Quattro lasciami.-
Abbassò lo sguardo e vide le lacrime scorrerle lungo il viso.
-Non posso lasciarti andare perché ti amo e perché combatterò per te questa volta.-
-Io non sento niente, Quattro.-
-Ti aiuterò a sentirlo nuovamente, ti prometto che ti aiuterò Tris, ma adesso lasciami qui con te, per favore.-
Aumentò la stretta lungo il suo corpo esile, troppo magro e leggero e sentì le sue lacrime aumentare, accompagnate dai singhiozzi disperati, lei non lo abbracciò ma non si aspettò niente del genere, gli stava bene così però.
-Andrà tutto bene.-
-Non è vero…- sussurrò lei, nonostante il pianto, -Non provo niente.-
-Adesso, ma con il tempo sarà diverso.-
 
Tris chiuse gli occhi e appoggiò il viso al suo petto, lasciandosi andare al pianto, al dolore e alla rabbia di essere diventata in quel modo. Non avrebbe mai più potuto prevedere le conseguenze delle sue azioni, dentro di se c’erano così tante Tris che non poteva tenerle a bada tutte.
 
“Lo senti?”
Cosa?
“È il calore del corpo di Quattro, mi era mancato.”
… Anche a me…
 
*
 
-Starà bene?- domandò Katniss guardando la porta.
-Il tempo è l’unica medicina valida.-
-Per te è stato così ma ho come la sensazione che il suo dolore sia più radicato.-
-Non mi preoccuperei per questo, Quattro ha capito cosa deve fare e sono sicuro che non la lascerà andare, ma dobbiamo assolutamente capire cosa il nemico vuole fare.-
-Mi frullano così tante idee che ho paura che si realizzino.-
-Usare gli Hunger Games per selezionare soggetti puri?-
-Peeta.-
-Io e te la pensiamo allo stesso modo da tempo, ma ci potrebbero essere altrettante soluzioni valide, non sappiamo se vogliono colpire Chicago o Panem, non sappiamo chi vogliono distruggere, dobbiamo ottenere delle informazioni.-
-Tris vorrà andare al Dipartimento, è il suo punto di partenza.-
-Andremo con lei, allora.- Gale concluse, intromettendosi nella discussione.
-Bene, abbiamo un piano allora.-
 
Gale osservò Peeta lasciare il salotto e dirigersi verso la camera da letto e notò che Katniss era rimasta lì, con lui.
-Sono felice che la Paylor abbia chiamato te.- disse, guardandolo negli occhi, -In questi due anni hi sperato di rivederti.-
-Perché?- domandò sorpreso.
Si erano lasciati in malo modo e lui le aveva voltato le spalle senza guardarsi indietro, ferito e amareggiato dall’unica persona che aveva amato, anche se il tempo aveva alleviato le sue ferite, non era riuscito a dimenticare.
-Perché solo dopo ho compreso che la bomba non era la tua, prima ero accecata dalla rabbia, dall’odio ma poi ho rivisto tutto in modo chiaro, e non ti ho mai chiesto scusa.- ammise, scrollando le spalle.
-Katniss.-
-Era una cosa che volevo dirti Gale e adesso sento un fardello in meno sul petto.- lei si voltò per raggiungere la camera che divideva con Peeta, ma si fermò al suono di quelle parole.
-Anch’io sono felice che mi abbia dato questo incarico.-
Katniss sorrise e seppe che nonostante il dolore, la rabbia e l’assenza, il suo migliore amico era tornato da lei.





∞Angolo dell'autrice: Buona domenica a tutti !! ^^ Oggi splende il sole ed io sono così felice che il capitolo precedente vi sia piaciuto, nonostante fosse corto e avesse rimandato il tanto atteso scontro, ma adesso ci siamo!!
Cosa ne pensante? Sappiate che Tris è combatutta, le sue cinquanta sfumature si riferiscono al presupposto che lei ha tante Tris dentro si se, tanti aspetti della sua personalità che non riesce a gestire bene e il suo "non senso niente" è indirazzato proprio a questo.
Si è spenta, se così possiamo dirlo e solo il tempo le sarà d'aiuto.
Spero anche di aver chiarato la situazione tra Katniss e Gale!! 
Adesso vi ringrazio perchè io non ho davvero parole per esprimere i miei sentimenti e la vostra dedizione a questa storia <4
Vi lascio allo spoiler:


-Il piano?-
-Entriamo, Quattro ci porta direttamente da David, senza troppi giri di parole e senza spargere la voce.
Devo vederlo prima che sappia del nostro arrivo.-
-Andiamo allora.-

 
   
 
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