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Autore: CacciatriceDiTramonti    08/03/2015    2 recensioni
-..il nuovo tipo di hovercraft si chiama Hawk, come mio padre, perché il suo nome voleva dire falco e perché questo mio successo lo dedico a lui, che purtroppo non c'è più ma finché c'è stato mi ha insegnato ad essere un uomo, lo dedico a mia madre che non si è lasciata andare ed ha continuato ad amarci perché siamo la cosa più bella della sua vita, insieme a papà. Lo dedico a Rory, per la sua sensibilità, e perché è un degno uomo di casa, ora che io sono qui. Lo dedico a Vick per essere così burrascoso, perché dice sempre quello che pensa se ci tiene davvero. Lo dedico a Posy, il mio fiorellino, la mia principessa..-
[..]
Gale era ormai un uomo di venticinque anni che, benchè non avesse ancora sconfitto tutti i suoi mostri, dopo tanta sofferenza ce l'aveva fatta.

{ fa parte della serie "Rinascere dalle Ceneri - Like a Phoenix" }
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cressida, Famiglia Hawthorne, Gale Hawthorne, Nuovo personaggio, Presidente Paylor
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Rinascere dalle Ceneri - Like a Phoenix'
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[five year post rebellion].
Quella mattina Gale Hawthorne non dovette nemmeno preoccuparsi di aprire gli
occhi, dato che non li chiudeva ormai da più di ventiquattro ore.
Aveva passato la notte seduto sul letto, immobile, con gli occhi
fissi su un punto non molto preciso della parete di fronte a lui, ad
improvvisare mentalmente il discorso che avrebbe dovuto sostenere
l'indomani. Inizialmente aveva provato a scriverlo e memorizzarlo, ma
ogni volta che doveva ripeterlo finiva col dimenticarsi qualche parte
e si ritrovava ad improvvisare. Così Cressida gli aveva suggerito di
fare come facevano gli antichi oratori come Cesare o Cicerone. La
chiave era scrivere dei punti dei quali si voleva parlare, una sorta
di lista degli argomenti, e memorizzare solo quelli. Una volta
memorizzati era facile intavolare il discorso, bastava andare a
braccio su ogni punto, sapendo sempre qual era il punto successivo,
il collegamento tra i vari punti veniva da solo. A Gale quella
soluzione era andata a genio. Non essendosi mai applicato troppo
nello studio quando andava a scuola, non aveva imparato correttamente
a studiare ed a memorizzare i concetti, perciò riusciva a ricordare
a memoria solo poche cose. Le uniche cose che Gale era riuscito a
studiare sul serio, in quei cinque anni che ormai erano passati dalla
fine della rivolta, erano cose che poi applicava in pratica insieme a
Beetee, perché una volta applicati i concetti riuscivano a fissarsi
nella sua mente e a rimanerci. L'ingegner Beetee Latier aveva seguito
Gale nel distretto due dopo la rivolta, si era talmente affezionato a
quel ragazzo dalla mente brillante ma troppo grezza da non volerlo
lasciare andare da solo per la sua strada. Gale dal canto suo aveva
puntato il distretto due senza pensarci troppo su, in fondo fare il
soldato nel distretto tredici gli era piaciuto ed aveva deciso di
rimanere in quel campo, dal momento che per la prima volta dopo
settantacinque anni c'era la possibilità di scegliersi un futuro in
base alle proprie attitudini e preferenze. E la forza militare di
Capitol City in tutti quegli anni era stato proprio il distretto due.
Per uno come Gale, costretto a diciotto anni a scendere in miniera
per cercare di sfamare la sua famiglia, la massima aspirazione era
quella di continuare a fare il soldato, ma la prima volta che Beetee
l'aveva messo davanti al motore di un hovercraft, con tanto di
libretto delle istruzioni accanto, qualcosa in lui era cambiato.
Aveva iniziato a farsi domande, ed a cercare risposte. E poi era
andato oltre, pensando che forse benchè l'hovercraft funzionasse
bene se ne poteva fare uno migliore. Ne aveva parlato a Beetee
durante una pausa caffè e l'uomo in tutta risposta gli aveva
lanciato un guanto di sfida.
Se l'hovercraft non ti piace così, allora cambiamolo, nemmeno a me
piace, ma tu devi darmi un motivo valido, io lo so perché non mi
piace, gli aveva detto con una scrollata di spalle. Beetee
lo sapeva che Gale aveva una bella mente, lo sapeva da quando aveva
progettato con lui le bombe a doppia detonazione, ed aveva capito
anche che pungolarlo era l'unico modo per spingerlo ad osare. E il
ragazzo, aveva osato. Aveva passato cinque anni fianco a fianco con Beetee 
ogni giorno a progettare un nuovo tipo di hovercraft, leggero,
che decollasse e atterrasse in fretta, più aerodinamico, così da
poter fendere l'aria con più facilità e riuscire a sopportare
manovre più difficili, ma soprattutto più piccolo, così da essere
meno visibile in cielo. Aveva studiato, ed applicato le nozioni una volta 
imparate. E poi su quel nuovo hovercraft ci era salito, ed aveva imparato 
a pilotarlo, scoprendo una passione nuova, quella di volare. Beetee
però non l'aveva solo aiutato, senza dirgli nulla l'aveva segnalato
agli alti vertici del distretto due che l'avevano tenuto d'occhio
attentamente.  Quando Gale aveva fatto volare per la prima volta
l'hovercraft militare, gli alti vertici si erano fatti sentire,
informandolo che gli avrebbero conferito il titolo di ingegnere e di
aviatore durante una cerimonia pubblica. Gli avevano detto di
prepararsi un discorso e di dare un nome al nuovo hovercraft. E
per il nome non ci aveva pensato due volte a chiamarlo Hawk,
come suo padre.
Quando le lancette dell'orologio appeso alla parete di fronte al letto
segnarono le otto in punto, Gale mise i piedi a terra, dopo la sua
notte insonne. Li ritrasse subito dopo ridendo, perché un guaito lo
informò che quello dove aveva poggiato i piedi non era il pavimento,
ma il suo cane. Woody, così l'aveva chiamato, bellissimo esemplare di cane 
lupo dal pelo un po' marrone e un po' nero si spostò alla svelta lanciando
un'occhiataccia al suo padrone. L'uomo potè finalmente scendere dal
letto e dopo essersi stiracchiato a dovere raggiunse l'animale per
accarezzarlo un po'. Erano pochi mesi che Gale aveva trovato Woody,
ma i due sembravano legati come se avessero sempre vissuto fianco a
fianco.
Gale l'aveva trovato nei boschi del distretto due, un giorno che aveva
preso coraggio ed aveva deciso di farsi una passeggiata nelle
montagne intorno all'Osso. Certo non erano i boschi del distretto dodici, 
quelli dove era cresciuto, ma era comunque un'enorme prova di coraggio 
rimanerci anche solo per qualche secondo, senza che il ricordo di Katniss 
inziasse a tormentarlo. Eppure, mentre passeggiava, quasi fosse sotto effetto 
di qualche strana sostanza, spesso aveva avuto l'illusione che la sua migliore 
amica fosse qualche passo più avanti di lui, che quella passeggiata la stessero
facendo insieme, come ai vecchi tempi. Solo quando si era ritrovato davanti Woody, 
Gale aveva realizzato di essere da solo, nel distretto due, di non parlare con la 
sua migliore  amica da ormai cinque anni, e soprattutto realizzò che la causa era
stata la morte della piccola Prim. I piccoli passi con cui Woody timidamente gli
si avvicinò, gli impedirono di sprofondare nel turbine dei ricordi. Il cane seguì
l'uomo per tutta la passeggiata, ed anche a ritorno, fino a casa,
nonostante questo avesse cercato di cacciarlo più volte, in malo
modo. 
Dopo aver aperto la porta di casa, Gale aveva rivolto la sua attenzione al
cane, fissandolo negli occhi scuri.
-allora, se vuoi rimanere con me entri, altrimenti te ne vai- gli aveva detto.
L'animale in tutta risposta era corso dentro l'appartamento.
Dopo qualche carezza di Gale, Woody si alzò scrollando il pelo e prese a
girovagare per casa, quasi a non voler dare più scuse al suo padrone
per non iniziarsi a preparare.
L'uomo si passò distrattamente una mano tra i capelli raggiungendo il
cassettone dei vestiti. Aprì il primo cassetto e si fermò ad
osservare un uniforme accuratamente piegata, sulla quale faceva bella
mostra di se una targa ricamata con estrema cura che recitava
“Ingegner GALE HAWTHORNE”. Gale percorse quelle lettere una ad
una con le dita, come ad accertarsi che fossero vere. Ancora non ci
credeva, ancora non aveva realizzato cosa la sua mente grezza avesse
prodotto. Sotto quella targa ce n'era un'altra, più piccola, che
recitava “Aviazione – Distretto 2”. L'uomo sospirò e tirò
fuori l'uniforme, stendendola poi sul letto, per osservarla meglio.
Ce l'aveva in casa da una settimana, ma non aveva ancora avuto il coraggio 
di guardarla, tanto meno di provarla. Decise di rimandare ancora qualche 
minuto e si recò in bagno per una bella doccia calda. Ma proprio nel momento 
in cui il primo getto d'acqua toccò la sua pelle, il campanello di casa prese 
a suonare. L'uomo si infilò l'accappatoio e chiuse l'acqua, dirigendosi 
all'ingresso cercando di non riempire il pavimento di gocce.
-Cres! Che ci fai qua?- indagò alla vista dell'amica seduta sulle scale di
fronte alla sua porta. La bionda alzò le mani e sorrise -tranquillo,
sono qui come amica, niente telecamere-
Gale rilassò le spalle ed aprì del tutto la porta permettendo a Cressida
di entrare.
-arrivo subito, mi faccio solo una doccia- la informò, tornando in bagno.
Lei annuì e intercettò Woody che gironzolava per la sala per farlo
giocare un po'.
Gale uscì dal bagno cinque minuti dopo, avvolto di nuovo
dall'accappatoio, mentre si frizionava i capelli corti con un
asciugamano. Trovò Cressida seduta a terra, con Woody sulle gambe
che si faceva coccolare come fosse un cucciolo qualsiasi. La donna
puntò gli occhi azzurri in quelli grigi dell'amico e studiò un
istante il suo sguardo.
-non hai chiuso occhio, stanotte- osservò.
L'uomo annuì.
-non era una domanda, si vede, hai le occhiaie- precisò lei alzandosi in
piedi.
Gale scrollò le spalle e accavallò l'asciugamano attorno al proprio
collo.
-appena sei pronto ti passo il correttore- aggiunse poi Cressida.
-no, non rompere, io queste cose da donna non le faccio- protestò lui
avviandosi verso la camera da letto. La
donna lo seguì, bloccandolo per un braccio proprio davanti
all'ingresso della stanza.
-Gale, onestamente, non ti si può guardare, sembri un uomo distrutto, vuoi
che tutta Panem ti veda così?- 
Gale sbuffò e chiuse la porta in faccia a Cressida, sul volto della quale
si dipinse un sorriso furbo. Non era affatto vero che Gale sembrava
un uomo distrutto, ma lei sapeva che era l'unico modo per farlo
cedere al correttore. In realtà le sue occhiaie erano appena
visibili, ma Cressida voleva che fosse impeccabile quel giorno che
era per lui così importante.
L'uomo aprì la porta della camera un paio di minuti più tardi e si sedette
sul letto, in attesa dell'amica. Cressida lo raggiunse subito e gli
si parò davanti, estraendo dalla tasca dei pantaloni il correttore.
-vai in giro col correttore in tasca?- la prese in giro Gale non riuscendo
a trattenere una risata.
-caro ingegnere per noi
donne è molto importante non sembrare dei residuati bellici,
altrimenti voi uomini, col quasi che ci guardate- si difese lei
puntandogli contro l'indice. Lui in tutta risposta inarcò un
sopracciglio, ma Cressida lasciò cadere l'argomento per
concentrarsi.
-ora guarda il soffitto- disse e lui obbedì. La donna si mise un po' di
correttore sulle dita e poi lo distribuì bene sotto gli occhi del
suo amico facendo in modo che non si vedesse.
Poi andò in bagno a lavarsi le mani e Gale ne approfittò per alzarsi in
piedi e fare due passi nella sua nuova uniforme.
Solo quando invertì il verso della camminata, si accorse che Cressida lo
fissava annuendo soddisfatta.
-stai benissimo!- disse annuendo ancora una volta. L'uomo sorrise appena,
osservando il suo riflesso nello specchio. La cosa che gli piaceva di
più, era il taglio di capelli. Da quando aveva iniziato a lavorare
nel distretto due gli avevano imposto un taglio ordinato, che poteva
essere la rasatura totale, la quasi rasatura, o un taglio corto e
curato. Insomma a tutti gli effetti era un militare, ed un minimo di
rigore nell'aspetto lo doveva avere. Aveva optato per il taglio corto
e curato, in quanto aveva sempre avuto molti capelli fin da piccolo,
e rasato proprio non riusciva a immaginarsi. Ed alla fine a quel
taglio si era abituato, e quando di tanto in tanto si guardava allo
specchio doveva ammettere a se stesso di essere più uomo con quel
taglio.
-allora? Preoccupata per oggi?- chiese Gale spostando lo sguardo dallo
specchio alla sua amica.
-io? Guarda che quello in diretta nazionale sei tu eh!- rispose lei
ridendo.
Gale sbuffò roteando gli occhi e buttando la testa indietro.
-quella che mi manderà in diretta nazionale se tu, perciò come ti senti?- 
-me la faccio sotto- ammise lei abbassando appena lo sguardo.
-smettila Cres, lo sai che durante la rivolta si sono ricreduti tutti su di te
vedendo i tuoi pass pro- le fece notare Gale con un sorriso gentile.
-già, ma se non mi chiamavi tu, chissà quando avrei avuto la mia grande
occasione- ribattè lei scrollando le spalle. 
Gale lo sapeva che Cressida aveva ragione, ma non le avrebbe mai dato la
soddisfazione di dirglielo. Pensava davvero fosse brava, ed infatti
quando aveva sentito che il titolo di ingegnere gli sarebbe stato
conferito in una cerimonia pubblica ripresa e mandata in diretta
nazionale aveva pensato subito a lei. La ragazza, da ex capitolina,
dopo la rivolta era rimasta nel distretto tredici, e quando Gale
l'aveva chiamata non aveva esitato un attimo, portandosi dietro tutta
la sua crew. I due, che già durante la rivolta avevano stretto un
bel rapporto, si erano ritrovati ed era nata subito una bellissima
amicizia. Con Cressida alle volte Gale riusciva anche a smettere di
pensare a Katniss.
-hai fatto colazione?- chiese Gale sentendo il suo stomaco brontolare.
Cressida scosse la testa.
-allora usciamo, andiamo a fare colazione dai, che ne dici?- propose. La
bionda annuì vigorosamente, anche lei aveva molta fame. Così Gale
indossò il cappotto e si avviò con la sua amica nel negozio di
dolci più buono del distretto. I due mangiarono due cornetti caldi
appena sfornati, dopodichè si incamminarono verso la stazione dove
la famiglia di Gale sarebbe arrivata col treno delle 10:00. Gale
aveva comprato quattro biglietti per loro e glieli aveva portati
durante la sua solita visita mensile, una settimana prima della
cerimonia, insieme a parte dello stipendio che ogni volta dava a sua
madre, per aiutarla coi ragazzi. Nessuno dei suoi fratelli doveva
lavorare, bastava sua madre e l'aiuto che lui le dava. E questa per
lui era la vittoria più grande, perché significava che la rivolta
aveva sul serio cambiato le cose, che le persone che erano morte non
erano morte invano, che tutto il dolore non era stato vano.
-dai, dimmi i punti del discorso, senza pensarci troppo- disse Cressida
rompendo il silenzio della camminata.
Gale si sistemò meglio le mani nelle tasche e poi aprì la bocca per
parlare.
-dunque prima parlerò della rivolta, perciò del tredici, del mio ruolo di
soldato,delle persone che ho salvato nel dodici, perciò della mia
scelta del due, di Beetee, quindi di Hawk,quindi di mio padre, della
mia famiglia..ed infine volerò-
Cressida annuì e sorrise -visto, che non era così difficile?-
-Cres, tu sei capitolina, hai studiato, io vengo dal dodici, a dodici anni
cacciavo per i boschi ed a diciotto sono sceso in miniera- ribattè
con un sorriso amaro.
-lo so, lo so, però credimi che essere capitolina è una cosa di cui non
vado per niente fiera- precisò la donna.
Gale e Cressida arrivarono alla stazione alle 9:30, perciò si sedettero
su una delle panchine ad aspettare il treno delle 10:00. Lui non
riusciva a dire neanche una parola, era davvero troppo agitato al
pensiero di quello che lo aspettava di lì a poco e lei non voleva
agitarlo ulteriormente.
-vuoi che vada via? Vuoi stare solo con loro?- chiese Cressida, quando
ormai mancava un quarto d'ora all'arrivo del treno, rompendo il
silenzio. Gale scosse la testa -rimani, te li presento- disse
sorridendo. La donna annuì, sorridendo a sua volta.
-sai, è la prima volta che vengono qui in cinque anni che ci vivo, sono
sempre andato io, un week end al mese- aggiunse poi, dopo qualche
minuto.
Cressida gli accarezzò una spalla, rimanendo in silenzio.
Il trenò arrivò puntuale fischiando un paio di volte per annunciare la
sua presenza. Gale scattò in piedi come una molla, avvicinandosi
fino alla linea gialla. Le porte dei vagoni sfilarono davanti ai suoi
occhi mentre il suo cuore aumentava il ritmo. Quando il treno si
fermò e le porte si aprirono Gale iniziò a cercare freneticamente
la sua famiglia, ma non riusciva ad individuare nessuno. Guardava a
destra ed a sinistra senza guardare davvero, mentre l'agitazione
prendeva il possesso del suo corpo. Cressida lo raggiunse e gli posò
una mano sulla spalla, costringendolo a voltarsi e a riprendere per
un attimo il contatto con la realtà.
-Gale, sono lì- lo informò indicando una punto più o meno sulla destra
rispetto a dove Gale era in quel momento. L'uomo si girò e vide la
sua famiglia sorridergli. Corse fino a raggiungergli e gli bastò
allargare le braccia per abbracciarli tutti. Sua madre, che
nonostante gli anni passassero conservava la sua bellezza intatta.
Rory, ormai alla soglia della maggiore età, che fisicamente
somigliava sempre di più a lui, ma caratterialmente era l'esatto
opposto. Sensibile, affettuoso, dolce, senza difficoltà a mostrare i
propri sentimenti.
Vick, nel pieno dell'adolescenza, col suo carattere scontroso più di
quello di Gale alla sua età. E infine la piccola Posy che nonostante
i suoi dieci era già la più alta della sua classe. L'unica nota di
delicatezza, dopo Hazelle, in una famiglia di tutti maschi.
Quando sciolsero l'abbraccio Hazelle puntò il suo sguardo oltre le spalle
di Gale ed individuò Cressida che li guardava con un sorriso tenero.
-è  la tua ragazza quella?- chiese sottovoce -quella bionda-
Gale scoppiò a ridere di gusto -no, è una mia amica- spiegò, poi si
voltò indietro e fece segno a Cressida di raggiungerlo. La presentò
a tutta la famiglia, poi tutti insieme si avviarono verso casa di
Gale. Cressida li abbandonò circa a metà strada, diretta al palazzo
del comando per preparare il tutto per la diretta nazionale.
Quando Gale e la sua famiglia furono finalmente fuori dalla porta della
casa, Gale la aprì e ci si mise davanti.
-ora ho una sorpresa- annunciò. Vide il sopracciglio di sua madre
inarcarsi, e gli occhi dei suoi fratelli brillare.
-Woody! Vieni qui- esclamò, spostandosi per lasciar entrare la sua famiglia.
Il cane arrivò trotterellando dalla camera ed iniziò ad annusare i
nuovi arrivati, saltandogli addosso poco dopo.
-non ci credo che hai un cane Gale! È bellissimo!- osservò Rory
accarezzandolo.
-già lo voglio anche io un cane- aggiunse Vick prendendo una zampa di
Woody.
-non c'entriamo già così Vick!- ribattè Posy lisciando la coda
dell'animale. Hazelle sorrise per quello che aveva detto la piccola
di casa.
-balle, Gale se n'è andato, lo spazio c'è- continuò Vick. Gale, che stava
portando dentro le due valigie che i suoi si erano portati, lo
fulminò con lo sguardo.
-io torno Vick, lo sai, torno sempre- disse serio. Il più piccolo dei
maschi Hawthorne lasciò cadere la discussione, tornando a
concentrarsi sul cane. La famiglia Hawthorne ebbe poco tempo per
stare insieme; alle 11:30 dovevano essere sulla terrazza del palazzo
del comando, poiché alle 12:00 sarebbe partita la diretta nazionale.
Era stato predisposto un palco, dal quale Gale avrebbe parlato. Di fronte
ad esso c'erano delle sedie, poche, per la sua famiglia, per Beetee,
per la presidente Paylor e per qualche altro degli alti vertici. Dal
lato opposto del palco c'era il primo esemplare di hovercraft Hawk,
dentro al quale c'era Dwayne Roberts, migliore amico e collega di
Gale, nonché colui che gli aveva insegnato a pilotare. Cressida e la
sua troupe erano sistemati alla destra delle sedie. All'interno
dell'hovercraft era stato allestito un mini impianto di trasmissione
via etere, perché Gale sarebbe stato ripreso anche durante il volo
dopo il discorso.
La prima a parlare, alle 12:00 in punto, fu la presidente Paylor, che
insieme a qualche alto funzionario, salutò brevemente Panem per poi
elogiare Gale e Beetee e conferire a Gale il titolo di ingegnere e
quello secondario di aviatore “ad honorem”. Successivamente il
palco venne lasciato a Gale che tenne il suo discorso senza la minima
difficoltà e senza la minima incertezza.
-..il nuovo tipo di hovercraft si chiama Hawk, come mio padre,
perché il suo nome voleva dire falco e perché questo mio
successo lo dedico a lui, che purtroppo non c'è più ma finché c'è
stato mi ha insegnato ad essere un uomo, lo dedico a mia madre che
non si è lasciata andare ed ha continuato ad amarci perché siamo la
cosa più bella della sua vita, insieme a papà. Lo dedico a Rory,
per la sua sensibilità, e perché è un degno uomo di casa, ora che
io sono qui. Lo dedico a Vick per essere così burrascoso, perché
dice sempre quello che pensa se ci tiene davvero. Lo dedico a Posy,
il mio fiorellino, la mia principessa..-
Hazelle piangeva, gli occhi di Rory erano lucidi, così come quelli di
Cressida e di Posy, lo sguardo di Vick era fiero. Gale indugiò su di
loro qualche instante, poi scese dal palco, diretto verso
l'hovercraft. Cressida prese la mini telecamera e lo seguì. L'Hawk
non aveva il doppio pilota, ma Dwayne era dentro per suggerire a Gale
le manovre più spettacolari da fare. L'uomo salì al posto di guida,
Cressida sedette accanto a Dwayne, puntando la telecamera sul suo
amico. Nel momento in cui l'Hawk decollò, un raggio di luce colpì
la scritta argentea che recitava il suo nome, facendola spiccare
contro la carrozzeria nero lucido.
L'ingegner Gale Hawthorne puntò dritto verso le nuvole, verso l'unico posto in
cui un falco si sarebbe sentito a proprio agio. I televisori
di tutta Panem, così come i maxischermi di tutte le piazze, stavano
trasmettendo il suo viso fiero, il suo sguardo determinato, i suoi
occhi profondi. Quando, sotto suggerimento di Dwayne, Gale fece la
manovra a compasso, tutta Panem esplose in un applauso
fragoroso mentre dall'hovercraft partivano dei fuochi d'artificio. Ne
Gale, ne Dwayne, ne Cressida potevano sentirne il rumore, ma poterono
vederne i colori spettacolari che riempirono il cielo nonostante
fosse pieno giorno.
Gale attivò la modalità ancora sull'hovercraft, così da poter
consentire a tutti di osservare l'Hawk fermo in cielo, per qualche
secondo. I suoi occhi grigi si persero nell'azzurro del cielo e nel
bianco delle nuvole, che diventava fuxia, arancione, verde, viola..
-ciao papà- sussurrò appena, con gli occhi lucidi. Cressida, in silenzio,
aveva ripreso anche quello, consentendo al popolo di Panem di vedere
chi fosse davvero Gale, sotto la sua maschera fatta di durezza e
scontrosità. Gale era ormai un uomo di venticinque anni che, benchè
non avesse ancora sconfitto tutti i suoi mostri, dopo tanta
sofferenza ce l'aveva fatta.

 
Notes:
  • Hawk è il nome che ho scelto per Mr.Hawthorne. A parte che Hawk
    Hawthorne suona bene, comincia anche per H come Hazelle, mi pareva
    perfetto.
  • Il cane di Gale si chiama Woody in onore dei boschi, perché è lì che	
    Gale l'ha trovato, perché il suo pelo ha il colore del sottobosco e	
    perché è un cane-lupo ed i lupi vivono nei boschi.
  • La manovra a compasso l'ho immaginata così: l'hovercraft gira molto	
    velocemente su se stesso ed in questo caso lancia anche fuochi d'artificio.
  • La modalità ancora consente all'hovercraft si stare immobile nel	
    cielo, l'ho chiamata così per riprendere l'uso che le navi fanno	
    dell'ancora.
  
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