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Autore: Zury Watson    09/03/2015    11 recensioni
Se il finale di stagione non vi ha soddisfatto, siete nel posto giusto.
Le morti che abbiamo visto nella 3x12 e nella 3x13 non si sono mai verificate, Re Riccardo è rimpatriato e ha rimesso in sesto ogni cosa. Nottingham è stata distrutta ma il suo destino è di essere ricostruita. Robin, Archer e Guy amministrano Locksley non smettendo per questo di aiutare chi ha bisogno e in tale contesto si inserisce Kaelee, una giovane donna arrivata da un villaggio vicino.
Capitoli in revisione (Revisionati 1-16)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Guy di Gisborne


Locksley Tales


Premessa
Isabella Thornton, – nata Gisborne – fatta prigioniera nelle segrete del Castello di Nottingham, ricevette la visita di suo fratello maggiore, Guy – da poco alleatosi con Robin Hood nella lotta contro lo Sceriffo Vaisey di Nottingham e Isabella stessa e con il quale aveva scoperto di condividere un fratello, divenuto il punto d'unione tra i due da anni nemici in armi e in amore.
Guy si presentò a lei recando con sé una fiala di veleno che in prima battuta pensò di lasciare a sua sorella, condannata a morte certa, per risparmiarle la sofferenza e l'umiliazione di un'esecuzione pubblica. In Guy, nonostante da tempo avesse assunto gli atteggiamenti tipici di un tiranno, risiedeva ancora quella piccola e fievole luce di umanità e bontà – ereditata da sua madre, Ghislaine – che la sola Lady Marian aveva intravisto prima di tutti pur non ricambiando i sentimenti di lui e preferendogli Robin. Ripensandoci, però, Gisborne si rese conto – avendo avuto modo di sperimentarla sulla propria pelle – della cattiveria di Isabella, la aveva tentato di uccidere sia lui che Robin Hood, approfittando della collaborazione di Archer – il quale aveva erroneamente creduto di potersi arricchire alleandosi con Isabella – perciò decise infine di non fidarsi di sua sorella, immaginando che avrebbe potuto trovare il modo di fuggire e vendicarsi.
Così, entrato nella cella dove era stata rinchiusa sua sorella, la costrinse, non senza soffrirne lui stesso, ad assumere il veleno dopo aver avuto con lei un breve dialogo; in questo modo Gisborne pose fine alla vita di Isabella Thornton, scampando lui stesso alla morte, come avrebbe scoperto poco più tardi.
Uccidendo Isabella, infatti, a sua insaputa Guy mandò a monte non soltanto la vendetta di lei contro gli uomini che avevano cercato per anni di sottometterla, – indiziando con l'assassinio di suo marito, Thornton, e intendendo proseguire con l'uccisione di Guy, il quale l'aveva ceduta in sposa per denaro quando aveva soltanto tredici anni – ma anche i piani di Vaisey, lo Sceriffo che Guy aveva creduto di aver ucciso e che era invece sopravvissuto, fingendosi morto, e intendeva riprendersi il titolo di Sceriffo della città, sterminando i traditori e l'intera banda di Robin Hood.
Guy, intanto, promise a se stesso che quella di Isabella sarebbe stata l'ultima uccisione per mano sua – tra i molti cittadini innocenti, sulla sua coscienza gravava anche il peso della morte di Lady Marian – e che avrebbe fatto ricorso alle armi solo se strettamente necessario, decisione questa che collimava perfettamente con gli ideali di Robin Hood e della sua banda; ragion per cui, comunque fossero andate le cose, Guy decise che si sarebbe unito alla banda di fuorilegge se Robin glielo avesse permesso.
Robin Hood, messo al corrente di quanto accaduto a Isabella, cambiò definitivamente opinione su Guy e insieme a lui, saputo anche del ritorno di Vaisey, decise di organizzare la difesa contro l'assedio da parte dello Sceriffo e la sua armata.
Dal momento che Vaisey aveva dimostrato di essere in possesso del cosiddetto fuoco greco, la banda pensò che l'uomo dovesse avere, tra le mura del Castello, una scorta degli elementi che servivano a prepararlo, così, con l'aiuto di Archer – che era un esperto di alchimia – Tuck scoprì come procurarsi quell'arma tanto potente e si mise all'opera affinché si potesse cacciare definitivamente Vaisey dall'intera Contea di Nottingham.
Nel mentre, un'esplosione attirò l'attenzione di Guy che, istintivamente volle muoversi in direzione del trambusto.
L'ex Sceriffo e i suoi uomini volevano, infatti, introdursi nel Castello attraverso il passaggio segreto che, solo poche ore prima, aveva quasi ucciso Robin, Guy e Much grazie ad una trappola architettata da Isabella e messa in atto da Archer – poi ravvedutosi e tornato a collaborare con Robin e Guy, che l'avevano salvato da morte certa a York solo qualche giorno prima.
Robin, volendo seguire Gisborne, lasciò il comando a Tuck e Little John per andare incontro a Vaisey ed i suoi uomini insieme anche ad Archer.
Lo scontro si rivelò inevitabile e feroce e sia Robin che Guy rimasero feriti; nonostante fossero in minoranza, però, riuscirono a respingere i nemici quel tanto che bastava per tornare indietro, avvisare Little John e Tuck e radunare tutti in modo tale da avere il via libera: mentre l'ex Sceriffo – intenzionato a uccidere tutti e tornato subito con più uomini ancora – passava letteralmente sotto gli occhi della banda e della popolazione – nascostisi in un tunnel secondario – per infilarsi nel Castello, Robin guidò tutti fuori, salvandol l'intera popolazione dall'imminente esplosione causata dal fuoco greco che Tuck aveva preparato e che attendeva solo di essere innescata.
Successivamente, infatti, Robin e Archer fecero velocemente ritorno al Castello per scoccare una freccia infuocata contro uno dei barili predisposti dal frate: il tempo di qualche attimo ed il Castello esplose uccidendo una volta per tutte Vaisey e i suoi.

Introduzione
A causa della violenta esplosione che aveva segnato la fine della tirannia di Vaisey, Nottingham era completamente distrutta, – ad eccezione delle solide mura che la circondavano – e i suoi cittadini erano stati costretti a stabilirsi tra Locksley e i villaggi vicini; questo però non aveva scoraggiato nessuno, tant'è che la volontà di veder rinascere Nottingham libera dalle angherie di uno Sceriffo che mirava soltanto al potere e al denaro, era palpabile; tanto più perché Re Riccardo I era finalmente rientrato in patria e aveva iniziato a ripristinare ordine e giustizia spodestando e diseredando suo fratello, il Principe Giovanni.
I fuorilegge come Robin Hood e la sua banda poterono quindi tornare ad essere uomini liberi e da tutti considerati eroi.
Dopo i grandi festeggiamenti per l'inizio di quello che si prospettava un periodo di pace, serenità e ricchezza, tutti i fuorilegge della banda di Robin Hood tornarono ad abitare le rispettive abitazioni che erano state loro confiscate e ritrovarono, in questo modo, l'equilibrio che era venuto a mancare anni addietro.
Nonostante le cose fossero nettamente migliorate rispetto agli anni di terrore appena trascorsi, però, Robin, Allan, Little John, Tuck, Much, Kate, Archer e Guy – tutti membri della vecchia banda – non smisero di fare del bene a chi più ne aveva bisogno, cominciando da chi, tra loro, non aveva una casa da abitare.
Guy restituì volentieri a Robin le terre che gli appartenevano per diritto, a Locksley, anche se l'arciere aveva espresso la volontà di amministrare i suoi possedimenti insieme a lui ed Archer.
Robin iniziò a considerare sia Guy e che Archer come suoi fratelli e li coinvolse pienamente in ogni sua attività, sostenendoli e impegnandosi a recuperare il tempo perduto durante gli anni di separazione; inoltre era molto affezionato a tutti i componenti della sua banda – preoccupandosi per ognuno di loro in ogni modo possibile – e in particolare nutriva un forte sentimento nei confronti della bella Kate. Pur avendo creduto di amarla, il tempo trascorso accanto a Gisborne, in attesa che quest'ultimo si riprendesse dalle ferite subìte nello scontro con Vaisey, gli aveva dato modo di riflettere e aveva capito, così, di non essere ancora riuscito a separarsi dal ricordo dell'amore provato per Marian, morta l'anno precedente per mano dello stesso Gisborne.
Perciò ritenne giusto mettere in chiaro la situazione con Kate – la quale soffrì molto per questo, pur scegliendo infine di restare fedele al gruppo nonostante il terremoto emotivo, perché le ragioni che la spingevano a lottare per il bene comune superavano i legami d'amore.
Allo stesso modo, qualche tempo prima, anche Much era rimasto.
Tale era la situazione quando la giovane Kaelee arrivò a Locklsey per stabilirvisi.
Kaelee era una ragazza che, partita da un villaggio non molto lontano da Locksley e Nottingham con l'unico intento di trovare Robin Hood, aveva raggiunto il villaggio di Locksley in compagnia del proprio cavallo e la prima persona che aveva incontrato era Allan. La sua determinazione l'aveva portata, nel giro di poco tempo, ad ottenere un incontro con Robin in persona al quale la ragazza aveva raccontato di aver sentito parlare di lui e delle sue imprese dai fratelli più grandi e per questo aveva deciso di trasferirsi là dove Robin Hood risiedeva, per unirsi alla sua causa.
Tutti erano stati molto contenti di avere un'ulteriore presenza femminile nel gruppo – tanto più perché la sua presenza sembrò da subito essere molto di sollievo a Kate, che aveva deciso di ospitarla – e Kaelee, da parte sua, instaurò in breve tempo un buon rapporto con l'intera truppa.
Mentre Allan e Much già raccoglievano scommesse su chi tra Robin e Archer avrebbe conquistato il cuore della ragazza, lei fece tutto quanto era in suo potere per rendersi utile alla comunità, svolgendo le più svariate mansioni e dimostrandosi disponibile a imparare molti mestieri, se necessario.
Fu solo dopo un paio di settimane dal suo arrivo a Locksley che si imbatté  in Guy di Gisborne, il quale si era finalmente ripreso quanto bastava perché potesse alzarsi dal proprio letto senza far danni.




L'alba della Speranza

Locksley.
Era da poco sorto il Sole sulla bella Inghilterra – e su Locksley in particolare – quando Kaelee finì di infornare il pane insieme ai numerosi giovani che aiutavano il vecchio Tyrik, padrone del forno del villaggio e uomo dal cuore davvero grande, perché da solo offriva lavoro a moltissimi giovani di Locksley evitando che finissero col dedicarsi ad attività disonorevoli e contemporaneamente insegnando loro un'arte che gli avrebbe garantito un futuro. Kaelee, che non aveva mai fatto altro che lavorare la terra appartenente alla sua famiglia di origine, gli era molto grata per l'opportunità che le era stata offerta e non si rifiutava mai di aiutarlo, se la chiamava per qualche mansione anche al di fuori dei turni a lei destinati; ad esempio era capitato, qualche volta, che Tyrik le chiedesse di consegnare una pagnotta ad una vecchia signora che faticava a muoversi e lei lo aveva sempre fatto con molto piacere, trovando in quel compito l'opportunità di familiarizzare con tutti gli abitanti di quel bel villaggio circondato da Sherwood.
Sebbene di tanto in tanto le mancasse il suo villaggio d'origine, era ben felice di essersi trasferita a Locksley, tanto più perché tutti le avevano manifestato fin da subito simpatia e disponibilità; sopratutto Kate, la quale aveva insistito per ospitarla nella sua abitazione, che era diventata subito una valida amica, ragion per cui Kaelee non poteva che essere pienamente soddisfatta della sua scelta.
Dopo essersi privata del grembiule da lavoro e della cuffietta che, ne era convinta, la faceva sembrare una bambolina, si asciugò la fronte sudata, fissò le mani sui fianchi e sorrise al giorno in arrivo. Il viaggio per Locksley aveva messo in evidenza la sua incredibile voglia di vivere: se era partita alla ricerca di Robin Hood era principalmente per il sogno di essere libera; libera da un destino che altri avevano iniziato tempo addietro a scrivere per lei, da un futuro che l'avrebbe vista costretta a sposare un uomo che non amava e a far figli per lui in cambio di una vita priva di ogni fatica; libera di vivere la appieno l'esistenza che Dio le aveva regalato, perciò preferiva mille volte fatica e vero amore alle catene che la sua famiglia aveva tentato di imporle e aveva la sensazione che quel posto, per il solo fatto che vi risiedesse Robin Hood, avrebbe potuto offrirle tutto ciò di cui aveva bisogno e renderla la donna che sempre aveva desiderato essere.
Quando Kaelee uscì dal forno di Tyrik, poté godere della luce soffusa che avvolgeva il villaggio, simile a quella delle candele, ma molto, molto più morbida, immensa e bella, e ringraziò il cielo per quel dono.

Nella sua camera da letto Guy sfuggì ad un brutto sogno svegliandosi bruscamente, con la fronte imperlata di sudore. Il ricordo di Lady Marian che moriva per mano sua lo tormentava da molto tempo e, anche se non si sarebbe mai abituato a quell'apparizione, aveva iniziato a rassegnarsi all'idea di fare i conti con le sue colpe per il resto della vita, perciò lo sconvolgimento che si impossessava di lui subito dopo ogni incubo, durava non più di qualche minuto; ultimamente, però, a turbare il suo sonno si era aggiunta Isabella: mentre con la spada trafiggeva Lady Marian, poteva sentire sua sorella ridere con una malignità insopportabile mentre gli indicava anche il corpo esanime di Meg, morta per salvarlo. La presenza delle tre donne insieme, ognuna così determinante per il suo percorso di vita, era davvero troppo per lui e il senso di colpa che si riversava nel suo cuore dopo quegli incubi era così insopportabile, che chiedere l'aiuto di Fratello Tuck non sarebbe servito a molto – sebbene parlarne con lui certamente lo avrebbe rasserenato facendo volgere in positivo una giornata iniziata nel verso sbagliato.
Dal momento, quindi, che rigirarsi sul fianco e sperare di riaddormentarsi era nient'altro che un'utopia, Guy decise di alzarsi nonostante Robin e Archer più di tutti gli avessero impedito categoricamente di sforzarsi dopo lo scontro con Vaisey e la conseguente ferita che aveva riportato. Tuttavia erano giorni che non sanguinava più neanche un po' e stava quindi finalmente iniziando a rimarginarsi, per questo Guy ritenne di poter uscire a guardare l'alba senza arrecarsi alcun danno e senza scatenare le proteste di Robin Hood.
Ancora non si capacitava di come fosse possibile riuscire ad andarci d'accordo dopo aver trascorso anni ed anni a darsi battaglia per questiomi morali, politiche e amorose, oltre che per capricci personali; se ci ripensava, con il senno di poi, tutto ciò che era accaduto tra loro gli sembrava assurdo e non riusciva a trovare una sola ragione per cui valesse veramente la pena uccidere così tante persone e perdere amici, amori e una parte di se stessi.
Nonostante Tuck gli avesse raccomandato di non fare della sua redenzione una fissazione, di non indugiare troppo a lungo nell'arco di una sola giornata sui suoi trascorsi, alle volte Guy sentiva di non poterne fare a meno, così pensava e pensava fino a farsi venire un gran mal di testa. E se invece di andare via da Locksley, dopo l'incendio che aveva ucciso i suoi genitori, fosse rimasto? Se lui e Robin fossero diventati amici? Se avessero collaborato per il bene di Locksley e Nottingham? In che modo sarebbe cambiato il destino della città, della Contea e dell'Inghilterra? In che modo sarebbe cambiato il suo destino?
Eppure Fratello Tuck gli aveva detto che tardi era pur sempre meglio che mai, perciò probabilmente aver lottato fianco a fianco con Robin Hood, averlo protetto ed aver ricevuto le sue cure e attenzioni, stava infine offrendo a Gisborne un'alternativa, l'opportunità di vivere un'esistenza nuova e migliore – anche se Guy era convinto che Robin lo avrebbe preso volentieri a calci nel sedere, se gli si fosse presentata l'occasione.
Aprire la porta a un nuovo giorno, quella mattina, fu come svegliarsi dopo un lunghissimo sonno; sicuramente in parte quella sensazione derivava dal periodo di riposo forzato, durante il quale gli era stato quasi impossibile godere della luce del sole o dell'aria fresca sul viso, di una cavalcata in libertà o di una passeggiata a piedi per le vie del villaggio, ma c'era anche dell'altro, come un sensto senso che lo convinse ad affrontare la giornata appena iniziata con un atteggiamento totalmente positivo; quindi, tanto per cominciare, avrebbe cercato Robin e gli avrebbe detto che intendeva pranzare al Maniero o da qualsiasi parte che non fosse casa sua.
Mettendo il naso fuori dalla porta, Guy si accorse dell'unica figura intenta ad osservare il Sole nascente non molto distante da dov'era lui, ma non vi si soffermò, troppo intento a godersi l'aria fresca e pulita che gli accarezzava il volto e gli riempiva i polmoni, troppo desideroso di muovere i primi passi nella nuova esistenza che era riuscito in qualche modo a guadagnarsi, liberandosi dello Sceriffo e del Principe Giovanni.

Trascorsi cinque minuti buoni, Kaelee decise che era il momento di rientrare, tanto più perché la stanchezza di una notte trascorsa ad impastare iniziava a farsi sentire.
Non avere una casa tutta sua non le recava alcun fastidio, né le dispiaceva condividere ogni cosa con Kate – che non avrebbe mai ringraziato abbastanza per quanto aveva fatto per lei quando era arrivata in quel villaggio. Non era stato facile convincere Allan a combinarle un incontro con Robin Hood e non era stato semplice spiegargli la sua situazione e chiedergli che quella conversazione restasse tra loro, perché non voleva essere compatita dagli uomini della banda o dagli abitanti di Locksley; l'arciere, però, aveva accettato le sue condizioni e l'aveva subito presentata al gruppo permettendole di legare con la donna che era presto diventata sua amica.
Kaelee era a conoscenza dei trascorsi sentimentali di Kate e sapeva che non se la passava bene anche se spesso tendeva a minimizzare; a Kaelee anche se non conosceva Kate da molto, dispiaceva vederla tanto triste, perciò voleva essere al suo fianco quando si sarebbe svegliata, voleva augurarle una buona giornata e voleva anche vedere un viso amico prima di piombare nel sonno profondo che la stanchezza le avrebbe imposto; forse era un desiderio un po' infantile, ma dato che non recava danni a nessuno perché non regalarsi quella piccola gioia?
Fu in quel momento, quando si voltò per imboccare la via di casa, che Kaelee scorse la sagoma di un uomo dinanzi all'ingresso di un'abitazione. Istintivamente si soffermò a guardarlo anche se la poca luce le impedì di distinguerne i lineamenti, sebbene fosse chiaro che il suo viso era incorniciato da una chioma medio-lunga e, con ogni probabilità, anche molto scura; ciò di cui aveva, invece, una percezione tutt'altro che vaga era l'imponenza di quella figura, che si stagliava come un'enorme ombra verticale su un paesaggio abbracciato dai primi raggi solari. Si domandò se avesse mai visto prima quell'uomo, salvo poi chiedersi se fosse consono guardare qualcuno con tanta insistenza senza avere almeno l'intenzione di alzare la mano in cenno di saluto; quando le sembrò che lui si fosse voltato nella sua direzione, si disse che era meglio riprendere a camminare e rincasare.
Suo malgrado e nonostante l'ora, trovò Kate già sveglia e non propriamente allegra.
Anche se caratterialmente Kaelee era una ragazza positiva e ottimista, non la infastidiva dover avere a che fare con una persona che vedeva tutto nero in quel momento della sua vita; del resto, anche se non si era mai innamorata in vita sua, riusciva a capire quanto grande dovesse essere la sofferenza per Kate: pur non avendola vissuto sulla propria pelle, era più che certa che essere lasciata dalla persona amata non era affatto un'esperienza piacevole o facile da affrontare e superare.
Si unì allora a Kate nella preparazione della colazione, che consumò volentieri in sua compagnia, e riuscì a farla sorridere raccontandole un aneddoto che aveva a che fare con gli impasti per il pane e il putiferio che uno dei ragazzi di Tyrik aveva quasi scatenato quella notte; le faceva enormemente piacere poter essere utile, non solo economicamente, alla persona che, senza sapere nulla di lei e senza costrizioni, aveva deciso di offrirle un tetto sotto cui vivere.
«Va' pure a riposare. Hai lavorato tutta la notte, sarai stanca», le disse Kate, rivolgendole un sorriso.
«Ti ringrazio, ma se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi svegliarmi in qualunque momento», le rispose, sinceramente disposta a stare sveglia per altre otto ore filate, se necessario.
«Me la caverò», chiuse Kate nell'evidente tentativo di rassicurarla.
Kaelee annuì e la strinse brevemente prima di separarsi da lei – che sarebbe andata ad aiutare sua madre, Rebecca, con la decorazione di alcuni vasi da vendere al Mercato – prima di andare al piano superiore e addormentarsi immediatamente dopo essersi stesa.

Kaelee si svegliò che era ormai passato mezzogiorno, come la posizione del Sole indicava chiaramente, e si accorse subito del trambusto che regnava al piano inferiore; nonostante la mente ancora confusa e mezza addormentata, non ebbe difficoltà a riconoscere le voci di Much e Allan oltre a quella di Kate.
D'istinto scosse il capo al pensiero di tutte le storie che Allan si sarebbe messo a raccontare pur di attirare su di sé l'attenzione dei presenti, ma poi sorrise tra sé immaginando Much che preparava uno dei suoi piatti, soprattutto per Kate: non era un segreto per nessuno, infatti, che la donna fosse la sua più grande fonte di ispirazione e contentezza. Perfino lei si era subito accorta del sentimento che lo legava a Kate e le era stato impossibile non sperare che tra i due nascesse qualcosa prima o poi, perché Much le dava la netta sensazione di essere un uomo buono, di quelli che non mancherebbero mai di rispetto alla donna che amano, di quelli capaci di dare valore alle piccole cose.
Si stiracchiò prima di alzarsi per darsi una sistemata e raggiungere gli altri, compito per nulla semplice come avrebbe potuto sembrare.
Dopo qualche minuto impiegato in maldestri tentativi di acconciarsi i capelli, Kaelee dovette per forza arrendersi all'indomabile chioma che si ritrovava e accontentarsi di fermare alcune ciocche scure che troppo spesso le ricadevano indisciplinate davanti agli occhi, infastidendola oltre ogni dire; quindi scese con l'allegria che era solita portarsi dietro, intenzionata a condividerla con Kate attraverso il supporto anche di Allan e Much.
Dando per scontato che sarebbero stati solo loro quattro per il pranzo, come altre volte era accaduto, non guardò nella stanza prima di aver sceso l'ultimo scalino; così si accorse del nuovo ospite quando era ormai troppo tardi per tornare indietro e prepararsi mentalmente a fare una nuova conoscenza.
Quando le voci arrivarono distintamente alle sue orecchie, la conversazione tra i presenti doveva essere già iniziata da un po'.
«In tutta sincerità nemmeno io riesco a credere di poter pranzare fuori casa», disse lo sconosciuto con una voce profonda e piacevole.
«E in nostra compagnia!», esclamò Allan.
I presenti risero e si lanciarono in una breve serie di battute che Kaelee non colse, ancora stordita da quella presenza e, forse, anche perché ciò che faceva ridere tutti non sarebbe mai riuscito a far ridere anche lei, dal momento che si faceva riferimento a fatti che lei ignorava.
Mentre indugiava ancora sull'ultimo gradino, Much la notò e ne richiamò l'attenzione.
«Kaelee! Mi chiedevo quando saresti arrivata. Manca giusto il pane», disse, inducendo inevitabilmente l'ospite a voltarsi nella sua direzione.
Gli occhi chiari che quello puntò nei suoi quasi le tolsero il respiro tanto erano accesi di curiosità.
«Much... Il pane lo preparo e lo lascio al forno del vecchio Tyrik, non me lo porto mica a letto», gli rispose arginando l'imbarazzo e facendo ridere Allan di gusto.
Much rimase interdetto per qualche istante e Allan si propose di risolvere la questione facendo un salto al forno del vecchio Tyrik.
Kate intanto stava preparando la tavola e Kaelee si rese conto che era buona educazione presentarsi all'uomo e poi aiutare l'amica.
«Io sono Kaelee. Non mi sembra di conoscervi», esordì tendendo la mano allo sconosciuto.
Lui si alzò, rivelando la sua notevole altezza, e contrasse per un attimo le labbra sottili in una smorfia di dolore senza che lei potesse intuirne l'origine.
«Guy di Gisborne», rispose infine, sollevandole la mano fin quasi a sfiorarla con le labbra in un gesto elegante e gentile. «Robin mi ha parlato di voi e del vostro trasferimento a Locksley. Ben arrivata anche da parte mia», concluse.
Senza che ci fosse un razionale motivo, il cuore di Kaelee prese un ritmo a lei completamente nuovo; simile a quando correva a perdifiato, ma non uguale; simile a quando infrangeva qualche sciocca regola, ma non uguale.
Sentì il viso riscaldarsi improvvisamente e immaginò le guance colorarsi di rosso, come al solito, ma nonostante questo non potè trattenere un sorriso quando gli occhi cristallini di lui si incastrarono di nuovo nei suoi, manifestando subito una predisposizione d'animo per niente ostile.
Si accorse, ora che gli era così vicina, che ciglia e sopracciglia scure li rendevano ancora più ipnotici di quanto dovessero essere realmente, – "pericolosamente ipnotici", corresse nella mente – al punto che l'unica soluzione era distrarsi aiutando Kate ad apparecchiare.
«Vi ringrazio e spero vi abbia detto soltanto cose interessanti», scherzò, scoprendo che era più facile nascondere quelle sensazioni sconosciute se non lo guardava negli occhi.
Lui si sedette di nuovo e diede vita ad una leggera e piacevolissima risata.

Kate, che aveva conosciuto la parte oscura e cattiva di Gisborne, che aveva dubitato di lui anche quando Robin aveva deciso di fidarsi, aveva ora dinanzi a sé innegabilmente una persona molto diversa, anche se non gli dava ancora completa fiducia. Non riusciva a credere, infatti, che il caratteristico ghigno avesse abbandonato il volto di Guy, rimpiazzato da un sorriso gentile; non poteva credere che la voce rabbiosa avesse lasciato il posto a toni pacati, e il tutto in un tempo così piccolo. Ancora adesso, mentre era nella sua casa e nella sua cucina, l'atteggiamento di Guy di Gisborne e la sua gentilezza verso Kaelee non la convincevano pienamente e se si era mostrata disponibile ad ospitarlo per pranzo era soltanto perché Robin gliel'aveva chiesto come favore personale essendo lui e Archer impegnati in un giro di ricognizione sul limitare della foresta.
I suoi pensieri, mentre continuava a osservare Gisborne con sguardo critico e Kaelee con materna attenzione, furono interrotti da Allan, il quale irruppe rumorosamente e allegramente in casa annunciando di avere il pane, per la gioia di Much, permettendo così ai cinque di mettersi a tavola.
Con Much e Allan non c'era davvero il pericolo di annoiarsi e il pranzo fu allegro e colmo di risate sincere.

Per Guy fu un piacevole ritorno alla vita di tutti i giorni, che si prospettava diversa in tutto e per tutto dalla precedente esistenza vissuta al fianco di Vaisey e in qualità di suo braccio destro, – nessuno, infatti, gli avrebbe chiesto di prendere con la forza il denaro a questa o quella famiglia, nessuno lo avrebbe costretto a mozzare la mano ad un uomo solo perché aveva rubato una mela al Mercato, nessuno gli avrebbe ordinato di uccidere un innocente in cambio di denaro e potere – e si rese conto di provare sentimenti considerati perduti per sempre: si sentì sereno, felice, mentre scopriva che la speranza poteva nascere perfino nel suo cuore lacerato.






N.B.
Il capitolo è stato rieditato in data 27/11/2015.
Il lavoro non ha comportato modifiche a livello di trama ed è invece consistito nella revisione della forma e nell'aggiunta di qualche dettaglio e informazione.


N.d.A.

Salve a voi coraggiosi, che siete giunti fino alla fine di questo primo e sperimentale capitolo, e benvenuti!
Chi conosce nel dettaglio la serie televisiva di appartenenza, avrà facilmente intuito, già leggendo la premessa, che non ho amato particolarmente il finale della terza ed ultima stagione di Robin Hood; ragion per cui mi sono presa la libertà di apportare qualche modifica, ponendo come presupposto che Robin, Allan e Guy non siano morti.
Per chi non è pratico del fandom ed è arrivato ugualmente a questa storia, preciso che nella premessa ho sintetizzato quello che è il finale alternativo, quindi di mia invenzione, da cui prendono il via le vicende che racconterò di qui in avanti.
Con l'introduzione, ho invece gettato le basi per le nuove avventure, ho voluto dare uno sguardo generale alla situazione in cui intendo ambientare i personaggi e ho approfittato per inserire brevemente l'arrivo di Kaelee a Locksley. Lei non fa parte della serie tv in alcun modo, neanche trasversalmente comparendo per pochi istanti nel corso di un episodio, ed è, quindi, completamente mia; la conosceremo meglio insieme, nel corso delle vicende, dal momento che intendo incentrare il tutto su lei e Guy di Gisborne (è principalmente per lui che ho sentito il bisogno di scrivere).
Ci tengo inoltre a precisare che adoro Much e sapendolo innamorato di Kate, vorrei provare a dargli un'opportunità; non sono certa di come andrà a finire: mi lascerò trasportare dai personaggi.
Prima di chiudere voglio precisare che siamo nel 1194, lo stesso anno in cui è ambientata la terza stagione della serie tv, e voglio fare un piccolo riepilogo sui personaggi e i loro eventuali legami, sia per coloro i quali hanno seguito la serie, sia per chi ha nozioni generiche sul personaggio di Robin Hood.
Robin di Locksley: ha 31 anni, ha un Maniero a Locksley e altri possedimenti nei villaggi adiacenti, è nobile di nascita; ha un fratellastro di nome Archer (nato dall'unione di suo padre con la madre di Guy di Gisborne) e ha sempre amato Lady Marian; dopo la sua morte ha avuto brevi relazioni con Isabella Thornton e Kate; ha combattuto nella Guardia Reale di Riccardo I, in Terra Santa e crede in un'Inghilterra giusta e libera; il suo più fedele alleato è Much, che è stato anche il suo servo quando entrambi abitavano al Maniero prima di partire per la Crociata di Re Riccardo.
Much: ha 33 anni, vive al fianco di Robin come suo leale servitore da diverso tempo e non desidera altro che la Tenuta a Bonchurch promessagli da Robin dopo l'esperienza in Terra Santa; è sensibile e si innamora in fretta; un ottimo cuoco e un amico sincero; vuole molto bene a Robin Hood e spesso manifesta gelosia in chiunque ne riceva le attenzioni; ha una brevissima relazione con Eve, una giovane donna di Bonchurch, alla quale fa una promessa (affronterò l'argomento nel corso dei capitoli) e si innamora a prima vista di Kate.
Allan A Dale: ha 30 anni e diventa subito membro della banda di Robin Hood; è incline a pensare spesso al proprio tornaconto, ma non per questo è una cattiva persona; nel corso degli eventi si ritrova a dover scegliere tra la propria vita e la fedeltà alla banda; collabora con Sir Guy di Gisborne e lo Sceriffo Vaisey senza mai tradire davvero i suoi amici; è un imbroglione nato, ottimista e positivo, allegro e dalla battuta facile; ha una cotta per Djaq la Saracena, ma non lotta per lei quando la ragazza dichiara di amare Will.
Will Scarlett: ha 21 anni, vive a Locksley con suo padre Dan (che verrà ucciso dallo Sceriffo) e suo fratello minore Luke (che si trasferirà a Scarborough; si unisce alla banda di Robin Hood dopo essere stato quasi impiccato per aver infranto le assurde regole dello Sceriffo di Nottingham; resta fedele al gruppo e combatte al fianco dei suoi compagni fino a quando, tutti insieme, partono verso Acri, in Terra Santa, per salvare Lady Marian e fermare Vaisey e Gisborne che vogliono uccidere Re Riccardo; innamorato di Djaq la Saracena, decide di stabilirsi ad Acri con lei per sposarla e costruirsi una famiglia; lascia la banda nel 1193.
Djaq la Saracena: ha 28 anni, è originaria di Acri e il suo vero nome è Safiya; ha un fratello gemello di nome Djaq, del quale assume l'identità dopo la sua morte; arriva in Inghilterra come prigioniera e si unisce alla banda di Robin Hood fingendosi uomo; è esperta di medicina e sarà spesso utile alla banda in tal senso; ha un carattere forte, è un valido alleato sul campo ed è di mentalità molto aperta; si innamora di Will al quale si dichiara il giorno del compleanno di Robin Hood, quando l'intera banda rischia la vita; lascia la banda nel 1193.
Little John: ha 54 anni, è originario di Locksley, ha una moglie di nome Alice e un figlio di nome Little Little John che nasce quando lui è già un fuorilegge; quando viene dichiarato fuorilegge è costretto a fingersi morto per evitare problemi a sua moglie; si mette a capo di un gruppo di fuorilegge, ma quando conosce Robin si unisce volentieri alla sua banda; sue caratteristiche peculiari sono forza fisica e bontà; è un compagno leale e sensibile ai drammi esistenziali; non si fida facilmente delle persone.
Fratello Tuck: ha 43 anni, è un frate di colore e torna in Inghilterra nel 1194; nello stesso anno si unisce alla causa di Robin Hood riportandolo sulla retta via dopo la morte della donna amata; diventa subito una colonna portante della banda; è allegro, ma anche molto intelligente e trova nella fede la sua forza; è un ottimo combattente.
Kate: ha 30 anni (ho deciso io l'età non avendo trovato indicazioni da nessuna parte) e vive a Locksley con sua madre Rebecca, sua sorella Maggie e suo fratello Matthew (che verrà ucciso da Gisborne); è istintiva e incline a moti irosi; non sopporta catene e costrizioni, perciò entra a far parte della banda di Robin Hood nel 1194, dopo l'uccisione di suo fratello; si innamora di Robin.
Archer: ha 20 anni ed è il fratellastro di Robin di Locksley e Guy di Gisborne; sa poco e niente dei suoi genitori e vive gran parte della sua vita girando il mondo; si trova imprigionato a York quando conosce i suoi fratelli, arrivati a liberarlo; scopre di avere anche una sorella che è lo Sceriffo di Nottingham, così decide di allearsi con lei per denaro, ma presto capisce che la donna è corrotta e si unisce alla banda di Robin Hood nel 1194; è scaltro ed è un abilissimo arciere.
Lady Marian: muore nel 1193 all'età di 22 anni, per mano di Guy di Gisborne; vive a Knighton insieme a suo padre, Sir Edward, e veste i panni di Guardiano Notturno per contrastare l'operato dello Sceriffo Vaisey; per qualche tempo vive al Castello di Nottingham insieme allo Sceriffo e a Gisborne, facendo la spia per conto di Robin Hood, del quale è innamorata; viene costretta a sposare Gisborne, ma lo abbandona all'altare; quando viene scoperta nei panni di Guardiano Notturno rischia l'impiccagione, ma viene salvata da Gisborne e Allan; condotta in Terra Santa insieme allo Sceriffo e Gisborne, dopo aver tentato di uccidere il primo, viene uccisa dal secondo; viene sepolta in Terra Santa.
Isabella Thorntorn: muore nel 1194 all'età di 30 anni, per mano di suo fratello Guy; perde entrambi i genitori in un incendio, a Locksley, e viene poi venduta da suo fratello all'età di tredici anni; molti anni più tardi decide di scappare da suo marito e si reca a Nottingham, dove chiede protezione a suo fratello Gisborne; prova, in realtà, a entrare nelle grazie del Principe Giovanni e riesce a farsi eleggere Sceriffo dopo la finta morte di Vaisey, vendicandosi così di suo fratello Guy; si innamora di Robin Hood, ma non riesce a conquistarlo.
Sir Guy di Gisborne: ha 36 anni e dopo una vita trascorsa al fianco di Vaisey, considerandolo un padre, lo uccide (così crede) mirando a diventare Sceriffo; fatto invece prigioniero da sua sorella, nominata Sceriffo, conosce una ragazza di nome Meg e grazie a lei capisce di non voler più vivere nella cattiveria; innamorato di Lady Marian cerca di conquistarla in ogni modo possibile, offrendole i propri averi e il proprio cuore, ma non ci riesce e, accecato da rabbia e dolore, la uccide; si pente e ne soffre molto finché sceglie di unirsi a Robin Hood dopo aver scoperto di avere un fratellastro in comune con lui, Archer (figlio di sua madre e del padre di Robin di Locksley); entra a far parte della banda nel 1194 e collabora alla distruzione di Vaisey.
Vaisey di Nottingham: muore nel 1194 a 54 anni; è il maligno Sceriffo di Nottingham che trama alle spalle di Re Riccardo e in coalizione con il Principe Giovanni.

Dopo aver parlato brevemente dei componenti della banda di Robin (attuali e non), di chi ha avuto un ruolo importante ed è poi morto e dei due cattivi principali (di cui uno è ora dalla parte dei buoni e l'altro è passato a miglior vita, quindi aspettatevi pure l'ingresso di nuovi antagonisti), credo di potervi salutare.
Mi auguro che non ve la prenderete troppo con me per aver stravolto un po' le cose e vi ringrazio in anticipo per la lettura e l'eventuale recensione.
Alla prossima!

   
 
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