-Hold back the river-
Tried to keep
you close to me,
But life got
in between
Tried to square not being
there,
But think
that I should have been
Una bottiglia di gin
quasi finita, un posacenere pieno di cicche e il sottofondo di una canzone dance:
ecco il contorno dell’ultimo incontro tra le due donne. Non era un pub molto
affollato a dire il vero, cosa abbastanza preoccupante trattandosi di New York,
ma del resto il fatto che stesse ormai quasi per spuntare il sole poteva valere
come giustificazione.
“Quindi te ne vai
davvero?”
La domanda era arrivata
senza mezzi termini, ma ad Ursula c’era stato bisogno di tutta la notte per
pronunciarla. E alla fine quelle parole erano uscite con un tono strano, un
tono che mischiava perplessità, ironia, ma anche una sorta di inconscia paura.
Non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a sé stessa, ma la compagnia dell’altra donna
era stata decisiva durante quelle due settimane per ambientarsi in quel mondo
sconosciuto, e non sapeva se adesso era pronta a restarci da sola.
“Certamente”
Crudelia non aveva invece esitato neppure un
secondo prima di rispondere e nel suo tono trapelava solo determinazione. Era
leggermente brilla e più disperata di quanto non si era sentita da quando
avevano lasciato la Foresta Incantata, ma sembrava sapere benissimo quello che
voleva. E ciò che voleva non era una vita da randagia in cui non poteva essere
costantemente sotto i riflettori. Crudelia era un animale da palcoscenico.
Senza aggiungere altro,
si strinse nella sua inseparabile pelliccia e si alzò lentamente in piedi,
posando una banconota sul bancone. Una semplice, rapida occhiata fu tutto ciò
che rivolse alla strega del mare come saluto, prima di cominciare ad avviarsi,
leggermente barcollando, verso l’uscita del locale.
Non c’era stato un vero
e proprio addio, nessuna parola carina, nessuna battutina provocatrice, niente
di niente. Si stavano perdendo come se non si fossero mai trovate, come due
perfette sconosciute, ma in fondo cosa erano loro due di così particolare?
Niente.
Eppure, una volta
uscita dal locale, una lacrima sfuggì dagli occhi della De Mon.
Le era bastato un
respiro di libertà per capire che era davvero sola nel grande frenetico mondo.
E in quel grande
frenetico mondo le sarebbe mancata Ursula.
Hold back the river, let me look in your eyes
Hold back the river so I
Can stop for a minute
and be at your side
Hold back the river, hold back
La pelliccia e la sua Panther De
Ville: ecco il breve inventario di tutto ciò che le era rimasto. Aveva provato
a costruirsi una vita, si era sposata – di certo non per amore – e aveva
provato ad essere quella donna ricca e potente che aveva sempre sognato di
essere; ma le cose le erano andate male e questo ancora prima che suo marito
finisse in manette e lei fosse spogliata di ogni avere, le era andata male
perché non si era mai sentita davvero felice.
Si era ripromessa che non sarebbe mai tornata al suo punto di
partenza, ma invece adesso sentiva che tornare al principio era tutto ciò che
desiderava. Spese quasi tutti gli ultimi soldi che aveva per una bottiglia di
gin e un pieno di benzina e poi mise in moto dritta fino a New York; non le era
rimasto più niente, ma forse quel poco di reale valore che aveva lo aveva perso
in verità quella notte di trent’anni prima.
Ursula.
Ecco quello che voleva adesso, ecco tutto ciò a cui riusciva
a pensare. Chissà com’era la sua vita, chissà se almeno lei aveva trovato il
suo lieto fine, chissà se aveva trovato qualcuno? Una risatina amara la colse a
quel pensiero e fu costretta a prendere un sorso di gin con una mano ancora sul
volante. Egoisticamente preferiva immaginare la sua ex alleata in una
condizione miserabile, anche peggio della sua, ma solo perché in questo modo ci
sarebbe stata una maggiore possibilità che l’avrebbe di nuovo voluta nella sua
vita.
Aveva bisogno di lei adesso, perché l’unico momento della sua
vita in cui non si era sentita sola era stato durante la loro pseudo –
amicizia, perché non potevano bastare messaggi in codice su delle cartoline e
saltuarie telefonate sparse nell’arco di trent’anni.
Forse era troppo tardi, ma aveva bisogno di guardarla negli
occhi e stare concretamente al suo fianco.
Hold back the river, let me look in your eyes
Hold back the river so I
Can stop for a minute
and see where you hide
Hold back the river, hold back
Non aveva dormito per tutta la notte e questo potenzialmente
la rendeva più irritabile del solito. E poi c’era stata la pioggia, unica
compagnia nell’attesa che quel maledetto acquario aprisse. Sarebbe stato
difficile trovare il luogo dove la donna abitava, anche perché Ursula a
dispetto delle aspettative non era un nome così inusuale in quel mondo; ma
invece andarle a far visita nel luogo di lavoro era un colpo sicuro. Tra la
bottiglia di gin e qualcosa di commestibile preso al fast food
per la strada con qualche altro spicciolo, riuscì ad arrivare bene o male fino
alle dieci, e non appena la porta sì aprì - segno che l’ingresso ai visitatori
era permesso - scattò giù dall’auto e nel giro di qualche secondo si ritrovò
nell’atrio dell’acquario.
“Buongiorno, signora! Un biglietto?”
Crudelia, già sul punto di farsi strada da
sé, si fermò udendo quella domanda e voltò di poco la testa, abbastanza per
poter lanciare un’occhiata fulminante all’uomo che aveva osato disturbarla.
“Non voglio nessuno stupido biglietto…”
rispose incapace di trattenere la sua irritazione che l’attesa e l’impazienza
stavano accentuando ancora di più. “Sono qui per vedere una persona…
Sto cercando Ursula”
“E lei sarebbe?”
“Crudelia Feinberg”
rispose automaticamente, ma appena pronunciò quel nome una smorfia di
disappunto si formò sul suo volto. “No. Sono Crudelia
De Mon” si
corresse infatti solo qualche istante dopo, quasi con una punta d’orgoglio nel
rinnegare l’unica eredità di quel fannullone di suo marito.
“Va bene, signora De Mon” disse
l’uomo con l’aria un po’ dubbiosa, ma cercando di mostrare un sorriso affabile
“Ursula sta lavorando adesso… Può aspettarla qui e
appena sarà la pausa potrebbe-“
Crudelia alzò una mano guantata
di rosso in aria e il sospiro seccato che sfuggì dalle sue labbra fu abbastanza
per zittire l’uomo – almeno momentaneamente.
“Ho aspettato abbastanza. Devo vedere Ursula adesso!” esclamò poi con un tono che non
ammetteva repliche, cominciando di nuovo ad avviarsi verso le sale di esposizione.
“Signora, aspetti! Non può entrare senza biglietto!”
Una banconota volò quasi sul bancone e quello fu il segnale
definitivo che chiuse ogni protesta.
Era l’ultima banconota che le era rimasta e la stava
spendendo benissimo a suo parere.
“Ho un biglietto adesso. E voglio vedere Ursula.”
Lonely water, lonely
water won’t you let us wander
Let us hold
each other
Lonely water, lonely water won’t you let
us wander
Let us hold
each other
“Inizi a lavorare già
di prima mattina… Ti penti di non stare più in fondo
al mare eh?”
Aveva oltrepassato solamente qualche vasca prima di
imbattersi finalmente nella strega del mare. Con gli abiti da lavoro, i capelli
legati senza molta cura e un’espressione stanca sul volto Ursula appariva molto
diversa, eppure quando alzò lo sguardo e il verde incrociò il nero, tutto era
esattamente come Crudelia ricordava. Ecco perché alla
fine, avvicinandosi di più con un mezzo sorriso sul volto, tutto quello che le
venne fuori fu quella domanda vagamente provocatoria.
“Già, perché io non faccio la mantenuta come te”
Ma Ursula sapeva rispondere bene e la sua risposta era stata
volutamente velenosa e cattiva.
Tuttavia quel promettente battibecco si esaurì con quella
frase; qualsiasi assurdo orgoglio in Crudelia si
affievolì istantaneamente e sul suo viso comparve un accennato sorriso amaro.
Di nuovo tornava a sentirsi la donna disperata e sola di sempre, di nuovo
tornava a sentirsi fragile, ma se era abituata a quei sentimenti, non era
abituata al fatto che venissero fuori di fronte ad altre persone – non di
fronte a Ursula.
“Mio marito è in prigione… E io ho
perso tutto” mormorò alla fine in un impeto inaspettato di onestà.
Ursula fu colta di sorpresa e a quell’ammissione decise finalmente
di distogliere l’attenzione da qualsiasi cosa non fosse la donna appena
arrivata. Restò in silenzio a scrutarla per un po’però senza accennare a
muoversi: la diffidenza e il rancore non l’avevano ancora abbandonata.
“Hai ancora la pelliccia, vedo” constatò alla fine con nuova
ironia, ma priva stavolta di cattiveria.
L’altra donna annuì lentamente e fece una forzata risata che
però non raggiunse minimamente i suoi occhi. “Sì, ho ancora la pelliccia.”
E poi tra loro cadde di nuovo il silenzio, un silenzio
confuso, incerto, imbarazzato, un silenzio che Crudelia
non era disposta a tollerare e che ingenuamente non aveva preso in
considerazione. Ma cosa si era aspettata? Un’accoglienza a braccia aperte e un
annullamento di tutto ciò che era successo nel frattempo? Forse sì, forse si
era aspettata proprio questo. Si lanciò un’occhiata intorno distrattamente e si
lasciò rapire per qualche istante dai pesci che nuotavano intorno a loro. Erano
apparentemente liberi ma in realtà imprigionati in quell’acqua quasi
artificiale e quei muri di acqua a loro volta imprigionavano adesso le due
donne. Si sentiva in trappola, quasi le mancava l’aria a quel pensiero. Ma cosa
avrebbe potuto fare per sfuggire all’impasse di quella conversazione? Cosa
avrebbe potuto dire in quel momento?
Solo allora le lacrime cominciarono a scendere
improvvisamente dai suoi occhi una dopo l’altra senza freno e prima di
rendersene conto si erano trasformate in assurdi singhiozzi impossibili da
trattenere. Non aveva mai davvero pianto in vita sua , pensava di non poterne
essere capace e comunque se n’era sempre vergognata, ma se avesse saputo
l’effetto che quel pianto sincero avrebbe avuto, forse l’avrebbe fatto prima.
Infatti, le braccia di Ursula si trovarono strette attorno al
suo corpo in pochissimo tempo e Crudelia non esitò
neppure un istante prima di ricambiare la stretta. In qualche modo, ancora
strette in quell’abbraccio improvviso, le loro labbra finirono per trovarsi
quasi d’istinto e fu come se improvvisamente entrambe avessero capito la reale
natura della latente attrazione che le aveva sempre legate, fu come se l’acqua
di quelle pareti adesso le stesse liberando e non tenendo prigioniere.
L’unico rimasto prigioniero dei suoi demoni interiori in quel
momento fu un uomo che osservava poco distante la scena, con aria più
sconsolata che sorpresa. Tremotino stavolta era
arrivato troppo tardi e per una volta le cose non erano andati secondo i suoi
piani; avrebbe dovuto trovare altri alleati per il suo piano alla conquista del
lieto fine per i cattivi, perché Ursula e Crudelia, a dispetto della loro
categoria di appartenenza, il loro sembravano averlo già trovato.
NDA:
Salve! Eccomi con questa nuova one-shot
senza troppe pretese su una coppia che mi sta cominciando a prendere tanto
ultimamente, la Sea Devil
(così ribattezzata dalle stesse attrici su twitter!).
Che posso dire? Tendenzialmente non shippo femslash, ma Sea Devil is the way! Ahahah
L’idea da cui prende spunto – a parte la canzone omonima di
James Bay – è la domanda su cosa sarebbe potuto succedere se ci fosse stato
un’alterazione temporale e le nostre due queens of darkness si fossero incontrare
prima dell’intervento di Tremotino, che ho fatto appunto comparire nel cameo
finale. Una rivisitazione del mid-season finale
insomma :)
Spero vi sia piaciuta e magari di ricevere un vostro
commento! Alla prossima!
LadyPalma