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Autore: _Giuls17_    11/03/2015    4 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Find the truth
 
Tris nonostante avesse percepito la pace per la prima volta dagli ultimi due anni, non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte.
Le braccia di Quattro attorno al suo corpo magro erano state sia una benedizione sia una tortura, ricordandole da un lato la ragazza Abnegante che aveva scelto un’altra vita da Intrepida e dall’altro le avevano ricordato che non sarebbe più stata quella ragazza.
Tutto quello che aveva passato, l’aveva plasmata, modificando la sua indole fin nel profondo.
Alzò gli occhi verso l’oblò della sua camera e vide il solo sorgere lentamente, posò lo sguardo su Quattro, lui non l’aveva lasciata per tutta la notte, cullandola con il calore del suo corpo, ma in quel momento si divincolò, delicatamente.
Lo sentì sospirare ma non si svegliò, scese dal letto e uscì dalla camera il più velocemente possibile.
 
-Stai bene?-
Peeta l’osservò con attenzione, tenendo tra le mani la sua tazza di caffè.
-Già sveglio?-
-Incubi.- sussurrò il ragazzo.
-Non ho chiuso occhio.- ammise lei.
-Attività extra?-
-No… Non sono più abituata a dormire su un letto, né con qualcuno accanto, Quattro non riesce a capirlo.-
-Neanche Katniss lo accettava i primi tempi, ma ha rispettato le mie volontà.-
-Come siete riusciti ad… Arrivare fin qui?-
Il ragazzo prese un’altra tazza di caffè e gliela passò, sorridendo leggermente.
-C’è voluto molto, molto amore per permettermi di arrivare qua; io continuavo a dubitarne ma lei non ha mai mollato con me.
Tu ed io ci assomigliamo molto, Tris, anche per me è stato difficile chiedere aiuto i primi tempi.-
-Il dolore non ci rende simili.-
-Invece sì, devi lasciare che qualcuno abbatta la tua muraglia o il dolore ti annienterà.-
-Però non sei guarito.- asserì, calma.
-Non si può guarire, Tris, noi ci siamo spezzati, l’unica cosa che possiamo fare è rimettere assieme i pezzi per le persone che amiamo ed andare avanti, un giorno alla volta, ricordandoci che siamo sempre oltre il confine, che un passo falso porta all’autodistruzione.-
Tris strinse la tazza tra le mani, così forte che l’incrinò, ma non riuscì a rispondere, la posò velocemente sul tavolo e corse in bagno.
-Non farti di nuovo male Tris, perché io non sono comprensivo come Katniss.- sussurrò.
Lei si chiuse la porta del bagno alle spalle e sentì il respiro pesante, appoggiò le mani al lavandino ed alzò lo sguardo verso lo specchio.
La ragazza che la stava guardando aveva i capelli slegati, che le ricadevano informi sulle spalle, occhiaie scure e gli occhi spenti, la pelle troppo pallida e le ossa ben visibili.
Era un fantasma.
Tris allungò la mano ed aprì il cassetto, trovò le forbici e espirò pesantemente.
 
Devo darmi una sistemata.
 
***
 
Katniss posò il tablet sul tavolo della sala conferenze e guardò tutti.
-Ci permetterà di comunicare con Panem, il Comandante Paylor aspetta la nostra chiamata. Gale dall’hovercraft monitorerà la frequenza, in caso vi sia un calo di tensione.-
-Bene, Johanna Reyes è stata informata degli ultimi eventi.- disse Evelyn, guardando la donna alla sua destra.
-Inizialmente ero rimasta sorpresa, incredula dal suo racconto, ma ho imparato a fidarmi di lei e adesso che ti ho vista, Tris, so che tutto è vero.-
Tris abbassò lo sguardo e sentì le punte dei capelli sfiorarle la clavicola, li aveva accorciati nuovamente, non come quella volta che sua madre era morta, stavolta il taglio era diverso, perché lei era diversa.
Non avrebbe sopportato ancora quel suo aspetto, come se tutto fosse rimasto inalterato.
Katniss la guardò ed accese il tablet, la voce di una donna risuonò pochi minuti dopo.
 
-Signorina Everdeen, aspettavo sue notizie, è successo qualcosa?-
-No Presidente, abbiamo solo rimandato le comunicazioni a questo momento.-
-Oh sono felice di vedere che sia lei che il Signor Mellark stiate bene e la signorina Prior?-
-Sono qua.- rispose, inserendosi nella visuale del tablet.
-Le dona il nuovo taglio di capelli, ma abbiamo questioni più importanti di cui parlare, potreste…-
-Certo.- rispose Katniss, toccò qualche tasto e ampliò la proiezione dello schermo così da ricoprire buona parte della parete.
-Buongiorno, sono il Comandante Paylor, Presidente di Panem, immagino che avrò il piacere di parlare con Evelyn Eaton e Johanna Reyes, Presidenti di Chicago?-
-Non amiamo definirci in questo modo, noi cooperiamo per assicurare agli abitanti un luogo sicuro dove abitare… Iniziamo?-
 
 
Tris spense la mente, aveva imparato a lasciare fuori dal suo cervello tutto quello che non le interessava e quella discussione ne faceva parte: tutte e due le parti stavano dialogando sulla possibile minaccia, individuando aspetti che potessero avvicinare le due guerre, persone che vorrebbero minare la pace e una marea di elementi che non aveva sentito.
Però sapeva altrettanto bene che tutta quella discussione sarebbe stata solo uno spreco di tempo, aveva già in mente i possibili malviventi, ma era certa che nessuno le avrebbe dato retta.
 
È sempre stato così, nessuno si è mai fidato delle mie idee.
“Finisce che ci ascolteranno solo dopo che qualcuno si sarà fatto male ed ho la sensazione che saremo noi, di nuovo.”
Se non troviamo un altro modo, finirà così.
 
Guardò l’orologio davanti a se, sopra la porta e notò con grande disappunto che erano già passate due ore dall’inizio di quello strano incontro, così decise di osservare i volti dei presenti: tutti super concentrati, tutti convinti delle loro idee.
Quattro la stava guardando ma lei distolse lo sguardo, velocemente, non era ancora pronta ad affrontarlo nuovamente, anche perché lo aveva evitato fin dal primo mattino.
-Signorina Prior la stiamo annoiando?-
Si voltò per guardare Evelyn Eaton, più di una volta aveva avuto serie difficoltà a trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda della donna e neanche quella volta avrebbe fatto eccezione, tossì per schiarirsi la gola e si alzò, poggiando le mani sul tavolo.
 
-Siete convinti che qualcuno di punto in bianco si sia svegliato e abbia deciso di orchestrare tutto questo “spettacolo”, rapendomi, torturandomi, portandomi in territori nascosti. Qualcuno che, a detta vostra, non abbia idea né di cosa siano gli Hunger Games, né dell’effetto dei Sieri.
Bè io vi dico che quelle persone sapevano perfettamente con cosa stavano giocando, sapevano cosa mi avrebbero fatto e le conseguenze che ne sarebbero derivate, sapevano che con gli Hunger Games il mondo sarebbe tornato sotto il terrore e la paura, quindi si, mi state annoiando perché ancora una volta vi sfugge il vero punto della situazione.-
-Ci vuole illuminare?- domandò Johanna, sorridendo cordialmente.
-Il Dipartimento di Sanità Genetica era l’unico che possedesse le capacità per estrarre due proiettili dal mio corpo, l’unico a conoscenza degli effetti di tutti i Sieri, l’unico capace di mettere in piedi questo gioco.-
-Ancora una volta è pronta a puntare il dito contro qualcuno, ad accusare delle persone, siamo in pace col Dipartimento da due anni, coordiniamo il lavoro, c’è una relazione di fiducia.-
-Sì fiducia, che è iniziata con la mia morta. Non le sembra un po’ strano?- chiese, sedendosi nuovamente.
Calò il silenzio e Tris riuscì a percepire l’elettricità volare nell’aria, ci sarebbe stato uno scontro.
-Le sue accuse…- riprese Evelyn.
-Le mie accuse sono fondate sul passato è vero, posso anche sbagliarmi, ma io voglio andare al Dipartimento, voglio guardare David negli occhi ed assicurarmi personalmente che non stia mentendo.
Se mi sbaglio, avrete le mie scuse e cercheremo altrove il nostro nuovo nemico.
Dovete concedermi il beneficio del dubbio.-
-Noi non le dobbiamo proprio niente…-
-Accordato.- concluse Johanna, posando le mani intrecciate sul tavolo.
-Cosa?!- esclamò Evelyn, visibilmente turbata.
-Tris ha ragione, dobbiamo iniziare a escludere dei sospettati e loro si trovano al primo posto, vuole che li avverto?-
-No, deve essere una sorpresa.- sussurrò la ragazza.
-Quattro li accompagnerà immediatamente con una jeep, allora.-
-Certo.-
-Johanna non possiamo dare corda alle sue fantasie ancora una volta.-
-Le sue fantasie ci hanno salvato una marea di volte, ci hanno parato il culo in più di una situazione e sono disposta a crederle, glielo dobbiamo.-
-E sia, ma se si sbaglia voglio che tutte le sue prossime richieste vengano approvate alla maggioranza.-
-Certo.-
Tris si alzò in piedi, non riuscendo a nascondere il sorriso di vittoria sul viso, appoggiò le mani sui fianchi.
-Possiamo cominciare.-
 
***
 
Katniss avvicinò il viso al finestrino aperto della jeep e si beò dell’aria fresca, non staccando gli occhi dal paesaggio davanti a se.
Erano in viaggio da poco tempo ma osservò il panorama cambiare in modo così repentino che le mise persino paura, capendo adeso che la recinzione era stata creata per scoraggiare possibili fughe.
Proprio come la recinzione del Dodici.
Anche se le situazioni erano diverse più di una volta, erano stati tenuti in gabbia, come delle bestie.
Distolse lo sguardo e scrutò Tris, il nuovo taglio di capelli le dava un’aria più rilassata e armoniosa, anche se il suo corpo era ancora provato, dato che la sua amica in quei pochi giorni non era riuscita a seguire un’alimentazione abbastanza corretta.
-Dimmi.-
-Mi ponevo solo qualche domanda sul tuo aspetto.-
-Starò bene.-
-Lo so che sarà cosi.-
-Tu non ti fidi però.- disse, scrutandola.
-Ci sei arrivata?-
-Mi conosci meglio di tutti gli altri.-
-So come leggerti dentro, è diverso.-
-Bè, allora mi domanda perché ancora non sei scappata, Katniss.-
L’ex Ghiandaia Imitatrice rimase interdetta ma non staccò lo sguardo dall’Intrepida.
 
Ha davvero così poca stima di se?
 
-Siamo arrivati.- disse Quattro, dopo un breve periodo di silenzio.
 
Tris scese dalla macchina e guardò Peeta, Katniss e Quattro, aveva deciso lei la squadra e aveva anche richiesto l’uso delle armi, più per precauzione, anche se Evelyn si era opposta con tutta se stessa.
-Il piano?-
-Entriamo, Quattro ci porta direttamente da David, senza troppi giri di parole e senza spargere la voce.
Devo vederlo prima che sappia del nostro arrivo.-
-Andiamo allora.-
Quattro passò alla guida e attraversarono il cortile d’ingresso del Dipartimento, guardò distrattamente la statua dove più di una volta si era incontrato con lei, dove quella sera gli aveva detto addio, ed entrò nella struttura.
Si limitò a girare per i corridoi e a salutare qualche persona, sapeva che Tris aveva necessità dell’elemento “sorpresa” e non poteva sbagliare.
-Di fretta oggi, Quattro?-
-Sembra incredibile ma sì.- commentò asciutto verso un ragazzo.
Dopo aver svoltato a destra si fermò davanti a una porta di legno, color marrone chiaro, e guardò la ragazza, la vide annuire e passò in testa.
 
Tris senza pensarci oltre aprì la porta e guardò la figura di David seduto sulla sua fedele sedia a rotella dietro la scrivania, lo sguardo perso nel computer, solo dopo pochi secondi, che le sembrarono minuti ed ore, alzò lo sguardo e la guardò negli occhi.
Vi lesse tutto.
Li vide dilatarsi leggermente e restringersi per scacciare l’ira.
 
Sa chi sono.
 
-Quattro, a cosa devo la tua visita? Chi sono i tuoi amici non credo di averli ancora visti?- domandò sorridendo, poggiò le mani sulla sedia a rotelle per spostarsi davanti a loro.
-Loro non avevano ancora avuto l’occasione di venire qui al Dipartimento, abbiamo fatto un giro e volevo solo salutarti.- disse, avvicinandosi.
-Oh che pensiero gentile, e dove lavorate?-
-Si occupano della mensa comune.-
-Sarete super impegnati?- domandò, gentilmente.
-Molto.- rispose asciutta Tris, facendo un passo indietro e uscendo dalla stanza.
-La devi scusare ma credo che abbia preso la febbre.-
-Sarebbe un male lasciarla contaminare tutti.-
-Ci penseremo noi.- rispose Katniss, sorridendo e correndo dietro all’amica.
La raggiunse dopo poco ma non disse nulla, sapeva che Tris si sarebbe aperta con lei al momento giusto e decise di supportarla anche in quel momento.
Posò una mano sulla sua spalla e strinse piano, le sarebbe rimasta vicina.
 
***
 
-I tuoi sospetti sono infondati, lui non ti conosce.-
Quattro parcheggiò la macchina di fronte l’hovercraft e spense il motore.
-Ho bisogno di riposare, mi fa male la testa.- rispose, volendo cambiare argomento.
-Tris.-
-Quattro sto bene, dammi solo un po’ di tregua.- sussurrò, scendendo dalla macchina e dirigendosi verso il portellone.
Il ragazzo rimase a guardare la sua figura snella sparire nella navicella e sentì un groppo in gola che aveva l’amaro sapore della delusione.
-Ci vediamo domani alla sala conferenze.- disse Peeta, scendendo.
-Katniss?-
-Sì.-
-Tieni.- le passò un dispositivo, piatto e di vetro.
-Chiamami se succede qualcosa, se sta male, qualsiasi cosa.-
-Quattro ha ragione, devi darle i suoi tempi se la pressi, Tris non si aprirà mai.-
-Io lo so, l’ho capito ma non riesco a ignorarla.-
-Non lo devi fare, solo ascoltala, devi iniziare in qualche modo.- rispose, lo guardò brevemente e scese anche lei.
 
*
 
-Lui sa chi sono.-
Tris si voltò per guardare Katniss e chiuse velocemente il portellone.
-Cosa?-
-Mi ha riconosciuto, l’ho letto nei suoi occhi.-
-Perché allora non lo hai detto a Quattro?- la incalzò la ragazza.
-Non capirebbe e non mi avrebbe creduto, lui non sa leggere le persone come me.-
-Cosa facciamo allora?- domandò Gale.
-Non lo so.- ammise, sconsolata.
-Adesso mangi Tris, ti metti a letto e domani prima di andare alla riunione pensiamo a cosa fare.-
-Va bene.- acconsentì senza lottare, lasciò crollare le braccia lungo i fianchi, sentendosi improvvisamente la stanchezza impadronirsi di lei e delle sue poche forze.
 
Dovrei mettere su qualche chilo o rischio di crollare durante il combattimento.
“Pensi già alla guerra?”
So che ci sarà una guerra.
 
***
 
-Come ha fatto ad arrivare qua?-
-Non lo sappiamo.-
-Credo che quei due ragazzi non siano di Chicago.-
-Panem, David, pensi che li abbia portati lei?-
-Credo che la nostra Tris abbia trovato aiuto quel giorno che c’è scappata e non so come Panem l’ha riportata.
Certo ci hanno evitato molta fatica.-
-Cosa facciamo?- domandò Nina.
-La riprendiamo, Tris è la nostra gallina dalle uova d’oro: è l’unica Divergente che ci è rimasta e l’unica che ci aiuterà a trovare gli altri.
O almeno il suo DNA ci permetterà di ottenere un logaritmo che individui le qualità più frequenti dei Geneticamente Puri, poi interverrà l’Arena, con la vittoria dell’unico Divergente, mentre tutti gli altri verranno uccisi. La sua costruzione come procede?-
-Siamo quasi alla fase finale, posso riunire il personale a mio piacimento per recuperare Tris?-
-Sì, ma lo dovete farlo stasera, portati dietro i Sieri, credo che faresti meglio a somministrargli quello dei Pacifici durante il sonno, la renderà meno offensiva.-
-Ma più incazzata quando si sveglierà.-
-Bè sono dei rischi che dobbiamo correre.- disse l’uomo guardandola.
La ragazza annuì e uscì velocemente dall’ufficio.
 
-Tornerai da me, a qualsiasi costo, Tris.-




∞Angolo dell'Autrice: Buonasera ^^ Chiedo scusa per il piccolo ritardo, ma sono stata tutta la giornata all'università e questo è il primo momento libero che ho per aggiornare !!
Credo di dovervo ringraziare per la fiducia che date alla mia storia <4 Sono così felice che vi piaccia e che riusciate a cogliere anche nei piccoli capitoli lo sviluppo di Tris.
In questo capitolo ancora non si fida di Quattro ma David ha dei progetti per lei, progetti pericolosi che la metteranno di nuovo in pericolo, però cosa succederà? Credo che il prossimo capitolo sia uno dei miei preferiti, -Ebbene ne ho più di uno u.u-  e scopriremo qualcosa in più.
Adesso vi lascio allo spoiler:


-GALE! L’hanno presa!!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Vide l’amico passare oltre la porta senza fermarsi e afferrare un’arma per uscire nel buio della notte e correre dietro ai sequestratori.

 
   
 
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