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Autore: tartaruga_dt    12/03/2015    4 recensioni
La Libertà è un’arma a doppio taglio e pochi sanno usarla, quindi perché rischiare tanto? Non ne vale la pena. Nessuno di loro ne vale la pena, ...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Connor Kenway, Haytham Kenway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'padre e figlio'
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dimentica le Aquile

Dimentica le Aquile



«Basta! La questione su chi ha fatto cosa e perché deve aspettare. Il mio popolo deve venire per primo.»
E’ stato in quel momento che ho capito di aver fatto la mossa sbagliata.
Un’intera partita giocata in punta dei piedi, tenendomi in equilibrio tra la fedeltà all’Ordine e il desiderio di avvicinarti, di mostrarti la sincerità delle mie intenzioni, di provarti di non essere stato io a ordinare la morte di Ziio, di cercare con te un punto d’incontro, un appiglio, un pretesto qualsiasi… Ma una partita appunto, un gioco, e mentre io provavo a vincere la redenzione tu perdevi il tuo villaggio, la tua gente, un pezzo di cuore e quelle poche briciole di fiducia in me che eri riuscito a racimolare.
D’istinto ho teso la mano verso di te ma tu ti sei tirato indietro.
«No! Tra voi e me è tutto finito.»
E’ orrore quello che vedo nei tuoi occhi Connor?
Ma certo, orrore.
Puoi perdonarmi la morte di Ziio – vuoi perdonarmela con tutto te stesso, ma non puoi perdonarmi di lasciar morire un intero villaggio per pulirmi le mani di quell’unica morte. Io però Connor ho imparato questo dalla vita: se vuoi qualcosa, devi essere pronto a fare quello che va fatto per averla. E io volevo una possibilità. La volevo così tanto che un villaggio raso al suolo, donne, vecchi e bambini macellati insieme con guerrieri armati di archi e frecce, mi sono sembrati un prezzo accettabile per scalfire quel muro di diffidenza ostinata che mi opponi. Tu però, tanto per cambiare, non la pensi come me.
«Figlio…»
«Pensate che sia tanto rammollito che chiamarmi figlio ora potrebbe farmi cambiare idea?»
No Connor, no. Sei molte cose – sei ingenuo, sciocco, testardo, impulsivo – ma non sei debole. No, la verità è che quello rammollito sono io, quello sentimentale, quello vulnerabile… Ma sono stato solo tutta la vita, solo e devoto a un Ordine che è stato la mia vocazione e la mia rovina e ora che mi lasci indietro e mi dai le spalle, ora vorrei pregarti, supplicarti, implorarti di fermarti, di perdonarmi, di rimanere. E se non puoi fare nessuna di queste cose Connor, almeno ascolta quello che ho da dirti.

Dimentica le Aquile.
Dimentica le vette irraggiungibili della Libertà, le altezze vertiginose dei tuoi ideali nobili e irrealizzabili e apri gli occhi: gli uomini non sono fatti per essere liberi, la Libertà è per gli adulti e gli uomini sono come i bambini, capricciosi, egoisti, possessivi e tanto, tanto piccoli. Esigono di poter fare quello che vogliono, quando vogliono e come vogliono, e non gli importa se questo significa schiacciare la libertà di qualcun altro perché vedi figliolo, quando cade la maschera, la Libertà che invocano a gran voce è solo prepotenza.
Ascoltami Connor, dimentica le Aquile e scendi sulla terra dura e polverosa dove il confine tra il bene e il male è confuso nel fango in cui gli uomini arrancano, dove luce e ombra coesistono in un'unica persona, in un unico Ordine. Vieni, scendi sul braccio della mia Croce rossa e osserva: lo vedi come sono gli uomini per cui sei disposto a morire? Incendiano un villaggio, ti danno fuoco al cuore e poi vengono a chiederti di offrire la tua vita per la loro Libertà, di combattere per loro contro di me, contro tuo padre. Ah, c’è da avere paura degli uomini Connor, se lasciati alle loro smanie e ai loro desideri posso essere bestie. Guarda me, guarda cosa ti ho fatto: Washington spargerà sale sulle ceneri del tuo villaggio, e io – io che potevo prevederlo, io che potevo immaginarlo – non ho detto una parola. Volevo la tua attenzione Connor, volevo spezzarti e ricomporti più simile a me, questa è la verità, e il resto non aveva – non ha – nessuna importanza.
C’è bisogno di Ordine Connor, che ti piaccia o no. La Libertà è un’arma a doppio taglio e pochi sanno usarla, quindi perché rischiare tanto? Non ne vale la pena. Nessuno di loro ne vale la pena, né i tuoi preziosi coloni, né le tue bianchissime Aquile e tanto meno il caro vecchio Achille, nessuno.
Dimenticali Connor.
Dimentica un intero villaggio che ha mandato un orfano a combattere la sua guerra, dimentica un vecchio che ti ha dato il nome di un rimpianto e dimentica un Credo che ti porterà solo morte e disperazione, dimentica la mano feroce di Lee, l’oro del suo anello, dimentica il fuoco, il fumo, le urla, il dolore, dimentica tutto! Conserva solo il ricordo fiero e indomito di tua madre e vieni da me. Chiudi le ali e riposati su di me.
Io ho tradito tutto per te Connor.
Quel giorno a New York, il giorno della tua impiccagione, lo ricordi? Ho tradito il mio Ordine quel giorno, ho tradito me stesso e l’ho fatto per te. Ti amo più dell’Ordine a cui ho dato la vita e credimi, nessuno ne è sorpreso più di me: pensavo di aver perso il cuore da qualche parte nell’Europa centrale e invece eri qui, appeso a una forca che scalciavi alla disperata ricerca d’aria, giovanissimo e solo, con soltanto il ricordo di Ziio a tenerti compagnia. Non vedi che sono solo anch’io Connor? Ho perso tutto, la famiglia, l’amicizia, l’amore, tutto, e per cosa? Per la causa Connor, per l’Ordine, ma ecco il risultato è che sono solo.
Finirà così anche per te figliolo. Ti useranno – gli indiani, i coloni, Achille, ti useranno tutti: cercano un campione, cercano qualcuno che faccia il lavoro duro, che si sporchi le mani, che riesca dove loro hanno fallito. Ti sacrificheranno, si prenderanno tutti una parte di te, ti consumeranno e poi, quando non avrai più niente da dargli, ti butteranno via. Non permetterlo, non lasciare che accada, chiudi le ali e vieni da me. Dimentica le Aquile Connor, dimenticale e vieni da me.

Ma no, tu vai di fretta. Hai un villaggio da salvare dopotutto e gli uomini di Washington sono già in viaggio, non hai tempo per starmi a sentire, per ascoltare le stupidaggini sdolcinate che mi salgono alle labbra ogni volta che mi dai le spalle, ogni volta che penso “ecco, l’ho perso, questa è l’ultima volta che lo vedo”.
«Un avvertimento a entrambi. Decidete di inseguirmi o di contrastarmi e vi ucciderò.»
Lo faresti davvero. Mi uccideresti. Prima no, nonostante tutto l’impegno e il veleno di Achille Davenport prima non l’avresti fatto. Prima avresti cercato scuse, scappatoie, alternative, ma ora…
Ti volti, corri via e io rimango qui, immobile, con i pugni stretti lungo i fianchi.
C’è qualcosa che posso dire? C’è una parola, una frase, una promessa capace di trattenerti?
No, vero? Questa era la mia ultima possibilità e l’ho sprecata.
Ti seguo con lo sguardo, ti vedo correre, raggiungere un soldato che tiene due cavalli per le redini, ti vedo saltare in groppa a uno dei due e lanciarlo al galoppo, facendo prendere un accidente al povero soldatino. Superi la palizzata del campo e diventi sempre più piccolo all’orizzonte, finché il verde della foresta non ti inghiotte.
Ti ho perso.
Come ho perso tua madre, come ho perso tutto.

Il fatto è, Connor, che io capisco.
Non riesci a dimenticare di avere ali grandi e bianchissime, proprio non ce la fai, è nella tua natura, nel sangue indomabile che ti viene da tua madre, nel tuo respiro. Davvero figliolo, lo capisco. Dopotutto nemmeno io riesco a dimenticare di avere una croce qui, proprio sul cuore, una croce rossa che mi brucia e mi tortura, perciò posso capire. Dimenticare non è neanche il mio forte. Quindi quello che mi chiedo Connor, quello che mi preoccupa, è questo: quando sarà il momento, quando tu verrai da me con le ali spiegate e gli artigli tesi, riuscirò a fare quello che va fatto? Riuscirò a dimenticarmi che sei mio figlio?




Le parole di Connor sono tratte da Forsaken di O. Bowden.
Che dire? L'ho fatto ancora. Di nuovo Haytham e Connor. Rassegnatevi, ho ancora un paio di lavori su di loro sulla scrivania perciò mettetevi il cuore in pace ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate per favore, ci tengo molto.
Un abbraccio,

tartaruga =)

   
 
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