Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Fred Halliwell    13/03/2015    8 recensioni
Nella lotta tra bene e male, nuovi giocatori stanno entrando in gioco. Pitch Black, assetato di potere, vuole mettere la mani su una forza nuova e terribile, che gli permetterebbe di creare un nuovo esercito, pronto a dar battaglia ai Guardiani. Cosa succederebbe se questo potere fosse nelle mani di una regina bionda di nostra conoscenza? E se per essere salvata da quest’uomo (letteralmente) nero e cattivo, questa regina fosse mandata ai nostri tempi e incontrasse un certo Guardiano del Divertimento che noi conosciamo molto bene? E se questo fosse solo il primo di altri viaggi avanti e indietro nel tempo, attraverso varie epoche e incontrando tanti diversi personaggi? E se da questi incontri nascessero amori, avventure e misteri di varia natura?
Se vi ho almeno in parte incuriosito vi prego di leggere la mia storia, frutto di tanta fatica e che ha messo insieme, in un unico gigantesco cross-over, Frozen, Le 5 Leggende, Dragon Trainer, Ribelle e Rapunzel.
[N.B. Sarà principalmente una Jelsa e, anche se compariranno di meno, Merida e Rapunzel saranno comunque presenti (anche se compariranno in seguito), tuttavia soltanto Hiccup avrà un ruolo davvero importante.]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Jack Frost, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO DODICI
Cuore di ghiaccio
 
<< Hiccup, ora cosa facciamo? >> Dalla voce di Astrid trapelava tutta la sua ansia. << Jack non si riprende, ha bisogno di aiuto. >>
Il ragazzo si voltò verso di lei. I piedi che affondavano della neve appena fuori dal castello non lo aiutarono nel movimento e fu il muso di Sdentato ad attutire la caduta. Guardò il suo nuovo amico, sdraiato sul dorso del drago, ancora privo di sensi. << Cominciamo col portarlo via. Elsa non mi pareva tanto convinta delle sue parole, ma forse ha ragione e basta tenerlo al caldo per un po’! >>
La riccia si voltò verso di lui e il veto le mosse ulteriormente i capelli, creandole un aureola infuocata intorno al viso. << Quella reginetta non sa proprio nulla. Fidati di me Hiccup, si stava arrampicando sugli specchi. >>
Astrid, che ancora teneva in mano il bastone di Jack, la guardò sollevando un sopracciglio. << Come mai tutto questo astio, Merida? Sei forse gelosa? >> Le domandò, anche per prenderla in giro.
La ragazza arrossì a quella domanda maliziosa, e le diede le spalle. Fu questo suo gesto a farle vedere, accanto a un albero, una piccola fiammella azzurra che faceva capolino da dietro al tronco scuro. << Oh no, di nuovo no! >>
<< Cosa c’è? >> Chiese il cugino, prima di vedere la fiammella azzurra e capire che Merida parlava di quella.
Istintivamente la vichinga strinse con più forza il bastone di Jack. << Tu sai cos’è? >> Chiese.
<< È un fuoco fatuo. >> Rispose Merida. << Si dice che guidino le persone verso il loro destino. >> Si voltò verso i suoi compagni di viaggio; i due ragazzi erano scossi, mentre i due draghi guardavano le fiammelle azzurre incuriositi. << Io li ho visti già altre volte in vita mia e l’ultima volta, seguendoli, sono finita in casa di una strega che ha trasformato mia madre in un orso! >>
<< Credevo che fossi stata tu a chiedere la pozione alla strega. >> Commentò Hiccup.
Merida lo guardò male per poi rispondere: << Dettagli. Resta il fatto che non sempre seguire uno di quei fuochi porta a qualcosa di buono. >>
Si voltò verso la fiammella. Quella mosse con fare mellifluo il piccolo prolungamento che poteva definirsi “braccio”, come a volerli invitare a seguirla. Merida guardò con occhi sbarrati prima l’esserino fluorescente e poi Jack, disteso senza conoscenza su Sdentando. La vita di Jack poteva essere appesa ad un filo e loro non avevano tempo da perdere: era una buona idea seguire quella mistica creaturina che già una volta l’aveva guidata alla rovina? Che poi tanto rovina non era stata, visto che aveva trovato un modo per riconciliarsi con sua madre! Forse, sta volta, sarebbe stato diverso. << Io, seguendoli, sono arrivato da Padre Tempo, che mi ha mandato d voi. Non mi è andata tanto male, no? >>
<< Jack! >>  A parlare era stato proprio lui, che aveva aperto gli occhi e, seppur con grande sforzo, era riuscito a mettersi in piedi, a cavalcioni su Sdentato. Quello non la prese tanto bene, ma ebbe il buon senso di non scalciare per farlo cadere. << Stai bene? >>
Quello sorrise dolcemente, guardando i visi preoccupati dei suo nuovi amici. << Non proprio, ma sto meglio di prima. >> Astrid gli passò il bastone e fu solo grazie a quello se non crollò al suolo quando scese dal drago. << Mi sento privo di forze e senza respiro. Come se qualcosa mi opprimesse il petto. >>
<< Se le cose stanno così è meglio seguire i fuochi. >> Decise a quel punto Hiccup. << Tu hai bisogno di aiuto e noi non possiamo dartelo. Che questi fuochi ci portino da una strega o da Padre Tempo, uno di loro saprà sicuramente cosa fare, a differenza nostra. >>
Astrid annuì, persuasa dal suo tono autoritario. Merida, invece, non era ancora convinta, ma quest’ultima ipotesi la fece muovere verso il fuoco fatuo davanti a lei e verso tutti gli altri che comparvero dopo di lui. Incespicando più volte sul terriccio ghiacciato, il gruppo si inoltrò sempre di più nel bosco. Camminavano da parecchi minuti e il percorso era sempre più faticoso, soprattutto per Hiccup e Jack (il primo per via della gambe di ferro che si era già incastrata un paio di volte nei rami, il secondo per via della debolezza crescente). Alla fine si convinsero, dopo l’insistenza di Astrid, a salire su Sdentato e anche Merida tirò un sospiro di sollievo. “Stupido orgoglio maschile” pensò “Faccio bene io a non volermi sposare!” Gli alberi diventavano più antichi man mano che seguivano i fuochi fatui e la foresta, illuminata dalle loro lucine azzurrognole, era sempre più spaventosa. Merida iniziava seriamente ad avere paura e si strinse nelle spalle in cerca di conforto. Mai come in quel momento desiderò avere qualcuno al fianco, qualcuno che la proteggesse e la facesse sentire al sicuro: le mancava la sua mamma, ma sapeva che se non avessero messo fine a questo inverno, anche lei sarebbe stata in pericolo. Spronata da quel pensiero si costrinse ad andare avanti e lo stesso fecero Hiccup, Astrid e Jack.
Alla fine giunsero in uno spiazzo circondato da pini. Lì, miracolosamente, la neve non era arrivata e quindi si presentava come nuda roccia, muschio e strani sassi perfettamente sferici sparsi qua e là. Astrid, affaticata dalla marcia, si accomodò (se così si poteva dire, visto che si trattava comunque di una pietra) su una di quest’ultime. << I fuochi fatui sono spariti, ma non ci hanno portato da nessuna parte. >> Disse. << Qui non c’è nessuno. >>
<< Questo lo pensi tu, signorinella! >> A sentire quella voce tutti si spaventarono e la biondina si alzò di scatto, visto che la voce proveniva proprio dal sasso dove si era seduta.
Quando la roccia fu libera dal suo peso si aprì, rivelando la sua vera forma: quella di un piccolo troll, con un grosso naso, vestito di muschio e con una collana di gemme. Alla sua comparsa i ragazzi si ritrassero, ancora più spaventati, tutti tranne Jack, che essendo lui stesso uno spirito non ci vedeva nulla di strano. << Cosa vi prende ragazzi, è solo un troll di terra: sono creature buone e gentili, non c’è motivo di spaventarsi. Sono i troll che vivono sotto i ponti o nelle caverne buie il problema. O anche i troll dei calzini … quando li lavi si rubano sempre il sinistro, chissà poi che se ne fanno … >> I suoi compagni lo guardarono con gli occhi sgranati e solo allora il ragazzo parve capire: << E voi non ne avete mi visto uno in vita vostra, vero? >> Hiccup e Astrid gli lanciarono un’occhiataccia e mentre Jack chiedeva: << Che ho detto di male? >>, Merida si avvicinò al troll con aria sognante: la spiegazione di Jack l’aveva subito tranquillizzata e poi lei era sempre stata attratta dal mistero e dalle leggende!
<< Wow, un troll! >> Esclamò infatti, colma di entusiasmo. << Draghi, spiriti, regine delle nevi e ora troll.  >> Sollevò la creatura, seppur a fatica visto che era pesante come una vera roccia, e fece una piroetta. << Oh questo è il viaggio più bello di tutta la mia vita! >>
Vista quella reazione amichevole, molti altri troll li raggiunsero al centro della radura, rotolando e poi aprendosi con uno scatto. Erano tutti di varie dimensioni e si potevano facilmente distinguere genitori  figli e anche donne e uomini. Merida lasciò libero quello con qui aveva fatto la giravolta e lui corse dai suoi compagni, ridendo per la strana esperienza. Uno di loro si fece avanti: era più anziano degli altri, era di sicuro il più saggio e pareva anche il loro capo. Sorrise alla riccia, per poi dirle: << Che ragazza piena di energia. >> Aveva la voce più profonda e “rocciosa” ma comunque affettuosa e rassicurante. << Noi non incontriamo molto spesso degli esseri umani. Ben pochi di loro sono giunti fin qui e temiamo sempre che possano farci del male, ma sono lieto di vedere che ci sono delle eccezioni come te e i tuoi amici. >> Prese una pausa, per poi aggiungere: << Oh ma che maleducato, non mi sono presentato. Qui tutti mi chiamano Gran papà, e questa è la mia famiglia. >> Gli altri troll, rimasti in silenzio fino a quel momento ridacchiarono insieme al loro capo.
Merida si inginocchiò davanti a lui, per raggiungere più o meno la sua altezza. << Io sono Merida >> disse presentandosi << Mentre loro sono mio cugino Hiccup e sua moglie Astrid, con i loro draghi Sdentano e Tempestosa. >> I due tirati  in causa fecero un cenno col capo, un po’ imbarazzati. << L’altro ragazzo, invece, è … >>
<< Jokul Frosti. >> Disse per lei il troll.
<< Tu sai chi sono? >>  Chiese Jack, stupito. Aveva riconosciuto uno dei tanti nomi che gli erano stati dati nel corso del tempo, anche se non lo usava più da secoli!
Il vecchio troll si fece una risata. << Certamente! Tra creature leggendarie ci si riconosce, ma devo ammettere che non avevo mai visto qualcuno come te, nonostante io sia il più antico qui. >>
Quel nome fu un’illuminazione per Hiccup. << Jokul Frosti, Jack Frost … come ho fatto a non collegare prima i due nomi. >> Esclamò, sbattendosi una mano sulla fronte.
Insieme a lui anche Astrid si diede mentalmente della stupida. << Già, dovevo capirlo anche io. Se solo chi crede in te ti può vedere questo spiega perché noi possiamo farlo: fai parte della nostra mitologia, Jack! >> Disse rivolta all’albino, che le sorrise, compiaciuto della spiegazione.
<< E io? >> Chiese Merida. << Io non conosco questo Jokul Frosti, come mai io lo vedo? >>
<< Sei una ragazza davvero speciale, Merida. Sembri davvero il tipo di persona che crede sempre in tutto, vero? >> Le rispose il troll.
La rossa annuì. “Beh in effetti è vero” pensò. E con estrema naturalezza si piegò a giocare con un paio di baby troll che reclamavano la sua attenzione. Il Gran papà sorrise a quella scena. << Voi siete tutti giovani dall’animo puro e non mi sorprendo se i fuochi fatui vi abbiano condotto qui da noi. Mi auguro che trasmettiate questa vostra genuinità anche ai vostri figli e che loro facciano altrettanto con la generazione a venire. Le leggende sono insegnamenti di vita … >> Si avvicinò ad Astrid con fare premuroso. << Quel piccolino che porti in grembo ne avrà presto bisogno. >>
Il silenzio cadde sul gruppo e persino Merida, distrattasi con i troll, si voltò a guardare la biondina con occhi sgranati. A quel punto il Gran papà capì di aver fatto una gaff. << Non lo sapevi ancora, cara? >>
La ragazza si portò una mano tremante sul ventre. << Sono … incinta? >> Un mix di gioia e paura la invase. Stava per diventare mamma! Era felicissima di mettere al mondo il frutto dell’amore suo a di Hiccup ma ne era spaventata. Sarebbe riuscita ad essere un buon genitore? Per Hiccup ne era sicura, sarebbe stato perfetto nel ruolo di padre e in quel momento lei era ancora più felice di averlo sposato, perché sapeva che l’avrebbe sempre sostenuta ad aiutata. Lui era buono e gentile, con i bambini ci sapeva fare, ma lei invece … beh lei era sempre stata più un guerriero che una madre, ma dentro di se sentiva già di amare quel bambino non ancora nato, lo amava quanto amata Hiccup.
Già, loro si amavano e proprio per questo avevano dormito insieme anche prima del matrimonio, ma non immaginava che sarebbe rimasta incinta così presto … e se lui non avesse voluto diventare padre così in fretta?
Si voltò timorosa verso Hiccup, immaginando una sua reazione negativa. Gli occhi verdi del ragazzo, tuttavia, brillavano di gioia, una gioia che lei aveva visto in lui solo quando volava con Sdentando in cerca di nuove terre. << Sarò padre … >> mormorò, per poi sollevare la moglie in aria e farle fare una giravolta come prima aveva fatto Merida con il troll. Le fece fare un mezzo giro sorreggendola sulle braccia, mentre lei rideva felice come una bambina e si faceva muovere senza fare resistenza, godendosi pienamente quel momento di tenerezza insieme al marito. << Astrid è magnifico! Grazie a te sarò padre! >> La lasciò andare e si avvicinò a Sdentato, prendendo il suo muso tra le mani e gridandogli contro: << Hai sentito amico mio? Diventerò padre! >> Il drago non capiva perché il suo amico fosse felice, ma era felice per lui e lo espresse laccandogli la faccia. << No, Sdentato! Lo sai che poi non va più via! >>
Tutti risero e niente pareva dover andare storto, ma proprio in quel momento Jack perse le forse e cadde dal dorso del drago. I ragazzi si allarmarono, la gioia per la gravidanza era già stata sostituita dall’ansia per Jack, e Gran papà gli rotolò subito accanto. << Hai il cuore ghiacciato. >> Constatò con aria grave << Se si fosse trattato della testa sarebbe stato semplice rimuoverlo, ma quando si parla di cuore è tutto più complicato. >> Sentenziò dopo una veloce controllata.
<< È stata lei! >> Esclamò Merida con tono furente e tutti capirono a chi si stata riferendo: Elsa.
Jack la ignorò. << Cosa mi sta succedendo? >>
Gran papà lo guardò con occhi tristi. << Non lo so mio caro. Tu sei uno spirito invernale e non ho mai visto uno spirito invernale ferito dal ghiaccio. Posso farmi solo un’idea di cosa stia succedendo e purtroppo il fatto che tu sia uno spirito peggiora le cose … >>
Hiccup subito si premurò di informarsi. << Che vuol dire? >>
<< Se fosse stato un semplice umano, il ghiaccio si sarebbe diffuso dal cuore in tutto il corpo, ghiacciandolo completamente. In quel caso un atto di vero amore sarebbe stata la cura, ma ora … >> Il tono di Gran papà, se possibile, divenne ancora più cupo. << Essendo uno spirito, il vostro amico Jack è già morto, non può morire di nuovo. Temo che gli si ghiaccerà solo il cuore e con esso tutti i suoi sentimenti … >>

 
La notizia sul cuore congelato di Jack aveva sconvolto tutti e a quel punto anche la gravidanza di Astrid era passata in secondo piano, persino per lei. La ragazza aveva preso a cuore la situazione dell’albino e non poteva accettare la sua condanna così facilmente, senza almeno provare a cambiare la sua sorte. Se Elsa era riuscita a mettergli del ghiaccio nel cuore, forse poteva anche rimuoverlo, doveva solo convincerla. Mentre Hiccup aiutava Jack, lei era silenziosamente salita in groppa a Tempestosa, seguita, però, da Merida. << Cosa stai facendo? >> Le bisbigliò, per non farsi sentire dal marito. Hiccup non avrebbe approvato una missione del genere, soprattutto ora che avevano scoperto della gravidanza.
<< Ho capito quello che hai in mente: vengo con te! >> Rispose quella con lo stesso tono, arruffando i capelli rossi.
Astrid sorrise, compiaciuta: aveva trovato un’ottima compagna di avventure in Merida. << Allora andiamo! >> Spiccarono il volo all’istante e, sebbene Hiccup avesse cercato di fermarle a parole una volta resosi conto di ciò che stavano facendo, loro non erano atterrate e lui non poteva lasciare Jack da solo, così fu costretto a lasciarle andare. Tempestosa ci mise poco per tornare ai piedi del castello congelato e nuovamente la sua bellezza le accecò, nonostante lo avessero già visto.
“Più lo guardo, più mi piace”, pensò Astrid, “non ho ben chiaro cosa sia successo nel passato di Elsa, ma non capisco come possa considerare questa meraviglia una maledizione”.
<< Astrid, entriamo? >> Merida scese con un agile salto dal dorso dell’Uncinato Mortale, una volta che furono atterrate. << Credo sia un’impresa disperata, ma dobbiamo almeno provarci: convinceremo Elsa ad aiutare Jack! >>
La bionda annuì: << Si, andiamo! >> Si voltò, poi, verso il suo drago. << Tempestosa, sta volta tu vieni con noi! >> La bestia gracchiò il suo consenso e le seguì mansueta.
L’interno del castello era splendente come l’esterno, ma c’era qualcosa di diverso. Le pareti non erano più lisce, trasparenti e senza imperfezioni come le avevano lasciate, bensì erano piene di spuntoni, decisamente appuntiti, constatò Merida quando un pezzo della lunga gonna verde petrolio ci rimase impigliato e si strappò. << Cosa è successo qui? >> Chiese.
<< Deve essere stata Elsa. >> Ipotizzò Astrid. << La nostra visita di poco fa deve averla agitata. >> Passò un dito sulla punta di uno degli spuntoni. Quando si guardò il polpastrello, una sottile linea rossa si stava formando su di esso. << Ho come la sensazione che l’impresa disperata si sia appena complicata. >> Mormorò.
La voce di Elsa irruppe dall’alto, facendole sussultare. << Cosa ci fate di nuovo qui? Vi avevo detto di andare via. >> La regina si aspettava di rivederli, ma non così presto. Sperava di poter prima riacquistare un minimo di autocontrollo. La loro visita precedente e i ricordi di Anna l’avevano turbata, facendole perdere il controllo dei suoi poteri. Ora il ghiaccio del suo castello era irregolare e opaco, non rifletteva più la luce della luna e questo gli dava un’aria più oscura. Come al solito i suoi poteri riflettevano i suoi turbamenti.
Per sua fortuna erano tornate solo le due ragazze: rivedere Jack sarebbe stato un colpo troppo duro. Con loro, tuttavia, c’era un altro drago, azzurro con degli aculei gialli sulla coda. Camminava su due zampe e non su quattro come il drago nero che ormai lei conosceva bene, e pareva anche leggermente più stupido, ma era ugualmente molto bello.
Merida parlò per tutte e due, come al solito senza prima pensare a ciò che stava dicendo. << Avevi anche detto che a Jack non sarebbe successo nulla. >> Elsa si ritrasse in dietro, spaventata dalla sua reazione e dalle parole che aveva pronunciato.
“Jack sta male?” La ragazza non riusciva a pensare ad altro e lo stesso valeva per Merida.
Astrid dovette afferrarle un braccio per farla calmare, ma lei non si zittì, nonostante la faccia sconvolta della regina e la presa ferrea della vichinga. << Lo hai colpito al cuore e lo hai ferito! >>
Elsa si sentì mancare. “Colpito al cuore?” Il fiato si fece affannoso. “Sta succedendo ancora. Di nuovo i miei poteri hanno fatto del male a qualcuno a me caro. Sta volta, però, è successo all’unica persona che credevo mai ne sarebbe rimasto ferito”. Si fissò le mani con ribrezzo. << Sono un mostro. >> Mormorò, ma talmente piano che le due ragazze non la udirono.
<< Elsa, ti prego. >> Sta volta fu Astrid a farsi avanti. << Devi aiutarlo. Abbiamo incontrato dei troll, loro ci hanno detto che ha del ghiaccio nel cuore e io credo che tu sola possa aiutarlo. Rimuovi il ghiaccio dal suo cuore e salvalo. >>
Lei però era spaventata e troppo confusa per capire bene cosa la bionda le stesse dicendo. << Non posso, non so come fare! >> Si fece forza per continuare. << Quando questo accadde a mia sorella, fu l’amore a salvarla, ma ora … >> Si passò freneticamente una mano tra i capelli. << Voi non potete capire, Jack era l’unico di cui potevo fidarmi, ma mi ha mentito e ora io non so se … >>
<< Non sai se cosa? >> Nuovamente Merida alzò la voce contro Elsa. << Anche i troll ci hanno detto che la cura era l’amore e tu lo ami no? Allora qual è il problema? >> La ragazza non seppe cosa rispondere. Jack la amava, ma lei? Si che lo amava! Disperatamente e con tutte se stessa, ma questo non faceva che spaventarla di più.
Aprì la bocca per spiegare ciò che sentiva alle due ragazze, ma non ebbe il tempo di parlare, perché una grossa nube nera sfondò il soffitto, abbattendosi sulle ragazze e mandando in frantumi le guglie, le colonne e anche lo splendido lampadario intarsiato, che precipitò al suolo in mille schegge ghiacciate. Merida e Astrid furono sbalzate all’indietro, sbatterono la testa e persero i sensi sul colpo. Elsa, invece, ebbe il tempo di vedere Pitch Black, al centro della nube, atterrare proprio di fronte a lei. << Sei felice di vedermi, Elsa? >> Chiese, con la sua solita voce melliflua. << Ti avevo avvertita: la paura è potere! >> Il drago azzurro della ragazza bionda sputò del fuoco per difendere la sua padrona. Il suo fuoco era molto efficace contro le creature e questo fece tornare in mente alla ragazza che anche il fuoco del drago nero era stato risolutivo contro le creature di Pitch. Sta volta, però, i mostri erano molti di più e il drago non ce la faceva a resistere da solo: fu costretto alla ritirata. “Oh no” pensò la regina “È la fine” … a quel punto perse i sensi. L’uomo la guardò soddisfatto, per poi voltarsi verso la altre due giovani prive di sensi. << Prendete anche loro. >> Ordinò alle sue ombre << Non voglio testimoni. >> Un grido attirò la sua attenzione e vide Tempestosa volare via spaventata. << Seguite il drago, magari ci porterà  dove si trovano i suoi simili. Il fuoco di quei bestioni squamosi è troppo caldo e luminoso per noi. >> I suoi lupi gli svolazzarono intorno e Pitch ghignò, colto da un lampo di genio. << Anche se credo vi serva in cambio di look. >> Con uno scrocchio di dita la sabbia nera che formava i lupi iniziò a vorticare su se stessa e ben presto le maligne creature dell’Uomo Nero ebbero un nuovo aspetto e si alzarono in volo con le loro ali di drago. << Perfetto … >>
 

I troll avevano fatto per Jack tutto quello che potevano, avvolgendolo in una coperta di muschio per dargli calore e cercare di rallentare il congelamento ormai imminente, ma nonostante ciò Jack continuava a peggiorare, anche se cercava di non darlo a vedere. << Sai … >> Disse ad un certo punto al vichingo. << … In 300 anni di vita come spirito invernale, questa è la prima volta che sento freddo … >> E si sforzò di ridacchiare.
Purtroppo quella fu l’ultima battuta che disse. Pian piano il suo animo si stava appiattendo e anche il suo umorismo ne risentì, mentre dentro di lui l’apatia cresceva. Se ne stava aggrappato alla schiena di Hiccup, anche per cercare di assorbire calore da lui, mentre entrambi cavalcavano Sdentato, Hiccup avanti e Jack dietro.
Erano in cerca delle ragazze: Astrid e Merida erano scomparse già da un po’ e il castano si stava preoccupando per loro. Aveva pensato di trovarle al castello di Elsa, ma arrivato lì non c’era traccia né di loro né della regina, anzi il castello pareva abbandonato. Non sapeva spiegarsi come fosse possibile, ma era completamente trasformato rispetto a poco prima. Il salone era pieno di spuntoni e il soffitto era sfondato. “Probabilmente, quando prima siamo stati qui, l’abbiamo turbata, così ha distrutto il suo castello e si è spostata altrove”, aveva pensato vedendo quello scempio.
Fuori dalle rovine, a poca distanza da essa, aveva ritrovato delle impronte di Uncinato Mortale. Le ragazze erano state lì di sicuro ma, non trovando Elsa, erano andate via. Le tracce puntavano verso Berk e Hiccup sperava ardentemente di trovarle lì, sane e salve, e così stava tornando al villaggio insieme a Jack. Questa volta il vento era della loro parte, Sdentato non doveva lottare contro la tormenta e questo stava rendendo il viaggio di ritorno più veloce. Di questo Hiccup ne fu molto lieto, perché Jack pareva peggiorare minuto dopo minuto. Ogni tanto un barlume di emozione tornava a farsi largo dentro di lui, ma ormai del Jack Frost ilare e ottimista che era, non c’era quasi più traccia. Hiccup toccò la situazione con mano quando, inquieto, espresse a Jack le sue preoccupazioni riguardo all’incolumità delle ragazze, cercando di intavolare una conversazione per rompere il silenzio. << Sono preoccupato per le ragazze. >> Disse. << Spero siano già tornate a Berk. >>
L’altro rispose con disinteresse: << Peggio per loro. >> Nelle sue parole non c’era altro che gelo. La voce era spettrale, algida, distante. Non sembrava neanche più la sua … << Se si sono messe nei guai è colpa loro. >> Il calore delle coperte e del corpo di Hiccup a contatto con il suo, non bastavano. Secondo dopo secondo il suo cuore si congelava e le emozioni lo abbandonavano. <<  Si solo allontanate anche se tu hai provato a fermarle e senza dirci dove andavano, questo mi fa sentire … arrabbiato? >>
<< Stai chiedendo a me che tipo di emozione dovresti provare, Jack? >> Chiese Hiccup, incredulo e scioccato.
Jack rispose con la sua nuova voce monotono: << Credo di si. So che dovrei provare qualcosa, ma non capisco cosa … il mio cuore è quasi del tutto congelato, Hic. >>
Il ragazzo provò a guardarlo, ma riuscì solo a scorgere la cima della sua scompigliata zazzera argentata, poiché aveva la fronte pigiata sulla sua schiena. Jack si sentiva venir meno, sapeva che tra poco non sarebbe stato altro che un guscio vuoto, freddo come il ghiaccio che portava nel mondo. << Ora dovrei avere paura. >> Continuò. << Ma credo di non ricordare più cosa sia la paura … >>
A quella risposta raggelò anche Hiccup. Non aveva idea di dove le ragazze fossero, ma non aveva più tempo per angosciarsi per loro o per cercarle: Jack aveva bisogno di aiuto! << Sdentato, cerchiamo di aumentare la velocità. >> Disse al suo drago, il quale grugnì il suo consenso. << Astrid sarà già a Berk, se così non fosse ci raggiungerà presto con Merida e Tempestosa. >>
Sdentato aumentò la velocità e Hiccup gliene fu grato. Piccoli fiocchi di neve gli volarono davanti agli occhi: persino il vento era triste per suo amico …






The Fred's Hollow:
Ed eccomi tornata anche questa settimana! Contenti? XD
Mi auguro proprio di si e che la storia vi stia piacendo. Si sta facendo sempre più complicata, dico bene? Mi sa che prima o poi dovrò fare un’altra ricapitolazione hahaha o non ci capirete più nulla.
Sono riuscita ad inserire i troll e di questo sono molto contenta visto che, personalmente, li ho trovati divertentissimi. In più abbiamo scoperto che Hiccup e Astrid avevano un piccolo segreto XD: vi è piaciuta come idea? Non ho resistito dall’inserire questo particolare e chissà, magari potrebbe avere anche una certa rilevanza ai fini della trama u.u.
Purtroppo, tuttavia, l’entusiasmo è scemato subito perché, come avrete appena letto, la situazione per Jack è critica. Elsa gli ha congelato il cuore, ma essendo già morto non può morire di nuovo e quindi gli si congeleranno solo i sentimenti. Riusciranno i nostri eroi a impedire che ciò accada? Astrid e Merida hanno provato a farla cambiare idea ma Pitch si messo nuovamente in mezzo catturandole tutte e tre. Cosa accadrà ora? Vi ho incuriosito abbastanza?
Mi auguro proprio di si XD: spero di leggere tante delle vostre magnifiche recensioni. La mia storia sta proseguendo anche grazie alla vostra continua presenza.
A tal proposito volevo porvi un quesito. Quando ho iniziato a scrivere questa storia non mi aspettavo un tale successo, quindi misi insieme tutte le mia idee. Ne venne fuori una grande trama, ipoteticamente divisibile in due parti. Ora, la prima parte sta per finire, mancano 4 o 5 capitoli e poi inizierà la seconda, lunga più o meno quanto questa. Le due parti hanno ambientazioni e personaggi leggermente diversi, potrebbero benissimo restare insieme o venire divise in due storie separate.
Il quesito quindi è:
secondo voi dovrei separale facendo due storie più brevi o preferite che continui a scrivere qui facendo un’unica storia più lunga? Premetto che avevo già in mente un possibile seguito, quindi mal che vada verrebbe fuori una trilogia o una tetralogia oppure rimarrebbe tale, dipende anche dalla mia fantasia XD.
Sta di fatto che vorrei un vostro giudizio: mi dispiacerebbe perdere lettori se la storia risultasse troppo lunga (nel caso rimanesse unica) o se poco conosciuta (nel caso della seconda parte staccata da questa). Alla fine mi regolerò io ma sapere cosa voi, miei lettori fidati e devoti, ne pensiate, per me è molto importante visto che non scrivo solo per me la mia soddisfazione personale ma anche per voi.
Detto questo vi saluto. Attendo di sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo e anche della del mio quesito XD.
Grazie ancora per la lettura: se avete anche il mio Fred's Hollow dovee volermi davvero bene! XD
Baci!!
  
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