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Autore: MelWanda    14/03/2015    0 recensioni
Non riuscivo a pensare e rimanere lucida diventava sempre più faticoso. Inspirai un’ultima volta, il cuore ebbe un sussulto e il nulla mi avvolse come in un tenero abbraccio.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Scesi di corsa le scale diretta verso la porta d'ingresso, Lucas mi stava aspettando in macchina. 
“Cassie, la colazione!” La mia mano era già sulla maniglia della porta. “Mamma sono in ritardo, scu-sa.” 
“Cassandra!” urlò ma ero già sul vialetto. 
Entrai nell'abitacolo e diedi un bacio a Lucas, accarezzando i suoi corti capelli biondi. Era bellissimo come sempre, con il suo immancabile sorriso da “va tutto bene”. 
“Buongiorno.” Gli dissi allontanandomi e mettendo la cintura di sicurezza. “Buongiorno a te.” rispo-se premendo l'acceleratore.
Era una grigia giornata di settembre, al di là del finestrino le nubi si muovevano lentamente nel cielo minacciando un temporale da un momento all'altro. Odiavo la pioggia, portava con sé quel senso di malinconia che mi intristiva. 
“Allora, hai deciso per la festa di sabato?” Lucas interruppe i miei pensieri.
“Sì, ci ho riflettuto.” risposi voltandomi a guardarlo. “E...” Mi invitò a continuare, ansioso di sapere cosa volessi fare. Lui ci teneva particolarmente perché era il primo party dell'ultimo anno di liceo. Io adoravo ballare, divertirmi fino a tarda sera, ma non avevo acconsentito subito per Sandy. “Sì.” Dissi alla fine, mentre lui occupava il solito posto nel parcheggio della scuola. Spense il motore e mi ab-braccio, sprofondando la testa tra i miei capelli sulla spalla. “Ti amo.” 
“Anch'io.” risposi, sciogliendo quel tenero abbraccio e scendendo dall'auto. Mi prese per mano ed ebbe inizio la seconda settimana di scuola. 
C'erano Sandy e Jessica in corridoio, vicino alla porta della nostra classe, come ogni mattina. C'era anche Marco con loro, migliore amico di Lucas e per me “insopportabile” migliore amico di Lucas. Avevo cercato di farli allontanare l'anno prima ma adesso che  Jessica si era presa una cotta per lui, non me ne sarei mai più liberata, almeno non prima del diploma. 
Entrammo in aula, la campanella suonò tre volte prima che il professore di italiano, il Signor Masotti, facesse il suo ingresso per dare il via a tre ore di agonia. La scuola non era il mio forte, riuscivo a non farmi bocciare grazie a Sandy, mi spronava continuamente ad aprire qualche libro e veniva ogni po-meriggio a casa mia per studiare insieme. 
Finalmente la campanella diede il via all'intervallo, quindici minuti di libero chiacchiericcio. Mi avvi-cinai a Sandy, il suo banco era di fronte al mio. “Sandy, questo pomeriggio non possiamo studiare.” le dissi posandole una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione completamente rivolta al libro che stava leggendo. “Perché?” domandò, pronta ad abbattere ogni mia scusa. “Sabato c’è la festa e non ho niente da mettere, quindi dovrò fare un giro in centro e trovare qualcosa di carino. Vieni con me?” 
“Dove? Alla festa?” 
“No, dicevo a fare shopping…e anche alla festa, certo, saremo tutti e cinque.” Speravo non si tirasse indietro dando per scontato che venisse. “Sai, ho tanto da studiare, non credo di farcela.” Cercò di declinare il mio invito ma non mi diedi per vinta, volevo che anche lei si comprasse un vestito carino. “Dai, ci divertiremo, possiamo studiare quando torniamo. Potresti comprarti anche tu qualcosa.” Feci gli occhi dolci alla gatto con gli stivali e riuscii a convincerla. “Ok, ma io non prenderò nulla perché non ho assolutamente intenzione di andare alla festa.” Non replicai, avevo già ottenuto una piccola vittoria, al resto ci avrei pensato dopo, così conclusi solamente con un “grazie” e un “sei la migliore amica che si possa desiderare”, abbracciandola. Eravamo così diverse, ma ci volevamo un mondo di bene come due vere sorelle. Cosa potevo chiedere di più dalla vita… avevo un fidanzato innamora-to, un’amica straordinaria, una famiglia magnifica e sabato sarei andata ad una festa da urlo. La mia vita era perfetta e io ne ero consapevole. 
   
 
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