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Autore: cin75    14/03/2015    10 recensioni
Arriverà mai la fine, quella vera, per i due Winchester ?
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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L’edificio che per anni era stata la sede della Grande Congrega, bruciava, imponente. Le fiamme che lo avvolgevano si stagliavano furiose contro il cielo stellato che, immobile, non poteva far altro che osservare ciò che accadeva sotto di lui.
Poco distanti dall’immenso rogo, Dean, stringeva tra le braccia il corpo senza vita di Sam. Del suo adorato fratellino Sammy.
 
La lotta era stata dura, più dura del previsto. Non si erano ritrovati di fronte qualche strega da quattro soldi o fattucchiere centenarie.
No!!
Quello che si erano ritrovati ad affrontare erano secoli e secoli di magia nera malvagia e crudele. Avevano cercato di fare del loro meglio, di fronteggiare con quello che potevano, i sortilegi e le magie di coloro che stavano affrontando.
Il Primo ordine della Congrega. I pezzi grossi. Coloro che una volta sconfitti, avrebbero portato affondo tutti gli altri.
 
Per quanto cercassero di colpire come più forte potevano, Sam e Dean, erano stati, a loro volta, colpiti duramente. Ma Sam….lui…lui non aveva fatto in tempo a spostarsi dalla traiettoria di uno stiletto lanciatogli contro e Dean, pur avvisandolo con quanto fiato aveva in gola, non era riuscito a raggiungerlo in tempo per salvarlo. Il pugnale guidato da una feroce magia , aveva trapassato il giovane Winchester in pieno petto.
Dean aveva assistito a tutto e davanti ai suoi occhi quel tutto, sembrò svolgersi quasi a rallentatore. Aveva visto il potente mago gridare rabbioso una formula contro il pugnale che come preso da vita propria, si era diretto impietoso contro suo fratello. Aveva visto la lama raggiungerlo e trapassarlo da parte a parte senza dargli alcun tipo di scampo.
Forse , se fosse stato meno preso dal panico dall’immagine di Sammy che finiva in ginocchio senza più forze, avrebbe addirittura visto la vita del fratello fuggirgli via insieme a quella lama che lo aveva attraversato e che ormai priva di ogni magia finiva dimenticata sul pavimento lurido. Si era perfino sentito gridare il nome di Sam e le sue gambe, automaticamente si erano mosse verso suo fratello, ormai giacente a terra.
“Sam….Sammy….non ce la faremo mai….dobbiamo andare…dobbiamo andare via di qui…Oddio!!!” fece guardando la lesione grondante sangue. “..devo…devo portarti via. Hai…hai bisogno di un ospedale…” ripeteva isterico mentre premeva sulla ferita del più giovane e portava entrambi al sicuro dietro una grande libreria.
“Dean…Dean…ascoltami..” cercò di farsi ascoltare Sam, che si aggrappava al giaccone del fratello. Fu istintivo per lui fare quel gesto. Anche in quel momento. Dean era sempre stato il solo e l’unico a cui poteva aggrapparsi senza avere il timore di essere abbandonato. Qualunque sia stata la situazione: di gioco o disperata come in quel momento.
“Risparmia il fiato , fratellino….tu…tu…” tentava di rassicurarlo Dean. Ma dentro di sé, dopo aver visto la sua mano sporca di sangue e il suo Sammy in quelle condizioni, in un attimo, Dean, si ritrovò in una città sperduta dal mondo e da Dio, e si rivide con Sam morto tra le braccia e lui che gridava la sua rabbia al Cielo.
“Ascoltami…Dean…sono …sono streghe. Non possiamo fare altro…fratellone!!”
“Che…che vuoi…che vuoi dire!?”chiese momentaneamente confuso.
“Brucia strega…brucia!!” disse il giovane indicando al maggiore il camino ancora acceso, la libreria che li riparava almeno per il momento, e poi indicandogli , sforzandosi perfino di sorridergli, una tanica di gasolio, dimenticata in un angolo poco distante da loro.
Dean osservò tutto quello che Sam gli aveva indicato. Guardò dove si trovavano. L’uscita era poco distante da loro.
Sì. Poteva farcela, pensò.
“Ok!! Fratellino. Ti porto fuori da qui. Poi torno a preparo il barbecue.” fece  e senza aspettare che il giovane replicasse, se lo caricò in spalla, imprecando contro i loro nemici, quando sentì gemere dolorosamente Sam. “Muovi il culo, sasquatch !! Anche io sono messo male…perciò dammi una mano a portarti all’Impala.” provò a scherzare , ma solo per mascherare anche il suo di dolore fisico o forse solo per coprire con la sua voce , i lamenti di Sam e non pensare al sangue che sentiva scorrergli tra le mani.
Comunque, caparbio come pochi, Dean, ci riuscì. Portò fuori Sam, raggiunse l’Impala e lo fece sedere in modo che potesse appoggiarsi alla portiera.
“Sta’ qui , fratellino. Torno subito!!”
“Dean….Dean..” lo richiamò Sam, cercando di dare alla sua voce l’urgenza di chi vuole essere assolutamente ascoltato.
“Che…che c’è?!”
“Ti prego…ti prego……non voglio…” cercò di dire mentre Dean gli prestava tutta l’attenzione di cui era capace in quel momento così concitato.
“Ssh!!!” sibilò Dean interrompendolo e dopo anni che non lo faceva, gli accarezzò i capelli, con un gesto che sembrò quasi volergli sistemare la folta chioma. Poi, con la stessa mano, gli carezzò anche il viso sofferente e gli sorrise al suo solito modo. Rassicurante , ironico e strafottente. Marchio Dean Winchester. “Andrà tutto bene, Sammy. Tu devi solo stringere i denti. Io sarò qui tra dieci minuti. Il tempo di appiccare quel dannato fuoco e mandare all’Inferno quei bastardi magici. E poi vedrai..” sembrò rassicurarlo. “… che tra un po’ arriverà anche Cas e rimetterà tutto in ordine…perciò tranquillo, ok?!”
Il maggiore sentiva gli occhi che gli bruciavano, ma non voleva piangere davanti a Sam. Gli bastavano le lacrime del fratello a spezzargli il cuore, non servivano anche le sue a peggiorare la situazione.
Anche se in quel momento si stava odiando, perché gli aveva mentito ancora.
Sapeva che Cas non sarebbe mai arrivato in tempo per dare loro manforte. La grazia dell’angelo ancora non gli permetteva di teletrasportarsi e l’ultima volta che lo aveva sentito, l’amico era a miglia di distanza. Doveva vedersela da solo. Tutto da solo.
 
Diede una pacca amichevole alla guancia di Sam e corse verso il rifugio della Congrega. Sam lo vide andare via, lo vide sparire di nuovo tra le mura della casa, udì fragorosi rumori di lotta, grida concitate, urla di dolore, formule magiche gridate al vento o forse contro Dean e chiuse gli occhi perché doveva sopportare il dolore e l’angoscia di quello che sentiva e anche la rabbia di non essere riuscito a dire quello che voleva a suo fratello.
 
 “Non voglio morire da solo!”, questo, in realtà, era quello che il giovane Winchester stava per dire al fratello. Sapeva che Dean aveva inteso quella sua mezza frase come “Non voglio che tu torni lì dentro da solo!”, ma non era così.
Sam sapeva che quella ferita non gli avrebbe lasciato scampo, sapeva che Cas non sarebbe arrivato mai in tempo, sapeva e temeva che quella sarebbe stata la loro ultima caccia. Lui in quelle condizioni, Dean che combatteva da solo e non era messo meglio di lui, Cas lontano. Troppo lontano.
 
Poi, un boato. Potente, assordante, accecante e caldo, il cui calore tanto era forte che arrivava fino a lui. Il lato principale della casa, prese fuoco subito dopo la potente esplosione.
 
“No…no…” e subito dopo, urla strazianti. Alle finestre ombre isteriche che lottavano contro le fiamme avvolgenti e implacabili. Tutto intorno fumo nero e puzza di legno, di chimica e di carne bruciata.
“Dio ti prego!!…no….no….” continuava a gemere Sam, credendo che tra quella disperazione ci fosse anche di suo fratello Dean. “Dean!!....” lo chiamò. “Deeann!!” chiamò ancora più forte. “Deeeeaaaannnnn!” gridò disperato  e quando lo sconforto stava per prendere sopravvento su di lui, una voce.
“Sono…sono qui, Sammy. Te l’avevo promesso, fratellino!” fece Dean, mentre barcollante, sporco di sangue e fuliggine avanzava a stento verso il fratello sempre più pallido e stremato.
“Io credevo…io pensavo….” balbettò mentre seguiva Dean, sedersi sfinito al suo fianco. Il viso del maggiore era arrossato dal calore del fuoco, gli occhi lucidi e sofferenti per un evidente dolore, il fiato corto per la fatica che sembrò placarsi solo quando Dean appoggiò la schiena , anche lui, allo sportello dell’lmpala.
“Ehi!! sai che sono di parola!!” fece Dean sorridendogli senza guardarlo, però. “Dammi solo un secondo e ti porto in ospedale, fratellino.”
“Dean…” sussurrò Sam, quasi senza voce. “Non c’è tempo, ma va bene così…mi…mi basta che…”
“Che stai dicendo Sammy?!” si stupì Dean, girandosi solo con la testa verso il minore.
“…che mi…basta che tu sia qui….con me….Dean.” sorrise Sam.
“Ci sarò sempre, lo sai. Ma… ma questo cosa…” e adesso il maggiore era seriamente preoccupato. Sam sembrava abbandonarsi sempre di più alla sua condizione fisica e questo Dean non era ancora pronto ad accettarlo.
“Ascoltami…ti prego….è ….è finita Dean.” confessò rassegnato Sam. “Per me è finita. Non arriverò in nessun ospedale, Cas non arriverà in tempo e tu…tu fratello, non puoi fare più niente. Ma a me ….credimi, a me….va bene!!” disse mettendo una mano sulla gamba del fratello.
“Ma non va bene a me. Smettila di dire queste stronzate..ora..ora…” lo riprese alterato Dean, che cercò di mettersi in piedi e di fare con il minore la stessa cosa.
“No…no…fermo…Dean…fermo..ti prego.” lo scongiurò sconfitto dal dolore. “Basta…basta così. Sono stanco! Ora…sono davvero….davvero stanco, Dean!”
“Sammy….Sammy…no!” lo supplicò Dean, che ormai non era più in grado di sostenere il peso del minore, tanto meno di frenare le lacrime che gli stavano bagnando il viso. Lacrime che avevano cominciato a scendere non appena si era reso conto di quanto vero fosse quello che gli aveva detto Sam.
Era davvero finita. Sam non avrebbe fatto dieci passi, o un solo chilometro in macchina e lui…lui era solo un uomo a cui era rimasta solo la possibilità di stare accanto alla persona più importante della sua vita , nel momento della sua morte. “Sam…ti prego…non …non mollare!”
“Non sto mollando Dean. Sto solo accettando che sia finita e che sia finita come avevo sempre desiderato: con te al mio fianco.” gli confessò il giovane mentre si sforzava di alzare una mano verso il viso del fratello. “Ti prego…ti supplico….quando tutto sarà finito…lascia….lascia che sia ..finito. Una volta per tutte. Ti scongiuro, Dean. Ora…basta!” lo ammonì dolcemente. “Niente patti. Niente accordi. Niente e basta!”
“Come …come faccio io a….cosa…” Dean singhiozzava mentre vedeva Sam sistemarsi contro la sua spalla e abbandonarsi lentamente.
“Giura …Dean….giura, ti prego!” continuava Sam, sforzandosi di continuare a respirare fin quando non avesse sentito Dean giurare.
“Sammy….il mio Sammy……”
“Giura!” disse quasi al limite della forza. Di quella forza che ormai non aveva più.
“Te lo giuro! Te lo giuro, Sammy!” e non appena pronunciò il giuramento, sentì il corpo di Sam abbandonarsi completamente contro il suo, ormai di nuovo seduto accanto a quello del fratello minore.
“Sam….Sammy?!” lo richiamò deciso, ma sempre con dolcezza. “Sammy….no!” disse alla fine mischiando quelle ultime parole ad un respiro convulso e al pianto per la morte dell’adorato fratello, mentre rinsaldava la presa con cui lo teneva stretto a lui.

Sammy era morto e Dean doveva accettarlo. Per la prima volta in vita sua doveva accettarlo.
Pianse in silenzio a volte. E a volte urlando contro quella vita e contro quel maledetto destino che li aveva portati fino a quel punto, ma mai, mai, aveva sciolto Sam dal suo abbraccio.
 
Oramai sfinito dal dolore sia fisico che da quello per la morte di Sam, Dean non poteva dire quanto tempo era rimasto in quella posizione, appoggiato all’Impala con il corpo di Sam che si faceva sempre più freddo.
 
“Hai fatto tardi, Cas!” disse all’improvviso, volgendo lo sguardo a quell’ombra così familiare che lentamente si era imposta su di lui e su Sam.
L’angelo guardò per un po’ il rogo che ancora scoppiettava poco lontano da loro, poi rivolse il suo sguardo ai due seduti sul terreno. Era un angelo, per lo più, ma nella sua mente , benché eccelsa, ancora non era prevista una cosa del genere.
Dopo aver sconfitto il male più assurdo, dopo aver liberato Dean dal marchio. Dopo , da quello che aveva appena visto, aver sconfitto la fonte più potente della magia nera di ogni secolo, ciò che stava guardando adesso non poteva essere vero.
Troppo assurdo. Troppo imprevisto. Troppo doloroso e tragico. Perfino per lui.
“Dean..che cosa….Mio Dio!!” esclamò immediatamente, quando si rese conto di quello che realmente aveva davanti. “Sam?...Lui è…” rifiutandosi di dirlo.
“Sì, Cas. Sammy è morto. Mio fratello è morto!” disse senza dare un qualsiasi tono a quelle parole. Anche la sua voce sembrava essere sfinita.
“Dallo a me , Dean. Lascia che lo aiuti…io posso…io lo riport…..” fece mentre cercava di togliere le braccia di Dean da attorno il corpo di Sam.
“No!!!!!” esclamò quasi infuriato Dean. “No!” fece poi con più calma quando vide l’espressione di confusione dell’amico angelo.
“Dean…ma…”
“E’ finita, Cas. Questa volta è finita. Questa volta manterrò la promessa. Lui…lui avrà pace. Lui merita…pace.” disse sospirando mentre spostava una ciocca dalla fronte del fratello inerme. “E tu lascerai le cose come stanno.” sembrò ordinare. E l’angelo non potè fare altro che accettare quella decisione.
 
Chi più di lui , al mondo, sapeva quanto e quante volte avevano sofferto quei due ragazzi?,  e nessuno più di lui , sapeva di quanta pace avevano bisogno.
 
Poi, improvvisamente, Dean, si allontanò dal minore e guardò Cas. “Aiutami a metterlo in macchina..io…io sono troppo debole….non..non ce la faccio da solo..” e Cas gli fu subito accanto, per aiutarlo.
Dolcemente, misero Sam al posto passeggero. Quello che era sempre stato il suo posto, tranne quelle volte in cui Dean non crollava addormentato dopo qualche caccia.
Dean amorevolmente gli sistemò il giaccone, così da lasciare coperta la vistosa ferita mortale. Gli adagiò le mani sulle cosce rilassate e sorridendogli appena , gli lasciò un’ultima carezza sul viso prima di chiudere gentilmente lo sportello.
Il capo chino di Sam, abbandonato pesantemente, contro il petto, gli spezzò un ultima volta il suo cuore ormai già straziato da quei gesti che era stato costretto a fare.
“Dean..” fece la voce di Castiel alle spalle del cacciatore. “Anche tu…sembri ferito gravemente. Ti prego …lascia che ti aiuti!” supplicò l’angelo andandogli vicino.
Dean si voltò verso di lui. Castiel restò freddato da quegli occhi che lo stavano fissando. Quegli occhi. Solo lucidi. Ormai Dean non aveva più lacrime. Gli sorrise dolcemente.
“No, amico mio!” disse in quel timido sorriso, sorprendendo e scioccando l’amico. “Basta….bastà così!” e Castiel fece appena in tempo a corrergli in contro e ad afferrarlo per le spalle ed evitare così che l’amico crollasse a terra sfinito.
“Dean?? Dean??!” lo richiamava preoccupato.
Il cacciatore si aprì il giaccone e con una strana pacatezza mostro all’angelo la ferita che gli squarciava il fianco. Il taglio era talmente profondo che Castiel poteva scorgere la carne al di sotto della pelle lacerata. Con i suoi sensi angelici poteva sentire il fluire del sangue che si interrompeva una volta giunto al tessuto ferito. “Togli le mani…togli le mani!!!” lo rimproverò Castiel. “Lascia che ti curi….lascia che ti salvi!” continuava a dire, mentre sentiva qualcosa scorrergli sul viso.
Lacrime!? Come era possibile?
E Dean gli lesse in faccia quella sua confusione. “Tranquillo Cas. Alcune signore trovano un uomo che piange molto sexy!!”
“Ma io sono un angelo!” gli ricordò l’amico, mentre lo sosteneva tra le braccia.
“Diciamo …..mezzo angelo, amico mio! E quello che ti è rimasto di non angelico, è…solo….umanità. E queste…..queste….”, fece rubandogli una lacrima dal viso, “…queste sono parte di quell’essere umano!”
“Lascia che ti guarisca, Dean!” supplicò ancora Castiel.
“No, Cas. Sam era stanco…e lo sono anche io. Lo sono tanto, amico mio.” confessò con una calma che quasi indispettì l’angelo.
“No..no..!!” si infuriò, infatti. “Dean Winchester non si arrende. Dean Winchester non molla.” gli ripeteva Castiel, ricordandogli tutti quella sorta di mantra che l’amico cacciatore ripeteva a lui, quando l’angelo aveva paura di affrontare qualcosa da solo. “Dean Winchester va avanti nonostante il dolore!”
“Lo so, amico mio. Ma questa volta il dolore sarebbe troppo e troppo grande da sopportare. E’ finita, Cas. Ti prego, devi lasciarmi andare. Io…io voglio andare. Voglio ritrovare la mia famiglia…i miei amici…Ellen, Jo…Bobby….voglio ritrovare mio padre e mia madre e…e voglio….voglio ritrovare Sam.” gli confessò mentre nei suoi occhi, Castiel, vedeva spegnersi la luce della vita e accendersi quella della morte.
Quella luce che per ogni umano una volta attraversata, difficilmente ritorna a brillare. Ma naturalmente questo non era una cosa a cui Dean e Sam Winchester avevano fatto molto caso nella loro vita da cacciatori!!
“Dean…Dean ti prego. Camminerò su questa terra. Non posso farlo da solo. Non senza di te…non senza Sam. Io…”
“Concedimi la mia pace. Ho bisogno della mia pace, Castiel !” e quel nome, detto in quel modo, per l’angelo, fu come un ordine impartito. Perché Dean lo chiamava con il suo nome per intero solo quando aveva un disperato bisogno di essere ascoltato. E ora, Dean, lo stava pregando di ascoltarlo ed esaudirlo.
“Come vuoi, amico mio. Trova la tua pace.” disse in segno di resa, ponendogli una mano sul petto che lentamente perdeva forza.
“Fammi un favore , Cas.” chiese prima di rilassarsi al suo, ormai, breve destino.
“Che c’è?!”
“L’Impala. Aiutami a entrare nell’Impala.” e Castiel comprese.
Dean Winchester avrebbe usato ogni ultima sua fibra di forza e volontà per morire al volante della sua Impala, della sua Baby. Avrebbe fatto di tutto per morire accanto a suo fratello Sam. Lo aiutò a mettersi in piedi e poi ad entrare nella macchina e sorrise quando lo sentì mormorare: “Scusa Baby, ti sporcherò un po’ i sedili!”, ma quel sorriso si spense immediatamente quando vide il cacciatore sopprimere una smorfia di dolore nel guardare di nuovo suo fratello morto al suo fianco.
“Cas?!” lo chiamò.
“Sono qui.”
“Cas, quando…quando tutto sarà finito…tu…brucia tutto.” sperando di non dovergli spiegare cosa e come farlo.
“Cosa?”
“Fallo Cas. Anche la mia Baby ha diritto ad un funerale da cacciatore!” gli disse sorridendogli. Infondo aveva ragione Dean. L’impala aveva tanta  esperienza di caccia al male sulla sua carrozzeria quanta ne avevano avuta Sam e Dean sulle loro spalle.
“Lo farò, Dean.”
“Grazie amico mio…” e Castiel capì, anche se dolorosamente, che quelle erano le ultime parole del suo amico. “…grazie di tutto. Delle volte che sono…stato uno stronzo…delle volte che non ho…non ho capito di ….di esserlo stato.”
“Non importa Dean. Hai sempre voluto agire per il meglio.”
“Dovevo…dovevo Cas. Sei sempre stato come un fratello per me e dovevo farlo!”
“Anche tu, Dean…tu…tu sei stato l’uomo da cui ho potuto imparare tutto quello che so sugli uomini. Sei stato l’amico su cui potevo sempre contare. Sei stato quel fratello che ho sempre cercato tra i miei fratelli angeli, ma che non ho mai trovato. Mai…”, fece mettendogli una mano sulla spalla, “..mai avrei sperato di avere un tale onore come quello di lottare accanto a Sam e al tuo fianco, Dean Winchester. Fratello mio!” disse palesemente emozionato.
Dean sorrise orgoglioso, quasi sereno e poi, stanco, poggiò la testa al sedile.
“E’ ora, Cas. Spero…spero di… rivederti, amico mio. Lo spero davv…” ma le sue ultime parole vennero portate via dal suo ultimo respiro.

Castiel guardò il suo amico, guardò il suo amato fratello al suo fianco. Si concentrò per cercare di scorgere ancora della vita nell’abitacolo della cara Impala. Nulla. Il vuoto. Il silenzio. La morte. Finalmente la pace.
Dopo aver mantenuto la promessa più difficile che potesse fare, dopo aver esaudito l’ultimo desiderio di suo fratello Sam, Dean Winchester era morto. Ma al contrario di quello che aveva sempre pensato, era morto in pace.
Nella sua macchina, accanto a suo fratello, custodito da chi lo amava.
Castiel calò il capo, divenuto troppo pesante a causa del dolore che sentiva crescergli dentro la sua debole grazia. Pianse ancora e pregò, pregò fortemente che almeno nella morte, in quella definitiva, accettata senza patti né accordi, Dean e Sam potessero trovare davvero la pace di cui avevano disperatamente bisogno e che disperatamente meritavano.
 
Quando quel dolore lentamente lasciò spazio alla timida sensazione di aver accettato la perdita dei due amici, Castiel, esaudì l’ultimo desiderio del maggiore dei Winchester.
L’Impala bruciava davanti ai suoi occhi. E paradossalmente anche le fiamme dovettero impegnarsi con tutto il loro fulgore prima di iniziare a scalfire la vernice e poi il telaio. Anche in quella situazione , la coraggiosa e intrepida Chevy del 67, sembrava voler difendere i due che riposavano al suo interno e quando tutto fu ridotto a cenere e ferro consumato, l’angelo, mise insieme due croci, ricavate da quello stesso ferro. La sua forza, sebbene inferiore a quella in cui conobbe i due cacciatori, gli permise di modellarne due, perfette , identiche.
Incise su ognuna le iniziali: DW e SW.
Le piantò in uno prato su cui torreggiava un imponente salice. Era una leggera altura da cui si vedevano da un lato le grandi montagne e dall’altro a perdita d’occhio, terre verdi, fiumi, boschi e forse…forse in lontananza , l’orizzonte che brillava era perfino il mare. O forse erano solo i suoi occhi che dicevano l’ultimo addio a coloro a cui quel mondo doveva più di chiunque altro.
 
La penombra della sera arrivò lenta, dolce, soffusa  e in quella penombra l’angelo Castiel vegliava un ultima volta su Sam e Dean Winchester. Poi, altrettanto lentamente e in silenzio, la sua ombra si allontanò, lasciando che solo la luce delle prime stelle della sera brillassero su quelle due croci piantate nel terreno. Una accanto all’altra. E così sarebbero state per sempre, come così lo erano stati coloro a cui quelle croci appartenevano.
 
Castiel tornò dopo tanto tempo in Paradiso. Il male sulla Terra non sarebbe mai sparito, ma almeno per adesso sembrava aver trovato un suo equilibrio con il bene. Ora, tutti dovevano sapere della morte di Sam e Dean. I loro colleghi cacciatori, avvisati con un messaggio da uno sconosciuto stavano già rendendo loro l’ultimo saluto. E anche in Cielo, era il momento di onorarli, come era giusto  che fosse.
L’angelo camminò per ore tra i luoghi sconfinati del Territorio Celeste, cercando e ricercando in quei luoghi , un posto in cui poter contemplare quello che sarebbe stato il ricordo perenne dei due cacciatori.
Lo trovò. Un posto quasi simile a quello in cui aveva piantato le due croci. E sorrise.
 
“Giuro che se metti la mia faccia o quella di Sam su uno stupido angioletto di marmo, metto a ferro e fuoco questo posto!”
 
Il respiro dell’angelo, per quanto fosse possibile, si fermò. Si girò di scatto verso quella voce e il suo viso parve illuminarsi di pura felicità. I suoi occhi brillarono di sfolgorante grazia. “Tu…voi…”
“Ciao, Castiel!” fece il più giovane.
“Che ne dici, Cas. Lo vieni a fare un giro sulla mia Baby nuova nuova di carrozzeria angelica?!”

E non ci fu bisogno di un secondo invito. Sembrava davvero che il Team Free Weel non dovesse conoscere limiti . Nemmeno quelli imposti dalla morte.

 


N.d.A.: Allora , non sa davvero che cosa dire. All’inizio doveva essere molto più dark come storia, con tanto angst da torcere le budella, ma proprio non ce l’ho fatta. Non riesco ad immaginare quei due morti e morti sul serio e Dio mi aiuti quando ( e se ) quella puntata arriverà. Perciò per adesso, la cosa, voglio immaginarmela così.
Seconda cosa: Sophi, questa è tutta colpa tua, sorellina!!

Baci, Cin!!
   
 
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