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Autore: My Pride    15/03/2015    3 recensioni
~ Raccolta di dieci one-shot/flash fiction incentrata sulla coppia Roy/Ed ♥
» 6. Sesto passo: incertezza
Avevo provato a calmarlo con il mio charme e i miei sottili metodi di persuasione, invitandolo ad accomodarsi sul divano dopo avergli offerto un bel caffè e avergli accennato a libri d'alchimia freschi di stampa. E aveva anche funzionato. La prospettiva di leggere nuovi tomi gli aveva fatto parzialmente dimenticare tutta quell'assurda storia, peccato, però, che io non avessi poi fatto i conti con un paio di difficoltà tecniche: la spropositata sete di conoscenza di Acciaio.
[ Roy&Ed ♥ Mariage ~ Wedding Planning ※ 2010/10/10 ]
[ Partecipante alla challenge indetta dalla community Think Fluff ]
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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6. Incertezza Titolo: Sesto passo: Incertezza
Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist
Tipologia: One-shot [ 1108 parole ]
Personaggi: Roy Mustang, Edward Elric
Genere: Commedia, Slice of life, Sentimentale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, What if?

Tabella/Prompt: Matrimonio › 05. Riso
500 prompt per una challenge: Prompt n.17 › Sera
100% prompt to write about them: Prompt n.09 › Proposta di matrimonio
Slice of life challenge: Prompt n.11 › Torta
Challenge in love: #14. Gelosia


FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.


    Erano passate appena un paio d'ore da quando mi ero finalmente deciso ad alzarmi dal caldo bozzolo del mio letto, ma non mi sembrava tuttora una buona idea, nonostante mi trovassi davanti al camino con una bella coperta sulle spalle e una tazza di the caldo che fumava ancora sul tavolino.
    Il freddo aveva investito Central City e, per quanto fossimo appena ai primi di settembre, le piogge torrenziali avevano reso invalicabili alcune zone, impedendo il normale corso del traffico e riuscendo persino a far scoperchiare un paio di tombini che avevano allagato le strade; potevo dunque starmene bellamente a casa senza far nulla - con tanto di ferie pagate e, cosa più importante di tutte, senza scartoffie arretrate che la Hawkeye si sarebbe subito affrettata a spedirmi -, se non organizzare gli ultimi preparativi. Mancava effettivamente meno di quanto pensassi alla fatidica data del matrimonio e, come se non bastasse, certe volte ci si mettevano anche i ragazzi giù al Quartier Generale, mettendomi più ansia del dovuto. Come se dovessi andare in guerra, poi! A parte Havoc che continuava a far salti di gioia - dovevo anche mettermi a spiegare il perché? -, gli altri sembravano divertirsi un mondo a chiedermi, appena possibile, se Edward alla fine aveva accettato di indossare l'abito bianco e se si era calmato per la storia della torta di fagioli, rigettandola nel discorso proprio quando il caro biondino si presentava sulla soglia del mio ufficio, lasciandomi il sospetto che lo facessero apposta per vedere la vena che gli scoppiava ogni qual volta in fronte; qualcuno si era persino offerto di suonare la marcia nuziale e di occuparsi di riso e colombe, dato che c'erano rimasti male per non aver assistito alla favolosa proposta di matrimonio rivelatasi poi un fiasco.
    La cosa che mi metteva di buon umore, però, era il piccolo particolare che non avrei passato quei giorni da solo. Acciaio era stato letteralmente abbandonato dal fratello minore che, scusatosi per telefono dall'appartamento di Fury, aveva fatto sapere che non era riuscito a tornare indietro a causa della pioggia battente che aveva allagato tutto il quartiere residenziale sul lato ovest di Central, e che non avrebbe dovuto preoccuparsi perché il buon Sergente gli aveva offerto un letto per tutta la durata di quell'improvvisa emergenza; aveva anche aggiunto - dopo essersi distratto con quello che, a detta di Acciaio, gli era sembrato il miagolio di un gattino - che avrebbe potuto tranquillamente rilassarsi e godersi quella calma prima del ritorno a Reesembool, dove non avrebbe potuto avere la compagnia del suo futuro sposo per parecchi giorni.
    Quando Edward aveva riattaccato, non prima di averne cantate quattro anche al fratellino, era letteralmente scoppiato il finimondo. Dopo avermi sciorinato per filo e per segno tutta la conversazione avuta, con gran dovizia di particolari e piegando anche una delle mie lampade preferite - un regalo di una vecchia fiamma, ma avevo ovviamente evitato di tenerlo presente - per il nervosismo che aveva cominciato ad animarlo, aveva anche fatto ironia sulle parole rivoltegli dal fratello stesso e mi aveva guardato come a chiedermi
«Riesci a crederci?», al che io avevo provato a calmarlo con il mio charme e i miei sottili metodi di persuasione, invitandolo ad accomodarsi sul divano dopo avergli offerto un bel caffè e avergli accennato a libri d'alchimia freschi di stampa. E aveva anche funzionato. La prospettiva di leggere nuovi tomi gli aveva fatto parzialmente dimenticare tutta quell'assurda storia, peccato, però, che io non avessi poi fatto i conti con un paio di difficoltà tecniche: la spropositata sete di conoscenza di Acciaio. Aveva passato gli ultimi due giorni a leggere vecchi libri trovati chissà dove e a dormire saporitamente, lasciando me letteralmente a bocca asciutta nonostante avessi pensato di gettare le basi per quella che sarebbe presto divenuta la nostra vita di coppia. Dopo il danno, anche la beffa.
    Scossi la testa per scacciare quei pensieri e mi allungai a prendere la tazza di the, soffiando piano per bere qualche sorso e posarlo nuovamente sul tavolino. Stavo cominciando a pensare che avrei dovuto cominciare a buttar giù una lista su cosa avevamo di pronto e cosa no per quel benedetto matrimonio, quando d'un tratto vidi Acciaio, che era sparito in biblioteca ben più di tre ore addietro, apparire davanti a me con un'espressione abbastanza contrariata. «Qual buon vento», lo presi in giro, arcuando un sopracciglio.
    Per tutta risposta, lui mi sbatté letteralmente in faccia quella che aveva tutta l'aria di essere una vecchia agenda; mi sembrava di averla già vista da qualche parte, e non ci misi molto a capire di che cosa si trattasse, prima ancora che fosse Edward stesso a dirmelo. «Quando mi avresti detto che scrivi ancora i numeri delle donne con cui esci?»
    «Veramente...» provai ad aprire bocca e spiegare, ma lui alzò la mano d'acciaio, e, dal modo in cui fece scroccare le dita metalliche, ero certo che non ci avrebbe pensato due volte a piegarle e a trasformarle in un bel diretto.
    «Se proprio devi fare stronzate da ragazzino, cerca almeno di non farti scoprire, Colonnello di merda».
    «Ma quelli sono...»
    «Non provare ad inventare scuse», rimbeccò, guardandomi storto prima di cominciare una tiritera infinita sul tenermi presente cosa gli importava e cosa no, sul fatto che il lupo perdesse il pelo ma non il vizio, sul perché gli avessi chiesto di sposarmi se poi dovevo fare il farfallone, sulla nostra presunta relazione e bla bla bla, prima che sollevassi una mano e frenassi il discorso in cui si era gettato, discorso che, a dirla tutta, non sembrava nemmeno avere una vera e propria fine. E poi, ehi, da quando quel fagiolino si metteva a fare il geloso? Che fosse uno di quei nuovi lati di lui che non avevo ancora conosciuto?
    «Quelli sono i miei appunti d'alchimia», gli tenni presente, e lui dapprima sbatté le palpebre, con un dito d'acciaio a mezz'aria, e poi borbottò qualcosa fra sé e sé, sentendosi evidentemente in torto ma non volendolo per niente ammettere. Dopotutto era Edward Elric, quello... e non avrebbe mai ammesso apertamente che io avevo ragione. Non funzionava mica così, per lui.
    «Tra tutte le scuse che potevi inventarti, questa è sicuramente la più penosa», rimbrottò, scomparendo in biblioteca nel momento stesso in cui cercai ancora una volta di aprire la bocca per ribattere ancora che, nay, aveva travisato tutto e il mio parlare di alchimia non era di certo un modo per indorare la pillola. Cosa diavolo era successo? Chi lo capiva era bravo.
    Mi accasciai con la schiena contro il divano e mi lasciai scappare un lamento, oltremodo sconsolato. Quelle ultime settimane sarebbero state decisamente lunghe
.




_Note inconcludenti dell'autrice
Sono in un imbarazzante fuori tempo massimo. Avevo detto che avrei cercato di finire questa raccolta entro il dieci ottobre, proprio per l'evento del Roy/Ed Marriage, invece non è stato così. Tra un allenamento e l'altro, piscina, fiere del fumetto e valutazioni di contest da portare a termine, non ho più messo mano a questa raccolta e non sono dunque andata avanti.
Due parole su Edward, comunque. Magari il suo comportamento finale può apparire un po' strano, ma, andiamo, Roy gli ha fatto una proposta di matrimonio e poi lui trova un'agendina sospetta con nomi di donne, numeri di telefono e appuntamenti freschi freschi, è ovvio che un po' gli scatti la pulce nell'orecchio e si faccia prendere da un sentimento come la gelosia, sentimento che, a voler proprio esser sinceri, il caro Ed non ha mai provato realmente. Quindi, vista su quest'ottica, direi che la sua reazione è parzialmente giustificata e anche il suo non credere alle parole di Roy come oro colato può perfettamente essere in linea con il suo personaggio. Per quanto sia un genio, gli appunti di alchimia di ciascun alchimista sono privati e scritti in codice, per cui è ovvio che ad una rapida lettura non capisca che si tratti davvero di alchimia. Persino per gli scritti di Marcoh ci mise effettivamente un sacco, e lì, almeno, sapeva che qualcosa c'era sicuro.
Spiegata questa piccola nota, spero che, per quanto in ritardo, questa leggera storiella vi sia piaciuta. Siamo quasi in dirittura di arrivo, mancano soltanto quattro capitoli ed è fatta.
Comunque sia, se poi qualcuno fosse interessato, ho postato una nuova originale intitolata Tra i bagliori dell'antica Shambhala, un piccolo esperimento dopo un mucchio di tempo in cui non mi sono cimentata su cose del genere.
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre ben accetti.
A presto ♥



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