Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko
Segui la storia  |       
Autore: Blue_Wander    15/03/2015    4 recensioni
"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere[...]. Però, per ANAX, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale."
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Teo si svegliò di soprassalto, alzando il busto dallo scomodo materasso a cui, nonostante il mese passato, doveva ancora abituarsi. Si guardò lentamente intorno e tastò la superficie fredda del comodino alla ricerca dei suoi occhiali, trovandoli solo dopo aver sporcato con i polpastrelli entrambe le lenti. Con un leggero sbuffo li ripulì in fretta con le lenzuola che gli stavano infondendo un po’ di calore: i primi giorni di ottobre cominciavano a farsi sentire.
-Neanche tu riesci a dormire, Teo?- chiese Jeremy, dando modo al suo amico di intuire che anche lui fosse sveglio.
L’altro scosse la testa. –Sono giorni che non riesco a chiudere occhio. È come se avessi una terribile sensazione riguardo…- abbassò la voce per un attimo -…Ehtan.
Jeremy abbassò leggermente la testa: era passato poco meno di un mese da quando avevano incontrato per la prima volta quel soggetto alquanto pericoloso. Solo pochi giorni dopo aveva rivelato loro la propria identità insieme ai propri poteri, spaventosi quanto lui. –Posso capire quanto tu sia preoccupato, lo sono anche io.- rispose, alzandosi e andandosi a sedere vicino all’amico, sulla sedia della scrivania, poggiandosi allo schienale.
-E tu?- chiese il moro –Perché non dormi?
-Pensieri…- tagliò corto. Ma se pensava di poter tenere a freno la curiosità del ragazzo si sbagliava di grosso.
-Riguarda Aelita, vero?
Il biondo annuì, abbassando lo sguardo e torturandosi le mani. –Ieri mi ha chiesto se ci stiamo ancora frequentando o se stiamo insieme.
-E? Che hai risposto?- chiese Teo, attento alle parole dell’amico e pronto a rimproverarlo.
Jeremy si portò una mano alla fronte, sconsolato. –Che potevo fare? Ho detto che è meglio non correre troppo perché questo è un periodo delicato.
Teo spalancò la bocca, esterrefatto e incredulo. Non ci credeva di avere un amico tanto intelligente quanto imbranato. –Okay amico, adesso ascoltami.
 
Emy e Yumi salutarono Aelita, sconsolata per ciò che Jeremy le aveva detto la notte precedente, prima di dormire. Incamminandosi verso la classe per la lezione di inglese, Yumi ruppe il filo dei pensieri di Emy, tutti rivolti alla loro povera amica. –Non preoccuparti per loro due: fanno sempre così, ma poi riescono a chiarirsi e torna tutto come prima.
-Sarà, ma questa storia non mi piace per nulla.
-È normale, ma davvero non devi farti troppi problemi, okay?- le sorrise, ed Emy annuì, incerta.
Quando le due entrarono in classe, quest’ultima era vuota, ad eccezione del professore che era seduto alla cattedra, preso a fare qualche schizzo sullo stesso quadernino nero che ormai si portava ovunque da quando era arrivato. Yumi si chiese come faceva a non essere ancora finito, viste le innumerevoli volte in cui lo utilizzava, mentre Emy cominciò a sentirsi estremamente a disagio, visto che Werner avrebbe restituito il compito in classe svolto qualche giorno prima –anche se lei stessa sapeva fosse solo una scusa. Mano a mano iniziarono a entrare i loro compagni di classe, chi consenziente di aver preso il minimo voto e chi entrava a passo fiero, conoscendo già la valutazione presa.
Quando tutti furono in classe, l’insegnante si alzò, mettendo via il suo blocco e tirando fuori i compiti svolti dagli studenti, cominciando a distribuirli in maniera nervosa, parlando con un tono seccato, come, in realtà, accadeva spesso. –Sono molto deluso da voi, alla simulazione siete riusciti tutti a fare del vostro meglio, ora invece sembra quasi che siate tornati in terza elementare.- si fermò davanti al banco di Yumi, distribuendo un compito dal punteggio massimo, mentre quello di Emy sembrava quasi una luce psichedelica, con tutte quelle correzioni in rosso, blu e verde.
-Eppure me la sono sempre cavata in inglese.- bisbigliò la ragazzina verso la sua amica, sentita dal professore e diventando subito rossa, abbassando lo sguardo sul suo foglio, ormai colorato dalle correzioni.
-Ha qualcosa da dire signorina Stairs?- chiese, fermandosi davanti a lei.
-N-no.-balbettò, piano.
Werner sbattè la mano sul banco facendo spaventare la mora e quasi tutto il resto della classe. –Non bisbigliare e guardami quando ti parlo.- non aspettò il minimo movimento della ragazza che subito riprese a distribuire i compiti agli altri alunni. –Vi ricordo che questo trimestre finirà tra un mese e che tra poco sarò costretto a mettere dei voti orali, se farete così anche nelle interrogazioni dovrò punirvi severamente e potete essere sicuri che non vi piacerà per nulla.
Emy si coprì gli occhi con una mano, girando il foglio per, finalmente, vedere il punteggio, scoprendo che in realtà non le era andato così male. “Ottanta su cento?” pensò, guardando tutte le correzioni e notando una piccola scritta sotto alla valutazione.
 
“80/100
Dobbiamo parlare”
 
Parlare? E di cosa? E poi perché tutte quelle correzioni se in realtà aveva preso ottanta? Proprio non riusciva a capire che passasse per la testa del bel professore. Le era capitato spesso di ricevere punizioni da lui, infatti cominciava a diventare sempre più difficile per lei andare su Lyoko, ma ormai sembrava abituata e, rassegnata, si preparava a pulire la biblioteca, la palestra e le aule. Per questo scosse la testa e si auto convinse che fosse solo un nuovo incarico da sguattera.
“Che palle.” Pensò, facendo penzolare i piedi. “Anche questa volta devo fare la bidella per questo tizio. Che gli ho fatto per farmi odiare così tanto?”
Yumi la vide poggiare la testa sul banco e rise un po’, sporgendosi furtivamente verso l’amica. –Certo che devi sempre metterti nei casini, eh?- sussurrò.
-Per te è facile parlare: hai preso cento. Voglio piangere, perché punisce solo me? Vorrei anche uscire con voi ogni tanto.
La mora ridacchiò per poi tornare a guardare il suo compito immacolato e privo di ogni segno rosso, notando però alcuni palesi errori, non capacitandosi di come un insegnante così puntiglioso potesse esserseli fatti scappare.
-Trascorreremo la lezione a correggere il compito, ovviamente. Signorina Ishiyama, lei è stata la migliore dell’intera classe, ha diritto all’ora libera, può andare.- informò Werner, evitando il contatto visivo con gli studenti e continuando a scrivere compulsivamente su quel quadernino. Yumi si girò verso Emy, che le fece cenno di andare –e di salvarsi. La ragazza, incerta si alzò dal banco e, prendendo le sue cose e consegnando il compito immacolato al professore, uscì dalla classe.
A lezione finita, Lukas chiuse la porta della sua aula, girandosi verso la ragazza che aveva praticamente obbligato a rimanere con lui, questa volta (come quelle successive alla prima) senza vestitino corto, però.
-Aveva chiesto di parlarmi?- chiese la giovane, tenendo con entrambe le mani la borsa scura. –Il compito non è andato così ma…
-Pensi davvero che riguardi il compito?- incrociò le braccia, rendendo le vene ben visibili sulla pelle chiara -È per il tuo pessimo comportamento durante le mie lezioni che vieni punita ogni volta.
Emy non rispose nonostante questo la stesse ferendo nell’orgoglio. Nei giorni passati aveva provato a difendersi e rispondergli a tono, ma con lui non serviva a nulla, riusciva sempre a trovare il modo per punirla in modi peggiori, tipo quella volta in cui era stata obbligata a lavare lo stanzino delle scope, pieno di topi e ragni o quella volta in cui le aveva fatto girare della colla del colore del catrame in una pentola della mensa, solo per attaccare le decorazioni alle lanterne ai bambini del primo anno.
-Bene, vedo che finalmente hai imparato qual è il tuo posto. Ci rivediamo qui alle quattro e un quarto, sai cosa succederà se arrivi tardi.
 
Le quattro erano appena scattate quando Emy, ricevette un messaggio, seduta sulla scomoda cattedra in legno di un’aula vuota. Tirò la tendina superiore del dispositivo, il numero era sconosciuto e ciò le era sembrato molto strano. Nessuno aveva il suo numero oltre ai suoi amici, che di sicuro non lo avrebbero mai dato in giro. Selezionò il messaggio, sbiancando alla vista di quelle parole.
“Vieni nella mia classe, adesso.”
Werner, ancora lui. Non sapeva nemmeno come diavolo avesse fatto a trovare il suo numero di cellulare ma di sicuro quello non era il problema peggiore. Per quale indispensabile motivo il professore dovrebbe finire prima una lezione solo per vedere lei? Era davvero così importante la sua punizione?
Si alzò, uscendo dall’aula vuota e chiudendo la porta, solo per intrufolarsi in quella a fianco, osservando l’uomo ancora con quel quadernino. “Ma che è, una fissa? Peggio di me con i coreani.”  Pensò Emy, ricordando i bei tempi con la sua migliore amica.
-Ben arrivata.- disse lui, chiudendo finalmente quel taccuino nero.
-Voleva parlarmi di qualcosa, giusto?- chiese, avvicinandosi di un passo.
L’uomo annuì, alzandosi dalla sedia per appoggiarsi al muro, incrociando le braccia. –Questa volta non si tratta di una punizione, in realtà.- si schiarì la voce, rimanendo comunque impassibile e con i soliti occhi vuoti. –È più come una proposta, una confessione.
Emy si accigliò per un attimo, proprio non capiva dove potesse andare a parare soprattutto perché quella mattina le aveva parlato di punizioni e tutte quelle cose negative che faceva, anche se in realtà non aveva espressamente confermato che sarebbe stato di quello che avrebbe voluto parlarle.
Lukas la svegliò dal suo stato di trance cominciando a parlare, staccandosi dalla superficie granulosa del muro e avanzando verso di lei, fermandosi solo a pochi passi di distanza. –Ormai è da un mese che ti osservo.
“Inquietante” pensò la giovane.
-Ho visto i tuoi comportamenti con i compagni di classe, verso gli insegnanti e i tuoi amici, vedo che hai molti interessi e che ti sforzi per portarli avanti. Sei gentile e non vuoi che gli altri soffrano.
Emy cominciava a chiedersi che tipo di stupefacente avesse assunto per vedere Werner farle dei complimenti. Lui la odiava a morte, non lo avrebbe mai fatto, nemmeno se l’avessero minacciato con una spa-
-Dammi una possibilità. Non sono come tu credi e se continuavo a punirti era per averti vicino anche dopo la scuola.
-Cosa?- questa volta il pensiero della mora si trasformò automaticamente in parola. Senza alcun dubbio Werner le piaceva, aveva sempre avuto una specie di attrazione per i guai, ma non era possibile che uno come lui notasse una come lei. Ma, probabilmente, era proprio per la loro diversità che lui aveva cominciato a provare qualcosa per lei. “O forse mi sta solo prendendo in giro, forse, in realtà, ha delle telecamere nascoste in quello stupido quadernino. Aspetta ma si possono installare telecamere in un quadern-“
-Emy, mi stai ascoltando?- chiese, sventolando una mano davanti ai suoi occhi, mentre lei si riprendeva, guardandolo sorridere per la prima volta in assoluto. –Credo proprio di no.- rise.
E la ragazza non riuscì più a sentire nulla. Non sapeva se stava andando in panne di nuovo perché lui le aveva sorriso, se perché l’avesse chiamata per nome o perché lui aveva appena riso in sua presenza.
-So che ancora non ti fidi e lo capisco, ma ti prego, lascia che io ti dimostri che ciò che sto dicendo è la verità.
-Non è che non mi fido- rispose lei con la testa bassa e un tono di voce percettibile solo per il silenzio della stanza. –È che..
Lukas sorrise di nuovo, poggiando una mano sulla spalla di lei, mentre con l’altra le alzava il volto così da poterla guardare negli occhi. –Non devi rispondere per forza ora, okay? Non c’è nessun problema se ci pensi, capisco la tua titubanza: alla fine non ci consociamo affatto. Puoi prendere la tua decisione anche con calma, tanto ci vediamo spesso noi, vero?- concluse, facendole l’occhiolino, sorridendo.
 
Teo si toccò il mento, esausto dal pomeriggio passato al computer. Si stravaccò sulla sedia, approfittando di quei momenti senza Jeremy che, solitamente, lavorava al supercomputer sull’unica grande scrivania presente nella stanza. Non che il biondino desse fastidio al ragazzo, ma sicuramente, quando lui non c’era, poteva avere il controllo della scrivania e avere il tempo necessario per le sue ricerche.
Già, le sue ricerche…iniziava sempre con il cercare qualcosa riguardante Lyoko o Franz Hopper, ma tutti i riferimenti erano rivolti ad un programma antivirus e uno scienziato morto anni prima. Eppure, per Teo, qualcosa non quadrava.
Hopper aveva messo sua figlia, Aelita, dentro Lyoko per proteggerla da qualcosa che, vista la situazione, era ben peggiore di XANA. Ma se l’obbiettivo di XANA era quello di conquistare il mondo, come pensava di farlo semplicemente dando la caccia ad Aelita? Il suo potere di disattivare le torri virtuali poteva essere un ottimo movente ma comunque non stava in piedi. Aelita era solo una ragazzina e nemmeno ricordava il suo nome la prima volta che XANA attaccò, quando Jeremy attivò il supercomputer. Voleva forse dire che il nemico di sempre non sapeva del potere di Aelita ed era semplicemente andato alla cieca? Beh, era una delle ipotesi, forse quella più semplice. Eppure non lo convinceva, anche perché fino a quel momento gli attacchi di ANAX, la figlia di XANA, erano stati rivolti solo verso di loro, non miravano di certo alla rete elettrica o ai satelliti dell’esercito, come in passato. E poi la stessa esistenza di ANAX era un mistero: come poteva essere possibile che un virus informatico avesse una figlia? Teo si passò una mano sugli occhi stanchi, aveva dormito molto poco quella notte e ciò sicuramente non aiutava le sue ricerche.
-Ma chi voglio prendere in giro?- si chiese, chiudendo il computer con aperte le diverse pagine in cui aveva cercato di svelare i misteri di Lyoko.
-Già, chi vuoi prendere in giro, Teo?- chiese una voce femminile alle sue spalle, che lo fece saltare sul posto e girarsi di scatto, notando la testolina mora della cugina maggiore fare capolino dalla porta, per poi entrare e chiudere la porta dietro di lei.
-Ah, sei tu. Mi hai spaventato…- disse, mettendosi una mano tra i capelli.
-Già.- sorrise lei, porgendogli un joystick dal colore scuro. –Vieni da me per una partita? Sissi è uscita e io ho bisogno di riflettere.
-Riflettere?- chiese lui, ridendo appena, sedendosi sul letto. –Riguardo a cosa?
La mora scosse la spalle. –Tu invece? Che cos’è quell’aria stanca?- lui ebbe la stessa reazione della cugina, che intanto si sedette a fianco a lui, mettendogli in mano il joystick che lui guardò quasi come se fosse la prima volta che lo vedesse. –Su, prima mi racconti che succede e prima giocheremo a Tekken.
-Ecco…riguarda mia madre. Sto facendo alcune ricerche riguardanti Lyoko visto il palese legame con il suo tatuaggio.
-E hai trovato qualcosa?
Teo scosse la testa, sospirando rumorosamente. –Zero, anche se ci sono alcune cose che non mi convincono del tutto. Ad esempio il fatto che ANAX sia la figlia di XANA.
Emy annuì, guardando verso l’inquietante poster di Einstein. –Jeremy dice che non è proprio sua figlia, ma dei frammenti di XANA che si sono reincarnati, se possiamo dire così, in ANAX.
-Sì, ma non ti sei mai chiesta perché un’intelligenza artificiale dovrebbe considerarsi una “figlia” se in realtà non lo è? Sembra più una cosa da…umani, i virus informatici non dovrebbero mentire, no?
La maggiore si toccò il mento, corrucciando le sopracciglia  –Beh, effettivamente non hai torto, ma allora cosa pensi che sia?
Il cugino scosse le spalle, alzandosi in piedi. –Ancora non lo so, ma ti prometto che ci lavorerò. Allora, ci facciamo questa partita?
 
-A-Aelita, i-io…mi dispiace così tanto…- singhiozzò Jeremy, poggiando la testa sul petto di Aelita, che prese ad accarezzargli la testa bionda, togliendogli gli occhiali, posandoli vicino al proiettore della sala computer della fabbica e baciandogli la fronte per calmarlo.
-Shh, non piangere, forza. Non importa.
-M-ma io volevo che tu t-ti ricordassi per sempre di questo regalo e invece è finito tutto male.
-Jeremy…- cominciò lei, alzandogli la testa, nonostante lui la vedesse sfocata senza occhiali. –Ci sono cose più importanti e sicuramente non mi importa di cosa dice Sissi su di te e su ciò che fai. Vorrei solo che tu mi dicessi cosa provi davvero per me, invece che dire che non ne hai idea quando entrambi sappiamo bene che non è così.
Inaspettatamente il ragazzo smise di piangere. –Aelita…- disse solo, tastando il pavimento per trovare gli occhiali e infilandoseli. –Non posso stare senza di te. Quando non ci sei io mi sento morire e tutto questo è perché ti…
TING TING TING
Jeremy si alzò immediatamente dal pavimento gelido. –Cazzo!
-Jeremy!- lo rimproverò Aelita, sospirando rumorosamente. –Che è successo?
-Una torre attiva e ANAX ha preso Emy e Teo.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko / Vai alla pagina dell'autore: Blue_Wander