2004.
Elena esce di
casa, un tiepido primo pomeriggio di Aprile soleggiato la accarezza e già può
allentare i bottoni della giacchetta blu.
Attraversa il vialetto rovistando in borsa
certa di non aver scordato il suo cellulare e quando rialza lo sguardo è già sul bordo del marciapiede e un camion oscura
la visuale facendola sussultare per la sorpresa.
Cruccia lo sguardo e lo segue curiosa,
stessi occhi marroni ora un po' truccati, ma sempre
inconsapevoli del potere che esercitano su chiunque ci finisca dentro.
È un camion della ditta di traslochi, c’è
qualcuno nuovo in città e pensa che forse andranno proprio ad abitare alla
pensione Salvatore, si diceva in giro che la famiglia stesse tornando a Mystic
Falls.
Non li ha mai conosciuti Elena, si sono
trasferiti due settimane dopo il loro arrivo; ricorda solo una volta che sua
madre aveva passato il pomeriggio a chiacchierare con una signora dai capelli
rossi e gli occhi azzurri, forse lei aveva perfino giocato con uno dei loro
figli ma era troppo piccola per ricordare.
Non sa dire come mai le sia rimasta così
impressa lei invece.
Distoglie lo sguardo quando il suono di un
messaggio la sveglia.
Deve muoversi o rimarrà a piedi.
Tra qualche mese compirà 16, questo significa patente.
Piccolo traguardo per i passi verso
l’indipendenza
Caroline la sta pressando, meglio
sbrigarsi non vede l’ora di sentire cosa ha combinato con Tyler.
Di Caroline amica è diventata e rimasta,
con Rebeka si sono allontanate dopo le scuole medie.
Mentre si volta in direzione opposta al
camion, sfreccia qualcos’altro di insolito che rapisce
un po’ più prepotentemente il suo sguardo.
Un’auto azzurra.
Dal tettuccio nero.
Colori familiari pensa,
ma non riesce a sforzarsi per rincorrere qualche recondito pensiero al
riguardo.
Non sa che modello sia quell’auto,
sicuramente vecchia, magari degli anni ‘60.
Non è un’esperta di macchine Elena e a 15 anni non si è ancora mai fidanzata quindi non ha potuto
sviluppare conoscenze su settori di competenza puramente maschile, non badando
certo alle cose ‘da uomini’ che fanno Jeremy e suo padre in garage.
Pensa che un azzurro così, per la
carrozzeria di una macchina, lei non l’ha mai visto e
un po’ come la signora che ha ricordato poco prima, sente che non se lo
scorderà mai.
Sono di quei ricordi che ti si stampano
dentro senza un reale motivo, non c’è un fatto affettivo che li lega a te,
semplicemente lasciano un’impronta e a Elena sembra che sia come sfiorare
qualcosa che non sei destinato a incontrare e te ne resta appena l’ombra.
Scuote la lunga chioma scura, Caroline
direbbe che “sono un mucchio di pensieri da psicanalisi e forse dovresti
fare la psicologa un domani”, Bonnie invece la
reputa “troppo riflessiva e che quindi è bene tu ti decida ad accettare
quell’uscita dopo scuola che ti ha proposto Matt Donovan.”
Lei, invece, prova solo ad
essere Elena.
***
Gli affari di suo padre li hanno riportati
in città e non solo quelli.
Sua madre ha una
malattia -nome complicato quanto le conseguenze che ne derivano- e lui non ha
voglia di pensarci.
Sa solo che deve aiutarli col trascolo e
dopo potrà ripartire per il college, gli esami di fine anno si avvicinano e lui
lo ha promesso a sua madre.
Deve diventare un uomo Damon, ha solo 20 anni, ma Lily gli ha affidato suo fratello Stefan che di
anni ne ha 15 e ancora poche preoccupazioni.
Suo padre Giuseppe è un buon padre, un po’ burbero e l’incapacità di abbracciare l’ha
presa da lui.
Sua madre ci ha provato ad addolcirlo, ma
a Damon non piacciono le smancerie, non gli sono mai piaciute.
Guida la sua Camaro, con Stefan di
fianco che si diverte a riassumere per la centesima volta la storia di
quell’auto, lasciata in eredità al nipote maggiore dal nonno. Sembrano due
bambini la mattina di Natale e, per un istante, Damon riesce a non pensare al
fatto che sua madre stia morendo.
Non sa quanto le resta, i dottori sono le
persone meno certe della terra soprattutto in situazioni come questa.
Chissà come vivono senza affidarsi a
qualcosa o qualcuno.
Ogni tanto Damon se lo chiede, come si chiede cosa ne sarà di loro quando lei non ci sarà più.
Perché sua madre ha questo strano potere
di rendere suo padre un uomo dolce e affettuoso, di rallegrare Stefan e di
ammorbidire pure lui.
Il figlio anaffettivo.
Eppure Damon non crede di amare qualcuno
più di sua madre e di Stefan.
Quindi sfreccia rapido perché lui e suo fratello
penseranno al trasloco mentre i suoi genitori si sono fermati all’ospedale di
Mystic Falls per registrarla così da poterla portare tranquillamente ogni due
settimane per controlli e cure di routine.
Sa che suo padre e Stefan non capiranno, ma lui deve lasciarli e continuare il college
anche se questo comporterà stare lontano da casa, stare lontano da sua madre e
perdere gli ultimi anni con lei.
Ma quando gli occhi azzurri di Lily si fanno di
ghiaccio, Damon sa che non sta lasciando spazio di scelta.
E l’ultima cosa che vuole è deluderla,
finirà il college, si occuperà di suo fratello e, in qualche modo, di suo
padre.
E’ una bella giornata e guardandosi
intorno si ricorda vagamente della sua infanzia passata con i suoi amici a
correre sullo skate.
Prima di ripartire passerà a trovare il
solo con cui è rimasto in contatto.
Klaus.
Frequentano pure lo stesso college, lui lo
raggiungerà nel fine settimana.
Sua madre potrà riposarsi meglio in quel
luogo calmo e soleggiato e la strada di casa loro è tranquilla, la zona è molto
bella.
La sensazione di calore se la ricordava.
Distrattamente le iridi azzurre, un po’
più ferite dalla vita, vagano per il paesaggio della via mentre la voce di suo
fratello funge da sottofondo e, per un attimo, una figura femminile attira lo
sguardo.
La perde subito, non sa perché si trova a
rallentare la corsa e la studia, prima che sparisca, dallo specchietto
retrovisore.
Non l’ha vista in volto, che lo ha chinato in basso, pensa solo che dei capelli così
lunghi, lisci e illuminati dalla luce naturale non credeva potessero esistere;
non sa perché gli brucino le mani mentre stringe il volante e stupidamente
pensa che sarebbe una sensazione curiosa toccare dei capelli così.
Perché tutte le ragazze che ha frequentato nella vecchia città erano esagerate in tutto,
il trucco, l’abbigliamento, le acconciature.
Damon ha 20 anni,
deve ancora scoprire tanto della vita, ma sente che c’è qualcosa di naturale
nell’aria attorno a lui che gli fa quasi venire voglia di restare e infrangere
quella promessa.
Sente che l’ombra di luce di quello strano
primo pomeriggio di aprile gli sfuggirà e tornerà alla sua vita lontano da casa e questo, un po’, segnerà il suo animo.
Salve
a tutti!
Anzitutto
come sempre grazie mille a chiunque abbia dato una possibilità alla mia storia,
prometto che i prossimi capitoli saranno più corposi.
Questo
è un po’ di passaggio, per spiegare a che punto sono
delle loro vite e come queste sono nuovamente destinate a incrociarsi. Sono
cresciuti, i Salvatore stanno tornando in città anche
se Damon ripartirà subito per il college, quindi il loro incontro si post porrà
ancora un po’. Diciamo che mi piace l’idea di qualcuno che c’è sempre stato
nella tua vita, in qualche modo, ma non era mai il momento giusto per incontrarlo!
Spero
possiate gradire!
Eli