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Autore: Deliquium    15/03/2015    4 recensioni
Una manciata di storie. Fugaci occhiate alle vite di alcuni Specters. Tra presente e passato. L'addio all'umanità. I ricordi. Le cose che non faresti mai. E un solo Dio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Garuda Aiacos, Harpy Valentine, Wyvern Rhadamanthys
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sincretismo'
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Save Our Souls


[ Colui che è fedele ]


Cosa sta facendo il vento?
Niente, ancora niente.

[...]
E non sai
Niente? Non vedi niente? Non ricordi
Niente?

Thomas Stearn Eliot, "La Terra Desolata
"


Lo specchio d'acqua non era nient'altro che uno scampolo blu, incorniciato dalle fronde dei cedri, ma a Valetinos bastava.
Guardare il mare e assopirsi, mentre la luce virava verso i colori del tramonto.
Sua madre aveva smesso di rimproverarlo.
Un pezzo unico? Una delle poche opere del maestro Niemeyer? Oh, che importanza aveva? Le sedie erano fatte per sedersi, non per essere ammirate. E in quel caso, la sedia era simile a un letto, sul quale dormire e non pensare.
Al crepuscolo, i capelli di Valentinos sembravano quasi prendere una sfumatura rosata, come lo zucchero a velo che da bambino si faceva comprare dalla balia.
"Capelli finti" era solito sbeffeggiarlo suo cugino quand'erano più piccoli, in quel suo modo che sembrava sempre come se stesse per menar le mani.
Si tirò su a sedere di scatto. I nervi tesi del collo, mentre spiava tra gli arbusti.
Gli era sembrato di aver sentito un rumore. Qualcosa... simile a un raspare. Come un animale che veniva fuori dalla terra.
Assottigliò gli occhi e trattenne il respiro, ma a parte la brezza che smuoveva le foglie, non vi era nient'altro.
Tornò a sdraiarsi e chiuse gli occhi.
Le sue giornate a Larnaca avevano preso una piega monotona.
Suo padre non credeva né nell'istruzione pubblica, né in quella privata e come lui stesso, e suo padre prima di lui, si era prodigato affinché Valentinos potesse ricevere la migliore educazione possibile da una rosa di insegnanti scelti personalmente da lui.
Era un uomo imponente per statura e per intelletto. In vent'anni, cioè da quando suo nonno era morto, aveva portato la Kondylis Company a occupare un posto di primo piano tra le più importanti multinazionali d'Europa, soprattutto dopo gli accordi stipulati con i Solo, di Corinto
Di nuovo, Valentinos sbarrò gli occhi e schizzò, questa volta, in piedi.
No, non era vero.
Qualcosa era cambiato.
Si guardò attorno.
I cedri sembravano esplodere nel loro giallo pieno di luce. Le foglie erano simili a lame di smeraldo. L'aria palpitava e rumoreggiava come una cascata di voci.
Valentinos sentì irrigidirsi i muscoli.
C'era qualcosa di strano attorno a lui. Qualcosa che non riusciva a definire.
Poi, d'un tratto, mentre ancora cercava un nome da dare a quello che sentiva e vedeva, qualcosa accadde attorno a lui e dentro di lui.
Sentì come uno strappo. Come essere preso e portato fuori da sé stesso.
Era una sensazione che aveva già sperimentato in passato. Il dolore gli tolse il fiato. Qualcosa. Qualcuno lo aveva colpito. Lì in mezzo al petto. Ma quando si guardò, non vide nulla. Solo il ricordo di un dolore. Un dolore terribile che non fu solo fisico.
«Ti ho dato tutto. Ho dato tutto per te.» si sentì dire. «Eri tu il mio dio, non Lui. Lui che se ne stava là a imbrattare tele con i suoi colori di morte.»
Tutto. Ti ho dato tutto.
Valentinos cadde in ginocchio. In lui i ricordi di due vite di mescolarono. Quelli di Valentinos Kondolys, nato a Larnaca, e quelli di qualcun altro.
Ricordi confusi, violenti, dolorosi.
Si guardò le mani. Sporche di sangue. E le grida del passato e la violenza e la guerra. E tutto il resto.
«Non avresti mai dovuto permetterle di trattarti come un cane.»
Boccheggiò, rendendosi conto di aver appena pronunciato quelle parole. Tremava, perché, in fondo in fondo, qualcosa in lui stava cambiando. Perché stava ricordando.
Lui.
Il suo dio.
Un cane.
Disprezzato come un cane. Peggio di un cane.
Il suo volto comparve in mezzo alla confusione dei ricordi. Un volto che conosceva ora, più di prima. Un volto che il fato aveva reso a lui ancora più vicino.
Sangue del suo sangue.
Lui.
Il suo dio.
L'ora d'oro tingeva ogni cosa dei colori delle fiamme.
Valentinos era in piedi e fissava la terra.
Si disse che era così. Che era sempre andato così il Risveglio. Non veniva nessuno a spiegarti le cose. Nessuna guida a tracciare per te il cammino.
Essere uno Specter non era nient'altro che un'esplosione di Consapevolezza.
L'istante prima eri un essere umano come molti altri e l'istante dopo eri uno Spettro.
Il tuo mondo capovolto in un battito di ciglia. Tutto ciò che credevi irreale, parte di una realtà ancora più vera di quella a cui eri abituato.
Sarebbe stato più logico scoprirsi impazzito. Lì, in quel momento. Se fosse impazzito avrebbe smesso di ricordare e se avesse smesso di ricordare, quel dolore sarebbe finito.
Tu... Io avrei fatto tutto per te … Radamánthys

Quando Valentinos si sedette a tavola, sua madre lo guardò meditabonda per un po'. Lui finse di non accorgersene e quando suo padre cominciò a mangiare, fece altrettanto.
Suo padre parlava... parlava...
Valentinos aveva smesso di ascoltarlo da quando aveva sei anni... sempre le stesse...
«Valentinos, caro. Ti senti bene?»
Alzò la testa di scatto.
Sua madre lo fissava.
«Perdonate madre. Ero sovrappensiero.»
La donna appoggiò delicatamente il tovagliolo accanto al piatto.
«È da quando ti sei seduto che sei strano... »
«Non ha nulla. Smettila di tediarlo, Mary.» la voce di suo padre si sovrappose a quella di lei, cancellandola.
Valentinos sentì l'impulso di ucciderlo.
«Ti stavo dicendo,» riprese il padre. «Che dovrai presenziare al ricevimento organizzato dai Solo per il compleanno di loro figlio Julian, al mio posto. In quei giorni io sarò negli Stati Uniti.»
«Quando?» chiese Valentinos, senza guardarlo.
«Tra un mese. Il ventun marzo.»
Valentinos si limitò ad annuire.
Il ventun marzo...
Ne dubito, padre.



Note dell'Autrice - Ebbene sì, ^^ gli ho dato un nome e un cognome, gli ho dato una famiglia. Kurumada dice che è originario di Cipro e io lo spedisco a Larnaca, una città di Cipro. Ed essendo nel Mediterraneo non troppo lontana dalla Grecia, rendo i Kondolys e i Solo partners commerciali. Il nome della madre di Valentinos è Mary, un nome tipicamente inglese, poiché in “Sincretismo”, Radamánthys e Valentinos sono cugini.
Qui la maggior parte degli Specters ha nomi identici o molto simili a quelli che assumerà dopo il “Risveglio”, questo perché, dal mio punto di vista, l'essere Specters è un qualcosa di così forte da influire sulla persona ancor prima della sua presa di coscienza, addirittura nella scelta dei nomi, i quali, in un certo senso, assumono la valenza di presagi.

Edit: ringrazio Francine per avermi fatto notare che Radamánthys è inglese e non danese. *___*

   
 
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